IL SAMBUCO
SAMBUCUS NIGRA
Sambucus è un genere appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee che
comprende specie arbustive di medio-grandi dimensioni talvolta in forma di
piccolo albero, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e
submontani e presso i casolari di campagna, nonché alla periferia delle città,
dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea.
La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e
compatto, che viene raccolto ed usato per includere e poi sezionare parti
vegetali da osservare al microscopio. Inoltre questo tipo di legno viene
utilizzato per costruire le palline formanti un “Pendolo di Canton”, oppure
viene impiegato per costruire giochi popolari di origine contadina come lo
"scioparolo" (dialetto veneto "schioppo/fucile") dove tagliandone un ramo di
diametro 4-5 cm e di lunghezza 20-25 cm viene tolto il midollo ed inserito al
posto di esso un ramo poco più lungo e di pari diametro del midollo appena
tolto.
Facendo scorrere velocemente al suo interno il rametto fa partire una pallina
di canapa arrotolata precedentemente inserita e posta estremità dello
"scioparolo".
Era un gioco povero e antico di cui oramai se ne sono quasi perse le tracce.
Viene scelto questo tipo di legno per la sue estrema leggerezza.
La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle.
Le foglie sono opposte, imparipennate, di solito con 5 foglioline ovatolanceolate ed appuntite, seghettate ai margini.
I fiori sbocciano in primavera-estate, sono piccoli, odorosi, biancastri, a 5 lobi
petaliformi, riuniti numerosissimi in infiorescenze ombrelliformi molto ampie.
Essi maturano numerose piccole bacche globose nero-violacee (S. nigra e S.
ebulus) o rosse (S. racemosa) che contengono un succo di colore violaporporino scuro che viene impiegato per colorare vini e come esca per la
pesca dei cavedani.
Pianta magica
Il termine latino sambucus, da cui l’italiano sambuco, designa oltre alla
pianta, uno strumento di legno a corde, il sambukè, una specie di arpa
orizzontale di forma triangolare in uso presso i Greci e i Romani.
E’ chiamato anche “pianta da inchiostro” poiché le bacche violacee hanno
notevoli qualità tintorie.
L’albero di sambuco presso i Germani veniva detto Holunder ovvero “albero
di Holda”. Holda era il nome di una fata del folklore germanico medievale,
raffigurata come una donna giovane e dai lunghi capelli biondi: era
considerata una figura benigna ed abitava nei sambuchi che si trovavano nei
pressi dei corsi d’acqua. I contadini tedeschi rispettavano profondamente il
sambuco tanto da salutarlo al passaggio togliendosi il cappello.
L’arbusto non veniva quasi mai tagliato se non per sfruttare le sue qualità
curative.
Si narra che non solo Holda abitasse il sambuco, ma anche i Coboldi e gli
Elfi.
Dal ramo di un sambuco era possibile ricavare il flauto magico, il cui suono
proteggeva dai sortilegi. Per farlo, era necessario tagliare un rami di sambuco
in un luogo circondato dal silenzio e soprattutto ove non fosse possibile udire
il canto del gallo, che avrebbe reso il suono dello strumento roco.