progetto educazione alla memoria Attività per l`anno scolastico 2013

PROGETTO EDUCAZIONE ALLA MEMORIA
Attività per l’anno scolastico 2013/2014
Il Progetto Educazione alla Memoria promuove una serie di proposte didattiche, seminari e laboratori
rivolti ai bambini e ragazzi di ogni età, diversificando i linguaggi e gli approcci.
Si tratta di un’offerta che l’Istituto affianca alla tradizionale attività dello “Sportello scuola”, attivo per
assistenza e consulenza a insegnanti per quanto concerne la didattica della storia contemporanea,
l’organizzazione di conferenze, lezioni, incontri con gli studenti, in particolare in occasione delle
ricorrenze del calendario civile (Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, anniversario della
Liberazione, ecc.), a disposizione per servizi di biblioteca (consultazione e prestito di libri,
realizzazione di bibliografie, prestito di film di fiction e documentari) e di archivio (consultazione di
documentazione). Tutte le attività didattiche si svolgono a titolo gratuito.
Sommario
1. Proposte didattiche per la scuola primaria
2. Proposte didattiche per la scuola secondaria di primo grado
3. Proposte didattiche per la scuola secondaria di secondo grado
4. Percorsi adattabili ai vari ordini di scuole
5. Giorno della Memoria 2014
6. Giorno del Ricordo 2014
Progetto Educazione alla Memoria
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1. Scuola primaria
Koks, il gatto ebreo
Destinatari: classi V.
Liberamente ispirato al romanzo di Helga Schneider Stelle di cannella, questo laboratorio si propone
di far conoscere ai bambini l’effetto della politica nazista sulla vita quotidiana dei giovani tedeschi
attraverso l’esperienza di Koks, il gatto ebreo, del suo padroncino David e di Muschi, la bella gatta
ariana di Fritz.
Agli alunni verrà chiesto di leggere, disegnare e analizzare i cambiamenti che le vite dei personaggi del
romanzo subiscono dopo la salita al potere di Hitler fino alla partenza per l’America della famiglia di
Koks.
È possibile narrare un evento tragico e indicibile come la Shoah ai bambini?
Crediamo di sì, a condizione di adeguare il percorso di conoscenza alla possibilità di comprensione e di
empatia degli alunni e delle alunne che sono variabili in funzione dell’età e della maturità psicologica,
nonché di adattare metodologia, linguaggio e obiettivi alla sensibilità dei più piccoli.
La filosofia educativa delle maggiori istituzioni che si occupano di trasmissione della memoria della
Shoah, dallo Yad Vashem in Israele al Mémorial de la Shoah di Parigi, concorda sull’esigenza di
costruire il racconto storico sull’aspetto dell’emarginazione e della persecuzione dei diritti, anziché
sulla fase finale dell’assassinio di massa, privilegiando inoltre la narrazione di storie individuali quando possibile di bambini e bambine che all’epoca dei fatti avevano la stessa età dei discenti - e
dall’esito positivo (ad esempio di bambini ebrei che si sono salvati o che sono sopravvissuti). Infine,
una raccomandazione pedagogica riguarda la necessità di rassicurare i più piccoli circa la possibilità
che anche in tempi drammatici compiere il bene sia possibile, focalizzando l’attenzione sui gesti di
solidarietà e coraggio che qualcuno ha scelto di compiere (vedi l’esempio dei Giusti).
Progetto Educazione alla Memoria
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2. Scuola secondaria di primo grado
Dal pregiudizio alle leggi antiebraiche
Destinatari: classi III.
Il percorso si propone come strumento per conoscere, attraverso documenti e testimonianze, la
normativa antiebraica promulgata dal Regno d’Italia nel 1938, mettendo in evidenza i fattori storicoculturali-politici che ne hanno permesso l’ideazione e l’accettazione e gli effetti della sua applicazione.
Durante l’incontro viene analizzato cosa succede nel momento in cui uno stereotipo viene assunto
come criterio ispiratore di una legge dello Stato.
Vengono presentati:
1. i metodi di diffusione dell’ideologia razzista (in particolare, ma non solo, nel mondo della scuola);
2. la normativa antiebraica in Italia (in particolare il Regio decreto legge per la difesa della razza nella
scuola fascista del 5/09/38 e il Regio decreto legge per la difesa della razza italiana del 17/11/38);
3. gli effetti della sua applicazione.
3. Scuola secondaria di secondo grado
Vivere sotto la dittatura fascista e nazista 1922-1945
Destinatari: classi IV e V
Il progetto si propone come strumento per conoscere, attraverso il lavoro su fonti dell’epoca, la
normativa antiebraica promulgata dal Regno d’Italia nel 1938, mettendo in evidenza i fattori storicoculturali-politici che ne hanno permesso l’ideazione e l’accettazione e gli effetti della sua applicazione e
per capire se determinati meccanismi siano o meno validi anche oggi.
Il progetto si divide in due parti.
La prima parte, frontale e prettamente tecnica, prevede:
1. la spiegazione dei termini antisemita/antisemitismo, pregiudizio, stereotipo;
2. l’individuazione degli effetti dell’applicazione dello stereotipo in ambito individuale/sociale;
3. l’identificazione delle diverse sfere in cui hanno origine gli stereotipi e le accuse verso gli ebrei (o
altre minoranze).
Progetto Educazione alla Memoria
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La seconda parte del progetto sviluppa la fase “laboratoriale” e analizza cosa succede nel momento in
cui lo stereotipo viene assunto come criterio ispiratore di una legge dello Stato.
Attraverso fonti di diversa natura e piccole esercitazioni degli studenti su di esse, vengono presentati:
1. i metodi di diffusione dell’ideologia razzista (in particolare, ma non solo, nel mondo della scuola);
2. la normativa antiebraica in Italia (in particolare il Regio decreto legge per la difesa della razza nella
scuola fascista del 5/09/38 e il Regio decreto legge per la difesa della razza italiana del 17/11/38);
3. gli effetti della sua applicazione.
Dal razzismo scientifico alle legislazioni sulla razza (1865-1938)
Destinatari: classi V.
Il percorso ha lo scopo di fornire allo studente la conoscenza del ruolo che le scienze ebbero, a partire
dalla seconda parte del XIX secolo, nella costruzione dell’idea di razza e poi, in un secondo momento,
nell’imposizione, durante il fascismo, delle leggi sulla razza (1938). In particolare, di primo interesse
saranno i concetti ambigui di italianità e di razza italiana su cui verterono molteplici impianti
interpretativi razzisti. Partendo dalle teorizzazioni di Lombroso e arrivando fino alle ipotesi di Sergi e
Gini, di Marro e Stefanelli, si renderanno palesi le contraddizioni e gli stereotipi sottesi a questi
modelli razziali.
Progetto regionale di storia contemporanea 2013-2014
Destinatari: tutti gli studenti degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado del Piemonte
Anche per l’anno scolastico 2013/2014, il Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei
principi della Costituzione repubblicana del Consiglio regionale del Piemonte, le Amministrazioni
provinciali piemontesi e l’Ufficio scolastico del Piemonte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca hanno promosso il progetto di storia contemporanea riservato agli studenti delle scuole
secondarie di secondo grado. La circolare relativa ai temi di ricerca proposti è stata inviata nelle scorse
settimane a tutti gli Istituti scolastici del Piemonte.
L’Istituto, come di consueto, in base alla convenzione che lo lega agli enti promotori, oltre a mettere a
disposizione materiali bibliografici, collabora all’iniziativa organizzando nelle scuole lezioni di
preparazione allo svolgimento di ogni traccia. Gli interventi, a titolo gratuito, potranno, a seconda
delle esigenze, o essere rivolti esclusivamente al gruppo di studenti partecipanti, oppure essere fruiti
dall’intera classe, dando in tal modo un’occasione di approfondimento storico anche a studenti non
direttamente impegnati nel progetto.
Progetto Educazione alla Memoria
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4. Percorsi adattabili ai vari ordini di scuole
Tra le vie della Storia, la città che racconta
Percorso guidato attraverso i luoghi del fascismo, della guerra e della Resistenza.
Osservandolo bene e sapendolo ascoltare, il nostro territorio ci parla ancora oggi di quello che è
accaduto durante gli anni del fascismo e della guerra. Riuscire a far parlare e a leggere i segni di questo
passato recente ci permette di conoscere il periodo più drammatico vissuto dalle nostre città in epoca
contemporanea e di entrare in contatto con le storie di tutte quelle persone che hanno tentato in vari
modi di opporsi al nazifascismo
Scopo di questo laboratorio è dunque quello di riscoprire i luoghi di memoria della propria città legati
a un periodo storico preciso, quello della seconda guerra mondiale. I ragazzi e gli insegnanti verranno
accompagnati da una guida in un percorso museale all’aperto che prevede alcune soste in luoghi di
particolare interesse. Per ogni tappa sono previsti un’introduzione di carattere storico e una riflessione
sugli avvenimenti e i temi presi in esame attraverso la lettura di testimonianze e documenti.
Per le scuole di Varallo sono già stati individuati due possibili itinerari: il primo, rivolto
prevalentemente alla scuola primaria, dedicato alla riflessione sulla vita quotidiana durante la guerra;
il secondo, pensato per la scuola secondaria di primo grado, ha lo scopo di ricostruire il percorso che
portò Varallo alla Liberazione.
I sentieri della libertà
Sempre nell’ottica dell’utilizzo didattico dei luoghi della memoria, l’Istituto rinnova la propria
disponibilità a fornire consulenza scientifica e organizzativa alle scuole che intendessero effettuare
visite guidate o lezioni itineranti sui percorsi storici montani particolarmente significativi in relazione
al periodo della seconda guerra mondiale e, in specifico, ai temi della persecuzione antiebraica, degli
ex prigionieri alleati e della Resistenza. Si tratta dei percorsi valorizzati dal progetto “La memoria delle
Alpi”, promosso nel 2001 dal Consiglio regionale del Piemonte su proposta del Comitato della Regione
Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana,
che ha visto la partecipazione degli Istituti piemontesi per la storia della Resistenza e della società
contemporanea, insieme al Centro d’iniziativa per l’Europa, alla sezione storica intitolata “I sentieri
della libertà”.
Progetto Educazione alla Memoria
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5. Il Giorno della Memoria 2014
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di
Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le
leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si
sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e
protetto i perseguitati (legge n. 211 del 20 luglio 2000).
Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, si ricorda ogni anno l’abbattimento dei cancelli del campo di
sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau nel 1945. Quell’evento è divenuto il simbolo di uno dei più
feroci capitoli della storia umana, generato dal mito della razza e dall’odio, stigma nazista nei confronti
degli ebrei. Ciò legittimò e rese possibile il genocidio di sei milioni di ebrei e l’uccisione di altri cinque
milioni di persone considerate marginali, inferiori o devianti (zingari, comunisti, prigionieri sovietici,
omosessuali, disabili). La Germania nazista non fu l’unico paese ad essere segnato dal razzismo; in
Italia, nel 1938 vennero emanate le “leggi per la difesa della razza”, che determinarono la
discriminazione degli ebrei e ne favorirono successivamente la deportazione ad Auschwitz. Le radici
del razzismo sono antiche e accompagnano tristemente la storia dell’umanità. Gli antichi greci, e in
seguito i romani, chiamavano “barbari” (stranieri) quelli che non parlavano la loro lingua, avevano
costumi, religioni, istituzioni diverse e vivevano al “limite” del loro mondo. Nell’Ottocento si consumò
il passaggio dalla teoria razziale al razzismo, con la convinzione che la razza fosse alla base della civiltà
e che la sua degenerazione ne comportasse dunque un decadimento. Questi sentimenti razzisti,
purtroppo, sono in parte ritornati alla ribalta: sono riaffiorati l’intolleranza e l’odio per il diverso, cioè
l’avversione per gli stranieri e per tutto ciò che è straniero. Nella quotidianità si annidano numerosi
fenomeni di intolleranza determinati da ossessive ansie di “normalità” che respingono la diversità di
sesso, le differenze religiose, politiche, economiche, e di provenienza geografica.
Presentazione del film “Memoria”
A cura del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano (Cdec).
“Memoria”, scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto della Fondazione Cdec, è stato realizzato da
Ruggero Gabbai per Forma International nel 1997 e selezionato al Festival del Cinema di Berlino.
Il film propone le interviste a 90 sopravvissuti ebrei italiani al campo di sterminio di Auschwitz. È il
racconto dalla viva voce dei testimoni, delle diverse fasi della Shoah italiana, dall’applicazione delle
leggi antiebraiche nel 1938 allo scoppio della guerra, dagli arresti nel 1943 alla deportazione ad
Auschwitz, fino alla liberazione nel 1945 e al ritorno a casa.
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I libri e la memoria
Razzismo - razzismi
Libri in biblioteca da leggere, consultare e guardare nel Giorno della Memoria.
Per ricordare in modo non retorico il Giorno della Memoria, la Biblioteca dell’Istituto dedicherà alcuni
spazi dello “scaffale aperto” a una selezione di romanzi e saggi, disponibili per il prestito, scelti
all’insegna della multiculturalità e dedicati ai diversi significati della “differenza”, per conoscere e
riflettere sulle circostanze storiche, culturali ed economiche che hanno prodotto, e producono, le tante
forme di razzismo, discriminazione e intolleranza.
La Shoah in Europa
Mostra documentaria a cura del Mémorial de la Shoah di Parigi
Vercelli, dal 24 gennaio al 9 febbraio 2014
La mostra propone una visione globale della Shoah in Europa, dall’ascesa del nazismo al processo di
Norimberga. Ricostruisce e inquadra storicamente le diverse tappe della persecuzione degli ebrei, dalle
prime discriminazioni fino alla realizzazione della cosiddetta “soluzione finale”; inoltre, spiega come,
pur nell’imminenza della sconfitta, i nazisti abbiano compiuto ogni sforzo sia per proseguire il
genocidio che per nascondere le tracce dei loro crimini. Si sofferma infine sulle varie reazioni
provocate dalla politica di persecuzione attuata dal nazismo, sia in ambito politico (disinteresse delle
nazioni rispetto al destino degli ebrei, strategie militari adottate...) che sul piano individuale
(resistenza ebraica, Giusti tra le nazioni).
La mostra è accompagnata dal dvd “Dall’antigiudaismo all’antisemitismo”, della durata di circa 20’,
disponibile per la proiezione nelle scuole per tutta la durata dell’esposizione.
6. Giorno del Ricordo 2014
Destinatari: tutti gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, preferibilmente le classi V.
Dopo essere stati isolati per un lungo arco di tempo nell’ambito locale giuliano e in quello degli
ambienti legati agli esuli giuliano-dalmati, gli eventi vissuti sul confine orientale dalla popolazione
italiana trovatasi, in seguito alla pressione espulsiva esercitata dalla nuova Jugoslavia di Tito, ad
abbandonare la propria terra di insediamento storico, sono stati ampiamente riscoperti e proiettati, su
larga scala, nel dibattito pubblico e storiografico. Un percorso cui ha contribuito certamente
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l’istituzione da parte del Parlamento italiano del Giorno del Ricordo in memoria degli esuli e delle
vittime delle foibe, celebrato, dal 2005, ogni 10 febbraio.
Il punto di partenza per una piena comprensione degli eventi che si sono susseguiti lungo il confine
orientale d’Italia è il loro inserimento in un processo capace di calarli nel giusto contesto epocale e
nella loro definizione storica, svuotandoli perciò da dogmi ideologici e politici, superficialità e ipocrisia
che, troppo spesso, continuano a segnare il dibattito pubblico sulla scena nazionale. Un dibattito
portato avanti ignorando quasi completamente la storiografia e i risultati da essa raggiunti, che si
presenta saturo di superficiali semplificazioni e poco incline a collocare gli eventi su un terreno più
ampio che non sia quello rappresentato dalla dimensione ideologica dei fattori che li hanno
determinati.
Attraverso un approccio didattico equilibrato che si avvale di contributi di fonti edite e di prima mano,
il corso consente di ripercorrere le tappe più significative della storia del confine orientale,
ricostruendo la traiettoria di uomini e donne che, tra il 1944 e il 1956, attraversano l’Adriatico
dirigendosi in Italia.
Dopo una necessaria parte di inquadramento generale sulla storia del confine orientale, il modulo
permette quindi di analizzare a fondo la traiettoria degli esuli giuliano-dalmati, passando attraverso i
percorsi dell’arrivo e dell’accoglienza, dell’esclusione e del pregiudizio, dei centri di raccolta profughi e
dei borghi giuliani, del lavoro e del tempo libero, esaminando così le dinamiche di inclusione ed
esclusione che hanno fatto da sfondo al loro difficile e progressivo inserimento nella realtà italiana che
oggi appare completamente avvenuto.
Il corso si articolerà in quattro fasi, in ciascuna delle quali, avvalendosi di fonti bibliografiche,
documentarie e iconografiche si approfondiranno i nuclei tematici relativi ad ogni singola voce
analizzata.
1. Dalla prima guerra mondiale al fascismo di confine (1918- 1943)
2. La Zona di Operazioni Litorale Adriatico e le foibe giuliane (1943-1945)
3. Dai trattati di pace all’esodo giuliano-dalmata (1946-1956)
4. L’arrivo e l’inserimento degli esuli giuliano-dalmati in Italia
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