08 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte www.resetmagazine.ch trend.setters oltre la pelle travel tentacolare barcellona free.style spedizione 2004 hi.tech soundtrack apple 10.2003 bizzarre TBWA ABSOLUT COUNTRY OF SWEDEN MANDRIN & LOGO, ABSOLUT, ABSOLUT BOTTLE DESIGN AND ABSOLUT CALLIGRAPHY ARE TRADEMARKS OWNED BY V & S VIN & SPRIT AB. © 1999 V & S VIN & SPRIT AB. absolut.com sato tra e con voi, un bel traguardo per un “giornaletto” come il nostro che è cresciuto ed è stato rafforzato grazie al vostro stimolante sostegno! Per festeggiare questo anniversario abbiamo una novità per tutti quanti: la re.set card. I possessori di questa carta avranno la possibilità d’approfittare di sostanziose riduzioni sul prezzo dei biglietti d’entrata presso locali live e musei. Trovate informazioni dettagliate in merito a pag. 60. Inoltre, per chi acquisterà la re.set card, ogni mese ci sarà un’offerta appetitosa che promuoveremo su re.set, ma anche sul nostro nuovo sito web. Ecco, questa è la seconda sorpresa per voi lettori: il nuovo sito web di re.set (www.resetmagazine.ch). Qui trovate la vostra rivista preferita on-line, oltre a news, agenda concerti, concorsi e tanto altro. Fateci un salto, siete i benvenuti, come sono benvenuti quelli che s’iscriveranno alla mailing list tramite il sito. Con la mailing list vi renderemo attenti su avvenimenti della nostra regione che non abbiamo fatto in tempo a pubblicare su re.set, quindi… fatevi sotto! Per quanto riguarda questo numero di re.set dal titolo Bizzarre, ragazzi… questo mese in redazione siamo quasi (piacevolmente) impazziti! Le novità sono tantissime. Come potrete constatare voi stessi, in questo numero abbiamo ampliato la sezione di recensioni dischi, e ancora non basta! Tanto per fare numeri solo questo mese sono usciti qualche centinaio di Cd di musica rock-pop. Quindi capirete le nostre difficoltà. In questo numero trovate anche le agende dei concerti per quest’inverno in Svizzera, e le date delle esposizioni d’arte nazionali e a Milano. Un numero prezioso, questo, con il quale potrete programmare le vostre attività per i mesi futuri. Un articolo sulle avventure di due “rampegadores” ticinesi, le novità in ambito hi-tech e games, il servizio dal nostro inviato al Toronto Film Festival e tanto altro completeranno la vostra lettura. Che ne dite, abbiamo superato noi stessi? A voi la sentenza! editoriale Con questo numero re.set festeggia un anno di pubblicazione. Un anno pas- 014 016 031 040 044 050 index 08 open.space Lettere dei lettori 006 trend.setters Report - Oltre la pelle Interview - Ti-Tattooo Convention Report - Buonaaseeerraa & Freak Show 008 009 012 free.style Report - Spedizione 2004 014 hi.tech Cybercorner - Soundtrack Apple Cyberflash Webcorner & Webflash Games - Ultima on-line Games - EyeToy USB Camera & Gameflash 016 017 018 020 022 re.view re.play Dischi - Recensioni Report - Iggy Pop Report - A very short history of nu metal Report - Arrivederci ... Informer Live - Recensioni Live - Live preview Live - Agenda Localcorner - My Stupid Dream Localcorner -Ali Perdute 026 031 032 033 034 035 036 037 038 039 re.vision Cinema - Divagazioni mentali Cinema - Toronto Film Festival Cinema - Rassegne Kult - Arancia meccanica Cartoon - Piccante Betty Boop 040 041 042 044 045 re.ad Libri - Recensioni & Kult Libri - Anitaverse Libri - Donne alterate 046 048 049 travel Report - Tentacolare Barcellona 050 re.art Teatro - Agenda Gallery - Mondo Bizzarro Gallery Gallery - Christian Marclay Mostre - Ticino, Svizzera e Milano 053 054 056 058 Abo Impressum 061 062 054 copertina by marco cassino 006 mail open.space LETTERE DEI LETTORI [email protected] Cari amici di re.set, volevo farvi i le felicitazioni per il vostro compleanno (ho letto l’articolo uscito sulla Regione). Come passa in fretta il tempo! Volevo fare i complimenti anche alle pagine di Squalo. I temi trattati da lui sono spiritosi, ma il bello è quando si leggono: sembra di sentire la sua voce baritonale che legge, come quando fa le sue critiche sui film alla Rete Tre. Divertente! Una lettura con sonoro, è una figata… Ciao, avanti così che siamo in tanti a volervi bene! Lorenzo Salve carissima redazione di reset, volevo complimentarvi con voi perché avete colmato un grosso vuoto con le vostre pagine. Ci voleva proprio un mensile che parlasse di cose nostrane! Volevo solo farvi notare un cantante sul quale mi farebbe piacere se pubblicaste un articolo, Si chiama Patrice Bart-Williams (babatunde) è un cantante reggae ragga soul hip hop e altro. C’è veramente da dire che è un talento e personaggio che meriterebbe un po’ di spazio nel vostro mensile! Potreste approfittare del concerto che farà a Laax il 6. dicembre per avere qualcosa di più da dire. Fiduciosa in di un vostro riscontro positivo, attendo il prossimo numero! Tanti saluti Alida Patrice Bart-Williams è un musicista che vive e lavora in Germania e di cui le riviste specializzate tedesche parlano un gran bene. “How do you call it” è il suo quinto album, ed è in uscita per metà ottobre. Figlio di madre tedesca e di padre della Sierra Leone, Patrice potrebbe essere definito il Ben Harper tedesco. Gran conoscitore di musica, raffinato, intenso e poliedrico, quest’artista è rinomato in Germania, Belgio, Olanda e Francia. Da scoprire, come giustamente Alida ci consiglia. Per informazioni visitare il sito dei suoi fan tedeschi: www.patrice-bart-williams.de Gentile redazione, innanzitutto complimenti per per il vostro primo anno di attività! Posso vantarmi di essere un abbonato di re.set dai primi numeri…Bravi davvero! Mi domando se il panorama ticinese meriti una rivista (gratuita!) come re.set, così impegnata nella ricerca ed al passo con i trend internazionali. Dico questo perché conosco bene il panorama ticinese -a parte alcune nicchie di attenti e dinamici personaggi- in generale il livello culturale è bassino e mancano spesso gli stimoli per cercare di fare qualcosa in più oltre il banale. Diciamoci la verità, oltre i fasti della piccola capitale economica luganese, ci troviamo in una posizione periferica dove manca una cultura umanistica ed i personaggi brillanti e creativi tendono ad emigrare verso città più dinamiche. Per finire, noto spesso un atteggiamento di partenza nichilistico e rassegnato, e sottomesso da parte di giovani che vorrebbero esprimersi in Ticino. Spero che questa sia una tendenza che possa cambiare, forse internet potrà dare una mano e spero che anche re.set possa stimolare molti a coltivare interessi culturali ed artistici. Possiamo sperare? Niki(l) Sì, possiamo sperare. Grazie a re.set abbiamo scoperto una nuova apertura, una nuova dinamica tra i giovani che spinge ad esprimersi ed esporsi con più coraggio ed intraprendenza. Vedi solo i fatti che riguardano i vari centri sociali sparsi per il Ticino, vedi le varie mostre d’arte emergente, vedi nuovi locali gestiti da gente sempre più giovane, vedi i numerosi organizzatori di concerti, rave ed eventi sportivi appena maggiorenni. La scena giovanile ticinese sta evolvendo, sempre più, anche se lentamente ed a singhiozzo. Internet è un veicolo capace di dare visibilità a chi si sente culturalmente impegnato, l’importante però è non fermarsi solo a questo mezzo, ma uscire allo scoperto. Re.set è nato perché crediamo che il sottobosco culturale ticinese meriti una sua vetrina, non l’avremmo fatto se non ne fossimo stati convinti. E’ con questo spirito che a dicembre pubblicheremo il Ticino Music Guide, una guida che disegnerà una mappa della scena musicale in Ticino. Più convinti di così! M’ha incuriosito l’articolo che avete pubblicato sul numero scorso di re.set, quello sui sacchetti profumati. Mi sono riconosciuto in pieno in ciò che avete descritto, io sono tra quelli che vanno (anzi, andavano) a comprare la ganja nei canapai. Io sono un cosidetto cannaiolo, e fumare una canna ogni tanto è un’abitudine che ho da quando avevo vent’anni. Ora ne ho quarantadue. E sono in perfetta salute, tanto per dire. I canapai erano perfetti per quelli come me. Una questione pulita, senza troppi stress. Ora mi devo rivolgere alle vecchie conoscenze per ottenere qualche cimetta messa in croce. Non è difficile, basta avere le conoscenze giuste. Però mi ritrovo, come quando avevo vent’anni, a compiere una cosa sporca, illegale. Avanti di un passo, indietro di tre. Sembra che le cose in Ticino vadano così. Non vi pare? Sebastiano Lasciamo la domanda in sospeso, forse qualche lettore vuole rispondere. Gentile redazione, questi ultimi mesi sono stati devastanti per la musica rock. Abbiamo perso Strummer, poi Cash… Su Strummer non avete ancora fatto niente, e su Cash? Vi faccio notare che sta uscendo un Cd postumo di Strummer. Spero in un vostro articolo su questi due artisti fondamentali che, tra parentesi, erano anche in stretto contatto. Un saluto e buon lavoro. Beatrice Galli Abbiamo dedicato un tributo a Strummer e a Cash a pagina 33. Hai ragione, erano due grandi artisti, indimenticabili. Siete tutti invitati al matrimonio dell’anno per un altro assaggio di... AL CINEMA! 008 trend.setters di apache Oltre la pelle "Decorano i loro corpi con piccole incisioni, o pungendo la pelle con piccoli strumenti fatti d’ossa e denti di animale. Le incisioni vengono colmate con una miscela blu scura o nera ottenuta dal carbone di una pianta oleosa. Quest’operazione, chiamata dagli indigeni tattaw, lascia un segno indelebile sulla pelle. In genere è applicata ai bambini dai dieci anni in su in diverse parti del corpo…". Così scriveva il capitano James Cook nel suo diario di ritorno dal viaggio, compiuto nel 1771, che gli permise di scoprire l'isola di Tahiti. La breve descrizione di Cook introdusse il termine tattaw da cui sarebbe derivata la parola tattoo, "tatuaggio" in italiano. In realtà il tatuaggio è antico quanto l’inizio dell’umanità, ed era noto e praticato presso innumerevoli civiltà, come quella egiziana, oppure etrusca, romana, polinesiana, giapponese, africana, siberiana e sudamericana... Il suo simbolismo è arcaico ed esotico: lo troviamo citato nella Bibbia, nel Corano, negli scritti di Giulio Cesare e nel Milione di Marco Polo. Oggi, dopo alti e bassi nella sua millenaria storia, il tatuaggio è una tecnica di decorazione corporea molto diffusa, con la quale vengono applicati indelebilmente al corpo segni, disegni, lettere, simboli o altri motivi, attraverso l’impuntura dello strato superiore della pelle e la successiva iniezione di pigmenti colorati. Che si usi la tecnica manuale antica o quella elettrica moderna, in ogni caso la pelle viene bucata da un oggetto molto appuntito, in genere da un ago. Il tatuaggio va oltre la moda: è la ricerca di un’identità personale da collocare al di fuori dai ruoli sociali imposti dalla civiltà. Nel ‘800 il tatuaggio era tipico tra i carcerati ed i marinai quale affermazione individuale in situazioni caratterizzate dallo spogliamento totale di tutti gli attributi personali, come avviene abitualmente in un carcere o su una nave. Un marchio che a prima vista definiva subito l’asocialità di una persona: al tatuaggio, fino ad una trentina d’anni fa, erano associate le definizioni di criminale, vagabondo, straniero, drogato, ribelle, zingaro, ecc… Niente di più sbagliato! Anche nelle alte sfere il tatuaggio è sempre stato diffuso, come tra i reali d’Inghilterra e altre casate europee, tra politici affermati, tra intellettuali ed artisti famosi, ma pure tra medici, religiosi, insegnanti, giudici… Il discorso quindi si fa ampio: qual sono le ragioni che spingono una persona a tatuarsi? Per affermare la propria individualità in una società soffocante, per ricordare un fatto importante o celebrare un avvenimento, per superare una prova di forza o per entrare nell’età adulta, per un rituale scaramantico ed acquisire poteri magici, ma anche per questioni esteticoartistiche, per professare la propria devozione all’oggetto amato, ad un movimento, ad un credo, ad una religione… Un motivo inconscio che spinge molte persone è l’inesorabile impotenza umana di fronte al destino: si trasforma e si modifica quindi il corpo per rafforzarlo (e sentirsi fortificati) di fronte agli inconsulti casi della vita e della morte. Modern Primitives Il piercing percorre lo stesso tragitto storico del tatuaggio. Praticato da molte popolazioni primitive, come per esempio le popolazioni africane come i masai, o le popolazioni indie nord e sud-americane o asiatiche, è strettamente legato al fachirismo, ed oggi ha cultori in tutto il pianeta. Erroneamente associato in passato esclusivamente all’ambiente sadomaso, il piercing oggi ha assunto un’identità globale, adottata prevalentemente dai più giovani. Il più grande promotore di quest’arte corporale è Fakir Musafar, un signore sui sessant’anni dall’aspetto di un comune uomo d’affari americano, difatti è account executive di una grande agenzia pubblicitaria. Allo stesso tempo, però, è anche il capo spirituale di quel movimento che egli stesso ha definito Modern Primitives. Nel corso della sua vita (dai dodici anni in poi) Fakir Musafar si è sottoposto alle pratiche più estreme della body art: dal letto di chiodi al restare appeso per ore e ore a degli uncini infilati nel petto, dal restringimento del giro-vita all’allungamento del pene. Secondo la sua filosofia: "…alle culture moderne sembra mancare un’intera parte di vita. Dilaga l’alienazione e la gente ha perso il contatto con le cose e con se stessa. Serve un rimedio, e il principio base può essere sintetizzato così: gioca con il tuo corpo e fanne ciò che vuoi. A mio avviso la gente ha un disperato bisogno di questi riti, ecco perché rinascono il piercing e il tatuaggio. In un modo o nell’altro, c’è ancora bisogno di una cultura tribale". Musafar è anche il curatore di “Body Play”, una rivista specializzata su quanto di più strano è possibile fare con e sul proprio corpo: una rivista di culto unica al mondo. (www.bodyplay.com) The Leu Family Oltre a Fakir Musafar sono molti i nomi famosi della cultura del tattoo e del piercing: su tutti Don Ed Hardy, direttore della rivista “Tattootime”. Oltre ad essere un eminente tatuatore, Hardy è filosofo, storico, pittore ed innovatore, ed ha promosso su scala mondiale un significativo aumento della credibilità della sua professione. Tra gli altri grandi cultori storici della body art troviamo Leo Zuleta, Tatto Mike, ManWoman, Hanky Panky, e tanti tanti altri… In Svizzera abbiamo la famiglia Leu, il cui capostipite Felix (il suo stile morbido e psicadelico ha fatto scuola) è considerato tra i migliori tatuatori del pianeta. Papà Felix, mamma Loretta, Filippe e Titine Leu, hanno partecipato ad innumerevoli conventions ed hanno due studi di tattoo a casa, a Losanna. Il fotografo italiano Fabio Paleari ha pubblicato un interessante libro (The Family Iron) ed un film-documentario che ritrae questa famiglia d’artisti che hanno dato un incredibile contributo al tatuaggio, inteso soprattutto come espressione artistica. 009 repor t Ti-Tattoo Convention Ultimamente stiamo assestendo ad un boom del tatuaggio e del piercing, soprattutto tra i giovani: hanno ancora il loro significato tribale e rituale? In questo merito intervistiamo Katya Cavallini (tatuatrice) e Lorys Tosolini (piercer) dell’Eyera Tattoo Studio di Bissone. Katia e Lorys sono le organizzatrici della Ti-Tattoo Convention, giunta quest’anno alla sua quinta edizione e prevista dal 21 al 22 novembre presso il Centro Esposizioni di Lugano. I giovani d’oggi ed i tatuaggi o i piercing. Una forma corporale tornata alla ribalta da una decina d’anni a questa parte. Secondo voi una questione di moda? A parte una minoranza che si fa tatuare per il solo motivo di seguire una moda, la maggior parte adelle persone arrivano con una motivazione ben precisa. Svariati motivi possono indurre le persone a farsi tatuare: ragazzi laureati da poco che devono per ragioni di lavoro lasciare il proprio paese e recarsi a lavorare all’estero, donne in fase di divorzio che desiderano ricordare questo passaggio di vita, ragazzi prima di andare a fare scuola recluta ecc…La moda dei gabber di oggi fa tatuare simboli inerenti al loro stile - come fanno i motociclisti ed altri ancora . Quindi è ritenuta sia una prova di forza che una forma di tribalizzazione. Quali sono le forme di tattoo più richieste dai giovani? I tribali sono i piu’ gettonati in questo periodo. Katia, tu sei esperta in quale stile? Io eseguo con grande entusiasmo tatuaggi di tutti i generi. Prediligo pero’ i soggetti bianco nero sfumati. Qual è il tatuaggio che ti ha impegnato più a lungo? Attualmente sto lavorando su una schiena totale, un lavoro che implica circa 35/30 ore in totale. Il tatuaggio è un’operazione indelebile. Ti è già capitato di dissuadere un cliente perché non ti sembrava convinto? No, non mi è mai capitato, ma ho già cercato di far cambiare idea sul posto scelto del corpo. Non eseguo volentieri lavori su mani o parti visibili, possano danneggiare il cliente nel proprio mondo lavorativo e famigliare. Lorys, oggi cosa è più praticato, il piercing o il tatuaggio? I piercing sono piu’ praticati dei tattoo per il semplice motivo che nel momento che non interessano piu’ si tolgono e il buco si chiude. Per il tatuaggio la cosa è molto piu’ complicata. Il piercing è anche una forma di abbellimento sessuale (piercing ai capezzoli o in zona genitale). Hai molte richieste in questo senso? E’ abbastanza richiesto ma molto piu’ spesso da donne che da uomini. Dappertutto si legge di complicazioni sopraggiunte dopo un piercing (pruriti, infezioni, cheloidi). Quali sono le cautele che si devono addottare per evitarle? E’ estremamente importante seguire le indicazioni del piercer. Considerare che si tratta di una ferita e come tale va rispettata. Disinfettare il piercing con le mani sempre pulite. Non cambiare il gioiello prima della totale guarigione che si aggira da uno a nove mesi a seconda del tipo di persona. E’ comunque molto importante che lo studio che esegue i piercing si metta a disposizione per ulteriori spiegazioni anche dopo aver fatto il piericing. I piercing in zona labbra e nelle lingua a volte comportano dei problemi ai denti ed al palato. E’ possibile evitare questo tipo d’inconvenienti? Si possono mettere delle barrette in teflon e le palline in plastica dura per la lingua e per il piercing al labbro. Cio’ impedisce di rovinare lo smalto dei denti. Si vedono in giro dei giovani con dei piercing piuttosto grossi e pesanti. La tecnica per allargare i buchi è dolorosa? Allargare i piercing non e’ doloroso. Bisogna farlo gradualmente e di pochi millimetri per volta. Bisogna lasciare guarire il buco prima di allargarlo ulteriormente. Le forme più conosciute d’espressione corporale sono il tatuaggio ed il piercing. Ce ne sono delle altre? Sono praticate in Ticino? Ci sono il branding (segni ottenuti tramite bruciature), il cutting (tagli) e lo scarring (scarnificazione)…non ci risulta nessun studio che effettua questi tipi di modificazioni corporali in Ticino. Non ufficialmente per lo meno. In Ticino è nata un’associazione di cui voi siete rispettivamente presidente e segretaria. Di che si tratta? L’ associazione A.T.S.I è nata allo scopo di tutelare la clientela degli studi, e di assistere e informare questi ultimi su novità del nostro mondo. Una commissione di controllo visiterà gli studi associati per un controllo dell’igiene e delle regole fondamentali che uno studio deve avere per poter garantire e tutelare la clientela. Un adesivo verrà messo bene in vista per informare il pubblico, e all’interno degli studi verrà posto un certificato garantirà la serietà professionale dell’artista scelto. Tutti alla Ti-Tattoo Convention, quindi, per scoprire novità e curiosità in questo affascinante e particolare mondo espressivo. Per informazioni: A.T.S.I C/o Studio Eyera - Bissone www.eyera-tattoo.ch tel. 091 649 31 65 >> Un’auto come tutte le altre? Non è da noi. >> open your mind. La smart forfour sta arrivando. Per maggiori informazioni, chiamate lo 0844 848 400 (max. 6,7 centesimi al minuto) o visitate il sito www.smart.com 012 trend.setters repor t di tanica Un backstage tutt’altro che roseo Quest’anno a Cannes, il Leone d’Oro per la pubblicità è andato alla campagna tv della Peugeot 206, quella in cui un giovane ragazzo indiano s’improvvisa autodidatta nel modificare una vecchia auto ad immagine e somiglianza dell’enfant terribile della casa transalpina. Se il rapporto con la pubblicità s’identifica con quel distacco-disturbo che porta ad usare il telecomando, in casi come quello premiato è difficile non riconoscere l’efficacia e l’ironia di una simile comunicazione persuasiva. Lo spot della 206 tiene lo schermo. Alla grande. Ecco un esempio di spot globalmente riuscito, nel senso che non ha punti deboli. Ora però spostiamoci nel lato oscuro della pubblicità, quello dei punti deboli, quello che non fa aumentare le vendite alle aziende, pur facendo divertire il pubblico. “Buonaaseeerraa!”. Sono certo che avete già capito. Guanti di plastica, grembiule, una scenata al telefono e un vestito da sera. Questi gli ingredienti sulla bocca di tutti per più di un anno. Ora però vi sfido a ricordare il claim (slogan) e il prodotto di quella campagna. Su, pensateci un attimo… fate fatica a ricordare? La soluzione la trovate alla fine. Quello che sicuramente rammenterete è che la bella signorina della pubblicità fa la velina a Passaparola e che la scena dello spot è stata usata come promo televisivo per Mai dire gol. Vi state chiedendo che fine abbia fatto Mr. Buonaaseeerraa? E’ subito detto: dopo essere stato protagonista dello spot molte compagnie teatrali lo hanno richiesto come attore. Il successo dunque non ha risparmiato nessuno dei protagonisti, peccato però che a livello commerciale lo spot si è rivelato un vero flop. La campagna Buonaaseeerraa è un tipico esempio di “carinismo” pubblicitario. Il “carinismo” è frutto di pigrizia e di mancanza di rigore intellettuale: corrisponde all’esclusivo affidarsi, nel momento in cui si procede ad ideare una campagna, alla pura invenzione e intuizione. E’ proprio questo il più facile errore in cui agenzie e clienti possono incorrere, quello di pensare che un’idea creativa sia esclusivamente frutto dell’inconscio e dell’estro innato di una persona. Il secondo errore nasce da una bassa considerazione del livello critico del pubblico a cui ci si rivolge, ed è figlio di una scarsa attenzione e conoscenza dei codici espressivi che meglio possono adattarsi al target. Pensare che le persone non arrivino a capire che la pubblicità della Fiat Palio (che fa retromarcia lasciando cadere un ciclista nell’atto di appoggiarsi al cofano) è solo un’iperbole e non un’istigazione alla violenza urbana,mi sembra davvero troppo. Nonostante molti pubblicitari affermino il contrario, chi guarda la pubblicità non è uno sprovveduto! Soluzione Buonaaseeerraa Campagna: Fiat - promozione Punto, Cinquecento e Seicento Claim: “Cogli l’attimo” Buonaaseeerraa! I freak sono attorno a noi, lavorano con noi, spesso chiedono i nostri soldi, i nostri voti, ci guidano e ci mostrano un futuro radioso che è sempre a portata di mano, appena dietro l'angolo. Altri freak sono semplicemente dei perdenti, dei sognatori che seguono una chimera, dei potenziali poeti. Chi non si è mai sentito, almeno una volta, un freak? Come dice l'immortale canzone, "Le freak c'est chic". Nel Freak Show di Rete Tre c’è spazio proprio per loro, un mondo parallelo di ruderi a due zampe e derelitti metropolitani tutto da scoprire e tutto da ridere. re Rete T Show Freak Tre, Rete ne di io s is asm ova tr La nu a mattin abato rra, ogni s a in te mand e r o Sign che il 12. 11 alle dalle Ogni sabato mattina, dalle undici a mezzogiorno, va in onda questa nuova trasmissione comica di Ottavio Panzeri, mente-bracciovolto ma soprattutto voce di tanti personaggi storici della Tre: il vecchietto, Fernando e Giancarlo Annovazzi, Sauro, Mailer, lo pseudo-Eros Costantini, lo pseudo-Nano Bignasca eccetera. Questa volta, la sua versatilità vocale viene messa al servizio dei “mostri” del Freak Show, nel più esilarante e devastante zoo umano della stagione. Lo assisteranno: un narratore di mostri con accento inglese, passaporto inglese e inequivocabile humor inglese; un dittatore molto magnanimo; la “splendida” mugliera di Maurizio Sostanzo, Maria De Calypso. E ancora numerosissimi coatti assortiti, tutti pronti a muoversi a ritmi post-punk e smaniosi di urlare “voglia de lavorà, saltame addosso!”. Il Freak Show: perché siamo tutti un po’ freak, chi più chi meno. Sì, pure tu, lì dietro, coi pedalini corti e quell’accenno di coda. >Skytalk SMS Party: il day after Domenica mattina. Mi trascino fuori dal letto, vado in bagno, mi guardo allo specchio. Non che sia una novità, lo faccio tutti i giorni. Ma oggi c’è qualcosa di strano: sulla mia fronte campeggia uno strano foglietto con un numero di cellulare. Che significa? Dopo tanti caffè e ancor più punti interrogativi i ricordi della sera prima cominciano a riaffiorare nella mia mente annebbiata. Eh già! Sabato sera, si esce… lo sapete come va a finire, no? Alla fine mi ritorna in mente anche cos’è successo alle mie dita, che adesso si stringono come paralizzate intorno alla tazzina del caffè. Un effetto collaterale del tutto innocuo: fa parte dei postumi da SMS Party. Forte, l’idea! Entri e ti danno un cellulare. E anche un adesivo con sopra scritto il tuo numero. E tu te lo appiccichi dove vuoi, meglio se in un posto visibile, ma senza esagerare. Io me lo sono messo... sulle terga elegantemente vestite, e in men che non si dica la serata a ritmo di flirt via SMS è iniziata. La regola numero 1 di tutti gli SMS Party è: scrivi in un messaggino quello che non oseresti dire faccia a faccia. Un esempio? Mago in cerca di incantesimo folgorato da una fatina bionda (sarei io?). In altre parole: visto che lei non sembra reagire ai suoi tentativi di abbordaggio, lui cerca di smuovere le acque con un SMS carino. Ma com’è un SMS carino? Semplice: inventatevi qualcosa. Va tutto (o quasi) bene. Guardate un po’ che messaggi sono arrivati ieri sul mio display: 1. «Hai da accendere?» 2. «Non ci siamo già conosciuti da qualche parte?» 3. «Hai degli occhi stupendi.» >Facts * Agli Skyline SMS Party i cellulari per flirtare sono gratis. E potete spedire gratuitamente tutti i messaggini che volete. * L’ultimo appuntamento Skyline SMS Party di quest’anno è fissato per il 15 novembre all’escolette Beachparty di Langenthal. * Su www.natelskyline.ch vengono sorteggiati 20 biglietti gratuiti per l’escolette Beachparty di Langenthal. Sponsored by NATEL® Skyline www.natelskyline.ch E che cosa si risponde? Io ho optato per le tre risposte gratuite «sì», «no», «grazie». Poi però mi sono messa in caccia! A questo punto cosa posso dirvi? Che si chiama Eros e bacia da dio. Tra l’altro abbiamo vinto il concorso della coppia più bella della serata. Compresi i ricchi premi. C’è altro da dire? Ah, sì: come diavolo ci è arrivato il bigliettino sulla mia fronte? Buona domanda. Non ne ho idea. 014 repor t free.style di gabriella bernasconi Spedizione 2004 Questione d’armonia "Arrampicare! Parlare di scalata in termini di piacere può sembrare strano, eppure è di questo che si tratta. A tutte le età e a qualunque grado di pratica i massi e le falesie procurano piaceri profondi e a diversi livelli: padroneggiare armoniosamente il corpo, imparare a vincere il dubbio, tentare di superare se stessi, o, ancora, dividere un momento d’amicizia. L'arrampicata è veramente aperta a tutti." Queste le parole di uno degli arrampicatori più famosi al mondo, Patrick Edlinfger, pensieri senz’altro condivisi da due “rampegadores” ticinesi, Giovanni Quirici e Francesco Pellanda, entrambi ventisettenni. Climbers di lunga data (Giovanni è pluricampione ticinese, ed ambedue hanno già affrontato delle importantissime cime all’estero), essi sono in procinto di partire assieme per una spedizione che li impegnerà per più di dieci mesi. A gennaio la partenza, quindi, verso la Grecia, la Turchia, l’Iran, il Pakistan, il Tibet, il Nepal e l’India, alla ricerca delle pareti più belle e spettacolari. Però qui non si tratta di solo sport… il percorso di Giovanni e Francesco sarà da loro stessi filmato in un documentario-diario. Un progetto degno d’attenzione che al ritorno dei due ci avvicinerà a posti mozzafiato ed a culture differenti dalle nostre. Spiegateci esattamente in che consiste l’arrampicata libera. L’arrampicata libera si effettua in due con la corda, poi c’è l’arrampicata in solo si fa da soli con la corda, infine c’è l’arrampicata solo integrale, che si fa da soli senza corda. Noi pratichiamo il primo tipo d’arrampicata, che è una scalata di pareti di roccia utilizzando esclusivamente il proprio corpo per la progressione, quindi senza l'ausilio di mezzi artificiali. L'utilizzo di mezzi di protezione è previsto esclusivamente per ridurre al minimo i rischi in caso di caduta. Frequentate assiduamente l’ambiente dell’arrampicata libera in Svizzera e anche all’estero. Di ragazze che fanno questo tipo di sport ce ne sono molte? Sì ce ne son tante, ma l’arrampicata libera rimane lo stesso uno sport più maschile che femminile: calcolerei un 80% di uomini e un 20% di donne. E’ per una questione di forza fisica? Forse l’uomo, più della donna, ha un bisogno di sfide, cioè di confrontarsi con la natura in maniera forte. Fisicamente la donna è dotata per arrampicarsi, non ci sono controindicazioni. Le donne che primeggiano nell’arrampicata stanno quasi allo stesso livello degli uomini. In questo sport ho notato che siete tutti molto magri. Dovete fare delle diete speciali o è lo sport stesso che vi “asciuga”? Noi non facciamo rinunce alimentari, è lo sport che ci mantiene così. E’ proprio il tipo di sforzo. Ci sono quelli che fanno body building e si gonfiano, mentre con l’arrampicata lo sforzo è tale che il muscolo si brucia, non s’ingrossa. Ne consegue una muscolatura più asciutta e fibrosa. Il progetto di partire, di stare via così tanto tempo implica un grande impegno a livello personale: si lascia il lavoro, la casa, gli affetti. Quando tornerete molte cose saranno mutate… Anche noi saremo cambiati! Prenderemo “libero” da tutto per poter seguire fino in fondo il nostro tragitto, e fino a quando lo vorremo. Le vostre famiglie che pensano di questo progetto un po’ folle? Sono con noi, in fondo è un’esperienza che abbiamo deciso di fare nella nostra vita, e loro si adeguano. Per quanto riguarda la vostra avventura, come vi organizzerete? Partiremo a gennaio. Stiamo preparando tutto con attenzione. Questa volta è una sfida anche con le nostre doti d’organizzatori. C’è la parte burocratica per i permessi, quella sanitaria con vaccinazioni e profilassi, e stiamo dando una cura particolare per il nostro mezzo di locomozione, un furgone. Per lavarci abbiamo progettato un serbatoio-doccia per quelle volte che non avremo altre possibilità. Poi c’è la questione del film, un diario-documentario sulla spedizione che fa parte del progetto. Noi non siamo dei cineasti, quindi in questi giorni ci stiamo impratichendo con le videocamere digitali per affrontare questo mezzo visivo che testimonierà la nostra avventura. Ci stiamo organizzando con dei pannelli solari che ci forniranno l’energia per ricaricare la videocamera ed annessi. Che cosa mangerete durante le spedizioni in montagna? Cercheremo di fornirci dei prodotti sul posto che reputiamo adatti, e per i momenti estremi vedremo di mangiare cibo più specifico, il più nutriente possibile. Carboidrati, proteine, l’ideale è un’alimentazione variata. Quindi niente cioccolato svizzero? (risate) Magari qualche tavoletta ce la porteremo dietro, al limite inviatecela voi! Il vostro viaggio consiste in svariate tappe, tutte molto impegnative. La vostra intenzione è di superarle tutte… Dipende. Il tragitto che ci siamo prefissati è questo, ma le circo- stanze possono cambiare il programma. Ci saranno di sicuro dei cambiamenti di percorso. Il clima è un fattore determinante: quando il tempo non è favorevole è meglio rinunciare ad arrampicarsi, troppo rischioso. Bisogna saper accettare che non si può fare tutto a tutti i costi. C’è una ragione particolare perché partite a gennaio? Sempre per una questione di clima. A gennaio saremo a Meteroa in Grecia, poi in Turchia con tappa sui monti Adana, Antalya e Parmakkaya, e poi a luglio in Iran, quando lì il clima sarà favorevole per arrampicarci sul Bisotun e sull’Alamakuh. L’obbiettivo finale è lo stupendo Women and Chalk in Pakistan. Faremo un tragitto che è stato effettuato solo una volta, aperto da noto climber italiano, Bubu alias Mauro Bole. Poi, se sarà possibile passare dal Pakistan in Tibet, andremo a Lhasa, per approdare infine, attraverso il Nepal, in India. Incontrerete molte culture differenti! Sì, e sarà interessante scoprire come il territorio ha plasmato le popolazioni. Abbiamo già conosciuto in altre spedizioni gli aborigeni od i boscimani: sono popolazioni completamente in simbiosi con il loro territorio. L’arrampicata non è solo un gesto tecnico e sportivo. C’è anche l’importante contatto con la gente che conosce bene l’ambiente naturale in cui vogliamo muoverci. Anche il film sarà improntato su questo. Non filmeremo solo le nostre performance, ma daremo un ampio spazio anche ai momenti di vita quotidiana, cercando di carpire lo spirito globale del momento e del luogo. E’ uno sport che mi ha sempre affascinato, il vostro. Mi dà un’impressione di forza e d’equilibrio molto potente. La roccia è un elemento importante per ritrovare l’equilibrio interiore. Bisogna cercare di percepire le energie dei posti, ed assecondarle. L’arrampicata libera non è uno sport fine a sé stesso, implica molti fattori a livello fisico e mentale. Non si cerca l’estremo sforzo, ma piuttosto la qualità, la fluidità, l’armonia, l’elasticità, la fusione con la parete. Un paragone potrebbe essere il balletto, forza ed armonia fuse assieme, celate dalla semplicità di un bel gesto. La definizione giusta sarebbe che l’arrampicata libera è come una danza in verticale. Naturalmente in questo sport, come in tutti, c’è la tendenza alla performance estrema, ma non è quello che cerchiamo noi. Fate ricorso anche alla meditazione? Piuttosto facciamo una ricerca sulla respirazione, che aiuta sempre, eppoi la solitudine e l’assenza dei comfort favoriscono il raccoglimento mentale. Il silenzio è un altro motivo di fascino in questo sport. Immagino che lassù, in cima ad una roccia, il silenzio sia imponente. Sì, noi cerchiamo il silenzio… però sulle cime il silenzio non è mai completo. Si sente il battito del cuore, si sente sé stessi e lo spazio. Il silenzio arriva anche durante un’arrampicata con del rumore circostante. La concentrazione annulla qualsiasi rumore, si fa la quiete attorno. Siete in due, direi ben assortiti: caratteri differenti ma complementari. Una coppia vincente. Ci lega una profonda amicizia. Il compagno è fondamentale, quando non ce la fai più, è il compagno che ti sostiene. E’ una simbiosi che implica una fiducia totale, incondizionata e senza compromessi. Una cosa di cui mi sono accorta subito è che Giovanni e Francesco hanno una tremenda, irrefrenabile, urgente voglia di partire. Però, in questo momento di preparativi durante il quale i ragazzi stanno ponderando su ogni dettaglio possibile, si dimostrano anche molto pazienti ed attenti. Qui si parla di un’avventura, di un sogno a lungo accarezzato che si sta realizzando. Partite ragazzi: avete il nostro pensiero… v’immaginiamo lì, come lucertole danzanti, sulle pareti più belle del mondo. Per informazioni e sostegno: Spedizione 2004 Te. 079 - 5402306 e-mail: [email protected] www.spedizione2004.altervista.org 016 hi.tech di webspider Soundtrack V 1.0.1 Hardware: iMac, eMac, iPod, iSight, iBook, ecc… Software: iDvd, iMovie, iTunes, iChat, iMail, iPhoto, iCal, ecc… Tutti gli “iCosi” che la Apple produce, subito imitati nei colori, nelle curve e nello stile, sono sempre più intriganti e all’avanguardia, tanto che il nome di questi software, inclusi anche nella dotazione delle macchine per tutti (vengono usati con apprezzamento anche in ambito professionale), fa intuire cosa fanno. Da una telecamera DV, trasferire nel Mac senza paura d’inceppamenti, perdita di suono o altro, le riprese effettuate per ricordo, gioco, passione e lavoro, è un’operazione che dura il tempo del filmato stesso. Quindi si possono montare i vari spezzoni di video fra di loro utilizzando iMovie, aggiungere delle proprie immagini con iPhoto e registrare tutto con iDvd. Oppure crearsi un nuovo Cd con una selezione dei brani preferiti estratti da una decina di Cd presi qua e là utilizzando iTunes. Magari decidere di utilizzare la stessa selezione di brani per un sfondo sonoro dei filmati Dvd e naturalmente registrarsi tutti e dieci i Cd, selezione compresa, su iPod, mettersi le cuffiette (R sul destro L sull’altro) e farsi a suon di musica un Safari fra gli “iCosi” che rimangono. L’incredibile facilità e intuitività d’uso di questi programmi gratuiti accende ancora di più la passione degli amanti del settore e dei semplici utenti di computer. Così come i più esigenti e seri professionisti del multimedia tendono ad essere meglio disposti ad investire qualche soldino in più per del software aggiuntivo. Nei cataloghi della Apple troviamo per l’audio e il video tutta una serie di pacchetti comunemente usati anche nelle grandi produzioni multimediali e cinematografiche: FinalCutpro, LogicPlatinum, Shake , DVDpro e il freschissimo neonato già maturo Soundtrack. Annunciata nei siti Apple con lo slogan “Dedicato ai professonisti. Perfetto per gli appassionati” è in vendita a 450 franchi questa magica scatola sonora che si lascia subito addomesticare con qualche colpo di mouse… Sicuramente è un azzeccato e imperdibile strumento di lavoro per Dj, praticissimo per creare rapidamente innovativi stacchetti radiofonici. Soundtrack è un sorprendente giocattolo anche fra le dita del principiante: il risultato, garantito, è confermato dall’incredulo stupore di aver creato un vero “pezzo” musicale, semplicemente mettendo un po’ di batteria quà e là, qualche chitarra che grattugia metallo fra suoni sintetici di tutti i tipi, qualche fanfara, orchestre, fiati e armoniche blues, poi basta un click e suona tutto subito con la possibilità di modificare in tempo reale tutto quello che ci pare. I suoni appaiono come dei rettangolini allungabili, uno per ogni suono e separati su varie traccie sovrapposte in una specie di rigo musicale elettronico in cui basta spostarli a destra o sinistra per sincronizzare fra di loro e con molta precisione l’inizio, la durata e la fine degli eventi. La confezione contiene un Cd e un Dvd, le licenze e il manuale. Il primo Cd è il programma alla versione 1.0.1, e su un powerPC (portatile MAC), sistema X.2.6, 512mb di Ram e 40GB di HD, s’installa in circa tre minuti e funziona subito senza restart. Soundtrack si prende tutto lo schermo e l’interfaccia è, come da tradizione Apple, semplice e intuitiva, ed è chiara anche la disposizione dei vari pulsantini nonostante 3/5 dello schermo siano occupati dallo spazio (ora vuoto) in cui trascinare i suoni. Ben studiato e insostituibile il modo in cui direttamente dal software è possibile organizzare in modo logico la propria banca dei suoni, anche se sparsi nel computer in cartelle diverse. Il confronto con software simili tipo Peek, Protools, Cubase e le loro complicate pannellate di micropulsantini fa pensare al solito programmucolo ma guardando agli altri “iCosi” la fiducia verso questo prodotto è quasi automatica. Oltretutto si possono anche importare traccie video anche in formato televisivo e DV... che non è poco! L’installazione del Dvd dura circa venti minuti, visto che di tratta appunto del Dvd Apple Loops che lascia sull‘HD ben 4 giga e mezzo di suoni! Sono loops ovvero degli anelli sonori che nel caso tipico di quattro battute di batteria possiamo far girare all’infinito creando un tappeto sonoro sul quale aggiungere rullate, chitarre, trombe, synth ecc. Questi loop sono gratuiti, quindi non bisogna pagare nessuno per usare i brani prodotti per stacchetti, sonorizzazioni e colonne sonore. In Soundtrack è incredibilmente facile consultare la miriade di suoni (oltre quattromila), con una specie di juke-box che li raggruppa tutti ordinandoli per genere, tipo di strumento, tempo, tonalità o secondo il nostro gusto pratico. Le sorprese non sono finite! Finalmente ora è possibile riprendere un filmato a caso, magari di un bambino col suo triciclo nuovo, e per gioco risonorizzarlo completamente aggiungendo rumori di moto, frenate da brivido, ma anche un commento sonoro direttamente col microfono incorporato in ogni portatile. Il tutto su una base acustica, magari di chitarre country, balalaike e mandolini. Il principio per la sonorizzazione di un video è lo stesso degli studi di produzione: si guardano le immagini, si decide il suono, si ferma l’immagine lì dove deve partire il suono, si mette il suono, un click col mouse e la mano del bimbo sul gas del triciclo fa veramente “brum brummm”. I comandi usati sono gli ormai famosi stop, play, rec, ff e rwd, trascina, copia e incolla. Non penserete che dopo aver usato un suono, Soundtrack sia limitato su quel tipo di suono. Oltre a poter cambiare un giro in A di una cybercorner 017 Per finire un piccolo appunto su Quick Time e Mpeg-2. Pagando la licenza di Quick Time e quella sulle funzioni aggiunte per l’Mpeg è possibile manipolare o convertire tutta una serie di formati sonori dal midi al wav all’mp3 e risalvarli con varie compressioni aggiungendo nuove potenzialità inaspettate a tutti i programmi che manipolano suoni e immagini fisse o in movimento. Con Soundtrack i giochi sono aperti a tutti e ne sentiremo delle belle, il limite è solo nella creatività di chi lo usa interagendo fra suoni e immagini che fanno parte di questa vita digitale la quale, quando le cose funzionano, regala emozioni. chitarra rock in B e al volo riarrangiare tutto il brano composto, è anche possibile estrarre una nota da un arpeggio di chitarra e con flanger, corus, echo e adsr farla diventare un martelletto di una campana di rame! Ogni suono puo’ essere rivoluzionato a piacimento grazie a decine di filtri ed effetti e creare nuovi suoni simili o completamente diversi dall’originale. Questo rende piacevolmente problematico conservare tutti questi nuovi loops in fondo qualche Dvd o un HD capiente sono sempre meglio di una parete piena di bobine, cassette, Cd, dischi e nastrini vari sempre più preistorici. Cyberflash di Alessio Cassis AOL: America Offline? P4 Extreme, SATA2 e PCI Express Sembra che il marchio che per anni ha accompagnato milioni d’internauti oltre oceano stia per scomparire per volere del suo stesso proprietario. La Time Warner appunto, ha deciso di rinnovare l’immagine del provider America Online, cambiando il suo nome da AOL a TWX. Ovvero la sigla Time Warner con l’aggiunta di una misteriosa X, che a parere degli esperti di marketing “fa” molto giovane e dinamico. I maligni pensano invece che la TW abbia voluto piuttosto far sparire “America” dalla sua marca, non troppo popolare di questi tempi… Ondata di novità per il mondo PC. Intel ha annunciato il rilascio nei prossimi mesi di Pentium4 Extreme, un processore per la fascia consumer che con i suoi 2 MB di cache L2 dovrebbe aumentarne le prestazioni. Sempre Intel ha annunciato che per la fine del 2004 saranno pronti i primi chipset per i bus PCI Express, il nuovo standard che prenderà il posto degli attuali bus AGP 8x. Grande interesse ruota anche intorno alla realizzazione di SATA2, la nuova tecnologia d’accesso ai dischi serial ATA che dovrebbe raddoppiarne la velocità. MSN Messenger, update or die! RIAA, la legge è uguale per tutti. La Microsoft ha invitato gentilmente gli utenti di MSN, il popolare client d’instant messaging, ad aggiornare la propria versione a quella più recente. Il big di Redmond ha dato tempo fino al 15 d’ottobre per passare a MSN 6.0, dopo di che non sarà più possibile accedere alla rete di MSN. MSN Messenger può vantare 100 milioni di connessioni al mese e sembra che poco meno della metà degli utenti debba ancora effettuare l’aggiornamento. Partono le prime 261 denuncie contro utenti p2p americani, ma la RIAA (Recording Industry Association of America) sembra colpire alla cieca. Tra le persone colpite figurano infatti una ragazzina dodicenne e un signore settantenne. Nel frattempo, dal solo download.com, il software di file-sharing Kazaa è stato scaricato tre milioni di volte in una settimana. Insomma, la crociata della RIAA sembra che non porti i suoi frutti, mentre la professione di avvocato sembra sia in netta ripresa! Problemi per le Xbox modificate Verisign nei guai I possessori di Xbox modificate per far girare giochi copiati o Linux, hanno visto morire improvvisamente il proprio giocattolino. Per gli utenti connessi alla rete di Xbox live, è scattato un aggiornamento automatico che senza mostrare avvisi agli utenti, ha aggiornato la console proprio per mettere fuori gioco chi ha fatto il furbo aggiungendo il ModChip o installando Linux sfruttando una nota vulnerabilità. Ricordiamo che negli USA, la modifica di hardware e software è proibita dalla legge che prevede il carcere per i trasgressori. Proprio per questo motivo l’Xbox Linux Project ha la sua base in Europa e non negli Stati Uniti. Questa volta Verisign l’ha combinata grossa. La società americana che gestisce i domini .com e .net ha reindirizzato verso il proprio sito tutti coloro che per errore digitavano un indirizzo inesistente. Vale a dire che invece di rispondere con il classico “errore DNS”, i furbetti di Verisign deviavano tutto il traffico “anomalo” verso un loro sito. Lo scherzetto non è piaciuto ad un sacco di gente, e così dopo cinque giorni ecco piovere la prima denuncia con allegata richiesta per 100 milioni di dollari di risarcimento. C’è da scommettere che non sarà l’ultima… 018 webcorner hi.tech di alessio cassis http://theapplecollection.com www.mame.net www.maciste.it www.plug-pray.org Grazie al connubio tra design e tecnica, la Apple stimola da sempre la voglia di tecnologia in tutto il mondo. Con il lancio del riuscitissimo MacOS X prima, e con l’introduzione nella fascia consumer dell’architettura a 64bit poi, è riuscita a portare una ventata di novità in un mercato che sembrava strizzare l’occhio unicamente ai cicli del processore. Così mi è sembrato giusto dedicare ai fan della Mela questo sito contenente centinaia di bellissime foto e immagini che propongono G5, iMac e soci sotto ogni forma immaginabile. La sigla “mame” sta per Multiple Arcade Machine Emulator. Suona complicato? Nient’affatto. Il sito mame.net vi permette di scaricare un simulatore per i buon vecchi videogiochi da bar tanto amati agli inizi degli anni Novanta. Li ricordate i giochi mitici come 1941, Arkanoid e Tetris? Il software per sistemi Windows Mame, vi permetterà di riprovare le stesse emozioni di allora, con la stessa grafica e gli stessi suoni. Ma attenzione, Mame di per se è solo un simulatore. I giochi, o roms, come vengono chiamate in gergo, li dovete cercare altrove su Internet, ad esempio sul prossimo sito consigliato. ll meglio e il peggio d’Internet, oltre che alle roms per Mame come accennato accanto, li trovate su maciste.it. Immagini, file audio, barzellette, storie buffe e leggende metropolitane. Tutto questo vi viene offerto sulle pagine di maciste.it, che gli stessi ideatori definiscono un mix tra trash e cult. I contenuti sono davvero tantissimi, e anche dopo un paio d’ore passate a navigarci, penso di non aver visto nemmeno il 10% del sito. Per cui rinuncio sciorinarvi la solita lista di quello che potreste trovare, invitandovi a visitarlo personalmente. Un piccolo avvertimento però: alcuni dei file proposti sono degni del miglior rotten.com, per cui n’è sconsigliata la visione alle anime fragili. Cambiare religione ora è facile e possibile! Così si presenta il simpatico e demenziale plug-ray.org, che fornisce un fantomatico kit per cambiare religione a seconda delle occasioni. Il sito propone cinque pacchetti d’installazione per le maggiori religioni del mondo, con tanto d’istruzioni per l’uso e supporto on-line. Tutto virtuale naturalmente, ma la realizzazione del sito è così realistica che di sicuro non sono mancati gli internauti che hanno fatto richiesta di Plug&Pray. webflash SpyBot Search & Destroy 1.2 A caccia di spyware ZEUS Powerline-Bridge Ethernet ad alta tensione http://www.safer-networking.org SpyBot S&D è un piccolo software che in poco tempo sta conquistando milioni di felici utenti. Sviluppato gratuitamente dal giovane tedesco Patrick Kolla, SpyBot va alla caccia di tutti quei software che webmaster senza scrupoli installano sul vostro PC per obbligarvi a visitare i loro siti, offrirvi servizi di cui non avete bisogno, o ancora peggio, stabilire connessioni a pagamento a prezzi esorbitanti. Così se la vostra homepage torna sempre ad ospitare donnine più o meno vestite, o se dei noiosi pop-up vi propongono ogni sorta di marchingegno per ingrandire il vostro amico pelato, vi consiglio vivamente di scaricare questo programma dall’uso facile e intuitivo. A mio personale giudizio, SpyBot non teme la concorrenza dei più quotati, e costosi, software di Lava Soft e BulletProof Soft. Anzi, a parere di P. Kolla, BulletProof avrebbe deliberatamente rubato il suo database di malware per inserirlo all’interno del suo programma Spyware Remover. Questo dispositivo prodotto da Zeus è un vero gioiello tecnologico. Vi permette infatti, con una spesa relativamente contenuta, di trasformare una normale linea elettrica in “ponte” per le vostre LAN. Il PowerlineBridge è particolarmente adatto per chi volesse, ad esempio, portare un collegamento ADSL in qualsiasi parte della casa. Oppure per chi, al momento dell’installazione del modem/router ADSL, non disponga di una presa telefonica a portata di mano. Zeus Powerline-Bridge permette la trasmissione dati fino a 14Mbps per una portata massima di 300m, e grazie alla crittografia DES a 56 bit, tiene lontane le orecchie indiscrete. Da notare che Zeus produce anche un modello USB-Adapter, pensato soprattutto per coloro che dispongono di un normale modem ADSL con prese USB. 020 hi.tech di michel bartolotti Ultima On-line Nascita e diffusione dei MMORG Come perdere ore di sonno e mantenere un sorrisone compiaciuto. Mi pare fosse intorno agli anni Ottanta il periodo in cui fece la sua comparsa una moda tanto innovativa quanto audace: cercare di creare la realtà virtuale, idea citata dai libri dello scrittore Gibson, attraverso l’uso di speciali caschi e di una piattaforma in cui era possibile muoversi a 360 gradi. L’idea forse ai tempi fu troppo pretenziosa. Si risolse tutto in una buffa e goffa versione di un videogioco in soggettiva. La tecnologia era ancora in una fase troppo acerba per poter far fronte ad enormi esigenze di potenza di calcolo. Ovviamente questo mercato non trovò il suo pubblico e svanì tanto velocemente quanto era apparso. Anni sono trascorsi da allora, ma l’idea di ricreare mondi alternativi in cui poter vivere imprese degne di grandi eroi ha accompagnato la fantasia di molti sviluppatori di videogiochi. Oggi attraverso l’introduzione d’internet e della banda larga, assistiamo ad un nuovo fenomeno che sta catalizzando l’attenzione delle grandi case di produzione d’intrattenimento elettronico: il fenomeno dei cosiddetti MMORG (Massive Multiplayer Online Role Playing Games). Sigla lunghissima per identificare un nuovo tipo di gioco in cui migliaia di giocatori si ritrovano proiettati in un universo alternativo, e seguono da vicino la nascita, lo sviluppo e l’eventuale declino del proprio alter ego virtuale. Il più famoso e ormai considerato padre fondatore del genere è Ultima On-line. Il nome “Ultima” prende spunto da un vecchio videogioco fantasy che fu originariamente pubblicato per AppleII nel 1980, e che vide la luce grazie al talento di Richard Garriott, fondatore della software house Origin. Nei ventitré anni trascorsi dalla sua nascita uno dei più famosi giochi per computer RPG ha raccolto numerosi consensi di pubblico e di critica attraverso una tripla trilogia. Nel frattempo Ultima si è spostato su Internet raccogliendo l'eredità dei MUD (giochi testuali), e diventando de facto il punto di riferimento per i MMORG delle generazioni successive. Ultima On-line (UOL) è nato nel settembre del 1997. Si è presentato al mondo con lo stile di Ultima VII (a detta della maggioranza vertice assoluto della serie) con miglioramenti nella grafica e nell'interfaccia. Il mondo di UOL è in continua mutazione: realisticamente si alternano il giorno e la notte, i giocatori possono costruire città, gestire taverne, partecipare e organizzare guerre in un ambiente enorme comprendente una dozzina di città e vasti dungeons. Dall'uscita dell'originale Origin ha introdotto nuove espansioni con cadenza pressoché annuale. Oggi Ultima è un fenomeno talmente diffuso che può vantare oltre tre milioni d’utenti sparsi in tutto il mondo, Italia e Svizzera incluse. Ultima On-line però risente ormai pesantemente dell’età e di una veste grafica e tecnica assolutamente datata rispetto ai nuovi standard. I suoi concorrenti più conosciuti quali Everquest e Dark age of Camelot sfoderano ambientazioni completamente tridimensionali, ed un impatto molto più immediato e accattivante rispetto al loro progenitore. 021 games Inoltre dal filone originale del fantasy sono nate diverse alternative più o meno originali, per esempio giochi con ambientazioni fantascientifiche alla Blade Runner come Anarchy On-line, oppure The Sims On-line, dove è possibile incontrare altre persone in una piccola città virtuale e chattare facendo nuove amicizie. Da citare indubbiamente Planetside, gioco di stampo squisitamente arcade, dove in un’immensa arena di otto isole, in un mondo alla Starship Troopers tre fazioni combattono una guerra incessante per la supremazia del pianeta. Potrei continuare per ore visto che ormai i MMORG stanno catalizzando il mercato dei videogiochi per PC, e anche per le console di progetti futuri ce ne sono a bizzeffe. Il segreto del successo di questa nuova moda? Semplice: il fatto è che risulta mille volte più divertente giocare con/contro altri esseri umani, imprevedibili e intelligenti (ogni tanto…) rispetto a personaggi artificiali che alla lunga appariranno inevitabilmente prevedibili. E tra un mouse e una tastiera, d’ora in poi non più un monitor ma uno scrigno dove i sogni si realizzano… Il cellulare per gli amanti dei giochi. Nokia N-Gage CHF 99.– anziché CHF 448.– con sunrise 15, abbonamento per 24 mesi, CHF 25.–/mese, escl. carta SIM CHF 40.– Nokia N-Gage: il terminale di giochi di Nokia, i giochi sono disponibili presso i sunrise center, display a 4096 colori, risoluzione 176 x 208 pixel, radio, MP3 player, suonerie polifoniche, MMS, W@p, Java, GPRS, Bluetooth, triband. 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Zurigo: Bahnhofplatz 4; Uraniastrasse 30; c/o Coop City St. Annahof, Bahnhofstrasse 57. 022 games hi.tech EyeToy USB Camera per PlayStation 2 La realtà virtuale? Sony ha presentato la sua idea con EyeToy, un interessantente base per sviluppare un nuovo approccio al gioco digitale. Già nel numero scorso di re.set abbiamo presentato Play, il primo gioco, sicuramente di una lunga serie, compatibile con questo rivoluzionario sistema di comander. Grazie ad una speciale telecamera posizionata di fronte a voi, apputo l’ EyeToy USB Camera, la vostra immagine è proiettata sullo schermo ed inserita nel contesto, e per giocare basta muoversi in sintonia con il gioco! Decisamente siamo solo all’inizio, questo sistema dal costo di circa novanta franchi, dovrà passare la lunga trafila delle varie tappe evolutive per finanziarsi, evolversi e raggiungere quella chimera che è la realtà virtuale. Il giocattolo occhialuto funziona al meglio delle sue possibilità se dietro alla vostra persona si trova un muro o se installate un telo bianco, i giochi sono ancora sempliciotti ma divertenti in occasione di una ludica e ridente serata tra amici. Ma entriamo nell’ottica dell’evoluzione dei giochi del futuro… pensate a quello che erano dieci anni fa ed a come si presentano oggi! Dal bidimensionale al tridimensionale il passo è corto, potremmo vederci correre e combattere dalle angolazioni che desideriamo come negli attuali giochi in soggettiva. Passeranno sicuramente degli anni, ma già oggi la Sony annuncia solennemente che presto potremo relegare le attuali cloche in cantina… un’evoluzione tutta da seguire… e a proposito, gli avversari Microsoft e Nintendo cosa s’inventeranno per controbattere? Gamesflash Home World II per PC (Relic ) Tutti coloro che hanno provato l’originale sapevano che sarebbe stato arduo emulare un gioco che di difetti ne aveva veramente pochi. Eppure la Relic anche questa volta, a distanza d’anni dal primo Homeworld ha partorito un altro gioiello di tecnica e giocabilità. Non limitandosi a mera operazione di cosmesi tramite una grafica più dettagliata e un sonoro d’ambiente, gli sviluppatori hanno approfondito ed ampliato tutto il sistema di gioco rendendolo estremamente avvincente. Homeworld II inoltre è l’unico strategico in tempo reale a sfruttare pienamente la terza dimensione come fattore tattico per i propri attacchi. Difatti i combattimenti degli eserciti si svolgono nello spazio in aree di gioco simili ad enormi sfere. Osservare una battaglia di questo gioco ricorda molto i combattimenti epici di guerre stellari. Consigliato! Colin McRae Rally 4 per ps2 (Codemasters) Non basta avere un predecessore conosciuto. Non basta avere un testimonial del calibro di Colin McRae. Non basta qualche aggiuntina, qua e là, per avere un buon seguito di un simulatore di Rally che già aveva dimostrato i suoi limiti alla sua terza uscita. Delusione su quasi tutti i fronti questo prodotto della Codemasters, che pecca di presunzione e di una fisica di guida vergognosamente imprecisa e pressappochista. Graficamente superiore al terzo, ma sempre inferiore agli standard dettati dalla concorrenza. Evitabile, diversivo in attesa di WRC3. Donkey Star Wars : Knights of the old republic per Xbox (Bioware) Golden Sun: the Lost Age per Game Boy Advance (Nintendo - Camelot Software) P.N.03 per Game Cube (Capcom ) Di giochi di ruolo la console Microsoft ne ha sempre sentito la mancanza. A colmare questa grave lacuna giunge dopo un’interminabile attesa, quest’opera colossale, costata tempo e mezzi alla Lucas Arts, che fonde il mondo tanto amato di Guerre Stellari con quello dei giochi di ruolo alla Dungeons & Dragons. Aspettatevi una storia incredibilmente coinvolgente, ambientata 4'000 anni prima degli avvenimenti della nuova trilogia (a mio parere la storia del videogioco supera di molto quella dei film), un gioco di ruolo immediato, corredato da una grafica mozzafiato e una colonna sonora tra le migliori uscite quest’anno. Non posso commentare il parlato, poiché la versione recensita è in inglese. Non resta che dire, compratelo assolutamente The force will be with you! Ritornano le avventure di Isaac e dei suoi compagni nel seguito del miglior gioco di ruolo per Game Boy Advance, ad un anno esatto di distanza dall’uscita del gioco originale. La struttura di gioco rimane pressappoco invariata, proponendo lo stesso schema del capitolo precedente, ma con in più molte migliorie. La grafica è notevolmente più dettagliata e pulita, e la colonna sonora è tra le migliori disponibili per il portatile di casa Nintendo. Per quanto riguarda la giocabilità, il gioco offre maggiori possibilità d’esplorazione, grazie ad una trama che si sviluppa in modo più aperto ed ad un mondo decisamente più vasto. Gli svariati enigmi presenti nel gioco sono inoltre più difficili, ed anche il sistema d’evocazioni è stato esteso rendendolo più complesso in modo da permettere una maggiore gamma di tattiche durante i combattimenti. In conclusione Golden Sun: the Lost Age si rivela un ottimo prodotto ed un degno successore del primo capitolo della saga. Consigliato a tutti i possessori di Game Boy Advance e specialmente agli amanti del genere. Attenzione però, perché per capire appieno la trama di questo titolo è necessario aver giocato il predecessore, visto che la storia riparte da dove era stata lasciata. L’ultimo prodotto di Capcom per il cubo Nintendo potrebbe essere classificato tra quei giochi in cui una buona idea iniziale viene sfruttata male in fase di realizzazione. In P.N.03 vestirete i succinti abiti di Vanessa, una seducente eroina che distrugge i suoi nemici con i proiettili energetici che la sua tuta genera attraverso i suoi passi di danza. Nonostante l’idea di fondo se non altro interessante, il gioco si rivela presto all’insegna della monotonia. Vi ritroverete infatti ad attraversare una dozzina di livelli dalla struttura oltremodo semplice (dei lunghi corridoi), mentre combattete contro una serie di nemici tutti uguali. Come se ciò non bastasse i controlli sono inutilmente complicati, e la risposta del personaggio ai nostri comandi è lenta. Tecnicamente il gioco si attesta su livelli scarsi, con una grafica decisamente povera, e dei pessimi effetti sonori. In definitiva P.N.03 è un disastro, che ha come unico pregio una buona colonna sonora. 025 re.play live preview re.vision toronto film festival re.ad anitaverse re.art mondo bizzarro gallery Iggy l'inossidabile 026 dischi re.play Muse Sting Pennywise Iron Maiden Absolution Mushroom Sacred Love Universal From the ashes Epitaph Dance Of Death Emi by naca by cheu by pablo by michel Ho in mano Absolution dei Muse, non l’ho ancora ascoltato, e devo ammettere che dubito fortemente sulla riuscita di quest’album. Reputo che, tra la miriade di giovani band che sono esplose tra la fine degli anni ’90 e l’inizio di questo secolo, questi tre inglesi del Devon sono una delle certezze più piacevoli del panorama, soprattutto di quello comunque appetibile alle grandi masse e che riesce a trovare spazio sulle radio. Conoscendo ottimamente i primi due dischi, il sorprendente Showbiz (1999) e l’affascinante Origin of Simmetry (2001), e avendo assistito a due (esplosivi) concerti di questa band, avevo in cuore mio il dubbio che anche per i Muse fosse arrivata l’ora del buco nell’acqua. Absolution invece, è un disco bellissimo, pieno di grandiose orchestrazioni e di livelli altissimi d’intensità emotiva, costante immutata del genio compositivo e musicale di Bellamy. Le somiglianze con i Radiohead dei tempi di The Bends restano, ma tanto meglio, visto soprattutto la carriera e l’evoluzione di questi ultimi. Infatti, anche se molto simile a Origin of Simmetry, quest’album evolve in maniera impercettibile, limando quella fastidiosa ridondanza negli arrangiamenti che poteva annoiare, e puntando maggiormente sulla varietà tra i pezzi, senza però trascurare i stupefacenti intrecci sonori tra pianoforte e bassi distorti. Assolutamente degne di nota l’apertura Apocalypse Please, la durissima Stockholm Sindrome, e Butterflies and Hurricanes, semplicemente stupenda. Sacred Love esce dopo quattro anni dall’ultimo disco in studio (Brand New Day) e due da All this time, live registrato nella sua villa in Toscana l’11 settembre, data che ha fortemente influito sui contenuti di questo nuovo album. Infatti, Sacred Love viene registrato in un periodo molto complesso, poiché coincide con l’inizio dell’agonizzante guerra in Iraq, che tutti purtroppo conosciamo. In questo disco un solo brano contiene chiari riferimenti alla guerra ed è quindi dedicato all’attuale situazione politica (This War), in tutte le altre tracce Sting racconta, con grande sensibilità e intelligenza (che da sempre lo distinguono), la confusione che c’e’ dentro ognuno di noi, le contraddizioni, le paure. Attraverso questi bellissimi testi cerca di far comprendere le sue sensazioni, senza imporre nessun dogma. In Whenever I Say Your Name Sting duetta con l’eccezionale Mary J. Blige, anche se, francamente, i brani che caratterizzano e danno enfasi all’album sono altri, come ad esempio l’open track Inside oppure Stolen Car o ancora la stupenda The Book Of My Life, dove Anoushka Shankar suonando il sitar ci ricorda le sonorità di Desert Rose. Gordon Matthew Sumner, alias Sting riesce ad unire flamenco, jazz, elettronica, pop e soul in modo spettacolare. Sicuramente, anche grazie all’aiuto dei musicisti che suonano con lui, tra i migliori del panorama musicale internazionale. In definitiva: Sacred Love forse non sarà il miglior album di Sting, ma è senza dubbio un ottimo disco. Ecco uno degli album più attesi dalla comunità Punk mondiale, il nuovo lavoro dei Pennywise - il nono della loro carriera - esce nuovamente su Epitaph a distanza di due anni dall’ottimo Land Of Free. In tutta la loro carriera il quartetto di Hermosa Beach ha sempre dimostrato una linea artistica e ideologica molto coerente, fregandosene delle mode hanno dato al loro sound tipicamente californiano un’impronta personale, che hanno imposto come marchio di fabbrica disco dopo disco. From the ashes conferma la regola e si presenta come un album che rispecchia tutti i classici stilemi dell’hardcore melodico californiano: batteria a velocità vertiginose, linee di basso semplici ed efficaci, riff di chitarra inconfondibili con quel suono che da sempre contraddistingue la sei corde di Fletcher. Dal pezzo di apertura Now I Know fino a quello di chiusura Judgement Day, si susseguono 14 pezzi tirati con molti testi politici (uno su tutti God Save USA) con ritmiche devastanti, classiche del repertorio del gruppo, ma che non stancano mai. I pezzi che più si distinguono sono la trascinante Waiting, che già mi vedo come colonna sonora ideale di qualche video di snow o skate, e la bellissima Look Who You are, che sprona le persone a ribellarsi dallo status di schiavi di una società troppe volte ipocrita. From The Ashes non passerà alla storia come un album originalissimo, ma sicuramente è un’eccellente testimonianza dell’ottimo stato di forma in cui versano i paladini della East Coast californiana. Ritmi incalzanti, melodie che si intrecciano, improvvisi cambi di tempo, soli di chitarre come ondate… sì, le aspettative non sono state per nulla deluse. Questo è quello che i fans degli Iron Maiden volevano dai loro beniamini. L’apertura con Wildest Dream è interessante, ma non così coinvolgente. New Frontier si adeguava forse maggiormente come impatto, melodie e struttura. Il viaggio continua con The Rainmaker, musicalmente un classico dove si comincia ad individuare il leitmotiv delle liriche che costellano l’album. Mondo corrotto, speranza di cambiare e soprattutto l’elemento immancabile di questo genere musicale: la dose giusta di rabbia e voglia di cambiare. In No More Lies s’accenna l’idea di una possibile rinascita: “Maybe I ‘ll be back some other day, to live again just who can say in what shape or form that I might be. Just another chance for me.”; con Paschendale il pezzo migliore, sia musicalmente sia per la lirica: un inizio molto insolito, leggero battere su charlie e chitarra molto sommessa, seguiti da un’esplosione improvvisa, un fortissimo. Riffs di chitarra molto graffianti, staccati, melodie e soli si inseguono, il tutto legato comme il faut. Ritorna poi al leggero battere per poi smorzarsi come un sospiro. Journeyman… un brano completamente acustico! Una piacevole sorpresa, molto inaspettata. Per rubare un’espressione inglese, un “must” per i fans dell’heavy metal. Peaches A Perfect Circle Fatherfucker Kitty-yo Thirteenth Step Virgin by iggi by naca Canadese, carina (non guardate la copertina!) ma tanto, tanto trash! Ha visto giusto papà Iggy Pop a farsi scrivere, per il suo nuovo album, due pezzi da questa squinternata. Sono i brani migliori! Eccovi quindi Fatherfucker, cioè il porco mondo di Peaches fatto di punzecchiante elettronica, creata con il suo punk-groovebox nudo e crudo, e sporcata da primitivo rock'n'roll! Fantastico Kick It in cui Peaches ha un divertente dialogo con Iggy Pop. Belle anche Tombstone, il pezzo più soft-core, e Stuff Me Up con i suoi consigli dietetici: "Eat a big dick, eat a big clit everyday!" Disgustati? Allora smettete di leggere. Chi è interessato invece ascolti Fatherfucker…ne resterà intimamente scosso. Una che come Peaches si denuda sul palco, parla e canta di sesso spudoratamente, e vomita frasi del tipo "I don't give a damn about my reputation. Shit!" forse non potrà mai avere un largo seguito, anche se quello che ha l’adora pazzamente. A voi un estratto della sua filosofia: “ Ho scritto Shake Yer Dix per i ragazzi. In giro si sente dire: ragazze, muovete le tette, agitate il sedere… E a loro chi ci pensa? Il mio invito è: shake your dicks, muovete i vostri cosi. Spero di trovare qualcuno che sappia farlo girare come le pale di un elicottero. Magari per utilizzarlo come performer nei miei concerti.”. Peaches ha Iggi come mentore, e Marylin Manson se la porterà dietro nel suo tour europeo. Con dei padrini così, questa chi la ferma più? Per attitudine e grinta, personaggio novità dell’anno. The Thirteen Step, il secondo album di questa super band, non delude da nessun punto di vista. Anzi. Maynard James Keenan riesce nuovamente a dimostrare che di vocalist come lui ce ne sono veramente pochi in giro. Il leader dei favolosi Tool, coadiuvato dal celeberrimo tecnico del suono di Nine Inch Nails Billy Howerdel, da James Iha exSmashing Pumpkins alla chitarra, da Josh Freese alla batteria e da Twiggy Ramirez al basso, sforna un degno successore al piccolo capolavoro che era stato il debutto, Mer de Noms (2000). Vero punto di forza del disco è la magnetica presenza vocale di Keenan. Riesce nuovamente ad infondere quella strana sensazione di rabbia e malinconia che solo lui possiede nel suo timbro. A differenza dei Tool però, gli A Perfect Circle risultano essere la dimensione meno cupa della personalità di Keenan, in cui l’influenza di Howerdel, il vero cervello degli APC, si fa sentire moltissimo. Howerdel porta infatti con sé le sue esperienze assieme a Billy Corgan e Trent Reznor, e si capisce subito che tutta questa ricchezza musicale accomunata con un genio del livello di Keenan riesce a dare alla luce un risultato tanto interessante. Musicalmente raffinatissimo (la struttura dei pezzi è spesso molto originale) e emotivamente pieno di passione, Thirteen Step è uno di quei dischi che si ascolta affascinati, sdraiati sul proprio letto, incapaci di muovere un muscolo, catturati da quella particolare energia che riesce a sprigionare. Assoluta perla la terza traccia, The Noose. 028 re.play Erikah Badu Spiritualized The Rapture Broadcast Worldwide underground Motown Amazing Grace Sanctuary Records Echoes Mercury Ha Ha Sound Warp by owen by gabi by apache by mr. loop Eleganza, sensualità, raffinatezza, groove: qualità che sono sempre state proprie della bella cantante afro-americana Erikah Badu. Alla pubblicazione del suo primo album, Baduizm uscito all’inizio del 1997, la Badu si è subito distinta tra le migliori donne della musica black in circolazione. Questa donna ha poi collaborato con Guru, Busta Rhymes, Common e altri, ed è stata anche attrice, come nei film Le regole della casa del sidro e in Blues Brothers (2000). Esce ora il suo nuovo Cd Worldwide Underground, un magnifico album che si discosta percettibilmente dai suoi precedenti lavori. Un occhio al modern soul, un altro al soft-funky anni ’70, in un accattivante mix tra Billie Holliday (somiglianze vocali con la Lady, è indubbio) Shaft e gli Arrested Devleopement. Un concentrato di free-soul e blaxplotation, stile Motown del periodo storico. Splendido. Da notare la copertina ed il booklet, chiari riferimenti a perline, make peace no war, black power e bassi sleppati, chitarre colloquiali e una manciata di psichedelia. Questo lavoro è squisitamente spontaneo, pensato come se fosse una lunga jam-session (in teoria sarebbe un Ep, ma di 50 minuti), quindi niente kitschproduzione laccata e rigida. Una sequenza che vi consiglio è The Grind, Danger (il singolo), Think Twice, Love Of My Life Worldwide: qui dal soul, si passa al funk, al jazz, per arrivare all’hip-hop e alla disco (un omaggio a Ring My Bell di Anita Ward?). Fuoco caldo ed avvolgente, perfetto per le vostre serate invernali. Amazing Grace è il nuovo lavoro degli Spiritualized in studio, realizzato in sole tre settimane, e pubblicato repentinamente grazie al contratto firmato dalla band di Jason Pierce con la Sanctuary Records. Qui troviamo, a differenza del loro passato musicale, un sound dal gusto più diretto e semplice. Il Cd si apre con una breve ed insolente introduzione, per poi attaccare con This Is Little Life On Mine, un brano ruvido, sorprendentemente dal sapore garage e rock ‘n’roll, seguito poi dalla veloce She Kissed Me (It Felt Like A Hit), dove vibrazioni di chitarre elettriche magnetizzano l’ascolto. Le tossiche visioni melodiche che percorrono questo nuovo disco rendono la psichedelia una questione serissima! Siamo dalle parti di 13th Floor Elevators in versione nuovo millennio… Il disco subisce un repentino rallentamento con l’introspettiva Hold On, una ballata dark voce e piano con una sognante armonica country, che in coppia con il melodico e delicato sound di Oh Baby, ricordano nelle atmosfere il precedente Let It Come Down. In Cheapster si respirano gli anni Settanta, atmosfere di gospel pagano nella riflessiva e mistica Lord Let It Rain On Me, jazz ed eletric-guitar nella strumentale The Power and the Glory. Pierce, rendendosi conto di non poter facilmente raggiungere la perfezione dei dischi precedenti, ha abbandonato alcuni fronzoli autoreferenziali e pesanti, ed ha dato un taglio netto alla durata delle sue composizioni rendendole più snelle e vitali. Da riascoltare varie volte. Ho letto di questo Echoes dei The Rapture (nome preso dal titolo di un famoso brano dei Blondie) su tutte le riviste in solenni e fuorvianti recensioni stile “next big thing”. Sembra che sia rimasto per un anno in un cassetto, in attesa della miglior offerta. L’ha spuntata la Mercury, che con un gran can-can propone la band come punta di diamante di questo mese. Viste le premesse sono un po’ diffidente.. Metto il Cd nel lettore. Sgomento iniziale: Mattie Safer, il vocalist, ha la voce come Robert Smith, oddio, è un plagio! Già, lo dicevo io, il solito pacco… passo al secondo brano e il fastidio per la somiglianza di voce passa già, Heaven è un brano stupendo e la musica prende il soppravvento. Segue la delicata Open Up Your Heart, dove la voce un po’ stonata e tremula, rende questo pezzo debole ma intrigante, stiamo dalle parti new wave o giù di lì. Ora sono affascinata. Echi (è il caso di dirlo visto il titolo dell’album) alla P.I.L nelle brutali e coinvolgenti I Need Your Love, The Coming Of Spring e ancor di più nella title-track, che aggredisce con percussioni a tutto spiano. E che dire dell’acida House Of Jealous Lovers? Pura quintessenza di Gang Of Four. Straordinaria. Altri echi d’elettronica e di techno, cioè un tocco moderno per attualizzare. Sentire Sister Saviour (bellissima) che pompa come un brano nu-funk dei Talking Heads, ma starebbe bene anche ad un rave. Ragazzi, sono conquistata! Questo è un album di gran carattere. Scaltro, seducente ed adrenalinico. Ecco un altro lavoro che conferma come il “buon vecchio” pop psichedelico sia diventato negli ultimi due anni un’influenza compositiva ricorrente per molte band non solo rock, ma anche dell’avanguardia electronica. In questo senso è emblematico l’ultimo album dei Future Sound Of London dell’anno scorso, The Isness che suona talmente anacronistico da risultare un tributo ai Pink Floyd… Anche in questo Ha Ha Sound troviamo due brani un po’ pinky: Pendulum e Minimum, ma qui stiamo parlando dei Broadcast, che al loro secondo album ci ripropongono con il loro indie electro un’estetica ed uno stile unico. Durante tutto il disco delizia la voce eterea di Trish Keenan che canta una ninnananna delicata ed onirica. Degno di nota è anche l’apporto del batterista ospite Neil Bullock con il suo ispiratissimo stile sixty. La prima metà dell’album è squisitamente dolce, e ci accompagna in un mood sospeso che ci fa trippare fino alla stupenda Lunch Hour Pops. Ma come in ogni recital che si rispetti, il sole scompare e arriva la brusca mini-track Black Umbrella che interrompe il volo, la mente deve uscire da quello stato e ritrovarsi “ …seduta sulle scale ad aspettare che i pensieri si calmino”, tutto è andato perduto e non rimane che aspettare in un paesaggio ora innevato…Quella che ci raccontano i Broadcast è una storia senza tempo, la musica di questo concept album è costruita sul testo ad arte integrando perfettamente sonorità vintage e moderna elettronica. Nuove coordinate per una musica che viene da una memoria lontana. 029 dischi Various Blondie Living Colour Nickelback Oceanclub for China V2 The curse of Blondie Epic/Sony Collideoscope Sanctuary The long road Roadrunner by stoner by iggi by naca by iggi Motivo per prendere in considerazione questa compilazione sono gli autorevoli curatori: Thomas Fehlmann, nato a Zurigo, è un big della scena elettronica tedesca da vent’anni, paladino dell’underground resistance, protagonista dell’interscambio culturale con la scena di Detroit, e vanta anche una lunga partnership con gli istituzionali Orb. L’altro nome è Gudrun Gut, membro degli Einstürzende Nuebauten e qui non c’è bisogno di presentazioni. I due hanno fondato nel 1994 il progetto Oceanclub, che consiste in produzioni di compilazioni, promozioni di serate live e una radio on line le quali emissioni sono anche ospitate in varie radio ufficiali in tutta la Germania ed in Cina, da qui il titolo del Cd. Questo progetto ha il merito di farci conoscere affermati artisti della scena elettronica sperimentale. Tra le perle contenute in questo Oceanclub for China cito il raffinato electro di Autopilot dello stesso Fehlmann, il soft hip hop femminile in Delaware dei Monkeytribe, il sublime sound alla Twin Peaks in Luck di Masha Qrella, il remix tecno sperimentale di T.Raumschmiere in 3 Hours, From A Distance dei mitici Orb, in If’s And’s And But’s la classe di un altro big della scena tedesca, Jan Jelinek. Chiude il disco il gioiello di Ekkehard Ehlers, apprezzato manipolatore in camice bianco che ha electro-rivisitato grandi artisti del passato come Robert Johnson e Albert Ayler. Un ascolto piacevolissimo, semilounge ma di quello ricercato. Occasione per scoprire notevoli artisti di nicchia. Tornano i Blondie, storica band capitanata da Deborah Harry. Con 17 film, 43 apparizioni in serial tv, 40 milioni d’album venduti nel mondo, Deborah Harry è un'icona della musica pop e della moda. L'undicesimo capitolo della loro discografia s’intitola The curse of Blondie (tradotto in italiano La maledizione di Blondie). In scaletta quattordici tracce. Sulla scelta del titolo l’artista spiega che "Tra noi era diventato uno scherzo. Ogni volta che succedeva qualcosa di strano dicevamo: Ecco, è la maledizione dei Blondie! Il titolo ricorda quelli dei film con Vincent Price, vampiri e horror. Però io penso che porterà bene". In questo nuovo disco c’è lo stile inconfondibile e la classe unica della leggendaria band di New York. Spirito moderno con il “maledetto” funky/rap di Shakedown (ricordiamo il primo brano di rap-bianco della storia, Rapture, composto dai Blondie nel 1980), e con il singolo Good Boys a base di techno dance rock. Ottimo il tiro di Golden Rod (reminiscenze dell’epoca?) in equilibrio sulla dolcezza di un’affascinante Deborah Harry che sa ancora adulare come non mai. In scaletta anche Hello Joe, dedicata al compianto Joey Ramone. The curse of Blondie rimette indietro d’una quindicina d’anni le lancette dell'orologio artistico della band. Non s’arriva alla perfezione assoluta che fu di Plastic Letters (1977) e Parallel Lines (1978), ma questo nuovo album rimane un classico ed esperto lavoro che farà ri-parlare di sé una band influente e seminale. Ritorno abbastanza anonimo per i Living Color, che solo per la loro importanza storica nel rock USA, dovrebbero essere sempre trattati come dei reali. Infatti, quando durante gli anni ‘80 il rock mainstream riusciva a produrre solamente band di raccapricciante banalità, questi quattro ragazzi di colore finalmente riuscivano a portare una ventata d’aria nuova, aprendo nuovi orizzonti per la favolosa energia e originalità degli anni ‘90. Collideoscope non colpisce proprio nel segno, ma non delude completamente regalandoci una band che sembrava sparita. La grungy Someday l’abbiamo già sentita in radio come singolo, fino alla nausea. Canzone carina, però. E il resto com’è? Con tutta la buona volontà che ho speso per trovare qualcosa di kicking in questo disco, mi dispiace dirlo: i Nickelback ancora non mi convincono. Tanto sicuri di sé che questa volta non hanno voluto nessun produttore. Mah! Forse un po’ di modestia (e una capace mano in più) avrebbe portato a risultati maggiormente pregnanti. The long road è piacevole, ma fastidiosamente banale. Viktor Vaughn Obie Trice Vaudeville Villain Cheers Shady Records Sound Ink (www.soundink.com) by mr. loop by mr. loop Viktor Vaughn, conosciuto come MF Doom, newyorkese, esce quest’anno con due Cd: Take Me to Your Leader sotto l’alias King Geeborah, e con Vaudeville Villain. Nooshit! Questo disco underground rap è candidato ad essere “album of the year” nel suo genere. Velatamente ironico, nichilista, amaro, minaccioso e con stile, sia nei testi che nella musica, è perfetto esempio di come si sta muovendo l’attuale avanguardia. Funk, electro, retròbeats e featuring d’altri rapper attestano la maturità di questo’artista. Se non avete una pistola con voi, cambiate strada, si sta avvicinando la limousine dei BO$$ di Detroit. Dr Dre, Eminem, 50 cent ed il resto della cosca ci ricordano chi domina la scena e ci presentano le gesta di Obie Trice, membro della famiglia che abbiamo già sentito nella colonna sonora di 8 Miles. Proiettili, mignotte, minacce, giungla urbana, autodeterminazione e don’t fuck with me muthaf…beh, avete capito. Il sound ha naturalmente il certificato di garanzia Dr.Dre, ed Eminem è produttore esecutivo. 030 dischi re.play David Sylvian Dido Blemish Samadhisound Life for Rent Arista kult by aliosha k. by cheu Ritorno in grande stile di David Sylvian, a quattro anni di distanza da Dead Bees on a Cake. Attenti: qui non troverete nemmeno l’ombra di una canzone pop. Sylvian abbandona la forma canzone e si lancia in profondità cercando l’annullamento del suono. O meglio, un silenzio rumoroso. Otto pennellate sonore, colme d’intimità, dove la calda voce di Sylvian viene sorretta dalle oblique chitarre di Derek Bailey e dai trattamenti elettronici dell’incensato Fennesz. Da ascoltare con parsimonia. Scheletrico.(order on: www.davidsylvian.com) Lei è la sorella di Rollo, mente dei Faithless, in cui ha militato come vocalist. Questo nuovo album unisce una chiara radice cantautoriale ad una passione per gli arrangiamenti elettronici e, come nel suo precedente disco, è lei che firma, assieme al fratello, tutti i brani. Life For Rent è composto da undici ballate (dodici se si calcola la ghost track) che si lasciano ascoltare con facilità, anche se la sua voce “soffiata” stanca già dopo i primi brani del disco. L’unica nota di colore di quest’album è Sand In My Shoes. Alice Cooper Andrew W.K. The eyes of Alice Cooper Spitfire The Wolf Island by iggi by iggi E’ uscito The Eyes Of Alice Cooper, il nuovo album del provocatorio cantante che tanti anni fa ha deciso di usare come pseudonimo il nome di una strega bruciata sul rogo. Cooper ci serve, come al solito, il suo malefico sound che funge da colonna sonora ai suoi show a base di zombie, ghigliottine, patiboli e mannaie insanguinate: l' anziano horror-rocker si diverte ancora a scandalizzare la parte di America più moralista e puritana, e lo fa bene! Disco decisamente kitsch, però divertente e ben prodotto. Un ibrido tra metal, pop e dance, che tributa la parte più sleazy e caciarona di questi tre generi: Andrew W.K. (le iniziali per White Killer) è un party-guerrilla amatissimo nei rave USA. Incendiario personaggio durante i live, con questo Cd ci conferma solo che negli States un certo gusto (tra Kid Rock, AC/DC, Kiss e Napalm Death, il tutto frullato con un estratto di techno-house) è duro a morire. Non un brutto disco (a furia d’ascoltarlo potrebbe anche entrarvi in testa), di sicuro meglio dal vivo. Talking Heads Stop making sense 1983, Sire/Warner di iggi Dada-pop, punk&no-wave, white-funk, surrealismo, modern art e spasmi anfetaminici: questo e quant’altro l’alchimia degli inimitabili Talking Heads, epica band capitanata da un febbrile David Byrne. Il miracolo dei Talking Heads durò circa un decennio, a cavallo tra il’77 e l’88, durante il quale questi arguti newyorkesi ebbero modo di diffondere un alto numero di brani entrati nella storia della musica rock. Canzoni angolose, alienate, ma anche eteree, languide, concentrate ora in un monumentale box in uscita per l’11 novembre, su Rhino Records. Nel box di 4 Cd sono raccolti capolavori come Psycho Killer, Take Me To The River, Heaven, I Zimbra, Life During Wartime, Burning Down the House, Road to Nowhere, Mr. Jones e molti altri. Ma non è del box che vorrei parlare, bensì di Stop Making Sense, l’unico disco live della band. Avrei potuto optare per il primo album 77 (1977), oppure per quel capolavoro che fu Remain in Light (1980), quello che li consacrò al mondo. Che fetta di storia si portano dietro questi dischi! Il periodo era quello dell’influenza punk e new wave inglese, mentre a New York la scena era concentrata attorno al CBGB’s, un piccolo club dove tra sudore e droghe sintetiche proruppero alcune band dissimili fra loro ma assemblate sotto l’etichetta “no-wave”, tra cui i Talking Heads, appunto, poi Patti Smith, i Contorsions, Lydia Lunch, i DNA e i Television. Le “teste parlanti”, cioè David Byrne, Jerry Harrison, Tina Weymouth (una gran bassista!) e Chris Frantz, furono i precurori di un rock alto, intellettuale, strettamente legato all’arte visuale, contaminato dalle nuove tecnologie multimediali. Stop Making Sense è colonna sonora dell’omonimo film (girato da Jonathan Demme) di un tour nel 1983: momento topico nella carriera artistica della band. Questo disco è da ascoltare e da vedere. Recuperate il video, il pulsare ritmico dell’intro vi catturerà in una spirale tra immagini rotanti, suoni nervosi, colori sgargianti, il tutto presentato con una classe ed un’intensità mai ragginta fino ad ora da nessun altro. Una band unica, inimitabile, senza tempo. Byrne oggi prosegue con successo le sue ricerche etnico-sperimentali, la Weymouth ogni tanto spunta fuori con i suoi Tom Tom Club, Harrison e Frantz collaborano nell’ombra di altri artisti. Dispersi ma non dimenticati. penoso sufficente discreto buono ottimo capolavoro 031 repor t re.play di gabi Iggy Pop La classe non è acqua “Ho composto alcuni pezzi per un lavoro di danza contemporanea, ho lavorato sui testi di un nuovo film, ho preso parte ad un paio di lungometraggi e ho trovato il tempo, tra un impegno e l’altro, per disegnare una nuova linea di preservativi… e mi sono parecchio divertito.”. Con queste parole l’Iguana del rock Iggy Pop torna con un nuovo cd, Skull Ring, frutto della collaborazione - dopo trent’anni di separazione - con Ron e Scott Asheton (The Stooges), assieme ai quali ha prodotto quattro canzoni. Non solo: l’inossidabile Iggy per il suo nuovo album ha voluto forze giovani e fresche. Quindi ecco le collaborazioni con Green Day, Sum41 e Peaches. Iggy Pop, cioè James Jewel Osterberg (nato nel 1947), è una delle leggende più longeve del rock. Correva l’agosto del 1969 quando l’Elektra pubblicò l’album d’esordio (omonimo) della sua band di Detroit, The Stooges, un lavoro prodotto da John Cale dei Velvet Underground. Inizialmente il disco non fu un successo. Le vendite di questo e dei due dischi seguenti (Fun House e Raw Power) non furono all’altezza delle aspettative, e per risollevare le sorti commerciali di Pop, dopo lo scioglimento della band, fu necessaria un’accu- rata operazione di “restyling” da parte di quell’astuto manager del rock che è David Bowie. Da qui nasce la lunga carriera solista del cantante che si aprì con la pubblicazione di The Idiot. Chi conosce la storia di Iggy sa che è costellata da alti e bassi in quanto questo essere è caratterialmente ribelle a qualsiasi costrizione. E’ un furioso animale da palco, atleticamente guizzante ed eccentrico fino all’autolesionismo. Una personalità istintiva senza peli sulla lingua. Un tipino non facile. Con gli anni però (ne ha 56) l’irruenza dell’Iguana si è ammansita un po’, ed ora, dall’alto della sua esperienza, spartisce la sua musica con uno spirito di condivisione rivolto ai più giovani. Per il nuovo disco, come già detto, ha voluto vicino i suoi antichi compagni di lotta, Ron e Scott Asheton, e gli amici The Trolls, la sua personale band. Per “svecchiare” il suo suono si è avvalso dell’esperienza di giovani melo-punkers come Green Day e Sum41 (una scelta criticata dai puristi) dei quali Iggy apprezza freschezza e melodicità. Con Peaches il rapporto è fondato sul massimo rispetto, difatti la cantante è entrata nelle sue grazie. Uno scambio di brani (due di Peaches sull’album di Iggy, uno di Iggy sul disco di Peaches) ha consolidato quest’alleanza che sa di consacrazione divina per la cantante. Skull ring parte con un’energetica Little Eletric Chair, e le cose sono chiare fin dall’inizio. Puro Stooges garage rock’n’roll. Perverts In The Sun e Skull Ring (Skull ring, fast cars, hot chikies, fancy things) seguono le stesse eccitanti coordinate. Sapori anni ‘70 con Superbabe, poi Loser, Private Hell, Little Know It All: puro punk Detroit style, metallico, veloce, immediato, tagliente. Segue Dead Rock Star, brano per un Bowie fatto di mescalina. Da urlo Rock Show e Motor Inn di e con Peaches. Per concludere: con i Trolls siamo dalle parti psych-seventies, con i Green Day e Sum41 scaturisce un punk-rock sferzante ed elastico, per niente commerciale. Con gli Stooges, bhé, è già chiaro: spacca! Con Peaches… altro che White Stripes e tutte le coppiette pseudo rock’n’roll. Qui c’è la Vera Attitudine, fatta di sangue e sudore! In totale quattordici brani che faranno tacere per un bel po’ tutti i giovani virgulti del nugarage rock’n’roll. Come dice Iggy stesso: "Questi giovanotti d’oggi conoscono alla perfezione gli spartiti, ma non sanno neppure cosa significhi vomitare…”. Parole sante! Iggy Pop Skull Ring Emi/Virgin 032 re.play di blindFREAK A very short history of nu metal Limp Bizkit Results may vary Geffen - Interscope Deftones Korn I primi ad essere definiti new metal furono i KoRn, nati nel 1994 a Bakersfield, California. Il loro omonimo esordio sconvolge letteralmente il mondo del metal: basso e batteria pesantissimi, chitarre usate come mai prima per produrre effetti e suoni disconnessi e isterici, testi allucinati, frutto di ossessioni e drammi del vocalist Jonathan Davis, che più che cantare urla, piange, sussurra e si dimena in modo quasi epilettico. Tutto questo viene accuratamente elaborato dal giovane produttore Ross Robinson, che oltre a loro scoprirà altre “piccole” band: tali Glassjaw, Vex Red, Slipknot e Limp Bizkit (ho detto niente!). Nel 1997 Ross produce infatti Three dollar bills, yall esordio dei Limp Bizkit. Un cd ricco di cattiveria, urlato, d’impatto, sofferto, dalle atmosfere distorte ma curatissime grazie a dei musicisti davvero spaventosi. La sezione ritmica è stupefacente, come la chitarra, suonata dal camaleontico Wes Borland, il tutto arricchito da Dj Lethal, ex House of Pain. Tutti questi fattori fanno del primo album dei Limp Bizkit il loro miglior disco. Nello stesso periodo e nella stessa zona si formano i Deftones che escono con Adrenaline nel 1995. Anch’essi definiti nu metal per la diversità enorme che c’è tra la loro musica e quella convenzionale, alla fine dei conti di simile ai KoRn non hanno praticamente nulla. Chino Moreno è uno dei migliori cantanti che la storia Limp Bizkit Nasce nel 1994 dopo tanto grunge e punk, esplode nel 1999, decade nel 2002 e ora si spera in una resurrezione. Sto parlando del numetal, musica generalmente odiata dagli amanti del metal tecnico e puro, un genere che ha inglobato costantemente nuovi stili, con chitarre pesanti, testi generalmente rappati e tanti soldi che (sfortunatamente) ci ruotano attorno. E’ un metal diverso da quello originale: non ne ha la tecnica e la velocità, né la voce né le caratteristiche, ma è ugualmente pesante e rabbioso. del metal abbia mai avuto e i Deftones creano uno stile a sé stante, impossibile da etichettare. A differenza di KoRn e Limp Bizkit, Chino & co. mantengono un lato molto underground e pur essendo famosi in tutto il mondo, possiedono una cerchia ristretta di fans devotissimi. L’enorme successo dei primi due apre la strada ad una moltitudine di band, alcune originali ed innovative (per es: Incubus, Lost Prophets dall’Inghilterra, Pleymo dalla Francia, System of a Down), altre cloni malriusciti dei loro predecessori (non facciamo nomi). Ma ora il mondo del nu metal che combina? Tanto per cominciare i Korn sono miliardari e sembrerebbero in dirittura d’arrivo con il loro sesto album, previsto per novembre. Il loro ultimo lavoro Untouchables ha lasciato molto a desiderare, salvo per la voce di Jonathan che ha fatto passi da gigante. Excursus dei tre precedenti lavori è invece l’ultimo capolavoro dei Deftones, che fonde rabbia, classe, caos e sperimentazione per riassumere questi nove anni di carriera. Gli idoli delle teenagers Linkin Park hanno sfornato da qualche mese la loro opera seconda Meteora, la difficoltà sta nel distinguerla dalla loro opera prima, visto che è praticamente identica, salvo qualche canzone qua e là. Il primo disco era favoloso, so che potrebbero fare di meglio! Fuori dal 22 settembre l’atteso Results may vary dei Limp Bizkit, orfani del camaleontico chitarrista Wes Borland. Dopo essere esplosi con la colonna sonora di Mission impossibile, i 5 hanno sfornato Chocolate Starfish and the hot dog flavored water (2000), che è la versione tamarrissima e rovinata del bellissimo Significant other (’99), suo predecessore. Con questo nuovo prodotto la band di Jacksonville si rifà leggermente in diversi brani, soprattutto in quelli melodici. Ma Wes se n’è andato, e si sente. Lo si nota soprattutto nei pezzi più violenti, dove ora manca la fantasia e l’inventiva che Wes possedeva e che rendeva anche i brani più “hollywoodiani” dei Limp dei piccoli capolavori. I Limp freschi, cattivi e dinamici del primo album sono ormai scomparsi e Fred, dopo il successo di Significant Other, si è troppo montato la testa (dimostrazione lampante è il terzo album: una vera americanata musicale), ma con quest’ultimo disco trovo che qualcosa di buono sia ritornato, forse proprio in quei pezzi melodici sicuramente apportati dal nuovo chitarrista Mike Smith (ex Snot). Io darei ancora una chance ai Limp Bizkit, voi no? 033 repor t di iggi Un ultimo saluto… Joe Strummer Johnny Cash E’ in uscita (per il 20 ottobre) l’album postumo di Joe Strummer con i Mescaleros, Streetcore, che include le ultime incisioni dell'ex leader dei Clash scomparso per una crisi cardiaca nel dicembre 2002. Solo un mese prima aveva fatto sognare tutti per quei tre bis che fece al Acton Royal Hall con Mick Jones, al concerto di quest’ultimo… Una grande perdita che il mondo rock ancora sta piangendo: l’indimenticabile ex-leader dei Clash ha lasciato un segno profondo in tutti. Un album postumo quindi, con i pregi ed i difetti del caso, ma che certifica con decisione un fatto: Strummer aveva ritrovato (dopo un lunghissimo periodo di silenzio post-Clash) la voglia di esprimersi con la musica. Con Rock art and the X-Ray Style (Hellcat, 1999) e Global a go-go (Hellcat, 2001) aveva già affermato la sua ritrovata vena musicale, nel suo stile inconfondibile, in bilico tra rock e caraibi, tra punk e blues, cajun e white country. Non aveva esaurito le pallottole, Strummer, e la sua mira stava tornando precisa. Purtroppo Streetcore lo ha lasciato incompleto, quindi due Mescaleros (Martin Slattery e Scott Shields) lo hanno rifinito aggiungendo due cover: un’ardente Redemption Song di Bob Marley e Before I Grow Too Old del cajun-singer Bobby Charles (questa una scelta discutibile visto il titolo). La passione che Strummer aveva per il reggae fa capolino tra le note di Coma Girl (il singolo), e con prepotenza in Get Down Moses. La cotta adolescenziale per le campionature è evidente in All In A Day, lo struggimento adulto si trova in ballate come Long Shadow e Burning Street. Sottile la nostalgia in Ramshackle Day Parade e Silver Day… Un bel disco, purtroppo incompiuto, ma prezioso lo stesso. Crudele il destino! Portarcelo via mentre era completamente immerso in un rinnovato amore per la musica… Poteva ancora darci molto. Non ci resta che tenerci stretto quel mondo che con generosità Strummer ci ha fatto scoprire. Un mondo rassicurante, dove rifugiarci nei momenti bui… Il grande cantautore americano Johnny Cash è morto il 12 settembre nell'ospedale di Nashville in cui si trovava ricoverato da alcuni giorni per un’ennesima polmonite. Lo scorso 15 maggio era rimasto vedovo in seguito alla scomparsa dell’adorata moglie, June Carter Cash. Colgo l’occasione dell’uscita postuma del Cd di Joe Strummer per rivolgere un ultimo saluto anche a questo personaggio incredibile e di gran carattere. Con Cash è scomparso l’ultimo baluardo della musica tradizionale americana. Il suo soprannome era The Man In Black. I Walk The Line, Ring Of Fire, Folsom Prison Blues e A Boy Named Sue sono solo alcune delle più belle canzoni con le quali Cash ha lasciato un segno indelebile nella storia. Il cantautore ha passato la sua vita a soffrire: diabetico, la sua salute era minata già da giovane dall’abuso d’anfetamine, e vari interventi malriusciti alla mascella lo avevano reso schiavo dei farmaci antidolorifici. Una vita dura e dolorosa, costellata da periodi di successo a lunghi momenti di solitario silenzio. Solo la forza e la devozione della moglie, figlia di una famosa dinastia di country-singers americani, e la ritrovata fede religiosa, sono riusciti a sostenerlo. Il produttore dei suoi ultimi dischi, Rick Rubin, ha il merito di aver fatto conoscere Cash al pubblico più giovane, infondendogli così una nuova primavera. Negli ultimi anni Cash aveva anche coverizzato numerosi brani d’artisti come Nick Cave, Nine Inch Nails, Depeche Mode e U2, rendendoli ancor più pregnanti e vibranti. Negli ultimi tempi si era messo al lavoro duramente, come presagendo la fine: la figlia Roseanne ha riferito che il padre registrava anche tre nuove canzoni al giorno. In previsione, quasi certamente, un album postumo. Johnny Cash: una persona coraggiosa, che non si è mai stancata d’elargirci canzoni toccanti e commoventi grazie alla sua voce, forse la più profonda e tremendamente maschia che ci è capitato di sentire. Ci lascia un vuoto incolmabile. Joe Strummer & the Mescaleros Streetcore Hellcat 034 informer re.play •• Sonic Youth, Green Day, NOFX, Tom Morello e The Donnas sono alcuni degli artisti ad aver preso parte all'associazione Bands Against Bush, un progetto dal titolo esplicito, dedito all'opposizione contro la politica del Presidente Usa. Le band che hanno aderito all'organizzazione parteciperanno ad una serie di live in tournée per gli States. In previsione una compilation.•• La Southern ha finalmente confermato l'uscita dl primo disco dei Probot, band ideata da Dave Grohl dei Foo Fighters. Il disco omonimo sarà nei negozi dal 10 Febbraio 2004. Questo album è un tributo che Grohl, Adam Kasper (produttore dei Foo Fighters) e l'ex-Zwan Matt Sweeney hanno voluto fare alla musica metal, in particolare ai cantanti della loro adolescenza, alcuni dei quali sono stati invitati a pertecipare con le loro interpretazioni. •• Le undici canzoni del primo album solista di Morgan si sono aggiudicate la Targa Tenco 2003: Canzoni dell'appartamento è stato decretato, praticamente all'unaminità, come "miglior opera prima". •• In attesa di far uscire il suo primo album solista American Sweetheart, Courtney Love si dà alla pazza “gioia” e ha ancora trovato il modo di far parlare di sé. Pare che il 2 ottobre la cantante si sia fatta arrestare dalla polizia di Los Angeles per essere entrata a casa di un conoscente dopo aver rotto una finestra. Poi, un'ora dopo aver lasciato (sotto cauzione di 2.500 dollari) il commissariato di Beverly Hills, pare che sia stata ricoverata d'urgenza in clinica a causa di un’overdose di qualche sostanza non meglio specificata. Courtney Love: una donna impegnata…•• Dopo sei anni di pausa Frankie Hi-Nrg Mc si ripresenta sul mercato discografico più sarcastico e grintoso che mai. Dopo Verba manent (1992) e La morte dei miracoli (1997), Frankie Hi-Nrg pubblica Ero un autarchico (Bmg). L’album uscirà il 31 ottobre e sarà preceduto dalla programmazione del brano Chiedi Chiedi. •• Atteso per la primavera prossima il nuovo album di Beck, per il quale è prevista la collaborazione con Dan the Automator. •• Previsto per dicembre il processo in Lituania nei confronti di Bertrand Cantat, accusato per la morte di Marie Trintignant in seguito a delle percosse. Intanto degli anonimi gli hanno bruciato, distruggendola, la casa in Bretagna, e la madre di Marie, la regista Nadine, ha pubblicato in Francia un libro sulla figlia: 140'000 copie vendute nei primi tre giorni. •• L'ex-frontman degli Stone Temple Pilots, Scott Weiland sta attraversando un periodo prolifico. Non solo lavora a tempo pieno con la sua nuova band, i Velvet Revolver, formata insieme agli ex-Guns 'n’Roses, ma ha trovato anche il tempo di fondare un'etichetta discografica, la Softdrive Records. I primi a beneficiare dell'attività della Softdrive saranno i Campfire Girls, il cui nuovo album, Tell Them Hi, uscirà fra qualche settimana. •• E’ in uscita una versione inedita di Let it be, l’utlimo album dei Beatles al quale sono stati eliminati effetti sonori ed rindondanze orchestrali. •• Bono ha momentaneamente abbandonato la musica per darsi al disegno, illustrando le 64 pagine del libretto di accompagnamento di una nuova versione di Pierino e il Lupo di Prokofiev. I ricavati del progetto saranno devoluti all'Irish Hospice Foundation, una fondazione per la cura del cancro. I disegni originali sono stati realizzati dal musicista con l'aiuto dei figli Jordan, 14 anni, e Eve. Il libretto nel quale sono riprodotti i disegni sarà pubblicato in Gran Bretagna dalla casa editrice Bloomsbury. •• Dopo molti tentativi e varie carriere soliste gli Europe annunciano un nuovo album in studio, un nuovo tour e un DVD con video e interviste. Ne sentivamo la mancanza, proprio! •• Radiohead: la band di Thom Yorke è stata la vincitrice del premio come miglior band del mondo nella notte dei Q Awards, i premi della rivista Q. I grandi sconfitti sono stati i Coldplay che non hanno portato a casa nessun premio. Ecco gli altri principali vincitori: The Thrills (miglior debutto), Blur (con Think Tank, miglior album) e Muse (band più innovativa). Intanto Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, ha realizzato il primo album solista della sua carriera, Bodysong, in uscita a fine ottobre. E’ la colonna del film omonimo diretto da Simon Pummell, il cui debutto avverrà sugli schermi britannici il 5 dicembre. L'album vede anche l'apporto del fratello di Jonny, Colin, bassista dei Radiohead, nel brano 24 Hour Charleston. •• E’ morto venerdì 26 settembre Robert Palmer, per un attacco di cuore. Il poliedrico cantante aveva 54 anni. Si trovava in vacanza a Parigi in compagnia della sua fidanzata, Mary Ambrose. Già collaboratore di Duran Duran (con il progetto Power Station) e dei Talking Heads, Palmer raggiunse la fama nel 1985, quando pubblicò l'album Riptide, e grazie ai singoli Addicted To Love, e John & Mary ebbe un successo planetario. Palmer abitava da quindici anni in Ticino (a Bosco Luganese), dove diceva d’aver trovato la sua vera casa. •• In Time, il Best Of dei R.E.M. in uscita il 27 ottobre, raccoglierà i migliori brani scritti dai 1988 in poi. Cliccando sui titoli dei brani nella home page dei R.E.M. (www.remhq.com) è possibile scaricare video e audioclips di alcuni pezzi del disco. Il Best Of includerà due brani inediti, Bad Day (il singolo apripista) e Animal, oltre ad All The Right Friends, estratto dalla colonna sonora di Vanilla Sky. •• Peaches, nuovo fenomeno della scena undeground grazie al suo disco Fatherfucker (vd. recensioni dischi), farà da supporter a Marilyn Manson nel tour europeo che la gothik-star inizierà il prossimo 19 novembre ad Amburgo e terminerà a Lisbona il 27 dicembre. •• E’ già concluso il viaggio artistico di Billy Corgan con la band Zwan. Corgan ha annunciato lo scioglimento degli Zwan in un’intervista in diretta ad una radio americana. •• In uscita presso le librerie Anomalia Subsonica, un libro che racconta la storia della nota band Subsonica, redatto da Paolo Ferrari, giornalista di Rumore e Il Manifesto, e Dj presso la RAI e Radio Popolare. •• Digustato dall’industria discografica, Krist Novoselic ha messo fine al suo progetto Eyes Adrift. L’ex-bassista trentottenne dei Nirvana vorrebbe intraprendere la carriera politica. •• La Rhino ha prodotto un cofanetto contenente quattro Cd dedicati alla storia del punk. Trattasi di cento brani tratti dai lavori di Ramones, Stooges, Jam, Damned, Clash, Saints e Germs. Inspiegabile l’assenza di brani dei Sex Pistols. •• Se tutto va bene, a fine novembre dovrebbe uscire il nuovo Cd dei Korn. Tra la quindicina di brani inediti, una cover di One dei Metallica. 035 live re.play Deftones + A Perfect Circle 25 settembre - Frauenfeld di blindFREAK Sono state fatte petizioni, raccolte di firme e richieste disperate, ma i Deftones la data in Italia non l’hanno fatta. Per fortuna hanno deciso di presentarsi nella ridente cittadina di Frauenfeld, dove hanno suonato insieme agli A Perfect Circle e ai Revolution Smile. Purtroppo non ho assistito all’esibizione di questi ultimi, ma fortunatamente non mi sono persa la performance degli A Perfect Circle, che oltre al nuovo album Thirteenth step hanno presentato anche la nuova formazione della band, che vede al basso l’ex Marilyn Manson Twiggy Ramirez, alla chitarra James Iha (fu Smashing Pumpkins) e Josh Freese alla batteria. Il suono, l’esecuzione, la presenza scenica e persino la disposizione sul palco erano impeccabili e particolari, per non parlare ovviamente della voce profonda e incantatrice di Maynard Keenan. Il loro nome è decisamente azzeccato, perché musicalmente raggiungono qualcosa di veramente perfetto. Non altrettanto perfetto ma sicuramente emozionantissimo è stato lo show dei Deftones, o meglio, di Chino Moreno. La voce più bella del nu metal (se così si può definire il loro stile) è senza dubbio il pilastro portante del quartet- to, senza il quale probabilmente i Deftones perderebbero gran parte del loro fascino e carisma. Chino ha dato spettacolo per tutto il concerto, cantando magnificamente e, a differenza di molti altri artisti altrettanto famosi (es: Korn), ha interagito molto con il pubblico, ringraziando più volte i fans, scendendo dal palco per stare a contatto con la gente e stringendo mani a destra e a sinistra. Che i musicisti dei Deftones non siano dei genii di tecnica e originalità è risaputo, ma la loro musica è stata, ed è ancora, innovativa e ogni loro canzone possiede tantissima atmosfera, grazie soprattutto a Dj Frank Del Gado. Tra un brano classico e uno nuovo, i Deftones hanno condotto uno show favoloso, che mi ha emozionato tantissimo vista la mia gran passione per loro, infatti non mi sento del tutto imparziale nel recensire questo concerto. Nonostante per alcuni siano forse mancate capacità esecutive, originalità, tecnica e precisione, lo show dei Deftones mi ha fatto tornare a casa felicissima, con il pensiero di aver stretto la mano a Chino e Abe (drums) e stringendo tra le mani il plettro di Stephen (guitar), mi sono resa conto che non bisogna per forza fare gli assoli di Satriani o le rullate di Lombardo, ma basta semplicemente tanto contatto, entusiasmo e passione per fare di quattro ragazzi una band grandiosa. David Bowie 8 settembre Reality Show - Londra Riuscito a metà il pomposamente annunciato Reality Show di David Bowie, trasmesso in diretta da un esclusivo concerto di Londra in 68 cinema di 22 Paesi europei. Grande era l’attesa di ascoltare dal vivo i nuovi brani tratti dal nuovo (e, sans dire, pregevole) omonimo album, uscito qualche settimana fa; altrettanta era la voglia d’interagire telematicamente ed in simultanea (come promesso) con la rockstar. Indagando tra le notizie pervenute in merito le cose si sarebbero svolte così: prima dell’inizio dello show, sullo schermo dei cinema prescelti era indicato un numero Sms cui indirizzare le domande per l’intervista a Bowie. Un numero di cui non è stato possibile abusare, nel senso che sono state rivolte al cantante solo dieci sms-domande (su 22 paesi!) …e pare che siano state domande banali e senza curiosità. Dubbio: il pubblico era effettivamente così loffio o la scelta delle domande da parte della regia è stata semplicemente un po’ superficialotta? Passiamo allo show. Elogi alla forma di Bowie, più grintoso ed affascinante che mai, però, secondo fonti accreditate, il suono nei cinema era inferiore al previsto. Non eravamo presenti, quindi non possiamo confermare. Il concerto sembra che sia stato inferiore alle aspettative dei fan, i brani del nuovo album in versione live non erano completamente rodati ed i picchi si sono raggiunti limitatamente con quei pochi brani cult (Modern Love e Hello Spaceboy) che il Duca ha avaramente elargito. Insomma, le recensioni non sono tanto positive, ma lasciano una speranza per i concerti della grossa tournée Reality (all’Hallenstadium di Zurigo il 24.10.2003). I fan aspetteranno Bowie al varco. E lui, con la sua consueta classe, saprà difendersi bene. 036 re.play Livepreview In Svizzera l’autunno s’annuncia ricco d’avvenimenti musicali. Gli organizzatori di concerti elvetici hanno annunciato le prossime date, tra le quali abbiamo fatto una scelta tra quelle più appetitose per i fans della Svizzera Italiana. L’agenzia Art Contact di Ginevra (tel. 026 / 6751054) propone per i prossimi mesi tre concerti d’alto spessore rock: Placebo, Blur e Muse. Anche gli altri organizzatori e promoter si sono dati da fare. Il programma fino a dicembre è veramente intenso, e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Di seguito eccovi le date degli altri concerti più importanti per quest’autunno svizzero. ottobre Placebo si esibiranno il 25 ottobre all’Arena di Ginevra. Condotti dal carismatico leader Brian Molko, il trio glam britannico promette di offrire uno show intenso e trascinante. I Muse, con il loro sound maestoso ed in tensione, adattissimo all’imponente acustica dell’Arena di Ginevra, saranno in Svizzera il 2 novembre. Il trio britannico proporrà per questo concerto brani tratti dal loro nuovo album (Absolution, vd. tra le recensioni dischi), con il suo consueto stile irruento e melodico. I Muse non si sono più esibiti in Svizzera dal 2002, quindi questo è un concerto molto atteso dai fan svizzeri. Tra i concerti in previsione per Art Contacts anche quello dei Blur, presso la sala Métropole di Losanna il 13 novembre, con di spalla gli Elbow. Serata speciale all’insegna della qualità, concessa solo a 2’000 fortunati (la capienza della sala ha questo massimo). Per questo concerto restano ancora pochi biglietti (www.ticketcorner.ch) Blur 17 Stereophonics / Volkshaus - Zurigo 24 David Bowie / Hallenstadion - Zurigo 25 The Dandy Warhols / Rocking Chair - Vevey 28 Keziah Jones / X-TRA - Zurigo 30 Iron Maiden / Hallenstadion - Zurigo 31 Fun Lovin' Criminals / Schüür - Lucerna novembre 03 Paradise Lost + Amorphis + Godhead Abart - Zurigo 05 Moloko / Volkshaus - Zurigo 08 16 Horsepower / Fri-Son - Friborgo 10 Ben Harper / Hallenstadion - Zurigo 18 Kings of Leon / Salzhaus - Winterthur 18 Sepultura / Kaserne - Basilea 29 Black Rebel Motorcycle Club / Abart - Zurigo 30 Marilyn Manson / Hallenstadion - Zurigo 30 The Mars Volta / Abart - Zurigo dicembre arper Ben H 07 Lamb / Fri-Son - Friborgo 08 Metallica / Hallenstadion - Zurigo 17 Busta Rhymes / Tägerhard - Wettingen I biglietti per tutti i concerti elencati in questa pagina li trovate presso Ticketcorner (www.ticketcorner.ch). Affrettatevi, vanno via come il pane... Black Rebel Motocycle Club ls Dandy Warho Fun Lovin’ Crim inals Iron Maiden 037 agenda ottobre 10 venerdì 16 giovedì Garage Music - Castione Live con PRETTY FACE (garage-beat anni '60) Living Room - Lugano Live con ALI PERDUTE e SO79 (alternative&indie rock) La Fabbrica - Losone Live con DOCKERY FARMS (soul, rock & blues) 24 venerdì Garage Music - Castione CABARET TSI + Dj set Night Inizio ore: 19.00 Living room - Lugano Dj set MindEqualizer con ROLLZ (breakbeat, acid & tribal groove) sabato Living room - Lugano Dj set con Chocolate (from electro to minimal house) 25 sabato Garage Music - Castione Live con CHERRY PIE (rock’n’roll’n’blues) Garage Music - Castione Live con BRIAN AUGER's OBLIVION EXPRESS (jazzy e funky-hammond) La Fabbrica - Losone Live con KING TONGUE (art rock da Milano) Living room - Lugano Halloween party! Dj set con IGSMAN (trip hop, electronica, big beat) Living room - Lugano Live con MUSh (britrock) 30 giovedì Living room - Lugano Dj set MAFFIA SOUND SYSTEM con Dj ROCC@ (breakbeat, d‚n‚b) La Fabbrica - Losone Live con OFFBIIT (acappella à la carte) Living room - Lugano Live con COSMETIC (alternative rock) CinemaTeatro - Chiasso Live con SERGIO CAMMARIERE (musica d’autore) Living room - Lugano Dj set MondoRaba con RABA (Rete 3) Bar Hieronymus - Morbio Inferiore Live con PUSSYWARMERS (rock’n’billy) CinemaTeatro - Chiasso Live con Sainkho Namtchylak (canti elettro-etnici) Garage Music - Castione Halloween Night Party Dj set fino alle cinque di mattina… 18 sabato Garage Music - Castione Live con VASCO JAM (cover-band) 15 mercoledì 31 venerdì Garage Music - Castione Lachrima Krisma Live con KRISMA & Dj set con LORENZ (from elektricity to elektro clash) 17 venerdì Living room - Lugano Sinapsi DJ SET V/S VIDEO (nu-jazz, broken-beat, drum'n' bass) 11 re . p l a y 23 giovedì Garage Music - Castione EXTRA MUSIC dal Garage Prima selezione del concorso per band emergenti 24 ottobre Garage Music - Castione Lachrima Krisma From elektricity to elektro clash Live con KRISMA & Dj set con LORENZ Una delle novità della stagione presso il garage Music di Castione consiste in un evento previsto per il 24 ottobre, intitolato Lachrima Krisma (From elektricity to elektro clash, durante il quale due personaggi illustri “occuperanno” il Garage con ospiti, suoni e vibrazioni elektro-caleidoscopici. Sto parlando dei Krisma, uno dei nomi anni ’80 più di culto in Italia ed in Europa, coppia italo-svizzera pioniera delle sonorità elektro-wave. Fautori di un innovativo sound electrowave-punk, i Krisma hanno prodotto album memorabili ed avanguardistici come U, Chinese Restaurant e Clandestine Anticipation. Al presente le leve dell’elet- Palabasket - Bellinzona Festival CI SIAMO! Live con PUNKSECK, MAJA, CONFUSED e altri (punk & core) Dalle 20.00 tronica italiane come Subsonica (con i quali i Krisma hanno inciso il brano Nuova Ossessione), e poi Wagooba, Morgan, Sirenetta H. e altri, omaggiano il talento e l’inventiva di questa coppia storica con collaborazioni e scambi. Sempre all’avanguardia e mai stanchi d’esplorare le più innovative sonorità (come la techno, il d’n’b e l’elctroclash), oggi i Krisma sono più attivi che mai. Durante la serata Lachrima Krisma (From elektricity to elektro clash) si potrà ulteriormente constatare dal vivo tutta l’esperienza e l’estro di Christina e Maurizio, questa volta accompagnati da Dj Lorenz, un esperto veterano del sound anni ’80. Ma la vera sorpresa è che essi, fungendo da navigati maestri delle cerimonie, torneranno al Garage ogni mese con ospiti e amici (avete visto chi sono…) ed esclusivi Dj. Assolutamente da non mancare l’appuntamento con la prima serata, il 24 ottobre. Stay tuned! Info su: www.garagemusic.ch In omaggio un biglietto ai primi dieci lettori che invieranno un messaggio intestato KRISMA all’email [email protected] Le date indicate sono quelle pervenuteci entro la chiusura redazionale. Potete trovare costanti aggiornamenti sui concerti nella nostra regione al link "agenda" presso il nostro sito web www.resetmagazine.ch 038 re.play di naca My Stupid Dream Il sogno continua I luganesi My Stupid Dream, composti da Nicolas Bosia, Raphael Cecchin, Vito Chiofalo, Pablo Creti e Davide Gentile, sono senz’ombra di dubbio una delle certezza musicali più consolidate della scena punk ticinese. Ora, dopo tanta gavetta sui palchi di tutta Svizzera e Italia e un primo disco datato 1998 (Happy to be Punck rockers), è finalmente pronto il loro nuovo lavoro, Place trust in your friends. Proprio per questo motivo ci siamo ritrovati con Davide, il cantante della band, per discuterne. Come è andato il lavoro di concepimento del disco? Per 18 mesi abbiamo lavorato assiduamente al disco. In certi periodi eravamo veramente prolifici, in altri evidentemente meno, ma è così per tutti. L’idea del disco è comunque nata gradualmente, essendo le nostre prove sempre concentrate sulla preparazione dei concerti. Poi ad un tratto ci siamo resi conto che i pezzi completi e che ci piacevano cominciavano ad essere un bel po’. Nel maggio 2002 abbiamo prima di tutto registrato una demo di quattro pezzi che però è rimasta sempre e soltanto a scopo promozionale. Poi, tra il gennaio e il febbraio di quest’anno siamo entrati in studio per lavorare al disco. I quattro pezzi della demo sono stati registrati di nuovo e fanno ora parte di Place trust in your friends. Come funziona il lavoro di preparazione di una canzone, come la “componete”? Spesso devo dire che le idee a livello musicale le ha Raphael. Partiamo dalle sue proposte e poi diamo libero sfogo alla nostra creatività. Da lì in poi diventa uno sforzo di gruppo. E’emozionante vedere come i pezzi si sviluppano. Una volta trovata la melodia che più ci soddisfa comincio mettermela in testa fino a quando riesco a trovare un’idea per una linea di canto. Una volta trovata quella mi rimane da scrivere il testo. A proposito dei testi, mi è sembrato di capire che vuoi trasmettere dei messaggi importanti? Si, devo dire che anche se l’inglese non è la mia lingua madre, cerco sempre di dire qualcosa d’interessante. C’è un pezzo a favore dell’eutanasia, The Right To Choose, che anche musicalmente è interessante, con una bella melodia che sprigiona energia. Ci sono altri pezzi con dei testi che cercano di dire qualcosa come per esempio, Solve Don’t Hide, che parla del problema delle droghe. È un lento con il pianoforte, che ha gentilmente suonato Tato Zampieri, una vera chicca, e lui è decisamente un grande. Sei soddisfatto del risultato finale? Si, devo dire di sì, anche se non ci si deve mai sentire soddisfatti; sono fatto così, guardo sempre avanti e sento che c’è ancora tanta strada da fare. Adesso non vedo già l’ora di ricominciare a suonare sui palchi del Ticino e provare anche nuovi pezzi. Comunque il disco mi soddisfa, i pezzi sono di buona fattura, sono stati registrati bene, e nell’insieme abbiamo raggiunto una buona varietà raggiungendo diverse sfaccettature del nostro emo punk rock. My Stupid Dream Place trust in your friends Honey Records Al nuovo album dei luganesi My Stupid Dream, Place Trust in your friends, non manca proprio niente per essere considerato un buon disco emo-punk. Uscito il 4 ottobre, questo disco conferma il buon momento della musica rock ticinese. I pezzi sono belli tirati, le ritmiche incalzanti, i testi interessanti, l’energia non si fa desiderare, ma è sopratutto la voce di Davide Gentile e le melodie che riesce a disegnare che permette a quest’album di risultare impegnativo e piacevole allo stesso tempo. I meccanismi sono oliati alla perfezione - con l’esperienza dei membri della band non ci si poteva aspettare altro. I My Stupid Dream sono infatti riusciti a sfornare un ottimo lavoro da tutti i punti di vista dimostrando che anche alle nostre latitudini il lavoro e la dedizione portano a risultati sorprendenti. Pezzi come l’apertura di Your Trophy's Bleeding, la title track Place Trust In Your Friends, e le bellissime Solve Don’t Hide e The Wolrd Through the Window non lasciano dubbi sulla consistenza musicale del disco e di questa band nostrana. Place trust in your friends è un album completo, che esplora con naturalezza tutte le sfaccettature del genere punk, senza risultare forzato. Anzi, proprio questa naturalezza e quest’affiatamento faranno sicuramente la forza dei My Stupid Dream sul palco. Quindi, in attesa dei primi concerti dei My Stupid Dream, non ci resta che gustarci questo Place trust in your friends, consapevoli che finalmente si avrà voglia di lasciare un prodotto ticinese nel proprio lettore Cd. Da cosa è ispirato questo titolo, Place trust in your friends? (Davide ride, ndr.) Beh, il titolo è ispirato a un gioco della Play Station, in cui si sottolinea come per costruirsi una propria personalità ben distinta e quindi guadagnarsi il rispetto degli altri, bisogna sempre e comunque fidarsi degli amici, ma appunto, senza esserne schiavi. Quando ho letto questa frase mi sono fermato un attimo a pensare cosa volesse significare per me. Ecco, questo è il ragionamento che è seguito, e reputo che sia veramente importante avere fiducia negli altri. I My Stupid Dream suoneranno il 15 novembre 2003 al Metrò di Lugano in compagnia dei The Gone Overseas, e di un terzo gruppo a sorpresa di cui già si vociferano grandi cose… Check it out! Info: www.mystupiddream.com 039 localcorner intervista di iggi Aliperdute Un’altra prospettiva Ali Perdute è un gruppo che si può definire veterano nella scena musicale della Svizzera Italiana. Nata nel dicembre 1997 tra Lombardia e Svizzera Italiana, questa band ha debuttato nel 1998, e d’allora ha partecipato a numerosi concorsi musicali (Emergenza Rock Italia, Deep Rock Festival Varese, Palco ai Giovani, ecc). Prossimamente è in uscita il nuovo Cd, Nessuno vede il vetro. Aliperdute, qual`è il significato di questo nome? E’ un nome che sta un po’ a significare il rapporto che abbiamo con la musica, che poi è un po’ quello che qualsiasi persona può avere con l’arte in genere, cioè un mezzo per staccare dal quotidiano e cercare risposte “altre” rispetto a quelle che si hanno guardando sempre dalla solita prospettiva. Avete partecipato a vari festival e concorsi italiani. Vedete qualche differenza tra l’Italia e la Svizzera rispetto a come viene ospitata la musica live? Differenze sostanziali no, forse in Italia ti capita di percepire più facilmente un certo coinvolgimento, ma poi ogni concerto fa storia a sé, dipende dal posto, dall’atmosfera, è difficile generalizzare. Raccontateci la vostra esperienza all’Arteplage di Bienne durante l’Expo2002... Non abbiamo ancora capito com’è successo che ci abbiano chiamati, comunque è stata un’esperienza molto positiva, il suono sul palco era fantastico, quindi suonare è stato particolarmente piacevole. L’orario pomeridiano della manifestazione ha limitato un po’ il pubblico ma quello presente sembrava davvero partecipe. Avete da poco cambiato formazione, prima la presenza di uno strumento classico come il flauto dolce faceva sì che vari recensori abbiano definito il vostro progetto come “tendente al progressive”... ora è cambiato qualcosa? Se per progressive s’intende la commistione di vari generi, tra rock classico, influenze metal e un po’ di noise lo possiamo definire così. Ora che abbiamo perso il flauto c’è meno richiamo abbastanza diretto con alcuni gruppi “progressive” ma di fondo la struttura dei pezzi non è cambiata, continuiamo a mescolare generi e sonorità secondo il nostro gusto personale. Quali sono le vostre influenze musicali? Appunto, ognuno di noi ha i suoi gusti e le sue influenze personali, arrangiamo tutto in modo democratico quindi i diversi tipi di musica che ognuno di noi ascolta finiscono per influenzare quello che facciamo... e la scelta è ampia perché andiamo dal metal al pop passando per vari gradi intermedi. Le composizioni delle vostre canzoni come avvengono? Di solito da un giro di chitarra e da un testo su cui lavoriamo insieme, anche improvvisando, fino a che l’idea iniziale non prende una forma definita che ci suoni bene e che ci piaccia suonare. Gira la voce che avete in previsione un nuovo Cd. Sì, è un Ep di cinque pezzi, però (abbiamo il vizio di non limitarci ai tre minuti di canzone) è un totale di più di mezz’ora di musica. Se tutto va bene dovrebbe essere disponibile a metà ottobre, s’intitola Nessuno vede il vetro, è stato registrato al Minimal Studio da Marco Valsangiacomo e sarà venduto al prezzo politico di dieci “ciaccaeffe”. Ricomincia quindi la stagione dei concerti. Quali sono quelli in previsione? Ad essere sinceri non ci stiamo sbattendo più di tanto per trovare date, da giugno e per tutta l’estate ci siamo impegnati molto per registrare questo Ep lasciando un po’ a parte la questione live, ma ora ci daremo da fare. Intanto v’invitiamo al nostro concerto in compagnia degli italiani SO79 presso il Living room, il 16 ottobre. Ci saremo di sicuro! Chi vuole contattarvi dove deve rivolgersi? Abbiamo un sito, www.aliperdute.ch, e un indirizzo e-mail che è [email protected], dove informeremo su eventuali concerti futuri, e poi se qualcuno è interessato al disco... chiedete, e vi sarà dato! 040 re.vision di squalo Divagazioni Mentali Si fa presto a dire bizzarre… Effettivamente, però, non è così semplice definire cosa potrebbe essere considerato tale. Troppi sono i parametri per stabilire, definire, delimitare cosa sia veramente bizzarre. Forse una delle parole chiavi è proprio “delimitare”: tutto ciò che esce dalla norma è, quantomeno bizzarre. A questo punto sorge implicita una ricerca di cosa si possa intendere per norma (escludendo a priori il fatto che qualcuno possa deciderlo in vece nostra!). La norma (intesa come regola, esempio, modello… non come nome di una mia amica) è volubile di suo (e qui Norma mi sarà riconoscente della precedente precisazione!) dal momento che, per natura, è soggettiva ed adattabile alla realtà quotidiana dove si vive. Esempio cinematografico : qualcuno poteva ritenere bizzarre la Divine di John Waters ai tempi di Mondo Trasho (1969), magari vista in un’oscura proiezione di una sperduta saletta di periferia. Adesso, con il suo italico clone Platinette che impazza nei ciacolanti salotti televisivi mentre, magari, voi in pigiama vi scolate una birra dall’alto del vostro divano, è da considerarsi altrettanto bizzarre? Tutta quest’immane ed arzigogolata premessa perché la redazione m’impone tematiche cinematograficamente non facili da elucubrare (bella piena questa parolona, speriamo di non averla usata troppo a sproposito). Cosa posso avere mai visto di cotanto bizzarre da intrattenere un intero articolo? Posso considerare tali gli striptease di The Rocky Horror Pictures Show? Il film di Jim Sharman era del ’75 (io l’ho visto mooolto dopo, è vero) ma ad una qualsiasi Street Parade adesso vedo bizzarrie molto più trasgressive. Cos’altro posso elencare? I documentari (troppo spesso oltre lo snuff od il farlocco) di Gualtiero Jacopetti? Date un’occhiata ad Internet e poi me lo dite. È vero : uno dei tanti meriti del Cinema è quello di avere (quasi) sempre anticipato i tempi e/o la realtà (ancora sto aspettando l’Orgasmatron visto ne Il Dormiglione di Woody Allen, ma temo Il Pianeta delle Scimmie e la maggior parte dei film di fantascienza). Ecco : ci sono! Qualcosa di davvero devastante e bizzarre l’ho visto anche se in un film non da grande sala. Piccolo problema : adesso come ve lo spiego? …mumble…mumble… Dunque…hem… avete presente una delle tendenze attuali dei film porno ? (dai, non fate finta di rimanere scandalizzati e/o di non averne mai visto uno, ipocriti!). C’è un sub-filone in questo genere che è tutto un programma : la parodia dei film “seri” in chiave (NO ! non c’è il doppiosenso) pornografica. Solitamente d’attinente ci sono soltanto dei titoli spassosissimi : da 007 e i Servizietti Segreti ad Aporcalypse Now, da Banana Meccanica fino ad Eiaculazione da Tiffany. L’unico limite è la fantasia. Qualcuno mi aveva passato (questi film non si comprano mai: ce li prestano!) la versione hard di Edward Mani di Forbice. Lascio alla vostra malizia ed indiscrezione capire cosa potesse avere al posto delle mani e dell’uso che poteva farne quest’Edward… ma vi giuro che vedere il protagonista cercare di mangiarsi degli spaghetti era la cosa più bizzarra (allucinante, divertente, disgustosa, il tutto nel contempo!) che riesca a ricordarmi. Forse oggi come oggi il vero bizzarre (non inteso come genere a se stante) lo si può ritrovare solo nel cinema porno. In fondo, anche se tenuto nascosto come un fratello degenere anche l’hard hai i suoi meriti. Meriti senz’altro economici visto che l’hard si porta a casa la stessa cifra d’incassi dell’industria cinematografica (quella nobile) e musicale messe insieme (e qui dire che sia un mercato che “tira” mi sembra quantomeno scontato…)! Meriti anche tecnici anche se decisamente discutibili. All’inizio degli anni ’80 c’erano tre distinte categorie di videoregistratori: il Video200 (della Philips con cassette registrabili sui due lati, con un fermo-immagine e moviola ottimi per l’epoca), il Betamax (della Sony) ed il VHS della sconosciuta JVC. Come mai alla fine ci ritrovammo tutti a casa una ciofeca che aveva sconfitto due colossi mondiali? Semplice: l’industria del Porno (concedetemi almeno questa maiuscola) decise di utilizzare il VHS come standard per e sue produzioni. La gente, pur di potersi gustare filmetti sporcellenti tra le mura di casa propria, iniziò a comprare i prodotti della JVC sdegnando quelli delle concorrenti. Da questo punto ecco la sparizione delle sale a luci rosse, ed il dilagare dell’imperfetto sistema di videoregistrazione (grazie DvD!). Mi sta venendo un terribile, amletico, spaventoso dubbio: non è che per caso Rocco Siffredi & Co. abbiano scelto Window per il loro computer? cinema 041 Da Toronto - ado bader e thomas carta La magia del Cinema nel cuore di Toronto Una scandalosa Meg Ryan ed un simpatico Woody Harrelson, horror ultrasplatter e sorprese di casa nostra. Questo ed altro al più importante festival cinematografico del nord-America, in un foto-diario esclusivo dal Canada per i lettori di re.set. Per capire quanto il Cinema sia di casa, qui a Toronto, basterebbe osservare le chilometriche code che si formano davanti ai botteghini dei cinema di Downtown, come quelle lungo la frenetica e colorata Yonge Street. Nel corso della seconda settimana di settembre, infatti, il cuore cinematografico della città inizia a pulsare con maggiore insistenza e la magia del Cinema inizia a contagiare la multietnica, stravagante e culturalmente all'avanguardia Toronto. Gli spettatori vengono così coinvolti in una maratona di dieci giorni per scoprire le migliori pellicole mondiali. Non a caso molti chiamano la cinerassegna canadese il “Festival dei festival”, per sottolineare che all'appuntamento convergono, ogni anno, i più recenti ed interessanti film provenienti da ogni angolo del globo. Quest'anno anche noi abbiamo avuto l'occasione di curiosare tra alcune delle centinaia proposte dell'allettante cartellone. Una produzione nostrana a Toronto Il cinema elvetico, naturalmente, ha avuto una parte rilevante alla rassegna canadese. Tra le produzioni di casa nostra, il recente e premiato a Venezia Vodka Lemon. La pellicola, che è co-prodotta dalla dinamica e prolifica Amka Film di Massagno, illustra in maniera lucida la vita nella miseria d’alcuni sperduti villaggi abitati da curdi e armeni. "Emozionante, toccante e straordinario per come riesce a raccontare la realtà": questi i commenti da parte di pubblico e giornalisti raccolti all'uscita delle sale. Follie di mezzanotte Da veri estimatori del genere horror non abbiamo potuto resistere alla tentazione di provare brividi di terrore grazie agli spaventi concessi dalla folle sezione denominata Midnight Madness. Questo particolare programma - rigorosamente proposto ad orari da lupi mannari - offre una decina delle più recenti produzioni del genere. In maniera avida, abbiamo visto di tutto: dall'ultimo incubo visionario di Takashi Miike (l'autore dell'insostenibile Audition) ai vampiri e licantropi d’Underworld (presto anche sui nostri schermi), fino al nuovo cyber-noir Cypher del regista de Il Cubo Vincenzo Natali. La pellicola che però ci ha più impressionato è stato un thriller francese intitolato Haute Tension. Scritto e diretto da Alexandre Aja, il film racconta delle disavventure di due ragazze braccate da un serial killer nelle campagne di un'imprecisata località della Francia. Haute Tension, a tratti così violento da rasentare ogni limite di sopportazione, è privo di humour ed è sicuramente uno dei più interessanti horror usciti dalle officine cinematografiche europee negli ultimi dieci anni. Le trasgressioni di Meg Ryan … Oltre alle proposte di cinema dai quattro continenti il festival di Toronto è anche un ideale trampolino di lancio per le ultime produzioni hollywoodiane. Ci siamo divertiti molto con School of Rock diretto dal regista di SubUrbia Richard Linklater e interpretato da uno scatenato Jack Black. La vera sorpresa è stata però In The Cut, l'ultimo film della regista neozelandese Jane Campion (Lezioni di Piano). È stato sorprendente, infatti, constatare la radicale svolta di carriera intrapresa dalla protagonista del film: una conturbante Meg Ryan che, in molte sequenze, recita senza veli. In effetti la regina delle commedie romantiche e strappalacrime, qui interpreta una scrittrice newyorchese che inizia una travolgente e pericolosa relazione con un poliziotto sulle tracce di un misterioso omicida. Come ci ha spiegato personalmente la Ryan durante la conferenza stampa la pellicola è intrisa di scene piuttosto spinte, al punto che ne sono state montate due differenti versioni. Una integrale per il mercato europeo ed un'altra, più soft per quello statuinitense. Il pubblico ticinese potrà vedere la Meg della nuova generazione all'uscita del film nelle nostre sale, previsto per - salvo ripensamenti dei distributori - poco prima di Natale. ...e la semplicità di Woody Harrelson Innumerevoli gli appuntamenti extra-cinematografici al festival di Toronto. Durante una passeggiata lontana dalla frenesia delle sale, ci siamo infatti imbattuti nel simpatico Woody Harrelson (Natural Born Killer, Proposta indecente) durante una gigantesca seduta di yoga all'aperto, che ha visto coinvolte un migliaio di persone. Astuzie promozionali: l'evento, infatti, è stato organizzato per lanciare il suo nuovo film dal titolo Go Further. Tra una battuta e l'altra, il disponibilissimo Woody si è prestato per una veloce foto ricordo Insomma, il festival internazionale del film di Toronto è stata un'esperienza indimenticabile: un appuntamento immancabile ricco di nuove scoperte cinematografiche! 042 rassegne re.vision 11 e 18 ottobre DeGENERE Ex-Cinema Corallo - Novazzano (inizio ore 21.00) Una serata stravagante e divertente quella della presentazione di DeGENERE, opera prima del regista ticinese Tobia Botta. Il suo film è un ironico excursus nella storia del cinema e dei suoi luoghi comuni o caratteristici, che attraversa i diversi generi cinematografici, dall’horror al western, dalla fantascienza al war movie. In un clima festoso in cui ci sono anche gli stessi collaboratori del film, si svolge la visione di quello che si dimostra un prodotto unico; raccontato con un discorso leggero e allegro, con alcuni soluzioni cinematografiche molto interessanti: ad esempio le scenografie che richiamano il mondo dei fumetti, ma anche, perché no, l’espressionismo… DeGENERE diverte, proponendo contemporaneamente una duplice riflessione sul rapporto uomo-grande schermo (meta-cinema allo stato puro) tramite una sorta di film nel film, dove ogni spettatore è anche protagonista: il cinema è sì una fabbrica di sogni che emoziona, stupisce, illude e coinvolge, ma qualche volta ci fa dimenticare che la vita reale è un’altra, e che non necessariamente è tanto brutta da doverci rifugiare in un film. (di Freak of Picasso) DeGENERE verrà presentato in tutto il Ticino grazie ad un tour che partirà da metà novembre. Per prenotazioni ed informazioni: www.bobina.org Cineroom A fine settembre ha preso il via la nuova stagione cinematografica Cineroom presso il Living room a Lugano. Per quest’autunno le tematiche annunciate dal collettivo Cinemino comprendono varie rassegne. Da seguire il ciclo dedicato a François Truffaut dal titolo François Truffaut, l'enfant sauvage, in un viaggio a ritroso nell'opera di uno tra i più grandi cineasti francesi di tutti i tempi. In rassegna le pagine della sua filmografia più ricca di spunti e fascinazioni: da Vivement Dimanche a La femme d'à côtè, dal film-manifesto L'homme qui aimait les femmes a L'histoire d'Adèle H. In programma anche l’interessante ciclo dedicato a Jim Jarmusch, dal titolo Jim Jarmusch - Personaggi in cerca di America, una panoramica omaggiante un’anticonformista regista che ci ha rivelato un’America straniante, stregata e affascinante come non mai. In previsione, inoltre, un ciclo dedicato al cinema del conflitto dal titolo Difficili convivenze - Il cinema del conflitto, ed un ciclo dedicato al cinema di culto e di genere. Cineroom è un appuntamento settimanale con il cinema da non mancare assolutamente: rendez-vous, quindi, tutti i mercoledì, apertura alle 21.00 ed inizio proiezione alle 21.30. Ingresso libero. 15 ottobre François Truffaut L'enfant sauvage L’homme qui aimait les femmes (Francia, 1977) 22 ottobre Difficili convivenze Il cinema del conflitto Beyrouth Al Gharbiyya (Libano, 1998) 29 ottobre Jim Jarmusch Personaggi in cerca di America Stranger than Paradise (Id., USA, 1983) Regia e soggetto di François Truffaut Musiche di Maurice Jaubert Con Charles Denner, Brigitte Fossey, Nelly Borgeaud, Geneviève Fontanel, Leslie Caron, Nathalie Baye e altri. Versione originale francese con sottotitoli in italiano Regia e sceneggiatura di Ziad Doueiri Musiche originali di Stewart Copeland Con Rami Doueiri, Mohamad Chamas, Rola Al Amin, Carmen Lebbos, Joseph Bou Nassar e altri. Versione originale libanese con sottotitoli in francese Regia e sceneggiatura di Jim Jarmusch Musiche originali di John Lurie Con John Lurie, Eszter Balint, Richard Edson, Cecilia Stark, Tom DiCillo e altri Versione originale inglese con sottotitoli in francese Per informazioni Living room - Lugano Tel. ++41/ +91/ 970 15 17 www.livingroomclub.ch www.thermos.org/cinemino Mon cher Simenon Cinema Iride - Lugano Segnaliamo un ciclo cinematografico organizzato da LuganoCinema93 (peraltro già iniziato a fine settembre presso il Cinema Iride di Lugano) dedicato a George Simenon, l’autore belga che più d’ogni altro ha conquistato l’immaginario cinematografico francese ed europeo. Mon cher Simenon è un’interessante rassegna che presenta pellicole difficilmente reperibili alle nostre latitudini. Ogni giovedì sera, fino al 6 novembre. Inizio alle 20.30. Per informazioni: LuganoCinema93 e-mail: [email protected] 16 ottobre La veuve Couderc (1971) 23 ottobre Monsieur Hire (1988) Regia di Pierre Granier-Deferre Con Simone Signoret, Alain Delon e Ottavia Piccolo Regia di Patrice Leconte Con Michel Blanc, Sandrine Bonnaire, Wilms e Luc Thuiller 30 ottobre L’inconnu dans la maison Regia di George Lautner (1992) Con J. Paul Belmondo, Renée Faure, Christina Réali, Sébastien Travel e François Perrot 6 novembre En cas de malheur Regia di Claude Autant-Lara (1958) Con Jean Gabin, Brigitte Bardot, Edwige Feuillère, Nicole Berger e Franco Interlenghi 044 re.vision cinema di pablo Arancia Meccanica Kult Arancia Meccanica (Gran Bretagna - 1971) Regia e scenggiatura di Stanley Kubrick Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clark Da molti considerato come il capolavoro assoluto di Stanley Kubrick, Arancia Meccanica è un film dal fortissimo impatto sociale e le tematiche che ha sviluppato negli anni ‘70 sono drammaticamente attuali. Il film è una gran riflessione sull’uomo, sulla sua natura a contatto con i condizionamenti esterni. Kubrick sembra voler affermare che non esiste una terza via fra violenza di Stato e violenza autogestita, che il controllo del potere è esercitato in maniera esclusivamente repressiva e non rieducativa. Girato nel 1971 e ambientato in un non meglio precisato futuro, Arancia Meccanica narra la paradossale storia di Alex (splendidamente interpretato da Malcom Mc Dowell), i cui unici passatempi sono l’ultra violenza e Ludwig Van Beethoven, e dei suoi compagni-drughi. La storia di Alex è una vera e propria parabola del devastante futuro verso cui sta andando incontro la nostra società, in cui ordine sociale e libertà personale sono in costante antitesi, in cui le istituzioni assorbono gli uomini e se ne servono. La violenza individuale viene strumentalizzata dalla società, che ne fa a suo piacere forma di repressione, intrattenimento o spettacolo. Ciò che colpisce sin da subito è l’apparato scenografico del film, cosi kitsch e futuristico, una raffinata fusione tra passato e futuro: i protagonisti, infatti, sono vestiti con dei “pigiamoni” ed una bombetta, mentre Alex in borghese è vestito quasi in stile ottocentesco; le abitazioni hanno dei colori sgargianti, così come la capigliatura della madre di Alex; anche il linguaggio dei protagonisti è molto particolare, uno “slang” molto futuristico con molti riferimenti a George Orwell; su tutto, però, regna l’arredamento del Korova Milk Bar (punto di ritrovo dei drughi), formato da delle statue, per lo più donne nude, da cui esce il tanto amato “latte più” (latte e mescalina). Dal punto di vista formale e stilistico, Arancia Meccanica è uno dei film più raffinati di Kubrick per le invenzioni visive e registiche, con un montaggio brillante metaforico e intenso, immerso in pieno nella cultura anni ‘60-‘70 a base di droghe, pop art, libertà sessuale, improvvisazione ed estasi, anarchia, connivenza fra malavita e Stato. Le musiche sono parte fondante del racconto, e diventano addirittura motivo d’azione; in tal senso sono da vedere le scene con la nona sinfonia di Beethoven e la Gazza Ladra di Rosssini, o la sequenza del pestaggio accompagnato musicalmente dall’americana perbenista Singin in The Rain. Il futuro ipotizzato da Kubrick non è molto lontano da quello di 1984 di Orwell o quello di Brave New World di Huxley. Arancia Meccanica è uno dei film più importanti della sua epoca ed è il maggior rivelatore dell’ideo- logia kubrickiana: quella cioè di un regista che pur muovendosi nell'ambito del sistema, ha rivolto nei confronti dell'universo capitalista e borghese una critica puntuale, feroce: non essendo egli un rivoluzionario, ha tuttavia svolto un lavoro di metodica distruzione di usi, costumi, istituzioni dell'Occidente (segnatamente degli Stati Uniti) che non ha uguali. Per raggiungere un più vasto pubblico Kubrick usa la figura dell’iperbole, una voluta esaltazione del fenomeno della violenza nel mondo. Come diceva Macchiavelli, più lontano e con forza si spara, più possibilità ci sono di raggiungere bersagli distanti. Arancia Meccanica è un meraviglioso trattato sul libero arbitrio, e sul condizionamento che la società tenta di esercitare -con sempre più successo- sui suoi soggetti. Un film che tenta di spiegare che non siamo altro che uno strumento nelle mani del potere, e che siamo tutti inconsciamente delle arance ad orologeria. cartoon 045 re.vision di apache Piccante Betty Boop Per la copertina di questo numero di re.set abbiamo scelto un’eroina d’altri tempi, la leggendaria Betty Boop. Questa protagonista dei cartoon americani degli anni ’30 ebbe una vita bizzarra e controversa. In ambito cartoon, Betty Boop fu la prima figura femminile protagonista, la prima ad avere sembianze erotiche, quindi anche la prima ad essere censurata… Era il lontano 1931, e il cinema d'animazione subiva il monopolio di due grandi scuole: la Walt Disney e gli studi dei fratelli Fleischer. Nelle sue storie la Walt Disney inseriva dei personaggi femminili, relegandoli però a parti di minimo rilievo e sempre di spalla ai protagonisti maschili. I fratelli Fleischer, invece, decisero di creare un personaggio femminile indipendente ed opposto: nacque così la mitica Betty Boop. I due disegnatori diedero a Betty Boop le sembianze provocanti dell'attrice Mae West per il corpo, e quelle maliziose della cantante Helen Kate per il volto. Era nato il primo cartone animato erotico della storia, e nel ‘34 ne fu tratta la versione a fumetti. Fu un gran successo. Nelle sue storie Betty non dipendeva da nessuno e viveva dalle sue attività artistiche, era una cantante esotica di successo che ogni sera concedeva il suo cuore ad un uomo diverso. Piacque soprattutto il suo aspetto da femme fatale che saliva sul palcoscenico con un ancheggiare malizioso, abbigliata con vestitini semitrasparenti che, per la prima volta, lasciavano intravedere il seno, Autori di altri cartoon di successo i fratelli Fleischer disegnavano tranquillamente la diva in topless e gonna di paglia, come si vede nel loro Popeye the Saylor, il celebre cortometraggio dove Braccio di Ferro incontra Betty Boop. In questo cartoon in particolare, tra i 24 fotogrammi al secondo ne inserirono un paio (non visibili ad occhio nudo) dove Betty era completamente spogliata. A quel punto la censura americana vide nell’eroina un pericolo che minava la moralità sociale. Betty Boop fu il primo fumetto a subire l'intervento della censura, e perciò la sua carriera non durò molto. I fratelli Fleischer ne decretarono la fine, e nel ‘35 produssero un ultimo cartoon dove una Betty dallo sguardo tristissimo era infagottata in un vestito informe e sgraziato. Un‘eroina coraggiosa, emancipata, molto femminile, indipendente e cosciente delle proprie potenzialità, ora Betty Boop è l’emblema di un certo erotismo pulito ed elegante, fatto di calze di seta e giarrettiere, di battiti di ciglia e labbra color ciliegia. Betty Boop è una deliziosa figura riscoperta e rivalutata: miscela esplosiva di seduzione, forza e gioia di vivere… Biancheria ed accessori di H&M 046 re.ad recensioni stefano kirk Hilde Bruch La gabbia d’oro - L’enigma dell’anoressia mentale Feltrinelli La professoressa in psichiatria Hilde Bruch presso il Baylor College of Medicine di Houston, un’autorità in patologie dell’alimentazione, pubblica questo libro ricco di casi ed esempi per riconoscere e prevenire una malattia che colpisce soprattutto ragazze adolescenti, e che non solo incide sulla loro salute immediata, ma può renderle invalide per il resto della vita. Le vittime dell’anoressia sono soprattutto ragazze adolescenti o preadolescenti che si sentono spesso imprigionate da mete inaccessibili ed aspettative inattuabili imposte dalla società e dalla famiglia. Si sentono come chiuse in una gabbia d’oro. La manifestazione principale della malattia è disastrosa e comporta perdite di peso al limite del sopportabile. La terapia per contrastare o bloccare la progressiva consunzione fisica è ardua, e la guarigione è problematica per la maggior parte dei casi. I meccanismi di sviluppo della patologia non sono ancora stati contraddistinti in ambito scentifico e psichiatrico. Eppure l’anoressia oggi affligge innumerevoli adolescenti con una preoccupante incidenza rapidamente in crescita. Si potrebbe parlare di un’epidemia per la quale non esiste un agente contagioso, sennonché la diffusione di questo “morbo” è da attribuire a fattori socio-psicologici. La malattia consiste nell’implacabile e morbosa ricerca di una magrezza estrema, nonostante la fame, i dolori lancinanti e le conseguenze a volta letali. E’ una malattia enigmatica, piena di contraddizioni ed incongruenze. C’è nell’anoressia, paradossalmente, un elemento d’esibizionismo, sebbene poche anoressiche siano disposte ad ammetterlo. Malattia devastante: la denutrizione cronica si accompagna ad alterazioni biochimiche le quali influiscono in misura rilevante sul pensiero, sui sentimenti e sul comportamento. Hilde Bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro lucido sulle cause, sugli effetti e sulla possibile terapia che, per essere efficace necessita di una diagnosi precoce. Il suo libro si rivolge a medici, psicologi, insegnanti e genitori, a tutti coloro che hanno la possibilità di osservare i soggetti adolescenti e di riconoscere i sintomi prima che le manifestazioni cliniche si consolidino. Come si scrive il Corriere della Sera Bur Edizioni Quale descrizione del dietro le quinte del Corriere della Sera, questo libro è un viaggio alla scoperta degli intricati meccanismi che producono un quotidiano, e degli uomini che ogni giorno con la loro penna ed il loro mestiere rinnovano il miracolo che gli permette d’essere in edicola tutte le mattine. La ricerca e la valutazione delle notizie in Italia e dall’estero, la corsa contro il tempo di chi scrive, di chi lavora in redazione, di chi impagina, la cronaca, le inchieste, le interviste, le polemiche, la sfida contro Internet: questo e altro ancora nel racconto in prima persona del direttore e dei suoi collaboratori, dalle grandi firme degli inviati fino ai correttori di bozze. Un ampio glossario e dettagliati consigli di scrittura profusi dagli addetti ai lavori sono utili strumenti per giornalisti e collaboratori, ma anche per il lettore comune, che così scopre trucchi e curiosità di una redazione febbrile e sempre accesa. Un manuale di scrittura quindi, una sorta di vademecum per un accurato viaggio nel giornalismo contemporaneo. Osservatorio privilegiato, il Corriere della Sera è una delle migliori testate d’Europa, è pare compia 125 anni di storia quest’anno. Scrivo pare perché mi sorge un dubbio… Leggo sul capoverso: ”Attraverso le pagine del Corriere della Sera, dal 1876 ai giorni nostri, è possibile vedere scorrere la Storia in diretta da un affascinante osservatorio privilegiato…”. Controllo all’interno del capitolo “I Direttori”: Eugenio Torelli Viollier… fondatore del Corriere della Sera, direttore dal n. I datato domenica-lunedì 5-6 marzo 1876. Quindi, secondo i miei calcoli, questa prestigiosa testata dovrebbe avere 127 anni. Dubbi su quest’oscura operazione di ringiovanimento e lifting a parte, questo libro è l’indispensabile guida per chi vuol fare del giornalismo la ragione di vita. Con interventi di Giancarlo Besana, Enzo Biagi, Ennio Carretto, Indro Montanelli, Beppe Severgnini, Giorgio Tosatti, Emilio Giannelli,Giuliano Zincone e molti altri. David Grossman Col corpo capisco Mondadori Col corpo capisco il grande scrittore israeliano David Grossman dà seguito con due nuovi racconti al suo precedente fortunato romanzo epistolare Che tu sia per me il coltello, dimostrando ulteriormente come la vita vissuta nell'immaginazione sia spesso più vera della vita reale. Con lo stile avvolgente e licenzioso con cui lo scrittore induce il lettore a scavare dentro di sé, Grossman invita così ad affrontare una delle emozioni più potenti, la gelosia, un sentimento che non lascia via d’uscita. La gelosia di Shaul, la voce narrante del primo di due lunghi racconti, è l’ossessione di un uomo che per dieci anni spia morbosamente la relazione di sua moglie con un altro. E la gelosia di Rotem, protagonista del secondo racconto, è quella di una figlia disperata per la misteriosa relazione di sua madre con un ragazzo giovane. Qui troviamo due intense storie che accompagnano il lettore in un viaggio introspettivo nel quale riconosceresi e ritrovarsi. Ha scritto un noto critico israeliano: "La lettura di Col corpo capisco è un'esperienza intensa e toccante. Siamo davanti ad una nuova fase nell'opera di Grossman, e ad uno dei più grandi libri della narrativa israeliana contemporanea". Splendido. 047 libri Marco Baudino Alieni Immaginari Commissione Cantonale per la gioventù E’ nuovamente disponibile nella 4° edizione il libro Alieni immaginari di Marco Baudino, operatore sociale che attualmente lavora presso l’Ufficio dei giovani, della maternità e dell’infanzia del Dipartimento della sanità e della socialità del Cantone Ticino. Professionalmente impegnato nel campo del tempo libero Baudino è testimone in prima linea delle difficoltà, dei sogni e dei bisogni dei giovani. Con questo saggio dà voce alle questioni importanti che impegnano ed appassionano la gioventù ticinese presentando brevi riflessioni, in tutta libertà, sul tempo libero, il tempo occupato, il tempo dei divertimenti e sui Centri giovanili, suddividendo in questi capitoli testimonianze ed esperienze personali inserite nel contesto sociale della nostra regione. Alieni immaginari è un arguto saggio, indispendabile a chi lavora ed opera tra i giovani e degno di attenzione pure per le famiglie, ma anche per chi giovane lo è, o si sente come tale. Per ricevere gratuitamente, al proprio domicilio, il libro Alieni immaginari è sufficiente telefonare durante gli orari d’ufficio ad Infogiovani: 091 / 814 71 51 o ordinarlo tramite il sito web: www.ti.ch/infogiovani Guido Michelone Imagine Effatà Editrice Dal sottotitolo “Il rock-film tra nuovo cinema e musica giovanile”, Imagine è un’intrigante saggio che analizza lo stretto rapporto tra cinema e musica rock. Troviamo in questo libro oltre cinquecento film legati a band, cantanti, attori e registi compresi in mezzo secolo di grandi musiche e stupende pellicole: fiction e documentari, festival e biografie, passando per le carriere d’icone rock come Beatles, Rolling Stones, Prince, Lou Reed, David Bowie, Elvis, Dylan, Bono, Madonna, Bjork e tanti altri, e stimati registi come Oliver Stone, Richard Lester, Martin Scorsese, Wim Wenders, John Carpenter e così via. L’autore, Giorgio Michelone, è docente di Civiltà musicale afroamericana e Musica filmica al Master in comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano. Michelone si è impegnato in questa oserei dire titanica impresa, conglobando all’informazione annedoti e curiosità che rendono avvincente la lettura di questo libro. Nulla è tralasciato: b-movie, capolavori cinematografici, musical e film che documentano le grandi manifestazioni rock sono suddivisi in capitoli per genere musicale, dal country al glam, dal grunge al soul, dal metal al folk. Un libro che mette d’accordo i fanatici del rock ed i cineasti più incalliti, conducendoli in un’avvincente ed efficace fusione - in versione letteraria - tra musicalità ed immaginario visivo. Per informazioni: www.effata.it kult Diabolik presenta: I bestseller del crimine Auguste Le Breton Rififi Sonzogno Mi sono sempre piaciute le storie che raccontano d’ardimentose rapine messe in pratica con destrezza, abilità, astuzia e professionalità. Non per niente Diabolik, il ladro mascherato più sfuggente del mondo, è stato uno dei miei eroi più amati dei fumetti, tanto quanto ho adorato pellicole cinematografiche come Rififi, Topkapi, Le Iene, Ocean’s Eleven, The Italian Job, eccetera... E’ per questo che gioisco di fronte all’iniziativa di Mario Gomboli, sceneggiatore, storico e ora direttore della serie a fumetti Diabolik, e di Andrea Carlo Cappi, scrittore e curatore di “Diabolik presenta: I bestseller del crimine”, una nuova collana edita dalla Sonzogno che raccoglie per la prima volta gli scrittori più famosi ed i maggiori bestseller del genere “hold up”. Tra i titoli proposti, Rififi (1953) di Auguste le Breton è la scelta più spontanea che potessi fare. La leggendaria figura di Tony il Lionese (nel film omonimo di Jules Dassin - Palma d’oro a Cannes nel ’55 - è interpretato da un sublime Jean Gabin) è emblema di un mondo malavitoso ormai in via d’estinzione. La trama racconta di Tony che reduce dal carcere è in procinto d’effettuare coi complici di sempre, Joe lo Svedese e Mario l'Italiano, un colpo eccezionale in una gioielleria di Parigi contenente un tesoro in diamanti. Tony ha anche dei sospesi con l’avvenente Mado, che lo ha mollato per stare con la banda dei Sora. Da qui si scatena le rififi: la guerra tra gang, senza esclusione di colpi. Il rififi è una resa dei conti nel mondo della mala francese, in cui persino il criminale più incallito può dimostrare di avere un proprio senso dell'onore…Un gran libro, scritto senza peli sulla lingua ed in grado di sorprendere il lettore più smaliziato. Criminali, spacciatori, donne di malaffare, prostitute lesbiche: un mondo, quello di Le Breton, variegato, caratteristico e fin troppo umano. Auguste Le Breton è il soprannome del francese Auguste Montfort (1913-1999), vissuto a lungo nel mondo della delinquenza e del gioco clandestino. Grazie a questo romanzo e al film che ne fu tratto, divenne scrittore e sceneggiatore cinematografico di successo. Scrisse molti altri romanzi sul mondo del crimine, da cui vennero tratti film con Gabin, Lino Ventura e Alain Delon. Lo stile di Le Breton ha influenzato non solo il linguaggio e la letteratura francesi, ma anche la stessa malavita. Per questa imperdibile collana sono già usciti i bestseller di Richard Stark (Comeback-Colpo su colpo) e di Lawrence Sanders (Rapina record a New York). In previsione John Godey con Il colpo della metropolitana e Albert Simonin con Grisbi. Assolutamente imprescindibili! 048 re.ad di stefano kirk Anitaverse “Il mio nome completo è Anita Katherine Blake e ho 24 anni. Qualcuno dice che sono bella: occhi e capelli neri, carnagione chiara, fisico atletico… Mah, forse. Come lavoro, faccio la Risvegliante presso la Animators Inc. Dietro compenso - e per un breve periodo - faccio risorgere i morti… Se ci pensate, è una cosa molto utile, per esempio nei processi per omicidio. Una carriera tranquilla, insomma, proprio come l’altro mio incarico: sono una cacciatrice di vampiri autorizzata. A questo punto, non vi sorprenderà scoprire che sono cintura nera di judo e che giro sempre armata (pistola e crocifisso). Non si può mai sapere chi o che cosa è in agguato là fuori, nella notte di St. Louis, la mia città…”. Laurell K. Hamilton Nodo di sangue Editrice Nord Finalmente esce in italiano per l’Editrice Nord il primo di una decina di romanzi improntati sulle avventure della cacciatrice Anita K. Blake, fantaeroina gotica sveglia-morti e ammazza-vampiri che vanta una schiera d’estimatori in tutto il mondo. I vampiri che vivono a St. Louis dividono la loro esistenza con la consapevolezza della sete, che sempre grava come un demone sulle spalle. Sete inesauribile, che non potrà mai estinguersi completamente. I loro più acerrimi nemici sono gli odiati zombies… e qui subentra la nostra umana eroina, che si ritrova, paradossalmente e suo malgrado, a difendere la comunità dei succhiatori di sangue dalle efferate minacce dei morti viventi. A questo pun- to mi sorge un dubbio: siamo sicuri che l’impavida Anita (“Il mio mondo è uguale al vostro, con qualche piccola, inquietante differenza…”) sia davvero un personaggio di fantasia? Siamo certi che zombies (“Un secolo trascorso sottoterra non migliora l’aspetto di nessuno…”) e vampiri (“Le nostre labbra s’unirono, ma, quando la mia lingua incontrò le zanne dure e lisce, interruppi il bacio…”) siano solo frutto di fervide immaginazioni tramandate nei secoli? Leggete questo libro, e poi mi direte. L’ideatrice di questo personaggio da culto è Laurell K. Hamilton, un’affascinante signora americana che vive nel Missouri, che, oltre ad essere una quotata scrittrice, è anche una fervente animalista e anti-vivisezionista. Appassionata fin da piccola di romanzi fantasy e horror (una passione tramandata dalla nonna), ha deciso ben presto di abbandonare l'idea di diventare una biologa a favore della scrittura. Chi la conosce afferma che ha molte affinità caratteriali con il suo personaggio, l’indomita Anita. I libri della Hamilton sono in testa alle classifiche americane e sono pubblicate con successo anche in Francia, Spagna, Germania, Olanda, Grecia, Polonia e Russia. Dedicati alla sua eroina ammazza-vampiri, sono sorti vari siti web e giochi di ruolo on-line curati dalla vasta comunità di fan denominata “Anitaverse” (vedi ad es. su www.timber-wolf.net/blake/ oppure su www.geocities.com/anitaverseaddict/). Con Nodo di sangue - il primo di una serie d’avventure - eccovi un riuscito mix di horror, thriller, passione e fertile inventiva, il tutto sostenuto da un intreccio “mostruoso” ed avvincente. Lasciatevi tentare da questa lettura: seguire le memorabili imprese di Anita è un vantaggio non indifferente. Anche da noi le notti sono buie e fredde, piene d’insidie sconosciute … a proposito, non dimenticate il paletto e le pallotole d’argento, stasera, quando uscite di casa… 049 libri di apache Donne alterate Maitena Donne a fior di nervi Mondadori Esce per la Mondadori un volume che dovrebbe essere acquistato da ogni essere femminile bipede. Trattasi di astorie a strisce per spiegare l’universo “donna”, visto dagli occhi di Maitena Burundarena, disegnatrice ed umorista argentina dotata di un’(auto)ironia tale da coinvolgere tutte le donne: grasse, magre, bionde, rosse, brune, sfigate, allegre, vivaci, affrante, impegnate, indipendenti… Maitena vive a Buenos Aires, ha un viso spiritoso e i capelli biondi corti, ha tre figli da due uomini diversi, e coltiva la sua deliziosa e pungente ironia applicandola innanzittutto a se stessa, prendendosi come modello da cui trarre le sue storie. Donne a fior di nervi racconta di figure alterate, tenere, nevrotiche, inevitabilmente manipolate, confuse, turbate dalla vita e dalla banale quotidianità. Ne affiora una “donna” alle prese non solo con le incombenze domestiche, ma anche con l’ossessione del lavoro, con lo stress da maternità e con la strenua lotta contro la cellulite, senza dimenticare il suo eterno arrancare tra le spine tortuose dell’amore. In queste strisce emerge la veridica rappresentazione di un mondo femminile frenetico, logorato dal dovere di fare assolutamente tutto, subito e bene. Quest’illustratrice raccoglie con semplicità, ma nella stessa maniera tagliente ed ironica, l’eredità dei famosi Frustati di Claire Brétécher, la celebre disegnatrice francese che fece furore negli anni ’70. Stesso stile: tagliente, sagace, immediato, bruciante, distruttivo. Maitena gioca con le sue donne, le presenta in situazioni imbarazzanti, nella loro più completa intimità, in preda al panico, alla disperazione, alla rassegnazione, perse di fronte all’incomprensibile paradosso femminile. Grande nella sua capacità di cogliere disordini, difetti e manie: questo libro è preferibile a qualsiasi trattato psico-sociologico sull’argomento, vissuto e pensato da una donna per far riflettere le sue simili. Utile anche, agli uomini che si chiedono perché le donne sono sempre nervose. Come afferma l’autrice: “Volevo rompere con il mito della donna misteriosa, irraggiungibile. Le donne non sono esseri strani, e questo gli uomini lo devono capire.". Dopo aver letto e gustato questo libro, direi che forse il mito della “donna irragiungibile e misteriosa” è meglio mantenerlo … 050 travel di erik console travel 051 Tentacolare Barcellona Barcellona è una delle città europee più ricche di divertimenti e di vita: una città antica dal cuore giovane ed instancabile. Subito dopo la caduta del regime franchista, nella metropoli catalana ha cominciato a fiorire la vita giovanile, si sono aperti locali e radio, discoteche e gallerie d’arte: un fermento cuturale battezzato come la movida. Oggi Barcellona è una metropoli magnifica, aperta alle contaminazioni culturali che valorizzano la sua affascinante cultura storica. Badar Dicono che se volete conoscere la Barcellona più vera dovete badar, cioè vagabondare tra le stradine della Ciutat Vella, di Gràcia o dell'Eixample. Perdervi tra gli angusti vicoli dei suoi barrios, bighellonare tra i banchi del glorioso Mercat de San Josep (soprannominato dai barcellonesi come La Boqueria) o passeggiare lungo i moli del Port Vell, è l'unico modo per scoprire i segreti nascosti di questa città marittima, per cogliere odori, sapori e umori di una metropoli del tempo presente ed in costante evoluzione. Barcellona si trasforma costantemente recuperando intere zone off limits fino a poco tempo fa: una volta era inimmaginabile avventurarsi nel barrio de La Ribera o in quello operaio del Raval. Oggi invece sono pieni di ristorantini, bar e boutiques alla moda. Barcellona è ricca di monumenti storici d’ogni influenza archittetonica, e anche di musei e gallerie. Una città cosmopolita, che offre al turista innumerevoli occasioni di svago. Barcellona di Gaudì Un itinerario di grande fascino ci porta alla ricerca delle testimonianze del genio di Antoni Gaudí i Cornet (1852-1926), il grandissimo architetto catalano. In Plaça Reial, alle spalle delle Ramblas si possono vedere i lampioni in pietra e ghisa che il giovane Gaudì realizzò nel 1878, dopo aver vinto un concorso indetto per l'arredo urbano. Un'altra importante tappa è il Palazzo Guell, residenza del magnate Eusebi Guell. Da visitare per ammirare lo spettacolare interno dove convivono gli stili più disparati, dal gotico all'egizio, dall'arabo al rococò. Come in tutte le dimore private da lui progettate, Gaudì curò personalmente anche l'arredamento interno, dai quadri appesi alle pareti alle sedie, fino alla serie di camini che ornano il tetto, tutti diversi tra loro e realizzati con i materiali più disparati. Da vedere anche Casa Calvet, una costruzione testimone dall'influenza modernista con alcune influenze barocche. Sul grande Passeig de Gracia si affacciano Casa Battlò, cioè la “casa delle ossa” per via dei balconi che sembrano scheletri animali, e Casa Milà, da tutti chiamata la Pedrera a causa della sua facciata in pietra apparentemente rustica. Verso la periferia della città si trova una delle realizzazioni più magnifiche e scenografiche di Gaudì, il Park Guell.Tutte le costruzioni del parco sembrano uscire dal terreno in seguito ad un fenomeno che l'artista definì evidenza tellurica, come se un terremoto avesse provocato una sollevazione del terreno e creato dal nulla le costruzioni presenti. La Sagrada Familia è da visitare per ultima: l'incompiuta cattedrale nasconde tanti segreti e misteri, con le sue facciate così differenti l'una dall'altra e piena di simbologie apparentemente incomprensibili. Un itinerario di grande fascino e suggestione, unico nel suo genere. 052 travel Movida Non passa un giorno senza che a Barcellona si apra un nuovo bar, un club, un ristorante, un negozio o una galleria d'arte. Spesso nascono là dove fino a poco tempo prima c'era una casa che crollava a pezzi. Il nucleo della movida, il movimento culturale barcellonese ebbe il suo boom nella prima metà degli anni ’90 e si espresse in ogni campo. Il movimento si concentra attorno all’antico quartiere centrale, il barrio gotico, il quale si sviluppa attorno ai viali delle Ramblas, che da Plaça de Catalunya portano fino al mare. Di notte più che di giorno, il quartiere è percorso da una folla di giovani che si accalcano in bar e locali per ascoltare le proposte dell’ultima tendenza musicale, oppure semplicemente per incontrare gli amici. Nella bella stagione i viali e le piazze, che di giorno sono quasi deserti, di sera sono animati di gente che passeggia e socializza. Anche se la vita notturna sembra negli ultimi tempi spostarsi verso altri quartieri, il barrìo gotico non perde il suo fascino accattivante. travel Sulla Plaça Reial c’è un via vai a qualunque ora, anche perché ospita due locali tra i più frequentati. Al Jamboree la musica, principalmente del genere r’n’b e funky, prosegue fino al mattino. Il piano superiore, che offre musica spagnola e latina ad ingresso libero, è accessibile solo agli habituèe. A pochi metri di distanza c’è il Karma dove il buttafuori, secondo il vostro look, può farvi entrare gratuitamente o a pagamento. Qui si ascolta mainstream ed elettronica. Poco lontano, in quello che un tempo era il quartiere a luci rosse, c’è la Piazza George Orwell. Da poco ristrutturata questa piazza è diventata il punto d’incontro degli studenti, il cui centro è il Limón Negro è disposto su due piani: di sopra si può mangiare mentre sotto, in una bella sala antica che ospita mostre d’artisti contemporanei, il venerdì e il sabato si può ascoltare musica dal vivo o assistere a degli spettacoli. Un altro barrio recuperato è quello di Barceloneta, dove convivono vecchie osterie, negozi specializzati in articoli per la pesca e un gran numero di club e ristoranti che fanno di questa zona una meta da non perdere. I locali più cool e trendy sono il Discothèque e l’Otto Zutz, discoteche dove si ritrova il jet set nazionale. La Paloma, splendida dance-hall che risale ai primi anni del secolo, ha in scaletta concerti, serate latine e afro-latine il giovedì e il venerdì, ed è affollata tutte le notti fino a mattina. Più underground La Bella Bestia dove al ritmo di calypso, soca e reggae, si possono ammirare mostre di fotografia e arte tribale. A Barcellona, come in tutta la Spagna d’altronde, l'orologio è spostato in avanti di qualche ora. Se avete un invito per pranzo, sappiate che s’intende tra le 14.00 e le 15.00 del pomeriggio. Mentre se qualcuno vi dà appuntamento in un club, non presentatevi sul luogo prima delle tre di notte, altrimenti potreste ritrovarvi in un locale deserto… Tentacolare, accogliente, vivace, affascinante e suggestiva … Barcellona è una metropoli che riserva incessantemente sorprese e malie inaspettate. Lasciatevi sorprendere dal suo magnifico incantesimo… Anny del Disseny 2003 Barcellona è considerata la capitale del design, e quest’anno è la sede privilegiata del Anny del Disseny 2003 (l’Anno del Design). Il progetto propone per tutto l’anno mostre, festival di strada, conferenze, pubblicazioni e workshops che si svolgeranno principalmente a Barcellona, ma anche in altre città spagnole e nel mondo: per esempio tra Berlino, New York e Mosca ruoterà l’esposizione 100% Catalan Design che metterà in mostra tutta la storia del design catalano dell’ultimo secolo. A Barcellona molta importanza è data all’opera dei giovani designers con l’istituzione di dieci premi nelle differenti discipline creative, e ci saranno mostre e conferenze sulla grafica, sulla storia del design e sulle opere d’alcuni artisti conosciuti a livello internazionale. Pure la cultura alternativa ai canali ufficiali - come riviste minori, cartelli pubblicitari e tutti quei lavori che riguardano la musica, l’elettronica e la generazione digitale - ha un ampio spazio in quest’articolato evento che attesta definitivamente l’importanza vitale della città catalana per la cultura internazionale. www.bcn.es www.gaudiclub.com www.designyear2003.org 053 teatro re.ar t ................................................................. 10 ottobre ................................................................. 19 ottobre Cinema Teatro - Chiasso Due di Due Le temps du repli Spettacolo di danza di e con Josef Nadj e Cécile Thiéblemont Cinema Teatro - Chiasso ChiassoTeatro Beppe Grillo ................................................................. Dal 16 al 18 ottobre Teatro Sociale - Bellinzona Chi è di scena Come cucinarsi il marito regia di Marinella Anaclerio con Lucia Vasini, Bebo Storti e Tiziana Sensi ................................................................. 24 - 25 ottobre Teatro Sociale - Bellinzona Teatro delle meraviglie Mozart preposteroso! Spettacolo del mimo e clown Nola Rae Regia di John Mowat (domenica 26 ottobre ore 16.00) ................................................................. 25 ottobre Cinema Teatro - Chiasso ChiassoTeatro Tutto per bene Di Luigi Pirandello Regia di Jurij Ferrini Con G. Tedeschi, M. Laszlo, S. Tedeschi e G. Candia Presso il Cinema Teatro di Chiasso (17 e 18 ottobre) torna Bebbe Grillo con la sua comicità tagliente e sagace. Il geniale comico genovese è maestro nell’arte dell’invettiva, è il creatore della satira ecologica, ed i bersagli peferiti della sua irrefrenabile ironia sono i politici, ma anche l’irresponsabile ed indifferente atteggiamento di molti, anzi troppi, ai problemi dell’ambiente ecologico. Sostenitore convinto dell’energia alternativa (a casa sua un insieme di pannelli solari converte l'energia solare in elettricità) il comico ci porrà tutti sotto il suo mirino argomentando sulle nostre manie tpicamente ticinesi: difatti, prima degli spettacoli nella nostra regione Grillo s’informa in dettaglio sulle ultime vicissitudini del nostro Cantone. Saranno due coinvolgenti serate che ci porteranno, fra le inevitabili risate, a profonde riflessioni sui nostri inconsapevoli comportamenti. E’ ora di svegliarsi, dicono in definitiva le battute di questo personaggio coerente e costante nella sua opera di risveglio popolare. “Sei di sinistra?, mi chiedono. Non lo so... io sono stato fermo: si sono spostati tutti gli altri.” Beppe Grillo ................................................................. 4 - 5 novembre Informazioni e prenotazioni: Cinema Teatro - Chiasso ChiassoTeatro La mort de Krishna Regia di Peter Brook Con Maurice Bénichou Cinema Teatro - Chiasso tel. 091- 695 09 16 www.chiasso.ch ................................................................. ................................................................. ....................................................................................................................................................................... Teatro Pan Armonia e creatività Questa stagione sarà ricca d’attività per il Teatro Pan che nel 2004 conterà ben 28 anni di vita sul territorio ticinese. Presso la sede luganese i progetti fioriscono: oltre ai sedici appuntamenti dedicati ai più piccoli nell’ambito di Senza Confini, grandi e piccini insieme a teatro, organizzato tra Mendrisio, Lugano e Chiasso, il Teatro Pan riserverà al suo pubblico la sedicesima edizione di Ti-Teatro & Danza di cui daremo i dettagli alla pubblicazione del programma completo. Il Teatro Pan propone inoltre una serie di corsi dedicati all’arte e alla creatività. Il seminario Fine Settimana Teatrando è aperto a tutti gli adulti di qualsiasi professione o provenienza. Lo scopo è di creare un gruppo difforme e vario per sviluppare in compagnia il potenziale creativo ed intutivo attraverso la scrittura, il disegno, il movimento, la rappresentazione, il rilassamento del corpo e la sua espressione. In poche parole si tratta di ritrovare le proprie capacità creative affossate e dimenticate nella quotidianità di tuti i giorni. Come proclama lo slogan della brochure di presentazione di questo seminario: “Ci vuole esperienza? Manco per sogno! E sapete perché. Perché tutti siamo stati una volta bambini. Tutti abbiamo un mondo espressivo da scoprire. Dobbiamo solo permettercelo...”. Tornare bambini per vivere meglio: l’efficace formula per la serenità che dimentichiamo troppo spesso! Interessante pure Per-corsi Teatrali, un laboratorio espressivo sulle tematiche dell’opera teatrale di Henrick Ibsen. Corpo, voce, esplorazione personale, lettura ed analisi del testo, ed infine itnterpretazione sono le tappe di questo laboratorio che è indirizzato a tutti a partire dai 18 anni. Anticipiamo che sempre presso il Teatro Pan da gennaio inizierà il corso Movimento con la musica, che secondo la tecnica di Rio Abierto (ovvero il “fiume aperto”) è strutturato in lezioni settimanali di un ora accompagnate dalla musica per recuperare la gioia del movimento e risvegliare la mobilità del corpo. Fine settimana Teatrando A partire da ottobre un week-end al mese (sabato tre ore, domenica idem) Quota: 65 franchi Per-corsi Teatrali A partire dal 8 ottobre, ogni mercoledì sera dalle ore 20.00 alle 21.45 Quota: 190.- (7 incontri) Movimento con la musica Da gennaio, il giovedì alle ore 9.30 Quota: 150 franchi (10 lezioni) Prenotazioni ed informazioni: Teatro Pan - Lugano Tel.:091-922 61 58 E-mail: [email protected] ....................................................................................................................................................................... 054 re.ar t gallery Mondo Bizzarro Gallery François Escalmel A Bologna, città magica ed umanistica, si trova una galleria unica nel suo genere, un luogo pieno di segreti inconfessati. Mondo Bizzarro Gallery è un ambiente dedicato all’arte subpop e trash. Presso la stessa sede si trova anche un fornitissimo negozio dedicato all’underground e all'erotismo, con libri irreperibili altrove e rare videocassette bmovie. Per chi fosse interessato a questo genere di cultura, qui è l’indirizzo giusto. In questo spazio riservato al mondo dei grandi autori della controtendenza e all’avanguardia tra fumetto e arte postpopmoderna, si sono svolte le esposizioni di grandi artisti mondialmente apprezzati, come Roberto Baldazzini, François Escalmel, Denni Lugli, Mattia Giambanco e Marc Ryden. Sono autori di visioni scabrose al limite della fantasia, dove l’essere umano è rappresentato nelle sue perverse ossessioni, sessuali ma non solo. Con un occhio disincantatamente spalancato sul mondo e sulle torbide profondità dell’uomo, questi artisti offrono uno scorcio dell’animo umano che ormai non turba più, anzi, affascina, poiché ci mette di fronte ad una realtà divenuta regolare, anche per tutti noi “profani”. Per gli appassionati del genere questa è una galleria da visitare ed apprezzare, per gli altri è da conoscere per capire. Roberto Baldazzini Sull’organizzato sito www.mondobizzarro.net si possono trovare ed acquistare libri, manifesti, t-shirt e video rivolti alla controcultura pop ed underground. Un must per i collezionisti… Per informazioni: Mondo Bizzarro Gallery via Alessandrini 7- Bologna [email protected] In programma Fino al 29 ottobre Trevor Brown Retrospettiva 1992 - 2003 Dal 31 ottobre al 4 dicembre Opere di Dorian X Dal 6 dicembre al 22 gennaio 2004 Opere di Rinat Baibekov Dal 24 gennaio al 4 marzo Opere di Gilles Berquet Trevor Brown Dal 6 marzo al 1° aprile 2004 Suor Dentona e altri pezzi Opere di Filippo Scozzari 056 re.art Christian Marclay Vedere la musica Christian Marclay Tape Falls 1989 mixed media (reel-to-reel tape recorder, ladder, speaker and magnetic tape) site-specific Photo: Ben Blackwell Courtesy : Paula Cooper Gallery (NY) Musica e arte, un connubio spesso esplosivo. E’ su quest’innesto che opera l’artista svizzero-americano Christian Marclay, uno dei cultori e sperimentatori del vinile più conosciuti ed apprezzati al mondo. Il soprannome di “Grandfather of Turnablism” distingue la levatura internazionale di questo personaggio che s’esprime distruggendo, deformando e modificando i vinili, donandogli così una nuova funzione ed inaspettati suoni tradotti poi in vibrazioni visive. Per Marclay tra la musica e l’arte non ci sono confini, ed ambedue sono a rispettivo servizio. Christian Marclay è un artista visivo, ma soprattutto un Dj appassionato di fonografia il cui motto è “vedi la musica ed osserva i suoni”. Le sue performance e registrazioni hanno avuto un impatto significativo sulla scena della musica e dell’arte moderna negli ultimi vent'anni. Le sue sculture ed installazioni sono esposte nei più prestigiosi musei d’arte contemporanea. Le sue performance musicali sono ospitate in tutti i grandi festival d’elettronica, e ha collaborato suonando nei dischi dei più grandi. Con John Zorn per esempio, in otto dischi dal ’83 al ’98, ma anche in alcuni lavori di Fred Frith, David Moss, Eliott Sharp, Art Lindsey, Zeena Parkins, Tenko, Otomo Yoshide, Lee Ranaldo, Thurston Moore, insomma con i più grandi in ambito jazz e musica sperimentale moderna. Un curriculum da far paura! Marclay non ha un suo sito web personale, ma per trovare utili informazioni sulle sue esposizioni correnti basta mettere il suo nome in un browser qualunque. Uno dei suoi progetti attualli è il Christian Marclay’s Video Quartet, un video in cui quattro indipendenti musicisti suonano melodie in tempi e circostanze molto differenti fra loro, assemblati poi nel video in un unico movimento musicale. Slide Easy In (dalla serie "Body Mix") 1992 record covers and cotton thread 68.6 x 34.3 cm framed: 81.9 x 47.6 x 5 cm Courtesy : Paula Cooper Gallery (NY) Damien Hirst 057 gallery Video Quartet 2002 Four-channel DVD projection, with sound 243.84 x 1219.2 cm Courtesy : Jay Jopling/White Cube (London) © the artist Nato nel 1955 da padre svizzero e madre americana, per i suoi studi Christian Marclay è arrivato dalla Svizzera a Boston nel ’77, per approdare poi nel ’78 a New York. L’hobby personale di accumulare vinili acquistati per non più di un dollaro in svendite e negozietti dell’usato, è divenuto ben presto una prolifica fonte d’ispirazione. A livello musicale, Marclay è stato uno dei pionieri del cut & paste modeno, affermandosi subito nell’ambiente underground newyorkese e mondiale come un originale Dj in grado di condurre ad hoc sia un selvaggio techno rave party, sia una sperimentale sessione musicale di jazz moderno. Come ai pionieri dell’hip hop, è chiaro che Marclay rivoluziona il rispetto sacrale che tutti danno alle incisioni ed ai supporti fonografici. A livello artistico quest’artista è sedotto dall’imperfezione e attratto dalla corruzione naturale o artificiale del vinile. L’interesse di Marclay per la fonografia s’esprime in maniera risolutamente anticonformista: manipola la plastica nera con tagli, la deforma con il calore, la completa di materiali incollati, la assembla in figure improbabili. Riserva lo stesso trattamento anche agli strumenti ed alle apparecchiature tecniche e sonore. L’arte di Marclay è devozione viscerale, che con amore veste e sveste l’oggetto del desiderio dalle sue originarie funzionalità. Marclay è uno che tra le spire del suo immagnario ha afferrato l’iridescente anima della musica, come un pittore del surrealismo, che al posto dei colori utilizza suoni e forme mutanti. If You Can't Lick Recycled Records (from the series ‘Body Mix’) 1981 1992 collaged vinyl record record covers diameter 30.5 cm and cotton thread Photo: Adam Reich 22 x 16 1/4 in. Courtesy : Courtesy : Paula Cooper Gallery Paula Cooper Gallery (NY) (NY) 058 re.ar t ticino ................................................................. Fino al 24 ottobre ................................................................. Fino al 22 novembre Galleria AAA - Ascona Opere di Malù Cortesi Galleria Gottardo - Lugano The Spiritual Landscape Opere di A. Gleizes, V. Kandinsky, F. Marc, P. Mondrian, G. Münter e E. Nolde ................................................................. Fino al 25 ottobre La Fabbrica - Losone Una commedia umana Ritratti e reportage di Mario Dondero ................................................................. Fino al 29 ottobre Galleria Cons Arc - Chiasso Maestri della fotografia dell'avanguardia ceca (1920-1930) Fotografie di Franti˚Ek Drtikol, Jaroslav Rössler e Jaromír Funke In collaborazione con Art...on paper - Lugano ................................................................. Dal 25 ottobre al 4 gennaio Museo d’Arte - Mendrisio Sculture di Selim Abdullah ................................................................. Fino al 16 novembre Costituita da opere della collezione permanente del Solomon R. Guggenheim Museum, la mostra The Spiritual Landscape presso la Galleria Gottardo presenta capolavori di alcuni dei maggiori artisti dell’avanguardia europea: Albert Gleizes, Vasily Kandinsky, Franz Marc, Piet Mondrian, Gabriele Münter e Emil Nolde. La mostra è un’analisi dei modi con cui gli artisti citati, nella fase chiave che ha preceduto l’inizio dell’astrazione nelle loro opere, hanno messo in relazione il tema della natura al senso e ai valori della spiritualità. Paesaggi spirituali, quindi: per il pubblico internazionale che segue le esposizioni in Ticino questa importante mostra costituisce un’opportunità unica ed esclusiva per ammirare una selezione di venticinque opere del Museo Guggenheim, alcune delle quali raramente autorizzate a lasciare la propria sede. ................................................................. Museo Vela - Ligornetto Racconto di forme e colori Opere di Petra Weiss ................................................................. Fino al 22 novembre Museo d'Arte Moderna Villa Malpensata - Lugano L'opera incisa di Giovanni Fattori ................................................................. Fino al 30 novembre ................................................................. Fino al 22 novembre Galleria Doppia V - Lugano Dipinti ed opere di Enrique Breccia La Fabbrica - Losone The Gunfighters Foto, disegni e wall painting di Gino Lucente ................................................................. Fino al 30 novembre Pinacoteca Züst - Rancate Tra pittura di paese e pittura animalista Opere di Luigi Chialiva ................................................................. Fino al 30 novembre Castello Montebello - Bellinzona Blitzarte 3 - Con un filo di luce Collettiva di Fiorenza Bassetti, Hanny Bürgin, Ivano Facchinetti, Aurora Ghielmini, Marco Prati e Antonio Tabet (Apertura fino alle 22.00) ................................................................. Fino al 21 dicembre Pinacoteca Casa Rusca - Locarno Antologica su Italo Valenti Presso la Galleria Doppia V di Lugano è possibile ammirare fino al 30 novembre la mostra personale di Enrique Breccia. Artista argentino di fama internazionale nell’ambito del fumetto, Breccia è pure un gran pittore, anche s’espone le sue opere pittoriche sporadicamente, fra l’Argentina e gli Stati Uniti. Docente dell’Instituto de Directores de Arte di Buenos Aires, Breccia ha realizzato una miriade di tavole, tra cui delle interessanti riduzioni a fumetti di classici della letteratura: L’isola del tesoro, Moby Dick e Il re del fiume d’oro. Breccia è il personaggio di questa stagione artistica in Ticino: molte sue tavole sono esposte presso la rassegna Manor Fumetto di Lugano (in atto fino al 11 ottobre), mentre la Galleria Doppia V offre un’occasione imperdibile per visionare (ed eventualmente acquistare) una serie di suoi grandi dipinti, disegni e tavole. Per informazioni: www.galleriadoppiav.com ................................................................. Fino al 4 gennaio 2004 ................................................................. Museo Villa dei Cedri - Bellinzona Opere di Serge Brignoni ................................................................. 059 mostre svizzera milano ................................................................. Fino al 15 ottobre ................................................................. Fino al 19 ottobre Kunstraum Walcheturm - Zurigo Which side are you on? Opere di Andro Wekua, Ann Course & Paul Clark, Cecilia Lundquist, David Chieppo, Grrr, Ingo Giezendanner e Guillaume Pinard Centro Culturale Svizzero Superilluman grafica e illustrazioni di François Berthoud ................................................................. Fino al 19 ottobre Kunstmuseum - Berna Opere di Käthe Kollwitz ................................................................. Fino al 9 novembre Fondation Beyeler - Riehen Paul Klee L'accomplissement dans l'œuvre tardive Opere di Paul Klee ................................................................. Dal 14 al 25 ottobre Galleria Associazione Cortina Decostruzione e inconscio visibile Opere di Alberto Valsecchi ................................................................. Dal 24 al 30 novembre Galleria C/O Care Of… Linee di confine. I giovani che guardano l'arte Opere di Capraro, Ermoli, Luiselli, Nolasco, Pornflakes Queer Crew, Savelli, Ciocia, Gartner, Milanesi, Panzeri, Rovida, Sudano, Depetro, Giordani, Tabibzadeh, Pao, Savastano, Zanetti. (In contemporanea presso Galleria Openspace) ................................................................. Fino al 2 novembre Galleria Carla Sozzani Bruce Weber - Filmography Fotografie di Bruce Weber copyright©Bruce Weber from the film "Chop Sucy", 2000 ................................................................. Fino al 22 novembre Paul Klee - Timbalier (1940) Paul-Klee-Stiftung, Kunstmuseum Bern © 2003, ProLitteris, Zurich ................................................................. Fino al 23 novembre Fondation Pierre Gianadda - Martigny Opere di Paul Signac ................................................................. Fino al 14 dicembre Kunstmuseum - Berna Homage to EWK Opere di Alberto, Diego e Giovanni Giacometti ................................................................. Fino al 4 gennaio 2004 Kunstmuseum - Basilea Ernst Ludwig Kirchner - Mountain Life The Early Years in Davos (1917–1926) Lorenzelli Arte Tataboo Opere di Ronnie Cutrone ................................................................. Dal 9 ottobre al 8 febbraio 2004 Galleria Permanente Frida Kahlo, la mostra Opere di Frida Kahlo ................................................................. Dal 16 ottobre al 15 novembre Galleria Zonca & Zonca Fotografie di Nobuyoshi Araki ................................................................. Dal 18 ottobre al 25 gennaio 2004 Kunsthaus - Zurigo Opere di Georgia O'Keeffe Fondazione Mazzotta Il cavaliere azzurro (Der blaue Reiter) Opere di Barrera Bossi, Campendonk, Delaunay, Gontcharova, Heckel, von Jawlensky, Kandinsky, Klee, Kirchner, Kubin, Larionov, Marc, Morgner, Müller, Münter, Macke, Pechstein, Picasso e Rousseau. ................................................................. ................................................................. ................................................................. Fino al 1° febbraio abbonamento online: www.resetmagazine.ch abbonati subito! 10 numeri a CHF 27.- (Estero a Euro se sarai tra i primi trenta ad abbonarti riceverai un CD in omaggio scegli il tuo preferito, compila e invia il tagliando a: 25) re.set magazine, cp 4632, 6904 Lugano Iggy Pop Muse Peaches Erikah Badu Various Skull Ring Absolution Fatherfucker Worldwide underground Oceanclub for China 10 copie 5 copie 5 copie 5 copie 5 copie scegli il tuo cd, selezionalo, ti sarà inviato con il numero 09 di re.set, fino ad esaurimento scorte abbonamento 10 numeri CHF 27.-/EU 25 abbonamento + re.set card CHF 80.- nome CAP/ località e-mail età professione gruppo/artista preferito rubrica preferita in re.set 08 indirizzo abbonamento cognome arrivederci impressum editore Mediatik Sagl CP 4632 CH - 6904 Lugano direzione, marketing e pubblicità per il Ticino Renato Cassis [email protected] +41/+91/970 24 45 responsabile redazione e art buying Gabriella Bernasconi [email protected] +41/+91/967 34 91 hanno collaborato a questo numero Alessio Cassis, Squalo, Michael Bartolotti, Stefano Kirk, Ado Bader, Erik Console, Rupen Nacaroglu, Apache, Tanica, Pablo, Marco Mascaro, Dexter, BlindFREAK, Mr. Loop, Stoner. layout e grafica tnm sagl - targetneomedia via dei Pioppi 10 6616 Losone +41/+91/786 90 43 www.tnm.ch © 2003 MEDIATIK Sagl impaginazione e grafica Marco Cassino per Mediatik Sagl [email protected] distribuzione Mediatik Sagl, Lugano pubblicità per la Svizzera Mediabox Print, Zurigo Sandro Proietto [email protected] +41/+1/205 50 20 stampa Salvioni arti grafiche, 6500 Bellinzona servizio abbonamenti www.resetmagazine.ch re.set magazine CP 4632 CH - 6904 Lugano next a novembre UNIVERSAL PICTURES AND IMAGINE ENTERTAINMENT PRESENT A BRIAN GRAZERCASTINGPRODUCTION IN ASSOCIATION WITMUSICH ALPHAVILLE GEORGE CLOONEY CATHERINE ZETA-JONESCO-"INTOLERABLE CRUELTY" GEOFFREY RUSH CEDRIC THE ENTERTAINER COSTUME EDWARD HERRMANN RIPRODUCTION CHARD JENKINS AND BILLY DIRECTOR BOB THORNTON BY ELLEN CHENOWETH BY CARTER BURWELL DESIGNER MARY ZOPHRES PRODUCERS JOHN CAMERON JAMES WHITAKER EDITOR RODERI CK JAYNES OF EXECUTIVE PRODUCED STORY DESIGNER LESLI E MCDONALD PHOTOGRAPHY ROGER DEAKINS ASC, BSC PRODUCERS JAMES JACKS SEAN DANIEL BY ETHAN COEN BRIAN GRAZER BY ROBERT RAMSEY & MATTHEW STONE AND JOHN ROMANO SCREENPLAY DIRECTED A UNIVERSAL PICTURE BY ROBERT RAMSEY & MATTHEW STONE AND ETHAN COEN & JOEL COEN BY JOEL COEN SOUNDTRACK ON HIP-O/UMG SOUNDTRACKS © 2003 UNIVERSAL STUDIOS