Le raccomandazioni dell`OMS

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DOCUMENTO WWF SU PREVENZIONE DIFFUSIONE INFLUENZA AVIARIA E
NECESSITÀ INTERVENTO CHIUSURA DELLA CACCIA ALLE ANATRE.
PREMESSA
L’influenza aviaria, che dal 2003 ha colpito alcuni Paesi del Sud Est Asiatico provocando sino
ad oggi oltre 60 morti tra la popolazione e l’abbattimento di più di 150 milioni di animali, si sta
progressivamente spostando verso ovest.
Dall’Aprile del 2005 casi di animali morti a causa del virus H5N1 si sono verificati in Cina
(aprile), Mongolia, Tibet, Russia e Kazakhstan. In questi due ultimi Paesi il virus ha già provocato
la morte di 11.000 animali d’allevamento e l’abbattimento di altri 130.000 per bloccare le
possibilità di espansione del contagio.
I vettori del virus sono stati gli uccelli migratori giunti dall’estremo oriente asiatico dove sono
stati contagiati dagli animali d’allevamento infetti. La forma a bassa patogenicità del virus è
endemica in molte specie di uccelli acquatici migratori (quali anatre e oche) ma può mutare in
forme particolarmente aggressive e contagiare l’avifauna locale attraverso la contaminazione
dell’acqua con deiezioni infette.
La FAO, a fine Agosto, ha reso pubblici documenti che evidenziano la necessità che tutti i
Paesi lungo le rotte migratorie – tra i quali l’Italia – attivino sistemi di sorveglianza anche sugli
animali selvatici, adottando tutte le misure necessarie affinché siano ridotti il più possibile e tenuti
sotto
controllo i contatti stretti tra esseri umani, uccelli d’allevamento ed avifauna selvatica
migratoria.
Ricordiamo che a tale scopo in Russia è stato decretato a scopo precauzionale il divieto di
caccia ai volatili nelle sette regioni interessate dall’infezione e che l’Olanda – unico Paese europeo
ad aver registrato nel 2003 un contagio che ha provocato 80 infetti, un morto e richiesto
l’abbattimento di 30 milioni di animali – ha decretato l’obbligo di mantenere al chiuso i volatili
d’allevamento per impedirne qualsiasi contatto con l’avifauna selvatica potenzialmente infetta.
Tali misure non appaiono sproporzionate se si considera che gli stessi esperti
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono che il virus dell’influenza aviaria ha il
potenziale per scatenare una pandemia, ovvero un’epidemia su scala mondiale dalle conseguenza
devastanti.
LE RAGIONI DI UN INTERVENTO MIRATO ED EFFICACE
Come abbiamo avuto modo di riferire in diverse occasioni, è apertamente riconosciuto che la
diffusione del virus potrebbe portare ad una situazione incontrollabile.
Per tali ragioni sia i Ministeri competenti che gli enti scientifici riconosciuti si stanno
occupando di trovare una soluzione anche in termini di prevenzione ed evitare in tal modo gli effetti
di questa malattia.
Si ricorda in proposito che l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica innanzitutto afferma che
la comparsa del virus è motivo di preoccupazione e attenzione.
Inoltre l’INFS, unico ente nazionale competente ad esprimersi sulla fauna selvatica e sulla
migrazione delle specie di avifauna, ha riconosciuto che gli uccelli acquatici fungono da serbatoio
per i virus dell’influenza aviaria, virus che possono avere effetti devastanti ove trasmessi al pollame
allevato.
Pur avendo riconosciuto che tale virus si trova soltanto nelle specie di anatre, ciononostante
uno dei diversi ceppi influenzali sono così diffusi che potrebbero in linea teorica, trovarsi in ogni
uccello catturato (vedi nota INFS pag. 2).
A ciò si aggiunga che l’Istituto individua il pericolo di contagio sia per le persone che
svolgono attività di inanellamento dei volatili migratori, ovvero per coloro che catturano tali
animali, sia per coloro che sono a contatto diretto con anatre e pollame domestico.
Per chiarire maggiormente la modalità di trasmissione del virus, l’Istituto afferma che “ove
non si catturino anatre o altre specie di uccelli acquatici, la percentuale di uccelli potenzialmente
infetti da un qualsiasi ceppo di influenza aviaria è da ritenersi estremamente bassa”.
Siccome, sostiene l’Ente scientifico qualsiasi uccello selvatico può veicolare ceppi di virus
dell’influenza aviaria che sono patogeni per il pollame allevato, è importante minimizzare il rischio
di trasferimento di materiale infetto dagli uccelli selvatici a quelli allevati.
L’INFS, in conclusione, invita a liberare tutte le anatre al momento utilizzate ai fini di
richiamo e sospenderne l’impiego fino a nuova comunicazione.
AZIONI DEL GOVERNO
Nell’intenzione di dimostrare che vi è un serio impegno da parte del Governo ed in particolare
del Ministro della Salute, sono state approvate diverse disposizioni normative relative alla
prevenzione del virus dell’influenza aviaria, alle vaccinazioni ed altro tipo di interventi.
A seguito dell’uscita delle raccomandazioni dell’OMS, è stata approvata un’ordinanza del
Ministero della Salute (del 26 agosto 2005 – misure di polizia veterinaria in materia di malattie
infettive e diffusive dei volatili da cortile) che ordina la registrazione delle aziende di volatili da
cortile e di conseguenza delle misure di quarantena e controllo nelle aziende stesse. A queste si
aggiunga l’obbligo di etichetta apposta su ogni singola confezione con l’indicazione specifica del
paese di provenienza.
A questa ordinanza è seguito un decreto legge approvato lo scorso venerdì 16 settembre nel
quale si individuano altri intervento per la prevenzione e per fronteggiare l’influenza aviaria e per
assicurare adeguate scorte di farmaci antivirali.
Nella relazione introduttiva si cita che il Ministero della salute ha acquisito con una spesa di
5.400000 euro, la prelazione per i prossimi 5 anni su 36 milioni di dosi si vaccino, disponibili entro
90 giorni dalla dichiarazione di epidemia dell’OMS (che rimane un tempo comunque lungo nel
quale la gente può considerarsi scoperta).
In caso di necessità il prezzo totale da spendere sarebbe di 150 milioni di euro.
Il decreto, invece, individua sostanzialmente come intervento urgente ed improcrastinabile la
costituzione all’interno del Ministero della Salute di un Unità centrale di crisi dotata di personale
organico da inserire ex novo nel ministero ed a tempo determinato. Sono perciò previsti 60 dirigenti
veterinari e 50 operatori tecnici con uno stanziamento di complessivi 5.200000 euro.
A tale intervento fa seguito un altro che si riferisce alla necessità di assicurare una scorta di
farmaci antivirali per una spesa di 50.000.000 euro di cui 500.000 destinati ad assicurare la
prevenzione del rischio per i cittadini residenti nelle aree di infezione.
A questo si aggiunga l’intervento costituito da un aumento di organico tra le file dei
Carabinieri per la tutela della salute pari a 96 unità di personale per una spesa di 4.500.000 annui
dal 2006.
PROPOSTE DEL WWF
Sulla base della situazione ed in virtù dei dati riscontrati dai maggiori enti scientifici nazionali
ed internazionali, a fronte dell’enorme stanziamento di somme per prevenire e controllare la
situazione ed evitare la pandemia, è pacifico che il Governo riconosce la pericolosità della
questione e che pertanto intenda fornire le migliori soluzioni possibili.
Su queste basi, allora riteniamo che per il momento
le misure che il Governo, ed in
particolare il Ministro della Salute, hanno predisposto non siano efficaci per prevenire la diffusione
del virus e probabilmente neanche sufficienti rispetto al controllo della diffusione del virus stesso.
Esse infatti sono solo misure dirette a intervenire sull’organico dei Ministeri e ad impegnarsi
per l’acquisto di vaccini con enorme esborso per lo Stato, senza sapere se mai si verificherà la
pandemia e senza adottare misure dirette al controllo delle specie di avifauna acquatica.
Il WWF ritiene piuttosto che sia necessario evitare intervenire con misure dirette innanzitutto
ad evitare la causa della malattia: il contatto dell’animale infetto con la persona.
È in questo ambito che emerge la necessità di intervenire nell’immediato sull’attività
venatoria, ovvero sulla revisione delle specie cacciabili escludendone le specie a rischio contagio.
Pur sapendo che il Ministero della Salute non è direttamente competente in materia,
ciononostante riteniamo non si possa esimere dall’invitare il Ministro delle Politiche agricole ad
intervenire in tal senso per ragioni di salute pubblica e per la necessaria responsabilità nei confronti
degli stessi cacciatori che continuano a rischiare il contagio al contatto con le prede da loro cacciate,
non tralasciando poi il fatto che possono aumentare il pericolo di diffusione anche a chi non
esercita la caccia ma si trova senza saperlo vicino ad esemplari di fauna malata o infetta.
Già da diversi anni la stretta collaborazione tra il WWF e gli esperti dell’Università di
Bologna e INFS che conducono studi sugli uccelli che sostano nelle nostre Oasi di Burano e
Orbetello, ha mostrato come gli uccelli migratori che provengono dai paesi dell’estremo oriente
possano essere vettori del virus dell’influenza aviaria, insieme ad anticorpi che ne limitano
l’infezione nell’animale. Prenderli a fucilate, però non serve a nulla: invece di selezionare gli
individui malati, si avrebbe solo una maggiore mobilità degli stormi e una più alta circolazione del
virus perché eliminerebbe animali che hanno sviluppato anticorpi. E’ piuttosto il serbatoio degli
animali allevati e immessi in natura a creare un potenziale volàno di sviluppo del virus in quanto
rappresenta un substrato ideale per il suo sviluppo (omogeneità genetica), una volta messi in
contatto animali allevati con quelli selvatici.
Ciò detto è urgente l’approvazione di una direttiva che parta dal Ministero della Salute di
concerto con il Ministero delle Politiche agricole che preveda la chiusura immediata della caccia
alle anatre e anseriformi fino al termine del pericolo di contagio dell’influenza aviaria.
Ufficio legale legislativo WWF Italia
20 Settembre 2005
ALLEGATI TECNICI
Schema di decreto legge concernente misure urgenti per fronteggiare l'influenza aviaria, le
malattie animali e le emergenze zoosanitarie e per assicurare adeguate scorte di farmaci
antivirali per prevenire il rischio di una pandemia influenzale) resentazione
Articolo
1
(Prevenzione e lotta contro l'influenza aviaria, le malattie degli animali e le relative
emergenze)resentazione
1. Ai fini del potenziamento e della razionalizzazione degli strumenti di lotta contro l'influenza
aviaria, le malattie animali e le emergenze zoo-sanitarie, nonché per incrementare le attività di
prevenzione, profilassi internazionale e controllo sanitario esercitato dagli uffici centrali e periferici
del Ministero della salute, è istituito presso il Ministero della salute - Direzione Generale della
Sanità Veterinaria e degli Alimenti, il Centro Nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie
animali che definisce e programma gli obiettivi e le strategie di controllo ed eradicazione delle
malattie e svolge, mediante l'Unità Centrale di Crisi, unica per tutte le malattie animali e raccordo
tecnico-operativo con le analoghe strutture regionali e locali, compiti di indirizzo, coordinamento e
verifica ispettiva anche per le finalità di profilassi internazionale, avvalendosi direttamente dei
Centri di referenza nazionale per le malattie animali, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, del
Centro di referenza nazionale per l'epidemiologia, del Dipartimento di Veterinaria dell'Istituto
Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, nonché delle Facoltà
Universitarie di Medicina Veterinaria e degli Organi della Sanità Militare. L'individuazione
dettagliata delle funzioni e dei compiti del Centro Nazionale, unitamente alla sua composizione e
organizzazione necessaria ad assicurarne il funzionamento, è effettuata con decreto del Ministro
della salute.
2. Con decreto del Ministro della salute e del Ministro delle politiche agricole e forestali sono
determinate le modalità di partecipazione alle attività del Centro e dell'Unità di crisi delle strutture
del Ministero delle politiche agricole e forestali e degli enti di ricerca ad esso collegati.
3. E' istituito presso il Ministero della salute il Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la
Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti, articolato in tre uffici di livello dirigenziale generale, con
il compito di provvedere alla riorganizzazione delle attività attribuite a detto Ministero dal decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive modificazioni in materia di sanità veterinaria e di
sicurezza degli alimenti.
4. Per garantire lo svolgimento dei compiti connessi alla prevenzione e alla lotta contro l'influenza
aviaria, le malattie degli animali e le relative emergenze il Ministero della salute è autorizzato a:
a) indire, concorsi pubblici mediante quiz preselettivi e successivi colloqui per il reclutamento, con
contratti a tempo determinato di durata triennale, di sessanta dirigenti veterinari di I livello;
b) bandire concorsi pubblici mediante quiz preselettivi e successivi colloqui per il reclutamento, con
contratti a tempo determinato di durata triennale, di cinquanta operatori del settore della
prevenzione, dell'assistenza e del controllo sanitario.
5. La dotazione organica del Ministero della salute, rideterminata ai sensi del comma 93
dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è incrementata di tre posti di dirigente di prima
fascia.
Articolo
(Modalità di costituzione di scorte nazionali di farmaci antivirali)
2
1. Al fine di fronteggiare il rischio di una pandemia influenzale è autorizzata, per l'anno 2005, la
spesa di 50.000.000 di Euro da destinare all'acquisto di farmaci antivirali, di cui 500.000 euro
destinati ad assicurare la prevenzione del rischio epidemico per i cittadini italiani residenti nelle
aree di infezione.
2. Con successivo accordo da stipulare, tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento
e di Bolzano, in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, ai sensi dell'articolo 4 del Decreto
Legislativo 28 agosto 1997 n. 281, sono definite le modalità di costituzione di analoghe scorte
regionali di farmaci antivirali.
Articolo
(Comando Carabinieri per la tutela della Salute)
3
1. Il Comando Carabinieri per la Salute assume la denominazione di "Comando Carabinieri per la
tutela della Salute".
2. Il Comando Carabinieri per la tutela della Salute è potenziato di 96 unità di personale, secondo la
tabella allegata alla presente legge, da considerare in soprannumero rispetto all'organico vigente
dell'Arma dei Carabinieri. A tal fine è autorizzato il ricorso ad arruolamenti straordinari per il
numero corrispondente di unità di personale, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 1, comma 95,
della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni.
3. Gli oneri connessi al trattamento economico fisso ed accessorio, compreso lo straordinario, del
personale di cui al comma 2, sono a carico del Ministero della salute, che provvederà anche al
versamento dei relativi oneri sociali.
4. Per gli scopi di cui al comma 2, è autorizzata la spesa di euro 4.500.000 annui a decorrere
dall'anno 2006.
Articolo
(Norma finanziaria)
4
1. Alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1, si provvede con i fondi previsti
dal comma 2 dell'articolo 1 del decreto legge 21 novembre 2000, n.335, convertito, con
modificazioni dalla legge 19 gennaio 2001, n.3. A tale fine dopo la lettera c-ter) del comma 1 del
citato
articolo
1
del
decreto
legge
335/00
è
aggiunta
la
seguente:
"c-quater) l'istituzione e il funzionamento del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le
malattie degli animali e dell'unità centrale di crisi, ivi comprese le spese di personale."
2. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 1, comma 3, e degli articoli 2 e 3, pari ad euro
50.000.000 per l'anno 2005 ed euro 10.200.000 a decorrere dall'anno 2006 si provvede, quanto ad
euro 50.000.000, per l'anno 2005, mediante riduzione del Fondo di riserva per le spese impreviste
iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il medesimo anno e
quanto ad euro 10.200.000 a decorrere dall'anno 2006, mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di
base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle
finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero
della salute.
3. Per le attività di prevenzione, profilassi internazionale e per i controlli sanitari in materia di
sicurezza alimentare, il Ministero della salute può derogare ai limiti previsti dall'art. 1, comma 9
della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
Le raccomandazioni dell'OMS
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente diffuso indicazioni comportamentali
destinate alla popolazione che vive nelle aree affette da influenza aviaria e nelle quali il pollame è
estremamente diffuso. Si tratta di comportamenti cautelativi che riguardano anche il contatto con
persone affette:
infatti, anche se fino ad ora non è dimostrato il contagio da uomo a uomo, l'OMS consiglia
comunque, di evitare contatti senza mezzi di protezione con persone malate o ricoverate per
influenza aviaria.
RACCOMANDAZIONI PER LE PERSONE CHE VIVONO IN AREE AFFETTE DA
INFLUENZA AVIARIA
(virus H5N1)
Raccomandazioni riguardanti i contatti con polli, anatre e altri volatili in aree dove è presente
il virus H5N1
• Le persone devono, per quanto possibile evitare i contatti con polli, anatre e altri volatili. I
bambini non devono avere contatti con polli e altri volatili infetti.
• Evitare di portare polli, anatre o altro pollame (vivo o morto) quando si va a far visita ad amici o
familiari, anche se il pollame è sano.
• Evitare contatti con allevamenti dove si sono verificati casi di animali malati, eliminati o
contagiati
da influenza aviaria .
• Se si entra in contatto con ambienti dove si sono verificati i casi sopra citati, è necessario lavare
bene le mani e controllare la temperatura corporea per sette giorni.
• In caso di temperatura superiore a 37,5 °, consultare il medico per il trattamento necessario.
• In caso di contatti con animali morti per influenza aviaria, consultare il proprio medico per
decidere il trattamento.
Animali domestici in area affetta da H5N1
• Se si posseggono volatili è importante conoscere come procedere nel caso debbano essere
soppressi o in caso di morte.
• Bisogna sapere come eliminarli e come pulire e bonificare lo spazio occupato dagli animali stessi.
• In caso di contatto con escrementi proteggersi con maschere, guanti, stivali di gomma.
• Se non si è dotati di queste protezioni cercare di utilizzare fazzoletti per bocca e naso, buste di
plastica per mani e scarpe, ecc.
• Utilizzare queste misure protettive per sopprimere il pollame, eliminare le carcasse e per ripulire
la zona infetta. Assicurarsi che non vi siano bambini presenti.
• Dopo la pulizia dell’area infetta, eliminare i dispositivi di protezione e lavarsi accuratamente le
mani, gli abiti e tutto il corpo.
• Possibilmente lavare gli abiti con acqua calda e sapone e lasciarli asciugare al sole. Eliminare
guanti, buste di plastica ed altro materiale a perdere.
• Pulire gli oggetti che possono essere riutilizzati quali stivali di gomma e occhiali di protezione.
• Lavare sempre le mani dopo aver manipolato questi oggetti.
Raccomandazioni sulle modalità di decontaminazione dello spazio occupato dagli animali
• Dopo la raccolta del pollame, l’area deve essere ripulita.
• Indossare le protezioni indicate prima di iniziare la pulizia.
• Raccogliere tutti gli escrementi e sotterrarli ad almeno un metro di profondità.
• Evitare di produrre troppa polvere che potrebbe raggiungere occhi, bocca e viso.
• Ripulire accuratamente l’area con acqua e detergente.
• Eliminare il materiale non riciclabile usato per proteggersi e lavare accuratamente quello
riutilizzabile.
• Lavarsi accuratamente mani, corpo e capelli.
• Lavare accuratamente gli abiti indossati durante l’operazione per evitare di ricontaminarsi.
• Asciugare gli abiti al sole.
• Ogni oggetto che può essere riutilizzato deve essere lavato molto bene. Per assicurarsi che siano
effettivamente puliti, effettuare un secondo lavaggio.
• Lavarsi sempre le mani dopo aver toccato oggetti contaminati.
Raccomandazioni per il trattamento di calzature contaminate
• Dopo aver camminato in aree contaminate come fattorie, cortili che ospitano volatili o mercati
dove si vende pollame, è necessario ripulire le calzature il più accuratamente possibile.
• Evitare di sporcarsi (soprattutto il viso) durante l’operazione di ripulitura delle scarpe. Indossare
guanti di plastica, coprirsi la bocca e proteggersi gli occhi.
• Non introdurre in casa scarpe o stivali senza averli prima ripuliti.
Raccomandazioni per le visite ad amici o familiari ricoverati
• Evitare contatti con i pazienti affetti da H5N1 specialmente quando sono contagiosi.
• Se si visita un paziente affetto da H5N1 seguire le norme stabilite dallo staff ospedaliero
indossando camici, mascherine, guanti, ecc.
• Indossare speciali protezioni quando si hanno contatti diretti con il paziente o con l’ambiente dove
il paziente soggiorna.
• Il kit di protezione comprende maschera, camice, guanti e occhiali.
• Informarsi sul modo di utilizzare le protezioni (es. come indossare la maschera sul viso, ecc.)
• Quando si lascia la stanza del paziente affetto da H5N1 è necessario togliersi le protezioni e
lavarsi bene le mani almeno per 90 secondi con sapone e acqua.
Raccomandazioni per le malattie respiratorie
• Chiunque manifesti una sindrome influenzale deve prestare attenzione alle secrezioni del naso e
della bocca.
• I bambini sono portati a toccarsi la faccia, gli occhi e la bocca con le mani sporche. Insegnare loro
l’importanza di lavarsi le mani dopo aver tossito, starnutito e dopo aver giocato.
• Coprirsi naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, utilizzando un fazzoletto che va
eliminato dopo l’uso e insegnare ai bambini a fare lo stesso.
• Lavarsi sempre le mani dopo ogni contatto con le secrezioni delle vie respiratorie poiché in questo
modo si può propagare la malattia.
• Fare attenzione alle secrezioni delle vie respiratorie (tosse, starnuto) quando ci sono altre
persone presenti, specialmente bambini piccoli.
• E’ preferibile evitare il contatto con persone a rischio piuttosto che rischiare il contagio (bambini,
persone malate di altre patologie) sino alla remissione dei sintomi di sindrome influenzale.
• Rivolgersi al medico quando sono presenti sintomi .
• Evitare contatti con secrezioni di persone che manifestano sintomi di sindrome influenzale
• Coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce utilizzando un fazzoletto.
(Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità)
ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA “ALESSANDRO GHIGI”
40064 OZZANO EMILIA (BO) - Via Ca’ Fornacetta, 9 - Tel. 051/6512111 - Telefax
051/796628 - C.F. 80011410372
Prot. 6478 / TC-10 Ozzano Emilia, 02.09.2005
OGGETTO: Virus dell’influenza aviaria ed attività di inanellamento.
A tutti i titolari di autorizzazione all’inanellamento
Loro indirizzi
La comparsa del virus dell’influenza aviaria è stata ampiamente riportata sui media in
queste settimane ed è motivo di attenzione e preoccupazione.
Per quanto concerne le nostre attività, è importante che gli inanellatori siano consapevoli
dei potenziali rischi legati a questo virus per la propria salute e per quella di altri, e che
essi prendano tutte le possibili precauzioni per minimizzarli.
L’influenza aviaria è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i
sistemi respiratorio, digestivo o nervoso negli uccelli. Esistono due forme della
malattia, con bassa (LPAI) o alta (HPAI) patogenicità negli uccelli. La forma a
bassa patogenicità del virus è endemica in molte specie , ma è particolarmente
frequente negli uccelli acquatici (es., anatre, oche ed anche gabbiani), i quali possono
essere affetti dal virus senza mostrarne i sintomi. Occasionalmente, forme a
bassa patogenicità (H5 e H7) mutano, diventando altamente patogene. Di recente
una nuova forma, particolarmente aggressiva, di HPAI (il ceppo H5N1), originata
negli allevamenti all’aperto di pollame nel Sud Est Asiatico, si è trasmessa a
popolazioni selvatiche di uccelli migratori acquatici, con casi di mortalità
segnalati in Cina ed Asia centrale (Siberia sudoccidentale, Kazakhistan e
Mongolia). Almeno in un caso, seppur dubbio, (Hövsgol, Mongolia), parrebbe che
gli uccelli acquatici veicolassero il virus senza aver avuto apparente contatto con
pollame domestico. I casi di mortalità umana legati a questo virus sono finora
stati riscontrati solo in addetti degli allevamenti. Finora non è mai stato segnalato
il trasferimento del virus da uomo ad uomo.
Gli uccelli acquatici fungono da serbatoio per i virus dell’influenza aviaria, i quali
possono avere effetti devastanti ove trasmessi al pollame allevato. Comunque, anche in
quelle specie di anatre nelle quali il virus è particolarmente frequente, i tassi di infezione
sono bassi, e possono variare stagionalmente e geograficamente. Il virus infettivo può
essere escreto con le feci e sopravvivere a lungo nell’acqua.
In linea teorica uno dei diversi ceppi di virus influenzale può essere presente in qualsiasi
uccello catturato a scopo di inanellamento. E’ anche opportuno ricordare che ceppi virali
di influenza aviaria sono presenti in forma endemica nel nostro Paese da anni, senza
aver causato alcun problema nell’uomo; è infatti solo il ceppo H5N1 ad essere fortemente
patogeno per la nostra specie. Va inoltre sottolineato come tutte le informazioni finora
disponibili segnalino solo alcune specie di uccelli acquatici quali potenziali ospiti del
virus H5N1.
E’ comunque bene prendere in giusta considerazione i potenziali rischi legati allo
svolgimento dell’attività di inanellamento; questi sono riconducibili a due problematiche:
a) rischi per l’inanellatore che maneggia gli uccelli,
b) rischi di trasferimento alle anatre o al pollame domestici.
a) Rischi per l’inanellatore
Ove non si catturino anatre o altre specie di uccelli acquatici, la percentuale di
uccelli potenzialmente infetti da un qualsiasi ceppo di virus di influenza aviaria
presente nelle loro feci è da ritenersi estremamente bassa . Il virus dell’influenza
aviaria ha apparentemente un’infettività molto bassa per l’uomo: tutti i casi documentati
si riferiscono al trasferimento da anatre o polli allevati a persone che avevano avuto
contatti frequenti e ripetuti con questi ultimi.
In questi casi il percorso infettivo non è noto, ma potrebbe basarsi sul contatto
prolungato con uccelli allevati infetti, a causa dell’elevatissima carica virale ambientale in
questi allevamenti.
E’ possibile che l’esposizione al virus dell’influenza aviaria da uccelli infetti avvenga per
tramite delle feci. Specifici esperimenti hanno dimostrato che il virus dell’influenza
aviaria non sopravvive a lungo nelle feci degli uccelli (fino ad una settimana, a seconda
della temperatura), e può essere rapidamente distrutto con l’esposizione a temperature
moderate (56°C).
Per rimuovere il rischio di infezione con virus dell’influenza aviaria si consiglia agli
inanellatori di lavare regolarmente ad alta temperatura (60°C o più, per almeno 30
minuti) i sacchetti per uccelli, tenendoli separati da indumenti, biancheria, ecc. Anche
altri apparati per la cattura, quali trappole, nasse, ecc. possono essere fonte di
trasmissione del virus, e andranno anch’essi tenuti puliti.
Quindi, le norme che è necessario comunque adottare regolarmente nelle operazioni di
inanellamento (da parte di inanellatori titolari, aspiranti, collaboratori ed aiutanti)
dovrebbero essere sufficienti a minimizzare qualsiasi rischio di infezione con virus di
influenza aviaria. Si ribadisce quindi l’assoluta necessità di evitare di inalare polvere che
origini da feci secche (ad esempio nel pulire i sacchetti), ricordarsi di disinfettare
regolarmente le mani nel corso delle sedute di inanellamento, non poggiare alimenti sul
tavolo sul quale si inanella, disinfettarsi accuratamente le mani prima di mangiare,
prestare in generale attenzione alla pulizia dell’ambiente nel quale si opera, ecc.
b) Rischio di trasferimento
Siccome qualsiasi uccello selvatico può veicolare ceppi di virus dell’influenza
aviaria che sono patogeni per il pollame allevato pur avendo una bassa
patogenicità per gli uccelli selvatici, è importante minimizzare il rischio di
trasferimento di materiale infetto dagli uccelli selvatici a quelli allevati.
Ciò è particolarmente vero nel caso di inanellatori che catturano regolarmente
anatre o altri uccelli acquatici. Quindi l’attrezzatura usata per catturare ed
inanellare non dovrebbe essere portata in allevamenti di pollame o usata/riposta
nelle vicinanze di pollame allevato, senza che il materiale sia stato prima
sterilizzato (60° per almeno 10 minuti, per inattivare qualsiasi virus influenzale).
Calzature e vestiti usati nel corso di operazioni di cattura di uccelli acquatici
dovrebbero anche essere puliti (vedi sopra) prima di essere portati all’interno o
nelle vicinanze di allevamenti avicoli.
Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti gli inanellatori di seguire attentamente
queste indicazioni indipendentemente dal caso contingente; il nostro Istituto è
costantemente aggiornato sugli sviluppi delle conoscenze relative al virus H5N1,
ed informerà la comunità degli inanellatori in merito a qualsiasi ulteriore notizia
rilevante o indicazione pratica.
Contestualmente si richiede che gli inanellatori attualmente autorizzati ad
utilizzare anatre germanate vive quali richiami per la cattura di anatidi in gabbie
ad ingresso rimuovano immediatamente questi uccelli, sospendendone l’impiego
fino a nuova comunicazione.
F.to IL DIRIGENTE RESPONSABILE
Dott. Fernando Spina
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