Collezione Liceo Scientifico Alessandro Serpieri Rimini 10.1 Pila Grenét Descrizione il contenitore è un vaso di vetro di capacità 1,5 litri. Gli elettrodi sono zinco e carbone. Uno dei carboni è spezzato. Gli elettrodi fanno capo a morsetti di ottone. L'elettrodo di Zn può essere immerso nell'elettrolita e fermato a varie altezze mediante una vite (sostituita). Sul vetro vi è una etichetta in carta con la scritta OBETA. Risale presumibilmente agli anni '30. Cenni storici Nella prima versione di Grenèt l'elettrolita era costituito di acqua acidulata con acido solforico (27%). Grenèt evita la deposizione di idrogeno sul carbone convogliando una corrente d'aria. La versione attuale si deve a Poggendorff che nel 1842 aggiunge alla soluzione bicromato di potassio (17 %) che serve da depolarizzante. Funzionamento h = 34 cm = 13 cm m = 960 g Immergendo l'elettrodo di Zn nella soluzione si può variare la resistenza interna della pila ottenendo correnti elettriche di valore via via più elevato. La d.d.p è di 1,9 V e la corrente di corto circuito, nella pila in oggetto, raggiunge i 2 A. Attenzione! Il bicromato di potassio e l'acido cromico che si forma durante il funzionamento sono tossici ed inquinanti. Uso Venivano usate per alimentare apparecchiature telegrafiche, campanelli elettrici, ecc. Sono state soppiantate dalle pile Leclanchè. . Carlo M. Fabbri 2004