Psicopatologia dell’anziano
Prof.ssa Elvira Schiavina
02 marzo 2016
Invecchiamento e Psicopatogia
Salute mentale dell’anziano: nuovo
campo della psicopatologia.
Affinamento dei criteri di diagnosi,
costruzione e validazione di
strumenti utili ai fini di screening e
monitoraggio e costruzione di
modelli di intervento psicologici
efficaci ed efficienti
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Difficoltà nel riconoscimento clinico
e nell’inquadramento diagnostico
1.
2.
3.
4.
5.
Rapporto tra età e sintomatologia
Presenza di comorbilità somatiche
Consapevolezza e riconoscimento
dell’anziano dei propri limiti, la sua
attitudine e pregiudizio rispetto alla
dimensione psicologica e alla
psicopatologia
Sintomatologia depressiva e
ansiosa nell’anziano
Età ed esordio delle patologie
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La Depressione
Nel 2020 sarà la 2^ causa di
malattia
Ridurre gli anni di disabilità e di non
autosufficienza
Necessità di coniugare la ricerca
sull’efficacia dei trattamenti con la
raccolta degli indicatori di efficienza
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Epidemiologia
Prevalenza nell’anziano: 0,9% per anno
nelle persone con età >65 anni (2,3% tra i
45 e i 64 anni e 3,9% tra i 30 e i 44 anni)
Includendo sia l’episodio depressivo
maggiore che il disturbo distimico in Italia la
prevalenza è tra l’8 e il 9,4%
In anziani >85 la prevalenza è del 20%
In anziani istituzionalizzati raggiunge il 49%
Può essere una forma reattiva alla
condizione somatica
Può condividere alcuni sintomi con alte
patologie croniche dell’anziano
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I sintomi
Umore depresso, perdita generale di
interesse, perdita di peso,
alterazione del sonno, sintomi
psicomotori, affaticabilità, disistima,
sensi di colpa, difficoltà di
concentrazione, idee suicidarie
(DSM_IV)
Esaurimento con ritiro sociale,
apatia, mancanza di energia
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Fattori di rischio
Esordio precoce, 60-65 anni: prevalgono gli
aspetti relativi alla storia psicopatologica e di
personalità.
Esordio tardivo, dopo i 75 anni: prevalgono i
fattori legali agli stress psicosociali.
Fattori predisponenti:
1. Appartenenza di genere
2. Stato civile
3. Condizioni abitative
4. Interazione con malattie somatiche
croniche
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La valutazione
Multidimensionalità
Coinvolgimento di paziente e familiari
Organizzazione dei servizi
Uso sistematico di strumenti di
screening per la rilevazione della
depressione (GDS)
Adeguamento dei criteri diagnostici
per il suo riconoscimento nell’anziano
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L’approccio
Trattamento farmacologico e psicologico
E’ quindi necessario:
1. Educare e sensibilizzare la popolazione e
i professionisti
2. Individuare, rispondere e prevenire i
fattori di rischio
3. Riconoscere i sintomi depressivi
4. Utilizzare nella routine lo screening
5. Adeguare i servizi
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Ansia
Negli anziani la prevalenza è del 5,5%,
percentuale raddoppiate in anziani
istituzionalizzati
Fobie: 4,8%
Ansia generalizzata: 4,6
Disturbi ossessivo compulsivi: 0,8%
Attacchi di panico: 0,1%
Per i disturbi d’ansia si registra una
maggiore incidenza nella popolazione
femminile con un rapporto 2:1
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La clinica dei disturbi d’ansia
L’esordio degli attacchi di panico dopo i 45
anni è insolito
I disturbi a carattere fobico possono iniziare
nella 3^ età con paure specifiche correlate
ad un cambiamento dello stato di salute, o
inerenti alle condizioni di sicurezza e
controllo nel proprio ambiente e sui propri
mezzi di sostentamento.
1. Esordio recente (<5 anni) in relazione con
un evento stressante
2. Ripetizione-cronicizzazione di un disturbo
iniziato in età adulta
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Comorbilità
Comorbilità tra disturbi d’ansia e sintomi
somatici e la loro eventuale sovrapposizione
non esclude la compresenza dei disturbi
I sintomi d’ansia possono manifestarsi solo
come fisici (disturbi del sonno, agitazione,
segni riferiti all’apparato muscolare,…)
Ansia fisiologica in risposta ad alcune
malattie fisiche
Effetto collaterale di un trattamento
farmacologico o esito di una sospensione
Espressione di una malattia somatica
(ipertiroidismo)
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Il deterioramento cognitivo
Deterioramento cognitivo lieve: intorno al
50% in 5 anni sviluppa una demenza
1. Aiutare le persone a mantenere il più a
lungo possibile le proprie abilità
attraverso stimolazione cognitiva
2. Metodi di intervento per supportare dal
punto di vista affettivo ed esistenziale
quanti vivono il deterioramento come
preludio alla demenza
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Epidemiologia della demenza
In Italia la prevalenza è stimata intorno al
6,4% negli > 65 anni con un’incidenza annua
di 12,47 casi per 1.000 abitanti
Alzheimer rappresenta il 53% di tutti i casi di
demenza e il 68% di quelli che colpiscono le
donne
Demenza vascolare interessa il 27% dei casi
rilevati con il 37% nella popolazione maschile
Le proiezioni al 2020 stimano 170.000-220.000
nuovi casi/anno
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Fattori di rischio e di protezione
Fattori genetici
Ambito vascolare con particolare attenzione alla
pressione arteriosa elevata e di lunga durata come
elemento di rischio
Diabete di tipo 2, obesità, ipercolesterolemia e
iperomocisteinemia
Stili di vita: prevenzione dei traumi, sostanze tossiche
Fattori protettivi: attività fisica e mentale e
partecipazione sociale quando sono svolte sia in età
giovanile che in età anziana
Qualità e tipologia dell’alimentazione
Uso di farmaci
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Criteri diagnostici
Deficit di memoria episodica: graduale e
progressivo cambiamento della stessa di durata
superiore ai 6 mesi
Atrofia delle strutture delle aree mediali dei lobi
temporali rilevabili alla risonanza magnetica
Alterazioni biochimiche a carico del liquido
cerebrospinale
Alterazioni a carico del metabolismo cerebrale e
del flusso ematico rilevabili con la PET e la
SPECT
La presenza di mutazione genetica familiare
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Disturbi psicologici e
comportamentali
Affettivi: depressione, ansia,
irritabilità
Psicotici: deliri, allucinazioni
Della condotta: sonno, alimentazione,
sessualità
Comportamentali: vagabondaggio,
agitazione/aggressivitài:
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Progressione: persona e
malattia
Per la demenza AD possono passare 8-12
anni tra la diagnosi e la morte
Secondo Jones (2004) la patologia apporta
disordine e disorganizzazione con modalità
successiva
Inizialmente il disordine è nello svolgimento
delle abilità quotidiane
Successivamente vi è perdita significativa
nelle capacità di comprensione e di
comunicazione, ma rimane inalterata la
comunicazione non verbale e le componenti
emotive le funzioni sensoriali e motorie
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