Sto male: test e auto-diagnosi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– PARTE 3 17 Indice. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Diagramma degli Alberi Decisionali. Pag. 19 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Schede di approfondimento e valutazione. Pag. 25 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 18 Diagramma degli Alberi Decisionali. ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE. Caro amico, per comprendere la tua situazione interiore guarda nella colonna 1: se i sintomi in qualche modo ti riguardano (SI) puoi passare alla colonna 2. Se invece non ti riconosci in nessuno di essi (NO) passa alla fase successiva della colonna 1. La colonna 2 reca la descrizione dei diversi quadri dei disturbi psicologici che il sito prende in esame (ansia, alterazioni dell’umore, disturbi somatoformi, disturbi della personalità, disturbi dell’adattamento, disturbo passivo-aggressivo della personalità, disturbo depressivo della personalità). Considerando quelli che pensi possano riguardarti, alla fine di questo diagramma, troverai tutte le schede di approfondimento e valutazione che dovrai risolvere, seguendo le istruzioni. Per comodità il punto 2 del percorso del sito (Quadri clinici) li comprende in un unico documento, a tua disposizione se avrai necessità, in qualunque momento, di consultarlo. Se ti riconosci, passa alla colonna 3 (come puoi notare, direttamente in alcune fasi, dopo la colonna 2 in altre) e segui le istruzioni che sono di vario tipo: ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– A. Consulta un medico. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– B. Consulta un servizio specializzato. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– C. Consulta uno psichiatra o un servizio specializzato. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– D. Consulta un sessuologo. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– E. Compila le scale di auto-valutazione alla fine del diagramma. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Caro amico, ti suggeriamo di stampare sia il diagramma che le schede e di compilarle, eventualmente anche in un secondo tempo, per avere durante il tuo percorso di crescita la percezione del cambiamento. Nell’utilizzo degli alberi decisionali e delle schede di auto-valutazione tieni presente che si tratta di due strumenti di cui disponi per definire la tua situazione psicologica; ti raccomandiamo pertanto di essere sincero con te stesso e di seguire scrupolosamente il percorso che il sito ti presenta. Questi due strumenti sono gli unici dei quali puoi disporre per valutare la tua situazione interiore. Fanne buon uso, ne va della tua serenità! 19 Colonna 1 Colonna 2 Colonna 3 –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– • Hai una malattia fisica che conosci? • I sintomi che ti disturbano possono essere legati ad essa? • Consulta un medico. –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– • I sintomi possono essere dovuti agli effetti diretti di qualche sostanza chimica (un farmaco, sostanze tossiche a cui si è esposti, sostanze di abuso). • Consulta un medico, o un servizio specializzato. –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 1 NO –––––––––––––––––––––––––––––––– SI FASE 2 –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– SI FASE 3 –––––––––––––––––––––––––––––––– • I sintomi comportano scarsa capacità di controllare l’uso di sostanze o intossicazione o sintomi di astinenza. USO PROBLEMATICO DI SOSTANZE: –––––––––––––––––––––––––––––––– SI • Consulta uno psichiatra, o un servizio specializzato. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– I sintomi comprendono: QUADRO DELL’ANSIA nelle diverse forme: • Alla fine del diagramma potrai procedere alla compilazione delle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. NO –––––––––––––––––––––––––––––––– FASE 4 Preoccupazione. Paura. Ansia. Affaticabilità. Irritabilità. Disturbi del sonno. Tensioni muscolari. SI –––––––––––––––––––––––––––––––– NO Attacco di panico. Agorafobia. Fobia specifica. Fobia sociale. Disturbo ossessivo-compulsivo. Disturbo d’ansia generalizzato. Disturbo da stress (acuto e post-traumatico). –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– 20 –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– I sintomi comprendono: QUADRO DELLE ALTERAZIONI DELL’UMORE nella forma delle caratteristiche generali della depressione dell’umore. NOTA BENE: FASE 5 Umore depresso, senso di vuoto interiore, facilità al pianto. Perdita di piacere/interesse nel fare le cose. Caratteristiche generali della depressione dell’umore. Caratteristiche generali dell’esaltamento dell’umore. E almeno 2 dei seguenti sintomi: Perdita di peso e di appetito. Insonnia (o sonnolenza) prolungata. Irrequietezza motoria o rallentamento motorio. Mancanza di energia, affaticabilità. Sfiducia in se stessi, sensi di colpa ingiustificati. Incapacità a concentrarsi e decidere. Ricorrenti pensieri di morte. SI • Prima di iniziare l’AUTO-AIUTO è prudente consultare uno psichiatra e/o uno psicoterapeuta di formazione medica, per avere una diagnosi specialistica esatta sulla natura del tuo stato depressivo. • Solo dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– I sintomi comprendono: QUADRO DEI DISTURBI SOMATOFORMI (SINTOMI FISICI NON GIUSTIFICATI) nelle diverse forme: • Alla fine del diagramma potrai procedere alla compilazione delle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– Sono presenti alcuni tra i molti sintomi elencati. I sintomi sono in rapporto ad aspetti della personalità. QUADRO DEI DISTURBI DELLA PERSONALITA’ nelle diverse forme: • Alla fine del diagramma potrai procedere alla compilazione delle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. NO –––––––––––––––––––––––––––––––– FASE 6 Disturbi fisici generali (anche dolore) senza causa medica obiettiva. Convinzione erronea di avere una grave malattia. Convinzione ingiustificata di avere un grave difetto fisico. SI –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– Disturbo di somatizzazione. Disturbo somatoforme indifferenziato. Disturbo di conversione. Disturbo algico. Ipocondria. Disturbo di dismorfismo corporeo. FASE 7 Sfiducia negli altri, sospettosità. Distacco dalle relazioni sociali. Scarsa espressività emotiva. Forte disagio nelle relazioni intime. Comportamento eccentrico o distorto. Inosservanza o violazione dei diritti altrui. Instabilità nelle relazioni umane. Alterazione dell’immagine di sé. Abnormi reazioni affettive. SI Marcata impulsività. Emotività eccessiva. Costante ricerca di attenzione. Grandiosità costante. Abnorme necessità di ammirazione. Scarsa empatia con gli altri. Facilità enorme all’inibizione. Senso di inadeguatezza. Ipersensibilità alle critiche. Comportamento sottomesso e dipendente. Eccessivo bisogno di essere accudito. Abnorme preoccupazione per l’ordine. Perfezionismo. Eccessivo bisogno di controllo. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO Gruppo A: 1. Disturbo paranoide della personalità. 2. Disturbo schizoide della personalità. 3. Disturbo schizotipico della personalità. Gruppo B: 1. Disturbo antisociale della personalità. 2. Disturbo borderline della personalità. 3. Disturbo istrionico della personalità. 4. Disturbo narcisistico della personalità. Gruppo C: 1. Disturbo evitante della personalità. 2. Disturbo dipendente della personalità. 3. Disturbo ossessivo-compulsivo della personalità. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– 21 –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– Sono presenti sintomi vari (emotivi o comportamentali) che compaiono in risposta ad uno o più fattori stressanti: QUADRI: • Alla fine del diagramma potrai procedere alla compilazione delle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. FASE 8 Preoccupazioni, ansia. Irritabilità, irrequietezza. Umore depresso, facilità al pianto, perdita di speranza per il futuro. Assenze ingiustificate da scuola. Inadempienza verso le responsabilità legali. Guida spericolata. Risse. Resistenza ad eseguire correttamente i propri compiti (normali) di lavoro o i propri doveri sociali. Lamenta incomprensione SI e non apprezzamento degli altri. E’ litigioso e maldisposto. Irragionevolmente critico e derisore dell’autorità. Invidioso e risentito verso le persone apparentemente più fortunate. Alterna sfida ostile e rimorso. Umore abitualmente abbattuto, malinconico, spento. Si sente inadeguato, con scarso valore personale. E’ critico e accusatorio verso di sé, rinunciatario. Critico e maldisposto verso gli altri. Incline a sentimenti di colpa e rimorso. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DELL’ADATTAMENTO: Con umore depresso. Con ansia. Con alterazioni della condotta. DISTURBO PASSIVO-AGRESSIVO (NEGATIVISTICO) DELLA PERSONALITA’. DISTURBO DEPRESSIVO DELLA PERSONALITA’. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 9 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: DISFUNZIONI SESSUALI: • Consulta un sessuologo. Inibizione del desiderio sessuale. Inibizione dell’eccitazione sessuale. Inibizione dell’orgasmo. Dolore durante il rapporto. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– • Soltanto dopo “l’autorizzazione” dello specialista potrai iniziare l’AUTO-AIUTO con possibilità di successo. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– SI FASE 10 –––––––––––––––––––––––––––––––– (*) I sintomi comprendono: PARAFILIE SESSUALI: • Consulta un sessuologo. Esibizionismo. Feticismo. Frotteurismo. Pedofilia. Masochismo sessuale. Sadismo sessuale. Travestitismo (feticismo di travestimento). Voyeurismo. • Soltanto dopo “l’autorizzazione” dello specialista potrai iniziare l’AUTO-AIUTO con possibilità di successo. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– SI (*) In merito a questi sintomi, consulta il PICCOLO VOCABOLARIO che trovi al termine di questa sezione. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO 22 –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 11 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: DISTURBI DEL SONNO: Sonnolenza eccessiva. Insonnia, disturbi del ritmo del sonno. Incubi. • Consulta un neurolologo/ psichiatra. SI • Soltanto dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 12 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: DISTURBI COGNITIVI: • Consulta un neurolologo/ psichiatra. Diminuzione grave della memoria. Disorientamento grave nel tempo e nello spazio. Grave mancanza di attenzione. Annebbiamento della lucidità. SI • Soltanto dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 13 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: Eccessiva perdita di peso. Alimentazione particolare. Intenso timore di aumentare di peso. Uso eccessivo di lassativi e diuretici. Vomito. Eccessivo aumento di peso. Fame eccessiva. Alimentazione eccessiva costante. Abbuffate saltuarie. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO –––––––––––––––––––––––––––––––– SI ANOMALIE DELLA CONDOTTA ALIMENTARE CON MODIFICAZIONE DEL PESO: • Consulta uno psichiatra/ psicoterapeuta. • Soltanto dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 14 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: SINTOMI PSICOTICI: Allucinazioni uditive (”voci”) o di altro tipo. Idee di persecuzione o di danneggiamento da parte di altri. Perdita del senso di sé (depersonalizzazione). Perdita del senso della realtà (derealizzazione). Immobilità prolungata catatonica. Parlata o comportamento disorganizzati. Abbuffate saltuarie. • Consulta uno psichiatra (anche per eventuali cure farmacologiche). –––––––––––––––––––––––––––––––– NO SI • Soltanto dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– 23 –––––––––––––––––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– FASE 15 –––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi comprendono: PROBLEMI PSICOSOCIALI: • Consulta un servizio sociale o psichiatrico pubblico. Problemi relazionali tra partners. Problemi relazionali familiari. Problemi relazionali genitori-figlio. Maltrattamenti fisici: di un adulto, di un bambino. Abbandono di un bambino. Abuso sessuale: di un adulto, di un bambino. –––––––––––––––––––––––––––––––– NO SI • Soltanto dopo potrai accedere alle SCALE DI AUTO-VALUTAZIONE. –––––––––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––– 24 Schede di approfondimento e valutazione. FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– ATTACCO DI PANICO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È un periodo preciso di intensa paura con inizio improvviso, rapido arrivo all’apice (in 5-10 minuti), inaspettato, non provocato (”a ciel sereno”) o provocato da una situazione specifica, spesso con un senso di pericolo o di catastrofe imminente e con un impulso quasi irresistibile a fuggire. Residuano preoccupazioni persistenti di avere altri attacchi ed alterazioni del comportamento in rapporto agli attacchi. È accompagnato da almeno 4 sintomi (fisici o mentali) su 13 (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. Palpitazioni cardiache. 2. Sudorazione. 3. Tremori fini o a grandi scosse. 4. Sensazione di soffocamento. 5. Sensazione di asfissia. 6. Dolore o fastidio al petto. 7. Nausea o disturbi addominali. 8. Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o vuota, di svenimento. 9. Sensazione di irrealtà (derealizzazione) o di essere distaccati da se stessi. 10. Paura di perdere il controllo, di impazzire. 11. Paura di morire. 12. Sensazioni di formicolio o di torpore agli arti. 13. Brividi o vampate di calore. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 25 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– AGORAFOBIA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È un’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni particolari, con 3 caratteristiche (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. L’ansia nasce in luoghi o situazioni da cui può essere difficile o imbarazzante allontanarsi, o dove si potrebbe non avere aiuto in caso di attacco di panico o di sintomi di panico (paura di avere un’improvvisa vertigine o un attacco di diarrea). Quindi, tipicamente: l’essere fuori casa da soli; l’essere in mezzo alla folla o in coda; viaggiare in autobus, in treno, in automobile. 2. Il soggetto evita le situazioni, riduce gli spostamenti, li sopporta con grave tensione oppure vuole essere accompagnato. 3. L’ansia e il conseguente evitamento non sono giustificabili da altre forme. Oppure l’ansia è inquadrabile in altre forme, come: Fobia sociale: (il soggetto evita soltanto le situazioni di contatto sociale, per timore di essere imbarazzato). Fobia specifica: (il soggetto evita una singola situazione, per es.: l’ascensore). Disturbo ossessivo compulsivo: (il soggetto evita per es.: il contatto con oggetti che teme sporchi e contaminanti). Disturbo post-traumatico da stress: (il soggetto evita situazioni connesse con un grave fattore stressante che ha subito). Disturbo d’ansia di separazione: (il soggetto evita di allontanarsi da casa o di separarsi dai familiari, non va più a scuola). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 26 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– FOBIA SPECIFICA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È un’ansia intensa provocata dalla presenza (od anche solo attesa) di uno specifico oggetto o situazione, con 7 caratteristiche (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. È una paura intensa e persistente, eccessiva o irragionevole, causata dalla presenza o anche solo attesa di un oggetto specifico o di una situazione specifica (per es.: volare, trovarsi in alto, particolari animali o insetti, ricevere un’iniezione, vedere il sangue, trovarsi in luoghi chiusi come tram, bus, tunnel, o ascensori). 2. Se il soggetto è esposto allo stimolo fobico ha quasi sempre una reazione ansiosa immediata, che può arrivare all’attacco di panico. 3. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole, ma ciò non la fa sparire. 4. Il soggetto evita la situazione o la sopporta con forte ansia o malessere. 5. L’evitamento delle situazioni, l’ansia anticipatoria e l’ansia durante la situazione limitano fortemente la normale vita del soggetto (lavoro, scuola, attività, relazioni sociali). 6. Nei giovani (minori di 18 anni) la fobia dura almeno 6 mesi. 7. L’ansia con evitamento fobico non è giustificabile da altri disturbi. Oppure l’ansia con evitamento è inquadrabile in disturbi come: Disturbo ossessivo compulsivo: (per paura dello sporco chi teme le contaminazioni non tocca nulla). Ansia da separazione: (il bambino evita la scuola). Fobia sociale: (per paura di essere imbarazzato il soggetto evita di incontrare gente). Disturbo post-traumatico da stress: (chi ha avuto un grave trauma evita le situazioni come quella in cui è stato traumatizzato). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 27 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– FOBIA SOCIALE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È un’ansia forte e persistente che riguarda certe situazioni sociali o certe prestazioni che il soggetto dovrebbe dare (aprire la conversazione in un gruppo o sostenerla, parlare in pubblico, partecipare a feste) per timore di essere giudicati goffi o strani, o per timore che gli altri notino i loro sintomi (mani sudate, tremori alle mani, voce tremula e strozzata, rossore al volto, ecc.). Ha 6 caratteristiche (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. In situazioni di contatto sociale con estranei o quando debba dare una prestazione, il soggetto ha un’ansia forte e persistente per timore di agire in modo umiliante o imbarazzante. 2. L’esposizione alla situazione temuta scatena quasi sempre una crisi di ansia immediata, che può arrivare all’attacco di panico. 3. Il soggetto si rende conto che la paura è eccessiva e irragionevole (non si tratta della normale paura di essere interrogati quando non si è preparati) ma ciò nonostante la paura non gli passa. 4. Il soggetto evita le situazioni temute (occasioni sociali o prestazioni), e se non può evitarle sta molto male. 5. Per l’evitamento, l’ansia anticipatoria e il disagio nella circostanza difficile, il soggetto ha gravi ripercussioni nella sua vita sociale e lavorativa/scolastica. 6. Nei giovani (minori di 18 anni) la fobia dura almeno 6 mesi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 28 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– OSSESSIVO-COMPULSIVO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato dalla presenza di ossessioni o di compulsioni ricorrenti (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1A. Le ossessioni sono: Pensieri, impulsi o immagini (talora sentiti come un’intrusione) ricorrenti e persistenti che causano al soggetto forte ansia o disagio (aver toccato oggetti sporchi, aver lasciato aperto gas o luce). Non sono però semplici preoccupazioni per i problemi della vita reale. Il soggetto si sforza di non tenerne conto, di scacciarli o neutralizzarli con altri pensieri o azioni, pur riconoscendo che sono un prodotto della sua mente. 1B. Le compulsioni sono: Azioni ripetitive (per es.: lavarsi le mani, controllare, riordinare) o azioni mentali (per es.: contare, ripetere parole nella mente, ecc.): il soggetto si sente obbligato a farlo perché ha un’ossessione che lo spinge. E deve farlo seguendo rigidamente regole rituali. Lo scopo è ridurre una forte tensione interna o prevenire avvenimenti temuti. 2. Non c’è però un collegamento realistico e le azioni o pensieri sono eccessive e irragionevoli. 3. Sia ossessioni sia compulsioni causano un notevole disagio al soggetto, sia perché gli rubano tempo (più di un’ora al giorno), sia perché disturbano la routine della vita normale, lavoro, scuola. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 29 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È uno stato di ansia quasi continua, riguardante quasi ogni cosa. Ha 5 caratteristiche (contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. L’ansia o l’apprensività eccessiva si manifesta ogni giorno, per un periodo di tempo lungo (almeno 6 mesi) a proposito di una quantità di fatti e di attività (nella vita quotidiana, nel lavoro, nella scuola, sulla salute, per la situazione economica, per banali problemi pratici). 2. Il soggetto non riesce a controllare la sua ansia. 3. Sono presenti almeno 3 dei seguenti sintomi: il soggetto sente i nervi a fior di pelle, tensione, irrequietezza, si stanca facilmente, ha difficoltà a concentrarsi e a ricordare, è irritabile, insofferente, ha tensioni muscolari, turbe del sonno (fatica ad addormentarsi, sonno leggero, inquieto e non riposante. 4. Il soggetto è disturbato nei suoi rapporti sociali e nel lavoro per la preoccupazione ansiosa continua e per i sintomi fisici. 5. La tendenza all’ansia non è dovuta agli effetti fisiologici di una sostanza (o medicina o sostanza di abuso) e non è prodotta da una malattia fisica (come ipertiroidismo) o psichica (episodio depressivo). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 30 FASE 4 - Quadro dell’ansia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ACUTO/POST-TRAUMATICO DA STRESS ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Se un soggetto è stato esposto ad un evento traumatico estremo (sperimentato personalmente o da un familiare o amico) implicante morte o pericolo di morte, lesioni gravi, minacce all’integrità fisica, violenza sessuale, scippo, rapina, sequestro, coinvolgimento in disastri naturali, ecc. può sviluppare disturbi acuti (durante il trauma o immediatamente dopo di esso, nel 1° mese per la durata di almeno 2 giorni) o post-traumatici (di solito entro i primi 3 mesi dal trauma, per la durata di 2-3 mesi). (Contrassegna i sintomi che ritieni di avere, salva e/o stampa le risposte e prosegui): 1. Durante l’evento traumatico il soggetto ha avuto paura intensa, sentimenti di impotenza, orrore. 2. Nel disturbo acuto da stress il soggetto, durante il trauma ha anche presentato almeno 3 dei seguenti sintomi: senso di distacco emotivo, di insensibilità, riduzione della consapevolezza di ciò che avviene attorno (senso di stordimento), perdita del senso della realtà, perdita del senso di se stessi, incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma, incapacità di provare sentimenti di amore, perdita del senso di prospettive future (perdita della speranza di poter avere una carriera, sposare un compagno, avere dei figli, vivere a lungo). 3. L’evento traumatico viene rivissuto più volte, in vari modi (immagini pensieri, sogni, sprazzi di ricordi persistenti, sensazioni di rivivere l’esperienza, disagio al contatto con ciò che ricorda l’evento. 4. Evitamento spiccato di tutto ciò che ricorda l’evento (luoghi, persone, attività, pensieri). 5. Spiccati sintomi di ansia: difficoltà ad addormentarsi, irritabilità, scoppi di collera, difficoltà di concentrazione, eccessivo stato di allerta, eccessive risposte di allarme. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 31 FASE 5 - Quadro delle alterazioni dell’umore ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– CARATTERISTICHE GENERALI DELLA DEPRESSIONE DELL’UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. DURATA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi persistono: Per la maggior parte del giorno. Quasi ogni giorno. Per almeno due settimane consecutive. 2. UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Depresso: Il soggetto si sente depresso, triste, senza speranza, giù di morale, spento, come se non avesse sentimenti. Facilità al pianto. Ansioso: Il soggetto si sente preoccupato, ansioso. Irritabile: Il soggetto può presentare irritabilità (rabbia frequente; tendenza a reazioni esagerate di irritazione o di frustrazione sproporzionate alle cause). Lamentoso: Il soggetto si lamenta di dolori o disturbi corporei (mal di testa, dolori alle articolazioni o all’addome). 3. VITALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Perdita di interesse o di piacere in quasi tutte le attività. Mancanza di divertimento in qualsiasi attività prima piacevole. Disinteresse per gli hobbies personali. Difficoltà nelle relazioni strette. Rapporti sociali meno soddisfacenti. Disinteresse sessuale parziale o totale. Difficoltà sessuali (caduta dell’erezione, frigidità). Lamentele: modo di dire tipico “Non c’è più niente che mi interessi”. 4. ALIMENTAZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Appetito ridotto. Il soggetto deve sforzarsi (od essere spinto) per mangiare. Talora invece fame esagerata (specie di dolci). 5. SONNO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sonno poco riposante, disturbato. Fatica a prendere sonno. Più spesso: se si sveglia nella notte non riesce più a riaddormentarsi. Talora si sveglia presto al mattino e non riesce più a riaddormentarsi. Più raramente tendenza a dormire molto (non solo al mattino ma anche durante il giorno). 6. DISTURBI MOTORI ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto non sta mai fermo: si stropiccia le mani, passeggia avanti e indietro, non riesce a stare seduto. È rallentato in ogni movimento e attività: si muove lentamente, sembra anche pensare lentamente, parla lentamente, con lunghe pause prima di rispondere. Parla a voce bassa, monotona, con contenutim di idee poveri, limitati. Oppure sta addirittura in silenzio. 32 7. ENERGIA FISICA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Continua stanchezza (anche senza che il soggetto compia fatiche fisiche). Estrema affaticabilità: il più piccolo lavoro od attività richiede uno sforzo enorme (anche il solo lavarsi e vestirsi, che quindi richiedono un tempo molto più lungo del normale). Minore efficienza nello svolgimento dei compiti e dei lavori manuali. Riduzione del loro numero. 8. VALUTAZIONE DI SE’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Valutazioni di sé negative, non realistiche anche in caso di circostanze ambientali obiettivamente sfavorevoli. Esagerato senso di responsabilità. Sensi di colpa (fino ad estremi deliranti: sentirsi responsabili di peccati imperdonabili, oppure della miseria che c’è nel mondo intero). Eccessiva ruminazione su piccoli errori del passato. 9. PENSIERO - CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Si distrae facilmente, dopo un breve periodo di impegno. Di base non riesce a concentrarsi. Non riesce a pensare lucidamente e con efficacia operativa. Non riesce a prendere decisioni. Ha difficoltà a ricordare. 10. IDEE DI MORTE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Pensieri di pessimismo catastrofico (“Stareste tutti meglio se io fossi morto”). Pensieri di morte (da transitori - 1/2 minuti - e saltuari, a continui e ricorrenti tutti i giorni). Talora progetti di suicidio (acquisto di oggetti per il progetto di suicidio). Talora tentativi di suicidio. 11. FUNZIONAMENTO LAVORATIVO E SOCIALE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È consistentemente compromesso. Spesso il soggetto deve essere ricoverato in ospedale. 12. ULTERIORI SPECIFICAZIONI PIU’ DETTAGLIATE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– SVILUPPO: nel corso di giorni o di settimane. DURATA: prolungata. Un episodio depressivo maggiore non trattato dura almeno 6 mesi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 33 FASE 5 - Quadro delle alterazioni dell’umore ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ESALTAMENTO DELL’UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. DURATA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi persistono: Per la maggior parte del giorno. Quasi ogni giorno. Per almeno una settimana. 2. UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– In misura anormale e persistente, è: Elevato, insolitamente allegro, euforico. L’estraneo può trovare il soggetto divertente, ma chi lo conosce bene percepisce che il buon umore è eccessivo per lui. L’euforia ha un carattere espansivo (cioè è connotata da un entusiasmo incessante ed indiscriminato per i rapporti interpersonali, sessuali o lavorativi). Il soggetto parla facilissimamente con qualunque estraneo, telefona per accordi di lavoro a notte fonda, ha incontri sessuali indiscriminati con sconosciuti. Irritabile (specie se i desideri del soggetto vengono contrastati), con lamentele, commenti ostili, sfuriate. 3. ECCESSO DI AUTOSTIMA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Vi è una esagerazione dell’autostima, a partire da una acritica fiducia in se stesso fino alla grandiosità sfrenata, con possibilità di arrivare al delirio di grandezza. I soggetti pontificano e danno consigli in campi a loro quasi ignoti; scrivono romanzi fiume senza conoscere la tecnica dello scrivere, fanno e vogliono brevettare invenzioni inutili, si sentono personaggi importanti e dichiarano inesistenti o inconsistenti conoscenze con persone altolocate. 4. BISOGNO DI SONNO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il bisogno di sonno è ridotto: si sveglia dopo poche ore di sonno ma si sente pieno di energia. In casi gravi può non dormire per diversi giorni senza sentirsi stanco. 5. IL MODO DI PARLARE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È rapido, continuo, a voce alta, difficile da interrompere. Il soggetto può parlare per ore senza fermarsi. (Spesso non lascia parlare gli altri). Linguaggio scherzoso, con giochi di parole, battute più o meno divertenti. Spesso canta, talora recita. Se l’umore è irritabile: spesso lamentele, critiche, sgridate. 6. VELOCITA’ DI PENSIERO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I pensieri compaiono nella mente più in fretta di quanto possano essere espressi (alcuni dicono che è un po' come guardare due o tre programmi TV contemporaneamente). Se il disturbo si aggrava si ha una vera e propria fuga dalle idee: parlata velocissima, con bruschi cambiamenti da un argomento ad un altro magari neanche tanto collegato. Nei casi più gravi il parlare diventa disorganizzato e incoerente. 7. ATTENZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto non riesce a mantenere l’attenzione fissa su un argomento perché si distrae dietro a stimoli esterni irrilevanti (rumori, elementi casuali, ecc.) oppure si perde dietro a particolari irrilevanti dell’argomento. 34 8. ATTIVITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto prende parte ad attività molteplici contemporaneamente (lavoro, divertimento, sport, relazioni sessuali, ecc.). Sessualità: quasi sempre c’è un aumento dei discorsi a fondo sessuale. Spesso il soggetto inizia nuove avventure con estrema facilità che sconfina nella superficialità (anche nel portarle avanti). Possibili infedeltà e incontri sessuali indiscriminati con sconosciuti. Costante aumento della socievolezza, spesso non selettiva (semplici conoscenti, se non addirittura estranei sono definititi amici). Grafomania (lettere inconsistenti e prolisse a tante persone anche sconosciute). Irrequietezza motoria: sempre in movimento, parla spesso con più persone contemporaneamente. 9. IRRESPONSABILITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I soggetti in stato di esaltamento non riconoscono di essere malati, nonostante vari comportamenti evidenti obiettivamente non solo inconsueti per loro, ma precisamente irresponsabili. Lasciare città, casa e parenti per andarsene in altri luoghi senza avvisare né lasciare recapiti. Cambiare vistosamente trucco, vestiario e stile di vita, con una svolta clamorosa ingiustificata. Tenere comportamenti bizzarri per strada. Buttarsi di colpo nel gioco d’azzardo o in comportamenti antisociali o contrari all’etica professionale (spendere denaro altrui affidato a loro), spesso con investimenti avventati, sperperare prodigalmente il proprio denaro in spese futili o assurde (comprare non una ma dieci paia di scarpe) o facendo acquisti senza la necessaria copertura. Frequente uso (anche inconsueto) di alcool o stimolanti. 10. FUNZIONAMENTO LAVORATIVO O SOCIALE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È consistentemente compromesso. Spesso il soggetto deve essere ricoverato in ospedale. 11. ULTERIORI SPECIFICAZIONI PIU’ DETTAGLIATE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– SVILUPPO: improvviso con esplosione in pochi giorni. DURATA: da poche settimane a diversi mesi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 35 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI SOMATIZZAZIONE (l’isteria di una volta) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I soggetti manifestano, da prima dei 30 anni e per la durata di alcuni anni, lamentele fisiche • ricorrenti • multiple • clinicamente significative, cioè: Che portano a trattamenti medici (per es. l’assunzione di medicinali). Che causano significativi disturbi nel funzionamento sociale, lavorativo o personale. Le lamentele fisiche: Non sono prodotte da una malattia medica generale o dall’uso di sostanze. Se vi è una malattia medica generale alla base, le lamentele fisiche o le turbe personali/sociali/lavorative sono eccessive rispetto a quanto è logico aspettarsi dal quadro clinico del soggetto, dai suoi sintomi fisici o dai suoi esami di laboratorio. Caratteristiche generali dei soggetti con Disturbo di Somatizzazione. Questi soggetti: Spesso descrivono i loro disturbi e malori con termini coloriti, per lo più esagerati, ma scarsi di concrete informazioni specifiche. Spesso, nel raccontare i loro disturbi, sono incoerenti (tanto che può essere più utile guardare gli esami e leggere le cartelle cliniche dei ricoveri). Spesso chiedono cure a diversi medici nello stesso tempo, con possibili rischi di incompatibilità tra le varie terapie. Spesso sono ansiosi, depressi o hanno comportamenti antisociali o autolesionisti. Vivono spesso in modo caotico e complicato, con problemi personali o coniugali. Quasi sempre prendono molte medicine (con rischio di effetti collaterali). Molto spesso si sottopongo a visite mediche, esami diagnostici (in particolare radiologici), ricoveri, interventi chirurgici, con aumentato rischio di avere inconvenienti anche gravi. Si fa diagnosi di Disturbo di Somatizzazione quando (in qualche momento nel corso dei disturbi) sono riscontrabili tutti i seguenti sintomi: A. 4 SINTOMI DOLOROSI. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Deve esserci una storia di dolore riferito ad almeno: 4 localizzazioni (testa, addome, schiena, torace, arti, retto, articolazioni). Oppure 4 funzioni (ciclo mestruale, rapporti sessuali, urinazione, respiro). B. 2 SINTOMI GASTROINTESTINALI (in aggiunta al dolore). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Nausea, meteorismo, vomito non da gravidanza, diarrea, intolleranza a vari cibi. C. 1 SINTOMO SESSUALE (oltre al dolore). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Indifferenza per l’attività sessuale, problemi di erezione o nell’eiaculazione, irregolarità mestruali, mestruazioni eccessive, vomito durante la gravidanza. 36 D. 1 SINTOMO PSEUDO NEUROLOGICO, cioè che farebbe pensare ad un disturbo neurologico (oltre al dolore). –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sintomi di conversione (alterazioni della coordinazione motoria o dell’equilibrio): paralisi o debolezza muscolare localizzate, difficoltà a deglutire o nodo alla gola, perdita della voce, ritenzione urinaria, perdita della sensibilità tattile o dolorifica, vedere doppio, cecità, sordità parziale, convulsioni, amnesie totali o settarie, convulsioni teatrali, perdita di coscienza diversa dallo svenimento. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 37 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SOMATOFORME INDIFFERENZIATO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da: 1. Una o più lamentele fisiche, tipo: stanchezza, perdita di appetito, disturbi gastro-intestinali, disturbi urinari, che persistono per 6 mesi o più. 2. I sintomi (dopo le indagini adeguate) non sono pienamente spiegati da una malattia medica generale o dall’azione di sostanze. 3. Se vi è una condizione medica generali le lamentele o le turbe personali/sociali/lavorative sono sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare dalla storia del soggetto, da suo esame fisico o dagli esami di laboratorio. 4. I sintomi causano disagio clinicamente significativo in campo personale/sociale/lavorativo. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (La Neuroastenia delle classificazioni di una volta è definita oggi come DISTURBO SOMATOFORME INDIFFERENZIATO). 38 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI CONVERSIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da: 1. Presenza di sintomi o perdite riguardanti le funzioni motorie o sensitive, il che farebbe pensare ad una malattia neurologica o medica generale, (che invece non si riscontra), con 4 forme diverse: a. Sottotipo con sintomi/mancanze motorie. Turbe della coordinazione motoria. Turbe dell’equilibrio. Paralisi localizzata. Debolezza muscolare localizzata. Difficoltà a deglutire. Nodo alla gola. Perdita della voce. Ritenzione urinaria. b. Sottotipo con convulsioni (attacchi epilettoformi che colpiscono la motilità degli arti). c. Sottotipo con sintomi/mancanze sensitive. Perdita della sensibilità tattile. Perdita della sensibilità dolorifica. Vedere doppio. Cecità. Sordità. Allucinazioni. d. Sottotipo con sintomi misti. 2. I sintomi o le mancanze non sono prodotti intenzionalmente e non sono simulati. 3. I sintomi o le mancanze non sono limitati al dolore. 4. Causano disagio significativo nel comportamento personale/sociale/lavorativo oppure richiedono attenzione medica. 5. Si può ritenere che dei fattori psicologici siano collegati ai sintomi/mancanze perché essi: compaiono, si aggravano, dopo che il soggetto si è trovato in un conflitto o in una situazione stressante. Considerazioni di ordine generale su questo tipo di disturbi. A. I soggetti con disturbi di conversione possono manifestare: una esteriore indifferenza, una apparente imperturbabilità rispetto alla natura e alle implicazioni dei sintomi, delle manifestazioni, teatrali, drammatiche, istrioniche. B. Il termine CONVERSIONE deriva dai concetti di psicologia del profondo, secondo i quali il sintomo fisico presentato dal soggetto rappresenta la risoluzione simbolica di un conflitto inconscio. La conversione del conflitto psicologico in un sintomo fisico offrirebbe al soggetto 2 vantaggi: 1. un guadagno primario: gli permette di tenere il conflitto fuori dalla coscienza e di ridurre l’ansia, 39 2. un guadagno secondario: può ricavare dalla presenza del sintomo di conversione benefici esterni da altre persone, oppure evitare impegni e responsabilità non graditi. C. I sintomi di conversione riguardano il funzionamento motorio volontario o sensitivo, ma non derivano da una malattia neurologica. Sono definiti quindi pseudo-neurologici. Hanno caratteristiche che ricordano orientativamente i veri e propri disturbi neurologici, ma in maniera imprecisa. Non corrispondono alle alterazioni delle strutture anatomiche nervose, corrispondono piuttosto all’idea che il soggetto si fa di una condizione patologica, come per es. una paralisi. La paralisi non colpisce mai i diversi muscoli (per es. delle dita di una mano) innervati da un singolo nervo. Comporta invece l’incapacità di eseguire un determinato movimento o di muovere un’intera parte del corpo. La parte paralizzata può essere mossa inavvertitamente dal soggetto mentre si veste o se non si sente osservato. Se portato sopra la testa del soggetto ed abbandonato, il braccio paralizzato tende a mantenere per un po’ la posizione poi cade di lato invece che sulla testa. L’esame elettromiografico è normale. La paralisi sensitiva, l’anestesia, non segue i territori dei nervi sensitivi, ma è globale, a guanto o a calza. Le difficoltà di deglutizione sono eguali sia per i liquidi sia per i solidi. Nelle crisi convulsive (che hanno inoltre aspetti teatrali e diversi da volta a volta) l’esame elettroencefalografico risulta normale. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 40 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ALGICO (cioè doloroso) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. La caratteristica principale è la presenza del dolore, in uno o più distretti corporei, e con una gravità tale da richiedere attenzione clinica. 2. La durata è inferiore a 6 mesi nei casi acuti (la maggior parte dei casi si risolve entro tale periodo). Un disturbo doloroso cronico dura più di 6 mesi, spesso per anni. 3. Il dolore causa disagio significativo nel settore personale/sociale/lavorativo. (Inabilità nel lavoro, impossibilità a frequentare la scuola, isolamento sociale, conflitti familiari o coniugali, ricorso frequente ai servizi sanitari, uso massiccio di medicinali, pericolo di cadere nelle mani di truffatori per la ricerca assillante di una cura miracolosa contro il dolore, rischio di suicidio per lo sconforto). 4. Il dolore non è intenzionalmente prodotto e non è simulato. 5. Si presenta in due forme diverse: a. Sottotipo di disturbo algico associato con fattori psicologici. Si può ritenere che qualche fattore psicologico abbia ruolo fondamentale nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. Le condizioni di malattia medica generale invece non esistono o hanno un peso minimo. b. Sottotipo di disturbo algico associato con fattori psicologici e con una condizione medica generale. Sia i fattori psicologici, sia una condizione medica generale hanno mali riportanti nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 41 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– IPOCONDRIA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. È la preoccupazione legata a paura di avere o convinzione di avere una grave malattia, paura/convinzione fondate sulla errata interpretazione di uno o più sintomi fisici. 2. La paura/convinzione persistono nonostante le numerose visite, gli esami di laboratorio e le rassicurazioni mediche, onestamente basate sul fatto che una valutazione medica completa non è in grado di individuare nessuna condizione medica generale che possa spiegare la preoccupazione del soggetto. Tale preoccupazione diviene l’immagine centrale di sé per il soggetto, abituale argomento di conversazione e un modo per rispondere agli stress ambientali. 3. a. La convinzione di avere una grave anomalia non è limitata al solo aspetto fisico estetico (questo è il caso del Disturbo di Dismorfismo Corporeo). b. Inoltre tale convinzione di essere malato non ha caratteristiche deliranti (come è nel Disturbo Delirante di tipo somatico) perché il soggetto ipocondriaco è spesso in grado di riconoscere che è possibile che stia esagerando l’importanza della malattia temuta, oppure addirittura è in grado di ammettere che non vi è proprio nessuna malattia, ma semplicemente la paura di averla. 4. Il soggetto incomincia a preoccuparsi se legge o sente parlare di una malattia o se sente di qualcuno che è ammalato. 5. La preoccupazione ipocondriaca può riguardare: 6. Le funzioni corporee (il battito cardiaco, la peristalsi intestinale, la sudorazione). Numerosi apparati simultaneamente o in momenti diversi. Singola malattia o uno specifico organo. Alterazioni fisiche lievi (una piccola ferita, un raffreddore persistente). Sensazioni fisiche vaghe e mal definibili (“cuore stanco”, “vene doloranti”). La preoccupazione ipocondriaca causa disagio significativo nella sfera personale/sociale/lavorativa. Le forme del disagio sono molte: il soggetto passa da un medico all’altro. Il rapporto medico-paziente diventa quindi superficiale, scadente, frustrante (per entrambe le parti). C’è il rischio di ricevere cure non appropriate. Forte anche il rischio di avere (spesso a pressante richiesta del paziente) procedure diagnostiche non solo costose ma inutili e talora pericolose per la ripetizione o la invasività. Eventuali reali malattie fisiche intercorrenti talora non sono prese sul serio per l’effetto “al lupo, al lupo”. La vita familiare si deteriora (per l’obbligo di fare centro sulla salute fisica del soggetto) e può andare in pezzi la sua vita di coppia. Il soggetto può avere tali difficoltà sul lavoro da rischiare di perderlo o perderlo realmente. Può diventare un completo invalido. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 42 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO (la dimorfofobia di un tempo) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. È la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, spesso immaginario o comunque eccessivamente valutato se esiste una piccola anomalia fisica. 2. La parte del corpo per cui il soggetto si preoccupa può rimanere la stessa o cambiare nel tempo. Può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo. 3. Insorge nell’adolescenza, ma spesso è diagnosticato molti anni dopo perché il soggetto non parla del suo problema. Perdura pressoché in continuazione, con pochi momenti liberi, anche se ha fasi più gravi e altre più lievi. 4. Oggetto della preoccupazione: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Difetti lievi o immaginari. Capelli radi. Acne. Rughe, cicatrici. Rossore o pallore del volto. Sudorazione. Asimmetria o sproporzione del volto. Peluria eccessiva. Forma e misura di una parte qualsiasi del corpo. Naso. Occhi, palpebre, sopracciglia. Orecchie. Bocca, denti, labbra, mento, mascelle. Genitali. Mammelle. Addome. Gambe, fianchi. 5. Forma della lamentela: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Talora specifica (naso a patata, labbra sottili). Talora vaga (sguardo sfuggente, faccia piatta). 6. La preoccupazione causa sensibile disagio personale/sociale/lavorativo in particolare: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– a. Vissuto emotivo. Soggettivamente: Tormentoso. Devastante. Intensamente doloroso. Comportamento reattivo. Il soggetto passa molte ore al giorno a pensare al suo difetto. Fa continui controlli (in ogni specchio, nelle vetrine, con lenti di ingrandimento). Oppure evita gli specchi. Comportamenti reattivi compensatori. Eccesso di pulizia, cura alla pelle, pettinature. Uso di artifizi per nascondere il difetto (farsi crescere la barba, usare il cappello, imbottirsi i calzoni). 43 b. Disagio nel contatto sociale. c. Frequenti richieste di rassicurazioni (peraltro di poca utilità) circa il difetto. Costanti confronti con gli altri a proposito della loro parte difettosa. Costante timore di essere derisi. Evitamento del contatto sociale che può portare ad un isolamento estremo (il soggetto può arrivare ad uscire solo di notte). Interruzione dei rapporti di amicizia. Complicazioni nei rapporti sentimentali fino alla rottura. Inconvenienti negli obblighi sociali di legge: abbandono della scuola, lavoro scadente, rifiuto di contatti di lavoro nuovi, cessazione del lavoro. Rischi. Richieste eccessive di trattamenti sanitari correttivi (chirurgici, estetici, odontoiatrici) che spesso lasciano tale e quale la preoccupazione e talora peggiorano il difetto e la preoccupazione, Ricoveri ripetuti. Idee e tentativi di suicidio. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 44 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO PARANOIDE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le persone che ne sono affette: Hanno una personalità permeata in ogni modo da sfiducia e sospettosità verso gli altri, che le portano ad interpretare con malevolenza le motivazioni altrui. Questa sospettosità ed ostilità possono esprimersi in atteggiamenti chiari di lamentele e proteste, ma anche con atteggiamenti di quieto riserbo che ha sotto sotto una netta ostilità. Essendo sempre vigili contro potenziali minacce, agiscono spesso in modo guardingo, misterioso e tortuoso. Appaiono spesso freddi e senza calore di sentimenti, come privi di emotività; appaiono razionali, con gamma di emozioni scarse, nelle quali predominano espressioni di ostilità, testardaggine, linguaggio pungente verso gli altri. Hanno una natura aggressiva e sospettosa. Non fidandosi mai degli altri hanno una eccessiva necessità di essere autosufficienti. Tendono ad incolpare gli altri delle proprie manchevolezze. Rapidissimi nel contrattacco quando si sentono minacciati, risultano litigiosi e spesso coinvolti in controversie legali. Hanno fantasie grandiose, irrealistiche, sottilmente nascoste. Danno eccessiva importanza a questioni di potere e di rango. Hanno in genere una concezione per qualche aspetto semplicistica della realtà e tendono a sviluppare stereotipi negativi degli altri qualora non abbiano le stesse idee del soggetto e del suo gruppo. Perché si possa parlare di disturbo paranoide della personalità devono essere presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. Senza prove sufficienti o addirittura senza una base reale sospettano di essere dagli altri sfruttati, danneggiati, ingannati, ingiuriati. Si sentono vittime di complotti e di attacchi improvvisi ed immotivati. 2. Senza giustificazione dubitano della lealtà ed affidabilità di amici e colleghi; ne esaminano minuziosamente le azioni per sondarne intenzioni ostili; da ogni malinteso traggono conferme per i loro sospetti. Non si fidano di nessuno, si aspettano che tutti li trascurino o addirittura li attacchino. 3. Sono riluttanti a confidarsi con gli altri per timore ingiustificato che le parole dette possano venire usate contro di loro. 4. Vedono significati nascosti minacciosi o umilianti, comunque sempre negativi nei fatti più banali. L’errore della commessa del negozio è un tentativo di imbrogliarli; una battuta scherzosa su un loro comportamento è un attacco grave; un complimento è un tentativo di far fare loro qualcosa; un’offerta di aiuto è una allusione alla loro mancanza di autosufficienza, ecc. 5. Sono costantemente risentiti verso gli altri; incapaci di dimenticare o perdonare insulti, ingiurie od offese che pensano di aver ricevuto. A piccole offese o mancanze altrui rispondono con grande ostilità, che dura per tanto tempo. 6. Essendo sempre attenti alla supposta malevolenza degli altri verso di loro, si sentono sempre attaccati nella loro reputazione e prerogativa. Contrattaccano istantaneamente e reagiscono con rabbia. 7. Senza giustificazione sospettano spesso che il partner sia infedele e raccolgono prove (che risultano infondate o inconsistenti) per confermare le loro convinzioni di gelosia. Spesso pretendono di mantenere un controllo completo della relazione intima, e mettono costantemente in discussione ed in dubbio i luoghi in cui il partner si è trovato, le azioni che compie, le sue intenzioni e - comunque - la sua fedeltà. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 45 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SCHIZOIDE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da una globale modalità di distacco dai contatti sociali e da una gamma molto ristretta di esperienze e di espressioni emotive nei rapporti interpersonali, che permea ogni manifestazione dei soggetti. Questi: 1. Sembrano non desiderare l’intimità con altri esseri umani. Sembrano indifferenti alla possibilità di stabilire relazioni strette. Non sembrano avere piacere/bisogno di fare parte di una famiglia o di un gruppo. 2. Sembrano preferire stare da soli piuttosto che con altre persone. Evitano il contatto con gli altri. Scelgono attività e passatempi solitari, e compiti meccanici o astratti (computer, giochi/lavori matematici). 3. Non sembrano molto interessati ad avere esperienze sessuali con un’altra persona. Hanno raramente appuntamenti, spesso non si sposano. Hanno poche amicizie. 4. Sembrano provare piacere in poche attività o in nessuna. Non sembrano provare piacere in attività fisiche (piacere sensoriale), come passeggiare, nuotare, vedere bei paesaggi. 5. Non hanno amici intimi o confidenti. Sembrano frequentare solo pochi parenti strettissimi. 6. Sembrano essere quasi indifferenti alla approvazione o alla critica degli altri e non sembrano curarsi dell’opinione degli altri su di loro. 7. Mostrano freddezza emotiva, appiattimento dell’affettività, distacco. Non ricambiano i comuni segni di calore emotivo nel contatto umano (sorrisi, cenni del capo, gesti). Dicono essi stessi di provare raramente emozioni forti come la gioia o la rabbia. Non riescono a muoversi tra gli altri con sintonia rispetto alle convenzioni sociali, come se non le comprendessero. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 46 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SCHIZOTIPICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Al quadro già grave del disturbo schizoide della personalità si aggiungono distorsioni nelle percezioni e nel processo di ragionamento: tutte le manifestazioni della personalità sono caratterizzate da deficit sia sociali, sia interpersonali, accentuati da un disagio acuto e da ridotta capacità di avere relazioni strette, e tendenza a comportamenti eccentrici. Sono presenti 5 o più dei seguenti elementi: 1. Idee di riferimento (interpretazioni scorrette di eventi esterni e casuali che il soggetto riferisce specificamente a se stesso come se avessero per lui un significato particolare). 2. Credenze particolari o forme di pensiero magico (al di là della comune superstizione) che influenzano il comportamento. Per esempio: sentire di avere il potere di intuire gli eventi prima che avvengano, o leggere il pensiero degli altri, o influenzare magicamente il comportamento degli altri pensando prima dentro di sé che essi faranno una certa cosa, ecc. 3. Esperienze percettive insolite (sentire la presenza di un’altra persona, sentire una voce che mormora il proprio nome). 4. Pensiero e soprattutto linguaggio strano. Il modo di parlare è spesso come slegato, digressivo, vago. Oppure può essere eccessivamente concreto. Talora è eccessivamente astratto e le parole sono usate in maniera insolita. Altre volte il linguaggio è eccessivamente elaborato o stereotipato. 5. I soggetti sono spesso sospettosi e qualche volta hanno alterazioni paranoidi della ideazione (per esempio pensano che i colleghi di lavoro vogliono distruggerli davanti al direttore). 6. L’affettività è ridotta come gamma di sfumature e - oltre che limitata - è rigida e non adeguata alle circostanze. 7. Comportamenti strani ed eccentrici, modo di vestire trasandato e non appropriato, male assortito. Incapacità di comportarsi come gli altri nei comuni scontri (scherzi, pettegolezzi tra colleghi). 8. Disagio nello stabilire contatti e relazioni con gli altri. Sembrano avere ridotte capacità/bisogni di avere contatti umani stretti. Pochi amici intimi o nessuno. Frequentano solo parenti strettissimi. 9. Nei contatti con gli altri hanno eccessiva ansia, la quale non si scioglie con il passare del tempo e la confidenza, ma anzi aumenta perché non è legata a sensazioni di inadeguatezza, bensì a sospettosità paranoidi sulle intenzioni degli altri. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 47 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ANTISOCIALE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da manifestazioni globali di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri e delle norme della società, con disonestà e manipolazione. Tali atteggiamenti incominciano nella fanciullezza o all’inizio dell’adolescenza e continuano nella vita adulta (perché si possa parlare con sicurezza di disturbo antisociale della personalità, il soggetto deve avere almeno 18 anni). Queste persone mancano di empatia, spesso sono indifferenti, cinici o sprezzanti verso i sentimenti, i diritti e le sofferenze altrui. Hanno una valutazione esagerata ed arrogante di sé, sono sovente molto testardi e presuntuosi. Spesso hanno un fascino disinvolto e superficiale che fa colpo sugli inesperti con paroloni di gergo tecnico usati approssimativamente. Possono essere cinici e sfruttatori nelle relazioni sessuali e passare da una storia all’altra con facile indifferenza. Possono essere genitori irresponsabili (figli malnutriti, lasciati senza cibo o riparo e affidati praticamente ai vicini, oppure abbandonati soli in casa sebbene piccoli). Per fare diagnosi di disturbo antisociale della personalità occorrono 3 o più dei seguenti elementi: 1. Non riescono a comportarsi secondo le norme sociali, specialmente sotto l’aspetto legale. Infatti compiono spesso atti (rubare, distruggere beni di proprietà altrui, molestare gli altri, svolgere attività illegali) che comporterebbero arresto. Non rispettano i diritti, i desideri, i sentimenti degli altri. 2. Sono disonesti e manipolativi: mentono, usano falsi nomi, simulano, truffano frequentemente e per ricavarne vantaggio o piacere personale (sesso, denaro, potere). 3. Sono impulsivi ed incapaci di pianificare. Decidono sotto l’impulso del momento senza pianificazione, né previdenza, né valutazione delle conseguenze su di sé o sugli altri (quindi: frequenti cambiamenti improvvisi di relazioni, lavoro, residenza). 4. Irritabili e aggressivi, spesso coinvolti in scontri fisici subiti o aggressioni commesse attivamente. Spesso picchiano moglie e figli. 5. Spericolati, sono incuranti della sicurezza propria o altrui (guida con frequenti eccessi di velocità, in stato di ubriachezza, con incidenti multipli). 6. Sono abitualmente irresponsabili (spesso senza lavoro, nonostante che in giro ce ne sia; frequenti abbandoni di un lavoro senza la sicurezza preventiva di averne già un altro pronto, ripetute assenze dal lavoro non giustificate da malattia). Irresponsabilità anche finanziaria (incapacità di mantenere i figli) e inadempienze dei propri debiti. 7. Poco interessati ad impedire le conseguenze negative delle proprie azioni sugli altri. Manca il rimorso, sono indifferenti al fatto di aver danneggiato, derubato o molestato gli altri. Non chiedono mai scusa né riparano il danno fatto che giustificano con razionalizzazioni superficiali e comode. (“I deboli meritano di perdere”). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 48 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO BORDERLINE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le sue caratteristiche principali sono una globale e permeante modalità di instabilità sia nelle relazioni interpersonali, sia nell’autostima e nell’umore, nonché una forte impulsività. L’inizio è nella prima età adulta. Spesso questi soggetti hanno (come segno di instabilità nell’autostima) tendenza a ritirarsi nel momento in cui stanno per raggiungere il loro obiettivo (troncare la scuola poco prima dell’esame finale, rompere una relazione che si è appena consolidata). Spesso sembrano essere più sicuri con oggetti carichi di significati emotivi (avere una casa, possedere molti oggetti) che nelle relazioni con altri esseri umani. Non rari tentativi di suicidio. Sono comuni perdite ripetute di lavoro interruzioni di studi, rottura di matrimoni. Nell’infanzia spesso hanno avuto abusi fisici o sessuali, incuria, conflitti e ostilità da parte dell’ambiente, perdita precoce di uno o dei due genitori, separazione dei genitori. Viene fatta diagnosi di disturbo borderline della personalità quando sono presenti 5 o più dei seguenti sintomi: 1. Poiché il suo problema è il terrore di essere abbandonato, per evitare qualsiasi abbandono (reale od anche immaginario) il soggetto compie sforzi disperati. E non senza motivo, giacché percepire una separazione, un rifiuto, possibili e vicini, oppure la perdita di qualche sostegno esterno possono causargli profonde e drammatiche alterazioni dell’immagine di sé, dell’umore, della capacità di vedere la realtà com’è e del comportamento. In questi soggetti la loro estrema sensibilità alle situazioni ambientali fa sì che sperimentino intensi timori di abbandono e rabbie sproporzionate se devono sottostare a separazioni reali pur limitate nel tempo, oppure inevitabili mutamenti di progetti (un lieve ritardo, un qualsiasi semplice appuntamento disdetto, la fine inevitabile di un colloquio importante). In tali casi hanno reazioni di rabbia e di disperazione (arrivando fino ad azioni impulsive a livello di auto lesione), come se questi abbandoni significassero che essi sono cattivi. Per questi timori di abbandono sono incapaci di stare soli, hanno sempre bisogno di avere persone accanto a sé. 2. Lo stile con cui hanno relazioni è instabile e intenso. Idealizzano le persone che conoscono appena li hanno incontrati e si sbilanciano con offerte di tempo trascorso insieme e di esperienze profonde da condividere. Ma altrettanto rapidamente svalutano e criticano le stesse persone perché hanno commesso il peccato di non occuparsi dei soggetti sempre ed in tutte le cose. Questi repentini e drammatici cambiamenti di visione degli altri (ora alle stelle ora buttati a terra) sono tipici del loro stile, che alterna idealizzazioni e disillusioni (queste a causa del temuto rifiuto o abbandono). 3. I soggetti presentano disturbi dell’identità: l’immagine di sé (cioè l’idea che hanno di sé) o la percezione di sé (come si percepiscono quando fanno qualcosa) hanno una forte e persistente instabilità. Improvvisamente e drammaticamente cambiano le loro idee, le aspirazioni, gli obiettivi, i progetti, i valori. Questo avviene sia su di sé, sia sul lavoro e carriera, sugli amici, sulla propria identità sessuale. Possono passare di colpo dalla posizione di chi implora l’aiuto degli altri al ruolo di chi si vendica su qualcuno per un antico torto ricevuto. Per lo più la loro immagine di sé è basata sul fatto di sentirsi cattivi o pericolosi, ma talora possono sprofondare fino al punto di sentire che non esistono proprio. 4. Per lo più hanno due o anche più forme di impulsi a farsi del male: gioco d’azzardo, spese irresponsabili, abuso di sostanze (alcool, droghe, fumo), mangiare eccessivo, rapporti sessuali non sicuri, guida spericolata. 5. Spesso hanno comportamenti auto lesivi (tagliarsi, bruciarsi) per lo più di fronte a possibilità di separazioni o rifiuti o per improvvise responsabilità, fanno minacce o tentativi di suicidio. Talora finiscono per uccidersi (più o meno 1 volta su 10). 49 6. Forte instabilità affettiva perché, di base, l’umore è molto instabile (forti malumori, irritabilità, episodi di ansia acuta che durano poche ore). Periodi di rabbia, panico, disperazione. 7. Hanno, per lunghi periodi, sentimenti di vuoto. Spesso annoiati, sempre alla ricerca di qualcosa da fare per riempire il vuoto. 8. Rabbia immotivata e sproporzionata alla causa; la rabbia è molto intensa, quasi mai controllata. È legata a sentiti abbandoni o rifiuti o disattenzioni da parte degli altri. Sarcastici e amari nel linguaggio. Spesso hanno scontri fisici con altri. 9. In periodi di stress e di abbandono reale o immaginato manifestano talora alterazioni mentali gravi (idee paranoidi, sensi di depersonalizzazione) che durano poche ore e spariscono se la persona che accudisce i soggetti ritorna a prenderseli in carico. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 50 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ISTRIONICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le sue caratteristiche essenziali sono una emotività eccessiva che permea ogni azione del soggetto, ed un costante comportamento di ricerca dell’attenzione altrui. Senza neanche rendersene conto spesso recitano una parte (la “regina”, la “vittima”) nelle loro relazioni con gli altri. Quindi possono avere difficoltà a raggiungere una reale intimità emotiva nelle loro relazioni sentimentali o sessuali. Pur essendo da un lato profondamente dipendenti dal sostegno altrui, spesso tendono a controllare il partner (attraverso la manipolazione emotiva o con la seduttività). Sovente quindi i rapporti di amicizia con persone dello stesso sesso sono rovinate dal loro comportamento, che si presenta sessualmente provocante. Inoltre le costanti richieste di attenzione spesso allontanano altri amici. Un simile evento lascia depressi o sconvolti questi soggetti, che hanno bisogno di continue novità, stimoli ed eccitazioni, altrimenti si annoiano perché la vita quotidiana è troppo banalmente routinaria per loro. Sono anche intolleranti verso le frustrazioni e le limitazioni che la realtà impone, ed hanno avidità di soddisfazioni immediate. Anche nel lavoro si sente l’influenza del loro stile emotivo: grande entusiasmo iniziale che poi viene rapidamente meno. Nei rapporti umani questo li porta a trascurare le relazioni prolungate per inseguire l’eccitazione immediata di nuovi contatti. Il disturbo compare entro la prima età adulta e viene diagnosticato quando ci sono 5 o più dei seguenti elementi: 1. Devono essere sempre al centro dell’attenzione, altrimenti si sentono a disagio. L’attenzione viene catturata con molti mezzi: sono individui brillanti, drammatici, entusiasti, affascinanti, seduttivi. Hanno bisogno di essere sempre i protagonisti, ma - una volta ottenuto il risultato - essi stessi passano poi altrove, sempre alla ricerca di nuovi spettatori da affascinare. Ogni mezzo è valido: inventare storie, drammatizzare situazioni, creare una scena, adulare, fare regali, farsi compiangere drammaticamente. 2. Il loro aspetto e il loro comportamento sono quindi spesso esteriormente provocanti o sessualmente seduttivi, non solo verso persone sentimentalmente interessanti per loro, ma anche in ambienti sociali o professionali dove tale provocazione sessuale è del tutto fuori luogo. 3. L’espressione delle emozioni è superficiale e rapidamente mutevole. 4. Usano costantemente l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé (lo fanno sia le donne che gli uomini). Hanno eccessiva preoccupazione per il loro aspetto e spendono enormi quantità di tempo, energie e soldi per il loro aspetto (abbigliamento e cure fisico/estetiche). 5. Il linguaggio è fortemente impressionistico ma privo di dettagli. Le affermazioni sono fatte “per impressione” senza che il soggetto sappia fornire esempi e fatti concreti a supporto di ciò che dice, e sono basate per lo più su ragioni vaghe e generiche. 6. Sono teatrali ed esagerati nell’espressione delle emozioni. Spesso creano imbarazzo in chi conoscono per tali manifestazioni esagerate e fuori luogo (caldi abbracci a conoscenti casuali, pianti eccessivi per fatti emotivi minimi). Le emozioni non sono vissute profondamente perché esplodono e poi si spengono troppo rapidamente. Spesso quindi i soggetti sono accusati di fingere sentimenti. 7. Sono molto suggestionabili, facilmente influenzabili nelle idee e nei sentimenti dagli altri, o dai propri stessi entusiasmi. Tendono a reazioni di subitanea fiducia cieca. Facilmente si convincono di qualcosa. 8. Enfatizzano troppo le reazioni umane e il loro valore, considerano tutti come amici, danno subito del tu anche a personaggi più in alto di loro. Spesso sono vittime di voli della fantasia. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 51 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO NARCISISTICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le caratteristiche principali sono: • quadro globale di grandiosità • bisogno di ammirazione • mancanza di empatia (capacità di partecipazione intima alle esperienze ed emozioni di un’altra persona). Prima di vedere i dettagli della gamma di tratti legati a queste tre caratteristiche (per così dire fortemente incisive sugli altri) è bene segnalare l’esistenza di tratti che sembrano indicare una opposta caratteristica di debolezza interiore nei narcisisti. I soggetti con disturbo narcisistico della personalità in realtà hanno (nel profondo) un’autostima molto bassa e facilmente vulnerabile, sono quindi frequentemente feriti da critiche o frustrazioni. All’esterno si mostrano invulnerabili, ma se vengono criticati dentro di sé diventano tormentati, umiliati, avviliti, come annullati, svuotati. Nei confronti degli altri reagiscono invece con rabbia, sdegnosa protesta o contrattaccano con insolenza. Spesso quindi si isolano socialmente oppure appaiono ingannevolmente umili (per mascherare e proteggere la loro visione grandiosa). Anche con gli altri i rapporti sono spesso rovinati dal disagio che creano in questi le pretese, il bisogno di ammirazione ed il disinteresse per la sensibilità altrui. Frequente il contrasto tra l’alto risultato professionale atteso (per la sicurezza apparente e l’ambizione arrogante) e l’esito finale spesso assai più scadente (a causa dell’intolleranza a critiche e limitazioni, o per difficoltà ad accettare il rischio di possibili sconfitte in competizioni). In profondità: sentimenti di vergogna e di inadeguatezza. Vediamo ora i particolari tratti derivanti (dalla prima età adulta in poi) dai tre grandi fattori: grandiosità, bisogno di ammirazione, mancanza di empatia. Si fa diagnosi di disturbo narcisistico della personalità quando esistono 5 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno un senso grandioso di autostima. Sopravvalutano le proprie capacità e doti naturali, e sono emozionalmente convinti che anche tutti gli altri li pensino come esseri superiori. Sono sorpresi/seccati quando non ricevono gli elogi che pensano di meritare. Sotto sotto disistimano tutti gli altri e ciò che essi fanno. 2. Fortemente impregnati di fantasie di potere, successo, fortuna, apprezzamenti senza limiti, si sentono pari a grandi personaggi e si risentono quando gli elogi tardano ad arrivare. 3. Credono di essere speciali, anzi unici e che speciali siano anche le loro necessità, come pure il loro diritto che esse siano soddisfatte. Aspirano a frequentare persone di classe elevata, e pensano di poter essere compresi ed apprezzati solo da simili persone. Nello stesso modo si avvalgono solo delle prestazioni delle persone più titolate (un progetto di banale ristrutturazione edilizia non può essere fatto da un geometra, ma solo da un architetto), comprano sempre le cose più care, si sforzano sempre di entrare nelle istituzioni o associazioni più prestigiose. Il risultato è che la loro autostima viene aumentata grazie al rispecchiarsi in queste persone, associazioni, oggetti, che hanno un così altro valore idealizzato perché sono “il meglio che c’è”. Chi li delude perde ogni loro considerazione. 4. Richiedono ammirazione eccessiva e costante, perché la loro autostima è sempre fragilissima. Sono sempre preoccupati dal fatto che si siano comportati bene, o se hanno suscitato Giudizi favorevoli. Per questo hanno bisogno di costante attenzione ed ammirazione, ricercano sempre complimenti. Sono stupiti se gli altri non desiderano o non danno valore a ciò che essi possiedono. 5. Hanno la sensazione che tutto sia loro dovuto, e per questo senso irrazionale di diritto hanno aspettative (per gli altri irragionevoli e non condivise) di ricevere trattamenti di favore, o di essere subito soddisfatti nelle loro esigenze (dal non dover fare la coda a cose ben più grandi). Si irritano, quindi, quando non sono serviti ed assecondati, dato che ritengono che tutto ciò che fanno sia assolutamente importante, e perché pensano che gli altri debbano riverirli e sottomettersi a loro. 52 6. Per questo irragionevole senso di diritto quasi divino e per mancanza di sensibilità verso i desideri e bisogni altrui, spesso arrivano a sfruttare gli altri in modo involontario, oppure anche cosciente. Infatti si aspettano che venga concessa loro ogni cosa che desiderano e di cui pensano di avere bisogno. E per la dedizione che sono convinti che gli altri debbano avere verso di loro, ne abusano senza riguardo per il prezzo che gli altri debbono pagare, e i sacrifici che devono fare. Si legano in amicizie ed in rapporti sentimentali solo se sembra che i loro propositi possano essere favoriti o ne possano derivare privilegi a cui essi credono di avere diritto. 7. Mancano di empatia e quindi sembrano quasi non accorgersi dei desideri, sentimenti, convinzioni degli altri. Gli altri sembrano dover vivere per garantire benessere a questi soggetti. Non sembrano comprendere e riconoscere che anche gli altri hanno legittimamente idee, sentimenti, bisogni. Non hanno spinta ad interessarsene. Sono verso di essi freddi e privi di interesse. Se gli altri parlano dei loro problemi e preoccupazioni, diventano di colpo impazienti e sprezzanti e sono incuranti del dolore che infliggono con i loro commenti svalutatori e taglienti (l’esempio più semplice, ma molto frequente: vantarsi della propria salute, irridendo coloro che spesso non stanno bene, quasi fossero dei deboli). 8. Spesso invidiosi degli altri (per i loro successi o possessi). Sovente pensano anche che gli altri li invidino. Spesso svalutano ciò che gli altri fanno (specie se hanno avuto fortuna o successo o elogi). 9. Spesso si comportano con modi arroganti o presuntuosi, superbi, sdegnosi, condiscendenti con supponenza, sempre portati alla critica malevola e tagliente o ad una finta disponibilità irritante verso l’interlocutore anche se quasi estraneo. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 53 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO EVITANTE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È uno stile (che invade ogni manifestazione) di blocco sociale, sensi di inadeguatezza e ipersensibilità alle critiche, che inizia nella prima età adulta. I soggetti scrutano attentamente il volto e gli sguardi delle persone che contattano. Spessissimo sono molto preoccupati per la paura di arrossire o piangere se criticati. Tutti li definiscono riservati, chiusi in se stessi, isolati. Proprio perché timidi e tesi spesso sono derisi dagli altri, cosa che li affonda ancora di più nel loro problema Hanno difficoltà soprattutto nei rapporti sociali e lavorativi. A causa della poca stima di sé e della ipersensibilità al rifiuto tendono ad avere pochi contatti con gli altri. Hanno quindi pochi amici che possano aiutarli a superare le crisi. Disperatamente bisognosi di affetto ed accettazione, idealizzano i pochi contatti che hanno o che desidererebbero avere. Anche sul lavoro hanno problemi perché la tendenza ad evitare le situazioni sociali, che per loro sono difficili, li rende inadeguati al lavoro che devono fare ed ancor di più a promozioni. Si fa diagnosi di disturbo evitante della personalità quando sono presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti evitano il lavoro (o la frequenza a scuola, se minori) perché è una via aperta a contatti umani che li turbano: la causa è il timore di essere rifiutati, disapprovati, criticati. Oppure possono rifiutare promozioni per timore di essere criticati nella nuova posizione di responsabilità. 2. Evitano di entrare in rapporto con altre persone ed ancor più di cercare di farsi nuovi amici se non sono più che certi di piacere ed essere accettati senza rischio di critiche. Prima di stabilire rapporti con una persona e considerarla non potenzialmente critica ed ostile, la vagliano a fondo con prove e prove. Non entrano quasi mai in un gruppo (a meno che non siano più che invitati, pregati, ed abbiano garanzia di una atmosfera accogliente). 3. Non entrano facilmente in intimità con altri perché sono bloccati nel comportamento, hanno difficoltà a parlare di sé e non riescono ad esternare sentimenti intimi. La causa è la paura di esporsi, il timore di essere criticati, umiliati, ridicolizzati. 4. Data questa loro estrema paura di essere rifiutati o criticati dagli altri, sono facilissimamente feriti da osservazioni od appunti anche molto lievi. Quindi sono per lo più quieti, intimiditi, sembra che cerchino di rendersi invisibili perché gli altri non li rifiutino o non li umilino, sentendo che essi stessi e ciò che possono dire o fare è sbagliato. 5. Nei rapporti con gli altri sono inibiti perché si sentono inadeguati ed hanno una bassa stima di sé. 6. Se devono entrare in contatto con estranei si sentono inevitabilmente incapaci socialmente e non attraenti personalmente. 7. Sono esageratamente restii ad assumersi responsabilità o rischi personali, o buttarsi in qualunque nuova attività perché potrebbero sentirsi in difficoltà (alcuni arrivano a non fare colloqui per un nuovo lavoro a motivo dell’imbarazzo che potrebbero provare nel colloquio). Del resto vedono anche le situazioni ordinarie con occhio preoccupato che esagera i possibili pericoli. La loro vita è quindi spesso molto costretta, limitata, sacrificata. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 54 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DIPENDENTE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le caratteristiche di questi soggetti con inizio dalla prima età adulta sono: • necessità eccessiva che gli altri si prendano cura di loro • conseguente comportamento sottomesso e dipendente per ottenere protezione (a causa del fatto che sentono di non essere in grado di esistere da soli senza l’aiuto degli altri) • timore della separazione. Queste persone sono spesso pessimiste e piene di dubbi. Pensano sempre di non avere capacità, né qualità; spesso si definiscono “stupidi”. Se criticati e disapprovati ritengono che questo indichi quanto poco essi valgono e si demoralizzano. Per avere protezione possono cercare un eccessivo supporto da parte degli altri, specie le autorità. Sul lavoro quindi rischiano di avere problemi in caso fosse richiesta intraprendenza. Possono avere difficoltà perché tendono ad evitare le posizioni che comportano responsabilità, o magari diventano francamente ansiosi se devono prendere decisioni. Possono essere socialmente piuttosto isolati a causa del fatto che riescono ad avere rapporti solo con le poche persone da cui essi dipendono. Facilmente esposti al rischio di diventare ansiosi o avere problemi di adattamento. Si fa diagnosi di disturbo dipendente della personalità se sono presenti 5 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno grandi difficoltà a prendere semplici decisioni quotidiane (“Metto il vestito blu o quello grigio?”) se non ricevono dagli altri consigli e rassicurazioni in una maniera eccessiva (sfibrante per gli altri). 2. Tendono ad essere passivi ed a permettere (o addirittura richiedere) che un’altra persona (genitore o coniuge) prenda per loro l’iniziativa e la responsabilità della loro vita (“Scrivimi tu il telegramma di condoglianze per mia zia”). I campi di richiesta sono infiniti: dove vivere, che lavoro fare, che amici frequentare, che abiti indossare, che indirizzo di studio scegliere, che decisioni prendere in caso di problemi. 3. Hanno difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri (specialmente quando dipendono da queste persone) per timore di perdere il loro aiuto od approvazione. Piuttosto che scontrarsi con persone di cui cercano la guida o il supporto o l’accadimento, si mostrano d’accordo anche su cose che dentro di sé pensano sbagliate e non si arrabbiano con queste persone. 4. Per questi soggetti è difficile iniziare progetti o svolgere attività in modo indipendente. Non hanno sicurezza in se stessi perciò pensano di avere bisogno di aiuto per incominciare una qualche attività (un altro la farebbe sicuramente meglio) o portarla avanti. Pensano di non essere capaci di fare qualcosa da soli e di avere bisogno di costante assistenza. Tuttavia funzionano benissimo se sanno che c’è qualcuno che li controlla benevolmente dall’alto (anche se non si spingerebbero mai a rivelarsi più competenti di questa persona per timore di essere poi abbandonati). Il non sviluppare capacità e mezzi per funzionare in maniera autonoma può diventare anche un comodo stile di vita costantemente dipendente dagli altri. 5. Pur di avere accudimento e appoggio da altri o di mantenere un rapporto per loro importante, sono capaci di qualsiasi cosa, di offrirsi per compiti spiacevoli, di sottomettersi ad irragionevoli richieste altrui, di restare in relazioni non equilibrate o distorte, di fare sacrifici straordinari, di sopportare maltrattamenti verbali, fisici o sessuali. (N.B. In questi casi, però, si può parlare di disturbo dipendente della personalità solo quando è chiaramente evidente che i soggetti hanno reali possibilità alternative). 6. Se sono soli si sentono a disagio o indifesi (hanno un timore esagerato di non essere capaci di cavarsela da soli) e stanno dietro ad una persona per loro importante, anche se ciò che si fa non li interessa o tocca. 55 7. Quando cessa una relazione importante (rottura sentimentale, morte di una persona) cercano subito (e spesso indiscriminatamente) un’altra relazione, per averne accudimento e supporto, perché pensano di non essere capaci di vivere da soli. 8. Quindi sono spesso ingiustificatamente preoccupati per timore di essere lasciati soli ad occuparsi di sé, oppure di essere abbandonati, anche se non vi sono motivi realistici che giustifichino né una paura né l’altra. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 56 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Si manifesta nella prima età adulta con queste caratteristiche essenziali: • preoccupazione per l’ordine • perfezionismo • controllo mentale personale o sugli altri • mancanza di flessibilità, apertura ed efficienza. Per le persone che hanno questi problemi di personalità decidere (in caso di mancanza di regole) è talmente difficile da causare dolore, o da farli restare paralizzati senza riuscire ad iniziare. Il loro dramma è non sapere decidere quale cosa fare per prima o qual è il sistema migliore per farla. Se non riescono ad avere sotto controllo ciò che li circonda restano tesi, in profondità turbati, irritati. Se sono frustrati per un torto od una disattenzione non riescono ad esprimere direttamente la rabbia, ma ci rimuginano sopra a lungo, o si sfogano su aspetti marginali del contrasto. Sono persone controllate e formali nell’esprimere l’affettività, spesso sono a disagio nel contatto con gli altri più liberi nell’esprimere le emozioni. Vivono sempre con uno stile serio e formale; spesso rigidi quando altri sarebbero allegri, espansivi, chiassosi; spesso sono intolleranti verso persone simili. Personalmente sono troppo assorbiti dall’intelletto e dalla logica. Tutto ciò che fanno o dicono deve essere perfetto, se no tacciono o non intervengono. Raramente fanno complimenti o gesti di tenerezza. Talora in difficoltà sul lavoro se sono messi in situazioni nuove che richiedono flessibilità e capacità di compromesso. Si fa diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo della personalità se sono presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno l’impulso a mantenere un rigido controllo su tutto, per cui in una qualsiasi attività perdono di vista lo scopo dell’attività stessa perché, a causa della loro attenzione ossessiva e minuziosa, si perdono nei dettagli insignificanti, nelle regole, le procedure, gli schemi, la forma, i programmi. Perdono, a causa di tutte queste operazioni, un sacco di tempo. In ultima analisi non riescono neanche a produrre un buon risultato nei lavori che fanno, in contrasto con l’enorme consumo di energia che vi investono. Sono assorbiti dai particolari, controllano in continuazione per scovare errori, con una cura eccessiva. Sono ripetitivi, meccanici, rigidi. Non si rendono conto che le altre persone (dato che non hanno questo bisogno ossessivo di rigorosità perfezionista) sono seccati oltre che disturbati dall’immobilismo delle procedure e dai conseguenti inconvenienti. 2. Il loro perfezionismo è talmente rigido ed ossessivo che pur di non fare una cosa anche solo lievissimamente imperfetta, spesso non la fanno per nulla (non riescono a rispettare le scadenze, per eccessivo controllo non completano i programmi che devono svolgere, trascurano esigenze del loro stesso vivere le quali non siano strettamente attinenti a questi loro bisogni di perfezionismo). 3. Pensano eccessivamente al lavoro e al produrre risultati, non si concedono divertimenti, né riposo, né attività di tempo libero. La causa non è un fattore di necessità economica, ma la rigidità della loro “serietà”, del senso del dovere, della tendenza a ripetere in modo fisso le stesse azioni. Ed anche la convinzione che divertirsi semplicemente sia una perdita di tempo (è tipico il loro portarsi lavoro in vacanza). Ossessionati dai lavori domestici (hanno case lustre e pavimenti a specchio per le continue pulizie sul già pulito). Se si dedicano allo sport lo fanno in maniera fissa, rigida e ossessiva, con serietà come se fosse un lavoro, eseguendolo con disumano perfezionismo (e spesso spegnendo la spontaneità e il divertimento negli altri, specie se bambini), controllando i risultati con un efficientismo da macchina. 4. Esageratamente scrupolosi, coscienziosi e puristi per quanto riguarda morale e valori. Pretendono perfezione di comportamento da sé e dagli altri. Verso se stessi sono ipercritici, impietosi se sbagliano. Troppo sottomessi all’autorità e alle regole, alle quali non si sentono di disobbedire neanche in piccolezze irrilevanti. Quando si tratti di bisogni di altri, talora a furia di essere rigidamente ligi alle leggi - finiscono per essere disumani. 57 5. Non riescono a buttare via vecchie cose inutili, anche se non hanno nemmeno valore sentimentale. Se devono assolutamente farlo (o altri lo fanno per loro) stanno molto male. Chi abita con questi soggetti spesso si lamenta perché la casa è piena di cianfrusaglie. 6. Non riescono a delegare ad altri compiti lavorativi, né a lavorare con altri. Hanno bisogno rigidamente che le cose vengano fatte come va bene a loro; spiegano agli altri con meticolosità esasperante come esse devono essere fatte (c’è un unico modo giusto - ovviamente il loro - di fare qualsiasi cosa, dal raccogliere la frutta dall’albero in giardino al lavare e asciugare i piatti). Sono irritati se gli altri fanno le cose diversamente. Preferiscono fare da sé, perché le cose siano fatte “bene” e rifiutano gli aiuti altrui offerti loro. 7. Spesso avari, vivono poveramente per non sprecare i soldi che “devono servire” in caso di disgrazie. 8. Rigidi e testardi. Non riescono ad accettare le idee altrui perché devono fare tutto nell’unico modo “corretto”, il loro. Pianificatori esasperati, rifiutano le modifiche. Rifiutano anche le idee degli altri perché sono rigidamente centrati sulle proprie. Non riescono ad arrivare a compromessi con gli altri perché sono ossessionati dalla necessità di rispettare le loro regole e danno un’importanza assurda alle questioni di principio. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 58 FASE 8 - Quadro dei ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBI DELL’ADATTAMENTO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sono costituiti da sintomi emotivi o comportamentali che compaiono in risposta ad uno o più fattori psico sociali stressanti, entro 3 mesi dalla comparsa di tali fattori, e persistono per un periodo abbastanza lungo. I sintomi del disturbo di adattamento acuto devono comunque, per definizione, risolversi entro 6 mesi dalla cessazione del fattore stressante. Nel disturbo di adattamento cronico i disturbi durano più di 6 mesi se compaiono come risposta ad un fattore stressante cronico (una malattia fisica che renda invalidi) o con effetti prolungati (difficoltà emotive o finanziarie derivanti da un divorzio). Il fattore stressante può essere costituito da un avvenimento unico (rottura di una storia sentimentale) o da eventi multipli (difficoltà economiche in coincidenza con crisi coniugale). Gli eventi stressanti possono essere ricorrenti (difficoltà economica per oscillazioni stagionali del lavoro) o continui (ripetuti furti per attività commerciale in zona di alta criminalità) e possono colpire un individuo, un nucleo familiare completo, una intera comunità (calamità naturale). Possono anche essere legati ad eventi relativi alla vita comune (andare a scuola, sposarsi, avere dei bambini, insuccessi professionali, pensionamento, morte di un familiare). I sintomi dei disturbi di adattamento non corrispondono tuttavia ad un lutto. I sintomi creano al soggetto un disagio superiore a quello comunemente prevedibile come effetto del fattore stressante. Causano anche una compromissione dell’attività sociale, lavorativa/scolastica del soggetto. I disturbi di adattamento si manifestano in forme diverse. Con umore depresso, i sintomi predominanti sono: • Umore depresso. • Facilità al pianto. • Perdita di speranza nel futuro. Con ansia, i sintomi predominanti sono: • Preoccupazione intensa. • Franca ansia. • Irrequietezza o irritabilità. Con alterazioni della condotta, i sintomi preponderanti sono: • Violazione dei diritti altrui. • Mancato rispetto dei comuni doveri sociali. • Assenze ingiustificate da scuola. • Mancato rispetto di responsabilità legali. • Assenze ingiustificate dal lavoro. • Risse. • Vandalismo. • Guida spericolata. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 59 FASE 8 - Quadro del ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO PASSIVO-AGGRESSIVO (negativistico) DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Lo presentano individui giovani/adulti che a richieste ragionevoli in campo sociale e lavorativo (specie se fatte dall’autorità) rispondono con una serie di comportamenti oppositivi negativistici e di resistenza passiva. La resistenza si esprime con: • Tendenza a rimandare. • Dimenticanza, smarrimento degli oggetti/documenti. • Ostinazione. • Inefficienza voluta e ricercata. • Boicottaggio delle iniziative altrui. • Omissione della loro parte di lavoro. Questi soggetti: • Si protestano sempre incompresi, sottovalutati, ingannati. • Si lamentano sempre di tutti. • Danno sempre la colpa agli altri, in caso di insuccesso. • Sono rancorosi, irritabili, impazienti, litigiosi, critici, oppositivi, distruttivi. • Se la prendono sempre con l’autorità (superiori, insegnanti, genitori, il coniuge più autorevole). • Sono invidiosi e pieni di risentimento verso i loro pari che hanno avuto successo. • Si lamentano sempre della loro sfortuna personale. • Apparentemente hanno una visione negativa del mondo (“Non vale la pena di essere buoni”) che in realtà esprime solo la loro tendenza a farsi cinicamente servire dagli altri. • Alle fasi di opposizione critica aperta fanno alternare fasi solo in apparenza opposte (tentativi di rabbonire le persone chiedendo perdono o promettendo di comportarsi meglio in futuro) che però non hanno valore di mutamento interiore reale, ma sono solo una diversa forma di manipolazione degli altri. In sintesi: Il soggetto oppone resistenza ad eseguire i propri compiti sociali e lavorativi (di normale routine). Si lamenta di incomprensione e non apprezzamento da parte degli altri. È maldisposto e litigioso. Critica e deride senza ragione l’autorità. È pieno di invidia e risentimento verso chi sembra avere più fortuna. Si lamenta spesso ed esageratamente della sua personale sfortuna. In apparenza oscilla tra atteggiamenti di sfida e di rabbonimento nei confronti degli altri. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 60 FASE 8 - Quadro del ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DEPRESSIVO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È costituito da un insieme esteso di idee e comportamenti depressivi che si manifestano in soggetti giovani/adulti ma non portano alla diagnosi di vera e propria malattia depressiva. Sono persone eccessivamente serie, incapaci di rilassarsi e lasciarsi andare all’allegria e alla gioia, come incapaci di provare felicità. Sembrano pensare di non meritare di divertirsi né tanto meno essere felici. Nei fatti tendono a preoccuparsi, fissandosi sempre su pensieri negativi e tristi. Vedono il presente negativo ed il futuro altrettanto nero e non pensano che la situazione possa migliorare. Gli altri li considerano perciò dei pessimisti, ma loro dicono di essere solo realisti. Non hanno il senso dell’ironia. Giudicano gli altri con severità concentrandosi più sui loro difetti che sulle qualità positive, sono maldisposti verso di loro, critici e severi nei giudizi verso di loro. Anche se per gli altri non costituisce compensazione né indennizzo, bisogna tuttavia dire che sono egualmente critici e severi nel giudicare se stessi, eccessivamente pieni di sensi di colpa per gli insuccessi, con bassa autostima, sempre con l’impressione di essere inadeguati. In sintesi sono presenti: Umore abitualmente malinconico comunque abbattuto, privo di allegria, gioia, felicità. Costanti idee di inadeguatezza, di scarso valore, con bassa autostima. Il soggetto è critico verso sé, si autoaccusa spesso, è rinunciatario. Sempre serioso. Tende a preoccuparsi eccessivamente. Pessimista. Incline a sentimenti di colpa e di rimorso. Maldisposto e critico verso gli altri, che giudica negativamente. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Bene, caro amico, hai affrontato il punto 1 (Sto male: test e auto-diagnosi), approfondito e integrato con il punto 2 (Quadri clinici). Se non ti senti stanco, puoi proseguire con il punto 3 del percorso del sito, relativo alle “Scale di auto-valutazione”. 61 PICCOLO VOCABOLARIO. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le problematiche di cui si occupa la sessuologia sono estremamente complesse, materia umana rovente di sofferenza provata e fatta subire, con radici che si affondano negli strati più profondi dell’inconscio del soggetto e nei traumi più antichi e sepolti nella sua infanzia. Vissuti per lo più nell’oscurità i problemi di comportamento sessuale elencati in questa sezione sono al confine con la legge e le sue sanzioni per l’abuso di partner non consenzienti o minori. Se un soggetto è, in qualche modo, toccato da questi problemi, prima di iniziare il percorso di auto-aiuto per uno specifico collegamento con essi, è bene che consulti uno specialista e solo dopo averne avuto l’ “autorizzazione” inizi il cammino di auto aiuto senza gravi rischi e con possibilità di successo. Senza minimamente pensare di trattare in nessun modo questa complessa materia, forniamo tuttavia al lettore un piccolo vocabolario perché possa almeno orientarsi in essa. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– PARAFILIE. Sono fantasie, impulsi sessuali o comportamenti sessuali che hanno alcune caratteristiche: • Sono ricorrenti; perdurano per tempi lunghi (mesi, anni). • Si accompagnano ad intensa eccitazione sessuale. • Riguardano: oggetti inanimati, condizioni di sofferenza od umiliazione di se stessi o del partner, bambini o altre persone non consenzienti. • Sono spesso indispensabili per l’eccitazione sessuale e sono sempre incluse nell’attività sessuale. • Sono sempre basate su un particolare stimolo altamente specifico. • Talora non danno disagio al soggetto che le presenta, ma spesso si accompagnano a intensi sentimenti di colpa, vergogna e depressione. • Si accompagnano sempre a fantasie che vengono elaborate e modificate lungo tutta la vita del soggetto, fantasie alle quali si associano con frequenza variabile gli impulsi comportamentali propriamente detti. • Gli impulsi comportamentali parafilici vengono realizzati: su partner consenzienti, su prostitute, su vittime non consenzienti o bambini, attraverso collezioni più o meno sistematiche di materiali eccitanti, attraverso l’uso indebito di una professione, o di un’attività volontariale che porti i soggetti a contatto con lo stimolo desiderato (biancheria femminile, scarpe, bambini, ecc). Hanno forme diverse: Esibizionismo - Feticismo - Frotteurismo - Pedofilia - Masochismo sessuale - Sadismo sessuale Feticismo di travestimento - Voyeurismo. ESIBIZIONISMO. Il soggetto ha l’impulso di mostrare i propri genitali ad un estraneo, qualche volta si masturba mentre lo fa. Se lo fa, per lo più non vi sono tentativi di ulteriore attività sessuale con la vittima. Il soggetto talora sembra essere consapevole del desiderio di sorprendere o shockare la vittima, talora sembra essere eccitato dalla fantasia che chi lo vede si ecciti sessualmente. FETICISMO. Vi sono fantasie, impulsi sessuali o comportamenti intensamente eccitanti che implicano l’uso di qualche oggetto (il “feticcio”, appunto): per lo più biancheria intima femminile, stivali, scarpe. Il soggetto spesso si masturba mentre tiene o maneggia oppure odora tale oggetto, oppure può chiedere al partner di indossarlo durante i rapporti. L’oggetto feticistico è spesso necessario o comunque preferito, perché il soggetto arrivi all’eccitazione sessuale. 62 FROTTEURISMO. Il soggetto si strofina contro una persona, la tocca palpeggiandola, si tocca. Per lo più sceglie luoghi affollati (come i mezzi pubblici di trasporto) sia per la facilità di avere contatti con la vittima, sia per la facilità di sfuggire alle conseguenze (essere scoperto, insultato, denunciato). Mentre lo fa spesso fantastica una relazione esclusiva di intimità con la vittima. PEDOFILIA. Il soggetto (maggiore di 16 anni e con almeno 5 anni di più del bambino) ha un’attività sessuale con bambini prepuberi (di solito sui 12-13 anni o più piccoli), maschi oppure femmine. Il soggetto può limitarsi a spogliare il bambino ed a guardarlo, o toccandolo con delicatezza, oppure può masturbarsi in sua presenza; può sottoporlo a varie manipolazioni sessuali, anche strumentali, fino a stupri con oggetti estranei, può farsi praticare manovre sessuali. Spesso c’è violenza fisica. I soggetti spesso razionalizzano la cosa sostenendo che l’attività insegna al bambino certi comportamenti sessuali, oppure che il bambino prova sicuramente piacere nell’azione o peggio ancora che è stato il bambino a scatenare l’azione perché era sessualmente provocante. Le vittime sono figli, figli di primo letto del partner, figli di parenti, oppure bambini estranei. Sovente le vittime vengono minacciate perché non parlino. Il contatto con i bambini viene programmato e realizzato con manovre talora complicate per guadagnare la fiducia dei parenti o del bambino (matrimoni con la madre del bambino, adozione del bambino, scambi di informazioni con altri pedofili). MASOCHISMO SESSUALE. Nel masochismo sessuale il soggetto subisce atti reali nei quali è umiliato, percosso, legato o comunque fatto soffrire. Alcuni soggetti invece non vivono i loro impulsi masochistici nella realtà ma solo nell’immaginazione (durante il rapporto sessuale o la masturbazione) e fantasticano per esempio di essere violentati mentre sono legati o bloccati da qualcuno senza possibilità di fuga. Altri realizzano i loro impulsi con il partner o addirittura da soli (legandosi, pungendosi, auto mutilandosi, dandosi scosse elettriche). Gli atti masochistici sono svariati: essere imprigionati, bendati, schiaffeggiati, sculacciati, fustigati, picchiati, ricevere scosse elettriche, ferite, punture, perforazioni, umiliazioni (camminare carponi, abbaiare, ricevere addosso urina o feci); essere trattati come un bambino piccolo facendosi mettere il pannolino. Talora ci sono anche manifestazioni che possono essere a rischio di morte come le varie manovre dell’ipossifilia che implicano privazione di ossigeno (con cappi, compressioni, legature) per l’ipotetica eccitazione sessuale. SADISMO SESSUALE. Nel sadismo sessuale il soggetto ricava eccitazione sessuale compiendo azioni reali che determinano umiliazione o sofferenza psicologica oppure fisica della vittima. Alcuni coltivano le loro fantasie sadiche (spesso durante i rapporti sessuali) solo nella fantasia con il pensiero di controllare la vittima che “deve” restare del tutto terrorizzata all’idea di essere brutalizzata. Altri mettono in atto gli impulsi sadici con partner consenzienti o prezzolati, oppure con vittime non consenzienti (in tal caso è la sofferenza della vittima che è eccitante). Le azioni compiute sulla vittima sono diverse: umiliarla (deve camminare carponi, essere chiusa in gabbia, bendarla, schiaffeggiarla, sculacciarla, frustarla, pizzicarla, picchiarla, bruciarla, darle scosse elettriche, violentarla, ferirla, torturarla, ucciderla. Di solito la gravità degli atti aumenta con il passare del tempo. FETICISMO DI TRAVESTIMENTO. I soggetti con feticismo di travestimento indossano abbigliamento del sesso opposto (del quale fanno spesso collezione) e, una volta travestiti, per lo più si masturbano fantasticando di essere sia il maschio che la femmina della fantasia. Il travestimento può essere parziale (biancheria intima o maglieria sotto i propri vestiti) o totale con abbigliamento completo del sesso opposto e trucco. VOYEURISMO. Il soggetto ha l’impulso di osservare altre persone ignare del fatto (per lo più estranee) mentre sono nudi, si spogliano o compiono atti sessuali. Lo scopo è ottenere (guardando) eccitazione sessuale. 63 Poi il soggetto di solito si masturba magari fantasticando di avere rapporti con la persona spiata (cosa che in realtà non avviene quasi mai). Spesso il voyeurismo è l’unica forma di attività sessuale del soggetto. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– NOTA FINALE (a cura di QUATTRO). Queste forme, praticamente nella totalità dei casi, sono quadri di disturbi che rappresentano la conseguenza, l’espressione di psico traumi riportati dal soggetto nell’infanzia. Non daremo qui dimostrazione di questa affermazione per mancanza di possibilità, di spazio. Ci limitiamo a raccomandare al lettore di approfondire lo studio del tema sulle opere che verranno citate in seguito (specialmente i testi di Alice Miller). Sono traumi unici subiti con violenza, o traumi ripetuti per abusi continuati. Traumi devastanti per la violenza con cui si sono impressi nell’animo del soggetto, o traumi quasi non percepiti perché presentati da una famiglia non corretta come se fossero una realtà ambientale normale. Spesso sono traumi tragici perché costituiti da una esperienza vissuta anzitempo da un animo infantile non in grado di integrarla nella totalità dei vissuti adatti a quell’età. Sono traumi da situazioni vissute personalmente, traumi da racconti, da letture, da immagini: comunque sempre gravi traumi psicologici. Ora, circa la conseguenza di questi antichi traumi, tutto lo staff del sito (e QUATTRO in particolare) vuole lasciare, a tutti coloro che fossero interessati o toccati personalmente da tali situazioni, un messaggio di speranza. Nulla di miracoloso, solo una possibilità di sviluppare con precise cautele, con mille attenzioni, a piccoli passi, come ognuno deve fare quando è in gioco la sua serenità, il suo equilibrio. Tuttavia, non dimentichiamo che una tecnica di Terapia Primaria (cioè riferita ai primi anni di vita) è uno strumento dotato di valide possibilità di liberazione psicologica per un soggetto vittima di traumi infantili, se adoperato adeguatamente. Certamente nessuno può permettersi (né lo vuole) di trascurare i limiti di una procedura di auto-aiuto, soprattutto quando si tratta del proprio problema. A nostro parere è indispensabile che il soggetto abbia la sicurezza del benestare di uno specialista consultato. Ma, arrivato a questo punto, il soggetto non deve più affrontare che ostacoli interiori: il timore della sofferenza che sente di avere dentro, i propri meccanismi di difesa e le proprie resistenze, la propria incostanza o superficialità, la propria mancanza di determinazione e di rigore. Ma se saprà sconfiggere questi avversari seguendo l’aiuto assiduo e meticoloso delle istruzioni del sito vi sarà infine una luce al termine del suo cammino. Non vi è infatti ragione per la quale non si debbano verificare anche nel suo caso le parole che Karen Horney, alla fine del suo testo “Autoanalisi” (*), prenda a prestito dal grande Goethe nel suo Faust: ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– “Chi lotta infaticabilmente speri infine nella redenzione”. Per l’esattezza i versi che Goethe (**) mette in bocca al coro: “Wer immer strebend sich bemüht, Den können wir erlösen!” “Chi sempre si sforza di tendere oltre, noi possiamo salvarlo!” ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– da un lato precisano le caratteristiche dell’atteggiamento che porterà alla liberazione dalle sofferenze: è lo sforzarsi sempre di tendere oltre. Dall’altro hanno una luce di positività assai più certa: non parlano di speranza di redenzione, ma di possibilità concreta di salvezza. E questo messaggio noi vogliamo lasciare a tutti i lettori interessati. (*) Horney, Karen: “Autoanalisi”, pag. 256. (**) Goethe, J. W.: “Faust, II, Atto V, versi 11936-37”. 64