27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA Indicazioni didattiche Selezionate da comm.interc. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Alcune indicazioni per la didattica della Shoah 1 – Evitare la rappresentazione realistica dell’orrore. Utilizzare invece le rappresentazioni mediate, offerte da monumenti, musei, testi letterari, opere d’arte. 2 – Evitare resoconti troppo analitici e raccapriccianti. 3 – Evitare quindi anche il racconto di eventi, che possano essere troppo persecutori. 4 – Adeguare le proposte alle possibilità di comprensione e di empatia degli allievi, che sono variabili in funzione dell’età e della maturità psicologica. 5 – Favorire lo sviluppo di somiglianze e differenze con i perseguitati di allora: in questo ambito possono darsi dei processi di identificazione e a questo scopo si possono usare le storie delle vicende di bambini (quali quelle raccontate da Lia Levi) o di ragazzi, per quegli aspetti meno angosciosi e più comprensibili: ad esempio, il dover celare la propria identità, il dover trovare un rifugio per nascondersi, l’essere costretti a lasciare la propria casa e affrontare delle fughe un po’ avventurose. 6 – Far vivere in modo reale qualche aspetto della discriminazione: quella che è sempre in agguato in qualsiasi gruppo nei confronti dei diversi o in generale del gruppo estraneo, ed ha luogo facilmente anche nei gruppi di bambini piccoli, oltreché di ragazzi. Va anche ricordato che c’è stato qualcuno che si può avvantaggiare (economicamente o socialmente: v.esclusione dalle scuole, dalle università, dagli uffici pubblici) della discriminazione contro gli ebrei o altri diversi 7 – Collegare questa esperienza alle discriminazioni di allora e di adesso, nei confronti degli ebrei, ma anche degli altri, attuali “diversi”…. Gli immigrati, i poveri, i diversamente abili . 8 – Ricordarsi che in passato , purtroppo fino al Concilio Vaticano 2 i cattolici nel nostro paese , hanno ricevuto una prima informazione distorta sugli ebrei come popolo antico, attraverso le vicende della vita e soprattutto della morte di Gesù. Questa è stata per secoli la base di quell’antigiudaismo cristiano bimillenario, opportunamente da Giovanni 23 a papa Francesco i cattolici riconoscono negli ebrei i loro “fratelli maggiori” dando avvio ad un corretto approccio . – Consentire ai bambini e ai ragazzi (di qualsiasi età) di esprimere tutti i loro dubbi e interrogativi sulle cose (per molti versi incredibili) che sono loro raccontate. A partire dalle loro domande farli discutere tra loro quanto più liberamente possibile. Va ricordato che su questa tematica, possono entrare in gioco pregiudizi, a volte trasmessi direttamente o inconsapevolmente dal linguaggio (si pensi alla connotazione negativa del termine ‘ebreo’ o ‘giudeo’, erratamente associato a Giuda Iscariota o “rabbino”, così come è usato negli stadi italiani). 10 – Far riflettere i bambini e in modo particolare i ragazzi più grandi sulla funzione della memoria, che è in parte individuale (basta fare una piccola esercitazione su un ricordo personale, magari dell’estate precedente), in parte famigliare o del gruppo –classe, ma in parte anche collettiva e pubblica: questo del resto è uno dei significati di questa giornata che non a caso si chiama “della memoria”: come ricordo collettivo del fattore unificante della Repubblica Italiana e della più vasta Europa libera, che sono nate dalla lotta contro il fascismo e il nazismo, e quindi dal rifiuto di ogni discriminazione, di tipo razziale o etnico. Alla memoria collettiva servono i luoghi (i ghetti, i campi di sterminio, ad esempio), i monumenti, le opere d’arte, i musei. 11 – Collegare l’antisemitismo al razzismo, che allora venne alimentato (in Italia) dalle vicende della guerra d’Etiopia: si veda la mostra e il volume su “La menzogna della razza”. Può essere efficace citare la frase di Einstein, che a chi gli chiedeva qual era la sua razza, rispondeva : “razza umana”. Ai ragazzi più grandi può essere offerta anche una storia culturale essenziale del razzismo e dell’antisemitismo, nei loro sviluppi più recenti in Francia, in Germania, e in Europa in genere. 12 – E’ utile che gli insegnanti -qualunque sia l’età dei bambini – dedichino a questa tematica (quando l’hanno già definita tra loro) un incontro con i genitori dei loro allievi, per informarli del loro programma e per coinvolgerli, laddove sia possibile: possono esserci ancora dei nonni che sono in grado di portare delle testimonianze significative, attraverso i loro ricordi. Ma possono esserci anche posizioni contrarie e presenza di pregiudizi: è bene essere preparati, facendo riferimento alla legge dello Stato, che ha istituito la giornata dalla memoria, approvata dal Parlamento italiano nel 1999 all’unanimità. 13. –Collegare le vicende della persecuzione degli ebrei , a tutte le altre persecuzioni etniche tuttora esistenti nel mondo ed alla base di tanti attuali focolai di guerra. Costruito a partire dal lavoro scaricabile da :Professoressa Clotilde Pontecorvo – Università “La Sapienza” (fonte: www.ucei.it)