Disturbi dell’Infanzia e dell’Adolescenza II PARTE DISTURBO DELLA CONDOTTA Ci sono 2 sottotipi: ad esordio nella fanciullezza o nell’adolescenza. Esordio precoce ha prognosi peggiore ed è predittivo del disturbo antisociale di personalità nella vita adulta. La natura dei comportamenti disturbati sembra essere persistente e ripetitiva, con conseguenze gravi. AGGRESSIONE A PERSONE O ANIMALI: - spesso fa il prepotente, minaccia gli altri; - spesso dà inizio a colluttazioni fisiche; - è stato fisicamente crudele con le persone o animali; - ha rubato affrontando la vittima; - ha forzato qualcuno ad attività sessuali. DISTRUZIONE DELLA PROPRIETA’: - ha deliberatamente appiccato il fuoco o distrutto proprietà altrui. FRODE O FURTO: - è penetrato in edificio, domicilio, o auto altrui; - spesso mente per ottenere vantaggi o favori. GRAVI VIOLAZIONI DI REGOLE: - spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori; - marina spesso la scuola, con inizio prima dei 13 anni di età. SPECIFICARE IL TIPO SULLA BASE DELL’ETA’ ALL’ESORDIO: 1. tipo ad esordio nella fanciullezza: esordio di almeno un criterio del disturbo della condotta prima dei 10 anni di età. Sono di solito maschi, mostrano spesso aggressioni fisiche contro altri, hanno relazioni disturbate con i coetanei. 2. tipo ad esordio nell’adolescenza: assenza di tutti i criteri caratteristici del disturbo della condotta prima dei 10 anni di età. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO Tale diagnosi non va applicata a b. dai 18 ai 36 mesi; il disturbo della condotta è caratterizzato da violazioni più gravi dei diritti degli altri e delle norme sociali. Difficile stabilire quando la manifestazione di questi sintomi è normale, specie se ci si trova davanti a tipici comportamenti adolescenziali di emancipazione. - spesso va in collera; - spesso litiga con adulti; - spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli adulti; - spesso irrita deliberatamente le persone; - è spesso arrabbiato. DISTURBO DA TIC Anomalia del funzionamento della muscolatura sperimentata come movimenti o vocalizzazioni improvvisi, involontari e ricorrenti. Includono: DISTURBO DI TOURETTE, DISTURBO CRONICO DA TIC MOTORI O VOCALI, DISTURBO TRANSITORIO DA TIC. I tic compaiono, in un primo momento, nella parte superiore del viso; sono movimenti involontari e rapidi di un gruppo di muscoli. Insorgono nella prima fanciullezza, intorno a 7 anni, solo di rado nell’adolescenza. La comparsa in periodi tranquilli della vita è tipica del decorso sintomatologico. DISTURBI DA TIC: - DISTURBO TRANSITORIO DA TIC; - DISTURBO CRONICO DA TIC MOTORI O VOCALI; - DISTURBO DI TOURETTE; - DISTURBO DA TIC NAS; - DISTURBO DA MOVIMENTI STEREOTIPATI. DISTURBO DA TIC Esordio in fanciullezza o adolescenza; periodo di tic quotidiani frequenti, con durata di almeno 4 settimane, ma non più di un anno. Ammiccamento o altri tic facciali sono i più comuni, rari i tic vocali. I tic possono scomparire, ma di solito si ripresentano e peggiorano in periodi di stress. Tic transitori sono comuni. - tic motori e/o vocali singoli o multipli; - si manifestano molte volte al giorno, quasi ogni giorno per 4 settimane, ma non più di 12 mesi consecutivi; - anomalia causa notevole disagio; -esordio prima dei 18 anni di età. DISTURBO CRONICO DA TIC MOTORI O VOCALI Intensità dei sintomi è costante per settimane o mesi e la durata supera l’anno. Tic vocali sono inusuali. Se persistono, indicano un disturbo di Tourette. - periodo di più di un anno; - anomalia causa notevole disagio o significativa compromissione nell’area sociale o lavorativa; - esordio prima dei 18 anni di età; - anomalia non dovuta a effetti fisiologici di sostanze; - non sono soddisfatti i criteri per il disturbo di tourette. DISTURBO DI TOURETTE I movimenti involontari ripetitivi devono essere accompagnati da tic vocali; tic motori riguardano il capo e possono includere altre parti del corpo (tronco e arti superiori). I tic vocali includono vari suoni (grugniti, guaiti, tirare su col naso, colpi di tosse); i tic possono essere volontariamente soppressi per minuti od ore e variare in intensità. Durata più di un anno; il disturbo può comparire all’età di 2 anni ed è quasi sempre presente entro i 33 anni. Età limite 18 anni. - un tic è un movimento o vocalizzazione improvvisa, rapida, ricorrente, aritmica e stereotipata; - si manifestano molte volte al giorno o in modo intermittente durante un periodo di più di 3 mesi consecutivi senza tic; - l’anomalia causa notevole malessere o significativa compromissione nell’area sociale, lavorativa, o in altre aree importanti del funzionamento; - esordio prima dei 18 anni di età; - l’anomalia non è dovuta ad effetti fisiologici. DITURBI DA MOVIMENTI STEREOTIPATI Sono condizioni che comportano movimenti volontari con malessere che può o meno accompagnare i sintomi; si hanno quasi esclusivamente nei bambini e possono includere: sbattere la testa, movimenti stereotipati delle mani e dondolamenti, mangiarsi continuamente le unghie e pizzicarsi la cute. Disturbo frequente in bambini con ritardo mentale, ma può anche manifestarsi in assenza di esso. - comportamento motorio ripetitivo, apparentemente intenzionale; - il comportamento interferisce con normali attività; - se presenta ritardo mentale, comportamento stereotipato è abbastanza grave da diventare oggetto di trattamento. ALTRI DISSTURBI CON MANIFESTAZIONI FISICHE I disturbi discussi in questa sezione interessano il funzionamento fisico nell’area dell’evacuazione e del sonno. DISTURBI DELL’EVAQUAZIONE ENURESI Modalità continuativa di emissione di urine involontaria o intenzionale, non spiegata da disturbo fisico, e che si manifesta dopo i 5 anni o a un livello di sviluppo equivalente dal quale ci si aspetta la continenza. Ci sono 3 tipi: solo notturna, solo diurna, sia notturna che diurna. Evento che si deve verificare 2 volte alla settimana per almeno tre mesi consecutivi. - ripetuta emissione di urine nel letto o nei vestiti (sia involontaria, sia intenzionale); - frequenza di due volte alla settimana per almeno 3 mesi consecutivi; - età di almeno 5 anni. Specificare il tipo: SOLO NOTTURNA, SOLO DIURNA, O NOTTURNA E DIURNA. ENCOPRESI Volontaria o involontaria evacuazione di feci in luoghi inadeguati per il contesto sociale e culturale del bambino, che si manifesta almeno una volta al mese per un periodo minimo di 3 mesi. Va escluso disturbo fisico o ritardo mentale grave. Diagnosi non viene fatta in bambini con meno di 4 anni. Due tipi: con o senza costipazione (solo piccole quantità di feci sono evacuate in bagno, la perdita è continua e si ha sia di giorno che di notte) e incontinenza da sovrariempimento (feci di forma e consistenza normale, il soggetto si sporca in modo intermittente e a volte le feci possono essere messe in un luogo significativo). - ripetuta evacuazione di feci in luoghi inappropriati (nei vestiti o sul pavimento), sia involontaria, sia intenzionale; - si verifica almeno una volta al mese per almeno 3 mesi; - età almeno 4 anni. DISTURBI DEL SONNO PARASONNIE DISTURBO DA SONNAMBULISMO Ripetuti episodi in cui un soggetto si alza dal letto e deambula nelle vicinanze; durante questo periodo, egli non reagisce alla presenza di altri, e successivamente non ha ricordi dell’evento. Durante la manifestazione, è quasi impossibile svegliare il soggetto. - allontanamento dal letto durante il sonno; - il soggetto ha espressione fissa, vuota; - al risveglio, la persona presenta amnesia per l’episodio; - il sonnambulismo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree; - il disturbo non è dovuto a effetti fisiologici diretti di una sostanza o ad una condizione medica generale. DISTURBO DA TERRORE NEL SONNO Evento caratterizzato da brusco risveglio, spesso preceduto da grido di paura, con intensa ansia e iperattività del SNA. E’ comune che i soggetti non si sveglino completamente o che il risveglio al mattino dopo non abbiano ricordi o abbiano solo ricordi frammentari del sogno. Tale disturbo è diverso dagli incubi, in cui l’esperienza ansiosa è lieve e il soggetto può ricordare tutta o quasi la sequenza del sogno. - episodi ricorrenti di brusco risveglio dal sonno e insorge con grida di paura; - paura intensa e segni di iper attività del SNA (tachicardia, sudorazione); - relativa mancanza di reattività agli sforzi degli altri di rassicurare la persona durante l’episodio; - non viene ricordato in dettaglio nessun sogno e c’è amnesia per l’episodio; - episodi causano disagio. DISTURBO DA INCUBI Ripetuti risvegli con dettagliati ricordi dei sogni estremamente spaventosi; il soggetto al risveglio è vigile e orientato, e c’è disagio o compromissione del funzionamento. La compromissione si manifesta per la deprivazione di sonno e può presentarsi in associazione col disturbo post-traumatico da stress; il disturbo da incubi si manifesta con maggiore probabilità in bambini esposti a gravi fattori stressanti psicosociali. - ripetuti riscegli dal periodo di sonno principale o da sonnellini con ricordo dettagliato di sogni prolungati, che di solito comportano una minaccia alla sopravvivenza, sicurezza o autostima; - al risveglio dai sogni, la persona diventa rapidamente orientata e vigile. Macroscopiche alterazioni del comportamento alimentare. Questi disturbi includono: pica, disturbo di ruminazione, disturbo della nutrizione dell’infanzia. Sono tutti caratterizzati da alterazioni dell’alimentazione e della nutrizione che si manifestano molto precocemente nel corso della vita, mentre anoressia e bulimia sono tipici fenomeni adolescenziali. Disturbi dell’alimentazione: - anoressia nervosa; - bulimia nervosa; - disturbi dell’alimentazione NAS. Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione dell’infanzia o prima fanciullezza: - pica; - disturbo di ruminazione; - disturbo della nutrizione dell’infanzia o prima fanciullezza. ANORESSIA NERVOSA Intensa paura di diventare obesi, con eccessiva perdita di peso non associata a nessun disturbo fisico; rifiuto di mantenere peso corporeo al livello minimo normale di peso per età e altezza. Nel 90% dei casi si ha nelle ragazze. L’immagine corporea è distorta, rifiuto di prendere peso e amenorrea nelle ragazze. Da questa condizione possono derivare problemi medici, da codificare nell’asse III; può portare a morte, più spesso per prolungato digiuno o per suicidio. - rifiuto di mantenere peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per età e statura; - intensa paura di prendere peso o diventare grassi, anche quando si è sottopeso; - alterazioni del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso; - nelle femmine, dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. Specificare il sottotipo: • con restrizioni: soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione; • con abbuffate/condotte di eliminazione: soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione. BULIMIA NERVOSA Sintomi: abbuffate episodiche, inadeguati metodi compensatori per prevenire aumento di peso, eccessiva preoccupazione per modalità anomala di alimentarsi. Condotta di eliminazione: tentativo di compensare in modo inappropriato l’abbuffata vomitando fra un episodio e l’altro o abusando di lassativi per evitare di prendere peso o per trovare sollievo dal malessere fisico dell’abbuffata. - ricorrenti abbuffate; - ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito indotto, abuso di lassativi, diuretici, farmaci, digiuno, esercizio forzato); - abbuffate e condotte compensatorie si hanno in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi; - livelli di autostima sono influenzati da forma e peso corporei. Specificare il sottotipo: • con condotte di eliminazione: soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi; • senza condotte di eliminazione: soggetto ha usato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali digiuno o esercizio fisico eccessivo. PICA Persistente ingestione di sostanze non alimentari come sporcizia, intonaco, peli, insetti. Ingestione di queste sostanze deve essere inadeguata rispetto al livello di sviluppo. No avversione per il cibo. Esordio fra 12 e 24 mesi, con remissione nella fanciullezza. E’ più comune nei bambini poco controllati e ritardati. Coesistenza di altro disturbo mentale, ma si deve escludere disturbo fisico. - persistente ingestione di sostanze non alimentari per periodo di almeno 1 mese; ingestione di sostanze non alimentari; comportamento di ingestione non fa parte di una pratica culturalmente sancita. DISTURBO DI RUMINAZIONE Rigurgito ripetuto di cibo parzialmente digerito, che poi è masticato, sputato o reinghiottito senza nausea, conati di vomito o altri segni di malessere intenzionale. Durata 1 mese. Condizione fatale per perdita di peso o mancato aumento di peso e conseguente malnutrizione. Il bambino può trovare piacevole tenersi il cibo in bocca. - ripetuto rigurgito e rimasticazione di cibo per almeno un mese; - il comportamento non è dovuto a condizione gastrointestinale associata; - il comportamento non si ha solo durante il decorso di anoressia nervosa e bulimia nervosa. DISTURBO DELLA FANCIULLEZZA NUTRIZIONE DI INFANZIA O PRIMA Persistente incapacità di mangiare adeguatamente, che causa mancato incremento di peso o perdita di peso. Bisogna escludere cause gastrointestinali o mediche generali; durata minima: 1 mese. Esordisce nel 1° anno di vita, ma lo si osserva durante i primi 3 anni, ed è condizione piuttosto comune. Nei neonati ci può essere ritardo nella crescita e sono comuni le alterazioni del ciclo sonno – veglia. - anomalia della nutrizione che si manifesta attraverso persistente incapacità di alimentarsi adeguatamente; - anomalia non è dovuta a condizione gastrointestinale associata; DISTURBO DISTIMICO umore depresso per la maggior parte del giorno; presenza di due o più di questi sintomi: scarso appetito o iperfagia, insonnia o ipersonnia, scarsa energia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione, sentimenti di disperazione; non c’è mai stato episodio maniacale, misto o ipomaniacale; la malattia non si ha solo durante il corso del disturbo psicotico cronico, come schizofrenia o disturbo delirante. DISTURBO DEPRESSIVO NAS Include: disturbo distimico, disturbo depressivo maggiore, disturbo dell’adattamento con umore depresso. DISTURBO BIPOLARE, EPISODIO MANIACALE SINGOLO Presenza di un solo episodio maniacale; la ricorrenza è definita come cambiamento di polarità dalla depressione o intervallo di almeno due mesi senza sintomi maniacali. Specificare se: misto, con manifestazioni catatoniche, ad esordio nel post – partum. DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE Ansia scatenata dalla separazione da persone familiari, di solito i genitori, o quando ci si allontana da casa. Dopo la separazione, il bambino può essere inconsolabile ed esprimere il timore che il genitore non ritornerà o che accadrà qualche tragedia che farà si che il bambino non veda più il genitore. L’esordio può avvenire fino a 18 anni. Disturbo d’ansia di separazione e disturbo d’ansia generalizzato sono strettamente associati. - malessere eccessivo ricorrente; persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle persone di attaccamento; persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento spiacevole e imprevisto comporti la separazione dalle persone di attaccamento; persistente rifiuto di andare a scuola o altrove per paura della separazione; persistente ed eccessiva paura o riluttanza a stare da solo; ripetuti incubi sul tema della separazione; ripetute lamentele di sintomi fisici; esordio prima dei 18 anni. DISTURBO D’ANSIA Attacco di panico: il soggetto avverte inizio improvviso di intensa apprensione e paura, accompagnate da sintomi fisici come palpitazioni, respiro corto, dolori al petto, sensazioni di perdere il controllo o di diventare “pazzo”. Le fobie comportano stimolo specifico che dà inizio ad una reazione ansiosa o attacco di panico. I sintomi fobici includono anche evitamento di situazioni, di oggetti o di attività di stimolo che mettono in moto una reazione ansiosa. Agorafobia: ansia diffusa legata all’essere in posti o situazioni da cui potrebbe essere difficile o imbarazzante fuggire nel caso di inizio di attacco di panico o sintomi simili al panico. DISTURBO DI PANICO Ripresentarsi di attacchi di panico inaspettati seguiti da almeno un mese di paura di avere un altro attacco, preoccupazioni riguardanti conseguenze di altri attacchi o significative modificazioni comportamentali legate agli attacchi. L’episodio non è considerato reazione a stimolo. Non è dovuto a effetti di una sostanza o condizione medica generale. L’esordio è caratterizzato da improvvisi e intensi sentimenti di imminente pericolo o morte incombente e dal bisogno impellente di fuggire, che dura alcuni minuti. L’esordio tipico si ha nella tarda adolescenza o intorno ai 25 anni. - palpitazioni, tachicardia; sudorazione; tremori fini o grandi scosse; sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al petto; nausea o disturbi addominali; derealizzazione o depersonalizzazione; paura di perdere il controllo; paura di morire; parestesie; brividi. - ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi (essere fuori da soli, essere in mezzo alla folla o in coda, essere su un ponte, viaggiare in autobus); - le situazioni sono evitate con molto disagio o con ansia. FOBIA SPECIFICA Irragionevoli e persistenti paure di oggetti o situazioni identificabili, l’esposizione ai quali può causare reazione ansiosa o attacchi di panico. La situazione fobica è evitata o sopportata con tale ansia che c’è significativa interferenza nelle normali attività o marcato disagio legato al fatto di avere la fobia. - paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole provocata dalla presenza di un oggetto o situazione specifica; - esposizione a stimolo fobico provoca risposta ansiosa immediata; - la persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole; - la situazione fobica viene evitata o sopportata con intensa ansia; - negli individui al di sotto dei 18 anni, la durata è di almeno 6 mesi. FOBIA SOCIALE Marcata e persistente paura delle situazioni sociali in cui il soggetto è esposto a persone sconosciute o a possibile giudizio della propria prestazione. Il soggetto teme possibile umiliazione o imbarazzo per la propria reazione ansiosa durante l’esposizione sociale. Se la situazione è inevitabile, è sopportata con estremo disagio e terrore; ansia anticipatoria rafforza l’evitamento fobico. Nella maggior parte dei casi, il decorso è cronico. La diagnosi richiede che i soggetti con disturbo riconoscano irrazionalità della loro paura. I comportamenti di disagio possono includere la mancanza di gioco coi coetanei, troppa timidezza, rifiuto della scuola, evitamento di attività sociali appropriate all’età. Età di esordio superiore ai 2 anni e mezzo e può avvenire dopo l’inizio della scuola come reazione ad aumentate richieste di contatto sociale. Il malessere mostrato nella fobia sociale non esclude desiderio di amicizia e affetti. - paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionale nelle quali la persona è esposta a persone non familiari in modo umiliante o imbarazzante; - esposizione a situazione temuta quasi invariabilmente provoca ansia, che può assumere caratteristiche di attacco di panico; - la persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole; - situazioni temute sociali o prestazionale sono evitate o sopportate con intensa ansia. DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO Persistenza di ossessioni e compulsioni, anche se spesso queste si manifestano simultaneamente, nella maggior parte dei casi comportando troppa preoccupazione per l’ordine, il controllo, la perfezione, che causa significative interferenze con le attività normali. Le ossessioni sono pensieri ricorrenti e persistenti anche quando si cerca di ignorarli. Le compulsioni sono attività o comportamenti intenzionali e ripetitivi. Nella maggior parte dei casi, l’esordio è nell’adolescenza o nella prima età adulta; malattia cronica e invalidante. Ossessioni: - pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e che causano ansia o disagio marcati; --- la persona cerca di ignorare o sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini; --- la persona riconosce che pensieri, impulsi o immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente. Compulsioni: - comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere parole), che la persona si sente obbligata ad attuare in risposta a ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS Reazione di paura di un soggetto a un’esperienza specifica di stress estremo e al trauma psicologico che comporta pericolo concreto o minaccia di morte o di serie lesioni. DISTURBO ACUTO DA STRESS Ansia, sintomi dissociativi o di diversa natura che si manifestano entro un mese dall’esposizione ad un fattore traumatico estremo; questo fattore stressante deve aver comportato morte o minaccia di morte o gravi lesioni al soggetto o ad altri, che hanno causato reazioni di stremo orrore, paura o impotenza. Dopo il trauma, l’evento traumatico è insistentemente rivissuto (pensieri, sogni) e il soggetto cerca di evitare situazioni o attività che possano innescare questo ricordo. DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO Sentimenti pervasivi di preoccupazione o ansia resi evidenti da sintomi fisici che sono difficili da controllare e che persistono per minimo 6 mesi. L’alterazione non va diagnosticata se i sintomi ansiosi possono essere interamente spiegati da altro disturbo mentale. Comportamenti del bambino: irrequietezza, atteggiamenti nervosi, tendenze perfezionistiche, bisogno di rinforzo e approvazione. Si manifesta nei livelli socioeconomici superiori dove le aspettative verso le prestazioni sono alte. - ansia e preoccupazione eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi; - la persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione; - irrequietezza, facile affaticabilità, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, alterazioni del sonno. DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A CONDIZIONE MEDICA GENERALE Sintomi ansiosi sono direttamente attribuibili a effetti fisiologici di una condizione medica generale; Specificazioni: con ansia generalizzata, con attacchi di panico, con sintomi ossessivi – compulsivi. DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE Sintomi ansiosi sono dovuti a effetti fisiologici diretti di una sostanza (droga di abuso, farmaco, sostanza tossica) e al contesto in cui il sintomo si manifesta. Specificazioni: con ansia generalizzata, con attacchi di panico, con sintomi ossessivo – compulsivi, con esordio durante intossicazione, con esordio durante astinenza. MUTISMO SELETTIVO Incapacità di parlare in una o più importanti situazioni sociali, come a scuola, nonostante l’eloquio, sviluppo e comprensione del linguaggio siano adeguati. Il mutismo non è dovuto ad altro disturbo mentale; il disturbo deve essere abbastanza grave da interferire con progressi scolastici o lavorativi e sintomi devono persistere per almeno un mese, escluso il primo mese di scuola. Spesso ci sono alterazioni comportamentali associate; esordio intorno ai 5 anni. - costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche nonostante parlare sia possibile in altre situazioni; - anomalia interferisce con risultati scolastici o lavorativi; - durata dell’anomalia è di almeno un mese; - l’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce, o non si è a proprio agio. DISTURBO DELL’ADATTAMENTO E’ una reazione di disadattamento che si ha entro 3 mesi dall’esordio di un fattore stressante; fattori stressanti possono includere cambiamenti di scuola, separazione dei genitori o malattie di familiari. Durata superiore a 6 mesi dopo manifestazione. La diagnosi può essere fatta finché persiste il fattore stressante. Acuto: casi che durano meno di 6 mesi. Cronico: casi che durano 6 mesi o più. disturbo dell’adattamento con umore depresso; disturbo dell’adattamento con ansia; disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso misti; disturbo dell’adattamento con alterazione della condotta; disturbo dell’adattamento con alterazione mista dell’emotività e della condotta; disturbo dell’adattamento non specificato. - sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta ad una o più fattori stressanti che si ha entro 3 mesi dall’insorgenza del fattore o fattori stressanti; - marcato disagio che va al di là di quanto prevedibile in base all’esposizione al fattore stressante; - compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo; - sintomi non corrispondono a un lutto; una volta che il fattore stressante è stato superato, i sintomi non persistono per più di altri 6 mesi. DISTURBO DELL’IDENTITA’ DI GENERE La maggior parte dei disturbi dell’identità di genere non è oggetto di attenzione clinica prima dell’età adulta. • disturbo dell’identità di genere in bambini: incongruenza tra identità di genere e sesso anatomico; la definizione di identità di genere è correlata a manifestazione pubblica del ruolo di genere, che a sua volta è influenzato da percezione individuale del genere. Sintomi: persistente preferenza per genere opposto e disagio riguardante il proprio sesso; l’alterazione causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento. Età di esordio è spesso precoce. La presenza di qualsiasi altro disturbo è rara, ma possono esserci fobie o incubi persistenti. • disturbo dell’identità di genere in adolescenti o adulti: affermazioni del desiderio di appartenere all’altro sesso, desiderio di vivere o essere trattati come membri dell’altro sesso. Persistente malessere relativo al proprio genere o sensazione di inadeguatezza nel rappresentare comportamenti tipici di quel genere. - desiderio ripetutamente affermato di essere dell’altro sesso; - nei maschi, preferenza per travestismo o imitazione dell’abbigliamento femminile; - forti e persistenti preferenze per ruoli del sesso opposto nei giochi di simulazione; - intenso desiderio di partecipare ai tipici giochi e passatempi del sesso opposto