La vita problematica S.Kierkegaard

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Kierkegaard precursore dell’esistenzialismo?
ELVIRA VALLERI 2010-11
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Nasce a Copenaghen nel 1813, ultimo di
7 figli. Riceve dal padre, pastore
protestante, un’educazione severa,
centrata sul tema del peccato
Il padre, per un’oscura colpa contro Dio,
avrebbe attirato il castigo di Dio sulla
famiglia
Vita e opere
Iscrittosi alla facoltà di Teologia
s’interessò invece di filosofia, in
particolare dell’hegelismo, conducendo
una vita all’insegna della sregolatezza
ELVIRA VALLERI 2010-11
A 25 anni, dopo la morte del padre, della
madre e di 5 fratelli decise di cambiare
vita: si laureò in teologia e si avviò alla
carriera di pastore luterano,ma dopo un
anno abbandonò l’ufficio di pastore
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1841 pubblica la sua tesi di laurea sul
concetto di ironia e dove prende
posizione contro Hegel e decide di fare
lo scrittore
Scrisse alcune opere sul cristianesimo
Aut-Aut, 1843, Timore e tremore,
1843,Il concetto dell’angoscia,
(1844), La malattia mortale 1849,
L’esercizio del cristianesimo (1850)
Vita e opere
Una delle opere più importanti per la
conoscenza del suo pensiero è il
Diario, che scrisse dal 1834
ELVIRA VALLERI 2010-11
K. Muore a soli 42 anni nel 1855
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Fin dalla tesi di laurea sono
presenti motivi di critica a
Hegel
Per K. È vero che l’ironia
socratica nega tutto ma in
FUNZIONE DI QUALCOSA
DI SUPERIORE che
tuttavia non conosce
K. Condivide la critica
hegeliana all’ironia
romantica
I romantici l’avevano
interpretata come una
relativizzazione del finito e
l’apertura all’infinito
e riconosce(con Hegel) che
l’ironia di Socrate svela un
atteggiamento negativo,
da un lato
ELVIRA VALLERI 2010-11
dall’altro ne riconosce il
valore come critica di una
realtà finita e come
esigenza di una realtà
infinita
L’ironia è espressione
della soggettività
umana che prospetta la
realtà come possibilità
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La soggettività è
l’espressione del
singolo uomo a cui
l’ironia svela la
FINITEZZA
Finitezza e
inadeguatezza rispetto
all’ASSOLUTO a Dio
ELVIRA VALLERI 2010-11
Anche Dio è sentito
secondo la categoria
della soggettività come
un Dio personale
Contro la
razionalizzazione della
realtà (Hegel) e la fede
religiosa si deve
affermare la dimensione
della REALTA’ come
POSSIBILITA’valere
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Nella vita ci sono opposizioni che non
possono essere superate nella sintesi
(differenza rispetto a Hegel)
Vita estetica: è la vita dominata dalla
ricerca del piacere e del godimento
dell’attimo presente. Il simbolo è il Don
Giovanni di Mozart. Colui che abbraccia
questa vita non riesce a soddisfare i propri
piaceri e precipita nella disperazione
Nella vita s’impongono delle scelte AUTAUT
In Aut-Aut descrive proprio l’antitesi tra la
vita etica e la vita estetica
Vita etica. Caratterizzata dal rispetto e dai
doveri familiari e professionali, il simbolo è
il protagonista di un romanzo di Goethe
che si chiama Guglielmo
La VITA RELIGIOSA descritta in Timore e
Tremore non è rassicurante e priva di
contrasti, ma è timore e tremore: La
religiosità pone l’uomo solo davanti a Dio,
ne teme la giustizia e la punizione. Si
abbandona a lui non come un atto di
razionalità, ma come un SALTO, rottura o
paradosso. Simbolo: ABRAMO
ELVIRA VALLERI 2010-11
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Dopo Aut-Aut e Timore e
Tremore non ricorrerà più a
figure simbolo, ma si affideràa
categorie filosofiche
ESISTENZA- opposto
dell’essenza hegeliana
La realtà è per K. Un’insieme di
dati irripetibili nella loro unicità
ELVIRA VALLERI 2010-11
Mentre per Hegel la realtà è
l’essenza, concetto universale e
necessario, per Kierkegaard la
realtà è l’esistenza, situazione
particolare e contingente del
singolo individuo
Per K. L’esistenza corrisponde
alla realtà singolare,
l’esistenza sta fuori (ex/fuorisistere/stare da cui il termine
esistenza) dal concetto
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Per K. l’esistenza è caratterizzata
dalla POSSIBILITA’
Questa rapporto suscita
angoscia
Niente è necessario, ma tutto
dipende dalla libera scelta del
singolo
La possibilità è anche il rapporto
del singolo uomo con Dio
Di fronte alla sceltavi è la verigine
che ci coglie di fronte al,l’infinite
possibilità della scelta che
rappresentano la nostra libertà
L’angoscia è percezione del
rischio ignoto ed è diversa dalla
disperazione, che è la “malattia
mortale”, la perdita di ogni
possibilità e speranza di
salvezza, la consapevolezza di
essere perduto
ELVIRA VALLERI 2010-11
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