DOCUMENTO WWF SU PREVENZIONE DIFFUSIONE INFLUENZA AVIARIA E NECESSITÀ INTERVENTO CHIUSURA DELLA CACCIA ALLE ANATRE. PREMESSA L’influenza aviaria, che dal 2003 ha colpito alcuni Paesi del Sud Est Asiatico provocando sino ad oggi oltre 60 morti tra la popolazione e l’abbattimento di più di 150 milioni di animali, si sta progressivamente spostando verso ovest. Dall’Aprile del 2005 casi di animali morti a causa del virus H5N1 si sono verificati in Cina (aprile), Mongolia, Tibet, Russia e Kazakhstan. In questi due ultimi Paesi il virus ha già provocato la morte di 11.000 animali d’allevamento e l’abbattimento di altri 130.000 per bloccare le possibilità di espansione del contagio. I vettori del virus sono stati gli uccelli migratori giunti dall’estremo oriente asiatico dove sono stati contagiati dagli animali d’allevamento infetti. La forma a bassa patogenicità del virus è endemica in molte specie di uccelli acquatici migratori (quali anatre e oche) ma può mutare in forme particolarmente aggressive e contagiare l’avifauna locale attraverso la contaminazione dell’acqua con deiezioni infette. La FAO, a fine Agosto, ha reso pubblici documenti che evidenziano la necessità che tutti i Paesi lungo le rotte migratorie – tra i quali l’Italia – attivino sistemi di sorveglianza anche sugli animali selvatici, adottando tutte le misure necessarie affinché siano ridotti il più possibile e tenuti sotto controllo i contatti stretti tra esseri umani, uccelli d’allevamento ed avifauna selvatica migratoria. Ricordiamo che a tale scopo in Russia è stato decretato a scopo precauzionale il divieto di caccia ai volatili nelle sette regioni interessate dall’infezione e che l’Olanda – unico Paese europeo ad aver registrato nel 2003 un contagio che ha provocato 80 infetti, un morto e richiesto l’abbattimento di 30 milioni di animali – ha decretato l’obbligo di mantenere al chiuso i volatili d’allevamento per impedirne qualsiasi contatto con l’avifauna selvatica potenzialmente infetta. Tali misure non appaiono sproporzionate se si considera che gli stessi esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono che il virus dell’influenza aviaria ha il potenziale per scatenare una pandemia, ovvero un’epidemia su scala mondiale dalle conseguenza devastanti. LE RAGIONI DI UN INTERVENTO MIRATO ED EFFICACE Come abbiamo avuto modo di riferire in diverse occasioni, è apertamente riconosciuto che la diffusione del virus potrebbe portare ad una situazione incontrollabile. Per tali ragioni sia i Ministeri competenti che gli enti scientifici riconosciuti si stanno occupando di trovare una soluzione anche in termini di prevenzione ed evitare in tal modo gli effetti di questa malattia. Si ricorda in proposito che l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica innanzitutto afferma che la comparsa del virus è motivo di preoccupazione e attenzione. Inoltre l’INFS, unico ente nazionale competente ad esprimersi sulla fauna selvatica e sulla migrazione delle specie di avifauna, ha riconosciuto che gli uccelli acquatici fungono da serbatoio per i virus dell’influenza aviaria, virus che possono avere effetti devastanti ove trasmessi al pollame allevato. Pur avendo riconosciuto che tale virus si trova soltanto nelle specie di anatre, ciononostante uno dei diversi ceppi influenzali sono così diffusi che potrebbero in linea teorica, trovarsi in ogni uccello catturato (vedi nota INFS pag. 2). A ciò si aggiunga che l’Istituto individua il pericolo di contagio sia per le persone che svolgono attività di inanellamento dei volatili migratori, ovvero per coloro che catturano tali animali, sia per coloro che sono a contatto diretto con anatre e pollame domestico. Per chiarire maggiormente la modalità di trasmissione del virus, l’Istituto afferma che “ove non si catturino anatre o altre specie di uccelli acquatici, la percentuale di uccelli potenzialmente infetti da un qualsiasi ceppo di influenza aviaria è da ritenersi estremamente bassa”. Siccome, sostiene l’Ente scientifico qualsiasi uccello selvatico può veicolare ceppi di virus dell’influenza aviaria che sono patogeni per il pollame allevato, è importante minimizzare il rischio di trasferimento di materiale infetto dagli uccelli selvatici a quelli allevati. L’INFS, in conclusione, invita a liberare tutte le anatre al momento utilizzate ai fini di richiamo e sospenderne l’impiego fino a nuova comunicazione. AZIONI DEL GOVERNO Nell’intenzione di dimostrare che vi è un serio impegno da parte del Governo ed in particolare del Ministro della Salute, sono state approvate diverse disposizioni normative relative alla prevenzione del virus dell’influenza aviaria, alle vaccinazioni ed altro tipo di interventi. A seguito dell’uscita delle raccomandazioni dell’OMS, è stata approvata un’ordinanza del Ministero della Salute (del 26 agosto 2005 – misure di polizia veterinaria in materia di malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile) che ordina la registrazione delle aziende di volatili da cortile e di conseguenza delle misure di quarantena e controllo nelle aziende stesse. A queste si aggiunga l’obbligo di etichetta apposta su ogni singola confezione con l’indicazione specifica del paese di provenienza. A questa ordinanza è seguito un decreto legge approvato lo scorso venerdì 16 settembre nel quale si individuano altri intervento per la prevenzione e per fronteggiare l’influenza aviaria e per assicurare adeguate scorte di farmaci antivirali. Nella relazione introduttiva si cita che il Ministero della salute ha acquisito con una spesa di 5.400000 euro, la prelazione per i prossimi 5 anni su 36 milioni di dosi si vaccino, disponibili entro 90 giorni dalla dichiarazione di epidemia dell’OMS (che rimane un tempo comunque lungo nel quale la gente può considerarsi scoperta). In caso di necessità il prezzo totale da spendere sarebbe di 150 milioni di euro. Il decreto, invece, individua sostanzialmente come intervento urgente ed improcrastinabile la costituzione all’interno del Ministero della Salute di un Unità centrale di crisi dotata di personale organico da inserire ex novo nel ministero ed a tempo determinato. Sono perciò previsti 60 dirigenti veterinari e 50 operatori tecnici con uno stanziamento di complessivi 5.200000 euro. A tale intervento fa seguito un altro che si riferisce alla necessità di assicurare una scorta di farmaci antivirali per una spesa di 50.000.000 euro di cui 500.000 destinati ad assicurare la prevenzione del rischio per i cittadini residenti nelle aree di infezione. A questo si aggiunga l’intervento costituito da un aumento di organico tra le file dei Carabinieri per la tutela della salute pari a 96 unità di personale per una spesa di 4.500.000 annui dal 2006. PROPOSTE DEL WWF Sulla base della situazione ed in virtù dei dati riscontrati dai maggiori enti scientifici nazionali ed internazionali, a fronte dell’enorme stanziamento di somme per prevenire e controllare la situazione ed evitare la pandemia, è pacifico che il Governo riconosce la pericolosità della questione e che pertanto intenda fornire le migliori soluzioni possibili. Su queste basi, allora riteniamo che per il momento le misure che il Governo, ed in particolare il Ministro della Salute, hanno predisposto non siano efficaci per prevenire la diffusione del virus e probabilmente neanche sufficienti rispetto al controllo della diffusione del virus stesso. Esse infatti sono solo misure dirette a intervenire sull’organico dei Ministeri e ad impegnarsi per l’acquisto di vaccini con enorme esborso per lo Stato, senza sapere se mai si verificherà la pandemia e senza adottare misure dirette al controllo delle specie di avifauna acquatica. Il WWF ritiene piuttosto che sia necessario evitare intervenire con misure dirette innanzitutto ad evitare la causa della malattia: il contatto dell’animale infetto con la persona. È in questo ambito che emerge la necessità di intervenire nell’immediato sull’attività venatoria, ovvero sulla revisione delle specie cacciabili escludendone le specie a rischio contagio. Pur sapendo che il Ministero della Salute non è direttamente competente in materia, ciononostante riteniamo non si possa esimere dall’invitare il Ministro delle Politiche agricole ad intervenire in tal senso per ragioni di salute pubblica e per la necessaria responsabilità nei confronti degli stessi cacciatori che continuano a rischiare il contagio al contatto con le prede da loro cacciate, non tralasciando poi il fatto che possono aumentare il pericolo di diffusione anche a chi non esercita la caccia ma si trova senza saperlo vicino ad esemplari di fauna malata o infetta. Già da diversi anni la stretta collaborazione tra il WWF e gli esperti dell’Università di Bologna e INFS che conducono studi sugli uccelli che sostano nelle nostre Oasi di Burano e Orbetello, ha mostrato come gli uccelli migratori che provengono dai paesi dell’estremo oriente possano essere vettori del virus dell’influenza aviaria, insieme ad anticorpi che ne limitano l’infezione nell’animale. Prenderli a fucilate, però non serve a nulla: invece di selezionare gli individui malati, si avrebbe solo una maggiore mobilità degli stormi e una più alta circolazione del virus perché eliminerebbe animali che hanno sviluppato anticorpi. E’ piuttosto il serbatoio degli animali allevati e immessi in natura a creare un potenziale volàno di sviluppo del virus in quanto rappresenta un substrato ideale per il suo sviluppo (omogeneità genetica), una volta messi in contatto animali allevati con quelli selvatici. Ciò detto è urgente l’approvazione di una direttiva che parta dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero delle Politiche agricole che preveda la chiusura immediata della caccia alle anatre e anseriformi fino al termine del pericolo di contagio dell’influenza aviaria. Ufficio legale legislativo WWF Italia 20 Settembre 2005 ALLEGATI TECNICI Schema di decreto legge concernente misure urgenti per fronteggiare l'influenza aviaria, le malattie animali e le emergenze zoosanitarie e per assicurare adeguate scorte di farmaci antivirali per prevenire il rischio di una pandemia influenzale) resentazione Articolo 1 (Prevenzione e lotta contro l'influenza aviaria, le malattie degli animali e le relative emergenze)resentazione 1. Ai fini del potenziamento e della razionalizzazione degli strumenti di lotta contro l'influenza aviaria, le malattie animali e le emergenze zoo-sanitarie, nonché per incrementare le attività di prevenzione, profilassi internazionale e controllo sanitario esercitato dagli uffici centrali e periferici del Ministero della salute, è istituito presso il Ministero della salute - Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti, il Centro Nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali che definisce e programma gli obiettivi e le strategie di controllo ed eradicazione delle malattie e svolge, mediante l'Unità Centrale di Crisi, unica per tutte le malattie animali e raccordo tecnico-operativo con le analoghe strutture regionali e locali, compiti di indirizzo, coordinamento e verifica ispettiva anche per le finalità di profilassi internazionale, avvalendosi direttamente dei Centri di referenza nazionale per le malattie animali, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, del Centro di referenza nazionale per l'epidemiologia, del Dipartimento di Veterinaria dell'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, nonché delle Facoltà Universitarie di Medicina Veterinaria e degli Organi della Sanità Militare. L'individuazione dettagliata delle funzioni e dei compiti del Centro Nazionale, unitamente alla sua composizione e organizzazione necessaria ad assicurarne il funzionamento, è effettuata con decreto del Ministro della salute. 2. Con decreto del Ministro della salute e del Ministro delle politiche agricole e forestali sono determinate le modalità di partecipazione alle attività del Centro e dell'Unità di crisi delle strutture del Ministero delle politiche agricole e forestali e degli enti di ricerca ad esso collegati. 3. E' istituito presso il Ministero della salute il Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli Alimenti, articolato in tre uffici di livello dirigenziale generale, con il compito di provvedere alla riorganizzazione delle attività attribuite a detto Ministero dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive modificazioni in materia di sanità veterinaria e di sicurezza degli alimenti. 4. Per garantire lo svolgimento dei compiti connessi alla prevenzione e alla lotta contro l'influenza aviaria, le malattie degli animali e le relative emergenze il Ministero della salute è autorizzato a: a) indire, concorsi pubblici mediante quiz preselettivi e successivi colloqui per il reclutamento, con contratti a tempo determinato di durata triennale, di sessanta dirigenti veterinari di I livello; b) bandire concorsi pubblici mediante quiz preselettivi e successivi colloqui per il reclutamento, con contratti a tempo determinato di durata triennale, di cinquanta operatori del settore della prevenzione, dell'assistenza e del controllo sanitario. 5. La dotazione organica del Ministero della salute, rideterminata ai sensi del comma 93 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è incrementata di tre posti di dirigente di prima fascia. Articolo (Modalità di costituzione di scorte nazionali di farmaci antivirali) 2 1. Al fine di fronteggiare il rischio di una pandemia influenzale è autorizzata, per l'anno 2005, la spesa di 50.000.000 di Euro da destinare all'acquisto di farmaci antivirali, di cui 500.000 euro destinati ad assicurare la prevenzione del rischio epidemico per i cittadini italiani residenti nelle aree di infezione. 2. Con successivo accordo da stipulare, tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, ai sensi dell'articolo 4 del Decreto Legislativo 28 agosto 1997 n. 281, sono definite le modalità di costituzione di analoghe scorte regionali di farmaci antivirali. Articolo (Comando Carabinieri per la tutela della Salute) 3 1. Il Comando Carabinieri per la Salute assume la denominazione di "Comando Carabinieri per la tutela della Salute". 2. Il Comando Carabinieri per la tutela della Salute è potenziato di 96 unità di personale, secondo la tabella allegata alla presente legge, da considerare in soprannumero rispetto all'organico vigente dell'Arma dei Carabinieri. A tal fine è autorizzato il ricorso ad arruolamenti straordinari per il numero corrispondente di unità di personale, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni. 3. Gli oneri connessi al trattamento economico fisso ed accessorio, compreso lo straordinario, del personale di cui al comma 2, sono a carico del Ministero della salute, che provvederà anche al versamento dei relativi oneri sociali. 4. Per gli scopi di cui al comma 2, è autorizzata la spesa di euro 4.500.000 annui a decorrere dall'anno 2006. Articolo (Norma finanziaria) 4 1. Alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1, si provvede con i fondi previsti dal comma 2 dell'articolo 1 del decreto legge 21 novembre 2000, n.335, convertito, con modificazioni dalla legge 19 gennaio 2001, n.3. A tale fine dopo la lettera c-ter) del comma 1 del citato articolo 1 del decreto legge 335/00 è aggiunta la seguente: "c-quater) l'istituzione e il funzionamento del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie degli animali e dell'unità centrale di crisi, ivi comprese le spese di personale." 2. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 1, comma 3, e degli articoli 2 e 3, pari ad euro 50.000.000 per l'anno 2005 ed euro 10.200.000 a decorrere dall'anno 2006 si provvede, quanto ad euro 50.000.000, per l'anno 2005, mediante riduzione del Fondo di riserva per le spese impreviste iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il medesimo anno e quanto ad euro 10.200.000 a decorrere dall'anno 2006, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della salute. 3. Per le attività di prevenzione, profilassi internazionale e per i controlli sanitari in materia di sicurezza alimentare, il Ministero della salute può derogare ai limiti previsti dall'art. 1, comma 9 della legge 30 dicembre 2004, n. 311. 4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Le raccomandazioni dell'OMS L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente diffuso indicazioni comportamentali destinate alla popolazione che vive nelle aree affette da influenza aviaria e nelle quali il pollame è estremamente diffuso. Si tratta di comportamenti cautelativi che riguardano anche il contatto con persone affette: infatti, anche se fino ad ora non è dimostrato il contagio da uomo a uomo, l'OMS consiglia comunque, di evitare contatti senza mezzi di protezione con persone malate o ricoverate per influenza aviaria. RACCOMANDAZIONI PER LE PERSONE CHE VIVONO IN AREE AFFETTE DA INFLUENZA AVIARIA (virus H5N1) Raccomandazioni riguardanti i contatti con polli, anatre e altri volatili in aree dove è presente il virus H5N1 • Le persone devono, per quanto possibile evitare i contatti con polli, anatre e altri volatili. I bambini non devono avere contatti con polli e altri volatili infetti. • Evitare di portare polli, anatre o altro pollame (vivo o morto) quando si va a far visita ad amici o familiari, anche se il pollame è sano. • Evitare contatti con allevamenti dove si sono verificati casi di animali malati, eliminati o contagiati da influenza aviaria . • Se si entra in contatto con ambienti dove si sono verificati i casi sopra citati, è necessario lavare bene le mani e controllare la temperatura corporea per sette giorni. • In caso di temperatura superiore a 37,5 °, consultare il medico per il trattamento necessario. • In caso di contatti con animali morti per influenza aviaria, consultare il proprio medico per decidere il trattamento. Animali domestici in area affetta da H5N1 • Se si posseggono volatili è importante conoscere come procedere nel caso debbano essere soppressi o in caso di morte. • Bisogna sapere come eliminarli e come pulire e bonificare lo spazio occupato dagli animali stessi. • In caso di contatto con escrementi proteggersi con maschere, guanti, stivali di gomma. • Se non si è dotati di queste protezioni cercare di utilizzare fazzoletti per bocca e naso, buste di plastica per mani e scarpe, ecc. • Utilizzare queste misure protettive per sopprimere il pollame, eliminare le carcasse e per ripulire la zona infetta. Assicurarsi che non vi siano bambini presenti. • Dopo la pulizia dell’area infetta, eliminare i dispositivi di protezione e lavarsi accuratamente le mani, gli abiti e tutto il corpo. • Possibilmente lavare gli abiti con acqua calda e sapone e lasciarli asciugare al sole. Eliminare guanti, buste di plastica ed altro materiale a perdere. • Pulire gli oggetti che possono essere riutilizzati quali stivali di gomma e occhiali di protezione. • Lavare sempre le mani dopo aver manipolato questi oggetti. Raccomandazioni sulle modalità di decontaminazione dello spazio occupato dagli animali • Dopo la raccolta del pollame, l’area deve essere ripulita. • Indossare le protezioni indicate prima di iniziare la pulizia. • Raccogliere tutti gli escrementi e sotterrarli ad almeno un metro di profondità. • Evitare di produrre troppa polvere che potrebbe raggiungere occhi, bocca e viso. • Ripulire accuratamente l’area con acqua e detergente. • Eliminare il materiale non riciclabile usato per proteggersi e lavare accuratamente quello riutilizzabile. • Lavarsi accuratamente mani, corpo e capelli. • Lavare accuratamente gli abiti indossati durante l’operazione per evitare di ricontaminarsi. • Asciugare gli abiti al sole. • Ogni oggetto che può essere riutilizzato deve essere lavato molto bene. Per assicurarsi che siano effettivamente puliti, effettuare un secondo lavaggio. • Lavarsi sempre le mani dopo aver toccato oggetti contaminati. Raccomandazioni per il trattamento di calzature contaminate • Dopo aver camminato in aree contaminate come fattorie, cortili che ospitano volatili o mercati dove si vende pollame, è necessario ripulire le calzature il più accuratamente possibile. • Evitare di sporcarsi (soprattutto il viso) durante l’operazione di ripulitura delle scarpe. Indossare guanti di plastica, coprirsi la bocca e proteggersi gli occhi. • Non introdurre in casa scarpe o stivali senza averli prima ripuliti. Raccomandazioni per le visite ad amici o familiari ricoverati • Evitare contatti con i pazienti affetti da H5N1 specialmente quando sono contagiosi. • Se si visita un paziente affetto da H5N1 seguire le norme stabilite dallo staff ospedaliero indossando camici, mascherine, guanti, ecc. • Indossare speciali protezioni quando si hanno contatti diretti con il paziente o con l’ambiente dove il paziente soggiorna. • Il kit di protezione comprende maschera, camice, guanti e occhiali. • Informarsi sul modo di utilizzare le protezioni (es. come indossare la maschera sul viso, ecc.) • Quando si lascia la stanza del paziente affetto da H5N1 è necessario togliersi le protezioni e lavarsi bene le mani almeno per 90 secondi con sapone e acqua. Raccomandazioni per le malattie respiratorie • Chiunque manifesti una sindrome influenzale deve prestare attenzione alle secrezioni del naso e della bocca. • I bambini sono portati a toccarsi la faccia, gli occhi e la bocca con le mani sporche. Insegnare loro l’importanza di lavarsi le mani dopo aver tossito, starnutito e dopo aver giocato. • Coprirsi naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, utilizzando un fazzoletto che va eliminato dopo l’uso e insegnare ai bambini a fare lo stesso. • Lavarsi sempre le mani dopo ogni contatto con le secrezioni delle vie respiratorie poiché in questo modo si può propagare la malattia. • Fare attenzione alle secrezioni delle vie respiratorie (tosse, starnuto) quando ci sono altre persone presenti, specialmente bambini piccoli. • E’ preferibile evitare il contatto con persone a rischio piuttosto che rischiare il contagio (bambini, persone malate di altre patologie) sino alla remissione dei sintomi di sindrome influenzale. • Rivolgersi al medico quando sono presenti sintomi . • Evitare contatti con secrezioni di persone che manifestano sintomi di sindrome influenzale • Coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce utilizzando un fazzoletto. (Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità) ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA “ALESSANDRO GHIGI” 40064 OZZANO EMILIA (BO) - Via Ca’ Fornacetta, 9 - Tel. 051/6512111 - Telefax 051/796628 - C.F. 80011410372 Prot. 6478 / TC-10 Ozzano Emilia, 02.09.2005 OGGETTO: Virus dell’influenza aviaria ed attività di inanellamento. A tutti i titolari di autorizzazione all’inanellamento Loro indirizzi La comparsa del virus dell’influenza aviaria è stata ampiamente riportata sui media in queste settimane ed è motivo di attenzione e preoccupazione. Per quanto concerne le nostre attività, è importante che gli inanellatori siano consapevoli dei potenziali rischi legati a questo virus per la propria salute e per quella di altri, e che essi prendano tutte le possibili precauzioni per minimizzarli. L’influenza aviaria è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i sistemi respiratorio, digestivo o nervoso negli uccelli. Esistono due forme della malattia, con bassa (LPAI) o alta (HPAI) patogenicità negli uccelli. La forma a bassa patogenicità del virus è endemica in molte specie , ma è particolarmente frequente negli uccelli acquatici (es., anatre, oche ed anche gabbiani), i quali possono essere affetti dal virus senza mostrarne i sintomi. Occasionalmente, forme a bassa patogenicità (H5 e H7) mutano, diventando altamente patogene. Di recente una nuova forma, particolarmente aggressiva, di HPAI (il ceppo H5N1), originata negli allevamenti all’aperto di pollame nel Sud Est Asiatico, si è trasmessa a popolazioni selvatiche di uccelli migratori acquatici, con casi di mortalità segnalati in Cina ed Asia centrale (Siberia sudoccidentale, Kazakhistan e Mongolia). Almeno in un caso, seppur dubbio, (Hövsgol, Mongolia), parrebbe che gli uccelli acquatici veicolassero il virus senza aver avuto apparente contatto con pollame domestico. I casi di mortalità umana legati a questo virus sono finora stati riscontrati solo in addetti degli allevamenti. Finora non è mai stato segnalato il trasferimento del virus da uomo ad uomo. Gli uccelli acquatici fungono da serbatoio per i virus dell’influenza aviaria, i quali possono avere effetti devastanti ove trasmessi al pollame allevato. Comunque, anche in quelle specie di anatre nelle quali il virus è particolarmente frequente, i tassi di infezione sono bassi, e possono variare stagionalmente e geograficamente. Il virus infettivo può essere escreto con le feci e sopravvivere a lungo nell’acqua. In linea teorica uno dei diversi ceppi di virus influenzale può essere presente in qualsiasi uccello catturato a scopo di inanellamento. E’ anche opportuno ricordare che ceppi virali di influenza aviaria sono presenti in forma endemica nel nostro Paese da anni, senza aver causato alcun problema nell’uomo; è infatti solo il ceppo H5N1 ad essere fortemente patogeno per la nostra specie. Va inoltre sottolineato come tutte le informazioni finora disponibili segnalino solo alcune specie di uccelli acquatici quali potenziali ospiti del virus H5N1. E’ comunque bene prendere in giusta considerazione i potenziali rischi legati allo svolgimento dell’attività di inanellamento; questi sono riconducibili a due problematiche: a) rischi per l’inanellatore che maneggia gli uccelli, b) rischi di trasferimento alle anatre o al pollame domestici. a) Rischi per l’inanellatore Ove non si catturino anatre o altre specie di uccelli acquatici, la percentuale di uccelli potenzialmente infetti da un qualsiasi ceppo di virus di influenza aviaria presente nelle loro feci è da ritenersi estremamente bassa . Il virus dell’influenza aviaria ha apparentemente un’infettività molto bassa per l’uomo: tutti i casi documentati si riferiscono al trasferimento da anatre o polli allevati a persone che avevano avuto contatti frequenti e ripetuti con questi ultimi. In questi casi il percorso infettivo non è noto, ma potrebbe basarsi sul contatto prolungato con uccelli allevati infetti, a causa dell’elevatissima carica virale ambientale in questi allevamenti. E’ possibile che l’esposizione al virus dell’influenza aviaria da uccelli infetti avvenga per tramite delle feci. Specifici esperimenti hanno dimostrato che il virus dell’influenza aviaria non sopravvive a lungo nelle feci degli uccelli (fino ad una settimana, a seconda della temperatura), e può essere rapidamente distrutto con l’esposizione a temperature moderate (56°C). Per rimuovere il rischio di infezione con virus dell’influenza aviaria si consiglia agli inanellatori di lavare regolarmente ad alta temperatura (60°C o più, per almeno 30 minuti) i sacchetti per uccelli, tenendoli separati da indumenti, biancheria, ecc. Anche altri apparati per la cattura, quali trappole, nasse, ecc. possono essere fonte di trasmissione del virus, e andranno anch’essi tenuti puliti. Quindi, le norme che è necessario comunque adottare regolarmente nelle operazioni di inanellamento (da parte di inanellatori titolari, aspiranti, collaboratori ed aiutanti) dovrebbero essere sufficienti a minimizzare qualsiasi rischio di infezione con virus di influenza aviaria. Si ribadisce quindi l’assoluta necessità di evitare di inalare polvere che origini da feci secche (ad esempio nel pulire i sacchetti), ricordarsi di disinfettare regolarmente le mani nel corso delle sedute di inanellamento, non poggiare alimenti sul tavolo sul quale si inanella, disinfettarsi accuratamente le mani prima di mangiare, prestare in generale attenzione alla pulizia dell’ambiente nel quale si opera, ecc. b) Rischio di trasferimento Siccome qualsiasi uccello selvatico può veicolare ceppi di virus dell’influenza aviaria che sono patogeni per il pollame allevato pur avendo una bassa patogenicità per gli uccelli selvatici, è importante minimizzare il rischio di trasferimento di materiale infetto dagli uccelli selvatici a quelli allevati. Ciò è particolarmente vero nel caso di inanellatori che catturano regolarmente anatre o altri uccelli acquatici. Quindi l’attrezzatura usata per catturare ed inanellare non dovrebbe essere portata in allevamenti di pollame o usata/riposta nelle vicinanze di pollame allevato, senza che il materiale sia stato prima sterilizzato (60° per almeno 10 minuti, per inattivare qualsiasi virus influenzale). Calzature e vestiti usati nel corso di operazioni di cattura di uccelli acquatici dovrebbero anche essere puliti (vedi sopra) prima di essere portati all’interno o nelle vicinanze di allevamenti avicoli. Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti gli inanellatori di seguire attentamente queste indicazioni indipendentemente dal caso contingente; il nostro Istituto è costantemente aggiornato sugli sviluppi delle conoscenze relative al virus H5N1, ed informerà la comunità degli inanellatori in merito a qualsiasi ulteriore notizia rilevante o indicazione pratica. Contestualmente si richiede che gli inanellatori attualmente autorizzati ad utilizzare anatre germanate vive quali richiami per la cattura di anatidi in gabbie ad ingresso rimuovano immediatamente questi uccelli, sospendendone l’impiego fino a nuova comunicazione. F.to IL DIRIGENTE RESPONSABILE Dott. Fernando Spina