http://www.lescienze.it/news/2010/06/26/news/ultima_glaciazione_ecco_come_fini_-555547/
L’ULTIMA GLACIAZIONE: ECCO COME FINI’
L'ultimo atto del processo portò alla liberazione di biossido di carbonio dagli oceani:
proprio gli alti livelli del gas impedirono l'inizio di una nuova era glaciale 11.000 anni fa
L’emergere della civilizzazione umana fu consentito anche da un processo globale
favorevole: la fine dell’ultima era glaciale. In un arco geologicamente molto breve, le
calotte glaciali dell’emisfero settentrionale cominciarono a collassare e il processo di
riscaldamento si propagò rapidamente verso sud. Ma quale evento determinò un
cambiamento così repentino? Passate ricerche hanno chiamato in causa una variazione
dell’inclinazione dell’asse terrestre, che avrebbe permesse a una maggiore esposizione
solare nell’emisfero boreale. Ma per quello australe?
Una risposta a questo quesito è ora avanzata da uno studio pubblicato sulla rivista Science,
condotto da un gruppo di ricercatori che ha individuato la causa del processo nella
variazione della distribuzione dei venti.
La catena di eventi sarebbe partita con la fusione dell’ampia calotta di ghiaccio che
copriva l’emisfero nord circa 20.000 anni fa, che riconfigurò le fasce dei venti del
pianeta, spingendo masse di aria calda verso sud, e inducendo l’estrazione di biossido di
carbonio dagli oceani verso l’atmosfera, permettendo alla Terra di riscaldarsi
ulteriormente.
A indirizzare verso questa spiegazione sono state le analisi effettuate sui dati climatici
registrati nelle grotte naturali, negli strati glaciologici profondi dei poli e dei sedimenti
oceanici.
Secondo la descrizione riportata nello studio da Bob Anderson, del Lamont-Doherty Earth
Observatory della Columbia University, la Terra cominciò a raffreddarsi circa 100.000 anni
fa, in risposta a una variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre facente parte dei
periodici cicli di Milankovitch. Circa 20.000 anni fa, quando il pianeta era in piena era
glaciale e vaste aree dell’Europa erano ricoperte da una spessa coltre di ghiaccio, l’asse
terrestre mutò nuovamente inclinazione esponendo l’emisfero nord a un maggior
irraggiamento solare. Con lo scioglimento dei ghiacci, enormi masse d’acqua dolce a
bassa
temperatura
raggiunsero
l’oceano
Atlantico
settentrionale.
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Tale processo arrestò la Corrente del Golfo e portò a una diffusione dei ghiacci marini in
tutto l’Atlantico, ridisegnando gli schemi globali dei venti. In particolare, i venti tropicali si
spostarono più a sud, portando a fenomeni di siccità in gran parte dell’Asia e precipitazioni
intense in regioni del Brasile normalmente aride. Oltre a ciò, il fenomeno portò aria e
acqua ad alta temperatura verso sud, determinando a sua volta un cambiamento nei venti
dell’emisfero australe diretti a ovest, che si spostarono verso sud, amplificando il
riscaldamento in entrambi gli emisferi. Infine, il rimescolamento delle acque oceaniche
intorno all’Antartide portò alla liberazione di biossido di carbonio in atmosfera, come
testimoniato dai carotaggi dei ghiacci antichi, che mostrano come tra 18.000 e 11.000 anni
fa i livelli di biossido di carbonio salirono da 185 parti per milione a 265 parti per milione.
Al termine di questo periodo, l’inclinazione dell’asse terrestre mutò ancora, ma la presenza
di così tanto biossido di carbonio in atmosfera impedì l’inizio di una nuova era glaciale. (fc)
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La fine dell’ultima glaciazione, i primi segni della presenza dell’uomo: le
incisioni rupestri nel nord della Norvegia, quasi a Capo Nord, nei pressi
di Ålta
Lo sritto che segue è tratto da:
http://www.lescienze.it/news/2010/06/26/news/ultima_glaciazione_ecco_come_fini_-555547/
Nel periodo delle grandi glaciazioni, da
100.000 a 40.000 anni fa, tutta la
penisola Scandinava era ricoperta da
enormi strati di ghiaccio che dal Polo la
ricoprivano completamente.
Circa 10.000 anni fa avvenne l'ultima
glaciazione e quando i ghiacciai
cominciarono
a
ritirarsi,
approssimativamente 9000 anni fa,
col loro forte lavoro di erosione e
levigazione lasciarono scoperti vasti
altipiani e grandissime profonde
scanalature nella roccia, i famosi
Fiordi.
Tutta la Norvegia si può considerare
una grande vasto altopiano, ma è ad
Alta, nella regione del Finnmark, che
una parte di questo altopiano è rimasto
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intatto perché ricoperto solamente da un basso strato di muschi e licheni.
Nel 1972 a Jiepmaluokta, a soli 4 Km. da Alta, durante lavori di pulitura del terreno
vennero casualmente scoperti dei graffiti. Un più vasto lavoro di ricerca ne mise in
luce una quantità enorme; si pensi che solo in questo luogo sono presenti oltre
3000 incisioni rupestri delle 5000 presenti in Norvegia.
Furono fatte da tribù, parte nomadi e parte stanziali discendenti
probabilmente dalle tribù Kosma dell'età della pietra. I graffiti sono di alta
qualità artistica e mostrano scene di vita, di caccia e pesca, di pinnipedi, pesci,
uccelli e di animali come renne ed orsi del luogo, ma anche di animali, scene di vita
ed attrezzi da lavoro presenti in altre zone lontane ( Russia ), simbolo del
nomadismo di queste tribù.
Considerando l'alta qualità delle incisioni, nel 1991 in questo luogo ( Jiepmaluokta )
fu costruito ed attrezzato un grande museo a cielo aperto. Nel 1993 tutta la zona
venne definita Patrimonio mondiale dell'Umanità e tutelata dall'Unesco.
Un recente lavoro di restauro li ha riportati al loro colore rosso ocra originale
rendendoli più visibili ai visitatori.
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http://www.visitnorway.com/it/Dove-andare/La-Norvegia-del-nord/Alta/Le-incisioni-rupestri-di-Alta/
Figure sulle rocce
Le incisioni rupestri di Alta testimoniano la presenza di un luogo di incontro
religioso tra la fine dell'età della pietra e l'inizio dell'età del ferro. Queste incisioni ci
mostrano le credenze di queste popolazioni della costa e dell'entroterra che si
radunavano qui diverse volte all'anno, probabilmente in concomitanza con le nuove
stagioni, per celebrare cerimonie rituali.
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Scolpite nell'enorme e dura arenaria utilizzando una pietra appuntita come scalpello e
un'altra pietra o un corno come martello, le incisioni sono una testimonianza
della cultura di cacciatore e raccoglitore che controllava branchi di renne,
costruiva imbarcazioni e recinti, utilizzava arnesi e attrezzi da pesca, e celebrava
cerimonie rituali che implicavano la venerazione dell'orso e altri animali sacri.
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