Convegno Il turismo nelle zone interne: realtà e prospettive LACONI 26 marzo 2010 TURISMO NELLE ZONE INTERNE: CHE FARE? INTERVENTO DI STEFANO LANDI Presidente di SL&A turismo e territorio Per parlare di questo tema, a ben vedere fondamentale per l’ulteriore sviluppo turistico della Sardegna, è importante guardare alla situazione non solo con riferimento alle “ultime notizie”, ai dati congiunturali più o meno positivi, quanto alle evoluzioni almeno di medio periodo, che stanno riguardando l’Isola, ma non solo. E d’altra parte è altrettanto importante riferirsi non tanto e non solo alle coste della Sardegna, a quello che qualcuno ha voluto chiamare “la ciambella” del turismo sardo, quanto proprio all’interno. Un interno che, come vedremo, da “buco vuoto” della ciambella, si sta evolvendo in qualcosa di diverso. Ma per sviluppare questo tema non basta da un lato riferirsi alle conoscenze “storiche”, né dall’altro guardare solo all’ultima stagione: è opportuno pensare a quello che è successo nel frattempo. Qualcuno li chiama “i fatti di mezzo”1: sono fenomeni lenti, magari non troppo osservati, ma che si modificano e in qualche modo lievitano. Fenomeni spesso misconosciuti, che si evolvono impercettibilmente, ma che poi a lungo andare cambiano la sostanza delle cose. E che se non ce ne accorgiamo, trasformano l’oggetto delle nostre analisi e del nostro lavoro, e lo rendono inesorabilmente obsoleto. Proprio come quegli anziani –non tutti gli anziani- che col passare degli anni, sanno soltanto ricordare le cose come erano “ai miei tempi”, e non si 1 Armando Massarenti, Il sole 24 Ore, 21 marzo 2010. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 capacitano e non si adattano a come sono diventate, essendosi distratti dal loro evolversi per un tempo ormai troppo lungo a recuperare. Invece nel turismo, ed in quello delle zone interne in particolare, di fatti nuovi ce ne sono stati eccome: dal lato della domanda di viaggi e vacanze, dal lato dell’offerta ospitale, dal lato della “governance”, e cioè della forma e dei modi in cui le cose dovrebbero essere gestite. E anche dal lato degli strumenti per farlo, che non sono certo rimasti gli stessi. 1. DAL LATO DELLA DOMANDA 1.1. I TURISMI E I DUE MERCATI Per cominciare a ricordare i fatti salienti, dobbiamo per forza partire dagli anni ’80, con la scoperta del passaggio dalle vacanze ai turismi : non più solo villeggiatura, una vacanza lunga intesa come “vuoto”, ma una molteplicità di stimoli e motivazioni diverse, che ampliano all’infinito le potenzialità e le sfaccettature del mercato. Poi, e anche in dipendenza del passaggio logico dalle destinazioni alle motivazioni di vacanza, a partire nei primi anni del 2000 la chiara scissione tra due mercati compresenti, seppure così diversi tra loro : da una parte c’è un mercato di massa, che si può definire tale non solo per i numeri ma soprattutto per i caratteri di standardizzazione. Un mercato in cui si è sviluppata l’intermediazione “industriale”, che ha definito i propri modelli di business sui grandi numeri: almeno una “catena” di charter, almeno una linea di pullman, almeno una grande quantità di ricettivo omogeneo. Ora questo mercato è in grande espansione presso i nuovi Paesi in sviluppo, a partire dalla Cina e dall’India. Ma appare in contrazione sui bacini tradizionali di domanda (Europa, Stati Uniti, ecc.), per l’esaurimento della spinta della domanda verso prodotti stereotipati, verso 2 Censis, “Dalle vacanze ai turismi”, Quindicinale di note e commenti, Roma, 1982. 3 Guido Pasi, Assessore al turismo della Regione Emilia Romagna, “Dall’ordine sparso alla geografia variabile”, Conferenza regionale, Bologna, 2 dicembre 2008 SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 sistemazioni sempre più omologate, verso luoghi in progressiva perdita dell’identità, che stanno tutti diventando “non luoghi”4; ma questo mercato non è l’unico: ce n’è un altro, in crescita, ancora in cerca di definizione, di identità, anche di un nome. Alcuni lo chiamano mercato dei viaggiatori (contrapposti ai turisti), altri della qualità (contrapposta alla quantità); Pasi lo chiama “turismo della libertà”, riferendosi alla possibilità di scelta libera, alla ricerca di luoghi “veri”. Un mercato che si affianca al primo senza sostituirlo, e non è necessariamente composto da altri consumatori: si può fare una volta una scelta, e la volta dopo un’altra, con grande e serena incoerenza ed infedeltà. Si può andare a Natale in settimana bianca o a Sharm el Sheik, a Pasqua in bicicletta in un parco toscano. E’ un mercato a forte connotazione valoriale, che cerca esperienze memorabili, identità locali, autenticità, cultura locale fatta di vissuto e di quotidiano. Il portato di questa bipartizione del mercato per il territorio sardo è piuttosto netta: da una parte c’è la domanda standardizzata che dovrà giocoforza continuare a riferirsi alla “ciambella” costiera, che ha i numeri per accogliere charter e bus. Dall’altro tutta la nuova domanda dei viaggiatori, per quanto certo non disdegni il bel mare, avrà come obiettivo principale l’identità, che in Sardegna, molto più che altrove, è sinonimo delle aree interne. 1.2. LE MICROVACANZE E LA PROSSIMITA’ Ma un altro fatto nuovo si è proposto con prepotenza nell’ultimo decennio: le micro vacanze5 e la prossimità (“chilometri zero”6). Mentre gli occhi degli osservatori restavano puntati sulle vacanze principali (stazionarie) e sulle mete tradizionali di medio e lungo raggio, la realtà stava 4 Marc Augè, “Nonluoghi: per una antropologia della surmoderità”, Milano, 1985. 5 SL&A, “Le Microvacanze, cronache dal futuro prossimo”, Roma, 2008. 6 Dossier Coldiretti-SL&A, “il nuovo stile low-cost per il Natale 2008: vacanze a chilometri zero”, Roma, 2008. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 cambiando rapidamente, e vedeva affermarsi le vacanze brevi (1-3 notti) e le mete di corto raggio. Le microvacanze sono cresciute ininterrottamente dal 2001 al 2008, e hanno segnato una battuta d’arresto solo nell’anno 2009, pur mantenendo la posizione di maggioranza assoluta tra gli Italiani (49,4 milioni di viaggi contro i 48,5 di 4 notti e oltre). Ma, come evidente portato della crisi economica, nel 2009 le microvacanze sono addirittura cresciute nel trimestre estivo. Si è però confermata la tendenza a fare vacanze vicine: tutte le ultime rilevazioni indicano che la maggioranza dei clienti Italiani degli hotel provengono dalla stessa regione, o da quelle confinanti. E le previsioni ISNART per la Pasqua parlano di 5 milioni di Italiani in vacanza, confermando le regioni prossime ai grandi bacini di domanda: il Trentino-Alto Adige, la Toscana, il Lazio . Si tratta di un fenomeno molto evidente in Italia, ma diffuso a livello europeo, e non solo: i dati di Eurobarometro 2008, mentre fotografano un continente di vacanzieri (il 71% dei cittadini europei lo fa almeno una volta l’anno) confermano la tendenza generale alla riduzione di durata delle vacanze principali e alla frammentazione in tanti periodi durante tutto il corso dell’anno. La graduatoria mette il luce in modo netto le differenze nelle vacanze tra i diversi paesi: si va infatti dall’88% degli Svedesi al 45% degli Ungheresi. I tedeschi, vacanzieri per antonomasia, si piazzano al nono posto con il 77%, mentre i tanto vituperati Romeni hanno già girato la boa, con il 51%. Ma nelle microvacanze i Finlandesi sono imbattibili: il 75% ne ha fatta almeno una nel 2008, prima degli Svedesi (70%), e ben al di sopra delle media continentale, che si assesta comunque al 48%. Nel complesso, quindi, sono molti di più gli Europei che fanno anche -o soltanto- vacanze brevi (fino a 3 notti fuori casa) di quanti fanno solo vacanze “lunghe” (19%). SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Ed è una tendenza generale, che taglia trasversalmente le nazioni concentrandosi nella popolazione europea con i più alti livelli di istruzione (60%), lavoratori autonomi ed impiegati (entrambi con il 57%), di età giovaneadulta (il massimo si ha nella classe 25-39 anni), con forte peso delle aree metropolitane (53%). Da notare inoltre che la frantumazione del consumo turistico diventa un comportamento costante, ripetitivo, una abitudine: infatti ben il 16% dei microvacanzieri ne fa oltre 5 l’anno. Certo, si tratta di un fenomeno che beneficia soprattutto le regioni vicine ai grandi bacini di domanda: in Italia la Valle d’Aosta e il Trentino, ma anche l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio. Ma anche un fenomeno che enfatizza il “mercato interno” delle vari regioni, e che per questo si fa sentire anche all’interno delle grandi regioni lontane, come la Sardegna, sempre più percorsa e vissuta proprio dai sardi, che delle vacanze in regione hanno da sempre fatto una tradizione, e non solo per motivi economici e logistici. Le vacanze si evolvono quindi da fenomeno raro a frequente: prima solo una volta nella vita, poi solo una volta l’anno, ora molto più spesso, più breve, più vicino. Quasi una analogia con la spesa nei negozi (come rileva la Coop in una ricerca di marzo 2009), e con i pasti, come raccomandano i nutrizionisti. E quindi si tratta di un fenomeno che è cambiato per lievitazione e non per strappi, per grandi eventi eclatanti, lontano dallo sguardo e dai riflettori: tutti presi a sognare le Maldive, a volte non ci accorgiamo di quello che succede nel giardino di casa. 2. DAL LATO DELL’OFFERTA SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Ma anche se guardiamo le località turistiche (quelle che una volta si chiamavano “stazioni”, e che invece oggi siamo soliti definire “destinazioni”), si nota che gli arrivi e le presenze turistiche non seguono quasi mai una evoluzione lineare e costante. 2.1. LE DESTINAZIONI MATURE Dopo il lancio e la crescita quasi sempre c’è un rallentamento, una fase di stagnazione, spesso un calo: è quello che è stato definito il “ciclo di vita” delle destinazioni, che può portare al declino o, se si è bravi, anche al rilancio. Al di là delle oscillazioni congiunturali (mese dopo mese, anno dopo anno), quello che osserviamo adesso in Italia (ma non solo) è che molte tipologie di località tradizionali non crescono più (quando non calano o crollano addirittura): si tratta della cosiddetta fase di maturità. In particolare alcune destinazioni sembrano attraversare questa fase: quelle montane (alpine) che si erano specializzate nella neve (le stazioni “ski-total”), che soffrono da un lato del calo della pratica sportiva, dall’altro della mancanza di attrazioni ed opportunità diverse per il tempo libero degli ospiti; quelle balneari, alcune delle quali entrate in crisi già con i primi sintomi di inquinamento marino e con la “stagione delle alghe” del 1989, che hanno addirittura dovuto gestire processi di riconversione e di uscita dal mercato delle imprese marginali; quelle termali specializzate nel sanitario, alle prese con la riduzione strutturale della domanda di cure e della spesa pubblica che la sosteneva, e che solo in pochi casi sono riuscite ad evolversi andando incontro alla domanda di benessere; e persino, spesso, le città d’arte e cultura, che faticano a gestire il successo e cadono in preda dell’eccesso di congestione, dello scadimento della qualità, dell’incremento insensato dei prezzi, del turismo “mordi e fuggi”. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Un sistema turistico ed una opinione pubblica che continuano ad avere come unico riferimento queste tipologie di offerta, però, non si capacitano delle novità che stanno cambiando la geografia turistica del nostro Paese. 2.2. L’EMERGERE DELLE “TERRE DI MEZZO” Un cambiamento che prende una forma precisa: l’emergere di nuove destinazioni là dove una volta c’era il vuoto, l’affermarsi delle “terre vissute” ricche di identità, anche sulle ali delle nuove motivazioni di viaggio e di vacanza: dal cavallo al vino, dai parchi ai giardini, dal benessere alla gastronomia, dalla vacanza attiva,dai borghi alla media montagna, ecc. E’ una tendenza che ha visto una netta accelerazione in anni recenti: sono infatti i “territori di mezzo” a crescere e ad affermarsi, anche grazie agli investimenti profusi dai progetti Leader, dai GAL e dalle Comunità Montane. Mentre all’inizio degli anni ’90 il Censis rilevava che 1 comune italiano su 2 non aveva neppure un posto letto da offrire sul mercato, oggi 6.500 comuni, oltre l’80% del totale, hanno strutture ricettive, di tutti i tipi, anche quelle “non convenzionali”. Tanto per fare un esempio, il 55% dei comuni italiani hanno oggi almeno un albergo, il 71% almeno un a struttura extralberghiera, e anche per quanto riguarda la ristorazione di qualità la tendenza è molto chiara: la stessa Guida Michelin conferma che la forza innovativa si sprigiona nella provincia e in campagna. E in Sardegna il dato è analogo, ma la dinamica ancor più accelerata: mentre solo 10 anni fa i comuni con strutture ricettive erano il 39%, oggi sono già l’83%. E anche nelle zone interne dei 55 comuni che aderiscono ai consorzi promotori di questo convegno, il valore è più che raddoppiato per gli hotel, e la diffusione di strutture extralberghiere ha raggiunto il 65%. Dinamiche ancor più surriscaldate per quanto riguarda i posti letto, cresciuti di 1,7 volte per gli hotel, e addirittura di 6,7 volte per gli altri esercizi. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Quindi in Sardegna, anche e proprio nelle zone interne, cresce il turismo dei luoghi con l’identità e con l’anima. Luoghi veri, mica “non luoghi”. 3. LA RISPOSTA POSSIBILE VIENE DAL MERCATO Questa tipologia di offerta incontra anche le esigenze di un vasto gruppo di “pionieri”. Un recentissimo studio dedica particolare attenzione al segmento dei prosumers, consumatori evoluti ed indipendenti di USA, Francia e Inghilterra7. Questo gruppo molto influente mostra, più di altri target, un approccio più consapevole al consumo: attenzione all'ambiente, alle comunità locali e all’essere “cittadini globali”. Le destinazioni e le modalità di viaggio dei prosumers stanno subendo un cambiamento decisivo, così come accade per i periodi di ferie. Per gli intervistati le aziende e le destinazioni turistiche devono seguire questi imperativi: essere “green”, come modo standard di fare business; offrire prodotti e servizi che soddisfino il desiderio di uno stile di vita più consapevole; saper gestire i social media, al fine di coinvolgere il prosumer prima, durante e dopo ogni esperienza di viaggio; Fino a tempi recenti, la consapevolezza sull’impatto ambientale è stata quasi assente nella scelta delle destinazioni di viaggio. "Mentre non molto tempo fa il go green ('andare verde') era semplicemente una questione di esortazione e persuasione", spiega la rivista SAPERE, "ora è più una questione di sfumature nei toni e capacità di attuazione." Marchi e aziende stanno scoprendo che l'eco-coscienza non è più semplicemente una questione accessoria, ma un imperativo gestionale. Il 74% dei prosumers vuole fare scelte rispettose dell'ambiente e il 63% dedica 7 EURO RSCG, “Social media empowers new models of travel”, 19 marzo 2010,. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 maggiore attenzione all'impatto ambientale e sociale dei prodotti che acquista. Per chi lavora nell’industria turistica ciò significa avere nel proprio portafoglio di offerte eco-alloggi costruiti con materiali recuperati e riciclati, menù "100 miglia" centrati sui beni alimentari prodotti localmente, "EcoRooms” a basso consumo energetico e premi per i viaggiatori che mettono in atto comportamenti “verdi”. I cambiamenti nel modo di pensare alla base di queste nuove modalità di viaggio si sono rafforzati e diffusi nel corso degli anni, grazie soprattutto all’ascesa dei nuovi media. Ora che i consumatori che costituiscono il “mainstream” possono partecipare a comunità e gruppi focalizzati su un nuovo modo di vivere e viaggiare, la forte attenzione ai valori sociali del viaggio si è definitivamente affermata. Alle marche, i social media offrono modi creativi per mantenere i prosumers impegnati ben prima e per molto tempo dopo ogni esperienza di viaggio. Quest’uso intelligente dei social media mantiene vive e continue le conversazioni sulla marca e rappresenta un’eccezionale opportunità per una nuova generazione di offerte di servizio al cliente. Questo è di grande importanza in un momento in cui il lusso e il servizio sono stati ridefiniti da parte dei consumatori stanchi di sorrisetti e risposte standardizzate, e desiderosi di entrare in contatto con le persone reali che sono dietro il marchio. La comprensione del nuovo modo di concepire e vivere il viaggio, con tutte le sue tendenze sovrapposte e interconnesse, è di vitale importanza per tutte le marche che cercano il proprio spazio all’interno dei confini variabili dei nuovi mercati. 4. GOVERNANCE: MANCA LA FORMA Ma questi fenomeni, come tutti i fenomeni nuovi, non trovano automaticamente un contesto di governo già pronto ad accoglierli: non ne manca solo la coscienza, ma anche la forma. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Una volta c’erano le Aziende Autonome e gli Enti Provinciali del Turismo: il loro superamento è iniziato con la Legge quadro del 1983 e, per effetto della competenza regionale, non si è ancora mai del tutto completato. Ogni Regione ha fatto storia a sé. Poi dalla Legge 135 del 2001 c’è stata la possibilità di creare i Sistemi Turistici Locali, ed anche in questo caso l’Italia si è comportata come una repubblica federale: ognuno per conto suo, in ordine sparso.8 Ma nei fatti, al di là dei buoni proposti iniziali, e del contrasto forse insanabile tra Regioni neo-centraliste e Comuni con voglia di protagonismo, I STL sono nati per un’altra cosa: per ridare una forma di governo alle grandi destinazioni da un lato, e e/o come modo di redistribuire risorse sul territorio dall’altro. E, legittimamente, sono stato gestiti in ogni regione come meglio si è voluto: chi non li ha affatto istituiti, chi ha tagliato il territorio con il righello, che li ha imposti a tutti i Comuni, chi li ha sostanzialmente fatti coincidere con le 9 province, ecc. Ma purtroppo, a dieci anni di distanza, se si guarda la generalità dei casi si ha la sensazione che il più delle volte sono stati piantati dei semi, sono state fatte nascere delle piantine, e poi le si è lasciate seccare senza più innaffiarle. Ma, soprattutto, non si sia davvero capito che cosa sarebbe servito per farle nascere e crescere bene. Una Marca, e cioè un nome e una riconoscibilità sul mercato10; Una omogeneità e una coesione, e cioè una compattezza interna di vocazioni ed intenti; 8 Confcommercio, “Lo sviluppo delle destinazioni turistiche: l’opportunità offerta dai sistemi turistici locali, Roma, 2005. 9 Michela Valentini, “La gestione dei sistemi turistici locali”, in “Esperienze e prospettive di sistema nel turismo”, Formez, Roma, 2007. 10 Stefano Landi, “La marca nel turismo”, TCI, Milano, 2003. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Una identità che è anche valore aggiunto (luoghi veri, terre vissute); il che in molti casi, nel nostro Paese ed in Sardegna, avrebbe corrisposto alla ruralità. 5. ALLORA, CHE FARE? Per lavorare bene, per darsi una prospettiva di lungo periodo, si tratta allora realisticamente di ripartire del territorio e dal prodotto, analizzandone i caratteri veri, oggettivi, guardandolo “con gli occhi dei turisti”. Si tratta cioè di valorizzare quello che è economico, e quindi “utile e scarso”: utile perché qualcuno fuori dai luoghi ne apprezza le qualità, scarso perché identifica una rarità, e magari una unicità. I punti salienti di questa valorizzazione possibile non sono nuovi, ma è importante tenerli a mente. Bisogna avere o costruire: attrattori, ma che non siano abbandonati o impraticabili: devono essere gestiti, aperti, fruibili, in una parola devono essere dei prodotti; strutture di accoglienza, ricettività coerente con il territorio e le sue tradizioni, perché se il turista non può dormire, la sua visita si riduce ad un passaggio, non innesca esperienza profonda, non lascia quegli effetti che invece potrebbe e dovrebbe: si risolve in un insoddisfazione reciproca; ristorazione, gastronomia, prodotti locali che facciano anche da ambasciatori, prodotti da portare a casa e magari continuare a comprare una volta a casa, che parlino del territorio, delle sua qualità , della sua gente; servizi di assistenza, informazione, accompagnamento; guide al territorio, “interpreti” e divulgatori, facilitatori dell’esperienza. Ma l’offerta, il prodotto non basta farlo: all’orgoglio di fare bene bisogna aggiungere il coraggio di vendere. Oltre che fare, bisogna far sapere, e saper vendere: costruire prodotti complessi a partire da offerte semplici, predisporre emozioni a partire da semplici prestazioni. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 Ma attenzione: non bisogna fare sempre l’errore di proporre quello che tutti già sanno, e nel momento in cui tutti lo vogliono. Bisogna vendere quello che c’è di l’invenduto, non il “tutto completo”. E bisogna che chi ci scopre, chi ci desidera, sia facilitato nell’acquisto: su Internet si dice che è necessario farsi comprare “in cinque click”, favorendo l’acquisto d’impulso e non frustrandolo, tenendo viva l’attenzione e non disperdendola. E se guardiamo alle grandi destinazioni moderne, dal Trenino a Barcellona, dall’Emilia-Romagna a Genova, scopriremo che le cose funzionano proprio così. Tutto questo si fa solo se c’è una marca forte, e la Sardegna delle aree interne lo è: “è un luogo vero, fortemente identitario, ricco e geloso di tradizioni, con paesaggi maestosi, fuori dalle rotte di massa, in cui la fatica dell’arrivare è ampiamente compensata dal premio dello stare”.11 6. FARE BENE, NON “TANTO PER FARE” Infine, qualche riflessione di merito sugli strumenti e sulle azioni. In un Mondo globalizzato in cui tutti cercano di emergere come destinazioni turistiche, in cui tutti provano a comunicare, vale più l’intelligenza, l’innovazione, la creatività, che non la spesa. Non serve e non basta il pensiero sbrigativo: fare quello che fanno tutti, andare tutti alle stesse fiere o sugli stessi media, fare un depliant o un sito internet sperando che sia sufficiente. Non vale tanto spendere molti soldi in fretta perché altrimenti ce li tolgono, come purtroppo ci spingono a fare i progetti europei e spesso anche i programmi regionali: quello che conta sono 11 CTS-SL&A, Catalogo “Il senso della Sardegna”, Progetto TRIM, 2008. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000 i risultati. Risultati di notorietà, di marca, di desiderio, di vendite. Il resto è spreco. Per fare questo non serve la sbrigatività: ci vuole un pensiero laterale ed “obliquo”12: avere in mente obiettivi strategici, di lungo periodo, e mantenerli, senza cambiare idea ogni minuto, magari inseguendo il nuovismo a tutti i costi. Dati gli obiettivi, bisogna puntarli anche con azioni minute, quotidiane, cumulando risultati nella direzione giusta, e accettando il tempo che ci vuole per la lievitazione. Bisogna avere e mantenere “la giusta distanza” di osservazione sia dalle risorse che dalla domanda, dai desideri degli ospiti, Per cercare sempre di capire che cosa abbiamo davvero di raro, e che cosa e come gli ospiti sono interessati a comprare. Bisogna considerare i nostri ospiti come persone con i loro sentimenti e le loro esperienze, in cerca di qualcosa che li arricchisca, da poter raccontare e tramandare, e non come portafogli con le gambe, bestie da mungere, da sfruttare e buttare via. E infine, anche se le misure di finanziamento (gli assi dei programmi regionale europei, tanto spesso fotocopiati dagli esempi che arrivano da Bruxelles…) spesso ci spingono in direzioni stereotipate, dobbiamo sempre stare attenti alle semplificazioni. Itinerari, circuiti, percorsi sono forme utili di aggregazione dell’offerta, stimoli per i protagonismi dei comuni e dei territori, opportunità finanziarie da cogliere. Ma non sempre e non necessariamente portano a prodotti turistici vendibili. 12 John Kay, “Obliquity: why our goals are best achieved indirectly”, Profile Books, 2010. SL&A s.r.l. Via Iside 10 (Colosseo) 00185 Roma Tel. 06-4741245 Fax 06-47823753 e-mail [email protected] www.slea.it P.IVA 04559961000