L’origine dell’edificio di culto: la chiesa L’ ecclesia Significato del termine: - comunità dei fedeli - luogo di riunione della comunità dei fedeli Fonti: Clemente Alessandrino, Strom., 7,5 (II secolo) L’origine dell’edificio di culto: la chiesa Dalla ecclesia domestica alla domus ecclesiae Per i primi due secoli, le fonti storiche forniscono diversi accenni sull'uso di case private prestate di volta in volta come luoghi di culto. La notizia secondo la quale, dopo la morte di Gesù, Maria ed i discepoli si riunirono a pregare in una "camera alta" situata in un piano soprelevato, ci fa ragionevolmente ipotizzare l'esistenza di camere analoghe utilizzate per le funzioni liturgiche domenicali, alle quali si accenna anche negli Atti (XX, 7-9) e nelle epistole paoline (1 Cor. XVI,19; Ad Rom. XVI, 3-5; Ad Colos. IV, 15; Ad Philem. 1, 2-3). Intorno alla metà del II secolo Giustino riferisce che le riunioni si svolgevano dove fosse possbilie (Apol. I, 65-67), mentre già alla fine dello stesso secolo Minucio Felice (Octavius IX,1) c’informa che col termine sacraria si denominavano i luoghi di culto, dando quindi testimonianza di ambienti destinati soltanto a tale funzione. Qualche decennio più tardi, nel testo siriaco delle "Recongnitiones Clementinae" (X, 71) si cita un certo Teofilo che dona la sua casa alla chiesa perché venga adibita a luogo di culto. Una prima svolta verso la nascita d'una struttura edilizia più complessa si ha a partire dal III secolo, quando la comunità cristiana si è notevolmente ingrandita e strutturata grazie ad un preciso ordinamento gerarchico riconosciuto dalle autorità e alla costruzione di un patrimonio comunitario. E ha guadagnato l'appoggio e la protezione di una parte della classe dominante. Cominciano allora a manifestarsi le condizioni perché i luoghi ci culto diventino e stabili e di proprietà della comunità. La ecclesia domestica si trasforma così nella domus ecclesiae. Tutti gli ambienti vengono adibiti ad uso liturgico, con varie funzioni: vi sono una grande sala per le riunioni aperte sul cortile centrale, un battistero, una stanza per l'Agape (istituzione caritatevole che consisteva in una cena offerta ai poveri ed alle vedove) e, talvolta al piano superiore, anche l'abitazione dei sacerdoti ed alcune stanze per coloro che si preparavano a ricevere il battesimo. La stabilizzazione del luogo di culto provoca anche un mutamento di significato nel termine greco ecclesia che ora non designa più solo la comunità dei fedeli, ma anche il luogo di riunione, la casa di Dio, quindi un santuario, anche se ufficialmente l'edificio di culto viene considerato ancora profano. Questa graduale trasformazione pone alcuni dei presupposti per la nascita della basilica cristiana. Domus ecclesiae si ritrovano un po’ovunque in tutto l'impero ma, tra le più antiche, si ricordano quella scoperta in Siria a Doura Europos sull'Eufrate e quella scoperta a Roma sotto la chiesa di San Martino ai Monti (Titulus Aequitii). L’origine dell’edificio di culto: la chiesa I tituli di Roma Per quanto riguarda la città di Roma, gli scavi condotti presso alcune basiliche d'origine paleocristiana hanno riportato alla luce i resti di case private risalenti al III secolo DC. La maggior parte delle chiese romane che vantano una tradizione paleocristiana sono, Infatti, fondate su precedenti domus ecclesiae o tituli. Il titulus indicava originariamente la tabella (di marmo, legno, metallo o pergamena) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Successivamente ai tituli privati (che, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, comprendevano l'abitazione privata), nascono quelli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa. I tituli, come le odierne parrocchie, erano soggetti alla giurisdizione della chiesa. Capo della comunità ecclesiale era il presbitero coadiuvato da ministri a lui sottoposti. I vari tituli, anche se identici dal punto di vista funzionale e della finalità, a causa della loro diversa origine e datazione, non si possono considerare come un gruppo omogeneo. Di tutti questi luoghi di riunione possediamo due diversi elenchi, desunti dalle sottoscrizioni dei vari presbiteri nel corso dei due sinodi svoltisi a Roma nel 499 e nel 595. Confrontando questi due elenchi, in certi casi si nota come il titulus, che nel primo sinodo portava il nome del fondatore o del donatore, nel secondo porta la dedica all'omonimo santo. Probabilmente ciò è dovuto al crescente interesse per il culto dei martiri. Quelli più antichi si trovano generalmente in zone periferiche o popolari della città, mentre quelli nuovi creati dopo la Pace della Chiesa ebbero tutti posizioni più centrale. L’origine dell’edificio di culto: i tituli di Roma 2. Titulus Byzantis 4. Titulus Clementi 7. Titulus Aequitii 18. Titulus Anastasiae L’origine dell’edificio di culto: la chiesa I tituli di Roma: titulus Aequitii A Roma, sotto l'attuale chiesa di San Martino ai Monti e al suo convento, si trova l'edificio romano che è tradizionalmente identificato col Titulus Aequitii, il cui livello pavimentale è dieci metri più basso di quello della chiesa. Il titolo si trova anche nei pressi di un mitreo. Questa particolare vicinanza con un luogo destinato ad un culto misterico ha spinto il Ghetti ad ipotizzare che questa scelta, lungi dall'essere casuale, sia avvenuta nel contesto delle lotte contro i cultori di Mitra. Fra il sinodo del 499 e quello del 595, anche il titulus Aequitii cambiò denominazione, e il nome di San Silvestro (in onore dell'omonimo papa) prevalse su quello del primo proprietario, Equizio, il cui palatium doveva essere sontuoso, a giudicare dai rinvenimenti di pavimenti musivi, di tracce di decorazione affrescata sulle volte, di marmi ed oggetti artistici venuti alla luce all'epoca dei primi scavi. Oggi si scende nel titolo da una scalinata aperta nel ‘600 sul lato occidentale della chiesa. L'ambiente è di forma pressoché rettangolare; una doppia fila di pilastri lo divide in undici vani minori di dimensioni ineguali. Di questi, gli otto vani centrali formano una grande sala a due navate (m. 17,5 x 13,5) che doveva servire per le celebrazioni liturgiche, mentre i vani laterali costituivano degli ambienti di servizio. Il titolo, per volere di papa Simmaco, fu ampliato nel VI secolo. Nel IX secolo, papa Sergio II ne ordinò i restauri, erigendovi sopra ed accanto un monastero e l'attuale basilica di San Martino ai Monti. L’origine dell’edificio di culto: la chiesa I tituli di Roma: titulus Byzantis titulus Pammachii Maggiore complessità presentano le strutture originariamente pertinenti al titulus Byzantis, sotto la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Qui, intorno alla metà del III secolo, al primo piano di un'insula più antica fu ricavata un'ampia sala, utilizzata probabilmente come luogo di riunione della comunità cristiana. Agli inizi del IV secolo, i vani al pianterreno ricevettero una decorazione ad affresco con soggetti cristiani, comprendenti anche un'orante e un apostolo in vesti di filosofo. L’origine dell’edificio di culto: la chiesa I tituli di Roma: titulus Clementis Un altro complesso cultuale di notevole importanza è quello di San Clemente, nella vallata tra il colle Oppio (colle) e il Celio. Trattasi di un contesto archeologico molto complesso, con una stratificazione di quattro fasi. La fase che ci interessa è quella che vede, intorno alla metà del III secolo d.C., il riadattamento al culto cristiano di parte di una domus più antica, nei pressi di un mitreo. La domus ecclesiae sarebbe riconoscibile nell'ambiente in seguito trasformato nella basilica sotterranea di San Clemente, caratterizzato da una grande sala, probabilmente divisa in due o tre navate da file di pilastri e colonne, comunicante attraverso aperture con l'esterno dopo aver attraversato cortili e portici. Lo sviluppo architettonico di quest’ambiente portato alla luce dagli scavi fa supporre che l'edificio sia identificabile col titulus Clementis, di cui parlano gli Atti dei sinodi del 499 e del 595. Nel IV secolo, all'aula di culto fu aggiunta un'abside e si realizzò un collegamento col vicino mitreo. La basilica fu poi internamente divisa in tre navate mediante due file di colonne sormontate da arcate. Dietro l'abside erano forse presenti gli ambienti di servizio dei pastofori, come lascerebbero intuire delle aperture sul muro di fondo. Le navate erano, inoltre, precedute da un nartece. Tuttavia l'impianto è generalmente caratterizzato da una forte irregolarità, a causa dei continui riadattamenti. L’origine dell’edificio di culto: la chiesa I tituli di Roma: titulus Anastasiae Un altro complesso cultuale si trova, probabilmente, nei sotterranei della chiesa di S. Anastasia, nell’omonima piazza presso il Circo Massimo. L’insula in cui si installò il titulus era formata da un lungo e stretto vicolo porticato, delimitato da un lato da un muro in opera quadrata di tufo e dall’altro da numerose grandi botteghe. Queste sono munite di soglia marmorea di ingresso, di retrobottega e di un piccolo vano destinato a magazzino. Al primo piano dell’insula doveva esserci la sala destinata alle riunione per il culto. Le costruzioni successive non ne hanno consentito la conservazione. L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos Fu costruita nel 232 DC, come attesta un graffito. Il suo eccellente stato di conservazione è dovuto al fatto che, essendo stata inglobata nella cinta muraria costruita nel III secolo per proteggere la città dagli attacchi, rimase sepolta dal crollo del terrapieno delle mura stesse durante l'assedio dei Parti nel 256-7 d.C. Il pianterreno ci offre una nitida visione di quello che doveva essere l'aspetto delle prime chiese comunitarie. L'edificio è provvisto di un atrio circondato da ambienti di varie dimensioni e da un portico. La chiesa vera e propria è la stanza più grande del piano terra. Essa si apre a sud dell'atrio, ed è costituita dall'unione di due ambienti più piccoli mediante l'abbattimento del muro divisorio. Sulla parete est dell'aula è visibile la cattedra per il presbitero (sedile per l'anziano a capo della comunità). Adiacente a questa sala (e comunicante con essa) è il catecumeneo (locale destinato alla catechesi per la preparazione al battesimo), ubicato sul lato ovest dell'atrio e comunicante con quest’ultimo attraverso una larga apertura. Infine, da un piccolo passaggio sulla parete nord del catecumeneo si accede al battistero. Quest’ultimo è un vano di modeste dimensioni, con una vasca battesimale sulla parete ovest ed affreschi raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento (particolarmente notevoli sono le figure di un'orante e di un Buon Pastore), la cui funzione, più che decorativa, era prettamente didattica. Al piano superiore erano le camere destinate ad abitazione. L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos Fu costruita nel 232 DC, come attesta un graffito. Il suo eccellente stato di conservazione è dovuto al fatto che, essendo stata inglobata nella cinta muraria costruita nel III secolo per proteggere la città dagli attacchi, rimase sepolta dal crollo del terrapieno delle mura stesse durante l'assedio dei Parti nel 256-7 d.C. Il pianterreno ci offre una nitida visione di quello che doveva essere l'aspetto delle prime chiese comunitarie. L'edificio è provvisto di un atrio circondato da ambienti di varie dimensioni e da un portico. La chiesa vera e propria è la stanza più grande del piano terra. Essa si apre a sud dell'atrio, ed è costituita dall'unione di due ambienti più piccoli mediante l'abbattimento del muro divisorio. Sulla parete est dell'aula è visibile la cattedra per il presbitero (sedile per l'anziano a capo della comunità). Adiacente a questa sala (e comunicante con essa) è il catecumeneo (locale destinato alla catechesi per la preparazione al battesimo), ubicato sul lato ovest dell'atrio e comunicante con quest’ultimo attraverso una larga apertura. Infine, da un piccolo passaggio sulla parete nord del catecumeneo si accede al battistero. Quest’ultimo è un vano di modeste dimensioni, con una vasca battesimale sulla parete ovest ed affreschi raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento (particolarmente notevoli sono le figure di un'orante e di un Buon Pastore), la cui funzione, più che decorativa, era prettamente didattica. Al piano superiore erano le camere destinate ad abitazione. La domus ecclesiae di Dura Europos: L’origine dell’edificio di culto: la chiesa Le pitture del battistero L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos: Le pitture del battistero La domus ecclesiae di Dura Europos: L’origine dell’edificio di culto: la chiesa Le pitture del battistero L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos: Le pitture del battistero L’origine dell’edificio di culto La domus ecclesiae di Dura Europos: Le pitture del battistero L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La domus ecclesiae di Dura Europos: Le pitture del battistero L’origine dell’edificio di culto: la chiesa La chiesa di Qirk Bize