LINEE GUIDA PER LA RICERCA DI AMIANTO E PER LA

Comune di Venezia
Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio
Area per la tutela delle acque, degli animali e dell’igiene
Direzione Ambiente e Controllo e Pianificazione Strategica
Area legge speciale e monitoraggio investimenti
ARPAV
Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto
Dipartimento Provinciale di Venezia
AZIENDA ULSS 12 VENEZIANA
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
LINEE GUIDA PER LA RICERCA DI AMIANTO E PER LA CORRETTA
BONIFICA NELLE UNITA’ EDILIZIE OGGETTO DI
CONTRIBUTO DI LEGGE SPECIALE
Allegato al Bando Contributi di Legge Speciale per interventi di restauro e
risanamento conservativo del patrimonio immobiliare privato
a cura di:
Comune di Venezia:
Mario Scattolin, Barbara Carrera
con la collaborazione:
Maurizio Carlin, Alessandro Perinelli, Michele Dal Zin, Marino Girotto
ARPAV:
Daniele Grandesso
Azienda ULSS 12 Veneziana
Massimo Guidi, Nicoletta Ballarin
Nell’ambito degli inconvenienti ambientali della nostra città, viene continuamente
evidenziata, tra gli altri, la presenza di materiali contenenti amianto in manufatti di edilizia
civile.
Tale minerale ha trovato la sua maggiore applicazione proprio in ambiente urbano e
domestico in quanto vanta eccezionali caratteristiche tecnologiche e basso costo.
A
partire dagli anni ’60, all’insaputa della sua pericolosità, ha avuto una straordinaria
diffusione nel volgere di pochi anni.
Dalla presa di coscienza del potenziale danno alla salute, alla legge che ne ha inibito
l’uso, sono passati, purtroppo, parecchi anni ed è questo un esempio di come le ragioni
economiche ed il benessere dei cittadini non vadano necessariamente di pari passo.
Oggi, molte persone sono consapevoli di avere in casa dell’amianto e lo sanno gestire,
ma altri ne sono completamente all’oscuro e comunque non è detto che sappiano con
precisione come comportarsi in sua presenza. L’intento di queste linee guida, predisposte
in collaborazione tra Comune, ARPAV, ULSS, è quello di diffondere ai cittadini e agli
operatori del settore edilizio, delle semplici informazioni per facilitare la ricerca ed il
corretto smaltimento dell’amianto, evitando così che il proprietario, o chi per esso, cerchi di
disfarsene in modo abusivo e pericoloso, contribuendo all’inquinamento ambientale ed
esponendosi ad inutili rischi per la salute.
A Venezia centro storico ed isole, è ormai consolidata l’erogazione di contributi di legge
speciale per interventi di restauro e risanamento conservativo del patrimonio immobiliare,
ed è approfittando di questi incentivi che si auspica di poter dare un contributo all’ambiente
bonificandolo dall’amianto.
Agevolare con un maggior punteggio coloro i quali intendano rimuovere l’amianto dalle
loro case, ha lo scopo di avvantaggiare non solo il richiedente nella graduatoria di
finanziabilità, ma tutta la collettività che indirettamente ne gioverà in salute.
Assessore alla Legge Speciale
Assessore all’Ambiente
Michele Vianello
Pierantonio Belcaro
2
INDICE
Premessa
4
Che cos’è l’amianto
5
Caratteristiche fisiche e pericolosità dell’amianto
6
Rischio per la salute da esposizione ad amianto
8
Uso dell’amianto
10
Alcuni esempi di materiali da costruzione contenenti amianto inseriti in
contesti edilizi
12
Obblighi dei proprietari o conduttori di immobili contenenti amianto
18
Ricerca dell’amianto nelle unità edilizie oggetto di restauro
19
La richiesta di contributi di Legge Speciale per bonifica da amianto
22
Metodologie di bonifica dei materiali contenenti amianto
25
Conclusioni
26
Riferimenti normativi
27
Indirizzi utili
28
3
Premessa
Questo opuscolo vuole semplicemente fornire al personale addetto alle manutenzioni
ordinarie, straordinarie ed al restauro di immobili, le informazioni utili per capire e gestire
la “questione amianto”. Sarà illustrato cos’è l’amianto, come procedere per la sua
individuazione all’interno degli edifici e come intervenire una volta individuato, applicando
le varie tipologie di bonifica previste dalla normativa al fine di tutelare la salute degli
operatori e dei residenti. Verranno riportate le attività che i proprietari, gli amministratori
condominiali o i professionisti incaricati al restauro dell’immobile dovranno compiere per
poter essere in grado di affrontare e gestire correttamente il pericolo amianto sulla base
delle indicazioni legislative nazionali.
Descriverà inoltre gli adempimenti necessari per richiedere dei contributi di Legge
Speciale finalizzati alla bonifica di amianto in manufatti presenti su unità edilizie in Centro
Storico ed Isole di Venezia.
Che cos’è l’amianto
Sono indicati col termine amianto o asbesto alcuni minerali naturali fibrosi costituiti da
silicati. In greco, la parola amianto significa immacolato ed incorruttibile ed absesto, che è
un sinonimo, significa perpetuo ed inestinguibile. I tipi di amianto che hanno importanza
commerciale appartengono alla serie mineralogica del crisotilo (amianto bianco) o
serpentino, l’amosite (amianto bruno), la crocidolite (amianto blu) come anfiboli.
E' presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia
madre dopo macinazione ed arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
Esempio di fibra d’amianto.
4
Caratteristiche fisiche e pericolosità dell’amianto
La struttura fibrosa conferisce all'amianto sia una notevole resistenza meccanica sia
un'alta flessibilità.
L'amianto resiste al fuoco ed al calore, all'azione di agenti chimici e biologici, all'abrasione
ed all'usura (termica e meccanica).
E' facilmente filabile e può essere tessuto.
E' dotato inoltre di proprietà fonoassorbenti oltreché termoisolanti.
Si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni
polimeri (gomma, PVC).
Perciò l'amianto è un minerale praticamente indistruttibile, non infiammabile, molto
resistente all'attacco degli acidi, flessibile, resistente alla trazione, dotato di buone capacità
assorbenti, facilmente friabile.
Per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile, a basso costo, con
estese e svariate applicazioni industriali, edilizie e in prodotti di consumo.
In tali prodotti, manufatti ed applicazioni, le fibre possono essere libere o debolmente
legate: si parla in questi casi di amianto in matrice friabile, oppure possono essere
fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinilamianto), si parla in questo caso di amianto in matrice compatta.
Se, come visto, la consistenza fibrosa dell'amianto è alla base delle sue ottime proprietà
tecnologiche, queste stesse proprietà sono altresì l’origine che determina l’insorgenza di
gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio.
La pericolosità consiste, infatti, nella capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre
potenzialmente inalabili oltre che nella estrema suddivisione cui tali fibre possono
giungere.
Non sempre i materiali contenenti amianto sono pericolosi; lo divengono nella misura in
cui sono in grado di rilasciare fibre nell’aria di dimensioni tali da poter essere inalate e
raggiungere le parti profonde del polmone.
La capacità di un manufatto di disperdere fibre nell’ambiente è correlata con le sue
caratteristiche strutturali e con la tipologia della matrice che lo costituisce oltre che con lo
stato di conservazione. Quest’ultimo è correlato soprattutto agli effetti delle sollecitazioni
5
meccaniche, eoliche, da stress termico o da dilavamento che il manufatto può aver subito
nel tempo.
In generale l'amianto in matrice friabile (tessuto, coppelle, cuscinetti, cartoni….), che viene
facilmente ridotto in polvere con la semplice azione manuale, libera in aria grandi quantità
di fibre ed è pertanto ad elevato potenziale di pericolosità, mentre l'amianto in matrice
compatta (eternit, pavimenti in vinil amianto…) che ha una scarsa o scarsissima tendenza
a liberare fibre, è a bassa pericolosità.
Le fibre di amianto sono un pericolo solo se penetrano nell’organismo per via respiratoria
e raggiungono le zone più profonde o periferiche del polmone. Le fibre che hanno tale
capacità di penetrazione sono quelle con un diametro inferiore ai 3 micron (millesimi di
millimetro; per paragone, un capello umano ha un diametro di 40 micron); la capacità è
massima per le fibre di lunghezza superiore a 5 micron e inferiore a 25 micron (Dufresne
96). Per sviluppare gli effetti nocivi le fibre devono permanere a lungo nel polmone e non
subire significative degradazioni nel tempo; le fibre di amianto possiedono tale
caratteristica a differenza delle fibre di vetro che sono meno persistenti e più facilmente
degradate dai meccanismi di difesa dell’organismo umano.
6
Rischio per la salute da esposizione ad amianto
L’amianto può costituire un pericolo per la salute perché ha la potenzialità con particolare
alterazioni pleuriche benigne, asbestosi, mesotelioma pleurico, tumore del polmone.
Alterazioni pleuriche benigne
Le alterazioni pleuriche benigne sono ispessimenti e/o calcificazioni della superficie
pleurica (membrana che riveste la superficie del polmone e la superficie interna della
gabbia toracica). Tali alterazioni sono generate dall’azione irritante delle fibre di amianto
inalate. Si tratta di manifestazioni a di carattere benigno in genere di piccole dimensioni
(qualche millimetro), asintomatiche e che non compromettono la funzione respiratoria.
Spesso vengono diagnosticate casualmente in occasione di esami radiografici del torace.
Asbestosi
Come si intuisce dal nome (asbesto è sinonimo di amianto) si tratta della malattia tipica
causata dall’esposizione a fibre di amianto a dosi elevate quali si potevano riscontrare nel
passato in particolare tra i minatori, i lavoratori addetti alla produzione di manufatti in
amianto e gli addetti alle coibentazioni. L’asbestosi è una fibrosi del polmone conseguente
all’azione infiammatoria esercitata dalle fibre inalate sulla superficie degli alveoli polmonari
(dove avviene lo scambio gassoso aria-sangue) e sull’interstizio polmonare (sottile stato di
tessuto a supporto della parete alveolare). I focolai infiammatori, qualora interessino aree
7
estese e si protraggano nel tempo, portano progressivamente e molto lentamente ad una
fibrosi che interessa aree sempre più vaste di polmone che vengono alterate nella
struttura e nella funzione di scambiare l’ossigeno dell’aria respirata con il sangue venoso.
Per molti anni, negli stadi iniziali, è asintomatica. Uno dei primi sintomi con cui si manifesta
è la mancanza di respiro durante gli sforzi fisici.
La gravità della malattia è correlata alla durata e all’intensità dell’esposizione ad amianto.
L’abitudine al fumo favorisce la tendenza evolutiva della malattia, di conseguenza è
importante l’astensione dal fumo per chi accusa i primi segni di asbestosi.
Mesotelioma Pleurico
Il mesotelioma è un tumore maligno che colpisce la pleura fortunatamente molto raro .I
primi sintomi sono la mancanza di respiro e il dolore toracico.
Il mesotelioma è attribuibile nella maggior parte dei casi (80-90%) all’esposizione ad
amianto. E’ significativamente più frequente tra i lavoratori che sono stati esposti
professionalmente ad alte dosi di amianto (cantieri navali, produzione cemento amianto,
coibentatori…). Può altresì essere riscontrato nella popolazione residente nelle aree
urbane inquinate da amianto aereodisperso proveniente da industrie che ne hanno fatto
largo uso di amianto e/o da vie di comunicazione con traffico veicolare intenso (ferodi
auto). Per questo motivo si può ottenere una drastica riduzione dell’ incidenza di questa
malattia attraverso la sostituzione dell’amianto con materiali più innocui e con la riduzione
dell’inquinamento dell’ambiente e dei luoghi di lavoro. Si può manifestare a distanza di
molti anni (30-40) dall’inizio dell’esposizione. L’associazione con il fumo di sigaretta è
irrilevante per l’insorgenza della malattia.
Tumore del polmone
Il tumore del polmone, contrariamente al mesotelioma, è una patologia piuttosto diffusa tra
la popolazione (nel maschio circa un terzo dei tumori maligni è dovuto al cancro del
polmone)
La principale causa del tumore del polmone è il fumo di tabacco, che è responsabile del
80-90% dei casi. I fumatori corrono un rischio di contrarre questa malattia circa 10 volte
superiore rispetto ai non fumatori (tra i sessanta e i settanta anni).
L’amianto può causare il tumore del polmone e anche in questo caso la probabilità di
contrarre la malattia aumenta all’aumentare della dose di fibre respirate. Il tempo di
8
latenza tra l’inizio dell’esposizione e la comparsa della malattia è molto lungo (2-3
decenni).
In una buona parte dei casi è inizialmente asintomatico, a volte compare difficoltà
respiratoria, tosse e dolore toracico. L’azione sinergica tra fumo di sigaretta e amianto è
nota e assai significativa; per l’esposto professionalmente ad amianto e fumatore il rischio
di tumore incrementa fino a 90 volte rispetto al non esposto a fumo e amianto. Per questo
motivo è fortemente raccomandata l’astensione dal fumo per chi lavora con l’amianto.
9
Uso dell’amianto
Per tutte le qualità descritte e per il suo basso costo di lavorazione, l’amianto è stato
utilizzato massicciamente in percentuali variabili, comunque superiori all’uno per cento in
peso, sin dai primi del ‘900, ma soprattutto negli anni ‘60 e ’70, in numerosi campi ed
inoltre in migliaia di manufatti diversi, in particolare nell’industria, nell’edilizia ed in molti
prodotti di uso domestico, facendo di questo minerale uno dei più diffusi e al tempo stesso
uno dei più pericolosi. Infatti basti pensare che la scoperta della sua cancerogenicità
risale agli anni ‘60 mentre il suo divieto di impiego nel nostro paese risale al 1994.
Le più diffuse applicazioni sono state tanto come spray (mischiato cioè a leganti non
troppo tenaci) da applicare a elementi metallici o altro con funzioni isolanti, oppure
impastandolo con altri materiali (la cosiddetta matrice) a cominciare del cemento.
In
questo modo è stata aumentata la resistenza del cemento contenendo il peso e rendendo
più facile realizzare elementi prefabbricati. A questo scopo si impiegavano sia l'amianto di
anfibolo (tremolite) sia quello serpentino.
In ambito edilizio gli usi più frequenti sono basati sulle caratteristiche chimico fisiche
dell’amianto con cui sono stati creati una grandissima quantità di manufatti presenti nelle
strutture, apparecchiature ed ogni altra utilities presente nella nostra realtà. Per le sue
qualità di resistenza al calore e per la loro robustezza e resistenza agli acidi sono stati
utilizzati per la fabbricazione di:
•
materiali termo-isolanti di rivestimento e copertura;
•
tessuti, carta e pannelli ignifughi;
•
guarnizioni di frizioni e freni;
•
prodotti in amianto-cemento (altrimenti detto fibrocemento o eternit);
•
materiali per l’isolamento elettrico;
•
attrezzature di protezione individuale (guanti, grembiuli, teli);
•
muri (sotto forma di pannelli isolanti all’interno dei tramezzi);
•
vernici e rivestimenti con effetto a rilievo;
•
mattonelle dei pavimenti e pavimenti in vinil-amianto;
•
nelle caldaie come isolamento termico;
10
•
nelle armature d’acciaio degli edifici;
•
nei condotti di ventilazione;
•
nei soffitti (come materiale antincendio all’interno dei controsoffitti);
•
nei laterizi dei soffitti;
•
nelle porte;
•
nei sistemi di riscaldamento (come isolante termico delle tubature, dei radiatori o
delle caldaie);
•
nei tetti (in particolare sotto forma di amianto-cemento);
•
nelle tegole dei tetti;
•
nelle facciate degli edifici, compresi camini, grondaie, intradossi e rivestimenti;
•
nelle tubature di impianti idrici e fognari;
•
come dispositivo di tenuta di valvole, flangie e guarnizioni;
•
nelle cassette di risciacquo dei servizi igienici,
•
nei contenitori per fiori e piante;
•
nelle cisterne per acqua potabile;
•
in alcuni tipi di intonaco esterno (per esempio con marchio Terranova).
11
Alcuni esempi di materiali da costruzione contenenti
amianto inseriti in contesti edilizi
Di seguito sono presenti alcune fotografie che attestano esempi concreti di materiali da
costruzione contenenti amianto (m.c.a.). Va evidenziato come molto spesso tali manufatti
risultino talmente familiari ai nostri occhi da non far emergere sospetti sulla pericolosità né
tantomeno ci si soffermi a valutarne lo stato di degrado e quindi di maggior pericolo.
Ai fini pratici, i materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in
tre grandi categorie:
1) materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;
2) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;
3) una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta
densità (cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. I
materiali in cemento-amianto, soprattutto sotto forma di lastre di copertura, sono
quelli maggiormente diffusi.
Tetti e coperture
Esempi di tettoie in eternit.
12
Camini, sfiati e tubi
Camino interno
Caminetto esterno
Tubi inseriti in cemento
13
Pavimenti
Pavimentazioni in vinilamianto
14
Vasche e serbatoi
Vasche in eternit per la raccolta dell’acqua di sfiato delle caldaie.
Cisterna coibentata in m.c.a. presente in centrale termica.
15
Isolanti e coibenti
Tubazioni a soffitto coibentate con lane minerali, cartone ed intonaco in m.c.a.
Cartone amianto incollato al pannello di copertura del sistema di riscaldamento.
16
Esempi all’interno delle abitazioni
Cappa aspirante in cucina
Pannelli in cartone amianto dietro le stufe a gas
17
Obblighi dei proprietari o conduttori di immobili
contenenti amianto
La lettura delle fonti normative nazionali - vedi art. 12 L. 257/92 e punto 4 D.M. 6/9/1994 come pure di quelle regionali - DGRV 5455/1996, par. 2.1 “Censimento degli edifici” indica che il primo obbligo del proprietario (o amministratore) dell’edificio è quello del
censimento degli immobili contenenti amianto, affinché vi sia la consapevolezza “del
problema della gestione del pericolo amianto”.
Infatti l’allegato tecnico riportato nel decreto 6 settembre 1994 testualmente cita
“Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la
manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie”,
al paragrafo 1 ” Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie” .
La DGR 5455 riporta altresì un obbligo generale che concerne tutti i manufatti in matrici
compatte cementizie o plastiche, che “dovranno essere sottoposti dai proprietari a controlli
periodici, manutenzioni e bonifiche, in relazione al loro stato di conservazione, secondo i
criteri stabiliti dal d.Lgs. 277/91 e dal Decreto del Ministero della Sanità del 6 settembre
1994”.
18
Ricerca dell’amianto nelle unità edilizie oggetto di
restauro
Il proprietario o professionista incaricato, dovrà anzitutto acquisire conoscenze sull’edificio
e potrà seguire anche in questo caso le procedure dettate dal D.M. Sanità del
6
Settembre 1994. Per la ricerca dell’amianto dovrà:
ƒ
fare riferimento al progetto dell’edificio;
ƒ
informarsi anche dai precedenti proprietari di possibili presenze d’amianto non visibili
ƒ
consultare la documentazione relativa a precedenti interventi compiuti sull’immobile
(ad esempio, le fatture delle ditte che hanno eseguito i lavori);
ƒ
effettuare delle ispezioni in loco (senza però prelevare campioni) ricercando sui
materiali sospetti eventuali marchiature.
Qui sotto vediamo immagini rappresentanti due dei più famosi marchi italiani di ditte
produttrici materiali in cemento amianto.
Marchio SACELIT su canna fumaria. La Sacelit Italcementi è una multinazionale
bergamasca che ancora oggi produce tubi e materiali idraulici.
Tra gli stabilimenti Sacelit che producevano materiale per l'idraulica e l'edilizia in
19
cemento-amianto va ricordato quello a Senigallia e quello a San Filippo del Mela, a 30
chilometri da Messina, chiusi nel 1993.
Un altro ex stabilimento di Bari che produceva materiali da costruzione in amianto è lo
Stabilimento Fibronit dismesso nel 1985.
Marchio amianto FIBRONIT su lastre in eternit.
Andranno valutati con accuratezza:
•
coibentazioni di tubazioni* e apparecchiature;
20
•
coperture e rivestimenti in cemento;
•
coibentazione di forni;
•
manufatti di tenuta in matrice resinoide;
•
materiali isolanti e coibenti;
•
pavimentazioni in verosimile linoleum;
•
locali caldaie;
•
vani ascensori;
•
vasche;
•
camini e sfiati.
* Eseguire apertura e chiusura del lamierino che ricopre eventuali tubazioni in modo da
poter eseguire un’indagine visiva del materiale coibentante.
Per la scelta dei punti dove ispezionare le tubazioni, va seguito il criterio di valutare i
materiali più datati ed usurati; altrettanto utili sono le indicazioni sull’impiego attribuito a tali
tubazioni, i m.c.a. infatti venivano più frequentemente utilizzati nelle centrali termiche o nei
locali di condizionamento.
Si ricorda che l’operatore che eseguirà tali attività dovrà indossare i dispositivi di
protezione individuale indicati dalla legislazione vigente.
21
La richiesta di contributi di Legge Speciale per bonifica
da amianto
Presso gli Uffici URP, Ambientario e Contributi Legge Speciale (vedi indirizzi ultima
pagina) nonché in internet, è possibile ottenere la modulistica necessaria per fare richiesta
di contributi per la bonifica d’amianto nel Centro Storico ed Isole di Venezia.
Verranno finanziati interventi di “bonifica con rimozione” e, solo in casi in cui questa non
sia oggettivamente possibile, verranno prese in considerazione richieste per finanziamenti
di “bonifica per incapsulamento”.
Anzittutto dovrà essere predisposta la richiesta di “Attestazione di Presenza Amianto” che
andrà inoltrata al:
Comune di Venezia
Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio
Area funzionale per la tutela delle acque, degli animali e dell’igiene
Campo Manin San Marco 4023
30124 VENEZIA
Tale richiesta è finalizzata all’accertamento della presenza di amianto nell’unità edilizia per
la bonifica di materiali da costruzione contenenti amianto - CER 17.06.05*- e/ o da
materiali isolanti contetenti amianto -CER 17.06.01*. (CER- Codice Europeo Rifiutiidentifica univocamente il tipo di rifiuto).
Alla richiesta va allegatala la seguente documentazione:
A) Rilievi fotografici dei manufatti oggetto di bonifica, con indicazione delle quote
operative, della dislocazione degli stessi all’interno o all’esterno dell’edificio, con
particolare riguardo ad eventuali marchiature apposte sul bene. Documenti e foto vanno
allegati in versione cartacea.
B) Certificato analitico, rilasciato da laboratorio certificato ISO ed accreditato SINAL,
che attesti che il manufatto contenga amianto. Il prelievo del campione da sottoporre ad
analisi quali-quantitativa del contenuto in amianto dovrà essere effettuato da un tecnico
del laboratorio incaricato delle analisi, con espressa menzione sul certificato medesimo.
22
Il prelievo dei materiali va eseguito secondo le seguenti modalità:
•
i campioni massivi vengono prelevati secondo criteri di omogeneità, prelevando un
campione tra tutti quelli simili per matrice, colore, consistenza, localizzazione,
utilizzo;
•
I materiali da campionare vanno selezionati in modo prioritario fra quelli che
presentano friabilità e cattivo stato di conservazione; facile accesso o mancanza di
confinamenti e/o rivestimenti; suscettibilità di facile danneggiamento e conseguente
possibilità di rilascio di fibre nell'ambiente; possibilità di frequenti manomissioni;
frequenti interventi di manutenzione.
•
Il punto di campionamento dovrà poi essere debitamente sigillato con prodotti
idonei al fine di contenere la dispersione di fibre ed infine contrassegnato.
In assenza del certificato d’analisi di cui al punto B, è possibile richiedere direttamente
alla Direzione Ambiente -Ufficio Igiene Urbana –l’esecuzione degli interventi di
accertamento in campo. I costi per le operazioni di cui sopra, saranno comunicati
all’interessato che dovrà provvedere al relativo pagamento. Il rilascio dell’“attestazione” è
subordinato all’accertamento dell’avvenuto pagamento dei costi.
L’attestazione andrà allegata alla modulistica generale per la richiesta del contributo e
permetterà di avere l’attribuzione di due punti ai fini della graduatoria di finanziabilità.
L’erogazione del contributo sarà subordinata al Collaudo Tecnico Amministrativo,
accertante il rispetto delle modalità degli interventi di bonifica, da effettuarsi a mezzo ditta
specializzata, regolarmente iscritta all’Albo Nazionale Gestori Rifiuti cat. 10, ai sensi
dell’Art. 34 del D.Lgs. n. 277/91, della L. 257/92 e succ., del D. M. 6/9/1994.
A conclusione dei lavori il committente dovrà presentare alla Direzione Ambiente copia
dei seguenti documenti:
•
frontespizio del piano di lavoro per la bonifica di materiali contenenti amianto
presentato al competente SPSAL con protocollo di accettazione,
•
prescrizioni dell’Organo di controllo,
•
quarta copia del formulario di identificazione del rifiuto smaltito
23
Si ricorda che l’inosservanza delle predette norme e di tutte le altre regolanti la materia
è sanzionabile ai sensi delle normative vigenti in materia ambientale e di sicurezza ed
igiene negli ambienti di lavoro.
Sulle certificazioni attestanti la presenza d’amianto nei manufatti, saranno predisposte
possibili verifiche utili all’accertamento di quanto dichiarato.
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Metodologie di bonifica dei materiali contenenti amianto
L’art. 3 del D.M. 06.09.1994 prevede che gli interventi di bonifica dei m.c.a. possano
essere effettuati mediante tre differenti metodologie operative : rimozione, incapsulamento
e confinamento.
La rimozione elimina radicalmente e definitivamente la fonte di esposizione.
Le
rimozioni vanno effettuate da ditta specializzata ed è importante l’impiego di risorse e
capacità organizzative per assicurare la protezione dei lavoratori e dell’ambiente e per
smaltire i rifiuti prodotti.
L’incapsulamento indica la metodica secondo la quale i materiali contenenti amianto
subiscono un trattamento superficiale con specifici prodotti adatti a penetrare o ricoprire il
materiale in modo da creare un film protettivo sulla sua superficie o aumentare la coesione
tra matrice e fibre. Questa tecnica non produce rifiuti. Deve tuttavia essere eseguita da
impresa di bonifica che rilascia a termine dei lavori apposita certificazione di idoneità
dell’incapsulamento, specificando la durata del trattamento. I trattamenti di questo tipo
vanno ripetuti negli anni e saranno finanziati per interventi la cui bonifica con rimozione sia
oggettivamente impossibile.
Il confinamento presuppone un precedente intervento di incapsulamento. Prevede la
costruzione di una barriera fisica di separazione tra materiale contenente amianto e spazio
circostante. Il risultato è il sequestro del materiale pericoloso con una protezione rigida e
resistente agli urti e all’usura. È applicabile e indicato quando il materiale da trattare è
agevolmente accessibile e circoscritto e non è localizzato in luogo di frequente accesso.
Tale metodologia non rimuove il rifiuto e pertanto non è oggetto di finanziamento ai fini del
bando di Legge Speciale.
Per l’incapsulamento l’inconveniente è rappresentato dal permanere in opera del
materiale contenente amianto, con i relativi obblighi di controllo e manutenzione. Il decreto
20 agosto 1999 come successivamente modificato dal D.M. 25/07/2001 ha regolamentato
i requisiti minimi prestazionali dei rivestimenti incapsulanti, i protocolli di applicazione e gli
adempimenti previsti per eseguire correttamente gli interventi di bonifica mediante
incapsulamento.
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Conclusioni
Va ricordato che qualora, a seguito dell’identificazione di un manufatto contenente
amianto, si decida di non procedere alla bonifica, è indispensabile attuare idonee
procedure per la custodia e la manutenzione dello stesso. La legge dispone infatti che sia
messo in atto dal proprietario o dall’amministratore, un programma di controllo e
manutenzione al fine di evitare indebiti rilasci di fibre nell’ambiente. Tale programma deve
contenere indicazioni per il mantenimento in buone condizioni dei materiali contenenti
amianto mediante la verifica periodica dello stato di conservazione degli stessi. Qualora le
condizioni del materiale siano tali da richiedere interventi di messa in sicurezza o di
bonifica, per prevenire la dispersione di fibre, è necessario provvedere alle azioni del caso
tramite ditta specializzata.
Nel caso siano in opera materiali friabili, bisognerà provvedere a far ispezionare l'edificio
almeno una volta all'anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali,
redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica.
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Riferimenti normativi
Decreto Legislativo 277/91
Legge n°257 del 27 marzo 1992
DM n°178 del 14 maggio 1996
DM del 6 settembre 1994
Decreto 18 marzo 2003, n. 101
BUR n°6 del 21/01/97 - DGR n. 5455 Piano Regionale Amianto
DM 20/08/1999
DM 25/07/2001
27
Per informazioni specifiche sulla bonifica dell’amianto:
COMUNE DI VENEZIA:
Sportello Informativo Ambientale
Campo Manin San Marco 4021 piano terra
Lunedì 9.00-13.00
Mercoledì 15.00-18.00
Chiuso lunedì 14 Agosto 2006.
Telefono 041/2747941 lunedì 9.00-13.00 e mercoledì 15.00-18.00
Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio
Ufficio Igiene Urbana
Campo Manin San Marco 4023 primo piano
Telefono 041/2748317 da lunedì a venerdì 9.00 – 13.00
Telefono 041/2748044 da lunedì a venerdì 9.00 – 13.00
ARPAV:
CRA - Centro Regionale di Riferimento per l’Amianto, Polveri, Fibre
Dipartimento Provinciale ARPAV di Verona
Via Salvo D’Acquisto 7 37122 – Verona
Tel 045 807 5913 o 045 807 5007
e-mail [email protected]
ARPAV - Dip.to Prov.le di Venezia- Servizio Territoriale
Ufficio Supporto Operativo
via Lissa, 6 - 30171 Mestre VE
tel. 041 - 5445567
Ulteriori
informazioni
sull'amianto
sono
disponibili
sul
sito
ARPAV
www.arpa.veneto.it , pagina "Temi ambientali", link "Aria", quindi "Amianto"
Azienda ULSS 12 Veneziana
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Dipartimento di Prevenzione
Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
P.le San Lorenzo Giustiniani n.11/D
041/2608471-8475-8454
fax 041/2608445
E-mail: [email protected]
da lunedì a venerdì 8.30-12.30
Per la modulistica generale relativa alle richieste di contributi del bando permanente
per il restauro e il risanamento conservativo del patrimonio immobiliare privato:
COMUNE DI VENEZIA:
Direzione Programmazione e Controllo
Servizio Contributi Legge Speciale
San Marco 1623
Telefono 041/2747631
Telefono 041/2747626
Martedì e Venerdì dalle 9.00-13.00
Mercoledì dalle 15.15 alle 17.00
Oppure è scaricabile:
www.comune.venezia.it/salvaguardia
poi contributi restauro immobili.
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