Georg Wilhem Friedrich Hegel

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Georg Wilhem Friedrich Hegel
1. Vita e opere
a. Vita
Nacque a Stoccarda nel 1770.
Studiò.
Fece l’amore con sua moglie e fecero dei figli.
Lavorò,
Morì nel 1831 a Berlino
b. Opere
2. Il periodo di Berna (1793-1796)
Quando Hegel lascia Tubinga ha 23 anni ed è molto deluso
dell’insegnamento ricevuto:
- a Tubinga erano avvezzi al vecchio sistema filosofico e chiusi
rispetto a Kant e Fichte
Hegel aspira al superamento della scissione:
- fine del dispotismo
- mondo di cittadini liberi, soprattutto nell’ancora arretrata Germania
dell’epoca
Hegel, a differenza di molti altri idealisti non raggiunge subito l’astrazione
filosofica:
- parte da problemi storici e concreti
I suoi interessi sono:
- storico-politici
- teologici
Allo Stift, impregnato di soprannaturalismo preferirà:
- la storia della religione nei popoli
Non guarda solamente al passato:
- “lo storico pensante e il diagnostico dell’epoca guardano al
passato per costruire un nuovo presente”
- Contro un cristianesimo dogmatico vuole considerare la religione
come forma di educazione popolare per realizzare un’etica sociale,
della comunità..
- La stessa moralità si può kantianamente realizzare senza che
intervengano precetti religiosi, con la ragione
Con queste idee a Berna lavora come precettore, lontano dai centri di
cultura.
Nei suoi primi scritti, a Berna, vi è la convinzione che:
- la dignità dell’uomo deve essere all’ordine del giorno
-
bisogna cominciare alla vita migliore che sta toccando quell’epoca,
in cui gli oppressori si sono smascherati.
a. religione nazionale e cristianesimo
Nei frammenti di questo scritto Hegel parde dal concetto di religione del
popolo:
- idealizzazione del mondo greco, presente nei poeti contemporanei
- questa idealizzazione prevedeva una civiltà basata su libertà
politica, arte, filosofia
Di quella civiltà che sognava, l’elemento portante sarebbe stata la
religione:
- non una religione privata: per servire gli interessi del singolo
- non una religione dogmatica: con obblighi e dottrine
- la religione greca era una religione popolare: esprimeva lo
spirito di un popolo, che fioriva attraverso usi e costumi della
società.
Hegel contrappone la religiosità greca al cristianesimo:
- la religione greca: agisce sul cuore e sull’immaginazione
- il cristianesimo: è una religione clericale, legata alla chiesa e più
presa dalla teologia e all’intelletto che al cuore e ai sentimenti.
L’entusiasmo giovanile di Hegel si non si indirizza verso una conoscenza
fredda e astratta dell’intelletto, ma rimane legata a quell’unità spirituale
che si incarna in un solo popolo come sintesi di ragione e stabilità.
La bella eticità greca:
- il tutto viene prima della parte
- permeata da una religione che riassume i valori della libertà
politica, delle virtù civili, dei doveri morali, del bello artistico
- fa del cittadino un’entità spirituale cosciente ed attiva
b. Vita di Gesù
Lo studio di Kant, fatto in maniera approfondita lo spinge alla ricerca di
una possibilità di una religione terza, fondata sull’autonomia della
coscienza morale.
Contrappone la religione cristiana:
- sia alla bella eticità greca
-
sia alla religione kantiana del dovere.
Gesù diviene predicatore del dovere per la quale la divinità non è altro che
la pura ragione, libera da qualsiasi istituzione
c. La positività della religione cristiana
Nei primi due scritti Hegel aveva:
1) insistito sulla differenza tra la religione antica ed il cristianesimo
2) cercato di avvicinarsi al messaggio predicatore di Gesù
Nel terzo si propone di:
- capire perché dalla predicazione di Gesù, con un forte connotato
morale, si è arrivati ad una religione positiva, fondata sull’autorità
piuttosto che sulla convinzione, sulla legalità istituzionalizzata
piuttosto che sulla ragione creatrice
Hegel osserva che Gesù si colloca in un ambiente ebraico:
- formule statutarie
- culto di Dio e esercizio della virtù avevano molte formule
Gesù cercò di contrastare questo ordinamento, puntando su:
- moralità piuttosto che sulla legalità
- l’obbedienza alla legge morale ci salva, non la legge di Abramo
da dove deriva dunque il positivizzarsi del cristianesimo?
Già la stessa religione di Gesù si poneva il problema:
- la legge vale di per sé o perché è comandata da Gesù?
- Si manifestava un primo contrasto tra la volontà di Dio e la legge
morale,
Al positivizzarsi del cristianesimo contribuiron o poi i discepoli, che
cercarono in qualcosa di esterno le condizioni della salvezza:
- costituiscono una dottrina positiva sulla virtù
Nascono così la casistica, la precettistica e l’ascetica:
- non producono moralità, ma legalità
Nella realtà classica Dio era l’eterno presente nell’uomo, mentre il
cristianesimo poneva Dio fuori dall’uomo:
- alienazione, per cui la vita eterna diventa un risarcimento per una
terrena che perde di valore
Quando il cristianesimo diviene religione di stato il rocesso si è concluso:
- crociate, colonizzazione, roghi, sono i frutti malvagi del magistero
ecclesiastico
- la filosofia che vuole recuperare la scissione dovrà ritrovare gli
elementi originari e positivi del cristianesimo antico.
d. Alienazione
Questa ha significati diversi e spesso opposti valoriarmente:
 Diritto privato: un bene viene alienato(essere di altro), viene venduto,
deposto in mano altrui;
 Diritto pubblico: Rousseau( dallo stato di natura, si giunge alla
decadenza della società, per uscire dall’alienazione sarà necessario
un nuovo contratto). Alienazione (donazione) di tutti i nostri diritti a
tutti gli altri contraenti, tutti alienano reciprocamente i propri diritti, li
danno in cessione ad un ente che li condivide e li ridistribuisce (stato)
 Psichiatrico: alienazione mentale, essere in altro, si perde la propria
identità, schizofrenia;
 Religioso: Foierback-Marx, la religione è una forma di alienazione,
costruiamo il nostro oggetto (Dio) senza rendercene conto. Freud la
chiamerebbe illusione, per Marx è necessario abbandonare questa
alienazione.
 Mistico: in senso profondo, alienarsi, perdersi, diventare ricettacolo di
Dio, tanto più mi perdo tanto più raggiungo Dio;
 Sociologico: socio-economico, Marx, tutta la sociologia del ‘900,
classe operaia alienata, scissa dalla società conduttrice, posta nelle
metropoli metropoli, perde l’individualità, diventa massa;
 Filosofico: per Hegel la natura, si aliena dalla natura stessa e ritorna a
se nello spirito.
e. Il più antico programma dell’idealismo tedesco
Il periodo di berna è idealmente concluso.
Altra condizione fu lo sgretolarsi della libertà greca e romana:
- realtà di angoscia e individualismo
In questo breve scritto, redatto a tre mani, insieme a Hoelderlin e
Schellling, si trova una sorta di progetto filosofico e di utopia politica:
1) la metafisica cadrà in un’etica:vi sarà un modo più alto di vivere tra
gli uomini
2) nuova rappresentazione di sé: nuove ali alla fisica
3) realizzazione delle idee di umanità e libertà: estinzione della
macchina statale e di qualsiasi legislazione
4) gli spiriti liberi: non cercheranno alcun Dio fuori di sé stessi e
nessuna moralità
5) l’idea unificante: idea di bellezza estetica
6) la filosofia dello spirito: diverrà filosofia estetica, e la poesia
educherà gli uomini
7) nuova mitologia al servizio delle idee: mitologia della ragione
-
indaga sulla società civile
è a diretto contatto con le condizioni materiali della modernità
a. Lo spirito del cristianesimo e il suo destino
Questa è l’opera più importante del periodo prima di Jena.
Hegel concepisce il cristianesimo come:
- religione che cerca di conciliare con l’amore l’esperienza della
scissione ebraica
1) l’ebraismo
Quando filosofo e popolo si uniranno:
- armonico sviluppo di ogni capacità
- nessuna capacità sarà più inespressa
- generale libertà e eguaglianza tra gli spiriti
- uno spirito superiore inviato dal cielo fonderà questa nuova
religione
- sarà questa realizzazione la più graned opera che l’uomo saà
riuscito a compiere
3. Il periodo di Francoforte (1797-1800)
L’ebraismo oppone dio e l‘uomo (signore e servo della legge): tra i due
non vi è possibilità di rapporto
-
Abramo: già simbolo della separazione
Mosè: dopo aver liberato il popolo dal giogo egiziano lo pone sotto
la legge.
La legge viene da un oggetto esterno, un soggetto infinito:
- il popolo non da la legge a se stesso
- gli è imposta dall’alto
Il capodanno del 1797 Hegel è a Francoforte.
A Berna aveva trattato problemi concreti:
- valore della grecità
- messaggio religioso di Gesù
- li aveva opposti alla degenerazione religiosa del suo tempo
A Francoofrte Hegel si dirige verso un nuovo pensiero che si differenzia
dalla fase etico-politica di Berna:
- innalza il problema di Berna ad una dimensione più filosofica
Nella diaspora ebraica, nella separazione degli altri oppoli, perpetua il suo
destino si scissione
2) Kant
Nell’epoca contemporanea è la filosofia di Kant a rappresentare un punto
forte di scissione:
- contrappone intelletto e sensi, universale e particolare
- la vita morale avviene mediante una rottura dall’esperienza, una
disarmonia
Perché l’umanità è in uno stato di scissione?
Come poter ricucire l’intero della vita?
Se l’ebraismo pone una scissione tra Dio e l’uomo, Kant la pone
all’interno dell’uomo stesso.
Quali sono le prospettive filosofiche che perpetuano la scissione? Quali
quelle che ne permettono la ricomposizione?
L’opposizione tra mondo e coscienza/dovere, viene ora concepita da
Hegel come un vizio filosofico
Hegel di Francoforte, studia del resto economia politica, scienza che:
3) amore di Gesù e superamento della scissione
Soltanto con la religione dell’amore predicata da Gesù si può avere il
superamento della scissione:
- l’amore può ricostruire la vita nella sua interezza
- unifica i termini scissi dall’etica
Così come l’idea di divino e assoluto unifica la totalità delle parti,
superando le opposizioni, l’amore fa dell’oggetto un tutt uno con il
Soggetto.
Nell’amore:
- né si domina né si è dominati
- il separato è come unificato ed ogni opposizione viene superata
Quel che conta, non è che si giunga solamente alla totalità:
- deve essere raggiunta attraverso le concrete manifestazioni della
vita spirituale
- per mezzo delle manifestazioni spirituali la totalità si deve realizzare
L’amore è il principio di virtù, e le virtù sono modi di estrinsecarsi
dell’amore:
- l’amore è il pleroma, il compimento della legge
“amare Dio è sentirsi nel tutto della vita, sentirsi senza limiti
nell’infinito”
In questa armonia non vi è opposizione tra particolare ed universale, questi
sono concordi (eracliteo, armonia degli opposti nell’uno):
- non c’è astratta universalità
“ama il prossimo tuo come te stesso”:
- non invita ad mare il prossimo perché è simile a me, ma perché il
prossimo sono io
4) la legge violata
per rendere più radicale ancora l’analisi, Hegel considera ora la legge
giuridica.
Cerca di immergersi nell’animo di un criminale nei confronti della legge
violata:
-
nel caso della legge giuridica astratta la colpa viene giudicata e
inflitta una punizione
si pone l’univresale opposto al particolare
la legge giuridica è il terreno di conflitti irrisolti e irrisolvibili: tra
Universale astratto e particolare empirico può solamente esserci
rapporto di sudditanza
Nel caso della legge giuridica è impossibile risalire alla vita in condizione
di morte.
5) La vita (destino) violata
Se invece della legge l’azione viene opposta al destino le cose si
complicano ulteriormente:
- nella legge giuridica: né la legge penetra nell’interiorità del
colpevole, né il colpevole punito è conciliato con la legge
- nei confronti del destino: non si viola un universale astratto, ma si
lede la totalità della vita, ma è possibile una riconciliazione
perché lo stesso destino è uno dei termini della separazione.
Poiché il destino è termine della separazione non può essere annullato dal
suo opposto: per riconciliarsi può solamente essere unificato
Il destino è la totalità della via che si erge ostile nell’interiorità di chi ha
preteso di distruggerla:
- il colpevole voleva fare un torto alla vita estranea
- ha distrutto solo la propria
- perché la vita singola è la stessa vita in sé, dell’unica divinità
Nel destino, colpa, responsabilità e punizione sono fatte dipendere dalla
responsabilità del singolo:
- qualora l’individuo supera l’eteronomia della legge giuridica a
favore di una legge autonoma, allora può recuperare la propria
libertà.
- Il destino è la legge che sorge al mio interno mentre compio
l’azione, come reazione della stessa azione compiuta nei miei
confronti.
Sorge destino ovunque v’è lacerazione e incompiutezza, non prodotte
da termini astrattamente opposti, ma ricondotti nella totalità della vita
Come lacerazione cosciente, il destino è anche coscienza di sé stessi
come di una totalità:
- una volta rotta la relazione con la vita, la coscienza del ?limite
richiama la vita come una totalità che deve essere ricostruita.
-
L’elemento della totalità è determinante per il ritorno alla vita:
- violando la vita si viola sé stessi, per questo è possibile ritornare in
sé, quindi in vita
- la nostalgia della amicizia con la vita ci fa ritornare in essa.
Diethey riassume così queste affermazioni:
1. vita priva di separazioni
2. la vita offesa e distrutta attraverso la colpa
3. destino come reazione della vita alla colpa
4. l’amore come sentimento della vita che si ritrova e si riconcilia con il
destino.
Gli studiosi individuano in queste pagine la nascita della dialettica
hegeliana nel suo triplice momento:
- unità
- separazione
- riunificazione
Il concetto di destino:
- stabilisce una relazione tra un determinato ente e l’unità
complessiva
In ogni ente vi è quindi:
- aspetto di determinatezza
- comprensione nella totalità
avere un destino è essere compresi in un unità più generale
Il finito che cerca di realizzarsi come un assoluto, cioè fuori dalla relazione,
genera la propria negazione.
Concependo la colpa e il destino nell’unità della vita:
- il peccato può essere espiato
- la vita torna amica di sé stessa.
ha posto nella vita, che era scissa, l’amore, la riconciliazione e la
remissione dei peccati.
Maddalena la peccatrice è un perfetto esempio della
riconciliazione cristologia
Anche nella Cena del Signore Tutti sono pervasi da uno spirito
d’amore,
Al Dio padrone ebreo, Gesù contrappone il Dio Padre:
- è vita pura
- sorgente di tutte le vite determinate
amare dio è sentirsi nell’infinito senza limiti.
6) Il limite del cristianesimo
Hegel fa notare che anche il cristianesimo ha un limite, e questo è la
ragione per cui è destinato a finire.
Il lmite sta nel fatto che l’amore di Gesù è un’intuizione immediata, per
questo motivo respinge la forza della riflessione e dell’oggettività.
L’amore di Gesù si limitava ai singoli e temeva le forme:
- l’amore ha il potere di unificare, ma lascia irrisolta l’oggettività
- toglie ogni esperienza, ma non sa riconoscere le proprie
determinazioni
Per Hegel si tratta di trovare un’unità più profonda che all’interno
dell’unità riesca a cogliere anche le determinazioni e le opposizioni.
Hegel, per ora affida questo compito alla religione:
- il religioso: deve essere un’unità che comprende anche la
lacerazione, l’intelletto, la negatività.
Il destino dell’amore cristiano è quello simile all’anima bella:
- chi per mantenersi innocente non fa nulla, è colpevole
Per superare la negatività occorre assumerla.
Rapporto tra etica e amore.
Gesù ha fatto proprio questo:
In questo saggio il problema della scissione e dell’unificazione si configura
anche come il rapporto tra etica ed amore:
-
nell’amore si risolvono le opposizioni
antitesi tra legge ed inclinazione tra i doveri molteplici e talvolta
contrastanti, queste avvengono al di la della separazione e del
recupero dell’unità della vita.
2) riunificazione: sono opposti proprio perché sono relati tra loro, si
riunificato in quanto nessuno dei due può sussistere senza l’altro.
Ogni separazione si trasforma in opposizione, e l’opposizione diventa
duplice nella relazione:
- ogni termine ha una auto-opposizione perché cerca di riunirsi con
l’altro
- cerca di eliminare l’auto-opposizione
La vita ritrova l’amore nella vita. Tra amore e vita c’è esatta
corrispondenza:
- l’amore è un atteggiamento che penetra nell’unità della vita,
- la vita è l’unità in cui sono presenti le opposizioni in virtù dell’amore
La riunificazione avviene quando ognuno dei termini riconquista l’identità
con se stesso:
Comuni all’amore ed alla vita sono entrambe le determinazioni in base alle
quali qualifica le due cose:
- illimitatezza
- unità
Nella sintesi dialettica o termini prima separati perdono il loro isolamento:
non sono certo annullati. Sono momenti dell’unità, che li risolve in sé
stessa.
L’amore è illimitato in quanto annulla ogni limite e ricomprende tutte le
antitesi risolvendole
La vita è unione tra finito ed infinito, mediazione tra i due, che li
manifesta come determinazioni che si risolvono di volta in volta nel
processo infinito.
La vita è anch’essa illimitata perché comprende nel proprio ambito
qualsiasi determinazione particolare, e include ogni diferenza.
È la religione, che in questo saggio permette l’unificazione, poiché
l’amore può penetrare il carattere divino della vita
La legge intrinseca del processo vitale è apparsa anche come destino, ed è
“la coscienza di sé stesso…come parte di un tutto”.
La dialettica Hegeliana nasce nei rapporti tra i termini:
- amore
- vita
- destino
7) NOTA BENE
Il processo dialettico è un processo di risoluzione delle antitesi mediante
la riunificazione degli opposti.
L’eliminazione della scissione non avviene annullando i termini, ma
riconducendoli ad una superiore unità:
- fondamento sia dei termini che dell’unità stessa
Due momenti fondamentali:
1) separazione: due termini si fanno opposti,
b. Frammento di sistema
In questo scritto Hegel riprende i temi trattati nello spirito del Cristianesimo
e il suo destino:
- cerca di capire come si strutturi la vita nella totalità
La vita non può soltanto porsi come unificazione e relazione (come lo era
l’amore), deve anche essere opposizione:
- le molteplici determinazioni individuali sono elementi finiti ed
isolati,in contrapposizione con la vita stessa
- questa molteplicità però è costituita da elementi che tendono ad
unificarsi in vista dell’unità, che è la vita.
Questa unificazione tra molteplicità ed unità:
- vita come spirito
- poiché “lo spirito è la vivente unità del molteplice”
La vita come processo infinito è l’unione dell’unione e della non
unione”:
- identità tra le connessioni della vita e le sue manifestazioni, identità
di relazioni
- contrapporsi di queste relazioni alla vita e dei viventi tra loro.
La vita:
- contiene antitesi e sintesi
- è coincidenza di finito ed infinito
Questa coincidenza tra infinito e finito, si può cogliere soltanto
oltrepassando i limiti della riflessione che vede gli individui come totalmente
separati.
Riflessione o intelletto : facoltà che divide, fissa i momenti della totalità
senza cogliere le intime relazioni
Un organo che consenta di unificare il molteplice per riunirlo nell’unità
infinita è ancora la religione:
- consente “l’elevazione da vita finita a vita infinita”
Dichiara di essere partito dai problemi più subordinati degli uomini:
- a Francoforte, partendo dalla politica e dalla religione, si era
occupato di scissioni e divisioni del mondo post-pagano
- dopo queste analisi, voleva giungere alla costituzione di un proprio
sistema riflettendovi tutti gli ideali giovanili.
- Ora si chiede: come è possibile riportare il sistema nella vita degli
uomini?
L’ideale della vita giovanile di Hegel è come poter ricomporre la scissione
generata dopo il cristianesimo?
Nel periodo di Francoforte il problema sembrava poter essere risolto per
via religiosa. A Jena attribuirà il compito di ricomporre le scissioni alla sola
filosofia.
Per Hegel vi sono diversi significati per la parola riflessa:
- riflessione che unifica e divide
- lo sprofondare in se stessi per ricomporre un sistema
b. differenza tra sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling
-
in seguito, nella riflessione dei Jena, la religione sarà sostituita con
la ragione speculativa, analoga all’amore
Sotto diversi aspetti la dialettica si propone come:
- struttura metafisica: scissione e unificazione
- struttura logica: canale attraverso cui penetrare la vita.
4. il periodo di Jena (1800-1807)
La filosofia schellinghiana, du cui Hegel è seguace e difensore differisce
da quella di Fichte, come da quelle di kant e Jacobi, che sono considerate
filosofie della riflessione.
Fiche, come Kant e Jacobi, propongono un a filosofia della finitudine,
prigioniera del rapporto tra finito ed infinito.
Per Hegel, Schelling aveva superato la filosofia del finito:
- aveva definito una filosofia dell’infinito
- non riuscì a tenere conto dei finiti
a. introduzione
Ora Hegel parla di assoluto, prima lo aveva definito destino, totalità, ecc..
Il soggiorno a Jena è per Hegel decisivo: entrare nella più famosa
università del tempo significava crearsi un proprio sistema filosofico e
confrontarlo con i colleghi.
Nella lettera a Schelling del 2 novembre 1800:
- Hegel fa il punto della sua situazione teoretica
- Ripercorre la strada che già aveva intrapreso
- Progetti per il futuro
Sicuramente il bisogno della filosofia nasce dalla scissione ma la filosofia
non può rimanere in essa se ha come tema la ricerca dell’assoluto, che
abbraccia tutte le opposizioni.
L’intelletto:
- organo della riflessione che limita ed isola i singoli aspetti della
cultura e della realtà
-
per quanto si estenda ad una infinità di oggetti non riuscirà mai a
soddisfare la ragione e la sua ricerca di assoluto
La ragione:
- si oppone alle opposizioni rigide
- non si oppone assolutamente all’Opposizione in quanto tale: la
l’opposizione e la scissione sono fattori della vita: la vera totalità ha
in seno le divisioni
- opposizione e scissione non vanno eliminate, ma ricondotte da
assolute a relative
- scissione e opposizione relative condizionano l’assoluto, ma non lo
compromettono
Quando si pone una entità A, si nega nel frattempo B (omnis determinatio
est negatio):
- quando l’intelletto pone qualcosa, ne nega un’altra
- la sua posizione è al contempo negazione, non posizione
L’intelletto non può quindi porre l’assoluto, poiché nel frattempo lo finirebbe
e lo negherebbe.
La ragione come rapporto con l’assoluto:
- distrugge l’intelletto con i suoi oggetti finiti, poiché li mette in
relazione con l’assoluto
Vi sono due posizioni da evitare:
- quella analitica: oppone e nega senza unificare
- quella romantica: unifica intuitivamente senza diversificare.
È necessaria una sintesi che sappia unificare mantenendo le distinzioni.
L’assoluto è attività sistematica in cui hanno uguale rilievo:
- negazione
- unificazione
a) l’intelletto e la riflessione: si attengono al principio di
identità puro e formale
b) la ragione e l’assoluto: mantengono l’unione di identità ed
opposizione
Il principio di identità è vittima di un singolare contrappasso:
- una identità, per essere pura, deve essere astratta da tutte le
determinatezze (per avere due identici non devono avere nessuna
delle qualità differenti)
- così però si riduce un oggetto ad un oggetto vuoto ( ci si avvicina
al semplice concetto)
- tuttavia, per essere identità deve conservare delle determinatezze
ben precise (i due identici devono differenziarsi dagli altri enti,
altrimenti si verificherebbe la situazione totalità=totalità=nulla)
- poiché ogni determinazione è negazione, l’identità non può
esistere di per sé, esiste solo in quanto gli identici si differenziano
da altri enti
- c’è identità solo se c’è relazione
- proprio nel tentativo di fuga dell’intelletto dalla contraddizione vi è
la contraddizione stessa,
Proprio in questa filosofia in cui l’assoluto è unità di soggetto e oggetto
Hegel vede un’alternativa alle filosofie della riflessione, che
assolutizzavano la soggettività.
La soggettività è il principio che il cristianesimo e l’età moderna
portarono alla filosofia rispetto agli antichi:
- occorre conoscere la scissione, poiché questa educa
- ma Hegel vuole poterla superare
Da queste considerazioni si differenzia da Kant e Fiche:
1) Kant
L’assoluto è:
“identità dell’identità e della non identità”
1) Identità: ‘assoluto, l’infinito, la totalità, l’identico. È il punto di vista di
tutte le relazioni.
2) Identità e non identità: sono le parti, che affermano sia cosa c’è che
cosa non c’è, le distinzioni o meno.
Il principio dell’idealismo, la identità di soggetto e oggetto era già presente
nella deduzione trascendentale di Kant.
Ma Kant è subito infedele a questo principio:
- le forme a priori sono soggettive
- la cosa in sé non è conoscibile
Hegel lo criticherà dicendo che “per conoscere i limiti occorre averli
superati”.
La sintesi di Fichte non è pura identità io=io:
- è Io deve essere io
- sintesi nel regno del dover essere
2) Fichte
Da Fichte Hegel prende senza ombra di dubbio il sistema triadico della
dialettica.
Lo schema della sintesi degli opposti in Fichte si trova nella “dottrina della
scienza”:
- l’io infinito pone come termini distinti l’io e il non io
- questi termini distinti e limitanti tra loro lo pone come opposti
- l’opposizione è risolta in virtù della reciproca determinazione dei
due termini
La sintesi presuppone una antitesi, la quale presuppone una tesi che è
l’atto di assoluta posizione dell’Io infinito.
Ognuno dei tre momenti di Fichte ha un principio:
1. identità
2. opposizione
3. limitazione reciproca (relazione), da cui scaturisce la sintesi
Hegel pone sullo stesso piano principio di identità e principio di
opposizione:
- l’identità in relazione all’opposizione possono costituire il
fondamento della filosofia
- il sistema triadico non può più muovere come un processo deduttivo
a partire dall’identità dell’io con sé stesso
Fichte aveva posto l’assoluto come soggettiva infinità, che sarebbe
dunque anche il punto precedente all’opposizione:
- Hegel obbietta che riduce l’assoluto ad un’entità soggettiva di
soggetto e oggetto
- Assolutezza unilateralmente uno dei due termini del conoscere
Inoltre:
- se l’infinito si pone all’inizio del processo dialettico non è più
recuperabile per giungere ad una sintesi
- la sintesi della dialettica fichtiana è soltanto un postulato,
l’opposizione non viene eliminata
Hegel definisce questa soluzione cattiva infinità, impossibilità di risolvere
un’antitesi che si vuole eliminare
A ciò contrappone la vera infinità:
- ogni manifestazione finita implica una negazione
- sia nel rapporto con gli altri enti
- sia nel rapporto con l’unità
La negazione di tale manifestazione è un’uscita dall’isolamento, un
mettersi in relazione:
- per questo è negazione della negazione o affermazione
salvaguarda sia la negazione finita che l’appartenenza alla totalità
L’infinità appare quindi come un movimento di risoluzione di antitesi,
legato alle determinazioni finite della realtà
3) Schelling
Hegel sembra pensare che questa sia anche la posizione di Schelling:
- filosofia dell’identità in cui il soggetto e l’oggetto sono uniti e non
assolutizzati parzialmente
Presto però criticherà l’assoluto schellinghiano, individuandone una unità
indifferenziata che annulla ogni limitazione e distinzione.
Non sarà più l’arte lo strumento della conoscenza, ma la ragione
speculativa.
Per conoscere un elemento dello spirito è necessaria una mediazione che
lo riconduca alla Totalità organica
c. come nasce l’idea di “fenomenologia dello spirito”
Per capire come nasce l’idea di “fenomenologia dello spirito” occorre
vedere cosa faceva Hegel nei suoi corsi universitari a Jena
Nel II paragrafo della Diffrence afferma che il bisogno della filosofia sorge
quando:
- svanisce la potenza dell’unificazione
- le opposizioni perdono il loro rapporto e diventano indipendenti
L’inizio della filosofia: con lo sguardo sulla scissione
Il compito della filosofia: ricomporre la totalità, l’assoluto
Per ricostruire la relazione vitale è necessario un sistema organico che
deve essere ordinato:
- non dall’intelletto (che distingue, separa)
- ma dalla ragione
Il finito deve essere unificato e sollevato all’infinito, in tal modo si
acquisisce il sistema della ragione.
Poiché la filosofia è Scienza della verità, il suo oggetto dovrà essere il
conoscere infinito:
- conoscenza dell’assoluto
Si contrappongono dunque speculazione e riflessione:
- speculazione: conoscere l’infinito mediante la ragione
- riflessione: conoscenza del finito attraverso l’intelletto
GLI STRAVOLGIMENTI
Negli sviluppi del sistema i rapporti tra logica e metafisica mutano:
- la logica è assimilata alla filosofia speculativa, cessa di essere
strumento propedeutico
- nasce il problema di come introdurre al sapere speculativo e al
sistema
L’accesso alla speculazione attraverso la nientificazione dei finiti è
sostituita da:
- iter fenomenologico della conoscenza
- la funzione introduttiva sarà svolta dalla “scienza dell’esperienza e
della conoscenza”
più in generale, in una visuale più ampia dalla “fenomenologia dello
spirito”
Hegel riuscirà a costituire l’assoluto per la coscienza:
- da questo stravolgimento nel 1807 nascerà la fenomenologia dello
spirito
CONSIDERAZIONI
A Jena Hegel è già ben padrone di quasi tutti i suoi strumenti logici:
Hegel struttura i suoi corsi universitari analizzando il passaggio tra finito
ed infinito. Nel corso del 1802 struttura le lezioni in:
- logica: sistema reflexionis (regno dell’intelletto)
- metafisica: sistema rationis (ragione o speculazione)
La logica deve rendere nulla la finitezza:
- le cose sono riferite l’una all’altra, relate tra loro
La logica di Jena introduce alla filosofia speculativa:
- questa tematizza la reciproca relazione tra i finiti,
Questa logica è il trampolino di lancio per la metafisica:
- questo passaggio teoretico corrisponde a sollevare gli uomini dalla
vita finita alla vita infinita
-
conosce i limiti dell’intelletto e le contraddizioni a cui questo
conduce
concepisce il pensiero come verità vivente, in moto
il pensare è distinguere ed opporre, ma anche unificare
Per unificare, gli elementi del pensiero devono compenetrarsi tra
loro
5. La realtà come spirito
Prima di continuare l’analisi dell’opera Hegeliana è utle precisare alcune
grandi tematiche.
Per Hegel la realtà ed il vero non sono sostanza, ma soggetti, ovvero
pensiero e spirito.
Questa affermazione è stata:
-
preannunciata dal cristianesimo
divenuta caratteristica dei tempi moderni
realizzata pienamente da Kant
a. il cristianesimo
Dalla bella eticità greca si aveva la nozione di sostanza:
- il tutto precede e vivifica le parti.
Socrate viene quindi definito nelle “Lezioni di storia della filosofia” un eroe
tragico perché è a metà tra due epoche:
- quella in cui il tutto viene prima della parte
- quella in cui si da importanza al soggetto, in cui si rivaluta l’individuo
Con il cristianesimo viene portata ai greci una novità assoluta:
- l’infinita individualità che fa dell’individuo l’elemento centrale del
pensiero
La sostanza è l’oggetto in cui noi siamo inseriti:
- la soggettività non deve trascurare l’individualità.
Con la riforma protestante si giunge ad un passo ulteriore:
- la coscienza è ciò che si differenzia da sé stessa quando si
rapporta all’altro.
La coscienza:
- per i greci: è fare parte di un tutto
- per il Nuovo testamento: è un elemento della separatezza, in cui il
soggetto prevale sulla sostanza
Nel cristianesimo è presente la sostanza, è composta da tre entità
unificate:
- con Gesù la sostanza si scinde per poi ricongiungersi.
b. Spinoza
Si sofferma al par 51 dei Principia philosophiae di Cartesio in cui vi è la
definizione di sostanza:
- ciò che non necessita di altro a cui inerire
Per Cartesio la Res (sostanza) è innanzittutto quella divina:
- poi ci sono quelle terrene , res cogitans, res extensa.
Spinoza mette in luce la contraddizione di questa pluralità di sostanze:
- o solo Dio è sostanza
- o si cambia definizione di sostanza
Secondo la definizione di sostanza, solamente Dio non necessita alcuna
inerenza con altri enti:
- la Sostanza è Dio
- se Dio è natura, tutto è in lui
In Spinoza, Hegel vede un modo corretto di rapportarsi tra finito e infinito.
Ne individua meriti e limiti:
- meriti: aver pensato in modo rigoroso l’assoluto, non lasciando
nulla al di fuori di esso
- limiti: aver pensato l’assoluto in maniera naturalista, lasciando fuori
lo spirito
c. Kant
Con la rivoluzione copernicana, Kant Sottolinea che è necessario che
esista un io affinché le cose vengano percepite:
- per l’esperienza è necessaria l’attività sintetica dell’Io penso
Hegel riconosce l’importanza Kantiana della scoperta dell’io penso, che
riabilita e da importanza ai fenomeni.
Tuttavia sottolinea come l’inapplicabilità della conoscenza alla cosa in sé
riproduce il dualismo scollegato tra finito ed infinito:
- Kant si lascia sfuggire l’assoluto e la cosa in sé, configurando una
filosofia della riflessione.
- In questo modo non può unificare la realtà
Soltanto la Ragione comprendendo l’Intelletto può giungere ad una
conoscenza dell’assoluto, può elevarsi alla dimensione speculativa:
- dire che la Sostanza è Soggetto significa dire che è attiva,
automovimento.
d. Fichte
Lo Streben dell’Io fichtiano si era portato verso l’unificazione di soggetto
ed oggetto, mettendo in luce le contraddizioni dell’eliminazione della cosa
in sé operata da Kant.
L’Io fichtiano:
- pone sé stesso perchè è pura attività autoponente
- oppone inconsciamente a sé il non-io
Il non-io di fichte è un limite, che egli cerca di superare dinamicamente:
- il superamento non giunge mai a compimento poiché il limite
viene sempre rimandato all’infinito
Per Hegel, l’infinito fichtiano è un cattivo infinito, poiché l’essere e il dover
essere si rincorrono senza giungere mai alla stabilità
Fichte rimane in antitesi tra:
- io e non-io
- finito e infinito
- soggetto e oggetto
Questa antitesi che non permette il superamento della scissione andrebbe
superata.
Il finito è un’entità astratta, nel senso che non esiste preso al di fuori
dell’infinito:
- il principio base che regola l’infinito in filosofia è che nulla sia al di
fuori di esso.
- Nello Spirito Hegeliano principio e fine coincidono in maniera
dinamica, poiché il particolare è sempre risolto nell’universale.
Hegel rovescia il senso comune:
- il finito e determinato è in realtà l’entità più astratta se la si vuol
cogliere al di fuori delle relazioni con l’universale
- l’assoluto è il massimamente concreto, perché non è fuori o
sciolto dal finito, ma la trama di relazioni in cui si risolvono tutti i
finiti.
È la relazione che fa essere e rende identici a sé.
Lo Spirito Hegeliano è un’uguaglianza che continuamente si genera
(identità dell’identità e della non identità):
- è l’unità costituita dal molteplice
e. Schelling
Un tentativo di superare queste scissioni è fatto in misura maggiore da
Schelling:
- filosofia dell’identità di soggetto e oggetto, che presuppone però
l’assoluto unificato
- l’unità originaria di Io e non-io è per Hegel problematica perchè
non giustificava i suoi contenuti, ma li presupponeva
- L’infinito di Schelling, finisce per comprendere in maniera vacua i
determinati che risiedono in esso in maniera statica
f.
Hegel
Per Hegel lo spirito è un risultato:
- si genera quando genera le proprie determinazioni, e le risolve
pienamente .
- lo spirito è infinito, ma un infinito dinamico, che si produce e si
attua continuamente
Lo Spirito hegeliano (leggi infinito) è il positivo che si attua negando la
negazione che è propria di ogni determinazione:
- è il superamento sempre realizzatesi del finito
La quiete è solo l’intero del movimento:
- se nell’infinito non vi fosse movimento si darebbe una quiete
solamente di morte.
Il particolare esige l’universale, e viceversa:
- ogni momento del reale (quindi particolare) è necessario
all’assoluto, poiché questo si costituisce in ogni istante
nuovamente grazie al dinamismo del particolare
Nell’assoluto Hegeliano si prende continuamente all’ stesso tempo sia il
lato naturale che quello storico.
Il divenire è necessario all’assoluto:
- il reale è un processo che si autocrea, arricchendosi via via fino a
giungere al compimento finale.
Il movimento e lo sviluppo dello spirito è il movimento del riflettersi in sé, in
una circolarità che comprende i tre momenti:
1. essere in sé: il seme è in sé la pianta
2. essere altro fuori da sé: esso deve uscire da sé per poter
diventare pianta
3. il ritorno a sé o essere in sé e per sé: quando il processo si
conclude il seme si risolve nella pianta in sé.
-
in realtà Hegel non voleva appiattire il razionale sopra il reale
creando la fissità concettuale quindi reale
Hegel voleva are uno strumento concettuale per comprendere
cosa nella storia e nella natura è significativo e cosa è
contingente..
-
dio è reale
-
l’esistenza è spesso manifestazione, fenomeno, solamente in
parte realtà.
Questo ciclo triadico viene usato da Hegel anche per spiegare le realtà
storiche:
- usa concetti di atto, potenza, telos.
I tre momenti permettono a Hegel di articolare il suo sistema dell’assoluto
in tre momenti:
- Idea
- Natura
- Spirito
E la sua filosofia in:
- logica
- filosofia della natura
- filosofia dello spirito.
La razionalità dell’universo non sarebbe tale se non riuscisse a
conoscersi, soprattutto attraverso la natura e la storia.
L’idea si fa oggetto alienandosi da sé, per poi ritornare in sé e per sé,
superando l’alienazione
Sviluppo dello spirito
Assoluto
= idea
Idea in sé
Idea fuori di sé
Idea in sé e per sé
(ritorna a sé)
Affermando l’identità di reale e razionale Hegel mira a due scopi:
1. negare che gli ideali siano semplici chimere e la filosofia sia tale
2. gli ideali sono troppo alti per avere realtà o qualcosa di troppo
inerte per ottenerla
Sistema
dell’assoluto
Logos
Natura
Spirito
La natura e la storia hanno invece il fine di giungere a conoscere la
razionalità dell’universo.
filosofia
6. La dialettica
Logica
filosofia della
natura
Filosofia dello
spirito
Nella “Filosofia del Diritto”, Hegel farà l’affermazione cardine dell’idealismo:
- “ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”
Significa che l’idea non è separabile dal reale, ma il reale e l’effettuale sono
lo stesso svilupparsi dell’Idea, e vice versa.
Vengono quindi a coincidere essere e dover essere:
- ciò che è, è ciò che doveva essere, perché momento necessario
dello sviluppo dell’Idea
L’affermazione precedente è stata criticata per esser una giustificazione
allo status quo soprattutto a livello sociale:
a. Premessa
La Dialettica è la il nucleo fondamentale del pensiero di Hegel:
- sempre presente
- esplicata una volta sola nei paragrafi da 19 a 82 dell’Enciclopedia
delle scienze
Il fine di Hegel è conoscere l’assoluto, oltrepassando i limiti dell’intelletto.
A questo proposito critica:
- Kant: insieme ai rispettivi filosofi del finito, poiché di fronte
all’incertezza si sono rinchiusi nell’isola dell’esperienza
- I romantici: tentano di cogliere l’infinito senza mediazioni, con
l’intuizione
Per Hegel l’Assoluto si deve cogliere con metodo scientifico, e questo
metodo scientifico lo individua nella dialettica.
Fa notare, inoltre come altri filosofi antichi abbiano già praticato questo
metodo.
b. Eraclito
Hegel ammette nella Logica di non avere aggiunto nulla a ciò che aveva
risposto Eraclito alla domanda su cosa sia, quale sia l’identità del diverso?:
c. Zenone
Secondo Aristotele Zenone fu il primo ad utilizzare il metodo dialettico:
- esercita l’arte della dialettica mediante la confutazione (elenchos)
degli avversari con la teoria della riduzione all’assurdo.
1) Dialettica come dia-legein, il dialogo socratico.
2) Dialoghi medi
Nella Repubblica, la dialettica diventa la ricerca del principio non
ipotetico:
- l’uomo dialettico (il filosofo), segue la linea quadripartita,
andando verso il sophos, mediante la dialettica, che è la
filosofia, la scienza delle idee extrasensoriali.
Congettur
Credenza
a
(pistis)
(eikasia)
doxa
Regno del visibile e
del divenire
immagini
In realtà utilizzerà un altro metodo nelle tesi contro il movimento, che sarà
ripreso da Kant nella trattazione della cosmologia razionale nella Critica
della ragion pura:
- le antinomie: partendo da una tesi dimostra come si possa
giungere a due soluzioni antitetiche, tra cui non è possibile
scegliere quale sia quella vera, perché lo sono entrambi. Dunque è
contraddittoria l’ipotesi di partenza
Per Hegel, in queste antinomie Kant Ha raggiunto il punto più alto della sua
riflessione filosofica, ma poi si è arrestato di fronte all’oceano:
- per Hegel la contraddittorietà della ragione sarà indice di
verità
d. Platone
Solamente in Platone per la prima volta la Filosofia si identifica con la
dialettica.
cose
Raziocinio
Intellezione
(dianoia)
(noesis)
matematica
Dialettica
Scienza (episteme)
Regno dell’intelligibile
Essere
Enti
idee
matematici
BENE
Ordine
Ordine
soggetti
oggettiv
vo
o
(conosc
(essere)
ere)
Eraclito aveva teorizzato l’armonia degli opposti:
- l’identità di due oggetti contrari è data dal loro stesso essere
contrari
- è l’opposizione all’uno che da senso all’altro in quanto tale (arco e
lira, caldo e freddo, vita e morte)
- l’identità è data dalla relazione: è la contesa tra i due opposti che da
la l’unione
- L’armonia eraclitea è rappresentata dalla stessa contesa,
opposizione, relazione
In Platone troviamo tuttavia quattro diversi significati di Dialettica:
Nel Fedro si la dialettica è costituita da due movimenti logici opposti,
diairesis e synagoghé:
- particolarizzazione: divisione, si giunge al particolare
seguendo le differenze interne ai vari generi
- universalizzazione: movimento di unificazione, che giunge
dal particolare all’universale, dalle cose sensibili alle idee
(specie)
3) Parmenide
Questo è il punto più importante per Hegel:
- il momento in cui si ha una cosa che si rovescia nel suo
contrario, che corrisponde al movimento della dialettica
hegeliana.
4) Fedro e Sofista
g) Kant
Nel Fedro e nel Sofista la dialettica diventa la scienza delle relazioni
possibili, si assiste alla distinzione tra:
- ESSERE COPULATIVO
- ESSERE ESITENTIVO
Questo è il parricidio, che distingue le predicazioni da esistentive a relative:
- teorizza la comunanza di essere e non essere
- il non essere serve dunque per differenziare, indicare l’alterità
rispetto a altre cose.
Nello scema parmenideo, sarebbero possibili solamente discorsi con delle
tautologie.
Hegel vede in Platone un limite:
- l legame tra essere e nn essere rimne esterno, estrinseco
- Hegel porrà questo legame intrinseco all’essere, immanente,
in virtù del quale vi sarà l’automivimento dei concetti e del
reale.
e. Aristotele
In Aristotele la dialettica non si identifica con la filosofia ma è lo studio dei
ragionamento probabili. Da Aristotele hegel trarrà la dottrina della potenza,
dell’atto e del divenire
f) Movimento Neoplatonico
In Kant la dialettica è presente nella dottrina delle antinomie: la
ragione procede naturalmente nella formazione di tesi in contrasto tra loro
(Ovvero l’intelletto si sviluppa con l’opposizione e la negazione).
Kant secondo Hegel non ha sviluppato questa prospettiva, credendo che
l’antinomia sia un esito contraddittorio della ragione, da cui bisogna
allontanarsi.
La scienza per Hegel e per l’idealismo si presenta come la conoscenza
del processo in cui sono tolte tutte le contraddizioni che debbono
essere tolte. E’ il processo dell’Io, della realtà autocosciente
h) Fichte
In Fichte la contraddizione originaria è l’opposizione assoluta di Io e
non io. Togliere la contraddizione è posizione di sintesi tra opposti,
posizione di una relazione che tolga l’opposizione assoluta.
Questa opposizione è però per Fichte insuperabile. Essa non è infatti tolta
ma rimandata all’infinito, così che la sintesi si identifica in un processo
infinito di sintesi.
Ogni sintesi è uno stadio dello sviluppo infinito in cui l’Io cerca di
liberarsi dalla contraddizione originaria che però sempre si
ripresenta.
i) Schelling
Hegel incontra nel Movimento Neoplatonico una dottrina in cui l’intera
realtà è vista come processo.
In Schelling la cosa in se resta assolutamente eliminata e gli opposti
non sono assolutamente opposti, ma sono entrambi attività dell’Io.
In Plotino vi è la relazione tra tutti i momenti e aspetti della realtà finita con
il movimento di elevazione e risoluzione del finito nell’infinito
La contraddizione sorge quando si considerano gli opposti come
assoluti, e quindi la loro opposizione la si ritiene assoluta.
In Proclo Hegel coglierà l’articolazione triadica (Circolo
manenza/processione/ritorno). Manenza è il rimanere in sé del principio,
processione è uscire dal principio e ritorno è il ricongiungersi con esso.
Per Fiche bisogna unire ciò che è originariamente separato.
In Schelling l’opposizione assoluta tenta di separare ciò che è
originariamente unito nell’Io.
Anche la riflessione cristiana: processo interno uni/triadico della divinità
l) Hegel
Il movimento dialettico di Hegel viene volgarmente indicato con TesiAntitesi-Sintesi. Hegel usa però un linguaggio più articolato e complesso,
per cui seguiremo la sua distinzione nei tre momenti:
a. Primo momento, lato astratto o intellettivo
b. Secondo momento, lato dialettico in senso stretto o
negativamente razionale
c. Terzo momento, lato speculativo o positivamente razionale
L’insieme dei tre momenti è chiamato da Hegel “das Logische”, il logico o
logicità.
solo se esse sono tolte del loro isolamento e vengono concepite nella loro
unità e relazione.
La risoluzione è data dal sollevamento dell' isolamento, ossia dal
toglimento dell'assolutezza dell' opposizione.
Il risultato definitivo è ciò che resta tolto nel carattere positivo e
affermativo della razionalità, nell'unità degli opposti;
1) Secondo Hegel ogni determinazione dell’idea si presenta
nell’essere separata ed opposta alle altre determinazioni.
Il momento speculativo è quindi un "superare" nel senso che è ad un
tempo un "togliere e conservare".
Essa è allo stesso tempo qualcosa di limitato ed astratto che si presenta
però come qualcosa di assoluto che è indipendente dalle altre.
Il terzo momento toglie l'assolutezza dell'opposizione e quindi la
supera.
A questo processo che separa e isola Hegel da il nome di “intelletto”.
Alcune precisazioni
Per esempio, l’intelletto divide il significato “vita” da tutte le altre
determinazioni, e quindi anche dal significato “morte”, considera qualsiasi
determinato come qualcosa che per costituirsi non ha bisogno di niente
oltre che di se.
1. Rispetto al movimento separatore dell’intelletto che veniva usato nella
logica classica del PDNC, Hegel supera questa interpretazione,
utilizzando la speculazione: una determinazione è identica a sé e
differente dall’opposto soltanto se possiede in un’unità l’opposto.
2) “Momento dialettico” o “negativo razionale”
Ogni determinazione dell’intelletto, ci mostra Hegel, si sopprime e diventa
così il proprio opposto. La vita isolata dalla morte diventa essa stessa
morte, come il Bene isolato dal Male diventa esso stesso Male.
L’isolamento delle determinazioni è isolamento di un opposto dal proprio
opposto. Ogni determinazione intellettuale è così un contraddirsi, in quanto
essa viene a presentarsi come la sua negazione, rovesciandosi nel suo
contrario.
Questo momento Hegel lo chiama
3) Il momento speculativo
Esso concepisce l 'unità dalle determinazioni nella loro opposizione.
Il terzo momento della "logicità è la "ragione”= unità degli opposti.
Essa significa che la contraddizione delle determinazioni intellettuali è tolta
2. Questo può suggerire l'idea che con la dottrina dialettica Hegel abbia
voluto esprimere lo sviluppo del pensiero umano.
Ciò è anche vero, ma l’idealismo si muove all'interno dell'endiadi
essere/pensiero, per cui il movimento del pensiero è nello stesso tempo
movimento della realtà .
Lo sviluppo dialettico del pensiero e quello della realtà sono un unico
sviluppo: il momento dialettico è quello della cosa stessa, movimento
oggettivo e non soggettivo.
3. Bisogna escludere che il processo dialettico si svolga come un divenire
indefinito.
Hegel si accosta alla concezione aristotelica del divenire, guidato da un
telos. Il fine è immanente fin dall'inizio del processo e lo indirizza al
compimento.
Vi è qui sotterraneo un modello biologico, che richiama la necessità di
sviluppo di un organismo vivente, necessità che garantisce la
scientificità della filosofia.
4. Occorre poi eliminare la supposizione che la dialettica abbia soltanto un
risultato negativo. In realtà la negazione dialettica non è mai assoluta.
E’ sempre la negazione di un limite che provoca il superamento di esso
conservandone e attuandone gli aspetti positivi.
La negazione dialettica è sempre negazione determinata in funzione di
un'affermazione più alta
5. se l’intelletto segue la logica dell’identità, non si vedono le opposizioni,
tutto è statico.
Per questo la ragione ha duplice compito:
- NEGATIVO di recuperare lo scetticismo(alleato della filosofia)
contro le fissità,
- POSITIVO mostrare l’unità degli opposti, di come ogni ente è
costituito dal rapporto con le altre cose che esso non è.
Infatti nulla è soltanto essere, altrimenti non sarebbe nulla di determinato.
Un positivo ha in se stesso il negativo corrispondente:
- ognuno è definito dal suo non essere altro, ma nello stesso
tempo è quello che è solo in relazione con l'altro (bene/vizio,
vita/morte)
Differenza tra "opposizione reale" di Kant e "opposizione immanente"
in Hegel.
l. L'opposizione reale è contrasto tra due forze contrarie applicate ad
medesimo oggetto. Se le due forze sono di intensità uguale, il risultato è
zero (quiete) e ciò è ben diverso dalla nullità che risulta da una
contraddizione logica (la quale non è reale ma può aversi solo nel
pensiero).
2. quella hegeliana è immanente, nel senso che ogni termine è quel che
è solo in relazione con l'altro, che quindi gli è interno.
Una realtà caratterizzata da un' opposizione i cui termini si implicano
reciprocamente e tuttavia pretendono di essere indipendenti l'un l'altro, è
caratterizzata dalla contraddizione, è destinata a finire (propria del finito).
differenza decisiva tra Aristotele ed Hegel
1. Per Hegel vale il detto spinoziano "omnis determinatio est negatio":ciò
che determina una cosa è ciò che la distingue dalle altre.
L'essenza di una cosa sta tutta nella relazione con il suo opposto.
2. Per Aristotale invece degli enti relativi (padre e figlio), considerati nella
loro relazione, non hanno un'essenza indipendente l'uno dall'altro, ma se
considerati nella loro sostanza (come uomini), sono invece indipendenti.
Hegel dinamizza il concetto di sostanza: non vale la distinzione tra
sostanza e relazione perché l'essenza delle sostanze sta tutta nella
loro relazione.
Riesposizione della dialettica Hegeliana
1) l’intelletto vorrebbe cogliere un finito scisso da altri determinati – ma per
cogliere l’identità c è bisogno della relazione e la differenza con l’altro:le
determinazioni si rovesciano nel loro opposto.
L’identità è data quindi dall’identità con se stessa e dalla sua non
identità: l’intelletto è costretto a far riferimento ad altro da sé.
2)La relazione che dà l’identità potrebbe essere interpretata dall’intelletto
come statica e estrinseca – la ragione gli mostra che prima di essere in
relazione con l’altro non vi era identità: il negativo è anche positivo(il
non è intrinseco all’essere) e ogni cosa è allo stesso tempo sé e il suo
altro e si contraddice.
3)la ragione, dopo il procedimento dialettico, mostra il superamento della
contraddizione in uno stadio positivo del divenire che, mentre toglie gli
opposti, li conserva in un’unità più alta.
A Hegel muoviamo tre obiezioni:
1)pretende di considerare il finito sotto l’opposizione immanente e quindi
della contraddizione. Ma il suo schema si adatta più alla realtà spirituale
umana che non a quella della natura, ove è assente il momento del
riflettersi in se stessi. (‘è attraverso l’uomo che il nulla viene al
mondo’J.P.Sartre)
2) Ammesso che l'opposizione immanente abbia validità solo per la realtà
umana, è proprio vero che in tutti i casi di opposizione immanente si
produce divenire? Non tutte le opposizioni immanenti sono
contraddizioni logiche che danno luogo alla propria distruzione. Non
necessariamente nel rapporto immanente di due innamorati è iscritta la
loro fine. Qui l'opposizione immanente è produzione di vita.
3) Ammesso poi che l'opposizione immanente generi passaggio ad altro e
quindi divenire, non è stabilita necessariamente la direzione e il telos del
divenire stesso, mentre i presupposti indagati del sistema sono quelli del
divenire e del suo necessario compimento.
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
1. premessa
Nei primi anni di Jena Hegel ha ormai portato su un piano teoretico il suo
ideale giovanile:
- ristabilire tra gli uomini la potenza della unificazione (superamento
della scissione)
A questo segue la progettazione di:
- sistema reflexionis et rationis: secondo l’istanza di ristrutturare
speculativamente il sapere mediante la nientificazione del finito
1) La logica è in funzione introduttiva, poiché deve:
- nientificare le forme finite della conoscenza
- introdurre al conoscere infinito (speculazione)
Portare gli uomini al conoscere infinito equivale al “sollevare gli uomini da
vita finita a vita infinita” , che nel frammento di sistema era la religione.
2) La metafisica era la filosofia vera e propria, era funzionale ad elaborare
il sapere speculativo.
Questi rapporti cambieranno presto:
- la logica non è più propedeutica alla metafisica
-
viene incorporata come momento nella speculazione stessa.
Nasce ora il problema di introdurre in altro modo al sapere speculativo
rispetto a come si prevedeva nel sistema del 1801-1803 e messe in atto
nella logica Jenese.
Infine si vedrà come la nientificazione del finito lascerà spazio all’iter
fenomenologico della coscienza
La funzione introduttiva che prima svolgeva la logica sarà svolta:
- prima dalla “scienza dell’esperienza della coscienza”
- poi in una visione più allargata dalla “fenomenologia dello
spirito”.
Il significato dell’impianto filosofico del 1807 dipenderà da questa
trasformazione:
- il sistema Hegeliano sarà quello della fenomenologia dello
spirito
Si noti che Hegel ha già una piena consapevolezza teoretica
dell’impatto decisivo della coscienza:
- essa è quell’entità che quando si rapporta a sé stessa si distingue
in qualcosa di differente da sé
- possiede in sé l’identità e la non identità
- Ha già precostituito in sé stessa il due in uno di Annah Harendt
2. Un colpo d’occhio
Diamo un colpo d’occhio, una visione generale del’opera.
Hegel disse che la filosofia è il rovesciamento della scienza comune.
Il compito della fenomenologia è quello di costruire l’assoluto per la
coscienza e nella coscienza:
- nega e supera le finitezze del sapere empirico
- vuole innalzare la coscienza empirica, attraverso delle mediazioni,
a Spirito e al Sapere assoluto.
La fenomenologia non è propedeutica alla scienza, ma è già scienza:
- l’assoluto c’è già, e noi siamo già all’interno.
La filosofia è coscienza dell’assoluto in due sensi:
a. ha l’assoluto come oggetto
b. l’assoluto è anche oggetto, in quanto è l’Assoluto che vuole
conoscere sé stesso (tramite il filosofo)
-
il suo soggetto (il negativo)
L’Assoluto non è solamente il fine della fenomenologia:
- è anche il motore che eleva la coscienza
Ed il fine è:
- superamento dell’ineguaglianza, che culmina nello Spirito, che è
oggetto di sé stesso, coincide con sé stesso
L’uomo è coinvolto tanto quanto l’assoluto:
- non esiste il finito staccato dall’infinito
- Nell’Assoluto hegeliano il finito, come l’uomo, è parte strutturale
la negazione di una verità, è una negazione determinata:
- viene negato il suo altro, il quale non è pensabile scisso da ciò
che nega.
Nella visione hegeliana:
- l’infinito si fa mediante il finito
- l’Assoluto è l’essere che è rientrato in sé dall’essere altro
Tale movimento dialettico è necessario:
- la coscienza comune non lo sa cogliere, poiché non riesce a
vedere il legame tra le varie figure
- il Filosofo-Spirito sa invece ripercorrere tutto il cammino della
coscienza riconoscendone la necessità dialettica: la
Fenomenologia è dunque scienza dell’esperienza della
coscienza.
La coscienza dovrà quindi ripercorrere la via che ha compiuto l’assoluto per
diventare sé stesso:
- l’assoluto per divenire sé deve alienarsi, riflettersi in sé stesso
(nel II significato, quello di sprofondare in sè)
1) il percorso della coscienza
L’assoluto, poiché è un risultato, per giungere a sé deve attraversare varie
tappe, figure, manifestazioni:
- si arricchisce e si approfondisce via via.
Il percorso storico della coscienza sono figure ideali o momenti di cultura
che lo Spirito ha acquisito:
- l’individuo ripercorre pedagogicamente queste tappe, consuma e
ricorda la sua natura organica
Prima che la coscienza giunga alla consapevolezza di essere sé stessa
Assoluto deve superare dei gradi intermedi:
a. negazione/conservazione dell’altro
prima un contenuto appare assoluto, poi l’esperienza ne coglie
l’inadeguatezza e tiene un nuovo contenuto.
La causa di partenza di questa dialettica fenomenologica sta
nell’ineguaglianza tra:
- coscienza
Esperienza della conoscenza:
- non si intende il puro rapporto gnoseologico tra soggetto e oggetto
- coglie tutti gli aspetti della vita individuale e storica
1. Soggetto e oggetto (coscienza), mutano (fanno esperienza) fino
all’adeguazione.
2. ripercorrono retrospettivamente il cammino necessario della
coscienza (scienza)
Hegel supera la coppia di opposti errore-verità:
- l’errore è un momento del vero
- Il falso nasce quando una parte pretende di erigersi a tutto
La verità non può sussistere senza l’apparenza, perché se la verità è
l’intero e l’apparenza solamente una frazione:
- tuttavia senza una frazione non potrebbe manifestarsi.
2) L’assoluto e il fenomeno
L’assoluto è un fenomeno: un manifestarsi e insieme oltrepassare la
manifestazione:
- Tra fenomeno e cosa in sé non c’è separazione
- Il fenomeno è l’apparire dell’Assoluto
La descrizione dell’intero processo è la scienza dell’esperienza della
coscienza
L’intero processo è il sistema della verità.
Nell’opera si intersecano e si giustappongono due piani:
a. via percorsa dallo spirito per giungere a sé
b. C’è il piano del singolo individuo, che deve ripercorrere la
stessa via dello Spirito e farla propria
3) Riassunto
Gli strumenti dell’opera sono 3:
1. LO Spirito (è il protagonista)
2. le figure fenomenologiche (elementi determinanti dello Spirito)
3. la contraddizione (elemento fondamentale del divenire dello Spirito
e del passaggio tra le figure)
Ogni figura fenomenologica ha il suo destino:
- è relativa e temporale, ma vuole assolutizzarsi
- l’assolutizzazione di un relativo genera una contraddizione che
produce la negazione della figura stessa
- la figura fenomenologica, produce il proprio limite proprio nel
momento in cui si assolutezza
La struttura di questo movimento per contraddizioni è la dialettica:
- regola scientifica per pensare qualcosa in relazione alla totalità
Il superamento è la risoluzione della contraddizione, evento dialettico visto
dalla nuova figura, la quale nasce in seguito alla pretesa di assoluto della
sua altra.
La nuova figura è sia la negazione della vecchia, sia il suo sviluppo
conservante/inverante:
- conoscere il proprio errore è conoscere un’altra verità
3. Struttura dell’opera
È composta da una Introduzione (enleitung), da una prefazione (vorrede) e
da 6 sezioni: Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Spirito, Religione,
Sapere assoluto.
Il modo in cui è stata composta è ancora oggetto di studi. Il primo ad
analizzare fu Haering, che disse che la “Fenomenologia” fu scritta in modo
molto frettoloso:
- Le prime tre sezioni sono nate come Scienza dell’esperienza della
coscienza, come introduzione al sistema
- Le ultime tre sono una vera e propria filosofia dello Spirito, una
parte costitutiva del sistema di Hegel
Occorre aggiungere che:
- La Introduzione era stata scritta prima della stesura, e era relativa
ad una scienza dell’esperienza della coscienza
- La Vorrete invece ad opera conclusa, e si rifà alla Fenomenologia
dello spirito, un risultato maggiore dell’ipotesi di partenza.
Con l’apertura dell’”Hegel-Archiv”, questa tesi di Haering è stata parecchio
criticata, affermando che nn sarebbe stata affatto composta in fretta.
L’opera nn è una vera e propria storia del mondo:
- periodi tralasciato
- riferimenti astratti dal loro contesto per essere piegati alla
necessità teoretica
4. Introduzione (einleitung)
5. Prefazione (vorrede)
Scritta dopo la conclusione dell’opera, segna l’allargamento della “Scienza
dell’esperienza della coscienza” a vera e propria “Fenomenologia dello
Spirito”.
È uso credere che la cosa stessa (Assoluto, oggetto della scienza
filosofica) sia da cercare nel suo fine:
- per Hegel è necessario analizzare anche il modo in cui il fine è
attuato
- L’esperienza della cosa stessa è un processo di formazione
- Anche la cultura, parte dall’immediatezza, giunge al pensiero e
ridiscende alla vita piena
Hegel vuole avvicinare la filosofia alla scienza, cosicché non sia più philo,
ma solamente Sophia
Per Hegel l’età è propizia:
-
solamente nel concetto la verità esaurisce la propria esistenza.
In questo senso (il fine che agisce nell’immediatezza) l’Assoluto è
inquietudine, movimento: urge verso la sistematicità.
Polemizza con i romantici:
- scambiano il Sapere con l’intuizione
- vedono l’assoluto come un fatto emotivo.
- Non si può badare al sentimento, ma alla necessità del sapere.
L’assoluto è spirito e solo ciò che è spirituale è effettuale:
- ogni individuo ha diritto ad avere gli strumenti per accedere
all’assoluto
La filosofia nn è edificazione, il filosofo non è un profeta:
- la scienza moderna ha fatto duri sforzi per riportare il sapere
all’esperienza.
Per percorrere questo cammino la prima tappa è la conoscenza sensibile,
,a in seguito, nella filosofia non ci sono scorciatoie: si dovrà percorrere
tutte le tappe.
Nell’età in cui vive, Hegel vede un’età di trapasso, in cui figura dopo figura
lo spirito avanza:
- aprendo la via della scienza
- seguendo la giusta esigenza della coscienza
Anche la coscienza naturale (INDIVUDUO UNIVERSALE) dovrà essere
seguito in tutte le sue tappe:
- l’individuo deve ripercorrere tutto lo Spirito universale tramite le
tappe già deposte (Bildung, la cultura)
- in ogni individuo è presente un passato inconscio, e ripercorrere la
cultura aiuta a giungere alla consapevolezza.
Chi contrastava questa opinione era come Schelling, che crea un Assoluto
privo di determinatezze, in cui A=A.
Lo stravolgimento proposto da Hegel è dato dal concepire il Vero come
Soggetto, non come sostanza:
- la vera sostanza è il movimento di scissione da sé, per innalzarsi ad
essere un nuovo sé.
- È la riflessione dell’essere altro in sé stesso che è poi ricostituita
come verità
Inutile parlare della vita di Dio come il gioco dell’amore:
- nulla esiste privo del negativo, senza dolori, passioni, travagli.
- L’uguaglianza intatta deve sopportare l’estraniazione e da in sé farsi
per sé.
“Il vero è l’intero. Ma l’intero è solamente l’essenza che si completa
mediante il suo sviluppo. L’Assoluto è un risultato, deve giungere alla fine
ad essere ciò che è in verità. È effettuale e deve divenire sé stesso“.
Il divenire altro dell’immediatezza è la mediazione:
- la riflessione pone l’opposizione che poi verrà conciliata
- nell’immediatezza agisce un fine interiore che esige di essere
spiegato ed attualizzato.
L’individuo deve ripercorrere tutte le tappe dello spirito del mondo, ed in
tal modo la propria coscienza passa dall’in sé al per sé.
È necessario infiltrarsi nella memoria, ed analizzare il noto, poiché in
quanto tale spesso è dato per scontato:
- indagando ogni aspetto, l’intelletto incarna la forza del negativo,
sopporta tutte le abiezioni per giungere allo spirito
- l’intelletto ha la sua forza nel soffermarsi a guardare in faccia il
negativo.
L’intelletto leva i pensieri solidificati e li rende fluidi:
- l’automovenza dei concetti è la peculiarità della scienza
La scienza di cui si occupa l’opera è quella dell’esperienza che fa la
coscienza:
- l’esperienza consiste nel divenire a sé un altro e togliere questo
essere altro
- nel fare esperienza la coscienza avverte l’ineguaglianza tra il
proprio io e il suo oggetto, e questo negativo è ciò che permete
alla coscienza di muoversi e di trascendere sé stessa
- quando l’essere assoluto diventa mediato la fenomenologia si
chiude e si giunge al concetto
Per fare esperienza, la coscienza deve sperimentare il falso, che è tuttavia
un momento del vero.
Quando si è nel vero si è levato il falso e si è trasparenti a sé.
La filosofia ha un carattere scientifico che è profondamente differente da
quello matematico:
- la matematica è estrinseca all’oggetto
- la filosofia sprofonda nel proprio contenuto, è il soggetto che
permea l’oggetto, ed il suo elemento è il processo che analizza i
contenuti.
Il processo è positivo ma racchiude in sé anche il negativo:
- anche ogni momento negativo viene conservato in una sorta di
reminiscenza di sé.
- La verità è movimento di lei in lei stessa
L’intelletto trascura l’intero e non sprofonda nell’oggetto:
- la filosofia ha un metodo scientifico che non può essere separato
dal contenuto.
- Tutto sta nel considerare il negativo di un concetto e
considerarlo come positivo.
ANALISI DELLA PREPOSIZIONE SPECULATIVA.
Per Hegel “Ogni sistema filosofico è vero se comprende in sé il negativo di
ogni positivo”, ovvero che ogni oggetto negativo mettendosi in movimento
riconquista la propria verità.
Critica quindi la proposizione classica, in cui un soggetto è la base fissa su
cui può adattarsi un predicato:
- per Hegel il soggetto è attivo e si sviluppa nei suoi predicati.
- Dicendo “Dio è”, non intende che tra i tanti predicati possibili su Dio
possegga il predicato è, ma che Dio diventa essere.
solo l’intero processo rappresenta la verità.
Nel giudizio speculativo, insomma, il soggetto diventa predicato, il quale
coglie la sua essenza, e al tempo stesso il soggetto perde l’aspetto del
soggetto fissato.
In questo senso è che la scienza esiste nell’automovimento del
concetto.
6. Certezza sensibile
7. Signoria e servitù
LA SCIENZA DELLA LOGICA.
Introduzione alla scienza della logica(1812)
In logica forme contenuto, verità e certezze sono state finora separate, il
pensiero sarebbe un recipiente vuoto da riempire, la cosa rimane un
mero. al . di là del pensiero.
Questa è la coscienza ordinaria ma la filosofia deve rovesciare il torpore
mentale. L'intelletto riflettente s'impadronì della filosofia e si volse contro
la ragione in modo che la verità si ritira nella soggettività e il sapere
tornato ad essere opinione.
Anche se l'intelletto riesce a sorpassare il sensibile deve anche superare
se stesso e mettere le determinazioni in relazione tra loro qui nasce il
contrasto e viene il momento negativo della ragione poi risolto dal
momento positivo. Come deve essere rifondata la scienza della logica?
Nella fenomenologia avanza la coscienza dalla prima immediata
opposizione al sapere assoluto.
Il sapere assoluto è risultato e la verità di tutte le figure della coscienza:
Il giudizio speculativo, a scapito di quelli tradizionali, sovverte la distinzione
tra soggetto e predicato:
- il soggetto si identifica con il predicato, senza divenire però identico
a esso
- la verità però passa attraverso l’intero sistema delle relazioni
tra giudizi speculativi
in esso la certezza è divenuta uguale alla verità. I contenuto della scienza
è questo pensare oggettivo che è l'assoluto Vero.
1.Prefazione alla prima edizione (Norimberga 1812)
Hegel comincia osservando che si è avuta una grande trasformazione nel
pensiero filosofico.
Ciò che un tempo era a Metafisica, ora è stata estirpata alla radice. - Kant
giustificò la rinuncia al sapere speculativo:
- se l'intelletto vuole andare al di là dell'esperienza non metterebbe capo
che al sogni.
- Comunque, un popolo senza metafisica è simile a un tempio ornato ma
privo di santuario La teologia è stata abbassata al culto del sentimenti. Una
volta cacciate le tenebre dello spirito sembra che l'esistere si sia ora
trasmutato nel sereno mondo dei fiori.
dell'in se e per se.
2.Prefazione alla seconda edizione della scienza della logica
(1831)
Le forme del pensiero sono anzitutto esposte e consegnate nel linguaggio
umano.
Ciò che distingue l'uomo dall'animale è il pensiero. La logica è così insita
nell'uomo che la Si può considerare la sua natura.
Il logico è quel soprannaturale che penetra ogni attività umana. Immenso
fu l'apporto di Platone ed Aristotele quando cominciarono a liberare le
forme del pensare dalla materia dell'intuire.
Alla logica non è andata cosi male come alla metafisica:
- Poiché la sua forma e Il suo contenuto sono rimasti invariati nella
tradizione.
Non si è capito ancora che la scienza della logica costituisce la vera
metafisica ossia la pura filosofia speculativa.
Quindi il compito che si assume ora è nuovo e esige benevolenza di
giudizio. Se la filo è scienza, non può prendere a prestito il suo metodo da
scienze subordinate, come la mate •
E' solo la natura del contenuto quella che da sola pone e genera la sua
determinazione. L'intervallo determina e tiene ferme le determinazioni.
La ragione:
è negativa o dialettica perché dissolve in nulla quelle determinazioni.
- E' positiva perché genera l'universale. Nella sua verità è ragione che si
assume sotto di se un particolare dato.
- Questo movimento spirituale è lo sviluppo immanente del concetto, anima
immanente del contenuto stesso.
Nella scienza della logica si volge lo sguardo alle pure essenzialità. La
coscienza si è qui liberata da ogni apparenza ed è diventato puro sapere
Aristotele aveva osservato che gli uomini cominciarono a elevarsi al
sapere filosofico una volta soddisfatti i bisogni ordinari della vita. La
filosofia è quella scienza libera che non viene cercata per un uso, rispetto
alla filosofia, la logica viene considerata, in genere, uno studio di gioventù.
Alcuni (Kant) considerano i pensieri come un mezzo tra noi e le cose
alchè si può obiettare che quelle cose che dovrebbero essere al di là del
pensiero, sono esse stessi enti di ragione (cosa in sé).
In realtà, l'attività che ci intesse tutte le rappresentazioni, tutti gli scopi, tutti
gli interessi, tutte le azioni, opera Inconsciamente, come logica naturale. Il
pensiero così inteso non è mera forma ma il contenuto· ~Qstanzii'lle, il
concetto puro è così il più intimo degli oggetti, la loro pulsazione vitale.
Ecco il compito: portare alla coscienza la natura logica che anima lo
spirito. In questo modo lo spirito raggiunge Il suo scopo, che è quello di
"sapersi". Con l'introduzione nel contenuto logico, non sono le cose, ma
l'essenziale delle cose, il concetto, a divenire oggetto d'analisi. La civetta
filosofica innalza quindi ad etere il lavoro istintuale della talpa della logica
naturale .
LO SPIRITO
Per Hegel è l’idea che dopo essersi estraniata da sé nel mondo
naturale,ritorna a se stessa [movimento dialettico!!].
La sua essenza è la libertà grazie alla quale può astrarre da ogni cosa
esteriore perfino della sua stessa esistenza,può sopportare la negazione
dell’individualità e manifestarsi come spirito nelle sue particolari
determinazioni(rivelazioni).
I gradi attraverso cui lo spirito si sviluppa non rimangono realtà particolari
(come in natura) ma sono compresi nei gradi superiori perché essa è una
continua trasformazione (perfetta circolaritàla realtà si realizza in quanto
deve percorrere ogni momento).
L’Assoluto non è immobile oggettività,ma soggetto che diviene e che alla
fine ha esplicitato ciò che all’inizio era implicito.
Si realizza in 3 momenti principali:
1. SOGGETTIVOdescrive l’essere umano da quando si stacca dalla
natura fino a quando si fa autocoscienza.
2. OGGETTIVO comincia dove finisce quello soggettivo
3. ASSOLUTO i 2 spiriti precedenti sono la via attraverso cui si
elabora
LO SPIRITO OGGETTIVO
1. Il 1° prodotto dello spirito oggettivo è il diritto,che ha realtà solo
nella società nel quale lo spirito è persona costituita
essenzialmente dal possesso di una proprietà.
Qui Hegel critica il diritto naturale e il mito dello stato di natura.
Infatti l’uomo entrando nella società non va incontro ad una
limitazione della propria libertà perché appunto la società,
disciplinando i rapporti con la legge, garantisce il rispetto dei diritti di
tutti.
2. d’accordo con Kant sostiene che il diritto produce una disciplina
nell’individuo imposta dall’esterno,ma la morale attraverso
l’affermazione del dovere vincola l’individuo dall’interno.
3. l’eticità è definita come l’insieme degli istituti in cui l’uomo è
chiamato ad inserirsi;
- famigliaconferisce sostanza etica all’unione dei sensi
- società civiledisciplina il soddisfacimento dei bisogni
individuali
- statoorganismo che consente la realizzazione dei grandi
compiti storici
così facendo l’uomo non va incontro ad uno schiacciamento,ma a
una progressiva libertà.
L’individuo solo nell’eticità concreta, non nella moralità,nella
partecipazione allo spirito collettivo e non al vagheggiamento della
buona intenzione;l’uomo acquista la sua autonomia.
LO SPIRITO ASSOLUTO
Elaborato attraverso la via dello spirito oggettivo e soggettivo, si manifesta
nelle forme dell’arte della filo e della religione che costituiscono quanto di
più alto abbiano prodotto i popoli.
1. nell’arte lo spirito si rivela attraverso le forme sensibili e la si può
considerare mediatrice fra la realtà esterna mutevole ed il pensiero
puro,fra la natura finita e la libertà dello spirito infinito.
Si rivela anche come espressione dell’assoluto,perché rinvia
all’ispirazione dell’artista che è una forza a lui estranea;ricordandoci
sempre che agiscono anche l’intelligenza tecnica e meccanica
dell’artista.
2. religione e filosofia hanno per Hegel lo stesso
contenutol’assoluto colto dalla religione sotto forma di
rappresentazione e dalla filo sotto forma di concetto.
Sia il dio che l’assoluto realizzano l’unione tra finito ed infinito,ma la
filosofia coglie anche il processo finalistico del reale dove il finito è
momento dell’infinito e sua concreta espressione.
La religione ha il merito di aprire davanti all’uomo la via
dell’infinito,mostrando che il finito non è il vero ma solo il trapassare
ad andare oltre se stesso; ma il Dio che in ultimo esegue la
nullificazione del finito non è il Dio della religione, ma quel pensiero
che risolve in sé anche l’opposizione tra Dio e realtà.
LA FILOSOFIA DEL DIRITTO
L’ultimo periodo dell’attività di Hegel incomincia nel 1818 quando va a
Berlino ad insegnare, esercitando una dittatura intellettuale sulla cultura
tedesca; in questo periodo pubblica lineamenti di filo del diritto.
Hegel nutre sospetti nei confronti di chi si oppone allo stato in nome di
astratte idealità,perché per lui l’individuo è un momento che va
oltrepassato perché ha piena esplicazione nella famiglia e nella società
civile.
I movimenti liberali non comprendono l’importanza dello stato e pretendono
di dissolvere la sua plastica costruzione richiamandosi alla pappa del cuore
dell’amicizia e dell’ispirazionea questo proposito afferma ciò che è
razionale è reale,ciò che è reale è razionale,intendendo che la razionalità
non va ricercata nell’astratto, ma nella realtà.
La filosofia arriva sempre troppo a tardi a dire come dovrebbe essere il
mondo perché appare quando il processo di formazione del reale è
concluso.
Queste affermazioni sono state considerate come un tradimento degli ideali
giovanili e una celebrazione dello stato prussiano,ma Hegel non voleva
sostenere che la vita politica attuale era perfettadistingue il reale
dall’esistente, ciò che è razionale non è ciò che è, ma ciò che
dinamicamente si realizza.
La costituzione del comportamento volontario(il passaggio tra lo Spirito
oggettivo e soggettivo) dell’individuo è tale se gli si riconosce un margine di
libertà, e la scelta di un comportamento piuttosto che un altro determina il
valore delle circostanze.
Dato che si nega uno o più possibilità per affermarne un’altrala libertà
ha un momento positivo e uno negativo,ed è contraddittoria perché al tempo
stesso determinata ed indeterminata;i 2 aspetti si fanno correlativi e quindi
la contraddizione è risolta nel concetto di autodeterminazioneuna volontà
che si autodetermina conferma di non essere determinata dall’esterno e di
non potersi non determinare.
Questa è la dimensione dell’individuo che si realizza nei vari gradi dello
spirito soggettivo caratterizzato da sopra individualità(tutta prima della parte)
e dalla storicità(l’assoluto è il risultato)
1.la volontà nella semplice universalità astratta(persona)costituisce la sfera
del diritto astratto,che raggiunge una sfera di propria libertà nella cosa
esterna priva di volontàrapporto di proprietà,quando essa diviene (termine
di reciprocità) nasce l’oggetto di un contratto che mette in relazione persone
diverse.
Nel contratto il diritto affidato all’arbitrio individuale inevitabilmente produce
un torto, la sintesi si ottiene nell’affermazione del diritto contro il
torto,dell’universalità contro la particolarità; la reintegrazione del diritto
richiede la lesione della volontà del delinquente e quindi la pena(diritto vs
torto)prevalere della totalità sui singoli.
Applicando la pena adeguata al delinquente, esso è ‘onorato come essere
razionale’
2.la volontà soggettiva si deve negare perché essa ha verità e realtà solo
in quanto è in sé l’esistenza del volere razionale; ma essa è anche la
moralità, dove la volontà soggettiva è in rapporto con il suo oggetto
esistenzialeil bene che appare sotto l’aspetto dell’obbligazione e del
dovere.
Così sorge la contraddizione tre essere e dover essere Kantiana che pone
nella moralità la suprema espressione della ragione, il dovere di Kant è
nudo e senza contenuto e affidare alla coscienza il fondamento della
moralità sarebbe affidarsi a qualcosa di estremamente fragile.
Dato che volontà soggettiva e bene sono unilaterali la loro verità è l’eticità.
3.l’eticità è il concetto di libertà divenuto esistente,spirito vivente,natura
dell’autocoscienza e coincidenza tra bene soggettivo e oggettivo.si
individua nell’universale concretoche ogni persona riconosce come
propria sostanza.
 La famiglia è il 1° momento della realizzazione dell’eticità,il
matrimonio giustifica le relazioni sessuali ad affettive ed implica la
proprietà comune e l’educazione dei figli, che li porta a divenire
persone autonome, che li prepara al superamento della famiglia
che è destinata a dissolversi con la morte dei coniugi.

La società civile è l’insieme delle famiglie e dei rapporti
economici,politici e sociali ed esso connesse. L’economia politica
studia le leggi che tengono insieme la massa atomistica e
accidentale degli individui,Hegel è colpito dal carattere
particolaristico degli interessi, l’intelletto che domina questa
particolarizzazione produce distruzione nel processo della
costituzione della ricchezza dando origine alla differenza tra le
classi:
-
coloro che lavorano in immediato contatto con la
naturaagricoltori
coloro che vivono con il lavoro che trasforma e
distribuiscelavoratori dell’industria e del commercio
coloro che organizzano il lavoro socialefunzionari
amministrativi che si dividono in 2 livelli: il 1°
amministrazione della giustizia(polizia) e nelle
corporazioni(che conferiscono valore etico ai vari mestieri);
questi istituti sono chiamati da Hegel “stato esterno” perché
garantiscono la coesione esterna degli atomi sociali. Il 2°
livello è costituito dalla funzione vera e propria dello
statopolitica

lo stato per Hegel nasce come risposta alle contraddizioni della
società civile, la più dilacerante è la costituzione della plebe,ovvero
una classe di diseredati che non godono dei vantaggi della società
civile causata dalla concentrazione della ricchezza in poche mani.
Già per Hegel prima di Marx la contraddizione di fondo della società
civile è quella fra la creazione dei bisogni collettivi e l’uso privato dei
mezzi collettivi di soddisfacimento dei bisogni stessi,Hegel non
pensava all’abolizione della proprietà privata dei mezzi ma che la
società civile fosse un momento necessario alla dialettica dello
spirito oggettivo. È tra l’altro consapevole che è una bestia selvaggia
che va controllata dalla logica della mediazione politica universale
che è lo stato,che dialetticamente risolve in sé i momenti inferiori,li
supera.
Lo stato non si esaurisce al suo interno,ma intrattiene rapporti con gli
altri stati,per agevolare questi rapporti nasce il diritto esterno allo
statoi trattati e il diritto internazionale. Così lo stato trapassa nella
storia universale, che costituisce il suo momento più alto ed anche il
suo superamento.
LA FILOSOFIA DELLA STORIA
Non nega che essa possa apparire un tessuto di fatti contingenti e mutevoli
,priva di un piano razionale e dominata dallo spirito di distruzione dal
male,ma così può apparire solo all’individuo finito che misura la storia in
rapporto ai suoi ideali e non sa elevarsi alla ragione assoluta.
In realtà una volontà divina razionale domina poderosa nel mondoDio
immanente.
1. il fine è che lo spirito giunga a sapere ciò che è veramente mediante
l’estrinsecazione,lo sviluppo dello spirito coincide con la manifestazione
e la realizzazione della libertà. L’evoluzione del processo storico non è
casuale, ma dialettico, perché ogni spirito del popolo, in quanto forma
determinata dello spirito del mondo, si risolve dialetticamente nella
realizzazione di esso e cessa di sussistere quando ha adempiuto alla
sua funzione storica. Il movimento è determinato dall’insorgere di una
contraddizione che costringe ogni forma dello spirito a risolversi in una
forma superiore.
Ma non bisogna illudersi, la storia è tragica perché è scritta con il
sangue e la filosofia non si può preoccupare dei sogni degli individui
ma prestare attenzione all’ideale che si realizza.
2. i mezzi della storia sono gli individui con le loro passioni, che sono
nella storia semplici mezzi che conducono a fini diversi a quelli a cui
anelano. Ogni individuo è figlio del suo popolo e nessuno può saltare
oltre il suo tempo,bisogna essere il proprio tempo nel modo migliore
visto che non si può essere migliori di esso.
Nella tradizione si fondano gli individui conservatori, nel progresso gli
eroi, gli altri si riuniscono intorno alle loro gesta. Apparentemente
sembrano seguire la loro ambizione ma in realtà c’è un’astuzia della
Ragione che si serve degli individui e delle loro passioni come di mezzi
per realizzare i suoi fini (eterogenesi dei fini);quando l’individuo ha
esaurito la sua funzione sparisce;se il fine ultimo della realizzazione
della storia è la libertà essa si raggiunge pienamente nello stato.
3. i modi in cui si realizza la storia del mondo sono la sucessione di forme
statali, i 3 momenti di essa: mondo orientale(uno solo è libero),grecoromano(alcuni sono liberi),germanico( tutti sono liberi in quanto
uomini); sono i 3 momenti della realizzazione dello spirito.
Hegel ha proposto una lettura razionale-teleologica perché il suo tempo
gli pareva maturo per compiere tale lettura,non certo perché questo tempo
gli apparisse perfetto o addirittura l’ultimo.
FILOSOFIA DELL’ARTE
L’Arte ha lo scopo di rivelare il divino.Esprime l’assoluto in maniera e
forma sensibile.In essa l’oggetto non è più una realtà esterna e
indipendente, ma è manifestazione della soggettività stessa.
Tre forme fondamentali dell’arte:
1.
Arte simbolica (tipica orientale): squilibrio tra idea infinita e sua
forma sensibile. Tentando di rendere la materia sensibile adeguata a se
stessa, l’idea la maltratta, la disperde dando luogo al sublime (la sfinge ne
è un emblema)
2.
Arte classica (tipica greca): perfetta adeguazione tra idea e sua
manifestazione sensibile. Qui l’idea ha trovato la sua forma adeguata: la
figura umana -> unica forma in cui lo spirito può manifestarsi
compiutamente. Qui l’arte è solo arte e niente più.
3.
Arte romantica o cristiana: nessuna forma esterna è sufficiente per
esprimere lo spirito. La figura esterna qui perde significato. C’è
rappresentazione della realtà indifferente e banale.
L’arte simbolica è ancora alla ricerca dell’ideale, l’arte classica l’ha
raggiunto, l’arte romantica l’ha oltrepassato.
 Arte simbolica -> architettura :il mondo inorganico subisce una
purificazione e diventa il tempio di Dio.
 Arte classica -> scultura: Dio si introduce nell’oggettività del mondo
esterno in uno stato di calma e beata serenità.
 Arte romantica -> unità di architettura e scultura: vuole raggiungere
la spiritualità pura. Ha a disposizione 3 elementi: luce,colore e
suono, perciò pittura, musica e poesia. Quest’ultima è la forma
d’arte più alta poiché lo spirito è libero.
FILOSOFIA DELLA RELIGIONE
Seconda forma dello spirito assoluto: religione.
L’oggetto della religione è Dio, mentre il soggetto di essa è la coscienza
umana indirizzata a Dio.
Scopo: unificazione di questi 2 momenti.
Altro momento della religione: il culto. Lo sviluppo storico della religione è
lo sviluppo dell’idea di Dio nella coscienza umana.
 1° stadio ->L’idea di Dio appare come la potenza o la sostanza
assoluta della natura e la religione è una religione naturale( cinese,
indiana, buddista).
 2° stadio -> idea di Dio è nel passaggio della sostanzialità
all’individualità spirituale e si passa a religioni della libertà
(persiana, siriaca, egiziana).
 3° stadio -> idea di Dio è individualità spirituale (giudaica,greca,
romana).
 4° stadio -> idea di Dio è come spirito assoluto e costituisce la
religione assoluta (cristiana). Perfetta realizzazione tra unità del
divino e dell’umano nell’incarnazione di Dio.
I 3 momenti della trinità :
1.
Permanere di Dio in se stesso
2.
Distinzione della manifestazione di Dio da Dio stesso
3.
Ritorno del mondo a Dio e la sua conciliazione
Il regno di Dio si realizza totalmente nel mondo.
La libertà dello spirito è prima di tutto libertà della ragione, nel cui libero uso
consiste la filosofia.
STORIA DELLA FILOSOFIA
La filosofia è l’unità dell’arte e della religione.
In essa, l’idea pensa se stessa come Idea e giunge quindi
all’autocoscienza assoluta;la filosofia coglie l’Assoluto nel concetto; l’idea
è storia della filosofia.
Il senso comune si chiede: se la verità è una, perché le filosofie son tante
e diverse? Son tutte false o v’è una che si salva?Hegel : ogni filosofia è
storicamente condizionata perciò non può avere validità assoluta.
Ma:se la verità esige assolutezza, eternità, immutabilità, come può
riflettersi in una serie di filosofie storiche molteplici?Il processo con cui
l’uomo giunge alla conoscenza della verità non è altro che il processo con
cui la verità prende coscienza di sé. Ogni filosofia è una tappa necessaria
nel divenire del vero. La storia, non infirma l’assolutezza della filosofa, ma
ne è la condizione di possibilità.Ogni filosofia è un grado della verità. Ogni
filosofia è il risultato necessario di quelle che l’hanno preceduta. Si può
obiettare: ma che senso ha affermare che la molteplicità delle filosofia è
essenziale alla filosofia, se poi quella che conta è la filosofia assoluta,
l’unica che possa dare verità a tutte le altre?
1.
Il pensiero filosofico è affermazione immediata dell’identità di verità
e certezza (filosofia antica e medioevale)
2.
La filosofia è affermazione dell’opposizione di verità e certezza
(filosofia moderna fino a kant compreso)
3.
La filosofia è affermazione media dell’identità di verità e certezza
(l’idealismo tedesco)
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