Monitoraggio
ambientale
4.1
Capitolo
4
DEFINIZIONE
Lo strumento fondamentale per la conoscenza e la gestione delle problematiche ambientali, a
supporto della pianificazione, della valutazione, delle politiche ambientali, è rappresentato dal
monitoraggio ambientale. Le attività essenziali per la realizzazione di un sistema di
monitoraggio finalizzato all’acquisizione delle conoscenze sulla qualità ambientale delle varie
matrici (acqua, aria, suolo) consistono in:
definizione delle esigenze conoscitive in relazione anche al mandato normativo;
progettazione e realizzazione delle reti mediante:
−
scelta delle aree da monitorare;
−
individuazione del numero, della tipologia e dell’ubicazione delle stazioni di
monitoraggio, in relazione alle caratteristiche del territorio ed alle matrici da
investigare;
−
creazione di centri di ispezione e controllo della rete;
27
Monitoraggio ambientale
−
realizzazione di laboratori altamente qualificati per le analisi dei campioni di
matrici ambientali;
creazione di centri per la raccolta ed elaborazione dei dati;
gestione della rete (mediante protocolli di campionamento, manutenzione delle
tecnologie, fissazione di standard di riferimento ecc.).
Reti di monitoraggio così costruite consentono di mantenere sotto controllo lo stato e
l’evoluzione delle qualità delle matrici ambientali, del territorio e delle risorse naturali. Il
monitoraggio ambientale, quindi, costituisce uno strumento essenziale a supporto:
del decisore politico, nelle attività di programmazione integrata delle politiche
ambientali;
delle imprese impegnate a sviluppare ed avviare politiche territoriali di prodotto e di
processo;
degli utenti tecnico-scientifici (responsabili delle attività di controllo e prevenzione,
ricercatori, tecnici ambientali, ecc.) impegnati nella realizzazione di obiettivi di
prevenzione/controllo1;
dell’informazione ai cittadini .
Nell’ambito del processo decisionale e delle attività di valutazione di politiche, piani e
programmi ambientali, il monitoraggio assume quindi un ruolo fondamentale: è solo grazie ai
dati derivanti dall’attività delle reti di monitoraggio che le autorità competenti saranno in grado di
analizzare la situazione attuale e di stimare futuri scenari di impatto. E’ indispensabile, quindi,
che tra valutazione e monitoraggio si costruisca un rapporto continuo, che permetta alla
valutazione di acquisire i dati e le informazioni mirate alle proprie attività, e al monitoraggio di
costruire dati ed informazioni necessari per la valutazione, oltre che aggiornare in tempi rapidi
gli stessi.
E’ necessario quindi disporre di una rete efficiente ed efficace, in termini sia di qualità
sperimentale (scelta e raccolta dati), sia di capacità dei dati prodotti a descrivere i fenomeni
ambientali.
A tal fine risulta indispensabile prevedere una verifica critica del sistema stesso che consiste
nel:
controllare l’efficienza delle strutture e dei nodi della rete;
integrare i dati raccolti da soggetti diversi, evitando spreco di risorse;
evidenziare le possibili sinergie tra strutture di reti.
È di fondamentale importanza, quindi, attivare un coordinamento tra i molti soggetti coinvolti nel
monitoraggio ambientale e reti ed enti diversi al fine di superare la frammentarietà che spesso
caratterizza il patrimonio conoscitivo ambientale, di sfruttare le sinergie esistenti tra diversi
comparti ambientali e di integrare e strutturare le informazioni significative ai fini dell’analisi.
1
Il sistema di monitoraggio ambientale permette di coniugare le due esigenze di controllo e prevenzione, infatti permette di :
−
−
controllare le variazioni dei principali parametri ambientali e costruire una situazione di riferimento sulla base della quale fornire
all’utilizzatore informazioni che siano di supporto alle decisioni (funzione di controllo);
fornire allerta precoce di emergenze ambientali, compresa la valutazione della evoluzione spaziale e temporale della stessa
(funzione di prevenzione).
ARPA Campania
28
Seconda Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Campania
4.2
I SOGGETTI
In Italia la rete dedicata al monitoraggio e controllo dello stato dell’ambiente nasce nel 1994 con
l’istituzione del sistema delle Agenzie Ambientali: la legge n. 61/94 istituisce infatti l’Agenzia
Nazionale per la Protezione Ambientale (ANPA, dal 2002 denominata APAT) ed affida alle
singole regioni e alle province autonome il compito di istituire le Agenzie Regionali e Provinciali.
Obiettivo della legge è quello di creare una vera e propria rete di soggetti demandati ai controlli
ambientali in cui il livello tecnico-scientifico rappresentato dall’Agenzia Nazionale interagisce
con il livello tecnico-operativo delle Agenzie Regionali e Provinciali (ARPA – APPA), in un
rapporto non gerarchico ma di collaborazione e confronto, nel rispetto dell’autonomia di
ciascuna agenzia.
Il 6 ottobre 2002 è divenuta operativa la nuova Agenzia per la protezione Ambientale e per i
Servizi Tecnici (APAT), nella quale sono confluiti l’ANPA e due dei Servizi Tecnici Nazionali
istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: Servizio Geologico e Servizio Idrografico
e Mareografico.
Il sistema agenziale (APAT – ARPA/APPA) costituisce solo uno dei nodi della rete di soggetti
che, con funzioni e compiti diversi, hanno competenza in materia ambientale.
Fanno parte della rete:
il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio che rappresenta il nodo politico
con funzioni di indirizzo e coordinamento;
le Regioni cui è demandato il compito di svolgere attività di pianificazione strategica e
di programmazione a livello locale;
gli Enti Locali (Province e Comuni) che hanno competenze amministrative in materia
di autorizzazioni e controlli ambientali;
altri soggetti quali centri di ricerca, università, aziende sanitarie, ecc, titolari di
specifiche competenze nel settore del monitoraggio ambientale.
4.3
GLI STRUMENTI
4.3.1 Il Sistema Informativo Ambientale (SINA/SIRA)
La predisposizione di una base informativa di supporto, che descriva non solo lo stato
dell’ambiente ma anche le modificazioni in esso indotte dai meccanismi di interazione con il
sistema economico e con le attività umane in genere, rappresenta un elemento fondamentale
per ogni strategia orientata verso lo sviluppo sostenibile.
Particolare rilevanza assume, pertanto, una visione integrata che consenta di mettere in
evidenza le relazioni esistenti tra i fattori di Pressione (le attività antropiche e le modifiche che
inducono sull’ambiente), lo Stato (i dati derivanti dal monitoraggio e dai controlli) e le Risposte
(le norme di legge, le politiche ambientali, le attività di pianificazione, etc), secondo il modello
DPSIR.
E’ su tali considerazioni che si basa il Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA): “una
architettura di rete con l’obiettivo di consentire la razionalizzazione e il coordinamento delle
iniziative di monitoraggio e di gestione delle informazioni di interesse ambientale e, quindi, di
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Monitoraggio ambientale
creare le condizioni affinché le conoscenze, che vengono da fonti molto differenziate, possano
armonizzarsi e integrarsi a tutti i livelli territoriali, dal regionale al comunitario”.
In questa ottica, dunque, le regioni rappresentano una scala di indagine privilegiata, perché è
proprio a livello locale che possono essere meglio percepite alcune problematiche, anche nel
contesto dell’insieme di interrelazioni che caratterizzano componenti ambientali e sistema
socio-economico.
La realizzazione di una base informativa a livello regionale, Sistema Informativo Regionale
Ambientale (SIRA), permette di circoscrivere l’ambito conoscitivo agli aspetti relativi alle
problematiche territoriali legate alle risorse ambientali, di prendere in considerazione quei fattori
di pressione realmente presenti sul territorio, di contribuire alla costruzione di un sistema di
informazioni nazionale senza perdere i particolari territoriali.
In tale contesto, le Agenzie regionali sono chiamate a rivisitare e sistematizzare il patrimonio di
conoscenze derivante dalle attività regionali secondo un’architettura adeguata agli standard e
alla struttura del sistema informativo nazionale.
Lo sviluppo dei poli regionali del SINA è stato promosso attraverso il finanziamento di progetti
presentati dalle singole amministrazioni in linea con i requisiti di ammissibilità definiti dal
Ministero dell’Ambiente.
Le Regioni coordinano le attività del Sistema a livello regionale e sub-regionale, garantiscono la
messa a disposizione delle informazioni di interesse nazionale e comunitario all’interno della
rete SINAnet attraverso l’attivazione di un Punto Focale Regionale (PFR).
Nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, al fine di garantire il raccordo istituzionale e per
formulare indirizzi generali per la pianificazione delle attività del Sistema, è stato istituito il
“Tavolo di coordinamento per il SINA”, al quale partecipano oltre al Ministero e alle Regioni,
l’APAT e le Agenzie ambientali regionali.
Il Tavolo di coordinamento svolge la funzione di:
raccordo istituzionale;
indirizzo e verifica periodica delle iniziative e proposte inerenti al SINA, quali la
ricognizione dei fabbisogni informativi per i diversi livelli territoriali, in particolare nei
casi in cui debbano essere sottoposti alla Conferenza Stato-Regioni;
•
esame della fattibilità tecnico-economica delle iniziative con ricadute sulle strutture
informative territoriali e individuazione delle modalità di finanziamento.
4.3.2 Il Sistema Nazionale Conoscitivo e dei Controlli in campo Ambientale
Il Sistema Informativo Nazionale Ambientale è strutturato come un “Sistema Nazionale
Conoscitivo e dei Controlli in campo ambientale”, dove l’integrazione tra il sistema informativo e
il sistema dei controlli e l’inserimento nel sistema conoscitivo comunitario costituiscono l’aspetto
più rilevante ed innovativo.
I meccanismi di integrazione su cui si sviluppa il nuovo sistema informativo sono dunque i
seguenti:
integrazione territoriale delle conoscenze ambientali a tutti i livelli, dal
regionale al comunitario: una delle principali finalità del sistema agenziale è creare
le condizioni affinché le conoscenze ambientali sviluppate da soggetti diversi
possano essere aggregate definendo una visione omogenea e rappresentativa. Ciò
comporta la definizione di un sistema di regole generali e la realizzazione di uno
spazio fisico comune di conoscenza e comunicazione. A tale scopo sono state scelte
tre principali linee di azione per costruire tale spazio comune: sviluppo di standard
conoscitivi, identificazione di architetture standard di sistemi di gestione
ARPA Campania
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Seconda Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Campania
dell’informazione, interconnessione fisica dei diversi poli della rete delle conoscenze
ambientali
integrazione tra il sistema informativo ambientale ed il sistema dei controlli: le
attività di monitoraggio e controllo ambientale hanno evidenziato negli ultimi anni
alcune principali criticità quali: elevato livello di casualità, non elevato livello
qualitativo e di standardizzazione, limitata significatività in termini conoscitivi. Ciò ha
indotto il sistema agenziale a rivedere il rapporto tra il sistema di controllo e quello
informativo, trasformando un percorso lineare - dove il sistema dei controlli
rappresenta un atto isolato e terminale di un processo - in un percorso circolare nel
quale i controlli costituiscono una delle principali fonti di alimentazione del sistema
informativo che, a sua volta, rappresenta il presupposto indispensabile per pianificare
efficacemente le attività di controllo
integrazione tra il sistema europeo EIOnet e il sistema nazionale: la struttura
complessiva del sistema informativo nazionale è stato disegnata assumendo come
riferimento il sistema conoscitivo europeo. Tale scelta permette di cogliere alcune
opportunità: sfruttare appieno le esperienze e le competenze organizzative maturate
in sede europea e favorire la partecipazione del nostro Paese alle attività comunitarie
L’alimentazione della base informativa, come per l’analogo sistema europeo (EIOnet), è attuata
attraverso il contributo di una rete di soggetti connessi (SINAnet2), articolata come segue:
l’APAT (ex ANPA) ;
i Centri Tematici Nazionali (CTN);
i Punti Focali Regionali (PFR);
le Istituzioni Principali di riferimento (IPR);
il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio;
le Regioni.
2
SINAnet è una rete telematica oltre che organizzativa, realizzata allo scopo di:
•
•
mettere a disposizione dei soggetti che partecipano alla realizzazione e allo sviluppo del sistema informativo uno strumento di
lavoro rapido ed efficace, finalizzato alla comunicazione;
poter disporre di uno strumento di informazioni per gli addetti ai lavori e, più in generale, per il pubblico.
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Monitoraggio ambientale
Figura 1 - I sistemi Informativi ( www.sinanet.apat.it)3
dimensione nazionale
collaborano
ISTAT
ANPA
ANPA
dimensione europea
CTN
NFP
EUROSTAT
EEA
EEA
ETC
possono partecipare a
MAMB
MAMB
IPR
MCE
PFR
EC
svolgono funzioni di
NRC
REGIONI
REGIONI
spazio EIONET
spazio SINANET
(Nota: dal 2002, l’ANPA è stata sostituita dall’APAT)
Lo sviluppo e la gestione del “Sistema Nazionale Conoscitivo e dei Controlli Ambientali”
costituisce una delle principali attività dell’APAT che ha funzione di Punto Focale Nazionale
(National Focal Point, NFP), ed assicura il raccordo con l’omologo sistema conoscitivo europeo
EEA/EIONET.
L’APAT, nello svolgimento dei compiti affidatole in materia di raccolta e gestione dei dati e delle
informazioni ambientali, è coadiuvata dai Centri Tematici Nazionali (CTN). In particolare, il
supporto riguarda quanto attiene la definizione di regole per rendere tali attività omogenee su
tutto il territorio nazionale e in linea con lo sviluppo di attività analoghe nel contesto comunitario:
espletamento delle attività di formazione delle regole generali per il monitoraggio
/controllo ambientale, al fine di favorire l’integrazione territoriale e tematica delle
informazioni, in linea con lo sviluppo di attività analoghe nel contesto comunitario;
predisposizione delle proposte tecniche in materia di standard ambientali che
richiedano l’approvazione delle sedi di concertazione Stato-Regioni;
monitoraggio delle attività di alimentazione della base conoscitiva a livello nazionale;
elaborazione delle proposte di indici e indicatori ai fini della conoscenza delle singole
problematiche ambientali, nonché delle metodiche di acquisizione ed elaborazione
dei dati.
3
EEA:Agenzia Europea per l’Ambiente, NFP: Punti Focali Nazionali, ETC: Centri di Tem,atiche Europei, MCE: Componente Principale,
EC: Commissione Europea, NRC: Centri di Riferimento Nazionali.
ARPA Campania
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Seconda Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Campania
Ad oggi, i Centri Tematici Nazionali (CTN) strutturati ed operanti sono sei, distinti nelle seguenti
tematiche:
Atmosfera Clima e Emissioni in aria (CTN ACE);
Acque interne e marine costiere (CTN AIM);
Territorio e Suolo (CTN TES);
Agenti fisici (CTN AGF);
Rifiuti e flussi di materiali(CTN RFM);
Natura e biodiversità (CTN NEB).
La scelta di tali tematiche è scaturita dalla volontà di garantire la corrispondenza con i Centri di
Tematici Europei (European Topic Centres, ETC) che rappresentano gli omologhi CTN nella
rete EIOnet.
Ciascun CTN è costituito da una compagine di soggetti rappresentata da alcune agenzie
regionali di protezione ambientale e da alcune Istituzioni Principali di Riferimento (IPR).
Ciascuna compagine, articolata in modo da rappresentare al meglio le diverse realtà
geografiche presenti sul territorio nazionale, comprende: un gruppo leader di agenzie,
responsabile della gestione del CTN; i partner operativi, che sono agenzie responsabili della
realizzazione di specifiche linee di attività; i partner consultivi che partecipano al processo di
condivisione e verifica dei prodotti e dei servizi realizzati dal CTN e i referenti tematici, che sono
il riferimento di ciascuna delle ARPA/APPA e che devono essere informati dei programmi e
degli esiti delle attività.
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