Data 15-03-2016 Pagina Foglio SALUTE 1 / 3 ACCEDI SEGUICI SU Cerca... SEZIONI Chi parla due lingue recupera meglio dopo l’ictus Malattie neurologiche: il tempismo è il principale alleato Se hai un fratello piccolo tenderai a non ingrassare Endometriosi, malattia dai costi stratosferici Asportato un tumore al seno di 15 chili Disturbi alimentari: colpiscono tre milioni di italiani #coloriamocidililla, oggi la Giornata Nazionale contro i comportamenti nocivi nell’alimentazione. In occasione della campagna molte fontane d’Italia si illumineranno di lilla LA STAMPA CON TE DOVE E QUANDO VUOI E-mail Password ABBONATI ACCEDI 18 0 NICLA PANCIERA Erickson 15/03/2016 Codice abbonamento: 078325 + Recupera password Data 15-03-2016 Pagina Foglio 2 / 3 Si svolge oggi la quarta Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, iniziativa dedicata ai disturbi del comportamento alimentare promossa dall’Associazione Mi Nutro di Vita, associazione fondata da Stefano Tavilla padre di Giulia, ragazza genovese morta a soli 17 anni per problemi legati alla bulimia. La campagna #coloriamocidililla vedrà lo svolgersi oggi in tutta Italia, dove molte fontane saranno illuminate di lilla, di iniziative di informazione (le istituzioni e le associazioni si riuniranno a Roma al Comprensorio di Santa Maria della Pietà) e di sensibilizzazione verso patologie in continua crescita e di cui spesso non si parla abbastanza. Anoressia, bulimia, binge eating («abbuffate»), i disordini alimentari (DCA) riguardano circa 3 milioni di italiani, dei quali 2,3 milioni sono adolescenti. Sono 8500 i nuovi casi l’anno, per il 95% si tratta di donne, ma il fenomeno è in crescita anche tra gli uomini. LEGGI ANCHE: ADOLESCENTI ITALIANI I PIU’ OBESI D’EUROPA ANORESSIA: SEMPRE PIÙ GIOVANI E NON SOLO DONNE L’anoressia nervosa colpisce tra lo 0,2 e lo 0,8% dei bambini e ragazzi in età pediatrica. Nel 95% dei casi si manifesta tra i 12 e i 17 anni, ma l’esordio è sempre più precoce, anche verso gli 8-9 anni. I dati mostrano che a soffrirne non è solo il genere femminile e che il numero dei maschi, soprattutto in età prepuberale, è in aumento. Tra le malattie psichiatriche, l’anoressia è la sindrome che fa registrare il più alto tasso di mortalità: 1,8% in età infantile, 10% in età adulta. Inoltre, nelle persone anoressiche il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. MOLTE LE CAUSE SOTTOSTANTI Sono moltissimi i fattori che possono dare origine ai DCA: predisposizione genetica, tratti di personalità che tendono al perfezionismo, attitudine al controllo ossessivo e fattori familiari. Sempre più ricercatori e clinici si concentrano poi sulle cause scatenanti, come le pressioni e i modelli sociali, che possono favorire la comparsa di queste malattie. Il trattamento dei DCA è dunque molto complesso e va dal ricovero ospedaliero, nelle forme più gravi e acute, a quello ambulatoriale o in centri specializzati per le forme meno severe o croniche. La complessa genesi di questi disturbi fa sì che la cura non si basi solo sul monitoraggio alimentare, ma anche sul disagio emotivo sottostante. DIAGNOSI PRECOCE PER GUARIRE La diagnosi precoce aumenta le probabilità di trattamento e guarigione nei più giovani. «Quanto prima si presenta il problema, tanto più è facile intervenire con programmi terapeutici intensi, quotidiani, che coinvolgano anche i genitori» s o t t o l i n e a l a dottoressa Valeria Zanna della neuropsichiatria infantile trattamento dei disturbi psichiatrici in età pediatrica. 078325 «Anche nei più piccoli i sintomi dell’anoressia possono essere del tutto simili a Codice abbonamento: dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Centro di riferimento nazionale per il quelli delle forme adulte: vediamo bambine di 8 o 9 anni che smettono di mangiare, conteggiano le calorie e hanno un’attenzione esasperata per il proprio aspetto fisico. Ma la personalità di un bambino è ancora in via di Erickson Data 15-03-2016 Pagina Foglio 3 / 3 sviluppo, il disturbo non ha tempo di cronicizzare ed è per questo che l’intervento terapeutico risulta più efficace», con tassi di risoluzione che, in età evolutiva, possono arrivare fino al 70-90% dei casi. MEDICO E PAZIENTE, DUE PUNTI DI VISTA IN «CORPI SENZA PESO» Come per le altre psicopatologie, anche per i DCA è andata abbassandosi l’età della comparsa. Se da una parte, gli studi confermano che diagnosi e intervento precoci possono migliorare decisamente gli esiti, dall’altra sempre più specialisti sono chiamati a riconoscere e interagire con questi giovani pazienti. E delle esperienze raccontate dai giovanissimi e dal loro neuropsichiatra parla «Corpi senza peso», libro appena pubblicato da Edizioni Erickson e scritto da Stefano Vicari, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, massimo esperto di disturbi dello sviluppo e di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, e dall’avvocato Ilaria Caprioglio, vicepresidente dell’associazione Mi nutro di vita. Sono le storie di Cecilia, Serena, Diego, Alessia e Matilde, cinque adolescenti che si ritrovano a fare i conti proprio con questa malattia corrosiva che ne svuota il fisico, minandone la giovinezza e sconvolgendone la vita, insieme a quella delle loro famiglie. Storie narrate in prima persona dai cinque giovanissimi protagonisti e dalla voce del neuropsichiatra che li segue verso una guarigione possibile. VERSO UNA DIAGNOSI AUTOMATIZZATA CON LE NEUROIMMAGINI La ricerca di marcatori affidabili per una diagnosi certa e veloce dei disturbi del comportamento alimentare ha portato alla creazione di un algoritmo in grado di individuare con una risonanza magnetica la presenza di lesioni cerebrali dovute a questi disordini. Lo studio, pubblicato sulla rivista Behavioural Neurology, è stata condotto da un team tutto italiano di ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro e Milano(IbfmCnr) e dell’Università Magna Grecia di Catanzaro. Ricorrendo agli strumenti dell’intelligenza artificiale, il gruppo ha insegnato all’algoritmo di analisi a distinguere le caratteristiche dei pazienti sani e malati, incluse quelle cerebrali ottenute con la risonanza magnetica, arrivando ad un classificatore già alquanto preciso (l’accuratezza è dell’80%). Ulteriori studi saranno necessari per la sua applicazione clinica. 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