Disturbi della sfera sessuale femminile: considerazioni generali e

Disturbi della sfera sessuale femminile: considerazioni generali e ruolo
della fitoterapia
“E’ l’amore il più potente
afrodisiaco”
I disturbi sessuali femminili sono ampiamente diffusi e per questo motivo spesso sottovalutati,
innanzitutto dalle donne. La loro importanza o serietà può dipendere da molti fattori. Per
semplicità, tutti disturbi sessuali femminili disturbi possono essere suddivisi nelle seguenti
categorie:
• Disturbi del Desiderio.
• Disturbi dell'Eccitazione.
• Disturbi dell'Orgasmo
• Disturbi da Dolore sessuale.
• Disturbi dell'Identità di Genere.
• Parafilie.
• Sessualità compulsiva.
• Problemi non sessuali che possono causare disturbi sessuali.
Disturbi del desiderio sessuale
Possono essere di due tipi:
•
Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo: la caratteristica essenziale è la scarsità o
l'assenza di desiderio sessuale e di fantasie sessuali. Frequentemente questo
disturbo è presente in persone che hanno problemi di eccitazione o di
raggiungimento dell'orgasmo.
•
Disturbo da Avversione Sessuale: la caratteristica fondamentale di questo disturbo è
l'evitamento di contatti a carattere sessuale. In alcuni casi l'avversione per la
sessualità può spingersi anche verso ogni generica forma di intimità, come baci e
contatto fisico sessualizzato. La presenza di ansia, disgusto o timore in presenza di
situazioni che possono preludere ad una intimità sessuale è frequente.
Disturbo dell'eccitazione sessuale
La caratteristica fondamentale di questo disturbo è l'incapacità o la difficoltà nel raggiungere o
mantenere una adeguata eccitazione sessuale in risposta a stimoli idonei, fino al completamento
dell'attività sessuale. E' spesso associato al Disturbi del Desiderio Sessuale ed al Disturbo
dell'Orgasmo Femminile.
Disturbo dell'orgasmo
La caratteristica fondamentale di questo disturbo, noto anche come Anorgasmia, è la difficoltà,
l'impossibilità o un frequente ritardo nel raggiungimento dell'orgasmo, dopo una adeguata fase di
eccitazione sessuale (anche conosciuto con il vecchio e fuorviante nome di "frigidità"). In assenza
di patologie organiche, in molti casi questo problema è legato alla difficoltà di abbandono da parte
della donna, che tende invece a mantenere un costante controllo su quanto sta avvenendo, sulle
proprie reazioni emotive, sulle sensazioni che avverte, e così via, impedendosi di abbandonarsi al
flusso delle sensazioni. Se l'autocontrollo è molto marcato, l'impossibilità di provare piacere è
presente anche durante le pratiche autoerotiche e frequentemente si accompagna all'inibizione
dell'immaginario erotico.
Disturbi da dolore sessuale
Possono essere di due tipi:
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Dispareunia: la caratteristica fondamentale di questo disturbo è un dolore a livello
degli organi genitali durante l'attività sessuale, tipicamente durante il coito, ma
anche prima o dopo di esso. L'intensità del dolore può variare notevolmente da
persona a persona, da situazione a situazione. Perché si possa parlare di
dispareunia nella donna, questo disturbo non deve essere attribuibile
esclusivamente a Vaginismo o a mancanza di lubrificazione.
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Vaginismo: la caratteristica fondamentale di questo disturbo è la frequente o
costante contrazione non volontaria dei muscoli vaginali nel tentativo di effettuare la
penetrazione, sia con il pene, ma in alcuni casi anche con dita e durante la visita
ginecologica. In alcuni casi la contrazione muscolare rende impossibile la
penetrazione.
Disturbi dell'Identità di Genere
Sono disturbi caratterizzati dalla forte e persistente identificazione con il sesso opposto,
manifestando un intenso malessere per il proprio sesso biologico. Questo problema sembra
riguardare una donna su 100.000/150.000 persone.
Parafilie
Molto più note con il termine di "perversioni", nelle donne sono relativamente rare. Per essere
classificate come vere parafilie, i desideri o comportamenti della persona devo comportare intenso
disagio o danni alla vita sociale, lavorativa oppure sono obbligatori per suscitare eccitamento
oppure, infine, coinvolgono persone non consenzienti. La parafilia di gran lunga più diffusa nella
donna è il masochismo sessuale, mentre tutte le rimanenti parafilie sembrano essere rare.
Sessualità compulsiva
Per sessualità compulsiva si intende la ricerca continua di partner diversi per appagare il proprio
desiderio oppure la pratica di una masturbazione compulsiva. In alcuni casi si tratta di un problema
classificabile come ossessivo, in altri ancora come un problema di gestione dei rapporti umani in
generale (anche conosciuta con il vecchio nome di "ninfomania").
Sessualità inappagante
Anche se la vita sessuale non sembra presentare formalmente alcun problema, in realtà può
dimostrarsi insoddisfacente per la donna. Ciò può essere dovuto a molti motivi, innanzitutto ad una
sorta di inibizione della libera espressione dei desideri e delle emozioni. Oltre a ciò, è abbastanza
frequente che la donna consideri primario l'appagamento maschile rispetto a quello femminile, e
che quindi tenda a mettere in secondo piano le proprie esigenze. Infine, per la paura di essere
abbandonate, criticate o svalutate, è possibile accettare rapporti sessuali o particolari pratiche
sessuali senza che se ne provi reale desiderio. Ciò crea frustrazione, rabbia, auto biasimo ed una
sessualità insoddisfacente. La difficoltà ad abbandonarsi, il senso di colpa, di inadeguatezza per il
proprio corpo, il proibirsi pratiche sessuali che invece sarebbero vissute come piacevoli, porta ad
una vita sessuale solo superficialmente adeguata e gratificante. Problemi di questo tipo sono
piuttosto frequenti e spesso la donna non è neppure pienamente consapevole della incompletezza
e della mancanza di totale libertà nella propria dimensione sessuale.
Vedi approfondimento: Donne e sessualità
Problemi non sessuali che possono causare disturbi sessuali
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La depressione può comportare un calo del desiderio sessuale e alcuni farmaci
antidepressivi, seppure utilissimi e a volte indispensabili, possono causare un calo
del desiderio o la difficoltà o l'impossibilità nel raggiungere l'orgasmo.
La presenza di un rapporto non sereno e di non accettazione nei confronti del
proprio corpo può comportare Disturbi Sessuali, come nel caso dei Disturbi
Alimentari.
Lo stress cronico, ad esempio lavorativo, può generare problemi a livello del
desiderio, della capacità di abbandono, della capacità di provare l'orgasmo, anche
con possibile dolore.
La presenza di elevati livelli di ansia può inibire la presenza del desiderio sessuale e
creare difficoltà ad abbandonarsi.
Problemi di coppia, specialmente se caratterizzati da tensione, astio, aggressività
espressa in modo diretto o indiretto, possono incidere in generale nell'intimità della
coppia stessa, e quindi anche a livello della vita sessuale.
Problemi ginecologici: infezioni, irritazioni ed altri disturbi ginecologici possono
creare dolore durante il coito; il dolore, a sua volta, può portare all'irrigidimento
muscolare e con ciò all'incremento del dolore stesso. Il dolore così accresciuto,
infine, può portare all'inibizione del desiderio sessuale, allo scopo di non sottoporsi
ad ulteriore dolore.
Problemi medici. Molte patologie mediche possono generare disturbi sessuali a
differenti livelli, ma innanzitutto sul versante del desiderio sessuale. Alcune di
queste patologie sono le seguenti:tumori carcinoidi intestinali metastatici, alcune
malattie endocrine, insufficienza renale cronica, cirrosi epatica ed epatite, diabete,
sclerosi a placche, lesioni del midollo spinale, traumi cerebrali, morbo di Parkinson,
morbo di Alzheimer, malattie debilitanti o causa di dolore cronico,
Farmaci: alcuni dei seguenti: antipertensivi, antidepressivi, antipsicotici, ansiolitici,
antinfiammatori steroidei.
Alcool e stupefacenti
Trattamento fitoterapico
Sono principalmente le forme su base psichica a
rispondere a questo tipo di terapia. Una recente
ricerca statunitense dimostra che, nei soggetti con
ansia e depressione e problematiche sessuali, i rimedi
fitoterapici sono farmaci di prima scelta. Nelle forme
legate a stato depressivo le piante più utili sono
l’Iperico e la Kawa.
Iperico (Hypericum perforatum)
Si tratta di una pianta aromatica perenne ampiamente diffusa, nota nei paesi anglosassoni come
erba di S.Giovanni. I fiori sono la parte della pianta da cui si ottengono gli estratti normalmente
utilizzati e, sebbene il meccanismo d'azione antidepressiva e il principio attivo responsabile non
siano stati ancora completamente chiariti, si fa riferimento all'ipericina, all'iperforina e ai flavonoidi,
il cui meccanismo d'azione sarebbe da riportare ad una attività sui neurotrasmettitori cerebrali
rilevanti nella regolazione dell'umore, quali serotonina, dopamina e noradrenalina. I detrattori
sostengono che siano pochi gli studi nei quali gli estratti standardizzati di ipericina siano risultati
più efficaci dei comuni antidepressivi farmacologici e, che quei pochi, manchino delle
caratteristiche essenziali a garantirne la scientificità: mancano, infatti, i dati sul trattamento a lungo
termine e sono inesistenti gli studi sulla teratogenesi, cioè le conoscenze dei possibili effetti
dell'iperico sulle donne in gestazione. Comunque nessun serio effetto collaterale è stato riportato.
Kawa-kawa (Piper methysticum)
La kawa appartiene alla famiglia delle Piperacee e contiene sostanze psicoattive note come
kavapironi. Si tratta della kavaina e della diidrometisticina contenute nella radice della pianta
all'incirca in parti uguali. Le sue proprietà sedative hanno fatto si che la pianta venisse nel tempo
utilizzata durante rituali religiosi o cerimonie sociali o come pianta medicinale presso le popolazioni
dell'Oceania. Le sue proprietà sembrano essere perciò ansiolitiche e miorilassanti sovrapponibili a
quelle delle benzodiazepine. Il meccanismo d'azione è probabilmente mediato dal sistema
GABAergico, uno dei modulatori delle risposte a livello di sistema nervoso centrale, ma è probabile
un effetto anche sulla ricaptazione della noradrenalina. Una recente revisione sistematica degli
studi clinici condotti con la radice o il principio attivo kavaina, ha dimostrato che la kawa ha
un'efficacia superiore al placebo nel trattamento dell'ansia e dei disturbi del comportamento a
questa collegati. Gli studi riportano, inoltre, in genere la buona tollerabilità del kawa, tra gli effetti
collaterali riportati ci sono disturbi di stomaco, vertigini e un aumento nei livelli di colesterolo.
Sembra opportuno raccomandare prudenza nella contemporanea ingestione di alcol e
psicofarmaci. Il farmaco è inoltre controindicato in gravidanza e allattamento e nelle depressioni
endogene, mentre non si può escludere una sua influenza sulla capacità di reazione durante la
guida e l'uso di macchinari.
Nelle situazioni ansiose, invece, sembrano essere utili la Valeriana ed il Paternio.
Valeriana (Valeriana officinalis)
La Valeriana officinalis è una pianta di origine europea oggi coltivata anche in Giappone e negli
Stati Uniti. A scopo medicinale sono da sempre utilizzate le radici della pianta. L'uso della
valeriana come ipnoinducente è stato descritto già da Ippocrate, padre della medicina moderna.
Tra i principi attivi più importanti contenuti nella pianta vi sono l'acido valerianico e il borneolo. Altri
costituenti sono l'acido malico, zuccheri, tannini, l'alcaloide catinina. La valeriana è indicata, da
sola o in combinazione con altre piante, in alternativa alle benzodiazepine per il trattamento di lievi
stati d'ansia e dei disturbi del sonno transitori ed in ogni caso non associati a gravi disturbi mentali.
Il meccanismo d'azione coinvolge il sistema dell'acido gamma-aminobutirrico (GABA) ed il
recettore per le benzodiazepine, tuttavia non è stato identificato quale o quali siano i principi attivi
responsabili di queste interazioni. La valeriana è presente nelle farmacopee di numerosissimi
paesi dove è in commercio sia in preparazioni farmaceutiche sia erboristiche. Viene utilizzata
come infuso, tintura, capsule, compresse.
Partenio (Tanacetum parthenium)
Il Tanacetum parthenium, più noto con il nome di Partenio, è una pianta perenne appartenente alla
famiglia delle Composite (genere Asteracee). Originaria del Sud Est dell'Europa è oggi diffusa in
numerose zone europee. I costituenti più importanti sono lattoni sesquiterpenici: tra i quali il
partenolide è fondamentale per l'attività terapeutica. Contiene borneolo, canfora, resine e principi
amaro-tonici, Nella fitoterapia moderna è principalmente usato nella profilassi dell'emicrania.
Vecchi studi clinici hanno dimostrato, in un esiguo numero di pazienti, che la somministrazione
quotidiana di estratti di Partenio determina una riduzione della frequenza e della severità, ma non
della durata, degli attacchi di emicrania. Recentemente sono stati pubblicati due studi, uno nel
1998 e uno nel 2000, che hanno operato una revisione degli studi clinici randomizzati, in doppio
cieco e verso placebo, condotti per verificarne l'efficacia nella profilassi dell'emicrania. Entrambi gli
studi affermano che gli studi clinici, fino ad oggi condotti, non permettono di stabilire l'efficacia del
Partenio nella prevenzione dell'emicrania. Tra gli effetti collaterali quello più noto riguarda la
dermatite da contatto e fenomeni di ipersensibilità in genere. Nei disturbi sessuali compulsavi con
somatizzazione cefalagiche è il principio di elezione. Il rimedio, attivo sulla motilità e contrattilità
uterina, è utile nelle dismenorree e controindicato in gravidanza. E’ invece controindicato nei
disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ad esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso
esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi, diverticolite.
Nei disturbi dell’eccitazione e del desiderio sessuale si considerano utili il Ginseng, l’Eleuterocco,
Ortica, Maca, Muira puma, Catuaga, Damiana, Laguna, Schisandra ( vedi approfondimento)
ritenuti, comunemente, veri e propri afrodisiaci.
Disturbi sessuali femminili
Età
Libido bassa Secchezza vaginale
Problemi a raggiungere un orgasmo
Dolori durante l'atto sessuale
18-24 32%
19%
26%
21%
25-34 32%
18%
28%
15%
35-44 30%
21%
22%
13%
45-59 27%
27%
23%
18%
Tabella: tratta dal 'Manual der Impotenz' del Prof. Dott. Hartmut Porst
Ma che cos'è un afrodisiaco?
A questa domanda, secondo una ricerca
condotta in Francia nel 1990, la maggior parte
degli uomini ha risposto che le sostanze
afrodisiache
servono
ad
aumentare
la
perfomance sessuale, mentre per la maggior
parte delle donne servono ad aumentare il
desiderio. Qualcuno infine pensa che aumentino
il piacere. Anche se differenti, ciò che accomuna
queste risposte è la ricerca del plus jouir. La
pianta ideale per il suo potere afrodisiaco
sarebbe quindi quella in grado di favorire il ciclo
dell'amore: desiderio, seduzione e realizzazione
del piacere. Il desiderio, ad esempio, è
risvegliato in noi attraverso i sensi, e l'olfatto
indubbiamente gioca un ruolo molto importante.
Molte sostanze, da sempre considerate come
afrodisiache, lo sono innanzitutto per il loro
odore: pepe, tabacco, vaniglia, ylang-ylang,
zenzero, zafferano, vetiver, cannella, geranio.
Fra le piante che sono considerate afrodisiache per eccellenza meritano di essere segnalate:
Eleuterococco, Damiana, Ginseng, Epimedium, Salvia, Rosmarino, Santoreggia, Menta, Guaranà,
Zenzero, ecc.
Per l'azione antiastenica, infine, si ricordano: alghe (Fucus, Laminarie), bevande eccitanti (Caffè,
Tè, Mate), bevande toniche come la Rosa cherokee, cereali, frutta fresca, frutta secca, verdure
(Carota, Cicoria, Crescione, Spinaci) ecc].
La fitoterapia pertanto, anche se non in chiave miracolistica, può offrire un valido ausilio, con un
miglioramento notevole dei sintomi, soprattutto se inserita in una strategia di trattamento più
generale. Le piante da sole infatti non sono in grado di migliorare la sessualità di una coppia che
ha occultato la propria seduzione o che, comunque, non riesce più a comunicare: per entrare nel
ciclo del piacere, infatti, bisogna poter comunicare.
Attualmente gli afrodisiaci si distinguono in:
a) afrodisiaci spinali sacrali, quando stimolano il centro parasimpatico sacrale che
controlla il meccanismo dell'erezione (Damiana, Ginseng, Yohimbehe, Noce vomica);
b) afrodisiaci riflessogeni genito-urinari, quando agiscono con azione irritante delle vie
urinarie e genitali che, per riflesso, esercitano una esaltazione del centro dell'erezione
(Echinacea);
c) afrodisiaci encefalici o psicogeni, quando agiscono sui centri nervosi encefalici
provocando lo stimolo dell'appetito sessuale (gli eccitanti del sistema nervoso centrale).
Gli anafrodisiaci che, invece, calmano un appetito sessuale troppo intenso ed
eccessivo, sintomo anch'esso di squilibrio della sfera sessuale, sono: Salice bianco,
Ninfea, Luppolo e Lattuga virosa.
Nella nostra esperienza sono utili, nei cali di desiderio femminile, il Ginseng e soprattutto l’herba
Epimedi (Yinyanghuo, Xian ling pi). Si tratta di una pianta erbacea perenne alta 50 cm circa con
foglie formate da foglioline cuoiose e spesse (vedi foto sottostante).
La droga si compone della parte aerea raccolta in estate o autunno. contiene flavonoidi, flavonoli,
polisaccaridi, olio essenziale, fitosteroli, tannini, acidi grassi. Non è dotata di tossicità.
L'Epimedium è un tonico considerato molto importante
nella pratica medica cinese e del quale sono stati dimostrati
numerosi effetti farmacologici: aumento della funzione
sessuale negli animali da esperimento, ove la droga efficace
è risultata quella trattata; inibizione della catecolamina;
proprietà immunomodulanti, regolatrici del metabolismo
degli acidi nucleici; ecc.
Negli ultimi anni viene ampiamente usato in Cina per il
trattamento delle malattie coronariche, ipertensione,
bronchiti, nevrastenia, epatite cronica, poliomelite,
leucopenia cronica.
AVVERTENZE
QUESTA PIANTA APPARTIENE ALLA LISTA
DELLE PIANTE NON AMMESSE NEGLI
INTEGRATORI ALIMENTARI DEL MINISTERO
DELLA SALUTE ITALIANO.