Fiabe e libri sul palcoscenico Un viaggio teatrale e natalizio all’inseguimento di desideri profondi / 02.01.2017 di Giorgio Thoeni Avevamo incontrato Stefania Mariani qualche anno fa al Teatro del Gatto di Ascona al suo debutto con Edurance, uno spettacolo scritto dall’attrice con il regista Jean-Martin Roy. Ci avevano colpito la semplicità del suo racconto e la naturalezza nel restituire attraverso le parole il senso vero di una narrazione che suggerisce la forza delle emozioni senza ricorrere a effetti speciali. Eppure in quel caso avrebbe avuto tutte le attenuanti: si trattava infatti della storia dalla tinte altamente drammatiche dell’esploratore irlandese Ernest Shakleton e della sua spedizione transantartica realizzata cent’anni fa con lo scopo di attraversare a piedi il Polo Sud: un’avventura che si era trasformata in un’incredibile lotta per la sopravvivenza. Abbiamo recentemente avuto conferma della dote della Mariani dopo aver visto Abar e Babir, una produzione StagePhotography sostenuta dal Percento culturale di Migros Ticino, in un appuntamento natalizio destinato ai più piccoli e organizzato dalla rassegna «Home» del Teatro Foce di Lugano. Lo spunto arriva da un racconto scritto da Chiara Lossani (Edizioni Arka). E anche in questo caso si tratta di un viaggio, tema prediletto dai raccontatori. I protagonisti del titolo sono due pastorelli che, dopo aver fatto lo stesso sogno, lasciano la stalla e le pecore per andare alla ricerca del loro più profondo desiderio. Seguendo la luce di una stella, iniziano un lungo viaggio che li farà incontrare gente diversa ma con altrettanti desideri che immancabilmente andranno ad aggiungersi a una lunga filiera. Quale sarà in definitiva il loro desiderio? E quando finirà quel viaggio? Certamente li aiuterà l’incontro con tre re venuti da lontano e una stella cometa che li guiderà… insomma, ecco che la leggenda di Natale può anche essere raccontata prendendola un po’ alla larga ma lasciando che i bambini possano ricamarci con la fantasia. È quello che ha fatto Stefania Mariani, in scena con Emanuele Di Nardo (al sax). Il suo garbo narrativo senza eccessi ha catalizzato l’attenzione della giovanissima platea con anche un breve momento di condivisione col pubblico (di solito potenzialmente rischioso) che si è rivelato un piacevole intrattenimento. Come il suo spettacolo: meritati applausi. Dal teatro al libro: un’unica visione Quando ci si imbatte nella scrittura letteraria di Daniele Finzi Pasca si avverte immediatamente di avere a che fare con una realtà sospesa, con una prosa controllata e diversa, che esce da una dimensione quasi infantile, presupposto di un mondo fantastico e onirico, impregnato di quella ingenuità clownesca che immancabilmente si scontra con la concretezza del mondo: durezze che ne mettono a nudo le fragilità. Nel settembre 2014, quando abbiamo visto in prima mondiale Bianco su Bianco al Teatro Sociale di Bellinzona, la nostra sensibilità di spettatore si è lasciata trasportare in un vortice di ricordi fotografici, in un flusso di intima e coinvolgente aneddotica che faceva rivedere i quartieri luganesi della fine degli anni Sessanta, poco prima dell’avanzare di una esigenza di urbanizzazione che avrebbe soffocato la memoria del passato. Lo spettacolo era tutto quello ma anche molto altro, con le sue parentesi visionarie e la magia di quella foresta di lucciole che occupava il palcoscenico. Ora Bianco su Bianco è anche un libro. O per meglio dire, la sua vera storia è nelle pagine di un libro che quando nasceva lo spettacolo non era ancora stato pubblicato. Ci hanno però pensato le edizioni della Compagnia Finzi Pasca regalandoci un volumetto che permette di entrare nella dinamica di Ruggero innamorato di Elena, di un bambino confrontato con un padre violento ma salvato dall’affetto degli amici, dei vicini, da un quartiere come non ne esistono più. La pubblicazione curata da Claudia Laffranchi Rossini, che ha definito il testo come una sorta di Bildungsroman dell’autore, figura nella sua versione originale, da cui è stato tratto lo spettacolo interpretato da Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen. Dal debutto bellinzonese Bianco su Bianco ha iniziato una tournée in tutto il mondo per un viaggio che è ancora in corso e lo spettacolo è stato visto da oltre ventiduemila spettatori in settantacinque città ed è stato recitato in ben cinque lingue. Buona lettura!