Il Paginone pag.sedici A febbraio 2007 il fatturato pubblicitario su web rispetto a febbraio 2006 ha registrato un incremento totale del 37% (Osservatorio Fcp) N°8. 23aprile6maggio2007 S PINOFONDATI I Un fenomeno che tocca anche le Pmi da cui giunge una domanda più alta di strumenti per rafforzare la brand awareness incremento del 37% rispetto al 2006). Che non sono solo del consumatore, attenzione, ma coinvolgono anche l’inserzionista. Non a caso, in Italia la spesa pubblicitaria online è poco più dell’1,5% della spesa globale pubblicitaria (entro il 2009 Internet dovrebbe rappresenterare il 9% degli investimenti pubblicitari). Poco, rispetto, per esempio, alla Gran Bretagna dove la stessa spesa sfiora il 12%. Recentemente, proprio in Inghilterra, la pubblicità raccolta da Google ha superato ampiamente quella destinata ai media tradizionali. Se si guarda da vicino il giro d’affari, il confronto con gli altri paesi è sconfortante; in Italia, l’advertising online vale 210 milioni di euro, una cifra lontanissima dagli Usa, che sono il mercato leader mondiale (ma lì i consumatori passano online in media 14 ore a settimana pro-capite!) e lontana dal già citato Regno Unito, che supera di brutto i due miliardi di sterline. Nel nostro paese, a parte il turismo, tutti gli altri settori che occupano le prime posizioni nelle classifiche di e-commerce, dal libri all’elettronica di consumo, dalla POCHI IN UE Solo il 2,5% delle imprese europee dichiara di possedere un blog Italia terreno di conquista per la pubblicità su Internet. L’aumento (+8%) delle connessioni broadband ha fatto salire il tempo di navigazione degli italiani: da 2 ore settimanali del 2005 no a 5 ore del 2006 econdo Gartner il numero di blog raggiungerà a metà 2007 in tutto il mondo i 100 milioni. Una crescita piuttosto sostenuta, anche se bisogna tenere conto che il fenomeno è “ondivago”: tanti blog nascono, tanti ne muoiono. Al di là dei numeri, però, è importante la tendenza sottesa al fenomeno: i blog influenzano sempre più il modo in cui i consumatori prendono le decisioni d’acquisto, e per molti sono l’unico mezzo di informazione e di comunicazione. Questo per quel che riguarda il fenomeno in generale. Se si vuole andare a guardare come vanno le cose in azienda, una ricerca (The Business Value of Blogging) di Lewis, multinazionale specializzata in media relations, rileva che nel mondo poco meno del 5% delle imprese dispongono di un blog. La ricerca, che ha coinvolto 300 aziende di 10 paesi, rileva che solo il 2,5% delle società europee intervistate dichiara di possedere uno o più blog. Per la cronaca, nella regione Asia-Pacific la diffusione dei blog è leggermente più alta (5,5%), mentre gli Stati Uniti occupano il podio più alto con il 14%. E dire che gran parte delle società coinvolte opera in mercati tecnologici quali quello mediatico e It, presumibilmente, quindi, quelle più aperte all’utilizzo di qualsiasi innovazione della tecnologia e dei new media, blog compresi. Da questo discende una considerazione ovvia, cioè che l’utilizzo reale NELL’ERA DEL WEB è possibile anche visitare gallerie che organizzano mostre di opere reali, “appese ai muri” di luoghi molto virtuali. Il luogo è la Grid Gallery, posta sull’isola di Idearium all’interno di Second Life, uno spazio espositivo costruito dai curatori (destinato a ampliarsi e a mutare nel tempo, cambiare aspetto e dimensioni) con il modellatore solido integrato nel client di Second Life, che sta diventando un luogo di aggregazione per numerosi artisti. La mostra, la prima in Italia del genere, ospita fino al 27 aprile opere di illustratori e fumettisti italiani, già “navigati” su blog e internet: disegni, illustrazioni, foto ed elaborazioni di foto. L’esposizione è intitolata “Se vi pare che questo mondo sia brutto”, lo stesso titolo di un libro di Philip K. Dick, autore tra l’altro del romanzo da cui fu tratto il film “Blade Runner”. La fruizione gode in più di tutti i vantaggi offerti dalla tecnologia, fino a identificare una modalità multitasking. Basti pensare all’ipertestualità che permette di godersi le opere e intanto cliccare sulle biografie o attivare i link ai blog degli artisti. Aziende & web. Le strade aperte dai mondi virtuali alle strategie d’impresa UN BUON INVESTIMENTO? molto evoluto al mezzo, che usano spesso per fare ricerche e informarsi, ma anche per acquistare. Ecco, questi utenti consumatori faranno da battistrada. Incoraggiante, in questo senso, una ricerca di Mediascope Europe, che dimostra in modo lampante come anche in Italia per trasformarsi da teledipendenti a webdipendenti (nel senso buono del termine...) il passo sia sempre più breve. Gli italiani Il marketing ora corre sull’sms Il 15% del traffico costituito da comunicazioni commerciali RICEVERE SUL CELLULARE un sms che segnala le promozioni di una catena di boutique, o un messaggio dal Comune che segnala una strada chiusa per lavori o l’apertura di un bando di concorso. Secondo la società di ricerche Yankee Group, ogni mese nel mondo si scambiano sulla rete mobile più di 350 miliardi di sms, di cui più del 15% sono di proposte commerciale o campagne marketing. Si chiama mobile marketing e in Italia trova terreno fertile, visto che nel nostro paese sono attive 64 milioni di linee di telefonia mobile e oltre l’80% degli utenti usa regolarmente l’sms, soprattutto i giovani, a discapito di email e telefono fisso. Tra gli operatori di questo settore nuovo, si segnala Leader Mobile società italiana, di servizi di comunicazione mobile e di marketing tramite telefonino che ha creato la prima rete di agenzie pubblicitarie in franchising specializzate nel veicolare messaggi via sms o mms. Oggi, conta in Italia 5.000 clienti. Non male, tanto che punta al raddoppio nel breve, oltre che ad espandersi in Europa. TERRENO FERTILE L’80% degli utenti di telefonia mobile nel nostro Paese utilizza i messaggi di testo trascorrono su internet in media 4,77 ore a settimana; un balzo in avanti sorprendente se si pensa che un anno prima, nel 2005, l’Italia era il paese più refrattario all’online, con una media di sole 2 ore per settimana. Il motivo principale alla base di questa espansione va ricercato soprattutto nella forte diffusione della banda larga, aumentata in un solo anno dell’8%, e nella proliferazione di nuovi servizi. Significativo il dato secondo cui le ore passate online dall’utente Adsl-munito sia praticamente il doppio di quelli dial-up. Il discorso vale anche per le Pmi italiane, fino ad oggi avulse da questi fenomeni. Tutto dipende dagli obiettivi aziendali, ma alle Pmi sono offerti buoni strumenti: se si vuole rafforzare la brand awareness, oppure acquisire nuovi lead, sul mercato sono reperibili strumenti pay-per-use, economicamente convenienti, come il pay per click o il pay per lead, o come il pay per call, che si propone come trait d’union tra online e offline in una prospettiva di lungo termine. A guidare la crescita del web, soprattutto nel futuro, sono il social networking (protagonisti, i giovani della generazione digitale) e i mezzi che permettono collegamenti personali, come l’Ip-telephony, l’instant messaging e i forum online. E l’ulteriore diffusione della banda larga, che stimola l’uso di siti per il confronto di prezzi (aumenta, seppur lentamente, anche l’e-commerce), di notizie e di informazioni locali (la metà dei giovani da 18 a 35 anni legge solo giornali elettronici), di blog, radio e portali per scaricare musica. I meeting virtuali effettuati sull’isola di Big Blue restituiscono «un effetto realtà maggiore rispetto alla teleconferenza» i visitatori di Second Life ai loro siti di e-commerce. Ad oggi, però, a parte qualche caso isolato, Second Life viene vista dalle grandi aziende ancora come un luogo di sperimentazione, per capirne le effettive potenzialità. Tra le grandi aziende presenti su Second Life, c’è anche Ibm, che ha acquistato 24 isole. Vocazione virtuale che Big Blue coltiva da tempo. Nel 2005 lanciò sul Web “Discovering Pompei”, che offriva ai navigatori la possibilità di effettuare visite virtuali tridimensionali nel sito archeologico più famoso del mondo. “In parallelo - ricorda Gennaro Panagia, Responsabile Global Technology Services di Ibm Italia - sono nati, e continuano a nascere, blog e forum che mettono a fattor comune passioni e interessi, compresi quelli delle aziende che con questi mezzi hanno la possibilità di capire meglio tendenze e comportamenti del pubblico”. Per Panagia, Second Life è una sorta di mega-blog tridimensionale, che fa di Internet un vero e proprio G iorgio Franceschetti e Sabatino Stornelli, il primo docente di teorie elettromagnetiche all’Università Federico II di Napoli, il secondo manager in imprese ad alta tecnologia (è ceo di Seicos e Selex-SeMa) hanno coordinato un volume che raccoglie le lectures di un pool di studiosi ed esperti internazionali riunitisi a Capri per discutere del futuro dei wireless networks. Il volume rappresenta un utilissimo compendio che fornisce alla community dell’ICT una esauriente panoramica di informazioni sugli scenari evolutivi dei wireless network. DI GIORGIO FRANCESCHETTI E SABATINO STORNELLI PAGINE 326, 79,99 EURO ACADEMIC PRESS I Panagia (Ibm): «Le nostre 24 isole, ambienti protetti che aggregano clienti e futuri partner» ul Web ci sono tante “isole che non ci sono”, un mondo fantastico dove si può vivere una seconda vita virtuale (in 3D), fare molte attività e, perché no, coltivare e realizzare sogni. Si chiama, manco a farlo apposta, Second Life, e già si segnala come uno dei grandi fenomeni dell’era del Web 2.0, della collaboration e del social networking. Second Life vende vere e proprie proprietà; per esempio, un’isola di circa 16 acri costa poco più di 1.600 dollari, a cui bisogna aggiungere 295 dollari al mese per l’assistenza e la manutenzione. Siamo quindi in piena fantasy, che percorre mondi paralleli, di cui il Web è una delle proiezioni principali e, se si vuole, più reali, visto che ogni giorno milioni di persone lo usano per diletto o per lavoro. Visitando Second Life si ha l’impressione che, dopo tanti discorsi sulla rete come non-luogo, si stia avviando invece la costruzione di luoghi riconoscibili e percorribili, a cui ci si accosta con la stessa “fisicità” con la quale si entra in un luogo reale. I numeri sono la testimonianza di un successo annunciato, circa 4 milioni di utenti, e danno ragione a chi dice che, perlomeno per quel che riguarda il Web, questo è il futuro. Molti i nomi di aziende famose presenti su una o più isole, da General Motors a Toyota, da Dell a Cisco, da Sun Microsystems a Reuters, a Reply alla Regione Toscana, ad altre ancora. Per fare cosa? Soprattutto per fare pubblicità, testare prodotti, lanciare idee, ma “business is business” anche vendere, linkando A cura di LUDOVICA RICCIARDI Wireless Networks (from the phisycal layer to communication, computing, sensing and control) «Brand su Second Life? È business in provetta» S dei blog da parte delle aziende di tutti i settori è sicuramente minore. E veniamo all’Italia, dove, more solito, si registrano forti resistenze culturali: la stragrande maggioranza delle aziende non utilizza i blog. Eppure, anche da noi ci sono segni di avanzamento: tra i consumatori più informatizzati i blog hanno un peso sempre maggiore. La ragione? I commenti personali sui blog sono percepiti come “più onesti e veritieri dei messaggi pubblicitari”. LIBRI Una Grid Gallery per gli artisti Web advertising finanza alla musica, investono ancora poco su forme di promozione online. Il fatto è che, dopo i primi entusiasmi di qualche anno fa, si è fatta strada un velo di pessimismo e una visione distorta di internet che, secondo la vulgata, sarebbe un mezzo riservato a piccoli gruppi di iniziati. Tutto sommato, però, si può essere ottimisti per il futuro, grazie a uno zoccolo duro di internettauti che hanno un approccio pag.diciassette Ma ancora non attecchisce il blog enterprise La categoria maggiormente in crescita è quella degli ad banners che ha registrato in un anno un aumento del 33% Tecno-marketing. Strategie d’impresa di fronte al balzo della pubblicità online recenti report di alcune società di ricerche arrivano tutti alla stessa conclusione: agli europei l’online piace sempre di più. Un’indagine realizzata da Jupiter Research ha rivelato, per esempio, che per la prima volta dall’avvento di Internet, il tempo che i consumatori europei trascorrono online ha superato il numero di ore dedicato a leggere giornali o riviste su carta. Un’altra ricerca, realizzata da ZenithOptimedia, rileva anch’essa che gli europei passano più tempo online, e che il consumo dei media è aumentato del 17% dal 2004, arrivando a raggiungere le 10 ore settimanali; nel medesimo periodo il “consumo” di televisione è cresciuto appena del 6%. Svolta epocale, che influenza sempre di più le strategie di distribuzione e comunicazione, e la spesa negli investimenti pubblicitari. Un esempio clamoroso, tra tutti, l’annuncio fatto dal quotidiano The New York Times, che tra cinque anni raggiungerà i suoi lettori solo via Web, buttando definitivamente la carta nel cestino. Insomma, si è ormai capito che il Web non è più un media “frammentato”, per cui è naturale che vada ad assorbire una quantità crescente di investimenti; in qualche modo le imprese, se vogliono seguire le tendenze dei consumi e adeguare le politiche commerciali, hanno capito che sulla rete ci devono stare. La tendenza più rimarchevole, che lascia immaginare i possibili scenari futuri, è l’avversione che le nuove generazioni manifestano nei confronti dei media tradizionali, privilegiando quelli nuovi, Internet in primis, dove possono assumere un ruolo da protagonisti attivi. Non a caso i ricercatori parlano di “evidente frattura generazionale tra nuovi e vecchi media”. Un fenomeno che si allarga a macchia d’olio, raggiungendo dimensioni significative in molti paesi europei, e traducendo spesso la navigazione in modalità di spesa (leggasi e-commerce). In Italia, i fenomeni di cui sopra sono meno accentuati, a causa di resistenze culturali e di paure legate alla sicurezza (i dati forniti dall’Osservatorio Fcp danno un Il Paginone N°8. 23aprile6maggio2007 ambiente da visitare, un mondo che aggrega, appunto, interessi, dalla musica all’arte figurativa, al gioco, e chiama il visitatore all’interazione. “Le aziende, Ibm compresa, devono capire in quale modo questi mondi virtuali possono abilitare forme di business, supportare i partner, o altro ancora”. Le isole di Ibm sono “specializzate”: su un’isola si fa attività di recruiting e di formazione, su un’altra si dimostrano, si sperimentano, si testano e si spiegano le Soa, cioè le architetture orientate ai servizi, un’altra ancora è dedicata alla costruzione di un negozio virtuale per i retailer, che guardano e valutano gli articoli esposti, con la speranza che poi vadano nei negozi della rete reale Circuit City per effettuare gli acquisti. Non manca un’isola dedicata ai meeting, virtuali sì, ma che, a detta di Panagia, trasmettono una sensazione molto più viva e “fisica” della videoconferenza. “Tutto questo preannuncia una situazione di iperrealismo il cui avvento non è lontano”. Panagia conferma che anche per Ibm vale la tendenza secondo cui il mondo business reale non considera Second Life uno strumento che possa generare direttamente ricavi, quanto un mezzo di brand awareness. Una cosa è certa: le imprese che avranno una presenza durevole e creativa sui mondi virtuali, potranno interagire con le loro comunità in modi innovativi e diversi rispetto al passato. P.F. l rapporto fra Cio e Ceo analizzato attraverso una collezione di casi esemplari. Una guida che raccoglie indicazioni e suggerimenti di Cio e di specialisti dell’IT e che illustra le competenze concrete richieste a un Cio. Ricca di esempi concreti tratti da casi di successo reali: esamina le best practice, dedica un intero capitolo all’outsourcing, illustra il ruolo mutevole del Cio e la pianificazione della funzione IT, descrive specifiche strategie di valore e crescita. CIO Best Practices: Enabling Strategic Value with Information Technology DI JOE STENZEL PAGINE 384, 52 EURO THE WILEY AND SAS BUSINESS SERIES I l manuale introduce una riflessione sulla rilevanza della misurazione delle performance per il miglioramento dell’attività pubblica, argomento centrale per i processi di cambiamento delle nostre amministrazioni. È realizzato nell’ambito di uno dei Laboratori di innovazione del Programma Cantieri del Dipartimento della funzione pubblica, cerca di mettere in evidenza le diverse valenze della misurazione delle performance ai diversi livelli decisionali di un’amministrazione. Misurare per decidere. La misurazione delle performance per migliorare le politiche pubbliche e i servizi 216 PAGINE, 16 EURO RUBBETTINO