SCENA MADRE
CHE PASTICCIO, BABBO NATALE!
Quando eravamo bambini ci chiedevamo come accidenti fosse fatta la casa di Babbo Natale, dove
riuscisse a far stare tutti quei regali e quali vestiti indossasse negli altri giorni dell’anno.
Tempestavamo gli adulti di domande, ma ogni volta i grandi non sapevano cosa rispondere;
tentavano invano di cambiare discorso o farfugliavano impacciati qualche traballante descrizione
priva di immaginazione…
…E allora noi partivamo con la fantasia: montagne di regali da scalare, stalle brulicanti di renne
ancorate al terreno come palloncini ansiosi di spiccare il volo, folletti instancabili con le braccia
cariche di nastri scintillanti intenti ad incartare gli ultimi doni, Babbo Natale in vestaglia e ciabatte
a forma di marmotta che addenta una fetta di panettone mentre controlla una lista di indirizzi
lunga due chilometri.
Recentemente siamo stati in Lapponia, e abbiamo potuto constatare che in realtà, prima della
partenza, succedono sempre le cose più incredibili.
Questo spettacolo è dedicato a tutti quei bambini, più o meno cresciuti, che non hanno mai
smesso di farsi tutte queste domande.
STILEMA/UNOTEATRO
STORIA DI UN PALLONCINO
CON LA TESTA TRA LE NUVOLE, CON I PIEDI PER TERRA
Di Silvano Antonelli
Regia Silvano Antonelli
Con Silvano Antonelli
Collaborazione drammaturgica Giovanni Moretti
Progetto Luci Giovanni Battista Cipriani
produzione STILEMA/UNOTEATRO
L’infanzia, così prossima ai principi primi e universali del vivere sociale, è protagonista, attraverso
la maschera di palloncino , di una storia che parla di libertà e del senso di responsabilità.
Palloncino è un bambino che, a differenza di altri suoi compagni, non può fare a meno di volare.
Non può star seduto a tavola composto; non può trattenersi a lungo fermo sul banco; non può dar
la mano alla mamma al mercato. Lui tenta di comportarsi a modo, ma alla fine di una giornata
piena di buoni propositi si ritrova persino sulla luna, e per tirarlo giù ci vogliono le scale mobili di
tutti i pompieri del mondo. È così, un giorno, vola tanto in alto da trovarsi nel mondo dove solo i
pensieri possono arrivare, neppure le nuvole, neppure le stelle. Li, finalmente, fa tutti i sogni che
vuole e inventa tutte le idee che più gli piacciono. È finalmente soddisfatto? Proprio per nulla. Ora
che è arrivato così tanto in cima da vedere il mondo come un puntino è verso quel puntino che
vuole tornare. Se riuscisse a tenere i piedi per terra – e a tenere solo la testa tra le nuvole - sogni e
idee potrebbe usarli per cambiare quel puntino piccolo, quel piccolo pezzo di mondo che è il suo.
BACHALOM TEATRO
CHE BEL GIORNO GUGLIELMINA!
di e con Alice Corio e Federica Brambini
“Perché mangiare la frutta e la verdura?” “Perché lavarsi le mani prima di mangiare?” “Perché fare
colazione?” Già, perché? Ormai sta diventando sempre più importante portare sulla tavola cibi
salutari e controllati, avere una corretta alimentazione e anche dei buoni comportamenti. Ma
come fare a trasmettere questo stile di vita ai più piccoli? D’altronde viviamo nell’era dei Fast
Food, dei cibi precotti, di quelle pietanze succulente ma dannose che ci propinano le pubblicità
televisive che invogliano soprattutto i giovani e i giovanissimi al loro consumo.
Lo spettacolo, nato in occasione dell’evento mondiale dell’Expo, è partito proprio da queste
riflessioni e dal desiderio di educare le nuove generazioni (e i loro genitori) ad una corretta
alimentazione.
Naturalmente, a modo nostro! Attraverso il gioco, il divertimento, il coinvolgimento attivo dei
bambini e ovviamente il teatro vogliamo inviare un messaggio chiaro, forte e semplice.
Semplicità è infatti la parola chiave della forma di questo spettacolo. Semplicemente una mamma
paziente e la sua bambina un po’ dispettosa, un po’ ribelle, e il loro viaggio in una “giornata tipo”
di un bambino, alla scoperta di come la frutta possa diventare protagonista di un racconto
avventuroso, di come le verdure possano trasformarsi in super-eroi, di come lavarsi le mani possa
diventare una danza strepitosa e di come un semplice giardino possa diventare un luogo pieno di
erbe misteriose.
Gag divertenti, pupazzi parlanti, ritmi musicali a colpi di forchette e stoviglie, strani e buffi mostri
saranno gli ingredienti di questo spettacolo che vuole coinvolgere direttamente il bambino ed
immergerlo nel mondo dei buoni comportamenti e della giusta alimentazione, sviluppando e
stimolando tutti e cinque i sensi.
BACHALOM TEATRO
BUCCE D’ARANCIA
di e con Arianna De Angelis e Greta Pavese
"Bucce d'Arance è la divertente storia di due cugine: Basilia ed Ergene. La prima è una allegra
ragazza di campagna, che vive in una fattoria fuori città, dove produce tutto il necessario per
vivere in maniera genuina e sopratutto, rispettando l'ambiente. La seconda è invece una ragazza
moderna, che vive nell'ambiente metropolitano, abituata alle comodità di tutti i giorni della città.
Un giorno Ergene, decide di andare a trovare la cugina Basilia nella sua cascina in campagna.
Appena arrivata, la poverina si ritrova immersa nella vita campagnola, per nulla adatta alle sue
corde. La svampita Basilia, aveva promesso alla cugina che al suo arrivo, le avrebbe fatto trovare la
famosa torta d'arance che entrambe da piccole cucinavano con la nonna.
Ma essendosene dimenticata, decidono di cucinarla insieme. Ergene però non essendo abituata
alla vita fuori città, chiede a Basilia dove può trovare il primo supermercato per poter comprare
tutti gli ingredienti necessari per poter preparare la torta. Basilia ferma la cugina già pronta ad
uscire, dicendole che in quella zona non ci sono supermercati e che in casa sua e nel suo giardino,
c'è tutto l'occorrente, senza dover ricorrere a nessun supermercato. In mezzo a qualche acrobazia
e con (molte) goffe cadute, Basilia ricorderà di nuovo a Ergene, come la natura ci fornisce tutte le
cose che ogni giorno si trovano sulla nostra tavola: la mucca per il latte, le galline per le uova, il
grano per la farina e così via. Oltre alla preparazione della torta, Basilia insegnerà ad Ergene
l'utilità del compost e quindi di quanto possono essere preziosi gli scarti alimentari. Alla fine le due
cugine riusciranno a preparare la loro coloratissima e buonissima torta d'arance ed Ergene,
imparerà e riscoprirà la bellezza e l'utilità della natura." "Bucce d'Arance" è uno spettacolo in rima,
prevalentemente per classi di scuola primaria - primo ciclo. L'obiettivo è quello di sensibilizzare i
bambini (e anche i grandi), sugli argomenti che riguardano la provenienza di cibi che tutti i giorni si
trovano sulla nostra tavola, ma che ormai siamo troppo abituati a trovare nei banchi del
supermercato, dimenticandoci a volte della loro storia e della loro genuinità. Oltre alla sfera di
tipo alimentare, lo spettacolo verte nella parte finale, sull'argomento del compostaggio. Il
riciclaggio e il riutilizzo di materiale organico ( gusci delle uova o le bucce delle arance - da cui
prende spunto il nome dello spettacolo stesso), vengono raccontati attraverso delle strofe in rima,
per raccontare come gli scarti possano diventare nuovo materiale nutritivo per terre e alberi da
frutta. Tutto questo viene raccontato e spiegato in maniera leggera e divertente e proponendo agli
insegnanti uno spunto su cui poter lavorare in classe con gli alunni.
PRIMARIE PRIMO CICLO (I e II elementare), Teatro Sociale
ECCENTRICI DADARÒ
PETER PAN- UNA STORIA DI POCHI CENTIMETRI E PIUME
UNA STORIA DI POCHI CENTIMETRI E PIUME
con Davide Visconti, Michele Cafaggi, Rossella Rapisarda
drammaturgia Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda
regia Fabrizio Visconti
Silenzio! Cosa è stato quel leggero battito d'ali? Semplice..
Qualcuno ha spiccato il volo questa notte.. ....ma gli uomini non volano. direte voi...Sbagliato..
provate a chiederlo a Peter Pan e vi risponderà così..
"Voi grandi, credete di sapere tutto.. pensate a cose straordinarie saranno loro a portarvi
in alto.."
..e così è successo: Wendy e suo padre stanno volando inseguendo l'ombra di Peter Pan..
e di Wendy è rimasta solo l'eco delle sue parole: "Non posso..non posso! Non ci riesco a crescere
tutta d'un colpo!…Non voglio…" e un cuscino di piume leggere..
Silenzio!
Cos'è questo tintinnio di campanelli? E questo impercettibile luccichio nel cielo? Ma certo!
Sono le fatine, stordite e leggere, nate dai frammenti della prima risata del primo bimbo apparso
sulla terra ..e se ci sono le fate..questa e' l'Isola che non c'è...quel posto in cui si gioca ai pirati e a
nascondino tra i fiori..
Ma voler troppo restare bambini è qualcosa di un po' innaturale .. forse l'Isola che non c'è è anche
il nido da cui spiccare nuovamente il volo per tornare più forti verso casa..
per provare a crescere.. e forse diventare grandi non significa dimenticare di avere le ali... Un
sogno o una storia vera..un viaggio oppure no... una storia che racconta dei grandi e dei piccoli:
dei grandi che dimenticano e di quelli che cercano di ricordare.. di chi ha smesso e di chi continua
a guadare le stelle.. dei genitori e dei figli: un invito a darsi la mano per non avere paura di cercare
orizzonti lontani Uno spettacolo nato per i bambini e consigliato agli adulti …per accompagnare in
volo"Arturo", un professore che crede soltanto ai numeri, allergico alla parola fantasia, e Wendy,
sua figlia, in fuga per non diventare grande.. alla ricerca di Peter Pan, l'eterno bambino fuggito a
soli sette giorni di vita ..e un'Isola di piume leggere,bolle di sapone e navi invisibili..
PRIMARIE SECONDO CICLO ( III, IV e V elementare), Teatro Sociale
FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI
IL RE PESCATORE
Di Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci
Interpreti Pasquale Buonarota, Elena Campanella, Alessandro Pisci
Scenografia Lucio Diana
Costumi Federica Genovese
Creazione luci Bruno Pochettino
Musiche originali Pasquale Buonarota e Diego Mingolla
Assistente alla regia Claudia Martore
È la storia di un Re, un tempo leggendario, che ha abbandonato tutto per dedicare il suo tempo a
pescare un pesce fra milioni di pesci. Un pesce favoloso che porta con sé un segreto e che dal
fondo del mare lo chiama con voce amica.
Un giorno però arriva uno strano signore che, per liberarsi dai suoi mille impegni quotidiani,
vorrebbe tuffarsi nel mare proprio lì, accanto al pescatore.
Il Re e il bagnante decidono così di attendere insieme il momento giusto per realizzare il proprio
piccolo, grande sogno celato dal mare come un’antica promessa.
Una favola delicata e divertente sul tempo, custode come il mare dei nostri sogni e desideri più
segreti.
PRIMARIE PRIMO E SECONDO CICLO (I/V elementare), Teatro Sociale
SCENA MADRE
LA FAVOLA DELLA STREGA CHE RUBÒ LE STAGIONI
C’era una volta un piccolo e laborioso villaggio ai margini del bosco, abitato da gente concreta,
sempre presa da mille faccende.
Solo l’anziana signora Clessidra viveva in disparte, trascorrendo le giornate a osservare le nuvole e
a fare strani esperimenti.
La vita nel villaggio trascorreva tranquilla, finché un giorno gli abitanti non iniziarono a sentirsi
insoddisfatti e a desiderare nuove cose. Salvadanaio, piccolo custode dei risparmi di ciascuno,
propose allora di spendere tutti i soldi raccolti per costruire nuove case e comprare nuove cose.
Gli abitanti del villaggio, in preda ad una frenesia di cambiamento, non badavano nemmeno più a
dove costruivano le loro nuove case e accumulavano le loro nuove cose, alla quantità di rifiuti che
si stava ammucchiando per le strade, alle stagioni che piano piano stavano cambiando.
SECONDARIE DI PRIMO GRADO (medie), Teatro Sociale
SANTIBRIGANTI
YO YO PIEDERUOTA
regia Maurizio Bàbuin
aiuto regia Valentina Aicardi
testo Maurizio Bàbuin, Valentina Aicardi, Eva Maria Cischino, Marco Ferrero
con Eva Maria Cischino, Marco Ferrero
luci Nicola Rosboch
scenografie Marco Ferrero
YoYo Piederuota è la storia di Giovanni e di Giorgia
Lui, Giovanni, da tutti chiamato Yo: troppo alto e con due grandi piedi per correre. Lei, Giorgia, da
tutti chiamata Yo: troppo arrabbiata e con due grandi ruote per forza. C’è un cortile asfaltato, c’è
un canestro mezzo scassato e un quartiere di una città. C’è una stanza, c’è una lavagna e la scuola
di una città. Poi c’è la stanzetta di YoGiorgia con le sue cose e i suoi pensieri. Poi ancora c’è la
stanzetta di YoGiovanni, anche lui con tutte le sue cose e tutti i suoi pensieri. A entrambi piacciono
le robe che rotolano o saltano: tipo i sassi che ruzzolano giù da una montagna, i canguri coi loro
salti, le biciclette, un paio di scarpe sportive… una palla. Di qualsiasi genere. E tutto quel che si può
trovare per buttarla dentro: cestino a scuola, bidone per strada, un canestro attaccato a un muro.
Prima di incontrarsi erano un po’ più soli. Yo lui, troppo alto, chi ci arriva a parlargli fin lassù? E poi
se ci arrivi non ti parla: un orso. Yo lei, troppo arrabbiata. Anche perché prima non era così, sopra
una sedia a rotelle, era come gli altri: “normale”... YoGiovanni probabilmente vive con i suoi
genitori in quella città e in quel quartiere da sempre: YoGiorgia ci è arrivata da poco tempo.
Non c’è molto che possa aiutarli a farli diventare amici, se non quella palla che si butta dentro un
canestro e poco altro. Non sarà così facile perché Yo è proprio un orso e Yo è proprio arrabbiata.
Ma a volte, si sa, basta proprio quel poco per fare accadere tanto…
Abbiamo voluto raccontare la nascita di un’amicizia favorita in questo caso proprio dalla diversità:
la marginalità di Giovanni dal resto della classe e la disabilità di Giorgia. Il tutto attraverso gli
sguardi, gli incontri, gli scontri e i giochi di due bambini nell’ambito di spazi per loro quotidiani
quali la scuola, la casa, il cortile o il campetto; spazi che nello sviluppo della storia diventeranno
per loro “straordinari”.
I SACCHI DI SABBIA
SANDOKAN O LA FINE DELL’AVVENTURA
da “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari
Scrittura scenica Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
tecnica Federico Polacci
Costumi Luisa Pucci
Produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con Teatro
Sant’Andrea di Pisa, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi
Con il sostegno della Regione Toscana
Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro
personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno
dell'azione è l'ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori
rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade,
grattugie come cannoni, una bacinella piena d'acqua per il mare del Borneo, scottex per
cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto...Il racconto si affaccia alla mente
degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di
Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele
all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo
spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso - è un elogio
all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo
stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco
scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio?
ACTION THEATRE IN ENGLISH
Action Theatre in English è una delle prime compagnie in Italia di teatro in inglese per studenti dai
3 ai 16 anni, in grado di offrire un'ampia gamma di spettacoli e interventi didattici rivolti ad ogni
singolo anno della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado.
Gli spettacoli sono sempre molto comici e coinvolgenti, interessanti a livello didattico ma
soprattutto molto stimolanti sia per gli studenti che per gli insegnanti. Inoltre sono recitati da
attori con un altissimo livello professionale.
Ogni spettacolo è scritto su misura utilizzando il linguaggio e la grammatica inglese acquisita dagli
studenti. Gli spettacoli sono mirati e dunque comprensibili al 90% in qualsiasi momento dell'anno
in corso, senza la necessità di alcuna preparazione da parte degli insegnanti.
In ogni caso prima della rappresentazione verrà inviato un breve pre–show preparation sheet in
modo tale che l'insegnante possa preparare gli studenti se vuole, senza però togliere la sorpresa
ed il godimento dello spettacolo.
Action Theatre in English, fondata dallo scrittore e attore comico Rupert Raison nel 2003, diffonde
l'inglese nella Scuola Primaria e nella Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado attraverso i suoi
spettacoli comici. Action Theatre in English è un' International Physical Theatre Company in cui
tutti gli attori, formatisi nelle migliori scuole di teatro fisico d'Europa, sono selezionati per la loro
bravura e per la loro capacità di interagire e coinvolgere gli studenti.
Rupert Raison è nato nel 1959 a Londra dove sua madre aveva un negozio di pupazzi e maschere.
Si è laureato in francese e italiano all'Università di Bristol e in seguito si è diplomato alla Scuola di
Mimo, Movimento e Teatro di Jacques Lecoq a Parigi. Nel 1983 Rupert è stato invitato a Torino per
insegnare in una scuola di teatro fisico e da quel giorno per lavoro (e amore) è rimasto in Italia.
Nel 1985 è uno dei fondatori della Dizziacs Theatre Company per la quale ha lavorato come attore,
autore e insegnante di teatro. Dopo il suo scioglimento è stato direttore di una scuola di teatro
fisico nel centro di Torino fino al 2003 quando crea l'Action Theatre in English.
Negli ultimi anni oltre alla sua attività con la compagnia è stato consulente ed autore per il
Divertinglese della RAI (ha scritto 25 episodi del Sit Com Tracy e Polpetta trasmessi su
RAI2/RAISAT), tiene corsi di aggiornamento per insegnanti ed è stato co-autore del libro di testo
Mr. English (Casa Editrice Raffaello) per tutti i cinque anni della scuola primaria.
SECONDARIE DI PRIMO GRADO (medie), CineTeatro San Salvatore
SCENA MADRE
SOMS STORIE OSTINATE DI MEMORIA E SPERANZA
STORIE OSTINATE DI MEMORIA E SPERANZA
Con Marta Abate, Sara Milani, Luca Morchio
Maschere e abiti di scena Liceo Artistico F. Faccio, Castellamonte
Creazione pupazzi Erica Canale Parola, Sandro D’Aloia
Oggetti di scena Elisa Bolsi, Francesca Finamore, Maura Guerra, Laura Rossotto
Drammaturgia Marta Abate, Michelangelo Frola
Regia Michelangelo Frola
Soms è un progetto sostenuto dalla Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo
Lo spettacolo teatrale SOMS – Storie Ostinate di Memoria e Speranza intende approfondire
assieme agli studenti la storia e i valori del mutuo soccorso, nella convinzione che sia necessario
partire dai giovani per comunicare il grande valore del mutualismo che, giungendo dal passato,
torna oggi di grande attualità.
Il mondo del mutuo soccorso è spesso poco conosciuto, specie dalle nuove generazioni, ma ha
attraversato tutta la storia del nostro Paese come baluardo costante di giustizia e solidarietà. Dalla
fondazione delle prime Società alla condivisione quotidiana come principio ispiratore, dalla fatica
del lavoro agli ostacoli allo sviluppo del mutualismo, dall’utilità pratica dei servizi erogati ai soci e
alle loro famiglie all’avvento del fascismo: i vari aspetti del mutualismo sono proposti come tappe
affascinanti di una storia coraggiosa e complessa, in un alternarsi di ritmi e tecniche teatrali
differenti in grado di raccontare un momento storico importante mantenendo vivo l’interesse
degli spettatori.
Al fine di richiamare l’attenzione dei giovani, vengono utilizzati vari ed originali oggetti scenici:
maschere di cartapesta, pupazzi di gommapiuma, riproduzioni fedeli di oggetti, abiti ed accessori
dell’epoca. Gli attori parlano al pubblico attraverso pupazzi cui essi daranno movimento e
presteranno voce. Alcune scene particolarmente significative verranno interpretate dagli attori
con l’ausilio di maschere originali in cartapesta.
Le maschere e degli abiti di scena sono stati realizzati dagli studenti del Liceo Artistico “Felice
Faccio” di Castellamonte (TO), i quali hanno avuto la possibilità di lavorare creativamente
all’allestimento scenico. I pupazzi in gommapiuma sono opera di Sandro D’Aloia ed Erica Canale
Parola, burattinai della compagnia “Teatrino Ker’è”.
SECONDARIE DI SECONDO GRADO (superiori), Teatro Sociale
Giovedì 3 dicembre 2015
ARAM KIAN
MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO
STORIE DA SYNAGOSYTY
di Gabriele Vacis e Aram Kian
con Aram Kian
Scenofonia Roberto Tarasco
Regia Gabriele Vacis
Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia industriale di una grande città del
Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza
anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune
giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si
trova.
Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram
e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’... “Io sono uno di quelli che si riempiono lo
zainetto di esplosivo e fanno saltare la metropolitana di Londra… Se uno alto, biondo venisse qui a
dirti: ho lo zainetto pieno di bombe… tu ti metteresti a ridere, no?… Ma se te lo dico io? Un brivido
ti viene, no? Solo perché sono basso e nero. Che poi non sono neanche tanto nero, al limite un po'
olivastro…"
In bilico fra incanto, ironia e tragedia, Synagosyty racconta la storia dei nuovi italiani, i figli degli
immigrati, le cosiddette "generazioni Balotelli". Ragazzi nati in Italia, italiani a tutti gli effetti ma
che si confrontano con forme più o meno manifeste di discriminazione.
Siamo realmente così maturi da accettare la nostra dimensione di società multiculturale?
Attraverso la voce dell’attore protagonista, Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce un testo che è
uno stralcio di vita e di memoria e, insieme, uno sguardo al futuro di una società che impara,
giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”.
Mercoledì 3 febbraio 2016
SAULO LUCCI
HELL'O DANTE
LA DIVINA COMMEDIA COME NON L’AVETE MAI SENTITA
Hell O’ Dante è uno spettacolo di narrazione con musica in cui Saulo Lucci, attore e musicista,
affronta in modo informale e ironico l’Inferno di Dante. Saulo Lucci illustra con un linguaggio
semplice, ma ricco di riferimenti storici e filologici desunti da lunghi studi della critica dantesca, le
bellissime pagine dell’Inferno, conducendo il pubblico attraverso i gironi infernali rendendo vivi i
suoi personaggi ed umanizzando Dante e la sua guida Virgilio. Ad ogni replica il pubblico estrarrà a
sorte il canto da sviluppare.
Hell'o Dante è uno spettacolo sempre nuovo che vi sorprenderà unendo l’alto e il basso, il sacro e
il profano, il serio e il faceto, genio e sregolatezza.
MAURO PARRINELLO
SHYLOCK
traduzione e adattamento Francesca Montanino
con Mauro Parrinello
voce off Federico Giani
scene e costumi Chiara Piccardo
segretaria di produzione Patrizia Farina
regia Mauro Parrinello
I stand for judgement. Answer: shall I have it?
Il coltello affilato, gli occhi iniettati di sangue, il naso adunco e una parrucca rossiccia che gli da un
aspetto diabolico. Oppure, una semplice tunica nera e un portamento nobile ed elegante. Nel
primo caso, il villain rivendica la sua libbra di carne suscitando le risa e lo scherno del pubblico, nel
secondo la sua pietà. Comunque sia, si tratta sempre di uno dei personaggi immortali partoriti dal
genio di Shakespeare: Shylock. Ma chi era veramente l'ebreo del Mercante di Venezia?
Un uomo solo, senza amici, un padre abbandonato e pieno di rabbia. Un personaggio controverso,
capace di dividere la storia, che in alcuni casi ne ha fatto un baluardo dell'antisemitismo, mentre in
altri l'esempio prediletto per vivaci discussioni sulla questione ebraica. Come è possibile, dopo
tanto parlare, rappresentare, riscrivere e riadattare questa icona del teatro, confrontarsi ancora
con Shylock? Nel suo monologo del 1998 - straordinario successo di pubblico a Edimburgo, e poi
un decennio di repliche in tutto il mondo - Gareth Armstrong opera una scelta semplice e allo
stesso tempo esilarante: fare uscire Shylock di scena. A parlare di lui, e non solo di lui, è qualcuno
che in pochi ricorderanno: Tubal, quell'ebreo "della stessa tribù" di Shylock a cui Shakespeare
dedica nel Mercante non più di otto battute. A lui il compito di ripercorrere la fitta trama del
Mercante di Venezia, nel tentativo di riabilitare la figura di Shylock, di rivelare, con incredibile
ironia, l'uomo dietro il personaggio, vacillante sotto il peso di un mito troppo grande per lui, E al
tempo stesso, con questo 'a tu per tu' con il pubblico, in questo 'one-man show su Shylock', Tubal
si prende il suo momento di gloria. la sua occasione fin troppo cercata, un'opportunità per
riscrivere la tanto nota storia dal suo punto di vista.
Shylock è uno spettacolo che offre allo spettatore l'opportunità di una visione insolita del
Mercante di Venezia: un punto di vista originale, obliquo, che colloca il racconto 'fuori', 'dietro', 'di
lato' a ciò che avviene in scena, moltiplicandone le possibilità di interpretazione. Tra situazioni
esilaranti, travestimenti, incursioni e rimandi, Shylock è un Mercante di Venezia come non l'avete
mai visto.