SCENA MADRE CHE PASTICCIO, BABBO NATALE! Quando eravamo bambini ci chiedevamo come accidenti fosse fatta la casa di Babbo Natale, dove riuscisse a far stare tutti quei regali e quali vestiti indossasse negli altri giorni dell’anno. Tempestavamo gli adulti di domande, ma ogni volta i grandi non sapevano cosa rispondere; tentavano invano di cambiare discorso o farfugliavano impacciati qualche traballante descrizione priva di immaginazione… …E allora noi partivamo con la fantasia: montagne di regali da scalare, stalle brulicanti di renne ancorate al terreno come palloncini ansiosi di spiccare il volo, folletti instancabili con le braccia cariche di nastri scintillanti intenti ad incartare gli ultimi doni, Babbo Natale in vestaglia e ciabatte a forma di marmotta che addenta una fetta di panettone mentre controlla una lista di indirizzi lunga due chilometri. Recentemente siamo stati in Lapponia, e abbiamo potuto constatare che in realtà, prima della partenza, succedono sempre le cose più incredibili. Questo spettacolo è dedicato a tutti quei bambini, più o meno cresciuti, che non hanno mai smesso di farsi tutte queste domande. STILEMA/UNOTEATRO STORIA DI UN PALLONCINO CON LA TESTA TRA LE NUVOLE, CON I PIEDI PER TERRA Di Silvano Antonelli Regia Silvano Antonelli Con Silvano Antonelli Collaborazione drammaturgica Giovanni Moretti Progetto Luci Giovanni Battista Cipriani produzione STILEMA/UNOTEATRO L’infanzia, così prossima ai principi primi e universali del vivere sociale, è protagonista, attraverso la maschera di palloncino , di una storia che parla di libertà e del senso di responsabilità. Palloncino è un bambino che, a differenza di altri suoi compagni, non può fare a meno di volare. Non può star seduto a tavola composto; non può trattenersi a lungo fermo sul banco; non può dar la mano alla mamma al mercato. Lui tenta di comportarsi a modo, ma alla fine di una giornata piena di buoni propositi si ritrova persino sulla luna, e per tirarlo giù ci vogliono le scale mobili di tutti i pompieri del mondo. È così, un giorno, vola tanto in alto da trovarsi nel mondo dove solo i pensieri possono arrivare, neppure le nuvole, neppure le stelle. Li, finalmente, fa tutti i sogni che vuole e inventa tutte le idee che più gli piacciono. È finalmente soddisfatto? Proprio per nulla. Ora che è arrivato così tanto in cima da vedere il mondo come un puntino è verso quel puntino che vuole tornare. Se riuscisse a tenere i piedi per terra – e a tenere solo la testa tra le nuvole - sogni e idee potrebbe usarli per cambiare quel puntino piccolo, quel piccolo pezzo di mondo che è il suo. BACHALOM TEATRO CHE BEL GIORNO GUGLIELMINA! di e con Alice Corio e Federica Brambini “Perché mangiare la frutta e la verdura?” “Perché lavarsi le mani prima di mangiare?” “Perché fare colazione?” Già, perché? Ormai sta diventando sempre più importante portare sulla tavola cibi salutari e controllati, avere una corretta alimentazione e anche dei buoni comportamenti. Ma come fare a trasmettere questo stile di vita ai più piccoli? D’altronde viviamo nell’era dei Fast Food, dei cibi precotti, di quelle pietanze succulente ma dannose che ci propinano le pubblicità televisive che invogliano soprattutto i giovani e i giovanissimi al loro consumo. Lo spettacolo, nato in occasione dell’evento mondiale dell’Expo, è partito proprio da queste riflessioni e dal desiderio di educare le nuove generazioni (e i loro genitori) ad una corretta alimentazione. Naturalmente, a modo nostro! Attraverso il gioco, il divertimento, il coinvolgimento attivo dei bambini e ovviamente il teatro vogliamo inviare un messaggio chiaro, forte e semplice. Semplicità è infatti la parola chiave della forma di questo spettacolo. Semplicemente una mamma paziente e la sua bambina un po’ dispettosa, un po’ ribelle, e il loro viaggio in una “giornata tipo” di un bambino, alla scoperta di come la frutta possa diventare protagonista di un racconto avventuroso, di come le verdure possano trasformarsi in super-eroi, di come lavarsi le mani possa diventare una danza strepitosa e di come un semplice giardino possa diventare un luogo pieno di erbe misteriose. Gag divertenti, pupazzi parlanti, ritmi musicali a colpi di forchette e stoviglie, strani e buffi mostri saranno gli ingredienti di questo spettacolo che vuole coinvolgere direttamente il bambino ed immergerlo nel mondo dei buoni comportamenti e della giusta alimentazione, sviluppando e stimolando tutti e cinque i sensi. BACHALOM TEATRO BUCCE D’ARANCIA di e con Arianna De Angelis e Greta Pavese "Bucce d'Arance è la divertente storia di due cugine: Basilia ed Ergene. La prima è una allegra ragazza di campagna, che vive in una fattoria fuori città, dove produce tutto il necessario per vivere in maniera genuina e sopratutto, rispettando l'ambiente. La seconda è invece una ragazza moderna, che vive nell'ambiente metropolitano, abituata alle comodità di tutti i giorni della città. Un giorno Ergene, decide di andare a trovare la cugina Basilia nella sua cascina in campagna. Appena arrivata, la poverina si ritrova immersa nella vita campagnola, per nulla adatta alle sue corde. La svampita Basilia, aveva promesso alla cugina che al suo arrivo, le avrebbe fatto trovare la famosa torta d'arance che entrambe da piccole cucinavano con la nonna. Ma essendosene dimenticata, decidono di cucinarla insieme. Ergene però non essendo abituata alla vita fuori città, chiede a Basilia dove può trovare il primo supermercato per poter comprare tutti gli ingredienti necessari per poter preparare la torta. Basilia ferma la cugina già pronta ad uscire, dicendole che in quella zona non ci sono supermercati e che in casa sua e nel suo giardino, c'è tutto l'occorrente, senza dover ricorrere a nessun supermercato. In mezzo a qualche acrobazia e con (molte) goffe cadute, Basilia ricorderà di nuovo a Ergene, come la natura ci fornisce tutte le cose che ogni giorno si trovano sulla nostra tavola: la mucca per il latte, le galline per le uova, il grano per la farina e così via. Oltre alla preparazione della torta, Basilia insegnerà ad Ergene l'utilità del compost e quindi di quanto possono essere preziosi gli scarti alimentari. Alla fine le due cugine riusciranno a preparare la loro coloratissima e buonissima torta d'arance ed Ergene, imparerà e riscoprirà la bellezza e l'utilità della natura." "Bucce d'Arance" è uno spettacolo in rima, prevalentemente per classi di scuola primaria - primo ciclo. L'obiettivo è quello di sensibilizzare i bambini (e anche i grandi), sugli argomenti che riguardano la provenienza di cibi che tutti i giorni si trovano sulla nostra tavola, ma che ormai siamo troppo abituati a trovare nei banchi del supermercato, dimenticandoci a volte della loro storia e della loro genuinità. Oltre alla sfera di tipo alimentare, lo spettacolo verte nella parte finale, sull'argomento del compostaggio. Il riciclaggio e il riutilizzo di materiale organico ( gusci delle uova o le bucce delle arance - da cui prende spunto il nome dello spettacolo stesso), vengono raccontati attraverso delle strofe in rima, per raccontare come gli scarti possano diventare nuovo materiale nutritivo per terre e alberi da frutta. Tutto questo viene raccontato e spiegato in maniera leggera e divertente e proponendo agli insegnanti uno spunto su cui poter lavorare in classe con gli alunni. PRIMARIE PRIMO CICLO (I e II elementare), Teatro Sociale ECCENTRICI DADARÒ PETER PAN- UNA STORIA DI POCHI CENTIMETRI E PIUME UNA STORIA DI POCHI CENTIMETRI E PIUME con Davide Visconti, Michele Cafaggi, Rossella Rapisarda drammaturgia Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda regia Fabrizio Visconti Silenzio! Cosa è stato quel leggero battito d'ali? Semplice.. Qualcuno ha spiccato il volo questa notte.. ....ma gli uomini non volano. direte voi...Sbagliato.. provate a chiederlo a Peter Pan e vi risponderà così.. "Voi grandi, credete di sapere tutto.. pensate a cose straordinarie saranno loro a portarvi in alto.." ..e così è successo: Wendy e suo padre stanno volando inseguendo l'ombra di Peter Pan.. e di Wendy è rimasta solo l'eco delle sue parole: "Non posso..non posso! Non ci riesco a crescere tutta d'un colpo!…Non voglio…" e un cuscino di piume leggere.. Silenzio! Cos'è questo tintinnio di campanelli? E questo impercettibile luccichio nel cielo? Ma certo! Sono le fatine, stordite e leggere, nate dai frammenti della prima risata del primo bimbo apparso sulla terra ..e se ci sono le fate..questa e' l'Isola che non c'è...quel posto in cui si gioca ai pirati e a nascondino tra i fiori.. Ma voler troppo restare bambini è qualcosa di un po' innaturale .. forse l'Isola che non c'è è anche il nido da cui spiccare nuovamente il volo per tornare più forti verso casa.. per provare a crescere.. e forse diventare grandi non significa dimenticare di avere le ali... Un sogno o una storia vera..un viaggio oppure no... una storia che racconta dei grandi e dei piccoli: dei grandi che dimenticano e di quelli che cercano di ricordare.. di chi ha smesso e di chi continua a guadare le stelle.. dei genitori e dei figli: un invito a darsi la mano per non avere paura di cercare orizzonti lontani Uno spettacolo nato per i bambini e consigliato agli adulti …per accompagnare in volo"Arturo", un professore che crede soltanto ai numeri, allergico alla parola fantasia, e Wendy, sua figlia, in fuga per non diventare grande.. alla ricerca di Peter Pan, l'eterno bambino fuggito a soli sette giorni di vita ..e un'Isola di piume leggere,bolle di sapone e navi invisibili.. PRIMARIE SECONDO CICLO ( III, IV e V elementare), Teatro Sociale FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI IL RE PESCATORE Di Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci Interpreti Pasquale Buonarota, Elena Campanella, Alessandro Pisci Scenografia Lucio Diana Costumi Federica Genovese Creazione luci Bruno Pochettino Musiche originali Pasquale Buonarota e Diego Mingolla Assistente alla regia Claudia Martore È la storia di un Re, un tempo leggendario, che ha abbandonato tutto per dedicare il suo tempo a pescare un pesce fra milioni di pesci. Un pesce favoloso che porta con sé un segreto e che dal fondo del mare lo chiama con voce amica. Un giorno però arriva uno strano signore che, per liberarsi dai suoi mille impegni quotidiani, vorrebbe tuffarsi nel mare proprio lì, accanto al pescatore. Il Re e il bagnante decidono così di attendere insieme il momento giusto per realizzare il proprio piccolo, grande sogno celato dal mare come un’antica promessa. Una favola delicata e divertente sul tempo, custode come il mare dei nostri sogni e desideri più segreti. PRIMARIE PRIMO E SECONDO CICLO (I/V elementare), Teatro Sociale SCENA MADRE LA FAVOLA DELLA STREGA CHE RUBÒ LE STAGIONI C’era una volta un piccolo e laborioso villaggio ai margini del bosco, abitato da gente concreta, sempre presa da mille faccende. Solo l’anziana signora Clessidra viveva in disparte, trascorrendo le giornate a osservare le nuvole e a fare strani esperimenti. La vita nel villaggio trascorreva tranquilla, finché un giorno gli abitanti non iniziarono a sentirsi insoddisfatti e a desiderare nuove cose. Salvadanaio, piccolo custode dei risparmi di ciascuno, propose allora di spendere tutti i soldi raccolti per costruire nuove case e comprare nuove cose. Gli abitanti del villaggio, in preda ad una frenesia di cambiamento, non badavano nemmeno più a dove costruivano le loro nuove case e accumulavano le loro nuove cose, alla quantità di rifiuti che si stava ammucchiando per le strade, alle stagioni che piano piano stavano cambiando. SECONDARIE DI PRIMO GRADO (medie), Teatro Sociale SANTIBRIGANTI YO YO PIEDERUOTA regia Maurizio Bàbuin aiuto regia Valentina Aicardi testo Maurizio Bàbuin, Valentina Aicardi, Eva Maria Cischino, Marco Ferrero con Eva Maria Cischino, Marco Ferrero luci Nicola Rosboch scenografie Marco Ferrero YoYo Piederuota è la storia di Giovanni e di Giorgia Lui, Giovanni, da tutti chiamato Yo: troppo alto e con due grandi piedi per correre. Lei, Giorgia, da tutti chiamata Yo: troppo arrabbiata e con due grandi ruote per forza. C’è un cortile asfaltato, c’è un canestro mezzo scassato e un quartiere di una città. C’è una stanza, c’è una lavagna e la scuola di una città. Poi c’è la stanzetta di YoGiorgia con le sue cose e i suoi pensieri. Poi ancora c’è la stanzetta di YoGiovanni, anche lui con tutte le sue cose e tutti i suoi pensieri. A entrambi piacciono le robe che rotolano o saltano: tipo i sassi che ruzzolano giù da una montagna, i canguri coi loro salti, le biciclette, un paio di scarpe sportive… una palla. Di qualsiasi genere. E tutto quel che si può trovare per buttarla dentro: cestino a scuola, bidone per strada, un canestro attaccato a un muro. Prima di incontrarsi erano un po’ più soli. Yo lui, troppo alto, chi ci arriva a parlargli fin lassù? E poi se ci arrivi non ti parla: un orso. Yo lei, troppo arrabbiata. Anche perché prima non era così, sopra una sedia a rotelle, era come gli altri: “normale”... YoGiovanni probabilmente vive con i suoi genitori in quella città e in quel quartiere da sempre: YoGiorgia ci è arrivata da poco tempo. Non c’è molto che possa aiutarli a farli diventare amici, se non quella palla che si butta dentro un canestro e poco altro. Non sarà così facile perché Yo è proprio un orso e Yo è proprio arrabbiata. Ma a volte, si sa, basta proprio quel poco per fare accadere tanto… Abbiamo voluto raccontare la nascita di un’amicizia favorita in questo caso proprio dalla diversità: la marginalità di Giovanni dal resto della classe e la disabilità di Giorgia. Il tutto attraverso gli sguardi, gli incontri, gli scontri e i giochi di due bambini nell’ambito di spazi per loro quotidiani quali la scuola, la casa, il cortile o il campetto; spazi che nello sviluppo della storia diventeranno per loro “straordinari”. I SACCHI DI SABBIA SANDOKAN O LA FINE DELL’AVVENTURA da “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari Scrittura scenica Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano tecnica Federico Polacci Costumi Luisa Pucci Produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi Con il sostegno della Regione Toscana Il luogo in cui si svolge l’azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell'azione è l'ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d'acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto...Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico) lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso - è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio? ACTION THEATRE IN ENGLISH Action Theatre in English è una delle prime compagnie in Italia di teatro in inglese per studenti dai 3 ai 16 anni, in grado di offrire un'ampia gamma di spettacoli e interventi didattici rivolti ad ogni singolo anno della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado. Gli spettacoli sono sempre molto comici e coinvolgenti, interessanti a livello didattico ma soprattutto molto stimolanti sia per gli studenti che per gli insegnanti. Inoltre sono recitati da attori con un altissimo livello professionale. Ogni spettacolo è scritto su misura utilizzando il linguaggio e la grammatica inglese acquisita dagli studenti. Gli spettacoli sono mirati e dunque comprensibili al 90% in qualsiasi momento dell'anno in corso, senza la necessità di alcuna preparazione da parte degli insegnanti. In ogni caso prima della rappresentazione verrà inviato un breve pre–show preparation sheet in modo tale che l'insegnante possa preparare gli studenti se vuole, senza però togliere la sorpresa ed il godimento dello spettacolo. Action Theatre in English, fondata dallo scrittore e attore comico Rupert Raison nel 2003, diffonde l'inglese nella Scuola Primaria e nella Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado attraverso i suoi spettacoli comici. Action Theatre in English è un' International Physical Theatre Company in cui tutti gli attori, formatisi nelle migliori scuole di teatro fisico d'Europa, sono selezionati per la loro bravura e per la loro capacità di interagire e coinvolgere gli studenti. Rupert Raison è nato nel 1959 a Londra dove sua madre aveva un negozio di pupazzi e maschere. Si è laureato in francese e italiano all'Università di Bristol e in seguito si è diplomato alla Scuola di Mimo, Movimento e Teatro di Jacques Lecoq a Parigi. Nel 1983 Rupert è stato invitato a Torino per insegnare in una scuola di teatro fisico e da quel giorno per lavoro (e amore) è rimasto in Italia. Nel 1985 è uno dei fondatori della Dizziacs Theatre Company per la quale ha lavorato come attore, autore e insegnante di teatro. Dopo il suo scioglimento è stato direttore di una scuola di teatro fisico nel centro di Torino fino al 2003 quando crea l'Action Theatre in English. Negli ultimi anni oltre alla sua attività con la compagnia è stato consulente ed autore per il Divertinglese della RAI (ha scritto 25 episodi del Sit Com Tracy e Polpetta trasmessi su RAI2/RAISAT), tiene corsi di aggiornamento per insegnanti ed è stato co-autore del libro di testo Mr. English (Casa Editrice Raffaello) per tutti i cinque anni della scuola primaria. SECONDARIE DI PRIMO GRADO (medie), CineTeatro San Salvatore SCENA MADRE SOMS STORIE OSTINATE DI MEMORIA E SPERANZA STORIE OSTINATE DI MEMORIA E SPERANZA Con Marta Abate, Sara Milani, Luca Morchio Maschere e abiti di scena Liceo Artistico F. Faccio, Castellamonte Creazione pupazzi Erica Canale Parola, Sandro D’Aloia Oggetti di scena Elisa Bolsi, Francesca Finamore, Maura Guerra, Laura Rossotto Drammaturgia Marta Abate, Michelangelo Frola Regia Michelangelo Frola Soms è un progetto sostenuto dalla Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo Lo spettacolo teatrale SOMS – Storie Ostinate di Memoria e Speranza intende approfondire assieme agli studenti la storia e i valori del mutuo soccorso, nella convinzione che sia necessario partire dai giovani per comunicare il grande valore del mutualismo che, giungendo dal passato, torna oggi di grande attualità. Il mondo del mutuo soccorso è spesso poco conosciuto, specie dalle nuove generazioni, ma ha attraversato tutta la storia del nostro Paese come baluardo costante di giustizia e solidarietà. Dalla fondazione delle prime Società alla condivisione quotidiana come principio ispiratore, dalla fatica del lavoro agli ostacoli allo sviluppo del mutualismo, dall’utilità pratica dei servizi erogati ai soci e alle loro famiglie all’avvento del fascismo: i vari aspetti del mutualismo sono proposti come tappe affascinanti di una storia coraggiosa e complessa, in un alternarsi di ritmi e tecniche teatrali differenti in grado di raccontare un momento storico importante mantenendo vivo l’interesse degli spettatori. Al fine di richiamare l’attenzione dei giovani, vengono utilizzati vari ed originali oggetti scenici: maschere di cartapesta, pupazzi di gommapiuma, riproduzioni fedeli di oggetti, abiti ed accessori dell’epoca. Gli attori parlano al pubblico attraverso pupazzi cui essi daranno movimento e presteranno voce. Alcune scene particolarmente significative verranno interpretate dagli attori con l’ausilio di maschere originali in cartapesta. Le maschere e degli abiti di scena sono stati realizzati dagli studenti del Liceo Artistico “Felice Faccio” di Castellamonte (TO), i quali hanno avuto la possibilità di lavorare creativamente all’allestimento scenico. I pupazzi in gommapiuma sono opera di Sandro D’Aloia ed Erica Canale Parola, burattinai della compagnia “Teatrino Ker’è”. SECONDARIE DI SECONDO GRADO (superiori), Teatro Sociale Giovedì 3 dicembre 2015 ARAM KIAN MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO STORIE DA SYNAGOSYTY di Gabriele Vacis e Aram Kian con Aram Kian Scenofonia Roberto Tarasco Regia Gabriele Vacis Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’... “Io sono uno di quelli che si riempiono lo zainetto di esplosivo e fanno saltare la metropolitana di Londra… Se uno alto, biondo venisse qui a dirti: ho lo zainetto pieno di bombe… tu ti metteresti a ridere, no?… Ma se te lo dico io? Un brivido ti viene, no? Solo perché sono basso e nero. Che poi non sono neanche tanto nero, al limite un po' olivastro…" In bilico fra incanto, ironia e tragedia, Synagosyty racconta la storia dei nuovi italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette "generazioni Balotelli". Ragazzi nati in Italia, italiani a tutti gli effetti ma che si confrontano con forme più o meno manifeste di discriminazione. Siamo realmente così maturi da accettare la nostra dimensione di società multiculturale? Attraverso la voce dell’attore protagonista, Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce un testo che è uno stralcio di vita e di memoria e, insieme, uno sguardo al futuro di una società che impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”. Mercoledì 3 febbraio 2016 SAULO LUCCI HELL'O DANTE LA DIVINA COMMEDIA COME NON L’AVETE MAI SENTITA Hell O’ Dante è uno spettacolo di narrazione con musica in cui Saulo Lucci, attore e musicista, affronta in modo informale e ironico l’Inferno di Dante. Saulo Lucci illustra con un linguaggio semplice, ma ricco di riferimenti storici e filologici desunti da lunghi studi della critica dantesca, le bellissime pagine dell’Inferno, conducendo il pubblico attraverso i gironi infernali rendendo vivi i suoi personaggi ed umanizzando Dante e la sua guida Virgilio. Ad ogni replica il pubblico estrarrà a sorte il canto da sviluppare. Hell'o Dante è uno spettacolo sempre nuovo che vi sorprenderà unendo l’alto e il basso, il sacro e il profano, il serio e il faceto, genio e sregolatezza. MAURO PARRINELLO SHYLOCK traduzione e adattamento Francesca Montanino con Mauro Parrinello voce off Federico Giani scene e costumi Chiara Piccardo segretaria di produzione Patrizia Farina regia Mauro Parrinello I stand for judgement. Answer: shall I have it? Il coltello affilato, gli occhi iniettati di sangue, il naso adunco e una parrucca rossiccia che gli da un aspetto diabolico. Oppure, una semplice tunica nera e un portamento nobile ed elegante. Nel primo caso, il villain rivendica la sua libbra di carne suscitando le risa e lo scherno del pubblico, nel secondo la sua pietà. Comunque sia, si tratta sempre di uno dei personaggi immortali partoriti dal genio di Shakespeare: Shylock. Ma chi era veramente l'ebreo del Mercante di Venezia? Un uomo solo, senza amici, un padre abbandonato e pieno di rabbia. Un personaggio controverso, capace di dividere la storia, che in alcuni casi ne ha fatto un baluardo dell'antisemitismo, mentre in altri l'esempio prediletto per vivaci discussioni sulla questione ebraica. Come è possibile, dopo tanto parlare, rappresentare, riscrivere e riadattare questa icona del teatro, confrontarsi ancora con Shylock? Nel suo monologo del 1998 - straordinario successo di pubblico a Edimburgo, e poi un decennio di repliche in tutto il mondo - Gareth Armstrong opera una scelta semplice e allo stesso tempo esilarante: fare uscire Shylock di scena. A parlare di lui, e non solo di lui, è qualcuno che in pochi ricorderanno: Tubal, quell'ebreo "della stessa tribù" di Shylock a cui Shakespeare dedica nel Mercante non più di otto battute. A lui il compito di ripercorrere la fitta trama del Mercante di Venezia, nel tentativo di riabilitare la figura di Shylock, di rivelare, con incredibile ironia, l'uomo dietro il personaggio, vacillante sotto il peso di un mito troppo grande per lui, E al tempo stesso, con questo 'a tu per tu' con il pubblico, in questo 'one-man show su Shylock', Tubal si prende il suo momento di gloria. la sua occasione fin troppo cercata, un'opportunità per riscrivere la tanto nota storia dal suo punto di vista. Shylock è uno spettacolo che offre allo spettatore l'opportunità di una visione insolita del Mercante di Venezia: un punto di vista originale, obliquo, che colloca il racconto 'fuori', 'dietro', 'di lato' a ciò che avviene in scena, moltiplicandone le possibilità di interpretazione. Tra situazioni esilaranti, travestimenti, incursioni e rimandi, Shylock è un Mercante di Venezia come non l'avete mai visto.