“LA DEPRESSIONE NEL GIOCO D’AZZARDO e NELLE NUOVE DIPENDENZE” Savona – Aula Vigiola 10 novembre 2012 Dr.ssa Nicoletta Conio Dirigente Psicologo Area Dipendenze - Dipartimento di Salute Mentale Paziente maschio di 50 anni,distinto , formale. Si presenta lievemente ansioso, preoccupato per le sue condizioni psichiche, caratterizzate da tristezza per una perdurante situazione di solitudine e di tristezza. In anamnesi emerge un pregresso uso di eroina e.v., nell’adolescenza ed un più recente periodo di abuso alcolico. Al momento riferisce un uso di cannabis cospicuo, tale da configurare una situazione di abuso , rispetto alla quale non è minimamente critico. Riferisce anche episodi di gioco d’azzardo, con caratteristiche di “abbuffata”, seguiti da periodi di percezione di intenso vuoto interiore. Riferisce di aver tagliato molti rapporti a causa dell’incomprensione da parte degli altri. Si dilunga sulla sua situazione emotiva, agitandosi mentre ne parla. Gli viene prescritto, da altri, un antidepressivo ed un ansiolitico. Dopo un paio di giorni il paziente si ripresenta. E’ cupo, visibilmente sudato. Riferisce che la situazione è insopportabile, che non ne può più. Da spiegazioni di tipo paranoico, individuando i responsabili del suo malessere e iniziando a formulare pesanti minacce nei loro confronti. Nel corso del colloquio alza la voce, passando improvvisamente ad una modalità verbalmente aggressiva anche nei confronti del medico, accomunato a tutti quelli che non capiscono. Dopo un’escalation dei toni si alza ed esce dall’ambulatorio sbattendo la porta. Passato un altro paio di giorni ritorna, mite ed adeguato. Non fa cenno all’episodio dei giorni precedenti. Parla di sé, rimarcando un senso di vuoto interiore, talora con caratteristiche parossistiche e conseguente tendenza all’impulsività, con brusche interruzioni dei rapporti di lavoro, cambio di residenza con l’obiettivo di trovare il luogo ideale, talora ricercato in contesti poco probabili, come in un villaggio di montagna a fare il boscaiolo. La storia del gioco d’azzardo ci fa capire quanto il gioco è legato alla storia dell’uomo, lo dimostra il fatto che i primi segni di gioco risalgono al 3000, 4000 a. C.. Le nuove dipendenze sono invece più attuali e nate in questi ultimi anni legate principalmente al mondo del web (dipendenza da internet, giochi online…) Le dipendenze da internet solo da poco vengono considerate vere e proprie dipendenze con le stesse caratteristiche delle dipendenze da un comportamento e non da una sostanza Inoltre dal un lato una parte delle modalità comunicative, ipertestuali e multimediali consentono in tempi brevissimi la circolarità di un’immensa quantità di informazioni ma dall’altro l’uomo corre dei rischi dalle sue stesse produzioni… Allo stesso modo anche il gioco d’azzardo fino a poco tempo fa veniva inteso solo come attività ludica con specifiche caratteristiche: - ottenimento di un premio (solitamente in denaro); - per giocare è necessario rischiare una somma di denaro; - la vincita è certamente dovuta al caso e non alla bravura del giocatore. Se un tempo non troppo lontano il gioco veniva considerato vizio, ossia un un comportamento che si mette in atto in maniera volontaria . La malattia invece è una condizione non legata alla volontarietà, ma una condizione subita e che priva il soggetto di qualcosa, prima di tutto la salute. Ma quando si passa allora da vizio a malattia? Molto semplicemente quando insorgono le caratteristiche tipiche della dipendenza. Segue le stesse leggi della dipendenza, l’unica differenza è che manca la sostanza ed al suo posto troviamo un comportamento, difatti è spesso definito “la dipendenza senza sostanza “. In entrambi le dipendenze le caratteristiche da attività ludica a malattia sono: - La TOLLERANZA, ovvero il bisogno di usare sempre più sostanza per ottenere lo stesso livello di eccitamento, in questo caso di giocare sempre di più; - l’ASTINENZA, ossia nervosismo, ansia, tremori se si tenta di smettere; - La PERDITA DI CONTROLLO che è rappresentata dalla supposta capacità di smettere, senza però riuscirci nella realtà. Per quanto riguarda il gioco, così come esistono i “bevitori sociali” esistono anche i “giocatori sociali” che investono parte del loro denaro in gioco, talvolta alcuni di loro diventano “schiavi” del gioco e pare che la percentuale di chi perde il controllo si aggiri sul 3% di chi gioca. I fattori sembrano essere molteplici: BIOLOGICI, dovuti ad un deficit del sistema neurotrasmettitoriale della ricompensa, fattori ereditari… AMBIENTALI ovvero la pressione sociale, l’ambiente familiare e i suoi valori… PSICOLOGICI che comprendeno una volontà di autopunizione, una vera e propria necessità di fuga dalla realtà e senso di eccitazione insieme alla sensazione sempre presente nei giocatori di poter controllare il gioco. Talvolta soggetti già predisposti che vengono in contatto con la “sostanza”, in questo caso con il “comportamento” possono sviluppare un ABUSO e successivamente una DIPENDENZA, di solito questo fenomeno è progressivo e subdolo. A questo punto ci chiediamo: la depressione è un fattore di rischio per il gioco d’azzardo patologico? Non è chiaro quanto le patologie depressive possano essere causa di gioco d’azzardo patologico o dipendenze da internet … Esistono pochi studi in merito alla nostra osservazione in questi 10 anni abbiamo rilevato stati depressivi in soggetti che si erano molto danneggiati sul piano economico… Non dobbiamo dimenticare che nei giocatori d’azzardo il rischio di suicidio è quattro volte superiore rispetto alla media della popolazione… Uno studio italiano (Siracusano e coll. – 1997) afferma che i soggetti più a rischio di sviluppare Internet Addiction Disorder sono uomini tra i 15 ed i 40 anni con difficoltà di comunicazione causate da problemi psicologici, psichiatrici o familiari. Cantelmi distingue due tipi di “retomani”: con patologia pregressa, senza patologia pregressa Una ricerca della Young (1996) sostiene che il 54% dei dipendenti da internet hanno riferito una precedente storia di depressione, una parte di loro ha avuto problemi di alcolismo. E’ certo che il desiderio di fuga dalla realtà e più in generale l’infelicità o insoddisfazione esistenziale sono terreno fertile per questo tipo di patologie. Definiamo ora il gioco d’azzardo Ci sembra importante per poter riconoscere chi ha un reale problema di gioco compulsivo. E’ una vera e propria malattia mentale classificata all’interno dei ‘Disturbo del controllo degli impulsi’ che si avvicina molto al ‘Disturbo Ossessivo – Compulsivo’ ed ai ‘Comportamenti di Abuso e Dipendenza’. E’ un giocatore patologico chi si riconosce in almeno 5 di queste situazioni: 1) la persona è eccessivamente assorbita dal gioco; 2) ha bisogno di aumentare le somme di denaro giocate per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato; 3) ha tentato di smettere più volte senza successo 4) diventa irritabile quando smette di giocare; 5) gioca per sfuggire ai problemi o per alleviare sentimenti di impotenza, colpa, ansia; 6) se perde, spesso, torna a giocare ancora; 7) mente ai familiari o al terapeuta per nascondere l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco; 8) commette azioni illegali come falsificazione, frode o furto per finanziare il gioco; 9) mette in pericolo o perde una relazione sentimentale importante, il lavoro, opportunità scolastiche, e di carriera per il gioco; 10) fa affidamento su altri per trovare soldi utili a sanare una situazione economica disperata. Qui notiamo come il gioco entri a 360° nella vita di una persona e comprometta, talvolta distrugga le relazioni affettive, sociali, lavorative, andando ad occupare per l’intera durata della giornata il pensiero del giocatore patologico. Chi è il giocatore patologico? Che più facilmente può arrivare all’osservazione del Medico di Famiglia… Non presenta stigmate che lo rendono riconoscibile , neanche ad un occhio esperto. Dal punto di vista psicologico solitamente è una persona con una struttura di personalità narcisistica, dipendente ed impulsiva che spesso sotto una facciata di altezzosità risulta avere una bassa autostima. Cosa prova il giocatore ? L’esperienza di solito viene descritta come “eccitante” ,“esaltante”, si riscontrano durante il gioco molte modificazioni fisiologiche e psicologici quali tensione, pallore, intensa sudorazione, irrequietudine, eccitazione psicomotoria, raramente allucinazioni. Cosa si intende per “chasing” ossia “l’inseguimento delle perdite”? Dopo una prima fase di vincite esaltanti, si rincorrono altre vincite che non arrivano aumentando il gioco e le puntate. “Periodo sfortunato” , ci si continua ad illudere di poter effettuare nuove vincite più alte, ma a questo punto le perdite superano di molto le vincite Fase “dell’inseguimento delle perdite” (chasing) con il tentativo di rifarsi delle perdite aspettando il “colpo di fortuna”. Il gioco d’azzardo è una malattia , chi ne è affetto ha dei sintomi come in ogni malattia. I principali sintomi sono: - sintomi psichici: ossessione per il gioco, senso di onnipotenza, presunzione, nervosismo, instabilità, ansia, alterazione del tono dell’umore, senso di colpa, alterazioni dell’autostima ,tendenza alla superstizione, aumento dell’impulsività distorsione della realtà (minimizzazione, enfatizzazione); - sintomi fisici: alterazioni dell’alimentazione, cefalea, conseguenze fisiche dell’utilizzo di sostanze stupefacenti o alcol, insonnia, sintomi fisici dell’ansia (tremori, palpitazioni…); - sintomi sociali: danni economici, danni morali, danni sociali, danni familiari, danni lavorativi, difficile gestione del denaro, isolamento sociale. Come tutte le dipendenze è caratterizzata da sintomi di astinenza che spesso sono molto intensi: inquietudine, nervosismo, tremori, nausea, vomito, insonnia… Inoltre non bisogna dimenticare le codipendenze o politossicodipendenze soprattutto da alcol e/o cocaina. Altresì disturbi legati allo stress tipo dolori allo stomaco … Custer nel 1982 ha descritto molto bene l’evoluzione del gioco d’azzardo patologico, come una successione di fasi: fase vincente fase perdente fase della disperazione fase critica fase della ricostruzione fase di crescita. Fase critica: intervento dello psicologo Il primo obiettivo della cura è l’astinenza per poi raggiungere la sobrietà ovvero un cambiamento dello stile di vita che serve a preservare dalle ricadute. Ma curare un giocatore d’azzardo patologico non è facile difatti in ognuno di loro esiste una tendenza alla minimizzazione . Il primo compito del terapeuta deve essere quello di aumentare il livello di motivazione alla terapia con una serie di colloqui motivazionali. Successivamente è d’obbligo stilare un “contratto terapeutico” tra paziente, famiglia e terapeuta. La famiglia svolge un ruolo molto importante e deve assolutamente essere coinvolta nella gestione terapeutica del paziente. Altrettanto importante il ruolo del gruppo G.A…. Possibilità di una cura residenziale, più difficile da attuare … Cosa fa il Sert di Savona? Il Ser.t di Savona da circa 10 anni si occupa di questa patologia e da alcuni anni anche nelle altre sedi sono presenti psicologi che seguono giocatori patologici. Il Medico ha il compito ove si renda necessario di valutare l’occorrenza di usare psicofarmaci nelle fasi più critiche se il paziente è più ansioso e depresso… Chiunque può rivolgersi all’ambulatorio gratuitamente ed in modo anonimo senza bisogno di attendere tempi lunghi, in media i pazienti vengono visti dopo 3 – 4 giorni. In questi anni si sono rivolti a noi circa una cinquantina di giocatori patologici, la maggior parte anche con i loro familiari. Sono pazienti molto difficili da “agganciare” e coinvolgere in un trattamento. Nel futuro… mantenere l’ambulatorio per i pazienti investire nell’ambito preventivo rivolgendosi ai giovani che sono sempre più pressati da messaggi che li invitano ad avvicinarsi al gioco progettare un “serious games” da lanciare in rete indirizzato proprio ai giovani offerta di un’assistenza legale ai pazienti ed ai loro familiari. Bibliografia “Il gioco & l’azzardo” M. Croce R. Zerbetto ed. Franco Angeli “Il gioco d’azzardo eccessivo – vincere il gambling” R.Ladamcer, C. Sylvain, C. Boutin, E. Doneet ed. Centro Scientifico “Il gioco d’azzardo patologico” C. Guerreschi ed. Kappa “la mente in internet” Psicopatologia delle condotte on-line T.Cantelmi, M. Talli,C. Del Miglio, A.D’Andrea ed. Piccin Centro per lo studio e la terapia della psicopatologia CE.S.TE.P. - Gioco d’azzardo