IL FENOMENO PRO-ANA : una nuova forma di anoressia nasce sul

SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
FACOLTÀ DI PSICOLOGIA
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE
PSICOLOGICHE PER LA PERSONA E LA COMUNITÀ
TESI DI LAUREA IN
PSICOPATOLOGIA GENERALE
IL FENOMENO PRO-ANA :
una nuova forma di anoressia nasce sul web
Relatore
Candidata
Prof. Alda Troncone
Alessandra Nocerino
Matr. 857-002227
ANNO ACCADEMICO 2008 – 2009
Indice
Introduzione
Pag. 4
1. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) : Focus sull’Anoressia
Nervosa
1.1 Definizione DCA
Pag. 7
1.2 Fattori predisponenti
Pag.11
1.3 Fattori scatenanti
Pag.16
1.4 Fattori di mantenimento
Pag.19
1.5 Anoressia Nervosa : cenni storici
Pag.21
1.6 Studi clinici e criteri diagnostici
Pag.23
1.7 L’anoressica e la sua psicologia
Pag.26
2. Il fenomeno Pro-Ana o pro-anoressia
2.1 I siti web Pro-Ana
Pag.30
2.2 Nascita e diffusione
Pag.31
2.3 Caratteristiche
Pag.32
2.4 La filosofia pro-Ana
Pag.36
2.5 Ipotesi di rischio intrinseco del fenomeno
Pag.39
3. Analisi delle cause sociali
3.1 Il problema delle origini
Pag.43
2
3.2 Il processo alla moda
Pag.45
3.3 Non solo moda
Pag.47
3.4 Le responsabilità di genitori e specialisti
Pag.50
3.5 Manorexic : pro-Ana al maschile
Pag.53
Appendice
Manifesto Nazionale di autoregolamentazione della moda italiana
Pag.55
Testimonianze dal web
Pag.59
Conclusioni
Pag.62
Bibliografia
Pag.68
3
Introduzione
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), costituiscono una delle
psicopatologie più diffuse dell’epoca moderna e del mondo occidentale. Ne è
affetto circa il 5 % della popolazione, il 10% dei quali arriva a morirne1.
La centralità e, talvolta, la morbosità con cui questi disturbi sono trattati
dall’opinione pubblica, si spiega sociologicamente con la forza stessa del sintomo,
un rifiuto del cibo che sembra nascondere una forza a tratti invidiabile.
Ad attrarre l’attenzione è sicuramente anche la possibilità, meno evidente per altre
patologia
psichiche,
di
individuare
una
categoria
sociodemografica
particolarmente a rischio2, vale a dire quella delle donne, nell’intervallo compreso
tra la pubertà e l’età adulta, solitamente residenti in un paese occidentale.
Lo stesso paese in cui questo identikit della ragazza anoressica vive, legittima un
modus pensandi che, sorprendentemente, non è presente solo nelle pazienti
anoressiche, ma in moltissime persone, che per lo più non svilupperanno mai la
patologia in questione3.
Nell’anoressia, il corpo ha un significato centrale : rappresenta, è espressione di
ciò che si è. Un’equazione, questa, che non appare nuova a chiunque abbia,
1
Fonte : Eurispes
Cotrufo,P. (2005). Anoressia del Sessuale femminile : Dal Caos alla costituzione del limite. Milano : Franco
Angeli.
3
Cotrufo, P. (2005). Ivi.
2
4
almeno una volta, sfogliato una qualsiasi rivista o guardato un qualsiasi
programma tv.
I corpi asciutti di milioni di ragazze perfette ci parlano, ci dicono quanto è
importante apparire, per essere. Una bugia, ma che è diventata una realtà da
quando, a partire dagli anni settanta, la diffusione del mezzo televisivo ha
cominciato a proporre nuovi oggetti di identificazione. E’ da quel momento che
«l’immagine di una persona, dice di lei più di qualsiasi altro aspetto.» (Cotrufo,
2005).
Sono questi gli aspetti che fanno si che i DCA attraggano un interesse particolare,
come molto raramente è accaduto per altre psicopatologie.
Dietro ad una ragazzina che rimane intrappolata nella tela dell’anoressia c’è molto
di più di un’adolescente che vuole diventare magra come una top-model. C’è un
mondo di sofferenza e solitudine, su cui sono state scritte pagine e pagine di testi
di psicologia e psichiatria.
Da qualche anno, prima negli Stati Uniti e successivamente anche in Europa, i
disturbi del comportamento alimentare sembrano essersi reinventati in una forma
nuova, potremmo dire al passo con i tempi : quella dei siti web pro-Ana o proAnoressia.
Migliaia di portali, di blog, di forum on-line, in cui ragazzine adolescenti si
scambiano consigli su come diventare adepte della dea Ana, una personificazione
5
dell’Anoressia, dietro la quale si cela l’aspetto più inquietante di questo
fenomeno.
Questi siti internet assumono sempre di più l’aspetto di vere e proprie sette, con
tutti gli elementi del caso : decaloghi di trucchi per non mangiare e per non sentire
la fame, elenchi incentivanti al digiuno, stratagemmi per non farsi scoprire da
parenti e amici, un vero e proprio credo pro-Ana. Addirittura un braccialetto di
identificazione, affinché le adepte possano riconoscersi tra la folla.
Stupiscono la costanza nel perseguire gli intenti, le immagini : decine di foto di
modelle, fonte di ispirazione, per tenere sempre a mente l’obiettivo, quello più
importante di tutti : dimagrire.
L’intento di questo lavoro è quello di analizzare più approfonditamente un
fenomeno dilagante ma ancora poco conosciuto in Italia qual è quello dei siti web
pro-Ana, mettendone in luce gli aspetti più rilevanti, al fine di comprendere
quanto questi contribuiscano ad aggravare la situazione di ragazzine che già
soffrono di un disturbo del comportamento alimentare e quanto, e se, questi
portali possano effettivamente incentivare una condotta anoressica. Il tutto
nell’ottica del potere e dell’influenza che uno strumento come il world wild web
ha nella vita di tutti, ma in particolare in quella degli adolescenti, che
costituiscono la categoria a rischio in questione.
L’obiettivo è in particolare quello di comprendere in cosa, e se, questa nuova
manifestazione del disturbo si differenzia dall’anoressia classica, quali sono i
motivi per cui sono arrivate a costituirsi delle vere e proprio comunità on-line a
6
sostegno dell’anoressia e se dietro di queste si celi un nuovo modo per chiedere
aiuto e per far parlare di sé.
Si vuole inoltre arrivare a capire come sia giusto intervenire rispetto ad un
fenomeno tanto dilagante quanto di difficile gestione.
7
1. I disturbi del comportamento alimentare
(DCA) : Focus sull’Anoressia Nervosa
1.1 Definizione DCA
La definizione di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) o Disturbi
Alimentari Psicogeni (DAP) raggruppa una serie di comportamenti persistenti,
ossessivi e anomali, finalizzati al controllo dell’alimentazione o del peso
corporeo, che danneggiano significativamente la salute fisica e il funzionamento
psicologico del soggetto che li mette in atto.
Tale tipologia di disturbi del comportamento viene generalmente intesa in
un’ottica multifattoriale : sarebbero infatti implicati nell’eziopatogenesi fattori
predisponenti di tipo sociale e culturale, oltre che psicologici ed individuali;
fattori partecipanti e fattori perpetuanti, che tendono a determinare il
mantenimento e la cronicizzazione di tali disturbi.
Il DSM-IV TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) - (A. P.
A., 2004) classifica nella sezione destinata ai disturbi dell’alimentazione tre tipi di
patologie :
 Anoressia Nervosa
 Bulimia Nervosa
 Disturbi del Comportamento Alimentare non altrimenti specificati
(DANAS)
Per ciascuna di queste categorie, così come per altre patologie, vengono indicati
una serie di criteri diagnostici che devono essere soddisfatti affinché si possa
8
produrre la diagnosi. Ovviamente, sintomi e cause non vanno confuse, così come
va posta attenzione al fatto che i criteri diagnostici, trattandosi di patologie
psichiche, non possono prescindere da variabili individuali di importanza
fondamentale. La generalizzazione nella classificazione dei criteri diagnostici ha
quindi suscitato numerose critiche al DSM-IV; appare tuttavia ovvio, che tali
criteri costituiscono un materiale fondamentale per gli addetti ai lavori al fine di
far riferimento ad un linguaggio comune utilizzabile dai diversi professionisti,
tenendo sempre presente che, come riportato nella stessa introduzione alla IV
edizione del Manuale Diagnostico4:
«I criteri diagnostici specifici inclusi […] sono intesi come linee guida da
integrare con il giudizio clinico, e non devono essere utilizzati alla stregua di un
libro di cucina.»
E’ interessante notare il fatto che le sindromi di Anoressia e Bulimia vengano
entrambe accompagnate dal suffisso “nervosa”, quasi ad indicare un’origine di
queste affezioni nel sistema nervoso. In realtà, come alcuni autori sottolineano5,
sarebbe più consono l’utilizzo del suffisso “mentale”, soprattutto a seguito della
smentita agli studi che, per alcuni anni, hanno confuso l’anoressia con il morbo di
Simmonds, una malattia endocrina dovuta al malfunzionamento del lobo anteriore
dell’ipofisi, che si manifesta con astenia, amenorrea, e l’assoluta mancanza dello
stimolo dell’appetito. In realtà, gli stati di emaciazione che raggiungono i soggetti
affetti da questo disturbo, non toccano mai il livello di deperimento organico e
4
American Psychological Association (2001), Publication manual of the American Psychological
Association, 5a ed., Washington. DC.
5
Cotrufo,P. (2005). Anoressia del Sessuale femminile : Dal Caos alla costituzione del limite. Milano : Franco
Angeli.
9
deterioramento delle funzioni metaboliche riscontrabile nei casi di anoressia. Altri
autori (Sheehan & Murdoch, 1948) , anni dopo, hanno dimostrato che non esiste
conferma di una relazione tra la cachessia ipofisaria scoperta da Simmonds e il
sintomo di dimagrimento nell’anoressia nervosa. E’ importante porre attenzione a
questo aspetto, che può apparire banale, della definizione dei disturbi del
comportamento alimentare, proprio perché oggi la comunità scientifica è concorde
nel definirli come sindromi psichiatriche, determinate da una concomitanza di
fattori bio– psico– sociali, che interagiscono tra loro variamente e diversamente e
ne determinano la comparsa e, come già detto, il perpetuarsi.
La tabella 1.1 riassume graficamente l’origine multifattoriale dei DCA :
1.1 L’origine multifattoriale dei disturbi del comportamento alimentare (da Ostuzzi, Luxardi, 2003)
Come efficacemente esplicato dal grafico, fattori genetici e culturali interagiscono
facendo leva sulla vulnerabilità psicologica del soggetto (fattori predisponenti),
10
per il quale un qualsivoglia trauma (fattore scatenante) può far precipitare una
situazione che, in caso contrario, sarebbe potuta rimanere latente per tutto il corso
della vita. Rinforzi positivi da parte dell’ambiente (fattori di mantenimento),
innescano poi un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
1.2 Fattori Predisponenti
Esistono degli elementi di predisposizione che possono determinare con maggiore
probabilità l’insorgenza di disturbi della condotta alimentare.
 Individuali
Un elemento rilevante è sicuramente quello anagrafico. Secondo ricerche
relativamente recenti6, l’età media d’insorgenza di questi disturbi si aggira intorno
ai 17 anni.
Parliamo quindi dell’adolescenza, problematica per antonomasia, durante la quale
la persona è più vulnerabile, proprio per una serie di fattori che caratterizzano
questa fase della vita. Il ragazzo o la ragazza adolescente deve affrontare, oltre al
passaggio dall’infanzia all’indipendenza della vita adulta, anche quei cambiamenti
fisici che hanno un peso rilevante nel modo che ciascuno di noi ha di percepirsi e
di accettarsi.
E’ questa la fase in cui le bambine, ormai non più tali, cominciano a curare di più
il loro aspetto e a fare proprio un ideale di magrezza che, nel mondo occidentale,
6
(Estratto) Ricerca ABA condotta dalla Prof.ssa Anna Maria Speranza, docente associato dell’Università La
Sapienza - Roma, Responsabile Ricerca Scientifica ABA, fonte osservatorio ABA (Associazione per lo studio
e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, l’obesita’ e i disordini alimentari), dati 1997-2001
11
riveste un’importanza tale da
far sì che il corpo diventi fonte di
autonomia,controllo e sicurezza.
Il parlare prevalentemente al femminile non deve indurre a pensare che gli uomini
non contraggano disturbi della condotta alimentare. Secondo alcune ricerche7 il
rapporto uomini-donne è di 1:8, l’età di insorgenza invece sarebbe simile a quella
femminile, vale a dire fase della adolescenza e della giovane età adulta.
Gli studi hanno evidenziato una particolare preoccupazione dei maschi non
relativa al dover dimagrire, bensì all’accrescere la propria massa muscolare. Molti
di questi soggetti praticano assiduamente e compulsivamente body building, fanno
frequentemente uso di steroidi anabolizzanti, perseguono tenacemente la forma a
V della parte superiore del corpo, fino alla totale chiusura sociale che li porta ad
evitare gli altri, a causa del senso di inadeguatezza. I termini adoperati per
indicare questi casi sono quelli di reverse anorexia, vigoressia e bigoressia.
Un tratto di personalità che accomuna uomini e donne che contraggono questi
disturbi è la tendenza al perfezionismo8, e una bassa autostima, che porta queste
persone a credere di poter essere accettate solo se riusciranno a soddisfare le
aspettative altrui, senza possibilità di sbagliare.
Il principio del tutto o niente, pensiero dicotomico e quindi privo di elasticità, che
non ammette sfumature, è legato al perfezionismo e indica l’estremizzazione che
si verifica in questi pazienti. Tutto è contrapposto, o bianco o nero, o si è
assolutamente perfetti in ciò che si fa o tutto sarà irrimediabilmente negativo. La
7
Invernizzi, G. (2006). Manuale di Psichiatria e Psicologia clinica. Milano : McGraw-Hill.
Dalle Grave, R. (2009). Analisi Cognitivo Comportamentale del Perfezionismo con particolare riferimento
ai disturbi dell’alimentazione. From
http://www.positivepress.net/Positive/Aida.nsf/0/c659626658b635abc1256b4f004eeaf7?OpenDocument
8
12
paura di deludere porta spesso questi pazienti ad eliminare dalla propria vita
qualsiasi evento o attività che non riguardi ciò in cui si è investito.
Sono evidenti anche tratti di personalità ansiogene, ossessive e depresse,
manifestati spesso con un’attenzione spasmodica per la pulizia e l’ordine,
un’ulteriore forma di controllo generale verso la realtà.
un atteggiamento di dedizione e sacrificio rispetto agli studi, alle attività sportive
o qualsiasi altro tipo di attività intrapresa, che fa di questi pazienti persone
considerate fortemente mature e responsabili. In realtà, questi comportamenti non
fanno altro che celare un profondo senso di inadeguatezza.
 Socio-culturali
Non è un caso che, nei paesi cosiddetti sviluppati, si sia riscontrato un aumento
dei casi di anoressia mentale tale da trovare concordi i clinici nel ritenere che ci
sia una significativa relazione tra i fattori socio-culturali e la diffusione dei
disturbi alimentari. Di più, l’equazione magro è bene, grasso è male,
continuamente ribadita dai mass-media, ha rafforzato la convinzione che l’essere
magri sia un requisito indispensabile per essere accettati
Non a caso l’incidenza dell’anoressia risulta pressoché raddoppiata dagli anni
609, quando l’ideale di donna procace che aveva caratterizzato il secondo
dopoguerra, viene sostituito dal modello Twiggy, all’anagrafe Lesley Hornby,
modella, attrice e cantante inglese, il cui soprannome significava legnetto, proprio
in riferimento alla sua figura magrissima da adolescente. A questa immagine,
9
Cotrufo,P. (2005). Anoressia del Sessuale femminile : Dal Caos alla costituzione del limite. Milano : Franco
Angeli.
13
Mary Quant decide di affidare il lancio della minigonna, capo simbolo di quegli
anni.
 Familiari
L’adesione alla via sistemico-familiare nell’approccio all’anoressia mentale10, ha
costituito una risorsa importante nell’interpretazione di questa psicopatologia.
Secondo le teorie sistemico-relazionali, il disagio del singolo è da interpretarsi
come il risultato dell’intersecarsi delle relazioni umane, nel caso specifico quelle
instauratesi all’interno del nucleo familiare, con l’esperienza soggettiva.
Scrive Domenico Cosenza (2008, p. 51) :
« […] L’anoressia mentale di una figlia adolescente è da leggersi anche come
metafora di un disfunzionamento del sistema familiare, che trova nel sintomo una
soluzione omeostatica patogena. »
Vale a dire che il paziente non è più colui che esibisce il sintomo, ma diviene esso
stesso il sintomo della disfunzione che si registra all’interno della famiglia.
Varie ricerche11 hanno evidenziato la presenza, nelle famiglie delle anoressiche, di
quattro modelli di interazione disfunzionale : invischiamento, iperprotettività,
evitamento del conflitto e rigidità.
10
Selvini Palazzoli, M. (2006). L’Anoressia Mentale : Dalla terapia individuale alla terapia familiare.
Milano : Raffaello Cortina.
11
Minuchin, S. (1980). Famiglie Psicosomatiche : L’anoressia Mentale nel contesto familiare, Roma :
Astrolabio – Ubaldini.
14
 Invischiamento : la cosiddetta famiglia con le porte aperte12 è
caratterizzata dalla tendenza all’intrusione nei pensieri e nelle relazioni dei
figli, una mancanza di autonomia e di spazi personali che rende
impossibile divenire individui autonomi.
 Iperprotettività : nelle famiglie con questa modalità di interazione si
evidenzia un’eccessiva preoccupazione (soprattutto per la salute fisica),
nonché un atteggiamento protettivo, che nasconde ogni problema possa
risultare difficile da affrontare.
 Evitamento del conflitto : questo tipo di relazione disfunzionale si
manifesta con l’atteggiamento dei membri della famiglia ad evitare che
qualunque tipo di disaccordo venga fuori. E’ in particolare in questa
condizione che la patologia della ragazza anoressica ha la funzione di
catalizzare su di sé l’attenzione, in modo che il conflitto resti occultato e
sia la paziente l’unica ad avere un problema.
 Rigidità : questo modello di relazione vede una famiglia in cui vigono
rapporti congelati ad un’unica modalità di relazione, che non prevede
trasformazioni o evoluzioni, in cui l’espressione delle emozioni appare
inibita. La classica famiglia armoniosa e unita, il cui unico problema
sembra essere, nel caso specifico, il disturbo alimentare della ragazza, che
ha, anche in questo caso, la funzione precisa di attirare l’attenzione su di
sé per spostarla da altre problematiche familiari impossibili da affrontare.
12
Minuchin, S. (1980). Ivi.
15
I modelli sistemico-relazionali attribuiscono alla famiglia un’importanza
fondamentale nell’esordio dei DCA, tuttavia, non si può ridurre il ruolo della
paziente anoressica semplicemente a quello di “capro espiatorio” del sistema
familiare : la scelta del sintomo vede nel soggetto malato una responsabilità che
non può essere ignorata, né sottovalutata13.
Vanno inoltre citate quelle posizioni teoriche che vedono, in un’interazione
incongrua madre/bambina, un deficit di apprendimento che caratterizzerebbe
l’insorgere dell’anoressia mentale14. In breve, la reiterazione nel tempo di
esperienze incongrue porrebbe le basi dei nodi sintomatici dell’anoressia mentale,
che si manifesterebbe nella successiva adolescenza15.
Tutte le caratteristiche psichiche citate costituiscono, come già detto, fattori di
predisposizione, vale a dire di rischio. Ciò significa che un qualunque elemento di
squilibrio rispetto alla situazione corrente, potrebbe determinare la comparsa di
disturbi del comportamento alimentare.
1.3 Fattori Scatenanti
Quando in
un soggetto si incontrano quei fattori che abbiamo definito
predisponenti, di qualsiasi natura essi siano (psicologici, socio-culturali,
familiari), con quelli che definiamo precipitanti, è in quel momento che il disturbo
di natura psichica comincia ad insediarsi.
13
Cosenza, D. (2008). Il Muro dell’Anoressia. Roma : Atrolabio - Ubaldini
Bruch, H. (1978). La gabbia d’oro : L’enigma dell’anoressia mentale. Milano : Feltrinelli.
15
Cosenza, D. (2008). Ivi.
14
16
 Dieta restrittiva
Nei pazienti affetti da DCA, molto spesso un evento scatenante risulta essere
l’adozione di un regime alimentare restrittivo, l’inizio di una dieta16. Ci si vede
grassi, non conformi ai canoni di bellezza richiesti, ci si sente inadeguati, si vuole
dimagrire: subito.
Il malessere di queste persone è tale che risulta impensabile l’idea di intraprendere
una dieta sana, che segua i classici criteri per perdere peso restando in salute : ci
vorrebbe troppo tempo, i risultati devono arrivare in fretta. A volte si comincia
con una dieta normale e si finisce col saltare i pasti; una volta che si cominciano a
perdere i primi chili, il senso di potere sul proprio corpo, e quindi il senso di
controllo generale che ne scaturisce, diviene così inebriante da far desiderare
sempre di più dal proprio corpo.
 Difficoltà psicologiche ed ambientali
Il peso di eventi difficili da affrontare (perdita di un familiare), e/o di stress
ambientali (un trasferimento in un’altra città, un fallimento scolastico o
professionale, una malattia, la separazione da un amico o un familiare per motivi
di studio o lavoro, la separazione dei genitori o il fallimento di una relazione
sentimentale), per una personalità già ansiosa e fragile diviene insormontabile.
Inoltre, in un periodo dello sviluppo problematico, qual è l’adolescenza, i
commenti di coetanei e genitori riguardo il proprio aspetto fisico possono
influenzare notevolmente la percezione e l’accettazione di se stessi.
16
Fonte : Sisdca (Società Italiana per lo studio dei Disturbi Alimentari)
17
Spesso, anche il fatto di praticare un’attività sportiva può influenzare la scelta di
iniziare una dieta dimagrante. In particolare per quanto riguarda quegli sport che
richiedono un basso peso corporeo e un certo tipo di forma fisica (danza e
ginnastica artistica per le donne, body building per gli uomini), è stato riscontrato
un rischio rilevante nell’istaurarsi di condotte alimentari non corrette che possono
trasformarsi col tempo in veri e propri DCA.
Uno studio condotto dall'università del Minnesota17, ha indicato la ginnastica
artistica e il balletto come le attività più a rischio per quanto riguarda il favorire
comportamenti alimentari errati e poco salutari. Le condotte di quei ragazzi le cui
giornate sono scandite da un controllo spasmodico del peso corporeo e delle
calorie assunte nonchè dalle levatacce al mattino per non rinunciare all’ora di
corsa quotidiana, vengono definite sindrome di Barbie e sindrome del palestrato.
L’esercizio fisico diventa l’unico vero obiettivo della giornata, vere e proprie crisi
di nervosismo si scatenano se si è costretti a saltare l’ora in palestra. A questo
eccesso di attività, non si accompagna mai un adeguato apporto calorico, che nei
soggetti che praticano sport deve ovviamente essere maggiore rispetto ad altri. Lo
sport a tutti i costi può ritenersi una forma di bulimia con la differenza che, invece
di ricorrere al vomito, questi pazienti perseguono il loro maniacale obiettivo
attraverso l’attività fisica che non conosce tregua.
17
Sherwood, N., Neumark-Sztainer, D., Story, M., Beuhring, T., & Resnick, M., (2002). Weight-Related
Sports Involvement in Girls: Who Is At Risk for Disordered Eating?. American Journal of Health Promotion,
16, Jul/Aug.
18
1.4 Fattori di mantenimento
Tali fattori, che vanno distinti
in quelli di mantenimento specifici e quelli
aggiuntivi, sono differenziati dall’essere rispettivamente riscontrabili solo nei
disturbi dell’alimentazione o meno.
 Rinforzi positivi psico-ambientali
Inizialmente il rinforzo più forte è costituito dalla presenza di pensieri
disfunzionali, vale a dire di idee errate e dannose riguardanti il peso e le forme
corporee, che fanno riferimento all’idea che l’essere magri sia sinonimo
dell’essere vincenti, e che sia quindi una caratteristica assolutamente
irrinunciabile. Non di rado, peraltro, tale idea è avallata dalla piena approvazione,
da parte di amici e parenti , della scelta di seguire una dieta dimagrante, anche in
presenza di soggetti per i quali non ne sussista la necessità. Inoltre, una volta
insorto il problema, i genitori tendono ad assumere un atteggiamento
iperprotettivo e di cura dell’alimentazione dei propri figli simile a quello
riservatogli nell’infanzia. Tale atteggiamento innesca un circolo vizioso che
determina il mantenimento del disturbo invece che il superamento, in quanto alla
base di un disturbo dell’alimentazione si cela, spesso, la paura di crescere e
divenire autonomi18.
Nelle persone con problemi alimentari, la fase iniziale di perdita del peso produce
un formidabile aumento dell’autostima, un senso di gratificazione e una forte
padronanza di sé. E’ la cosiddetta fase della Luna di Miele, durante la quale il
18
Bruch, H. (1973). Ivi.
19
soggetto riesce ad eccellere nelle proprie attività, scolastiche, lavorative o
sportive.
Il food checking (controllo dell’alimentazione) e il body checking (controllo del
peso corporeo), accompagnati da comportamenti di compensazione, evitamenti e
sensazione di essere grassi, rientrano tutti in fattori di mantenimento specifici per i
DCA.
 Sintomi da digiuno
Al food checking e al body checking, con il passare del tempo, si aggiungono gli
effetti della sindrome da digiuno, così come fu definita da uno studio
dell’Università del Minnesota (Keys et al., 1950), che evidenziò come una
restrizione alimentare pari alla metà dell’introito calorico normale del soggetto
sano, determini drammatici cambiamenti fisici, psicologici e sociali. Tali
cambiamenti, riscontrati su 36 uomini giovani e sani dopo un periodo di regime
restrittivo di 6 mesi, sono gli stessi che riscontriamo nelle persone affette da
disturbi della condotta alimentare.
La tabella sottostante (1.3) riassume e suddivide questi sintomi :
SINTOMI DA DIGIUNO
Atteggiamenti nei confronti del cibo:
- Preoccupazione per il cibo
- Collezione di ricette e libri di cucina
- Incremento del consumo di caffè, tè,
spezie
- Occasionale ingestione esagerata di
cibo
- Inusuali abitudini alimentari
Modificazioni cognitive:
- Diminuita capacità di concentrazione
- Diminuita capacità di pensiero astratto
- Apatia
Modificazioni fisiche:
- Disturbi del sonno
- Debolezza
- Disturbi gastrointestinali
20
Modificazioni emotive e sociali:
- Depressione
- Ansia
- Irritabilità e rabbia
- Labilità emotiva
- Episodi psicotici
- Cambiamenti di personalità evidenziati
dai test psicologici
- Isolamento sociale
- Ipersensibilità al rumore e alla luce
- Edema
- Ipotermia
- Parestesie
- Diminuzione del metabolismo basale
- Diminuzione dell’interesse sessuale
1.3 Effetti del digiuno sul comportamento - Tratta da: Keys, A. et al., The Biology of Human Starvation.
Minneapolis: University of Minnesota Press,1950
In alcuni pazienti, inoltre, si osservano fattori di mantenimento definiti aggiuntivi,
quali il perfezionismo clinico (porsi obiettivi esagerate in altre aree della vita),
bassa autostima nucleare, problemi personali che si connettono direttamente con
intolleranza alle emozioni.
Bisogna sottolineare che i sintomi qui descritti sono legati direttamente alla
condizione di malnutrizione e sono quindi reversibili grazie alla riabilitazione
psiconutrizionale, indicata come la più consona per recuperare condizioni
accettabili.
1.5 Anoressia nervosa : cenni storici
La prima descrizione di un quadro anoressico si fa risalire all’opera dello studioso
Richard Morton19, un medico britannico che, nel 1689, pubblicò un resoconto
clinico di due pazienti che rifiutavano di alimentarsi, pur in assenza di altre
patologie manifeste.
Morton, all’epoca, parlò di un’entità che egli descrisse con il nome di tisi nervosa,
aggiungendo :
19
Guidetti,V.(2005). Fondamenti di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza. Bologna : il Mulino.
21
« […] Giudicai questa consunzione come Nervosa, come cosa che avesse le sue
radici nell'abito del suo corpo e sorgesse da una perturbazione del suo Sistema
di Nervi.20»
La prime vere e proprie definizioni dell’anoressia mentale si devono a Charles
Lasègue, che parlò di anoressia isterica, e all’inglese William Gull che, quasi
contemporaneamente al collega francese, condusse dei lavori sulla “dispepsia
isterica”, che divenne in seguito l’anorexia nervosa21. Tuttavia, è nello specifico
Lasègue a descrivere il nucleo psicopatologico dell’anoressia e a cui va attribuito
il merito di aver spostato l’attenzione sull’origine non organica del disturbo.
Il riconoscimento dell’anoressia come entità clinica avvenne tra il 1868 e il 1873.
Alla fine dell’Ottocento, i neurologi Jean-Martin Charcot e Gilles de la Tourette
sottolinearono la necessità di distinguere ed isolare questo disturbo, ritenendolo
anch’essi di origine psichica22.
Le pazienti affette da anoressia suscitavano grande stupore. Gull e Lasègue, pur
partendo da esperienze diverse, erano giunti alle medesime conclusioni negli studi
condotti su pazienti che mostravano un rifiuto caparbio del cibo, prolungato a tal
punto da finire con il morire di inedia.
Scrisse William Gull sulla rivista inglese di neurologia The Lancet 23:
«Le persone colpite da questa affezione appartengono in gran parte al sesso
femminile e sono principalmente di età compresa fra i 16 ed i 23 anni. L'ho
20
Bruch, H. (1977). Patologia del comportamento alimentare. Milano : Feltrinelli.
Gull, W., & Lasègue, C. (1998) La scoperta dell’Anoressia. Milano : Mondadori.
22
Pewzner, E. (2002). Introduzione alla psicopatologia dell’adulto. Torino : Einaudi.
21
23
Gull, W. (1868) The Lancet Neurology . August.
22
saltuariamente riscontrata fra i maschi della stessa età. La signorina A.: età 17
anni [...] aveva perso 15 kg. All'epoca pesava 37 kg. Altezza 1,65. Amenorrea da
circa 1 anno [...]. Anoressia completa per i cibi animali e quasi completa per
qualsiasi altro cibo [...]. La paziente non lamentava alcun dolore, ma era
irrequieta e attiva.»
E’ opportuno fare una precisazione relativamente alla scelta di utilizzare il termine
anoressia. Etimologicamente, la parola deriva dal greco ανορεξία, che significa
mancanza di appetito, ma questo, come capì ben presto Lasègue, non deve trarre
in inganno : la ragazza anoressica non ha assolutamente perso il suo interesse per
il cibo, né bisogna crederle quando dice di non avere appetito. A differenza
dell’anoressia infantile, dove gli atteggiamenti di rifiuto e opposizione dei
bambini indicano una reale perdita dell’appetito, nell’anoressia mentale
riscontrabile nelle ragazze siamo dinanzi ad un rifiuto attivo.
1.6 Studio Clinico e Criteri Diagnostici
Vengono distinti tre tipi di anoressia mentale :
 Anoressiche restricter : la riduzione del peso è ottenuta attraverso rigide
restrizioni alimentari, quindi attraverso il controllo del cibo. A questo si
associa l’iperattività delle pazienti e un’attività fisica compulsiva ed
esasperata volta al dimagrimento, che spesso ha anche la funzione di
tenere la mente occupata, riducendo così le ansie del pasto. In alcune
ragazze anoressiche che praticano sport in maniera intensa, può non
osservarsi un rigidissimo controllo dell’alimentazione. In queste pazienti
23
appare più marcata la tendenza a negare la malattia, che è comunque
presente in tutti i tipi di anoressia, tant’è che definiamo quest’ultima
egosintonica, nel senso che il comportamento tipico di questi disturbi
viene percepito dal soggetto come vantaggioso per se stesso (è in armonia
con i bisogni e desideri dell’Io). La prognosi, in questi casi, sembra essere
più favorevole.
 Anoressiche bulimiche : la restrizione alimentare è alternata da crisi di
fame e quindi abbuffate, con conseguente ricorso al vomito autoindotto (a
volte anche spontaneo) per eliminare il cibo assunto. In queste pazienti
sono prevalenti elementi fobici e ossessivi-compulsivi oltre a sintomi
depressivi e di irritabilità, le manifestazioni emotive sono più evidenti e si
riscontrano preoccupazioni di tipo ipocondriaco. E’ facile che questo tipo
di anoressica arrivi a fare uso di sostanze e/o assuma comportamenti
autolesivi. Questi elementi peggiorano la prognosi.
 Anoressiche vomiters – purgers : il rifiuto del cibo è in questa forma
associato sistematicamente all’uso di lassativi e diuretici, oltre al ricorso al
vomito autoindotto.
Tratti di personalità comuni a ciascuna di queste forme cliniche sono : un
atteggiamento ipercompiacente, uno scarso controllo degli impulsi, tendenza al
perfezionismo e alla competitività, bassa autostima, ostinazione, difficoltà
interpersonali, tendenza a somatizzare, insoddisfazione per il proprio corpo e
tendenza all’ascetismo.
24
Ovviamente, un quadro anoressico non ha confini così definiti : una paziente può
passare da uno stadio all’altro in momenti diversi della propria vita.
Di seguito (tab. 2.2) si riportano i criteri diagnostici indicati dal DSM-IV per il
disturbo di anoressia nervosa :
CRITERI DIAGNOSTICI PER L’ANORESSIA NERVOSA (DSM IV)
A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al livello minimo considerato normale in rapporto all’età e
alla statura o al di sopra di esso (per esempio perdita di peso che porta a mantenere un peso
corporeo al di sotto dell’85% di quello stesso, o, in età evolutiva, mancanza dell’aumento di peso
previsto, che porta a un peso corporeo inferiore all’85% di quello atteso).
B. Intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare, anche se sottopeso.
C. Disturbi nel modo di sentire il peso e le forme del proprio corpo, influenza indebita del peso e
delle forme del corpo sulla valutazione si sé o diniego della gravità della perdita di peso attuale.
D. Nelle donne che hanno già avuto il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali
consecutivi. (Si considera una donna amenorroica se i suoi cicli avvengono solo in seguito a
somministrazione di ormoni, per esempio di estrogeni).
Tipo restrittivo: durante l’episodio di anoressia nervosa il soggetto non presenta frequenti episodi di
abbuffate compulsive o di comportamenti purgativi ( per esempio vomito autoindotto o abuso-uso
improprio di lassativi o diuretici).
Tipo bulimico purgativo: durante l’episodio di anoressia nervosa il soggetto presenta frequenti episodi di
abbuffate compulsive o comportamenti purgativi (per esempio vomito autoindotto o abuso-uso improprio
di lassativi o diuretici).
Tabella 2.2. Criteri diagnostici per l’anoressia nervosa
25
1.7 L’anoressica e la sua psicologia
La fase iniziale dell’anoressia è sempre accompagnata dalla negazione di qualsiasi
tipo di problema da parte della paziente. Paolo Cotrufo (2005), descrive in
maniera efficace l’incontro dello psicologo con un’anoressica tipo.
Si tratta in genere di ragazze, dall’età compresa tra i 14 e i 20 anni, a volte
evidentemente sottopeso, altre volte meno ma comunque magre, vestite con abiti
largi, spesso più pesanti di quanto la temperatura richieda. Difficilmente si
liberano, durante il colloquio, dei soprabiti o dei cappotti che indossano e che
sembrano avere proprio la funzione di nasconderle. La stessa postura del corpo
assunta
dalla
ragazza,
tradisce
la
sua
scarsa
apertura nei confronti
dell’interlocutore : è seduta scomoda, magari a braccia conserte24, quasi come
rannicchiata, contenuta, non si mette a suo agio. Lo sguardo è altezzoso,
infastidito, perché lei non ha nulla da dire, da spiegare, la sua vita è assolutamente
normale, è lì solo perché costretta dai genitori con cui, peraltro, racconta spesso di
avere un ottimo rapporto, in particolare con la mamma, che è per lei quasi una
migliore amica. In casa sa fare moltissime cose, in particolare sa cucinare, ma di
quello che cucina non assaggia niente, perché lei proprio non ha fame, ma
nessuno sembra crederle, tutti sono preoccupati per lei, per le sue condizioni, ma
lei, si ostina a ripetere, sta bene!
L’aspetto della negazione della malattia è caratterizzante questo disturbo. Appare
evidente la totale inconsapevolezza dei comportamenti disturbati, che vengo
24
Durante uno scambio comunicativo, la comunicazione non verbale occupa il 55% di ciò che viene
percepito dagli interlocutori. Studi su questo tipo di comunicazione ritengono che il tenere le braccia conserte
durante un dialogo sia un inconscio segnale di chiusura verso l’altro.
26
vissuti come logici e coerenti. Non vi è solo il diniego della condizione clinica,
ma anche della propria magrezza, un diniego tale da configurarsi come una vera e
propria distorsione dell’immagine corporea per cui, una ragazza di trenta,
quaranta chili, continua a vedersi grassa; arriva, in caso di ricovero, a strapparsi
dal braccio la nutrizione parenterale.
C’è da porre attenzione al fatto che l’eccessiva magrezza dell’anoressica è
semplicemente un sintomo, non il fulcro del disturbo : « l’anoressica non è
malata perché è magra, ma è magra perché è malata »25. Sebbene strumenti
diagnostici come il DSM-IV TR elenchino precisi elementi su cui basarsi per
porre una diagnosi di anoressia nervosa, tra cui, ad esempio, un peso corporeo al
di sotto dell’85% rispetto alla media prevista dall’età della paziente, è opportuno
tener presente che quello con cui bisogna avere a che fare non è l’aspetto reale
della ragazza, ma quello che lei percepisce come il suo aspetto vero. Il concetto di
immagine corporea fu introdotto da Paul Schilder, neurologo austriaco, che lo
definì come « il quadro mentale che ci facciamo del nostro corpo »26, un nucleo
centrale composto da elementi cognitivi e affettivi : i primi, comprendenti idee
sulle dimensioni corporee immagazzinate nel tempo, i secondi, costituiti da
considerazioni sull’aspetto fisico nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali, che
vanno a loro volta ad influenzare le sopracitate componenti cognitive.
E’ chiaro quindi che quello dell’immagine corporea sia un concetto strettamente
legato al mondo emotivo interno, ad uno psichismo che, nella ragazza anoressica,
appare totalmente bloccato, paralizzato intorno alla questione alimentare.
25
26
Cotrufo, P. (2005). Ivi.
Schilder, P. (1973). Immagine di sè e schema corporeo. Milano : Franco Angeli.
27
Come indicato dalla Bruch27, oltre al disturbo dell’immagine corporea, altri due
sarebbero gli aspetti salienti presenti nell’anoressia : un’incapacità della paziente
anoressica di percepire gli stimoli (nello specifico, quello della fame e della
sazietà) e la bassa autostima verso se stesse. Per quanto riguarda la dispercezione
degli stimoli, questa, più che costituire l’origine della sintomatologia (conclusione
errata, poiché indicherebbe che l’anoressica non mangia perché realmente non ha
fame, il che giustificherebbe il rifiuto del cibo), costituisce un traguardo raggiunto
con fatica : la ragazza anoressica mira proprio a liberarsi del bisogno alimentare.
Il dichiarare con fermezza di non avere fame, decreta questo successo, il controllo
del bisogno fisiologico primario costituisce per l’anoressica un potere talmente
inebriante che alcuni autori l’hanno definito orgasmo da fame28. Il senso di potere
che la ragazza prova quando riesce a resistere al cibo costituisce ovviamente un
rinforzo al suo comportamento, avallato dal fatto che, nella nostra epoca, anche
persone perfettamente sane e che non soffrono di alcun tipo di disturbo
alimentare, guardano con invidia qualcuno che riesce a trattenersi di fronte ad una
tavola imbandita.
Giungiamo alla conclusione che l’anoressica utilizzerà il suo stesso sintomo,
ovvero il controllo della fame, come difesa da quello che è indicato dalla Bruch
come il terzo aspetto tipico dell’anoressia, e cioè il basso senso di autostima e il
profondo senso di inadeguatezza che vivono queste pazienti.
E’ stato necessario introdurre quest’accenno della psicologia dell’anoressica al
fine di poter analizzare e comprendere quella complessa rete di processi mentali
27
28
Bruch, H. (1977). Ivi.
Kestemberg, E., Kestemberg, J., & Decobert, S. (1974). La fame e il corpo. Roma : Astrolabio – Ubaldini.
28
che danno un significato preciso a questo disturbo, che riguarda non la lotta della
ragazza con un oggetto preciso (il cibo), bensì quella con lo stimolo della fame,
una pulsione vitale a cui, la nostra cultura, ha pervertito il significato.
29
2. Il fenomeno Pro-Ana o pro-anoressia
2.1. I siti web Pro-Ana
Se giornali e mezzi televisivi sono stati fin troppo spesso accusati di proporre
modelli estetici che influenzerebbero ragazzi e ragazze nella valutazione della
propria immagine corporea, al punto tale da determinare l’insorgere di
psicopatologie come i DCA, oggi non si può ignorare la portata che il World
Wide Web ha nelle vite di tutti, ed in particolare in quelle di categorie indicate
come a rischio per quel che riguarda i disturbi del comportamento alimentare,
ovvero i più giovani, gli adolescenti, coloro che più frequentemente utilizzano
Internet, non solo per necessità, ma soprattutto per svago.
E’ proprio dal Web che prende vita un fenomeno relativamente nuovo, di cui
ancora oggi si sa poco e se ne parla ancor meno : si tratta dei siti Pro Anoressia.
La maggior parte di questi siti, che in realtà altro non sono che blog, vale a dire
diari on-line che chiunque può scrivere, si è autodefinita Pro-Ana, laddove con il
termine ana non si intende semplicemente il diminutivo di anoressia, ma qualcosa
che, della patologia più comunemente conosciuta, vuole essere l’antitetesi :
l’anoressia è una malattia, Ana è una filosofia, uno stile di vita.
30
2.2 Nascita e Diffusione
I siti web Pro Ana, secondo alcune ricerche29, nascono negli Stati Uniti d’America
alla fine degli anni ’90, espandendosi ben presto in Inghilterra, Francia e Spagna.
In Italia sono arrivati solo più tardi, negli anni 2002-2003 : primo fra tutti, il blog
di Dandyna, pseudonimo di una ragazza, oggi ventiduenne, che si dice pentita.
Inizialmente, il primo sviluppo del fenomeno si compie a partire dai blog
(contrazione di web-log, diario in rete), una tipologia di sito Internet molto
diffusa, che permette al blogger, colui che lo gestisce, di pubblicare e condividere
istantaneamente opinioni, pensieri, riflessioni e altro tipo di materiale elettronico
come foto, immagini, video.
In questa fase, dati i limiti di interazione di uno strumento come un blog, non si
può parlare ancora di un movimento pro-Ana strutturato. Successivamente, i
Forum diventano il luogo privilegiato in cui queste ragazze, accomunate dal loro
dichiararsi seguaci di Ana, si tengono in contatto, in particolare per la possibilità
di rendere privati questo tipo di portali, una necessità derivata principalmente dal
fatto di non voler essere ostacolate da chi non può capire le loro motivazioni. In
sintesi, i blog costituiscono una vetrina da cui socializzare e mostrarsi al mondo, i
forum il vero mondo delle pro-Ana.
Una caratteristica peculiare di questi siti, è la velocità con cui nascono, vengono
chiusi e al tempo stesso si moltiplicano, il che rende impossibile, da parte di chi si
occupa della salute pubblica, monitorarli. Nel 2004, anno in cui il fenomeno viene
scoperto in Italia, l’attenzione mediatica che esso desta induce molti addetti ai
29
Giovannini,A. (2005). Ricerca sul fenomeno Pro- Ana. From http://www.anoressia-bulimia.it/wpcontent/uploads/2008/03/ricerca_sul_fenomeno_pro-ana_ausl_reggio_emilia.pdf
31
lavori a chiedere che questi portali vengano oscurati, a causa dei modelli negativi
che offrono e soprattutto perché essi assumono sempre di più le sembianze di una
vera e propria setta religiosa, dalla terminologia (il termine Ana, più che una
semplice abbreviazione, è quasi una personificazione; non a caso è scritto in
lettera maiuscola), alle numerosissime restrizioni per evitare che chi non appoggia
la filosofia pro-ana possa infiltrarsi in questi blog.
2.3 Caratteristiche
Uno dei termini in cui più frequentemente si incappa visitando questi siti è
thinspo, abbreviazione del termine inglese thinspiration, composto dalle parole
thin, che significa magro, e inspiration, motivo ispiratore.
Thinspo è un termine che nasce con il fenomeno pro-Ana e sta ad indicare non
solo uno degli aspetti fondamentali che accomuna queste ragazze, vale a dire il
voler essere magre, l’essere ispirate dalla magrezza, ma viene soprattutto
utilizzato per categorizzare tutte quelle modelle, attrici, personaggi famosi che
rappresentano materialmente l’ispirazione. Se si digita quest’abbreviazione su un
qualsiasi motore di ricerca, come primo risultato compaiono decine di immagini
di modelle e attrici magrissime, ma anche moltissime foto amatoriali, di ragazze
normali, con un unico denominatore comune : costole, anche, sterno sporgenti e
volutamente in mostra. Spesso le immagini di persone famose sono appositamente
e palesemente ritoccate per fare apparire queste icone di bellezza (spesso già
molto magre) ancora più emaciate, le fotografie di ragazze sembrano tutte uguali :
32
la t-shirt alzata fino al seno per mostrare il busto senza un filo di grasso, i jeans
leggermente abbassati perché si vedano le ossa sporgenti dell’anca.
Chiunque può diventare una fonte di ispirazione, a patto che sia magra, ma di una
magrezza che con la salute non ha niente a che fare. Non esiste thinspo che non
sia, oggettivamente, troppo magra. Basta citare alcune delle icone più famose tra
queste adepte di Ana, per averne un esempio : Kate Moss, Nicole Richie, Lindsay
Lohan, Mary-Kate Olsen. Tre su quattro sono state ricoverate per problemi di
anoressia. L’unica modella tra queste, Kate Moss, è alta 172 cm e veste la taglia
3430.
Le immagini di queste donne e di molte altre con le stesse caratteristiche
riempiono i blog e i forum pro-ana, quasi sempre in essi si trovano delle scrollbar
(barra di scorrimento) su cui ruotano a ripetizione queste fotografie, quasi come
un monito continuo.
Le tematiche ricorrenti in questi blog sono essenzialmente le diete effettuate e i
metodi per dimagrire o per non mangiare. Anche quando si discute di argomenti
che apparentemente non hanno nulla a che vedere con il peso corporeo, come
un’uscita con il fidanzato o lo shopping con le amiche, in realtà si ritorna sempre a
parlare di chili. Tutto ruota intorno all’obiettivo finale, che è quello di diventare
magrissima. Spesso, con il passare del tempo, i resoconti diventano sempre più
scarni, lasciando spazio esclusivamente all’elenco dei pasti della giornata, talvolta
accompagnato dal calcolo delle calorie ingerite. Le descrizioni delle quantità
30
Scheda su Kate Moss tratta da Fashion Model Directory, database on-line di informazioni relative a
modelle, agenzie di moda e stilisti.
33
ingerite sono dettagliatissime, lo stesso vale per i suggerimenti sulle tecniche per
perdere peso o per imparare a gestire i crampi della fame.
A questo proposito, stupiscono particolarmente una serie di elenchi, che hanno il
preciso intento di incentivare e sostenere il comportamento patologico.
Uno di questi, il più famoso tra le sostenitrici dell’anoressia, è un elenco di dieci
punti, definiti dalle stesse ragazze « i dieci comandamenti di Ana », molto diffuso
anche in formato video, accompagnato dalle immancabili immagini delle thinspo.
Di seguito (tab. 2.3.1) viene riportato il decalogo31 :
10 COMANDAMENTI
1) Non essere magri vuol dire non essere attraenti
2) Essere magri è molto più importante che essere sani
3) Devi comprare vestiti, tagliarti i capelli, assumere lassativi, morire di fame, fare qualsiasi cosa per farti
sembrare più magro
4) Non devi mangiare senza sentirti in colpa
5) Non devi mangiare cibo ingrassante senza autopunirti dopo
6) Devi contare le calorie e quindi restringerne l'assunzione
7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante
8) Perdere peso è bene/ prendere peso è male
9) Non puoi mai essere troppo magro
10) Essere magro e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e successo
Tab.2.3.1 I dieci comandamenti di Ana
Oltre ai dieci comandamenti, sono molto diffusi anche lunghi elenchi di motivi
per non mangiare e di trucchi per distogliersi dal pensiero del cibo o incrementare
il senso di sazietà.
Le tabelle 2.3.2 e 2.3.3 ne riportano alcuni :
Motivi per non mangiare
Se oggi mangi,domani sarai grasso...resisti un giorno in più
Non hai bisogno del cibo
Sarai capace di correre più veloce senza tutto quel grasso che ti tiene indietro
31
Giovannini, A. (2005). Ivi.
34
Le persone si ricorderanno di te come quello "bello e magro"
I ragazzi vorranno conoscerti, non ridere di te e andare via
Potrai vedere finalmente le tue splendide ossa
Sarai uguale ai/le modelli/e
Solo le persone magre sono aggraziate
E' il cibo più importante della felicità nella vita?
Potrai vestirti come vuoi, le persone magre stanno bene in ogni genere di vestito
Quando ti siedi, potrai smetterla di preoccuparti perché si vedono la pancia e le cosce e ti si scopre il sedere
In ogni situazione non ti sentirai più goffo e inadeguato
Non ti alzerai più la mattina sentendoti un cesso davanti allo specchio
Quando ti guarderanno non sarà più perché sei grasso, ma perché sei bello
Potrai andare al mare e in piscina senza vergognarti
Non dovrai patire il caldo perché potrai indossare pantaloni corti e gonne
Non sentirai più dire cose del tipo "sei carino perché hai un bel viso"
Non dovrai sforzarti per tenere la pancia in dentro e le braccia staccate dal corpo
Potrai mangiare davanti agli altri senza vergognarti, perché nessuno penserà più che sei una balena che si sta
abbuffando
In discoteca potrai ballare senza sentirti un cretino
Potrai portare i capelli come ti pare perché tanto il tuo viso sarà magro come tutto il resto
Non proverai più invidia per le persone più magre di te
Non sarai più inferiore a nessuno
Sarai finalmente felice
Tab.2.3.2 Alcuni degli incentivi per non mangiare
Trucchi
Bevi un bicchiere d'acqua ogni ora (riempie lo stomaco e in più depura)
Guarda foto di modelle e attrici che ti siano di ispirazione
Lavati spesso i denti (oltre ad avere sempre l'alito fresco, ti passerà la voglia di sporcare una bocca appena
lavata)
Mangia molto lentamente (ci vuole sempre un po' prima che il tuo stomaco si renda conto di essere pieno)
Mastica e poi sputa tutto
Prendi le vitamine (eviterai stanchezza, mal di testa, tutti i problemi dovuti alla scarsa alimentazione)
Tieniti occupata (avrai meno tempo per pensare al mangiare)
Quando hai fame mangia qualche caramella senza zucchero
Non mangiare niente più grande del tuo palmo
Pesati spesso
Indossa dei jeans molto stretti (ti ricorderanno sempre che devi dimagrire)
Mentre mangi, cammina
Aiutati con siti come questo
Fibre (si espandono nel tuo stomaco facendoti sentire pieno)
Concentrati su ogni morso (dopo un po' ti passerà la voglia di mangiare)
Mai mangiare davanti alla tv o leggendo
Tieniti lontano da situazioni in cui sai che sarai portato a mangiare
Chewing-gum senza zucchero
Digiuna spesso (ma mai per più di 20 giorni)
Sei ei tentato dal cibo conta fino a 100, aspetta 20 minuti (vedrai che alla fine ti passerà)
Fai ginnastica
Compra dei vestiti meravigliosi, ma un paio di taglie in meno
Fallo per te stesso!!!
Tieniti in movimento in qualsiasi situazione (anche seduto, muovi le gambe, le mani, ecc)
Dormi almeno 6 ore per notte (la stanchezza aumenta il senso di fame)
Gioca con il tuo cibo (es: crea figure nel tuo piatto, ecc)
Mai mangiare dopo le 6 di sera
Bevi molto te' verde
Mangia con la mano che non usi (se sei destro usa la sinistra e viceversa)
Bevi finché non ti senti come se stessi per vomitare
Al ristorante, ordina qualcosa che non ti piace (più della metà rimarrà nel piatto)
Mangia solo finché i crampi allo stomaco saranno passati
Poniti degli obiettivi di peso
35
Guarda le altre persone mangiare, e sentiti superiore!
Quando hai fame, balla e canta le tue canzoni preferite
Se sei tentato dal cibo, esci a fare una passeggiata
Tab.2.3.3 Tecniche per sopperire alla fame
L’imperativo è think thin, ovvero pensare magro. Talvolta gli stessi link dei blog
sono giochi di parole o frasi sempre riguardanti l’aspetto estetico e il peso.
2.4 La Filosofia Pro-Ana
C’è un elemento importante che differenzia i blog e i forum pro-ana, e sta nel fatto
che, mentre i primi sono facilmente rintracciabili, i secondi sono privati e
difficilmente raggiungibili. Questo potrebbe far pensare a due diverse esigenze,
che probabilmente convivono : da un lato la necessità, nel caso dei blog, di urlare
al mondo la propria condizione di devianza, di mostrarsi agli altri, spesso con
fierezza; dall’altro, ed è il caso dei forum, una privatizzazione che si avvicina in
maniera inquietante alla dimensione di una setta.
E’ proprio grazie ai Forum che nasce e si diffonde in maniera articolata la
cosiddetta filosofia pro-ana. Si tratta di un vero e proprio stile di vita, un modo di
pensare alternativo che ha come obiettivo finale non solo il semplice diventare
magre, ma il desiderio antibiologico di liberarsi dalla dipendenza del cibo32.
Tuttavia, le ragazze che scrivono su questi forum, non vogliono affatto, stando a
quanto dichiarano, diventare anoressiche. Non a caso, come già accennato, non si
parla di pro-anoressia, ma di pro-Ana, laddove Ana è una vera e propria
32
Giovannini, A. (2005). Ivi.
36
personificazione, una musa ispiratrice verso la quale manifestare totale dedizione.
Il materiale incentivante facilmente rintracciabile in questi portali, non lascia
dubbi sull’intento di trasformare quella che è una malattia in una sottospecie di
divinità.
Successivamente (tab. 2.4.4 e tab. 2.4.5) vengono riportati alcuni di questi
materiali, compreso quello che viene definito il credo di Ana.
Chi è Ana?
Ana è colei che ci accompagna ogni giorno, che ci odia e ci ama, che odiamo e amiamo.
Ana siamo noi.
Questo è un gruppo Pro Anoressia. Per chi è così ed è quello che vuole essere.
Se siete contrari o in ricovero per favore lasciate questo gruppo,lo trovereste provocatorio. Per chi
è come noi, si sente solo, incompreso, qui troverete supporto, trucchi, consigli, foto e tutto ciò che
possiamo offrirvi.
Tab. 2.4.4 Introduzione di benvenuti rintracciabile in siti pro-Ana
IL CREDO ANA
Credo nel CONTROLLO, unica forza ordinatrice del caos che altrimenti sarebbe la mia vita Credo
che fino a quando sarò grasso resterò l'essere più disgustoso e inutile a questo mondo e non
meriterò il tempo e l'attenzione di nessuno
Credo negli sforzi, nei doveri e nelle autoimposizioni come assolute ed infrangibili leggi
per determinare il mio comportamento quotidiano
Credo nella PERFEZIONE, mia unica meta verso la quale rivolgere tutti i miei sforzi
Credo nella bilancia come unico indicatore di successi e fallimenti
Credo nell'Ana, mia unica filosofia e religione
Credo nell'inferno, perché questo mondo me lo ha mostrato
Tab. 2.4.5 Il credo delle pro-Ana
Come si legge in quella che vuole essere una formula di benvenuto per le nuove
adepte (tab.2.4.4) « Questo è un gruppo Pro Anoressia […] se siete contrari o in
37
ricovero per favore lasciate questo gruppo, lo trovereste provocatorio ». Vengono messe
in guardia le persone ricoverate, vale a dire le vere anoressiche. « Ana is not a disease,
it’a lifestyle » (« Ana non è una malattia, è uno stile di vita ») è l’intestazione
spesso presente in questi spazi virtuali.
L’obiettivo di queste ragazze è quello di essere guardate con invidia, non con
compassione, come succede a chi soffre di anoressia.
Il desiderio manifesto è quello di trovare altre persone con cui condividere questa
strada, persone come loro, che possano capirle e non inquisirle. L’elemento della
condivisione sembra essere fondamentale : è necessario sostenersi a vicenda,
spalleggiarsi, cercare insieme strategie per nascondere le loro abitudini alla
famiglia, agli amici, al fidanzato. Non manca un elenco di trucchi sul come non
destare sospetti, riportato nella tabella 2.4.6
Come non destare sospetti
1. Non parlare mai del tuo peso con nessuno. Comportati come se tu non sappia assolutamente niente di diete
e peso.
2. Non lasciare che le persone notino come sono larghi i tuoi vestiti
3. Cerca di mangiare solo quando i tuoi familiari o amici sono con te (e usa il tempo in cui sei solo per non
farlo)
4. Entra ed esci spesso dalla cucina. Questo darà l'idea che mangi
5. Lascia resti di cibo o piatti sporchi in giro (prepara qualcosa e buttalo via, gli altri penseranno che l'hai
mangiato)
6. Portati sempre fuori qualche snack (facendoti vedere) e poi fuori buttalo via
7. A casa di' che mangi da un amico, all'amico di' che hai già mangiato a casa
8. Inventati delle allergie a certi cibi
9. Fingi un mal di pancia o cose così
10. Di' che sei stato invitato fuori a cena, poi vai a fare una passeggiata
11. Di' che mangi in camera tua, poi in camera tua butta tutto nel pattume (ricorda di portare via il pattume
quando esci!!!)
12. Non parlare mai di cibo ne' di quanto sei insoddisfatto del tuo corpo davanti agli altri
13. Al ristorante fingi di non avere abbastanza soldi per mangiare
Tab. 2.4.6 Strategie per nascondere al mondo socio-familiare la condotta pro-Ana
Nel modo che queste ragazze hanno di sostenersi l’un l’altra, si intravede una
dimensione di èlite che spaventa per la determinazione con la quale è tenuta in
38
piedi. L’identità di gruppo è talmente importante, che è stato adottato anche un
marchio, che consente a ciascuna di loro di riconoscersi tra la folla : si tratta di
due braccialetti specifici (in cuoio e con una farfallina), di colore rosso o blu, per
indicare rispettivamente di essere anoressiche o bulimiche (esistono anche blog e
forum pro-Mia, ovvero pro-Bulimia). Negli stessi siti si trovano le indicazioni su
come indossarli (al polso sinistro) e del gesto da fare (indicare il braccialetto con
l’indice destro) per assicurare di appartenere entrambe al credo Ana.
Ancora una volta è importante sottolineare la contrapposizione tra malattia e
filosofia.
Pur ricorrendo il termine anoressia come obiettivo ultimo del percorso intrapreso
da queste ragazze, al punto tale che le bulimiche desiderano passare allo stadio di
anoressiche perché considerato una categoria superiore, le pro-Ana rifuggono in
maniera decisa l’etichetta di malate. Quando nei loro siti capita che qualche
utente le metta in guardia sulle pericolose conseguenze che la loro condotta può
avere, le reazioni sono di stizza. Queste ragazze dichiarano decise di essere in
grado di controllarsi, di poter vivere tranquillamente con pochissime calorie al
giorno, senza ammalarsi né rischiare il ricovero.
2.5 Ipotesi di rischio intrinseco del fenomeno
La scoperta dei siti pro-Anoressia ha attratto particolarmente l’attenzione a causa
dei rischi intrinsechi che questo fenomeno nasconde.
39
L’Accademia Americana dei Pediatri33 dichiara che un terzo delle adolescenti
impara a dimagrire o ad usare purghe grazie a siti web specializzati, sette
adolescenti
su
dieci
hanno
sperimentato
tecniche
per
perdere
perso
(anoressizzanti, lassativi, vomito autoindotto) e di queste, ancora un terzo ne fa
uso regolarmente.
Steve Bloomfield, responsabile della comunicazione della Eating Disorders
Association, ha dichiarato che varie ricerche hanno mostrato come le persone che
ricorrono a questi siti incentivanti la magrezza estrema cerchino aiuto in maniera
molto meno frequente rispetto alle altre.
Va tenuto conto del fatto che la fascia di età ritenuta a rischio per i DCA coincide
con quella che in percentuale maggiore utilizza Internet quotidianamente (circa il
77% dei giovani dai 15 ai 17 anni34). Daniele Damele, vicepresidente del comitato
nazionale di garanzia internet e minori, mette in guardia sulla possibilità che
questi blog pro anoressia diano vita a un vero e proprio movimento, fornendo falsi
modelli di bellezza. Addirittura alcuni di questi proporrebbero campi estivi in cui
si insegna a non mangiare e a vomitare, fornendo anche farmaci che stimolano il
vomito35.
Gli adolescenti potrebbero, leggendo i continui messaggi incentivanti presenti in
questi blog, sviluppare disturbi del comportamento alimentare a causa di
un’adesione emulativa36. In persone che già manifestano problematiche nel
33
AAP, Journal of the American Academy Pediatrics. (2006), December
Fonte : ISTAT (2003).
35
Perri, A. (2008). Magre da Morire. Roma : Aliberti.
36
Giovannini, A. (2005). Ivi.
34
40
rapporto con il cibo, entrare in contatto con gruppi pro-ana potrebbe aggravare la
sintomatologia e rendere manifesto un disturbo ancora latente37.
L’identità del gruppo, nel caso di personalità fragili, può avere prevalenza sulla
personalità stessa del soggetto, al punto tale che il pensiero del gruppo diviene
quello del singolo. Questa dimensione può contribuire al rifiuto delle cure, nel
caso di soggetti evidentemente affetti da disturbi del comportamento alimentare,
rafforzando un pensiero patologico da cui sarà ancora più difficile uscire38.
Le caratteristiche stesse del fenomeno in oggetto fanno ipotizzare che in esso si
attuino le dinamiche psicologiche tipiche del gruppo dei pari39. Il gruppo stesso
rappresenta un sostegno affettivo che incide sulla costruzione della personalità, in
questo caso dell’adolescente, grazie alla condivisione di esperienze, interessi e
valori comuni considerati importanti40. Inoltre, secondo alcuni studiosi41, il
rapporto tra la severità dell’iniziazione e l’interesse verso un qualsiasi gruppo, è
direttamente proporzionale, vale a dire che maggiore sarà la selezione per entrare
a far parte di un èlite di persone, tanto più grande sarà il desiderio di appartenervi.
Anche nella comunità pro-ana, vengono messi in atto rigidi rituali di selezione per
poter partecipare alle discussioni su vari forum e scambiarsi i preziosi consigli.
Pare che, soprattutto in America, i siti pro-Ana siano finanziati da multinazionali
erboristiche, allo scopo di fare pubblicità a prodotti dietetici e anoressizzanti. A
riprova di questa accusa, ci sarebbero i numerosi elenchi che spesso presenti nei
blog di queste ragazze, dove compaiono nomi, marche, dosaggio ed effetti
37
Ibidem
Kaes, R. (1999) Le Teorie Psicoanalitiche del Gruppo. Roma : Borla.
39
Giovannini, A. (2005). Ivi.
40
Pombeni, M.L., & D’Angelo M.G., (1994). L'orientamento di gruppo. Roma : Nuova Italia Scientifica.
41
Aronson e Mills, 1959
38
41
collaterali di prodotti che vanno da piante naturali al ginseng e caffeina, fino ad
acceleratori di metabolismo, diuretici e lassativi chimici, ordinati in top ten dal più
efficace in giù.
Alcuni Paesi europei hanno cercato di porre rimedio al dilagare del fenomeno (si
parla di stime fino a trecentomila siti tra blog e forum42 solo in Italia) in vario
modo : in Spagna, l’agenzia per la qualità di Internet ha ottenuto che Microsoft
oscurasse i portali con materiale incentivante l’anoressia, in Francia è previsto il
carcere fino a due anni e multe fino a trentamila euro per chi è accusato di
diffondere metodi per rifiutare il cibo.
Tuttavia, si tratta di operazioni che più che porre rimedio tentano di censurare.
Agostino Giovannini43, ricercatore che per primo in Italia ha scoperto e studiato il
fenomeno delle pro-ana, nei numerosi articoli scritti sulla problematica, dichiara
che neutralizzare queste piazze virtuali non sarebbe altro che una manovra
controproducente, in quanto non si riuscirebbe più a monitorarle e si rischierebbe
di contro di incrementarne la diffusione in forma privata. E’ invece necessario
capire cosa si cela dietro queste ragazzine che sembrano trascorrere intere giornate
tra trucchi per saltare il pranzo e calcoli di calorie. Questi messaggi che vengono
lanciati in rete, costituiscono probabilmente delle richieste di aiuto, che bisogna
saper comprendere.
42
Fonte : EURISPES
Università degli studi di Parma, attualmente specializzato in Disturbi del comportamento alimentare e
devianze sociali.
43
42
3. Analisi delle cause sociali
3.1 Il problema delle origini
Lo studio approfondito riguardo le cause di un qualsiasi fenomeno, in particolare
quando si parla di patologie, è uno dei passaggi primari nonché essenziali al fine
di costruire delle strategie che risultino opportune per condurre a termine in
maniera efficace un processo di cura e guarigione.
Gli studi eziologici sono quindi indispensabili, poiché l’aspetto più facilmente
individuabile di una malattia, ovvero i suoi sintomi, altro non sono che un’entità
fenomenica finale, frutto di un convergere di eventi, una mera manifestazione di
un nucleo patologico assai più complesso, che va scoperto e analizzato.
L’anoressia, più di altre psicopatologie, affascina e attrae su di se l’interesse
dell’opinione pubblica. Il motivo è con tutta probabilità facilmente rintracciabile
nella forza con cui il sintomo si mostra (cosa che non accade, ad esempio, per la
bulimia, dove il peso delle pazienti rimane per lo più costante) ma non solo, anche
per il profondo significato che il sintomo stesso cela : il controllo del bisogno
primario, quello indispensabile alla sopravvivenza, richiama un senso di potere
che si avvicina quasi al mistico (è noto il fenomeno della pratica ascetica tra le
sante44).
Appare tuttavia singolare come a questo quasi morboso desiderio di capire
l’anoressia nervosa, segua spesso una grande confusione riguardo l’eziologia della
44
Cotrufo,P. (2005). Anoressia del Sessuale femminile : Dal Caos alla costituzione del limite. Milano :
Franco Angeli.
43
patologia da parte dei familiari delle pazienti e dei media quando affrontano un
argomento così complesso.
Nella storia clinica della patologia, la svolta più importante è state segnata da
coloro che vengono considerate le “grandi madri”45 dell’attuale nozione di
anoressia mentale, Hilde Bruch e Mara Selvini Palazzoli, che per prime misero in
questione l’idea della natura organica dell’anoressia, affermata da Simmonds46,
apportando prove irriducibili della natura psicogena del disturbo. La bibliografia
sull’argomento è vasta, dalla Minuta G di Freud, nella quale l’autore identifica
l’anoressia come una forma di melanconia che si verifica dove la sessualità non si
è sviluppata47, al paradigma strutturale di Lacan48, solo per citarne alcuni.
Evitando di addentrarci nell’eziopatogenesi piuttosto complessa di questo
disturbo, avendo già citato nel primo capitolo una serie di fattori che concorrono
all’insorgenza di esso, ciò che preme sottolineare è come troppo spesso si
verifichi una rottura tra i DCA e la società, causata dalla tendenza di quest’ultima
a rintracciare responsabilità dove non ve ne sono, o in dimensioni in cui queste
risultano essere marginali rispetto al nucleo fondamentale del problema.
45
Cosenza, D. (2008). Il Muro dell’Anoressia. Roma : Atrolabio - Ubaldini
Pewzner, E. (2002). Introduzione alla psicopatologia dell’adulto. Torino: Einaudi
47
Freud, S. (1895). Minuta G. La melanconia. In Opere (Vol.2). Torino : Boringhieri
48
Cosenza, D. (2008). Ivi
46
44
3.2 Il processo alla moda
Additare la moda, o per meglio dire lo star system, del dilagare dell’anoressia tra
le ragazzine, è pratica comune, soprattutto nei salotti televisivi.
In
particolare
quando
facciamo
riferimento
ad
un’espressione
nuova
dell’anoressia, qual è il fenomeno delle pro-Ana, il problema delle responsabilità
attribuibili al bombardamento, obiettivamente evidente, di modelli irraggiungibili
di bellezza e magrezza, appare particolarmente rilevante. Il motivo è intrinseco
alle caratteristiche stesse del fenomeno in oggetto.
A differenza delle anoressiche classiche, che non se ne vanno in giro a proclamare
quanto sia bella la loro malattia, le adepte di Ana ribadiscono il desiderio di fare
del mangiar nulla una filosofia di vita.
L’obiettivo finale, almeno quello proclamato, è noto : assomigliare a Nicole
Richie, a Kate Moss, a Mary-Kate Olsen o a molte altre. Il fattore thinspo non è
tralasciabile nella valutazione di cosa spinge queste ragazze ad agire come
agiscono.
Se si riempie un blog o un forum di icone a cui ispirarsi, se queste ragazze
continuano a scambiarsi foto di donne famose e tutte magrissime, risulta difficile
non pensare che quelle immagini non costituiscano almeno una delle cause del
problema, seppure quella più facilmente rintracciabile.
Agli stilisti è sicuramente attribuibile la responsabilità di aver cambiato
radicalmente il modo di concepire la bellezza femminile. Dagli anni ’60 in poi, è
45
cambiato il modo di concepire la donna : quest’ultima è diventata dinamica,
competitiva, desiderosa di un riconoscimento sociale che passa, simbolicamente,
anche dal rifiuto di un’immagine di donna prosperosa e quindi materna, che negli
anni precedenti trionfava49.
Non si può ignorare il fatto che quelli furono gli anni della grande diffusione
dell’anoressia50.
Le ragazze che sfilano sulle passerelle di oggi sono tutte magrissime e prive di
forme. Quando qualcuno le va ad intervistare, insinuando il dubbio che si diano
qualche aiutino digiunando, tutte rispondono che sono così magre per
costituzione. Le meno oneste dichiarano sorridenti di non poter vivere senza la
pasta, la cioccolata, i dolci : nessuna di loro sembra sapere cosa vuol dire
rinunciare ai piacere della tavola, come invece i loro fisici farebbero pensare.
Qualcun’altra, forse più sincera, spiega che si aiuta con molto sport, ma sempre
mangiando di tutto in maniera sana, mai digiunando.
Poi però capita, come nel novembre del 2006, che una tra le più famose modelle
brasiliane, Ana Carolina Reston Macan, finisca i suoi 21 anni con addosso 40 kg
per 174 centimetri di altezza, dopo essersi nutrita per lungo tempo solo di mele e
pomodori, vomitando tutto. Carolina è solo l’ultima di una lunga lista ragazze,
modelle,dal peso medio oscillante tra i 35 e i 38 kg, morte a seguito di arresti
cardiaci, poco più che ventenni.
49
50
Cotrufo, P. (2005). Ivi.
Fonte : EURISPES
46
E’ dalla morte della Reston però che il mondo della moda ha un sussulto, forse
perché la ragazza era tra le più conosciute e ricercate. I primi cambiamenti
cominciano in Spagna, con la decisione di Zapatero di far sfilare solo modelle con
un IBM di almeno 18.5. Ai visagisti è stato persino vietato di dare alle ragazze
un’aria malaticcia o triste.
L’Italia da il suo contributo con un codice di etico di autoregolamentazione contro
l’anoressia, siglato dalla Camera Nazionale della Moda
(http://www.cameramoda.it/download/doc_ist/145_allegato_1_full.pdf),
sottoscritto dal ministro per le politiche giovanili e le attività sportive Melandri.
Ma quanto effettivamente tutte queste limitazioni e norme concorrono ad arginare
il fenomeno dell’anoressia, anche nelle sue nuove espressioni, come quella dei siti
pro- Ana?
3.2 Non solo moda
Le polemica nate attorno a modelle e stilisti hanno portato quest’ultimi, o quanto
meno alcuni, a parlare in difesa della loro realtà.
Lorenzo Riva, in un’intervista condotta da Albina Perri51, dichiara :
«[…] Le modelle sono magre per natura, come le sono io, che peso 57 kg, sono
alto un metro e 78 e mangio abbondantemente senza vomitare. […] Sarli ha
appena messo in scuderia Xiuli, cinese, diciotto anni, taglia 38, 55 kg per un
51
Perri,A. (2008). Magre da morire. Roma : Aliberti
47
metro e 80 […] : appena ho visto Xiuli ho capito che era perfetta : altissima,
esilissima, sinuosa come un giunco. Non mi sono certo messo lì con la bilancia a
calcolare il suo indice di massa corporea! […] La taglia 38-40 […] (è) la stessa
per la maggior parte delle modelle […] le indossatrici appartengono ad un
circuito internazionale che le vuole dritte e magre […]»
E a seguire, Dolce e Gabbana :
«[…] Da sempre le modelle sono sottili, ma non confondiamo la bellezza con
l’anoressia, sono due cose ben diverse. […]»
Un ex-modella, Barbara Marugo, spiega :
«L’anoressia è un fattore di rischio specifico nel sistema della moda. Quando
lavori come una pazza, otto, dieci appuntamenti al giorno, corri da una parte
all’altra del mondo, salti i pasti, non fai la spesa, ti apri una scatoletta quando
capita, sei fondamentalmente sola, allora è facile caderci. Aggiungi il fatto che
nella moda la magrezza è idolatrata. Ora sono fuori dai giochi, non sono una
booker, posso parlare. Se fossi ancora modella probabilmente sarei ricattata.»
La moda, quindi, sarebbe solo un capro espiatorio.
A dare valore a questa tesi è ancora una volta Giovannini, che in una intervista
condotta da una laureanda in scienze politiche e pubblicata sul suo portale online52, dove raccoglie materiale sul fenomeno da lui scoperto nel 2005, dichiara :
52
Giovannini,A. (Pro Anoressia Research in
http://proanorexiaresearch.splinder.com/tag/studenti
progress)
Retrieved
:
July,
3
2008,
from
48
«[…] La società semplifica, raramente accetta che le modelle super-magre non
sono colpevoli dell’insorgenza dei DCA. La società cerca sempre di non sentirsi
incolpare, e lo fa indicando come colpevoli altri soggetti. Nel caso dei DCA, la
colpa è attribuita alla moda e alle persone che la seguono a qualunque costo.
[…]»
E continua sottolineando come l’informazione televisiva dia luogo a delle
equazioni (moda = anoressia) il più delle volte errate, che altro non fanno che
spostare l’interesse su elementi che servono a creare l’audience, ma non a capire il
vero cuore del problema.
Il parere di Giovannini sulle limitazioni imposte alle passerelle è quindi
categorico : si tratta di norme inutili, perché i DCA esistono indipendentemente
dalla moda.
Lo stesso parere vale per il Manifesto Nazionale di autoregolazione della moda
italiana contro l’anoressia in quanto, dichiara : «La taglia non è causa di un
DCA».
Le decine e decine di foto presenti nei blog e forum pro-Ana non devono quindi
confonderci : le ragazze che su questi siti si scambiano consigli su come
dimagrire, hanno alle spalle un nucleo patologico che nulla ha a che fare con il
desiderio di essere magre come…, così come avviene per pazienti che hanno già
un disturbo conclamato e che non frequentano questi portali.
49
La questione della bellezza non va sottovalutata, ma lo scopo dell’anoressica non
è quello di diventare bella. Tuttavia, questo scopo glielo attribuisce la società.
Scrive Cotrufo53 :
«Leggerei la tensione della nostra paziente non in termini positivi, cosa ella vuole
fare o essere, ma in termini negativi : cosa non deve fare e, soprattutto, non deve
essere.»
3.3 Le responsabilità di genitori e specialisti
Giovannini, all’interno della sua ricerca sul fenomeno dei siti pro-Ana54, ha
somministrato questionari a genitori di ragazzi affetti da DCA, attraverso visite di
accoglienza e gruppi psico-educativi, per un totale di 38 questionari.
I dati emersi mostrano che il 68% dei genitori intervistati è a conoscenza di siti
web sui disturbi alimentari, ma solo il 39% ha parlato con i propri figli di questi e
ben il 50% li ritiene poco utili.
Inoltre, alla richiesta di quale sia, secondo loro, la tipologia di sito riguardante i
disturbi del comportamento alimentare visitato dai proprio figli, il 36% dichiara di
pensare che si tratti di siti web specializzati in materia, il 25% pensa a siti
promotori di terapie, ma la percentuale è dello 0% relativamente a coloro che
pensano che i portali visitati dai propri figli siano del tipo pro-Ana.
53
Cotrufo,P. (2005) Ivi pp.65-66
Giovannini, A. (2004). Siti pro – Ana o Pro – Anoressia, un fenomeno emergente e misconosciuto che
dilaga nel web. Personalità/Dipendenze, 10 (3), 325-334.
54
50
Tra gli operatori, ben il 76% dichiara di non conoscere i siti web pro-Anoressia e
solo il 27% ritiene che i propri pazienti frequentino siti del genere.
Queste percentuali evidenziano il netto disquilibrio, nel caso dei genitori, tra la
consapevolezza dell’esistenza di portali di sostegno per coloro che sono affetti da
disturbi del comportamento alimentari, e l’interesse a parlarne con i propri figli;
ancora più rilevante è la totale certezza che quest’ultimi non frequentino siti proAna, contro l’ampia percentuale di pazienti anoressiche che invece dichiara di
conoscerli.
I dati sono abbastanza allarmanti soprattutto per quanto riguarda gli operatori, se
si considera che, in particolare tra i pazienti in cui la patologia è conclamata, ma
non solo tra loro, la dimensione della dieta di gruppo fa scattare quelle dinamiche
di appartenenza di cui si è già parlato (paragrafo 2.5), che altro non farebbero che
rende più difficile il processo di guarigione. Sarebbe quindi importante che gli
specialisti che si trovano a lavorare con queste ragazze, tenessero in
considerazione l’effetto setta, che è un’altra delle caratteristiche più preoccupanti
dei portali pro-Anoressia.
Dai questionari emerge invece che, a fronte, come già detto, del 76% dei terapeuti
che consce questi siti, ben il 73% si dichiara convinto che le pazienti non li
frequenti. Ancora una volta, un’inconsapevolezza preoccupante.
51
Successivamente alla somministrazione dei questionari, Giovannini ha indetto un
Focus Group sul fenomeno55. Tra le considerazioni più interessanti, è emersa
un’incongruenza tra le dichiarazione delle pazienti di utilizzare spesso internet e
di conoscere i siti sui DCA e la successiva affermazione di non averli mai visitati.
La negazione è una delle modalità difensive tipica delle persone affette da DCA56,
in cui il soggetto, pur formulando uno dei suoi desideri o sentimenti, continua a
negare che essi gli appartengano.
E’ emersa inoltre una differente percezione, da parte dei genitori, su come i figli
utilizzano internet rispetto a come quest’ultimi dichiarano.
Interessanti risultano anche le diverse ipotesi da parte degli operatori sanitari sul
modo in cui i siti pro-Ana vengono visti : da un lato, si ipotizza che questi non
siano altro che una manifestazione di un fanatismo deviante di cui le ragazze
stesse hanno piena consapevolezza; una manifestazione, cioè, di un estremo
narcisismo che trova forma nella Filosofia di Ana. Dall’altro lato, gli specialisti
sono comunque portati a considerare questo fenomeno come una nuova forma in
cui queste ragazze si mostrano al mondo e chiedono aiuto.
55
Giovannini,A. (2005). Ricerca sul fenomeno Pro- Ana. From http://www.anoressia-bulimia.it/wpcontent/uploads/2008/03/ricerca_sul_fenomeno_pro-ana_ausl_reggio_emilia.pdf
56
Vandereycken,W., & Van Deth, R. (1995). Dalle sante ascetiche alle ragazze anoressiche : Il rifiuto del
cibo nella storia. Milano : Cortina
52
3.4 Manorexic : pro-Ana al maschile
Sebbene le statistiche indichino l’anoressia come una malattia femminile
(paragrafo 1.2), non mancano casi di ragazzi anoressici (reverse anorexia), così
come non mancano i ragazzi tra gli adepti della dea Ana.
Le caratteristiche degli uomini affetti da anoressia sono sovrapponibili a quelle
delle donne, soprattutto nell’ottica in cui alcuni autori57, sulla scia degli scritti di
Freud58, hanno considerato l’anoressia una patologia del femmineo, intesa come
una definizione della sessualità sulla base di una meta sessuale passiva59.
Quando si parla di anoressia maschile, ci si focalizza spesso su temi come
l’asessualità e talvolta sull’omosessualità. Così come le pazienti donne, il ragazzo
anoressico perde ogni istinto sessuale, sentendosi inoltre fortemente inadeguato
dal punto di vista del sesso.
Le numerose testimonianze riportante da Albina Perri nel suo libro-indagine sul
fenomeno dei siti pro-Ana60, mostrano numerosi interventi di ragazzi, alcuni già
anoressici, la maggioranza bulimici, convinti sostenitori di Ana. La maggior parte
di loro si sente un pesce fuori d’acqua in un contesto che tutti considerano
esclusivamente femminile, specificano di non essere gay, chiedono aiuto alle
ragazze perché imparino ad odiare il cibo, a rifiutarlo, a farne a meno.
Scrive Stefan :
57
Cotrufo,P. (2005). Anoressia del Sessuale femminile : Dal Caos alla costituzione del limite. Milano :
Franco Angeli.
58
Freud,S. (1895). Minuta G. La melanconia. In Opere (Vol.2). Torino : Boringhieri
59
Cotrufo,P. (2005) Ivi pp. 62-63
60
Perri,A. (2008). Magre da morire. Roma : Aliberti
53
«Sono un ragazzo pro-Ana e non è vero che ci sono pochi ragazzi che la pensano
come me. Che idiozia è mai questa? Comunque sia voi non capirete mai… Non
conoscerete mai l’adrenalina dell’ago della bilancia che scende. […] Si deve
essere pro-Ana per davvero per conoscere questa sensazione. Non capisco perché
veniamo maschiati come malati o pazzi addirittura. Nessuno di noi aspira a
pesare 35 kg come voi pensate. Troviamo conforto nello stile di vita pro-Ana
perché la fame come il cibo non ti tradisce mai. »
54
Appendice
Manifesto Nazionale di autoregolamentazione della moda italiana61
Promosso da
- Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive
- Camera Nazionale della Moda Italiana
- Alta Roma
Premesso che
I disturbi alimentari come l'anoressia e la bulimia colpiscono, nel nostro Paese,
circa tre milioni di persone. Si tratta di individui che soffrono di un grave disturbo
della psiche, di un male subdolo che ha cause oscure da rintracciarsi negli snodi
difficili della vita di ciascuno. Il problema è complesso e, per essere affrontato,
richiede il contributo di specialisti come nutrizionisti, psichiatri, psicoterapeuti.
Molte delle donne colpite dai disturbi dell'alimentazione sono giovani che hanno
iniziato una dieta anche per raggiungere l'ideale fornito dalle modelle delle sfilate
e delle copertine dei giornali. Per inseguire un modello estetico di bellezza
percepito come l'unico possibile.
61
From http://www.style.it/cont/moda/news/0702/1600/manifesto-di-autoregolamentazione-d.asp
55
Siamo consapevoli, quindi, del fatto che i giovani possono essere condizionati da
esempi e stili di vita in cui una magrezza esagerata possa diventare un modello da
emulare.
Riteniamo che questa componente culturale, estetica e mediatica sia, come
affermano i medici specialisti, soltanto una con-causa ambientale di un disagio
clinico psichiatrico che affonda le sue radici nella storia individuale delle persone
che soffrono di disturbi alimentari. Si tratta però di una con-causa che non
vogliamo sottovalutare.
*****
Premesso che
dalle ricerche scientifiche e dei dati statistici in materia di anoressia risulta che:
- di anoressia e bulimia si può morire (fonte ABA)
- l'anoressia è la prima causa di morte da malattia psichiatrica (fonte ABA)
- circa il 3% della popolazione presenta una problematica di anoressia-bulimia
conclamata (fonte ABA)
- il 95% sono donne (fonte ABA)
- i modelli estetici della moda che esaltano le "icone della magrezza" concorrono,
se pur indirettamente e secondariamente, in quanto fattor socio-culturali,
all'instaurarsi dei disordini alimentari (ABA, AED, AIDAP)
56
- l'influenza negativa dei modelli estetici "anoressici" interessa anche la preadolescenza: il 60,4% delle ragazzine italiane tra i 12 e i 14 anni coltiva il
desiderio della magrezza, il 24% si è già sottoposto a dieta, il 34% ha inventato la
sua dieta senza consultare un medico (fonte Società Italiana di Pediatria)
- secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità esistono una serie di indicatori
per stabilire lo stato di salute di un individuo, tra cui l'Indice di Massa Corporea
(IMC); sempre secondo l'OMS, un IMC inferiore al valore di 18, 5 è un segnale di
allarme che indica chiaramente uno stato di "sottopeso" e che va incrociato con
una serie di strumenti attraverso cui stabilire lo stato di salute di un individuo
[vedi allegato]
******
Tutto ciò premesso
Sulla base di queste evidenze scientifiche, pienamente consapevoli del ruolo di
responsabilità che abbiamo, il Governo Italiano, ed in particolar modo del
Ministro per le Politiche giovanili, Camera Nazionale della Moda Italiana, Alta
Roma intendono trasmettere creativamente e costruttivamente modelli estetici
positivi come strumento concreto di prevenzione ai disturbi alimentari.
Per questo:
1)Noi ci impegniamo a rivalutare un modello di bellezza sano, solare, generoso,
mediterraneo, che l'Italia ha contribuito storicamente a diffondere a livello
internazionale, perché crediamo che possa essere ancora oggi una proposta
estetica positiva per le donne del nostro Paese e di tutto il mondo.
57
2)Noi ci impegniamo a tutelare la salute delle modelle che posano e che sfilano
sulle nostre passerelle alle quali chiederemo un certificato medico basato su una
valutazione che evidenzi e tenga conto dei criteri scientifici e diagnostici in
materia di disordini alimentari (tra cui l'IMC). Di conseguenza ci impegniamo a
non far sfilare o posare modelle dal cui certificato medico risultasse l'evidenza di
un disturbo alimentare conclamato.
3)Noi ci impegniamo a non far sfilare modelle di età inferiore ai 16 anni, perché
crediamo che siano giovani non ancora pronte al mondo del professionismo della
moda, che rischiano di trasmettere messaggi sbagliati alle loro coetanee della
delicata fascia pre-adolescenziale.
4)Noi ci impegniamo a promuovere presso i nostri Associati e le Aziende che
sfilano l'inserimento generalizzato nella produzione delle collezioni per il
consumatore finale delle taglie 46 e 48, perché crediamo che il tentativo di
elaborare un modello estetico più florido non solo sia importante da un punto di
vista culturale e morale, ma sia anche produttivo da un punto di vista
commerciale.
5)Noi ci impegniamo ad affiancare le istituzioni e le associazioni mediche
specializzate nel promuovere campagne di comunicazione che modifichino
positivamente i modelli estetici ispiratori della formazione dell'identità e dei
comportamenti sociali.
6)Noi ci impegniamo a prevedere nei nostri regolamenti interni misure idonee a
garantire il rispetto dei principi espressi in questo manifesto.
58
Auspichiamo un'adesione a questi impegni da parte di tutti gli operatori della
Moda, a partire da stilisti, agenzie di modelle, fotografi, make up artist.
******
Il presente Manifesto è vincolante per chi lo sottoscrive.
Sottoscritto il 22 dicembre 2006
Testimonianze dal web62
Dandyna, creatrice del primo blog pro-Ana in Italia :
« […] Quando ho cominciato a navigare sui siti pro anoressia io era il 2001, non
esistevano ancora blog o community o forum pro-Ana in Italia o in italiano, e io
facevo parte di un gruppo, anzi, ben tre gruppi americani. Fui la prima a tradurre
alcune regole ferree che circolavano nei siti americani e a scriverle e renderle
accessibili a un piccolo poi sempre più vasto pubblico. Con me, o subito dopo di
me, altre due o tre ragazze che porto ancora nel cuore ma di cui ho perso notizie.
Solo una continuo a sentire saltuariamente. […] Eravamo quattro o cinque, con
quattro o cinque blog e quattro commenti ciascuno che incitavano a perdere chili
e a mandare giù pasticche di ****, lassativi, diuretici, tazze di tè verde e caffè
amaro, e tutto il resto della gente che commentava non capiva, spesso si
arrabbiava, ancora più spesso premeva la x rossa in alto a destra e ci
dimenticava e non voleva vedere. Ci sentivamo forti, unite, ma in realtà eravamo
62
Tratte da : Perri, A. (2008). Magre da Morire. Roma : Aliberti.
59
fragili, pronte a morire. Siamo state cattive, siamo state cattive come e più di tutte
le blogger malate di anoressia e bulimia che troviamo in rete adesso e sono, dio
mio, centinaia, forse migliaia, solo in italiano. […] Posso solo sperare che queste
ragazze col blog pro-Ana o pro-Mia col tempo si stufino esattamente come mi
sono stufata io, prima che sia troppo tardi (e il tardi arriva presto), si stufino di
parlare sempre della stessa cosa, che possano diventare nella loro vita ciò che
davvero sono senza che alcun blog, alcuna pubblicità, alcuna Kate Moss, alcuna
star di Hollywood possa mai intaccare il corso della loro vita. E anche io, che lo
possa anche io. […]»
Elisa :
« Salve a tutte, non rimanete allibite per favore da questo messaggio, è solo una
richiesta di sostegno. Ho bisogno di una buddy (un’amica virtuale) che mi
sostenga nel mio disturbo e mi dia consigli e idee per tenere duro. Vi spiego : io
sono una ragazza bulimica di diciotto anni, non ce la faccio più a vivere questo
inferno […] come unica soluzione ho trovato la via dell’anoressia, ovvero
smettere di mangiare in modo compulsivo e mettere fine una volta per tutte ai
miei problemi di peso, col mondo, con il digiuno e con una forte restrizione di
calorie. Adesso peso 62 chili e sono alta 1,75 cm. Il mio obiettivo p arrivare a 50
in pochissimo tempo, però il digiuno e l’abnegazione sono imprese difficilissime
[…] quindi ho davvero bisogno di sostengo nel mio proposito. […] Chi vuole
diventare la mia buddy??[…] »
60
Alice :
« Mi chiamo Alice, anoressica anche nel nome. Sono magra perché mi va, delle
cose mi interessa l’osso. La carne è flaccida, puzza, è putrida e sa di umano. Il
corpo si decompone, lo scheletro no. Lo scheletro è per sempre. »
Anaforever90 :
« “Ogni giorno divento più magra. Ogni giorno le mie gambe sono più snelle.
Ogni giorno il mio culetto diventa piccolo e sodo”. Da ripetersi come
mantra…l’ho trovato sul web. […] »
Intoxicating :
« Il mio bellissimo forum pro-Ana che stava nascendo è stato chiuso in seguito
alla segnalazione di una vecchia. Ma, fortunatamente, me ne è stato prontamente
segnalato un altro dove sono attualmente registrata. »
Sfogodi100parolemaidette :
« Guardate Gemma Ward…Ok, bella modella, ma onestamente fino a ieri
nemmeno sapevo che esistesse! E poi sono foto normali, niente costole o gamba e
braccia finissime, né fianchi meravigliosamente magri… non vede niente di tutto
ciò! […] Ci sono ricaduta, ho rivisto quei fianchi ieri allo specchio. Era da un
pezzo che non mi vedevo così grassa! Sono un’idiota, non sapevo di essere tanto
debole… »
61
Conclusioni
Nel giro di mezzo secolo, sono intercorse rilevanti trasformazioni sia nella
diffusione che nelle caratteristiche epidemiologico del sintomo anoressico63.
Oltre alla varie scansioni che è possibile tracciare relativamente a come
l’anoressia mentale si sia sviluppata, prima come un fenomeno raramente
rintracciabile negli ospedali, passando, negli anni ’70, ad una diffusione quasi
epidemica, fino ad essere definita come una sindrome caratterizzata culturalmente
(culture bounde)64, trovando posto nel DSM-IV, va considerato il processo di
globalizzazione del sintomo anoressico, in particolare in quella forma che è la più
in linea con gli sviluppi delle recenti tecnologie, i siti pro-Ana.
Scrive Domenico Cosenza65 :
« […] La diffusione rapida dei siti pro-Ana, nei quali le pazienti entrano in
contatto tra loro legandosi attorno a un’esaltazione dell’identità anoressica e
bulimica e svolgendo di fatto un’azione politica di diffusione propagandistica
militante il sintomo, realizza anche in quest’ambito una tendenza interna al
discorso sociale contemporaneo : la costruzione dei legami sociali intorno a
insegne identificatorie correlate non alla storia soggettiva, ma a identità
generiche sesso rappresentate da una condizione sintomatica. Questo fenomeno
può prendere la direzione di un solidarismo contro la malattia, oppure a sostegno
di essa. Questa […] scansione epidemiologica contrassegna l’entrata nell’epoca
dell’anoressia-bulimia come comunità identitaria, la cui deriva inquietante si
63
Cosenza, D. (2008). Il Muro dell’Anoressia. Roma : Atrolabio - Ubaldini
Cosenza, D. (2008). Ivi.
65
Cosenza, D. (2008). Ivi. P. 27
64
62
realizza quando il nucleo distruttivo del sintomo anoressico, il rifiuto dell’Altro,
viene elevato a dignità politica di fattore di aggregazione e di missione. In questa
prospettiva infatti, il “comunitarismo identitario” dei siti pro-Ana si rivela come
un agente autosegregativo distruttivo, non finalizzato dunque a una lotta mutua
solidale contro un sintomo […], ma al contrario a un rafforzamento collettivo ed
esclusivo della passione per il sintomo come via alternativa al legame sociale. »
Si è visto infatti come, proprio l’elemento della comunitarismo, le dinamiche di
gruppo che vengono inevitabilmente a crearsi in questi spazi virtuali, determinino
l’aggravarsi della dimensione patologica per chi già soffre di un disturbo del
comportamento alimentare e costituiscano un importante incentivo per chi ancora
non ne è affetto, a causa dei possibili effetti emulativi, oltre al rischio di un’opera
di dissuasione verso la cura. Il ricovero è un argomento tabù in queste comunità66.
In particolare nei forum, più che nei blog, il desiderio di socializzazione è
evidente, testimoniato dalla presenza in questi spazi di fotografie, oltre che di
numeri di telefono o di contatti e-mail di queste ragazze, nel tentativo di trovare
persone che non stigmatizzino il disagio, che le accettino socialmente per quello
che sono, che possano, paradossalmente, rappresentare quei contatti umani di cui
è l’anoressica stessa ad essersi privata a causa di una malattia che impedisce
qualunque altro pensiero che non sia il cibo, il dimagrire.
66
Giovannini,A. (2005). Ricerca sul fenomeno Pro- Ana. From http://www.anoressia-bulimia.it/wpcontent/uploads/2008/03/ricerca_sul_fenomeno_pro-ana_ausl_reggio_emilia.pdf
63
I blog, invece, hanno tutta l’aria di essere una richiesta d’aiuto : le immagini delle
thinspo, le fotografie delle stesse ragazze prima e dopo aver incontrato Ana, lo
sconvolgente linguaggio dei comandamenti e dei decaloghi per non mangiare,
attirano inevitabilmente su di sè l’attenzione di chi incappa per caso in siti come
questi.
Come catacombe del nuovo millennio, questi portali accolgono decine e decine di
ragazze, tutte uguali e tutte diverse, tutte in cerca di una buddy, una consorella,
che possa sostenerle nel raggiungere quella perfezione che solo Ana può dare.
Si è evidenziato inoltre, come il tentativo, seppure comprensibile, di censurare
questi spazi dall’inquietante aspetto di sette religiose vere e proprie, si sia rivelato
inefficace.
A fronte di un sito pro-anoressia che scompare, altri si raddoppiano, con l’unica
differenza che questa volta le proprietarie si affrettano a privatizzarli.
L’unico risultato è quello di renderne ancora più difficile il monitoraggio, se si
tiene inoltre in considerazione il fatto che in Italia, a differenza di ciò che accade,
ad esempio, negli Stati Uniti, la maggior parte dei siti che si autodefinisce proAna è in realtà popolato da bulimiche. Reperire veri portali pro-anoressia diventa
quindi ancora più difficoltoso.
La richiesta implicita è, probabilmente, quella di un cambiamento di linguaggi, di
metodi, in concomitanza con una tipologia di pazienti che è anch’essa cambiata
nel tempo67. I siti web, i forum in cui queste ragazze sentono l’esigenza di
67
Giovannini,A. (2005). Ricerca sul fenomeno Pro- Ana. From http://www.anoressia-bulimia.it/wpcontent/uploads/2008/03/ricerca_sul_fenomeno_pro-ana_ausl_reggio_emilia.pdf
64
condividere la propria esperienza con altri, è una dimensione di auto-aiuto che
risulta inevitabilmente inefficace e che arriva a sfociare in forme distorte di
soddisfacimento, qual è la Filosofia pro-Ana.
Appare ovviamente necessario uno studio approfondito del fenomeno da parte di
specialisti del settore, al fine di comprenderne la natura clinica; tuttavia, la fetta di
responsabilità attribuibile alla società non è trascurabile. I dati giustificano questa
tesi : l’anoressia è una patologia culturale, che muove i primi passi tra le classi
borghesi del mondo occidentalizzato negli anni ’70 per arrivare, negli anni ’90, a
modificare i propri parametri sociologici diffondendosi e stratificandosi anche nei
ceti popolari.
La televisione, la moda, lo star system : che queste dimensioni influiscano se non
altro nella forma del sintomo anoressico è dimostrato dalle testimonianze delle
stesse ragazze, che non si sentono mai abbastanza belle, abbastanza all’altezza,
abbastanza magre.
Scrive Kay68 :
« Volevo essere la migliore ballerina : la maestra mi disse un giorno che avrei
dovuto perdere peso. Avevo dieci anni, mia madre mi ripeteva che facevo schifo,
così mi misi in testa di dimagrire una volta per tutte. Quell’anno vinsi la gara di
pattinaggio sul ghiaccio e ottenni la parte della protagonista nel balletto : essere
magra portava ottimi risultati. Inizia a mangiare ogni quattro giorni. »
68
Perri, A. (2008). Magre da Morire. Roma : Aliberti.
65
Il fenomeno pro-Ana, in conclusione, appare come una forma nuova di un
sintomo la cui patologia è altresì conosciuta e studiata approfonditamente. Ciò che
appare necessario è capire quali siano i nuovi linguaggi e i nuovi metodi con cui
approcciarsi a queste, ancora una volta, nuove pazienti, tenendo in considerazione
i rischi intrinsechi del fenomeno, rappresentati dalla sua dimensione di gruppo,
oltre che dalla difficoltà di gestione generata dal mezzo stesso grazie al quale i siti
pro-anoressia si mostrano al mondo, ovvero la comunità virtuale, in cui chiunque
può comparire e scomparire, usando pseudonimi e nickname, e verso cui anche
una manovra di censura appare difficoltosa.
Ciò che colpisce, entrando in questi portali, è che alcune delle dritte proposte da
queste ragazze per dimagrire appaiono, paradossalmente, se non geniali,
quantomeno innovative. L’idea di bere un bicchiere d’acqua ogni ora per sentirsi
piene e non avvertire la fame, o quella di mangiare molto lentamente o di lavarsi
spesso i denti così da far passare la voglia del sapore di cibo, tralasciando per un
attimo la dimensione patologica, possono apparire delle strategie quanto mai
ingegnose.
Questo fa porre l’attenzione sull’influenza sociale del fenomeno anche verso chi
non ha un evidente disturbo dell’alimentazione : una normalissima ragazzina sana
può restare affascinata e quindi al tempo stesso influenzata dai ripetuti decaloghi
di punti sul perché essere magre è meglio dell’essere sane che si trovano in questi
blog, e ancora di più dalla forza che le decine e decine di fotografie di ragazze che
mostrano orgogliose le costole sporgenti hanno.
66
Inoltre, le inchieste condotte sia con i genitori delle pazienti anoressiche che con
gli specialisti del settore, che hanno mostrato quanto distorta sia la percezione
della frequenza con cui le loro figlie o le loro pazienti utilizzano internet rispetto
ai dati reali, nonché quanto piccola sia la percentuale di coloro che effettivamente
conoscono questo tipo di portali anche solo per sentito dire, fa pensare che non sia
trascurabile la loro responsabilità nel diffondersi della filosofia pro-anoressia.
E’ evidente che, se i genitori si mostrassero più attenti verso quello che è il mondo
dei loro figli adolescenti, a partire anche dal controllo dell’uso del web, e se gli
specialisti approfondissero la conoscenza di un fenomeno di tale portata, il
risultato sarebbe quanto meno quello di un effetto di tamponamento rispetto ai
rischi in cui queste ragazze incorrono. Se si pensa di trovarsi di fronte ad una
semplice ragazza anoressica, e poi si scopre che dietro di lei si cela un mondo
fatto di persone che la sostengono nel delirio patologico, che le forniscono
continui incentivi per continuare ad agire come agisce, infondendole una forza e
una costanza che quasi certamente da sola non sarebbe in grado di tirare fuori,
appare quanto meno difficile che un percorso di cura possa arrivare a concludersi
positivamente.
Combattere contro qualcosa che non si conosce, è impossibile.
67
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