La chirurgia maxillo-facciale in day surgery

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Implantologia
La chirurgia
maxillo-facciale
in day surgery
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a ormai due anni è iniziata al Centro Diagnostico Italiano la collaborazione tra la
chirurgia maxillo-facciale e l’odontoiatria nell’intento di ampliare e completare le competenze che la moderna
odontoiatria e la medicina richiedono
e che il CDI mette a disposizione dell’utenza. Nonostante la chirurgia maxillo-facciale sia una disciplina relati1
vamente giovane, in Italia le competenze di questa specialità sia tra gli
operatori sanitari che tra la popolazione sono davvero poco conosciute. La
chirurgia maxillo-facciale nasce durante la I Guerra Mondiale per riparare e ricostruire i danni al volto provocati da arma da fuoco, da taglio e da
granate che interessavano sia le lesioni
cutanee che ossee. L’intento era di riunire in un solo specialista le competenze specifiche di odontoiatria, chirurgia plastica e otorinolaringoiatria
nel trattamento di queste menomazioni. Successivamente oltre alla trauma-
tologia, l’evoluzione della specialità si
è poi indirizzata verso una chirurgia
distrettuale che interessasse tutte le patologie che riguardano il volto; quindi
malformazioni o difetti di sviluppo,
come il labbro leporino (labiopalatoschisi) e progenismo (eccesso di crescita
della mandibola); tumori del viso, del
cavo orale, delle ossa facciali e delle
ghiandole salivari, i cui difetti vengo2
no ricostruiti con tecniche che permettono di renderli meno evidenti; dolori
facciali e disturbi dell’articolazione
temporo-mandibolare.
Nell’ambito della collaborazione con
l’odontoiatria, e in special modo con
l’ortodontista, vengono trattati i difetti di masticazione che spesso sono
associati ad alterazione di sviluppo
delle ossa e che possono portare, se non
curati, a conseguenze funzionali ed
estetiche importanti.
Un altro capitolo di importante collaborazione è rappresentato dalla chirurgia preimplantare e implantare.
UNA DISCIPLINA POCO CONOSCIUTA, PER
RISOLVERE DIFETTI DI MASTICAZIONE
SPESSO ASSOCIATI AD UN’ALTERAZIONE DI
L’avvento degli impianti a vite endossei in titanio permette, oggigiorno,
non solo di sostituire un elemento dentale mancante con risultati ormai durevoli, ma anche di risolvere situazioni
di protesizzazione dentale una volta
destinate al fallimento. Il titanio è un
materiale biocompatibile che non dà
nessuna reazione organica e utilizzato
da parecchi anni nelle protesi d’anca.
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Grande importanza riveste la chirurgia preimplantare, che consente al paziente, privo di sufficiente tessuto osseo
per supportare un impianto a vite endosseo, di poter effettuare un trapianto osseo come nel caso di interventi di
rialzo del seno mascellare o di innesti
mandibolari. In questi tipi di intervento, la maggior parte eseguibili ambulatorialmente in anestesia locale o in
day surgery, il prelievo osseo può essere
effettuato dal cavo orale o da regioni
esterno ad esso per ottenere osso sufficiente al posizionamento degli impianti. Va sottolineato come l’osso autolo-
EVENTI I MOSTRE
go, cioè prelevato dallo stesso individuo, sia a tutt’oggi il gold standard
nella ricostruzione ai fini implantari.
Questo non impedisce però in alcuni
casi particolari, in cui è necessario aumentare il volume osseo, di utilizzare
dei materiali sintetici o di origine animale che evitino il prelievo. Purtroppo
la coltivazione di cellule ossee per questo tipo di interventi è ancora in una
fase sperimentale e non applicabile nella routine, ma sicuramente rappresenterà il futuro in questo campo come
in ortopedia. La diagnosi del difetto
da ricostruire (atrofia mascellare e
mandibolare) va correttamente diagnosticata con l’ausilio, oltre che della
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ro suggestiva.“Uno dei grandi pregi di
Marco Anelli consiste nell’appropriarsi
della materia stessa della fotografia.
Luce, camera, carta, stampa non hanno
segreti per lui e la sua abilità sta proprio nel saperli utilizzare per una ricerca costante. E da una luce ne nasce
un’altra” ha dichiarato Grazia Neri.
A presentare l’evento, il critico fotografico del quotidiano La Repubblica
Roberto Mutti. Con la personale di
Marco Anelli il Centro Diagnostico
Italiano ha voluto confermare la siner-
gia creata tra arte e salute, con le precedenti esposizioni ospitate presso la
struttura milanese (2005 “Percorsi”
della pittrice-scultrice Laura Panno,
e, sempre nello stesso anno,“L’incanto
della Scienza”della fotografa americana Felice Frankel): Cdi quindi non solo come luogo di prevenzione e cura,
ma anche come vera e propria galleria
d’arte. Per l’occasione, è stato anche
editato un catalogo, realizzato da
Silvana Editoriale.
Il difetto osseo, come è osservabile già
alla ortopantomografia, riguarda un
problema sia trasversale che verticale
(Fig.2). Una soluzione alternativa alla
implantologia sarebbe, in questo caso,
o una protesi mobile od un lungo ponte protesico dal dente canino al secondo molare, naturalmente con la preparazione (limatura) di molti elementi
dentali e quindi, con durata nel tempo
limitata, anche per il carico masticatorio eccessivo. Il vantaggio di una soluzione implantoprotesica è quello di
avere una soluzione protesica non mobile, più simile ai denti naturali, e con
una distrubuzione del carico masticatorio migliore. La mancanza di osso
non permette però l’inserimento degli
impianti endossei immediatamente;
prima bisogna ricostruire l’osso mancante attraverso un innesto osseo
onlay, sovrapposto all’osso residuo
e con grande rialzo del seno mascellare
(Fig. 3). Nella foto 4 la situazione
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visita dello specialista maxillo-facciale
e dell’odontoiatra protesista, delle impronte dei denti ed esami radiologici
quali l’ortopantomografia e la tomografia computerizzata specifica per le
arcate dentali. In base a questo, le diverse opzioni terapeutiche e il programma di trattamento vengono discussi con il paziente. Un esempio può
essere quello mostrato in queste foto in
cui un caso di atrofia (perdita di osso)
della regione mascellare destra, conseguente alla estrazione di due denti premolari e un molare, ha portato alla
mancanza di gengiva aderente (Fig1).
CDI
dell’artista romano che ha cuAl CDI la mostra carriera
rato anche l’allestimento della mostra: alberi e cieli, caratterizzati da
fotografica
di luce per dare all’intera sedi Marco Anelli giochi
quenza visiva un’impostazione davveDal 30 maggio al 31 agosto, gli spazi
espositivi di via Saint Bon del Centro
Diagnostico Italiano hanno ospitato
“Nella luce”, la mostra realizzata dal
fotografo Marco Anelli, rappresentato
in Italia dall’Agenzia Grazia Neri.
L’esposizione, organizzata da Bracco
in occasione dei festeggiamenti degli
80 anni di fondazione della Società,
ha proposto 38 grandi fotografie in
bianco e nero (100x100 cm e 50x50
cm), raffiguranti temi ricorrenti nella
SVILUPPO DELLE OSSA.
DAY SURGERY
PER IL
radiologica a distanza di 12 mesi dopo
l’inserimento degli impianti in titanio
evidenzia la formazione di osso e l’integrazione degli impianti. La foto 5 mostra il risultato finale dopo la costruzione della protesi fissa su impianti.
Prof. Silvestre Galioto
Chirurgia Maxillo-Facciale
dell'Università di Pavia
Consulente CDI
S O C I A L E I I N I Z I AT I V E
CDI e la Fondazione
Giuseppina Mai
Il Centro Diagnostico Italiano ha devoluto parte dell'incasso del parcheggio del Centro di via Saint Bon alla
Fondazione Giuseppina Mai, istituita
da Confindustria in memoria di Giuseppina Mai, che nelle sue ultime volontà aveva espressamente chiesto alla
commissione Ricerca e Innovazione
dell’Associazione, di realizzare una
nuova istituzione per la promozione
della ricerca scientifica.
In particolare, la Fondazione ha deci-
so di utilizzare l’offerta per condurre
attività di promozione della ricerca
pubblica e privata e per sviluppare iniziative dedicate ai bambini con l'obiettivo di avvicinarli precocemente alla
scienza e alla tecnologia.