www.lanazione.it/massa_carrara/ e-mail: [email protected] - [email protected] MARTEDÌ 2 settembre 2014 TESTIMONIANZA TESTIMONIANZA Le Le incisioni incisioni scavate scavate nella nella roccia roccia («coppelle») («coppelle») scoperte scoperte dall’archeoclub dall’archeoclub «Alate» «Alate» sulla sulla catena catena dell’Orsaro dell’Orsaro Dall’Orsaro spunta un tesoro archeologico Scoperte incisioni rupestri legate a riti ancestrali. Segnalazione alla Soprintendenza — FILATTIERA — LE ROCCE montane spesso raccontano la preistoria attraverso incisioni che rappresentano dei veri e propri messaggi dal passato. Anche se il loro significato rimane misterioso, aprono capitoli affascinanti sulla presenza dell’uomo e dei suoi culti sull’Appennino lunigianese. Sono sempre più numerosi i rinvenimenti di segni rupestri “firmati” nel Neolitico dai primi abitatori dei crinali. Proprio nei giorni scorsi è stato scoperto un nuovo sito di interesse archeologico nel territorio del Comune di Filattiera a 900 metri di altitudine sotto la catena dell’Orsaro. A comporre questo mosaico etnoantropologico, l’individuazione di numerose coppelle, incisioni scavate nelle rocce, forse legate a qualche culto ancestrale, IMPEGNO Il sopralluogo con gli esperti organizzato da Marco Ghelfi dell’archeoclub «Alate» spesso arricchite con bassorilievi raffiguranti aspetti antropomorfi e naturalistici. A riconoscere le incisioni è stato Marco Ghelfi, socio dell’Archeoclub comprensoriale Apuo Ligure dell’Appennino Tosco Emiliano, che ha organizzato subito un sopralluogo guidato da esperti. Il verdetto è stato unanime: si tratta di incisioni rupestri caratterizzate da tipicità proprie, ma simili ad altre individuate in Lunigiana e già studiate dall’Archeoclub. Le nuove coppelle scoperte, sono vicine in linea d’aria a quelle del sito denominato Parco Lunigianese delle Incisioni Rupestri ( “Glareda”) e ora anche il nuovo tesoro archeologico potrà vantare il titolo di Parco di Laretta. «E’ oltremodo significativa la relativa vicinanza delle coppelle della Laretta — afferma la professoressa Angelina Magnotta presidente dell’Archeo Club ‘Alate’ — ora venute alla luce, rispetto a quelle del precedente sito della Glareda, denominato “Parco Lunigianese delle Incisioni Rupestri” nel Comune di Filattiera, già oggetto della pubblicazione omonima e approvata scientificamente dall’accademico lucchese delle scienze, professor Michelangelo Zecchini e dal Direttore del Parco Camuno delle Incisioni Rupestri, professor Umberto Sansoni. IL NUOVO sito conferma la diffusione delle incisioni (di qua dal crinale appenninico, ma anche dalla parte opposta, in territorio emiliano dove sono attivi alcuni soci dell’Archeoclub), di una forma di espressione per alcuni tratti ancora misteriosa, ma che sicuramente ha a che fare con la religiosità di ataviche tribù di montagna e con la loro particolare visione della vita. La lettura dei graffiti non può prescindere dalle linee esegetiche già esplicate nel libro ‘Il Parco Lunigianese delle Incisioni Rupestri e altri scritti’, alle quali si fa riferimento anche per la lettura delle coppelle venute ora alla luce». Le incisioni misteriose sono state segnalate alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana. Dimostrano come l’Appennino Tosco Emiliano fosse sin dai tempi antichi un importante crocevia che permetteva gli scambi tra la Padana e il mare. Diverse le spiegazioni che si sono date di queste originali sculture spesso accompagnate da canalette, vaschette o altre incisioni di tipo figurativo. Tra le tante interpretazioni la più semplice è quella che le relega al ruolo di piccole coppe-contenitore di liquidi per libagioni propiziatorie o sacrifici. Le incisioni a coppella più antiche risalgono al neolitico, ma principalmente si fanno risalire all’età del bronzo. Quelle più profonde, regolari e chiaramente realizzate con oggetti metallici, di solito collegate da canaletti, secondo gli studiosi, sono di databili all’età del ferro. ESPERIENZA Il presidente dell’Archeoclub Apuo Ligure dell’Appennino Tosco-Emiliano Angelina Magnotta e una delle «coppelle» trovate a Filattiera FILATTIERA L’ANALISI DELLA PROFESSORESSA MAGNOTTA «Un’occasione per dare lavoro ai giovani» — FILATTIERA — «LA SENSAZIONALITÀ della scoperta è tale — sottolinea la professoressa Magnotta — da non riguardare soltanto gli studiosi del settore, ma proprio come in Valcamonica o nei siti della Val d’Aosta, del Piemonte e del Veneto, riguarda anche il tribolato settore dell’occupazione giovanile che si auspica possa d’ora in poi coltiva- re qualche speranza in più e guardare al nostro Appennino anche come fonte di possibilità occupazionali». Per questo dopo i suoi studi la professoressa Magnotta è convinta che vada valorizzata attraverso la creazione di parchi delle incisioni rupestri la ricerca di nuovi siti. Ne sono state rinvenute a Pracchiola, Ceretoli, nella Valle del Taverone a Iera di Bagnone.