Nota Metodologica
NOTA METODOLOGICA
Le informazioni presenti nelle pagine di questo portale fanno riferimento al complesso dei comuni più significativi
per ciascuna tipologia di area protetta. Con il concetto di comuni maggiormente significativi si intende
una definizione che varia a seconda della tipologia di area protetta e che intende misurare non solo i fenomeni
economico-sociali all’interno dei perimetro delle aree protette ma quanto accade nell’intero territorio dei comuni
significativamente coperti della singole aree. Per quanto i parchi nazionali e la rete Natura 2000 per le quali
il Ministero dell’Ambiente del Territorio e della Tutela del Mare ha messo a disposizione informazioni sulla
superficie coperta da area protetta per ciascun comune italiano, questo concetto di comuni significativamente
coperti dalle singole aree è coinciso con i comuni attraversati per almeno il 45% della loro superficie per quanto
riguarda i parchi nazionali e almeno per il 50% per quanto riguarda la Rete Natura 2000. Per quanto riguarda
i parchi regionali non essendo disponibili le informazioni relative alle superfici coinvolte nei singoli parchi
si è convenuto di utilizzare un approccio che privilegiasse il livello di urbanizzazione dei singoli comuni
così come determinato dall’Istat secondo le seguenti definizioni:
• Alto: zone densamente popolate, costruite per aggregazione di unità locali territoriali contigue, a densità
superiore ai 500 abitanti per kmq e con ammontare complessivo di popolazione di almeno 50 mila abitanti;
• Medio: zone ottenute per aggregazione di unità locali territoriali, non appartenenti al gruppo precedente,
con una densità superiore ai 100 abitanti per km2 che, in più, o presentano un ammontare complessivo di
popolazione superiore ai 50 mila abitanti o risultano adiacenti a zone del gruppo precedente;
• Basso: aree rimanenti, che non sono state classificate nei precedenti due gruppi. E prendendo in considerazione
solamente i comuni con un basso livello di urbanizzazione ad eccezione di quei parchi che non avevano nei loro
confini comuni con questo tipo di profilo per i quali si sono presi i comuni con un livello medio.
Per quanto riguarda le aree marine protette l’approccio scelto è quello di considerare per intero i comuni ricadenti
nelle singole aree.
GLOSSARIO
Addetti
Per le imprese sono costituiti dai lavoratori dipendenti e indipendenti. Per le istituzioni pubbliche e per le istituzioni
non profit dai soli lavoratori dipendenti.
Classificazione delle Attività Economiche Ateco 2007
La classificazione delle attività economiche ATECO (ATtività ECOnomiche) è una tipologia di classificazione adottata
dall’Istituto Nazionale di Statistica italiano (ISTAT) per le rilevazioni statistiche nazionali di carattere economico.
È la traduzione italiana della Nomenclatura delle Attività Economiche (NACE) creata dall’Eurostat, adattata
dall’ISTAT alle caratteristiche specifiche del sistema economico italiano. Attualmente è in uso la versione ATECO
2007, entrata in vigore dal 1º gennaio 2008, che sostituisce la precedente ATECO 2002, adottata nel 2002
ad aggiornamento della ATECO 1991. Si tratta di una classificazione alfa-numerica con diversi gradi di dettaglio:
le lettere indicano il macro-settore di attività economica, mentre i numeri (che vanno da due fino a sei cifre)
rappresentano, con diversi gradi di dettaglio, le articolazioni e le disaggregazioni dei settori stessi. Le varie attività
economiche sono raggruppate, dal generale al particolare, in sezioni (codifica: 1 lettera), divisioni (2 cifre), gruppi
(3 cifre), classi (4 cifre), categorie (5 cifre) e sottocategorie (6 cifre). Ciascun codice numerico incorpora i precedenti.
Ad esempio: sezione C: attività manifatturiere, divisione 14: confezioni di articoli di abbigliamento, gruppo 14.1:
confezioni di articoli di abbigliamento esclusi gli articoli in pelliccia, classe 14.19: confezioni di articoli ed accessori
Nota Metodologica
diversi da abbigliamento in pelle, indumenti da lavoro, altro abbigliamento esterno e biancheria intima, categoria
14.19.2: abbigliamento sportivo e indumenti particolari, sottocategoria 14.19.29: produzione di indumenti
per neonati, tute sportive, completi da sci, costumi da bagno e simili. Tale classificazione è valida dal 2008 anche
per le comunicazioni e le dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate in sostituzione della precedente ATECOFIN 2004.
La precedente classificazione ATECO 2002 si sviluppava in cinque livelli di dettaglio: sezioni (codifica: 1 lettera),
sottosezioni (due lettere), divisioni (2 cifre), gruppi (3 cifre), classi (4 cifre) e categorie (5 cifre). Tale classificazione
è quella che viene utilizzata per i dati relativi alla Cassa Integrazione Guadagni.
Consumi finali interni
Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per soddisfare direttamente i bisogni umani, siano essi individuali
o collettivi. Sono utilizzati due concetti: la spesa per consumi finali e i consumi finali effettivi. La differenza fra
i due concetti sta nel trattamento riservato ad alcuni beni e servizi che sono finanziati dalle Amministrazioni
pubbliche o dalle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, ma che sono forniti alle famiglie
come trasferimenti sociali in natura; questi beni sono compresi nel consumo effettivo delle famiglie, mentre sono
esclusi dalla loro spesa finale. Vengono valutati su base interna, ovvero tengono conto delle spese sostenute
sul territorio nazionale, senza tenere conto della residenza dei soggetti che spendono (vi rientrano, ad esempio,
anche i consumi dei turisti);
Densità imprenditoriale
E’il rapporto moltiplicato per 100 del rapporto fra numero di imprese registrate e popolazione residente.
Esercizi alberghieri
Tale categoria include gli alberghi da 1 a 5 stelle, i villaggi albergo, le residenze turistico-alberghiere, le pensioni,
i residence, i motel, le residenze d’epoca, gli alberghi meublé o garnì, le dimore storiche, i centri benessere (beauty
farm) e tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono assimilabili agli alberghi.
Esercizi complementari
Tale categoria include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i villaggi turistici, gli alloggi
agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini e gli “Altri esercizi” ricettivi non altrove
classificati.
Impresa
È l’attività economica svolta da un soggetto (individuale o collettivo)- l’imprenditore - che l’esercita
in maniera professionale e organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
Nel Registro delle Imprese, un’impresa, anche se ha sedi secondarie e/o unità locali, viene iscritta solamente
nel Registro tenuto dalla Camera di Commercio in cui è situata la sede principale dell’impresa stessa.
Nota Metodologica
Impresa artigiana
Ai fini del Registro delle Imprese, l’impresa artigiana si definisce, in modo formale, come l’impresa iscritta nell’apposito
Albo Provinciale previsto dall’art. 5 della legge 8 agosto 1985, n. 443. Infatti tale legge dà una definizione diversa
e più ampia di quella prevista dal Codice Civile che colloca l’impresa artigiana nell’ambito della piccola impresa.
Le imprese che risultino iscritte negli Albi Provinciali previsti dalla legge sono, per definizione, artigiane - anche
se possono adottare diverse forme giuridiche, accanto a quella più frequente di impresa individuale: ad esempio,
quella abbastanza frequente di società in nome collettivo - e, in base alla legge istitutiva del Registro delle Imprese,
vengono “annotate” nella sezione speciale.
Impresa femminile
Si considerano “Imprese femminili” le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta
in prevalenza da donne. In generale si considerano femminili le imprese la cui partecipazione di donne risulta
complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative
detenute da donne, per tipologia di impresa Più in particolare, per le società di capitale si definisce presenza
maggioritaria se più del 50% del capitale sociale è detenuto da donne, presenza forte se il livello sale al 66,6%
e presenza esclusiva se il capitale e l’amministrazione della società è costituito dal 100,0% da donne. Per quanto
riguarda le società di persone e le cooperative le tre presenze fanno riferimento al numero di soci e le soglie sono
rispettivamente 50%, 60% e 100% e lo stesso discorso può farsi per le altre forme giuridiche in cui vengono presi
in considerazione i soli amministratori. Per quanto riguarda le ditte individuali per definizione la presenza è esclusiva.
Impresa giovanile
Si considerano “Imprese giovanili” le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta
in prevalenza da persone con meno di 35 anni. In generale si considerano giovanili le imprese la cui partecipazione
di under 35 risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione
e di cariche amministrative detenute da under 35, per tipologia di impresa Più in particolare, per le società di capitale
si definisce presenza maggioritaria se più del 50% del capitale sociale è detenuto da under 35, presenza forte
se il livello sale al 66,6% e presenza esclusiva se il capitale e l’amministrazione della società è costituito dal 100,0%
da under 35. Per quanto riguarda le società di persone e le cooperative le tre presenze fanno riferimento al numero
di soci e le soglie sono rispettivamente 50%, 60% e 100% e lo stesso discorso può farsi per le altre forme giuridiche
in cui vengono presi in considerazione i soli amministratori. Per quanto riguarda le ditte individuali per definizione
la presenza è esclusiva.
Impresa registrata
Si definisce registrata una impresa presente nel Registro delle Imprese e non cessata, indipendentemente
dallo stato di attività assunto (attiva, inattiva, sospesa, in liquidazione, fallita).
Impresa straniera
Si considerano “Imprese straniere” le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta
in prevalenza da persone non nate in Italia. In generale si considerano straniere le imprese la cui partecipazione
di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote
di partecipazione e di cariche amministrative detenute da stranieri, per tipologia di impresa Più in particolare, per
Nota Metodologica
le società di capitale si definisce presenza maggioritaria se più del 50% del capitale sociale è detenuto da persone nate
all’estero, presenza forte se il livello sale al 66,6% e presenza esclusiva se il capitale e l’amministrazione della società
è costituito dal 100,0% da persone “non nate in Italia”. Per quanto riguarda le società di persone e le cooperative
le tre presenze fanno riferimento al numero di soci e le soglie sono rispettivamente 50%, 60% e 100% e lo stesso
discorso può farsi per le altre forme giuridiche in cui vengono presi in considerazione i soli amministratori. Per quanto
riguarda le ditte individuali per definizione la presenza è esclusiva. I dati che vengono presentati riportano stock
e flussi secondo l’incrocio settore di attività economica/forma giuridica e settore di attività economica/tipologia
di presenza.
Indice di vecchiaia
E’il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori
a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi.
Istituzione non profit
Unità giuridico-economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura pubblica o privata, che produce beni
e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie,
non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del
lavoro prestato ai soggetti che la hanno istituita o ai soci. Costituiscono esempi di istituzione non profit privata:
le associazioni, riconosciute e non riconosciute, le fondazioni, le organizzazioni non governative, le organizzazioni
di volontariato, le cooperative sociali e le altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), i partiti politici,
i sindacati, gli enti religiosi civilmente riconosciuti, le organizzazioni religiose ivi comprese diocesi e parrocchie.
Istituzione pubblica
Unità giuridico-economica la cui funzione principale è quella di produrre beni e servizi non destinabili alla vendita
e/o di ridistribuire il reddito e la ricchezza e le cui risorse principali sono costituite da prelevamenti obbligatori
effettuati presso le famiglie, le imprese e le istituzioni nonprofit o da trasferimenti a fondo perduto ricevuti
da altre istituzioni dell’amministrazione pubblica. Costituiscono esempi di istituzione pubblica: Autorità portuale,
Camera di commercio, Comune, Ministero, Provincia, Regione, Università pubblica, ecc.
Popolazione residente
Per ciascun Comune italiano è costituita dalle persone aventi dimora abituale nel Comune, anche se alla data
considerata sono assenti perché temporaneamente presenti in altro Comune italiano o all’estero.
Presenze turistiche
Il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.
Nota Metodologica
Unità locale
Le imprese possono essere istituite ed operare in unico luogo (con una coincidenza quindi fra concetto di impresa
e unità locale), ovvero in luoghi diversi mediante varie unità locali. Le varie unità locali, create nella stessa o in
diverse province, assumono rilevanza giuridica diversa a seconda delle funzioni che vengono loro attribuite
dall’imprenditore. In pratica gli operatori economici adottano liberamente varie definizioni: filiale, succursale,
agenzia, ufficio di rappresentanza, deposito, magazzino, negozio, ecc.. Secondo la definizione data da Istat anche la
sede di impresa è da considerarsi unità locale e pertanto il numero di unità locali è sempre maggiore o uguale del
numero di imprese. Nel linguaggio del Registro delle Imprese invece i due concetti sono tenuti distinti. Per esempio
se una impresa ha una unità locale, secondo Istat avrà una impresa e due unità locali, mentre nel linguaggio del
Registro Imprese si avrà una impresa e una unità locale.
Valore aggiunto
Nella sua definizione ai prezzi di base esso è dato dal saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione
è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione
valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima, è infatti al netto di tutte le
imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione), ed al lordo di tutti i contributi (sia i contributi
commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione).