DI ARISTIDE MALNATI È curioso avventurarsi nelle aspre vallate camune - terre con una millenaria cultura celtica e con una radicata attenzione alle proprie radici e scoprire quasi per paradosso l’importante presenza di antiche vestigia romane: monumenti ancora oggi tangibili, capaci di comunicare la forte influenza del mondo di Cicerone e Cesare in queste terre remote e ben lontane per distanza e mentalità dall’Urbe caput mundi. La Valcamonica, percorsa e quasi scandita dalle acque limacciose del fiume Oglio, malgrado il suo apparente isolamento, fin [ARCHEOLOGIA] centri della Valle entrarono nella storia: se Roma si rivelò spietata nel colonizzare, fu però decisiva nel trasmettere istanze culturali e progresso tecnologico, fonte di beneficio per i popoli cisalpini. Subito sorsero importanti centri urbani, abbarbicati e quasi dispersi in una vallata dalla natura marcata e quasi inospitale; a iniziare dal principale, la civitas camunnorum, oggi Cividate Camuno, cittadina, fiera dei propri monumenti e di un passato tanto illustre. Qui i romani hanno innalzato edifici sontuosi testimonianze di una fiorente vita di provincia, innervata a partire dal periodo impe- CONFRONTO DI CIVILTÀ La statua della dea Minerva e, sotto, il santuario a lei dedicato, dopo i lavori di scavo. Nell’altra pagina, una veduta panoramica del contesto di Breno LA TERRA DEI CELTI E DEI ROMANI I preziosi reperti di Cividate Camuno, nella Valle Camonica colonizzata nel I secolo d. C. dall’antichità è risultata aperta verso vie di comunicazione esterne: questo ha favorito il sorgere di peculiarità, mutuate dal costante contatto con popolazioni limitrofe e ben esemplificate in primo luogo dalle incisioni rupestri (sono ancor oggi visibili scene di caccia, momenti di vita domestica e intenso sentimento religioso verso divinità naturali). Poi, però, arrivarono i Romani e i grezzi Foto per concessione del ministero per i Beni e le attività culturali, Soprintendenza per i beni archeologici della Regione Lombardia 100 MAGGIO 2009 riale (I sec. d. C.) attorno al teatro, centro di cultura, e alle terme, santuario di un benessere quasi lussurioso. Il teatro spicca ancora nel cuore della cittadina camuna, a ridosso degli edifici moderni, conservato per più di un terzo e quindi sufficiente per ricordare l’antico splendore; rocambolesca è la storia di questa imponente costruzione: non mancavano già in epoca repubblicana case signorili, domus patrizie, sedi di un’esistenza agiata nella ricca provincia ai confini di un Impero che si stava formando. E proprio sull’impianto di una di queste abitazioni a pianta ampia e complessa, disposta scenograficamente sul pendio della collina, con terrazzamenti collegati da una scalinata, nella parte finale del I sec. d. C., sotto i Flavi, fu eretto il teatro e, accanto, qualche anno più tardi, un anfiteatro altrettanto elegante. La decisione fu verosimilmente presa dal padrone di casa, forse un ricco liberto, dall’animo sensibile e CLUB3 CLUB3 101 MAGGIO 2009 [ARCHEOLOGIA] QUELLE INCISIONI RUPESTRI PATRIMONIO DELL’UNESCO 씰 Segni misteriosi incisi con tecniche già progredite sul dorso di anonimi massi; segni parlanti a simboleggiare la volontà di comunicare e di eternare la propria esperienza umana: sono le incisioni rupestri della Valcamonica, esempio rappresentativo per numero e qualità di un sistema di comunicazione in uso fin dagli albori della storia a tutte le latitudini, dai deserti egiziani alla tundra mongola. Le incisioni 300.000 incisioni camune censite finora in Valcamonica, ma aumentano ogni anno grazie a nuove scoperte ANTICHE TRACCE Una veduta panoramica di Cividate Camuno con l’area del teatro romano. Nell’altra pagina, un’incisione rupestre di un duello del V sec. a. C. a Foppe di Nodro 102 MAGGIO 2009 CLUB3 camune (dal 1979 patrimonio dell’Unesco) sinora censite sono circa 300.000, ma ogni anno il loro numero aumenta grazie a nuove scoperte, localizzate in un’area sempre più vasta. Così come ampio è il periodo della loro realizzazione: dall’epipaleolitico (VII millennio a. C.) sino a tempi recenti (Ottocento) a testimoniare un processo che stenta ad avere fine. Qual è dunque il significato di simili segni, incline all’arte e alla letteratura, un ignoto mecenate sostenitore della cultura a tutto tondo. Oggi, il teatro e l’anfiteatro sono il fiore all’occhiello del Parco archeologico di Cividate, attrazione per studiosi e turisti appassionati, un patrimonio che viene completato dal santuario dedicato alla dea Minerva sulla in certi casi avvolti ancora dal mistero? In primo luogo di funzione religiosa: testimoniano riti celebrativi, iniziatici o propiziatori, tenuti in occasioni particolari; tipica in tale ambito è la figura dell’orante, segno tangibile di sentimento religioso. Con lo sviluppo urbano della comunità camuna le incisioni passano a rappresentare momenti di vita quotidiana. Nel corso dell’età del Ferro (I millennio a. C.) si registra riva orientale dell’Oglio e, in antico, culmine di processioni sacre in onore della dea, celebrate ad aprire i ludi circensi. Una statua di Minerva Medica, recuperata in scavi recenti, offre un’idea tangibile della devozione verso questa divinità, adorata nella peculiare funzione di protettrice della salute. Importante è anche la ricca collezione di pezzi unici nel museo archeologico, adiacente ai resti: reperti significativi e curiosi, come un altorilievo marmoreo con figura virile o come un raro oscillum, decorazione a forma di disco, di solito parte integrante nei santuari. Su di esso, raffigurazioni del culto di Dioniso, a indicare come elementi licenziosi di matrice greca siano arrivati in queste regioni periferiche. Altrettanto indicative sono le statuette di menadi (sacerdotesse di Dioniso) e satiri. Non mancano gioielli, anche pregiati (orecchini, spille in materiale di valore, anelli, fibule) a evidenziare un certo benessere dei camuni sotto Roma e anche un loro spiccato buon gusto. Insomma, oggetti preziosi e bellissime vestigia, restaurate da archeologi consapevoli che solo scavi sistematici siano il sistema migliore per precisare meglio il tessuto urbano antico, ricostruendo il mosaico della storia di un centro antichissimo e della sua valle. 왎 un’esplosione di tematiche laiche, legate al mondo del lavoro, del commercio e delle attività di ogni giorno: contadini, mercanti, ma anche guerrieri, corredati di spade, lance, asce, scudi, elmi, spesso in duello o a cavallo dominano la fantasia di questi primi artisti. Senza dimenticare il mondo degli animali, domestici o selvatici, oggetto di caccia e dunque di sostentamento, come gli uccelli rapaci e acquatici (col becco orientato verso l’alto) e mammiferi tipici della fauna locale. Non mancano infine figure più astratte a simboleggiare la capacità dei nostri antenati di rappresentare concetti o idee: a iniziare dalla rosa camuna, forse legata al culto del Sole e oggi simbolo della Regione Lombardia. A.M.