Quando due elettrodi vengono immersi in una soluzione e si applica una differenza di potenziale tra essi, si osserva il passaggio di una corrente nel circuito esterno. Il meccanismo di comunicazione elettrica tra i due elettrodi nella soluzione è dovuto al movimento degli ioni in soluzione. Quando non c’è un apprezzabile, l’intensità segue la legge di Ohm: processo di della corrente elettrolisi osservata V iR 1 Prendono il nome di elettroliti tutte le sostanze dissociabili in ioni. Sono quindi elettroliti gli acidi, le basi e i sali. Le soluzioni acquose di elettroliti (soluzioni elettrolitiche), grazie al fatto che questi si dissociano in ioni, conducono la corrente elettrica. Il cloruro di sodio, come tutti i sali, allo stato cristallino è isolante. In acqua i cristalli di NaCl si scindono negli ioni che li costituiscono: lo ione positivo sodio (Na+) e lo ione negativo di cloro (Cl-). 2 3 Dal punto di vista macroscopico la conduzione della corrente in soluzione è come la conduzione dell’elettricità attraverso un oggetto metallico. La classificazione classica della fisica dei diversi tipi di conduttori elettrici è: CONDUTTORI DI PRIMA SPECIE: appartengono a questa categoria tutti i metalli. CONDUTTORI DI SECONDA SPECIE: appartengono a questa categoria tutte le soluzioni elettrolitiche. CONDUTTORI GASSOSI: particolari condizioni di ionizzazione dei gas (plasma) ISOLANTI: sostanze covalenti in cui gli elettroni non sono liberi di muoversi. SEMICONDUTTORI: sostanze caratterizzate da un comportamento intermedio tra i conduttori e gli isolanti (per es. a basse T sono isolanti mentre aumentando la T aumentano le 4 capacità di conduzione elettrica). In realtà i conduttori di elettricità possono essere classificati in tre distinte categorie: 1. conduttori metallici, nei quali sono presenti elettroni liberi che sotto l'azione di un campo elettrico anche molto debole vengono convogliati in un flusso ordinato unidirezionale; 2. conduttori elettrolitici, nei quali il passaggio dell'elettricità è dovuto ad un doppio flusso, in direzioni opposte, di ioni positivi e negativi, ed è quindi accompagnato da trasporto di materia; 3. conduttori gassosi, nei quali il flusso di elettricità è dovuto al moto di ioni gassosi o anche di elettroni liberi: gli uni e gli altri si formano in condizioni particolari, per esempio per l'azione di scariche elettriche o di radiazioni ovvero per ionizzazione di atomi o molecole a temperatura molto alta. La conducibilità elettrica di una soluzione elettrolitica, intesa in senso generico come la sua capacità di condurre la corrente per trasporto degli ioni in essa presenti, dipende da diversi fattori quali la concentrazione degli ioni, la loro carica, la loro mobilità e la temperatura. Le grandezze più significative per esprimere la conducibilità delle soluzioni elettrolitiche sono la conduttanza specifica o conduttività e la conduttanza 5 equivalente. In una soluzione elettrolitica, più elevata è la concentrazione degli ioni, più basso è il valore della resistenza R della soluzione, quindi la corrente che passa in una soluzione può essere correlata alla concentrazione degli ioni. N.B.: Bisogna sottolineare, però, che la distanza tra gli elettrodi, l’area superficiale degli elettrodi stessi e il tipo di ioni disciolti influenzano moltissimo il valore di R. 6 l R r A l = lunghezza del conduttore (cm) A = sezione del conduttore (cm2) R= resistenza espressa in Ohm (W) r = resistenza specifica o resistività (W ∙ cm) Mentre le caratteristiche elettriche dei conduttori metallici sono abitualmente studiate prendendo in esame la loro resistenza R, le caratteristiche elettriche delle soluzioni sono studiate prendendo in esame la loro conduttanza Λ definita come l'inverso della sua resistenza R. 1 R Il significato fisico di questa grandezza è chiaro: la conducibilità di un conduttore è una misura della sua capacità di farsi attraversare da una corrente elettrica. L'unità di misura della conducibilità è il Siemens (simbolo S) e dalla definizione si deduce che 1 S = 1 W-1. 7 NB: La conducibilità si può anche indicare con la lettera G 8 Esistono diversi simboli conducibilità specifica, di lettere dell’alfabeto greco: k per esprimere la solito si utilizzano g c in analogia con il testo consigliato per lo studio teorico la conducibilità specifica verrà indicata con la k. La quantità k, chiamata conducibilità specifica, contiene tutte le informazioni chimiche relative alla sostanza considerata (per es. concentrazione e mobilità degli ioni presenti) e rappresenta le proprietà di trasporto globali di una soluzione elettrolitica . 9 La quantità S/l è un fattore costante per il particolare tipo di cella di misura ed è chiamata costante di cella k: 1 S k S l k R l l S S k l Se poniamo S = 1 cm2 e l=1 cm, otteniamo =k, cioè la conducibilità specifica k di una soluzione si identifica con la conducibilità dovuta gli ioni contenuti in un volume di 1 cm3 di soluzione 10 CONDUCIBILITÀ SPECIFICA: CARATTERISTICHE Poiché il passaggio di corrente elettrica in una soluzione è possibile grazie al movimento degli ioni in essa contenuti, la k di una soluzione sarà tanto maggiore quanto maggiore è la concentrazione di specie ioniche presenti. Inoltre, a parità di concentrazione, la k sarà tanto maggiore quanto più facile è il movimento degli ioni nella soluzione. La k diminuisce all'aumentare delle interazioni ione-solvente. Queste dipendono a loro volta da svariati fattori, quali il rapporto carica/raggio degli ioni o la loro eventuale capacità di instaurare legami idrogeno con l'acqua. Un altro fattore fisico che influisce sulla conducibilità di una soluzione modificando la mobilità ionica è la viscosità: un'elevata viscosità implica una bassa mobilità ionica e quindi una bassa k della soluzione. Infine k dipende da p e T. L'influenza della p è di solito molto piccola, mentre la temperatura influisce sulla velocità di migrazione in ragione di 1-3% per ogni grado Kelvin. 11 Va sottolineato che la conducibilità, come grandezza, contiene molte più informazioni della semplice concentrazione ionica. Infatti per esempio la conducibilità di una soluzione 1 M di KCl sarà sostanzialmente diversa da quella di una soluzione 1 M di HCl, perché i protoni in soluzione sono molto più mobili degli ioni potassio. Tali diversità si possono quantificare considerando un altro parametro chiamato mobilità (m o u) dello ione. La mobilità rappresenta essenzialmente quella parte della conducibilità che è indipendente dalla concentrazione. Nel caso ideale di uno ione i dipenderà dalla carica ionica (zi), dal suo raggio di solvatazione (Ri), dalla viscosità del solvente (h) e dalla carica elementare costante (e) secondo l’equazione: zi e ui 6h Ri 12 Conduttività dal punto di vista microscopico ioni k zi ci ui F i Carica ione Concentrazione ione Mobilità ione mobilità ui = velocità dello ione i sotto gradiente di potenziale unitario, espressa in (cm/s)/(V/cm) = cm2/(V s) concentrazione ci solo qui, in mol/cm3 Verifica dimensionale: (mol e/mol)•(mol/cm3) •(cm/s)/(V/cm)•(C/mol e) = C/(s V cm) = A /(V cm) = W-1 cm-1 (Dunque coincide con k secondo l’approccio macroscopico) La conduttività è una grandezza intrinsecamente non selettiva ma “integrale” perché dipende dai prodotti (carica × concentrazione × mobilità) di tutti gli ioni liberi nella soluzione studiata 13 La conducibilità specifica sperimentale riflette il contributo di tutte le specie ioniche mobili presenti in soluzione, per cui si può riscrivere considerando le mobilità: k zi ui Ci F i i zi e zi 6hRi Ci F Il significato di questa equazione sta nell’evidenziare che la conducibilità specifica riflette l’identità dei singoli ioni, cioè la carica e la mobilità, oltre che la concentrazione. 14 Influenza della concentrazione ioni k zi ci ui F i Per Cz A z a concentrazione c HCl k Fzcu Fzcu F = costante di Faraday =96485 C mol e-1 = grado di dissociazione k dipende dalla concentrazione sia direttamente sia indirettamente tramite ed u. In particolare si ha: elettroliti forti: la curva k vs c presenta un massimo (benché non sempre raggiunto, poichè all’inizio predomina la crescita di c(tratto ascendente della curva), poi il calo di ed u con la concentrazione ( tratto discendente della curva); elettroliti deboli: le mobilità sono circa costanti, la crescita della concentrazione e del grado di dissociazione si compensano per cui la curva k vs c ha un andamento pianeggiante. K2SO4 KCl CH3COOH 15 L’esempio dell’acido solforico 82 °C 71 °C 21 °C 33.5% 4.5 M 2.10 V Accumulatore al piombo: scarica PbO2 + Pb + 2 H2SO4 = 2 PbSO4 + 2 H2O carica 16 Poiché la conducibilità dipende dalla concentrazione, non è facile confrontare direttamente soluzioni diverse, per cui si usa la conducibilità molare detta anche conducibilità equivalente, si indica con il simbolo ed è data da: k eq m C k N k M Esprimibile, per esempio per un elettrolita uni-univalente, anche come: k 1000C F (u u ) ha come unità di misura W-1m2eq-1 17 Riepilogando: Parametri che descrivono le proprietà di trasporto di una soluzione elettrolitica in modo assoluto 1 S G k R L k conduttanza / W1 = f (soluzione, cella) Normalizzazione per la costante di cella specifica o conduttività / (W1 Fz cu Fz cu conduttanza cm1) = f (soluzione) Normalizzazione per la concentrazione 1000k 1000k conduttanza molare F z u F zu / (W1 mol1 cm2) c c Approssimazioni per soluzioni molto diluite: 1) Elettroliti forti: =1 ( z B2 B1 ) c Equazione di Onsager 2) Elettroliti deboli CA = C+ + A K = c2/(1) u circa costante, =/° a0=ion-size parameter in cm, 1 1 c B= 0.3291•108 dm3/2 mol-1/2cm-1 B1=0.2300 (mol/dm3)-1/2 K () 2 B2= 60.65 cm2 W-1 mol-3/2dm-3/2 (a T=25°C) Equazione di Kraus e Bray 18 Per ottenere un parametro caratteristico del comportamento di uno ione in soluzione che fosse indipendente dalla concentrazione, si tende ad estrapolare il comportamento in condizioni di diluizione infinita dove si assume che le interazioni elettrostatiche tra gli ioni siano trascurabili. Questo processo dà una misura delle proprietà degli ioni totalmente isolati dal solvente e la quantità estrapolata è detta conducibilità equivalente o molare a diluizione infinita 0: 0 lim C 0 Questo parametro è una somma di contributi dai singoli ioni in soluzione: 0 i 0 i Legge di Kohlrausch della migrazione indipendente degli ioni Dove 0i sono le conduttività ioniche molari limite, sono caratteristiche di ciascuno ione ed indipendenti dall’elettrolita di partenza 19 CONDUCIBILITÀ EQUIVALENTE A DILUIZIONE INFINITA Esempio: La ° per una soluzione di NaCl sarà: NaCl Na Cl La conducibilità molare a diluizione infinita individuale esprime la capacità di un dato ione di muoversi sotto l'effetto di un campo elettrico in assenza di interazioni con altre specie ioniche. La legge di Kohlrausch permette di esprimere ° come somma di contributi indipendenti l'uno dall'altro e caratteristici solamente dei cationi ed anioni presenti nella soluzione; infatti per soluzioni contenenti più di un elettrolita, la legge si generalizza in: i i dove la sommatoria è estesa a tutte le specie ioniche presenti in soluzione. Ad esempio, per una soluzione infinitamente diluita contenente NaCl, MgSO4 e CaCl2 , si ha: Na Mg2 Ca2 SO 2 4 per questo, la conduttività molare ° a diluizione infinita di un elettrolita 20 si può ricavare per combinazione di dati di ° relativi ad altri elettroliti o di singoli ioni. Cl Alcuni valori delle conducibilità equivalenti limite di singoli ioni sono riportati nella seguente tabella: Conducibilità equivalenti limite a 25°C in Acqua 21 L’estrapolazione a diluizione infinita richiede la conoscenza del modo con cui la conducibilità equivalente dipende dalla concentrazione. Nei primi del XX secolo Lars Onsager sviluppò una teoria sul movimento degli ioni in soluzione in cui gli ioni erano considerati piccole particelle viaggianti in un mezzo dielettrico, in analogia con la teoria di Debye-Hückel sviluppata per le proprietà di equilibrio delle soluzioni elettrochimiche. Il risultato più interessante della teoria è questa semplice equazione: 0 0 C e rappresentano un insieme di costanti fondamentali e di proprietà, dipendenti dalla temperatura degli ioni e del solvente. Questa equazione evidenzia una dipendenza della conducibilità dalla radice quadrata della concentrazione almeno a bassi valori di C. 22 Per un elettrolita forte, la frazione ionizzata è unitaria per tutte le concentrazioni, ciò implica che la è grosso modo costante Può variare più o meno a causa di variazioni della mobilità ionica, ma tende ad un valore finito detto 0 a diluizione infinita. Infatti l’attrazione elettrostatica tra gli ioni riduce le mobilità e si può dimostrare che per elettroliti forti in soluzioni diluite vale la relazione: 1 C 0 ) Legge di Kohlrausch dipende, più che dall’identità chimica del composto ionico, soprattutto dal tipo di elettrolita, nel senso 1:1 MA, 2:1 M2A, etc. 23 Verifica dell’equazione di Onsager per gli elettroliti forti Conduttività molari a diluizione infinita °HCl °K2SO4 °KCl 24 Per una sostanza poco dissociata la conducibilità dipende molto dalla concentrazione perché il grado di dissociazione varia molto con la concentrazione. La conducibilità equivalente, tuttavia, tende ad un valore finito a diluizione infinita corrispondente di nuovo alla somma delle conducibilità ioniche limite. Di solito è impraticabile determinare questo valore limite dall’estrapolazione dei valori di a basse concentrazioni, perché per avere la completa ionizzazione dell’elettrolita, la concentrazione dovrebbe essere troppo piccola rendendo la conducibilità non misurabile. Tuttavia il valore di 0 può essere dedotto dai valori di 0 ottenuti per gli elettroliti forti e come esempio usiamo l’acido acetico. 25 CH 3COOH HAc Si usa l’equazione: 0 i 0 i Che diventa: 0 HAc) 0 HX ) 0 MAc ) 0 MX ) Dove M+ è un qualunque ione monovalente positivo tipo K+ o Na + ed X - un qualunque ione negativo tipo Cl - o Br -. L’unica restrizione su M e X è la necessità che HX, MAc e MX siano elettroliti forti. 26 0 HAc) 0 HX ) 0 MAc ) 0 MX ) HAc ) 0 0 CH3COO 0 CH3COO 0 M 0 H 0 H 0 X 0 M 0 X 27 Se l’elettrolita è sufficientemente debole, la concentrazione ionica è piccola e l’effetto di attrazione tra gli ioni influenza poco la mobilità, si può assumere che le mobilità siano indipendenti dalla concentrazione ottenendo la relazione approssimata: 0 Per cui misurando la ad una concentrazione C e calcolando la 0 dai dati tabulati per gli elettroliti forti si può ottenere il grado di dissociazione ad una certa concentrazione. 28 Conoscendo la concentrazione C di un elettrolita debole ed il suo grado di dissociazione a quella concentrazione, si possono conoscere le concentrazioni dei singoli ioni e della sostanza indissociata. Quindi si può calcolare la costante di equilibrio e applicando all’esempio dell’acido acetico si ha: H Ac C KC HAc 2 1 N.B.: La KC così calcolata è diversa dalla Ka vera che viene in genere espressa in termini di attività. Questo sia perché manca il coefficiente di attività sia perché tali relazioni sono state ottenute con determinate approssimazioni. 29 Dimostrazione dell’equazione di Kraus e Bray F ( zu zu ) costante di dissociazione di un elettrolita debole, ad esempio uniunivalente, in funzione del grado di dissociazione, trascurando i coefficienti di attività gi F ( z u z u ) Hp per elettrolita debole: mobilità circa costanti (il numero di particelle è sempre molto basso) 2c 2 2c Ka 1 )c 1 ) Ka c2 ) ) 1 1 c K a ( )2 30 La conduttimetria è una tecnica strumentale che consente di misurare la conducibilità elettrica di una soluzione elettrolitica riferendosi alla corrente che passa in una porzione chiamata cella conduttimetrica. La cella conduttimetrica è costituita da due elettrodi in genere di platino platinato a distanza "l" e di superficie "S". 31 La misura della conducibilità prende le mosse dalla misura della resistenza che normalmente viene effettuata con un dispositivo detto ponte di Wheatstone. X è la resistenza incognita da misurare; R è una cassetta di resistenze di valore noto; G è un galvanometro (o Amperometro) a zero centrale; P è una batteria; T è un interruttore; AB è un filo omogeneo calibrato teso su un regolo millimetrato. In condizioni di equilibrio del ponte, quando tra i punti C e D non c’ è d.d.p e il galvanometro non segnala passaggio di corrente, la resistenza incognita X può essere determinata mediante la seguente relazione: l2 RX R l1 32 33 Per la misura di conducibilità si utilizza un ponte di Wheatstone modificato, detto ponte di Kohlrausch. Il principio di funzionamento è lo stesso solo che lavora in corrente alternata. 34 La misura di conduttività di una soluzione elettrolitica si esegue in corrente alternata in modo da evitare polarizzazione o addirittura processi elettrolitici agli elettrodi. Però una soluzione non è un conduttore puramente ohmico. I circuiti non puramente ohmici percorsi da corrente alternata risentono di effetti induttivi e/o capacitivi che sono funzione della frequenza della corrente impiegata. Cioè, mandando una tensione alternata sulla cella di conduttività e misurando la corrente, la risposta del sistema non è di una resistenza ohmica, ma di una impedenza Z, cioè la somma vettoriale della resistenza ohmica R e di termini resistivi corrispondenti agli elementi capacitivi e induttivi presenti nel circuito, rispettivamente “reattanze capacitive XC ” e “reattanze induttive XL”. 35 A13. Lo strumento storico: il ponte di Kohlrausch Poiché si può considerare la cella di conduttività equivalente ad una R e una C in parallelo, lo strumento storico per le misure di resistenza di una soluzione elettrolitica, il ponte di Kohlrausch, permetteva di effettuare la misura bilanciando il parallelo RxCx della cella variando un parallelo campione RcCc fino ad azzerare il modulo e lo sfasamento della corrente alternata nel ramo centrale del ponte. 36 G:Generatore di corrente alternata Rx :Resistenza della cella immersa nella soluzione in esame R:Resistenza nota e variabile R1:Resistenza del tratto AS R2:Resistenza del tratto AH M:Strumento sensibile al passaggio di corrente anche di piccola intensità (microamperometro) Quando si esegue la misura, si muove la resistenza variabile fino a quando M segna una corrente nulla. Quando M segna corrente nulla si dice che il ponte è in equilibrio. Quando il ponte è in equilibrio valgono le seguenti condizioni: (1) VS = VH e quindi VAS = VAH e VBS = VBH (2) Ix = IAH e IAS = IBS nei quattro lati del ponte. dove Ix , IAH , IAS , IBS sono le correnti elettriche 37 Per la prima legge di Ohm sarà : VAH = R2•IAH VAS = R1•IAS VBS = R • IBS VBH = RX • IX Combinando la condizione (1) con la prima legge di Ohm si avranno le seguenti uguaglianze: R2•IAH = R1•IAS ; R • IBS = RX • IX dividendo membro a membro le due uguaglianze si ottiene: R1 I AS RX I X R I BS R2 I AH se si tiene conto della seconda condizione (2) di equilibrio, del ponte, si ottiene : RX R1 R1 RX R R R2 R2 38 39 Celle conduttimetriche industriali Celle a deflusso Celle a immersione Industrialmente si usano elettrodi di acciaio inossidabile (o di grafite) con parti isolanti di resina: sono più semplici, robusti e poco costosi, ma con prestazioni inferiori, specie per resistenze molto basse (conduttività molto alte) 40 particolarmente utili, montati su bypass delle tubazioni principali, per controlli industriali in continuo. 41 Applicazione di misura diretta: valutazione semiquantitativa della durezza(I) Acque di acquedotto Acque minerali La “durezza” è uno dei parametri fondamentali di un’acqua naturale Il termine deriva dalla terminologia delle lavandaie di un tempo, per le quali un’acqua era tanto più “dura” quanto maggiore era la quantità di sapone richiesta per produrre la schiuma. Essa è associata alla presenza di cationi polivalenti in grado di causare la precipitazione di composti insolubili dai saponi alcalini usati come detergenti Si tratta prevalentemente degli ioni Ca2+ e Mg2+, benché contribuiscano anche gli altri cationi del secondo gruppo Ba2+ e Sr2+ (e anche altri cationi come ferro, manganese, zinco…) Si misura in gradi francesi °f definiti come tutti gli ioni di durezza espressi come mg CaCO3 per 100 cm3 di prelievo (oppure gradi francesi °d definiti come tutti gli ioni di durezza espressi come mg CaO per 42 100 cm3 di prelievo Applicazione di misura diretta: valutazione semiquantitativa della durezza (II) Durezza temporanea Durezza totale Cationi di metalli alcalino terrosi (soprattutto Ca2+ e Mg2+) presenti in combinazione con anioni sia di acidi forti (Cl, SO4=, NO3) sia di acidi deboli (HCO3). durezza totale = durezza permanente + durezza temporanea Alcune tra le molte classificazioni: Porzione che scompare se si fa bollire l’acqua. Corrisponde ai bicarbonati dei cationi di metalli alcalino terrosi (che durante l’operazione suddetta precipitano sotto forma dei corrispondenti carbonati con perdita di CO2): ad es. Ca(HCO3)2 ebollizione CaCO3 + CO2+ H2O Durezza permanente Porzione che rimane se si fa bollire l’acqua. Corrisponde ai cationi di metalli alcalino terrosi presenti nel campione in combinazione con anioni di acidi forti leggere o dolci: mediamente dure: dure: durezza inferiore a 15 °F durezza tra 15 e 30 °F durezza superiore a 30 °F “Calciche” se Ca2+ > 150 mg/dm3 (cioè se Ca2+ da solo è >37.5 °F) Attive su stomaco e fegato; indicate nella gravidanza, nella crescita e nella prevenzione della osteoporosi “Contenenti bicarbonato” se HCO3 > 600 g/dm3 Indicate per stimolare la secrezione gastrica e nelle patologie renali “Magnesiache” se Mg 2+ > 50 mg/dm3 (cioè se Mg2+ da solo è >20.6 °F) Svolgono prevalentemente attività purgativa; trovano indicazioni anche della prevenzione della arteriosclerosi 43 Applicazione di misura diretta: valutazione semiquantitativa della durezza (IV) Per determinare con precisione (a) la durezza totale e (b) quella temporanea si esegue una titolazione rispettivamente (a) degli ioni calcio e magnesio e (b) degli ioni bicarbonato Per differenza poi si determina la durezza temporanea Tuttavia, la durezza totale delle acque si può stimare con buona approssimazione mediante una semplice misura conduttimetrica. E’ quello che si fa correntemente soprattutto come prova preliminare per calibrare opportunamente le analisi specifiche successive. 44 Alcune acque minerali da tavola italiane 45 46 Applicazione di misura diretta: monitoraggio dell’acidità libera in acidi organici ad elevatissima concentrazione Problema: stimare l’acidità di soluzioni per l’esfoliazione della pelle, prima di sperimentarle su pazienti Effettuando misure di pH con il protocollo acquoso (standard, elettrodo di riferimento, ponte salino) si osserva che risultano raggruppate in un range molto ristretto (1.5 unità pH), molto poco differenziate a seconda dell’acido, e soprattutto non seguono affatto la formulazione del mezzo acquo-organico In questo importante caso applicativo il pH risulta inutilizzabile per scopi di formulazione e controllo 47 Una possibile soluzione del problema: monitorare l’acidità libera attraverso la conduttività La conduttività è una grandezza intrinsecamente non selettiva ma “integrale” perché dipende dai prodotti (carica × concentrazione × mobilità) di tutti gli ioni liberi nella soluzione studiata ioni k zi ci ui F i Carica ione Mobilità ione Concentrazione ione Tuttavia, a) in soluzioni acquose o miste ma con percentuale significativa di acqua il contributo di gran lunga più significativo alla conduttività é quello degli ioni H+ b) nel nostro caso paragoniamo soluzioni di acidi deboli monoprotici HA a solvente costante oppure lo stesso acido al variare del solvente o della temperatura la grandezza si può considerare un sensibile e affidabile indicatore di disponibilità e mobilità dei protoni 48 Costanti di dissociazione acida Ka nettamente e correttamente differenziate Andamenti lievemente parabolici estremamente regolari La conduttività cala regolarmente al calare della % DMI Il calo è sempre più accentuato all’aumentare della forza dell’acido 49 Applicazione come parametro per seguire titolazioni: titolazioni conduttimetriche acido/base (I) In generale nelle titolazioni per neutralizzazione, precipitazione, scambio, ecc. ci si possono attendere cambiamenti di conduttività che si possono sfruttare per seguire il decorso della reazione e soprattutto individuare il punto finale. Ovviamente si può eseguire una titolazione conduttimetrica seguendo della soluzione la conduttività o anche solo la conduttanza, che è ad essa proporzionale. La temperatura deve essere pressochè costante, ed è preferibile che anche il volume della soluzione non cambi troppo durante la titolazione. A differenza delle curve di titolazione potenziometriche, •i punti di equivalenza non corrispondono a flessi, ma ad angoli d’intersezione tra tratti rettilinei. L’accuratezza del metodo è tanto maggiore quanto più acuto è l’angolo d’intersezione, e quanto maggiore è la correlazione lineare dei punti sperimentali; •non hanno particolare senso accurate misure vicino al punto di equivalenza, anzi, a causa di idrolisi, dissociazione, o solubilità del prodotto della reazione nei pressi del punto di equivalenza il grafico di titolazione in tale zona risulta arrotondato e quindi il punto di equivalenza si valuta estrapolando i tratti rettilinei e valutandone il punto d’intersezione. I vantaggi delle titolazioni conduttimetriche rispetto a quelle colorimetriche e potenziometriche sono: •Il metodo è accurato tanto in soluzioni diluite che concentrate •Il metodo funziona bene in casi altrimenti critici come titolazioni di acidi deboli con basi deboli e titolazioni di acidi debolissimi come fenoli, acido borico... Rispetto alle colorimetriche: 50 •Il metodo funziona anche con soluzioni torbide A24. Applicazione come parametro per seguire titolazioni: titolazioni conduttimetriche acido/base (II) k (o G) cala forza o concentrazio ne acido cala forza base VT Hp: temperatura, volume e mobilità ioniche circa costanti 51 Nel primo tratto la conduttività cala perchè lo ione H+ (il più mobile, °H+ 350 1cm2mol1) viene sostituito da Me+ (°Me+ 40/80 1cm2 mol1); dopo il punto di equivalenza ricresce al crescere dell’eccesso di OH (°OH 198 1cm2 mol1). Nel primo tratto la conduttività cala perchè lo ione H+ (il più mobile, °H+ 350 1cm2mol1) viene sostituito da NH4+; dopo il punto di equivalenza resta pressochè costante perchè NH3 in eccesso ha su di essa un’influenza trascurabile rispetto al sale (NH4)2SO4 . 52 53 Qualsiasi cella conduttimetrica è caratterizzata dalla propria costante di cella L/S (in cm1) o S/L (in cm), e, nel caso di forme geometriche semplici, teoricamente potrebbe essere calcolata dalla lunghezza L e sezione attiva S del conduttore, mentre nel caso di forme irregolari, si dovrebbe sviluppare un integrale. Però, soprattutto a causa della geometria non ideale delle linee di corrente e dell’uso di superfici conduttrici complesse è molto meglio operare una taratura misurando la di una soluzione campione di cui è nota con precisione la k e utilizzando la k/ = (L/S). 54 Per conoscere la costante della cella di conducibilità in uso si utilizzano soluzioni a concentrazione nota di KCl a 25°C. La conducibilità delle soluzioni di elettroliti forti è stata interpolata sperimentalmente con l’equazione della legge di Fuoss-Onsager: 0 S C EC log C JC Questa legge è una elaborazione della più semplice legge di Onsager che prevedeva solo una dipendenza della da √C. Per il KCl l’equazione precedente diventa: 149.93 94.65 C 58.74C log C 194.4C Ed è valida a 25°C per concentrazioni: 0≤C≤0.012 M 55 Si preparano 4 soluzioni di KCl a diversa concentrazione e si mettono a termostatare. In particolare si diluisce una soluzione madre di KCl 0.01 M in matracci tarati da 100 ml portando a volume con acqua bidistillata: ml KCl 0.01 M 20 40 60 80 56 Si misurano le resistenze delle soluzioni preparate e della soluzione madre (0.01 M) e per ciascuna soluzione si calcola la concentrazione molare e la conducibilità dall’equazione vista prima. La costante di cella k sarà ottenuta dalla media dei valori determinati con la relazione classica: 1000 k R C 57 Tale determinazione si basa sulla misura della conducibilità della soluzione dell’acido, mettendola in relazione con (grado di dissociazione) dell’elettrolita nella situazione di equilibrio. Si ricorda che esiste la seguente relazione, ricavata per la prima volta da Arrhenius: 0 58 Si suppone di avere un acido debole così dissociato: HA H A H A K C a HA Sapendo che all’equilibrio: A H C HA C (1 ) C 1 2 K C a Introducendo la dipendenza di dalla conducibilità si ha: 2 C 2 0 C Ka (1 ) 0 Legge di diluizione di OSTWALD 59 La legge di Ostwald può essere riarrangiata attraverso una serie di banali operazioni ottenendo: mc 1 1 o 2 o m m Kam Si può rappresentare come l’equazione di una retta: 1/my mC=x 60 1 1 c K () 2 1/(K°)2 1/° CH3COOH 61 Si usa una soluzione 0.1 M di acido acetico in acqua bidistillata. Si diluisce in 5 matracci da 100 ml prelevando con una buretta 5, 10, 15, 30, 50 ml della soluzione madre e portando a volume con acqua bidistillata. Si misura la resistenza di ciascuna soluzione termostatata a 25°C Si calcola poi la m di ciascuna soluzione Si riporta in grafico m•C in funzione di 1/ m e si interpolano i dati sperimentali con i minimi quadrati. 62 Effect of Concentration on Conductivity: HCl e CH3COOH Small volumes, 1.00 mL increments, of 1.00 M HCl (5 aggiunte) or CH3COOH (7 aggiunte) are added to 60.0 mL of water and conductivity is measured after each addition Effect of Temperature on the Conductivity of a 0.10 M NaCl: Temperature and conductivity measurements are made every 30 s on a 0.10 M NaCl aqueous solution cooled by an ice bath. Effect of Charge Conductivity of 0.0010 M NaClO4 and 0.0010 M MgSO4 are measured. Effect of Anion Size and Mass Conductivity of 0.10 M NaCl, 0.10 M NaBr, 0.10 M NaI, and 0.10 M NaClO4 are measured. 63