Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.1 Batterie e lampadine in serie e in parallelo Introduzione all'attività Si introduce il percorso didattico cercando di coinvolgere gli studenti nella scelta di lavorare integrando lo sviluppo di schemi e modelli fisici con l'acquisizione di abilità di grande interesse nell'uso di dispositivi elettrici quotidiani. I primi circuiti sono costituiti da lampadine e batterie e ci si fa inizialmente guidare dalla luminosità delle lampadine per introdurre concetti e regole. Poi con l'utilizzo del tester le osservazioni diventano quantitative e si lavora con modelli che descrivono il legame esistente tra tensione e corrente. Soprattutto a causa di un insegnamento poco attento al comprendere, le interpretazioni che i ragazzi danno dei fenomeni legati al passaggio di corrente in un circuito possono discostarsi anche notevolmente dallo schema scientifico. Questo si manifesta già nel caso semplice, ma emblematico, del problema di accendere una lampadina, avendo a disposizione una pila e del filo conduttore. Di fronte a tale problema, come rivelano anche numerose ricerche, circa la metà degli studenti si trova in difficoltà e, il primo tentativo, è un insuccesso. E’ perciò evidente la presenza di problemi di comprensione riguardo al fenomeno del passaggio di corrente in un circuito che permangono anche dopo anni di insegnamento tradizionale sull’argomento. Infatti insuccessi di questo tipo si verificano sia con i bambini della scuola elementare e media che con studenti di scuola media superiore e del primo anno di università. Le difficoltà più comuni e i modelli in base ai quali gli studenti spiegano il funzionamento dei circuiti possono essere riassunti nei seguenti punti: - La pila è considerata un “serbatoio” di corrente mentre la lampadina un “pozzo” nel quale la corrente si riversa. "La corrente arriva alla lampadina ma non l’attraversa". - L’idea di corrente viene assimilata a quella di energia. - Viene utilizzato un modello sequenziale e non di correlazioni: se un cambiamento viene prodotto in un punto del circuito la corrente risente del cambiamento solo dopo questo punto. E’ presente in questo caso una visione locale e non globale del circuito. Questo modello spesso si affianca all’idea di corrente come qualcosa che si consuma lungo il circuito e porta come conseguenza alla convinzione, condivisa da molti studenti, che in un circuito con più elementi in serie la corrente va diminuendo dal primo fino all’ultimo. - La tensione è una grandezza che rimane molto vaga ed è vista solo come grandezza dipendente dalla corrente: l’idea di tensione di un generatore, in particolare di una pila, sembra per lo più non recepita. Molti aspetti dello sviluppo e dell’uso del linguaggio giocano un ruolo fondamentale nell’insegnamento e nell’apprendimento di tutte le discipline, non solo quelle scientifiche. Un buon inizio può essere quello di analizzare come i termini scientifici sono usati nel linguaggio quotidiano. Anche per il termine corrente si possono richiamare altri casi in cui il termine viene usato: corrente di un fiume, corrente marine, correnti cicloniche e anticicloniche nelle previsioni del tempo, corrente di folla. Usando questi esempi si può far notare che il termine corrente descrive situazioni in cui il “qualcosa” che si muove riempie completamente il percorso seguito: si può parlare di corrente solo quando si ha un flusso continuo. La creazione inoltre del concetto di tensione è un passo molto delicato. Inizialmente vengono costruiti i concetti di resistenza e di corrente, solo in seguito conviene passare all'osservazione sul comportamento della corrente in un circuito che ha un'intensità che dipende da due fattori, il carico e una proprietà della batteria stessa: la tensione. È importante che i ragazzi si rendano conto del fatto che un circuito deve essere chiuso e che in esso imparino a distinguere: il percorso, le eventuali deviazioni, cosa passa. Può essere d’aiuto evocare situazioni in cui si usa nel linguaggio comune la parola circuito. Per esempio: Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 NOME CIRCUITO autodromo DEL PERCORSO pista automobili tangenziale corsia veicoli ippodromo pista cavalli velodromo pista biciclette circuito dell’auto pista d’atletica acqua tubi corsia pag.2 CHI PERCORRE acqua atleti In maniera analoga si avrà che il “percorso” che costituisce un circuito elettrico è formato da fili conduttori, pile e lampadine.. Fatta questa precisazione è opportuno riprendere in considerazione i vari esempi di circuiti per costruire, in analogia, l’idea di corrente. È facile riconoscere che per l’autodromo, il velodromo e la pista di atletica non si può parlare di corrente (automobili, cavalli, … di solito si muovono lungo il circuito rimanendo raggruppati e non riempiendolo completamente) mentre si può parlare di corrente per il circuito di raffreddamento dell’auto e per una strada nei momenti di grande traffico quando sulla corsia è presente una fila continua di automobili in movimento. 2. LUMINOSITÀ DELLA LAMPADINA AL VARIARE DELLA SUA POTENZA. Discussione collettiva Si pone, a disposizione di ogni gruppo, una pila e delle lampadine di diversa potenza per la realizzazione di semplici circuiti resistivi. Prima di dare inizio alle esperienze si informano i ragazzi che durante tutto il percorso dedicato ai circuiti si lavorerà con pile, o generatori, a valori della tensione che non superando mai le decine di volt sono ben lontani dai valori di rete (220V), e quindi non pericolosi. LAMPADINA Già durante le prime fasi dell'attività ci si sofferma sulla lampadina come elemento del circuito; questo elemento non viene, però, avviata una descrizione rigorosa fin dall'inizio ma, partendo dalle idee primitive e dalle conoscenze già possedute dai ragazzi, se ne fornisce una prima descrizione che sarà precisata e ridefinita durante lo svolgimento dell'intero percorso. In questa prima descrizione è però possibile focalizzare l'attenzione su alcune caratteristiche di una lampadina, sulla funzione dei diversi elementi ("lo zoccolo serve per avvitare la lampadina sul portalampade", "lo zoccolo presenta una parte metallica, una isolante e delle saldature") sull'importanza del filamento ("il filamento portato all'incandescenza emette luce"), sul vuoto presente nel bulbo. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.3 Richiami storici "Dopo anni di tentativi da parte di scienziati l’inventore americano Edison realizza la prima lampadina elettrica efficiente e pronta per essere messa in commercio. Per prima cosa Edison studia quanto dovrà costare il nuovo prodotto per essere competitivo con l’illuminazione a gas: 40 centesimi di dollaro. Poi, ancor prima di dare inizio agli esperimenti, fonda la sua società di illuminazione elettrica, la Edison Electric Light Company, con l’appoggio dei finanzieri Cornelius Vanderbilt e John Pierpont Morgan. A questo punto si chiude nel suo laboratorio e dà inizio alla parte scientifica dell’operazione. Consapevole che i precedenti tentativi si erano arenati per la difficoltà di trovare un filamento che sotto il passaggio della corrente elettrica diventasse incandescente senza bruciare, Edison passa in rassegna oltre seimila materiali diversi: carta, cartoncino, cotone, fibre vegetali, perfino i peli della barba di un poliziotto che gli era particolarmente devoto perché molti anni prima Edison ne aveva salvato il figlio da un treno che stava per investirlo. Non contento, l’inventore americano invia poi emissari in Giappone e in Amazzonia per procurarsi nuovi vegetali da attorcigliare nella sua lampadina. Finalmente, scopre che per illuminare senza bruciarsi, il filamento non deve contenere ossigeno. E trova che a rispondere a un requisito del genere e la sostanza più a portata di mano: il normale cotone da cucito fatto carbonizzare. Ma già il giorno dopo le prime pagine dei giornali annunciano la notizia a caratteri cubitali, grazie anche a una campagna di stampa ben orchestrata dallo stesso Edison. Quello della lampadina è infatti il primo caso nella storia di un’invenzione già perfettamente integrata, ancor prima di nascere, nei meccanismi del "business", del marketing e delle comunicazioni di massa. Alla fine del 1880 Edison realizza una lampadina che dura per 1.859 ore e alla fine del 1882 la sua fabbrica ne produce 100 mila l’anno." 1 In una lampada ad incandescenza la luce è prodotta dalla corrente elettrica che, attraversando il filamento di tungsteno, eccita termicamente gli atomi provocando l’emissione fotonica. Il tungsteno è scelto perché emette una luce più “bianca” di altri metalli perché può essere portato ad una temperatura molto alta (il punto di fusione è di 3410 °C e la temperatura di esercizio è di circa 3000 °C). Il bulbo della lampadina viene riempito di un gas inerte (una miscela di azoto e argon o, preferibilmente, di kripton) per evitare la combustione e permettere al filamento di raggiungere temperature più elevate affinché emetta una luce più intensa. Si rompe, durante un'esperienza svolta centralmente, il bulbo della lampadina che provocherà l'immediata combustione del filamento di tungsteno venuto a contatto con l'ossigeno presente nell'aria. Piccolo gruppo Con i fili conduttori, la batteria e la lampadina presenti su ogni tavolo i ragazzi realizzano i due circuiti resistivi indicati nella scheda studente. Realizzando questa esperienza si osserva che le lampadine possono mostrare luminosità diverse2, pur essendo alimentate con la stessa batteria3, comportamento che stimola una discussione su che cosa cambia e cosa rimane fisso nei due circuiti costruiti. 1 http://digilander.iol.it/ClubAnticheRuote/tesina/panorama%20scientifico/lampadina.htm Lampadine con resistenza minore presentano una luminosità maggiore perché la potenza dissipata ha una dipendenza inversa dalla resistenza: P = V2/R. 3 Le parole pila (a secco) e batteria verranno utilizzate come se fossero sinonimi. Un approfondimento sl tema verrà fatto nella 2a attività del percorso su I Circuiti dove la realizzazione di una semplice batteria fornirà l'occasione per una più accurata descrizione. 2 Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.4 Discussione collettiva I ragazzi imputano la diversa intensità luminosa osservata alla diversa intensità di corrente che percorre il filamento, affermando che a maggior intensità luminosa corrisponde una corrente più intensa. Essi probabilmente non forniscono una spiegazione esauriente alla loro affermazione: "intensità luminosa più alta ⇒ corrente più elevata" ma partendo da queste affermazioni si costruirà, durante l'intero svolgersi dell'attività, una interpretazione condivisa del fenomeno osservato. Poiché l’unico elemento che varia nelle due configurazioni circuitali realizzate è la lampadina, lampadina che sul bulbo di vetro porta i valori nominali di corrente, tensione e/o potenza, è consigliabile elencare alla lavagna i valori riportati sul bulbo per ogni lampadina utilizzata, individuare le grandezze con gli stessi valori nominali, e correlare a quelle che invece presentano valori diversi le diverse intensità luminose osservate. E se si collega la lampadina alla batteria con fili conduttori di varie lunghezze cambia la sua luminosità? Discussione collettiva / Elaborazione scheda I ragazzi riportano nella scheda studente ciò che hanno visto e le osservazioni fatte (a)Costruisci il semplice circuito rappresentato in figura, utilizzando una batteria ed una delle due lampadine. Utilizza poi l’altra lampadina a disposizione e commenta ciò che osservi.Prova ad interpretare usando i concetti di corrente e tensione.; b)Fai variare la distanza della lampadina dai poli della batteria. Cambia l'intensità luminosa?). Partendo dall'osservazione della costanza dell'intensità luminosa si intavola una discussione che porti ad affermare che l'effetto, qualunque esso sia, che permette alla lampadina di accendersi non è più intenso vicino ad uno dei due capi della pila di quanto non lo sia vicino all'altro. Ma la pila, i fili conduttori e la batteria che ruolo hanno nei semplici circuiti realizzati? L'osservazione accurata degli elementi circuitali utilizzati porta alla individuazione delle funzione che questi hanno: la pila come l’elemento che fornisce energia, i fili conduttori la trasportano, la lampadina la utilizza (c)Osservando con attenzione il circuito realizzato individua, dei tre elementi che lo compongono, il rispettivo ruolo: elemento che "produce" energia ………, elemento che trasporta energia ………, elemento che utilizza energia ………). Per accendere una lampadina, quindi, è necessario un elemento che produce energia elettrica (trasforma energia) ed un altro che la trasporta ma ciò non basta, è indispensabile che il circuito sia chiuso affinché la lampadina si accenda (2.2) Condividi la seguente affermazione? "La corrente passa solo se il circuito è privo di interruzioni. "Spiegane a parole tue il significato.). Il percorso chiuso e la identica luminosità della lampadina, in modo indipendente dalla distanza che ha questa ultima dai morsetti della pila, porta alla formulazione dell'ipotesi dell'esistenza di un processo non solo continuo ma anche uniforme. A questo flusso si dà il nome di corrente elettrica. Aggiungere l’aggettivo chiuso alla parola circuito serve a sottolineare che la corrente passa solo su un percorso privo di interruzioni. 3. CONDUTTORI ED ISOLANTI Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.5 Piccolo gruppo Per esaminare il comportamento elettrico di materiali diversi, sottoposti però sempre alla stessa differenza di potenziale, si fornisce ad ogni gruppo, oltre alle batterie e alle lampadine, oggetti diversi da inserire in serie nel circuito. In questo circuito formato da batteria-lampadina-oggetto l'accendersi della lampadina è assunto come indicatore della conducibilità dei diversi materiali. Inserendo nel circuito una varietà di oggetti realizzati con materiali differenti, quali pezzi di carta, sbarrette di metallo ecc, ed osservando il comportamento della lampadina si giunge alla suddivisione, dei materiali a disposizione, in due classi: quelli che permettono alla lampadina di accendersi, i conduttori, da quelli che glielo impediscono, gli isolanti (sempre mantenendo la necessaria configurazione a percorso chiuso). Discussione collettiva / Elaborazione scheda Solo dopo che i ragazzi hanno osservato, rispetto al passaggio di corrente elettrica, il diverso comportamento dei diversi materiali utilizzati si attribuisce loro la qualifica di conduttore o isolante, utilizzando il linguaggio tecnico. Li si invita poi a discutere su ciò che hanno osservato e ad annotare, sulla scheda studente, le loro considerazioni e le risposte ai quesiti posti (3.1)Inserisci nel circuito che hai costruito alcuni elementi costituiti da materiali diversi (metallo, grafite, carta, ....). Distingui tra conduttori e isolanti e commenta.). Si concentra l'attenzione sul tipo di materiali, conduttori o non, con i quali sono state realizzate le varie parti degli elementi che compongono i semplici circuiti analizzati. Piccolo gruppo In particolare si ritorna sull'analisi della struttura della lampadina. Pochi studenti sono consapevoli della bipolarità della configurazione, essi non si accorgono della punta metallica alla base della lampadina e della vite metallica nella stessa base, né riconoscono la presenza di un materiale isolante e la funzione di quest'ultimo. I ragazzi provano a realizzare il circuito lampadina-pila senza il portalampade, essi devono collegare i due cavetti provenienti dalla pila uno sulla saldatura presente sulla parte inferiore della lampadina e l’altro su quella presente sulla ghiera. Si può così cogliere l’opportunità per sottolineare l’importanza del filamento e dei suoi due terminali, che sono le due saldature, fondamentali per l’inserimento all’interno del circuito. Discussione collettiva / Elaborazione Scheda Ad ogni gruppo si fornisce una lampadina per l'individuazione precisa di dove i morsetti di una batteria vanno collegati affinché l'utilizzatore si accenda. Gli studenti riportano nello schizzo della lampadina ad incandescenza, presente sulla scheda studente, il nome delle varie parti che la compongono accompagnato dalla classificazione: conduttore / isolante (a)Nel disegno seguente, riproducente una lampadina ad incandescenza, scrivi il nome delle varie parti che la compongono e il tipo di materiale, conduttore o non, utilizzato nella loro realizzazione.). Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 filamento (metallo resistente alle alte temperature - es. tungsteno) pag.6 bulbo di vetro in cui è praticato il vuoto o è immesso un gas inerte sigla (es.: /3/6/W saldature zoccolo metallico isolante (plastica) La classificazione dei materiali in isolanti e conduttori può essere condotta, in un modo semplice, ma significativo, con l'accendersi della lampadina, avendo a disposizione una pila e del filo. (b)Abbiamo osservato che i conduttori elettrici, cioè quei materiali che si lasciano attraversare dalla corrente elettrica, possono anche non essere dei metalli. Spiega.). E' possibile inoltre iniziare una prima indagine sul significato che i ragazzi attribuiscono ai simboli V, W riportati sul bulbo della lampadina 3. LAMPADINE IN SERIE E IN PARALLELO Il passo successivo è l'esplorazione dei fattori che influenzano la luminosità della lampadina. I ragazzi hanno a loro disposizione una pila e due lampadine che devono far accendere contemporaneamente. I ragazzi vengono lasciati inizialmente liberi di realizzare un circuito formato dalle due lampadine e dalla pila. Essi scoprono o riscoprono che esistono solo due diversi tipi di collegamento e insieme se ne studiano le proprietà. SERIE Nel linguaggio quotidiano si usa il termine serie in molte occasioni: campionato di serie A, B, C; numero di serie dei biglietti della lotteria, serie di francobolli, serie di giornali o di albi… Caso per caso la parola serie ha un significato diverso: nei campionati sportivi le serie danno indicazione sull’abilità delle squadre; nelle lotterie la serie dà un ordinamento ai biglietti e permette di riconoscere un biglietto dall’altro; nei francobolli indica una successione di valori emessi in una circostanza particolare, nei giornali e negli albi è l’insieme dei fascicoli riguardanti un personaggio o un argomento e contrassegnati da numeri progressivi. In ognuno di questi casi c’è sempre un ordine di successione fra gli oggetti o le azioni. Quest’idea può essere applicata alle pile o alle lampadine in serie facendo notare che esse sono sempre disposte “una dopo l’altra” nel circuito. Una cosa da sottolineare è che nel caso dei circuiti, l’ordine con cui sono messi gli elementi non è importante: il comportamento degli elementi nel circuito è indipendente dall’ordine in cui sono inseriti. Una lampadina sarà più luminosa di un’altra indipendentemente dall’ordine con cui sono inserite nel circuito. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.7 Piccolo gruppo Si realizza un circuito, vedi figura, con le due lampadine in successione (in serie), oppure si inserisce nel circuito, formato da una sola lampadina alimentata dalla batteria, dei tratti sempre maggiori di filo conduttore con alta resistività. Gli studenti osservano una diminuzione della luminosità della prima lampadina. Discussione collettiva Tali osservazioni sperimentali suggeriscono che l'intensità luminosa della lampadina possa essere diminuita quando viene inserito del materiale polo a polo (in serie) nel circuito. Si deduce così che oggetti diversi producono effetti di diversi, che materiali diversi offrono diversi tipi di impedimento al flusso, e che maggiori quantità di uno stesso materiale (cioè a parità di sezione ma con lunghezza maggiore) offrono un maggiore impedimento al flusso. Prendendo spunto da queste osservazioni si intavola una discussione che porta alla costruzione del concetto di resistenza elettrica. Richiamo storico A questo punto è interessante, ma anche divertente, raccontare agli studenti come Cavendish confrontò la conduttività di diversi metalli. Egli caricava un generatore a strofinio, con un numero fisso di giri, e utilizzava fili dello stesso diametro ma di materiale diverso per scaricarlo. Cavendish collegando i fili al generatore scaricava le cariche accumulate da quest'ultimo attraverso il proprio corpo e dall'intensità della scossa subita ordinava in base alla conducibilità i diversi metalli. Egli giunse così ad un ordinamento delle conduttività di diversi materiali. Piccolo gruppo Gli studenti hanno a disposizione lampadine di diversa potenza con le quali realizzare un circuito in serie. Queste assumono, per i ragazzi, un comportamento atteso ed uno inaspettato: entrambe presentano una luminosità più bassa rispetto a quando erano collegate singolarmente alla batteria (sempre a parità di tensione erogata da quest'ultima), ma si illumina in modo più intenso quella che presentava da sola l'intensità più bassa. Questo perché la luminosità dipende dalla potenza dissipata che è data da: Px= Rx I2. Quindi, poiché nelle due lampadine in serie circola la stessa corrente, sarà la lampadina che ha la resistenza più bassa, quella con il valore della potenza più piccolo, ad essere la meno luminosa. Inizialmente, invece, il circuito era formato solo dalla pila e da una lampadina, la corrente che lo attraversava era determinata dal valore della resistenza dell'utilizzatore: V = Rx Ix . La conversione di energi è descritta da Px= VIx = V2/Rx, quindi a parità di tensione di alimentazione presente ai capi dell'utilizzatore, ha una luminosità più elevata quella che presenta un valore della resistenza più basso. Discussione collettiva / Elaborazione scheda Si invitano i ragazzi a discutere su ciò che hanno osservato e a formulare delle ipotesi sul perché di un tale comportamento, idee che riportano sulla scheda studente (4.1)Collega due lampadine alla batteria nella configurazione (serie) riportata in figura. Descrivi cosa osservi.). Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.8 Piccolo gruppo Si lavora a questo punto con il corto circuito. Utilizzando il circuito in serie appena realizzato si collegano i due capi di una delle due lampadine con un filo conduttore, cortocircuitando così una delle due. La lampadina posta in corto circuito si spegne, mentre l'altra diventa più luminosa. Questa osservazione può essere da stimolo per la comprensione degli effetti “indesiderati” di un corto circuito nelle reti elettriche. Elaborazione scheda I ragazzi rispondono ai quesiti della scheda studente (a)Collega i due capi di una delle due lampadine con un filo conduttore, cosa accade?; b) Dai una definizione di corto circuito). PARALLELO Per tutti gli studenti, a questo punto dell’attività didattica, plausibile che la resistenza totale effettiva di un circuito aumenti quando vengono inseriti dei materiali in serie; però per molti di loro non è altrettanto noto che la resistenza effettiva di un insieme di elementi diminuisca quando più elementi vengono aggiunti in parallelo. E' utile, quindi, eseguire esperimenti con pila e lampadine che mostrino concretamente la diminuzione della resistenza totale nelle configurazioni in parallelo: la luminosità complessiva di due lampadine in parallelo è maggiore di quella che si ottiene quando le stesse sono disposte in serie (a parità di d.d.p. ai capi della serie e del parallelo)! Nel linguaggio dei circuiti due elementi sono in parallelo quando ai loro capi c’è la stessa d.d.p. Piccolo gruppo Si fa costruire prima un circuito realizzato con la batteria ed una sola lampadina, di cui si osserva l'intensità luminosa; in un secondo momento si collega una seconda lampadina in parallelo alla prima, sempre tenendo l'attenzione puntata sulla loro luminosità. Discussione collettiva / Elaborazione scheda Si intavola una discussione su ciò che hanno osservato, stimolandola con opportune domande sull'intensità luminosa delle lampadine nelle diverse configurazioni, e su comportamenti osservati ma inaspettati se ad un circuito che vede due lampadine in serie se ne aggiunge una terza in parallelo ad una delle altre due. E' possibile fare una prima considerazione energetica, qualitativa, sulla batteria che quando alimenta più lampadine in parallelo si esaurisce prima4. 4 A parità di tensione erogata la pila si esaurisce prima quando alimenta più lampadine in parallelo, rispetto al caso di una sola lampadina alimentata, perché diminuisce il carico totale del circuito: P=V2/Rtot. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.9 Piccolo gruppo Si fa inoltre connettere un corto filo di lana d'acciaio in serie ad una lampadina, per poi aggiungere altre lampadine in parallelo alla prima. Ad un certo punto la lana d'acciaio brucia, che cosa accade di diverso quando si passa dalla configurazione lampadine in serie a quella lampadine in parallelo? Spunti per un'attività di laboratorio Solitamente gli studenti vengono stimolati da quest'ultimo esperimento che può portare, anche in un'altra sede, ad una discussione delle caratteristiche e dello scopo dei fusibili: dispositivi di sicurezza che quando la corrente supera un certo valore limite interrompono il circuito elettrico evitando così guasti che vanno dal corto circuito all'incendio. Alcuni metalli, come il piombo o l'argento, assumono un tale comportamento grazie al basso punto di fusione; una corrente eccessiva (rispetto a quella desiderata causa un riscaldamento per effetto Joule del filo (sottile) tale da provocarne la fusione e l’interruzione del circuito. Elaborazione scheda Alla luce di quanto osservato e/o appreso i ragazzi compilano la scheda studente rispondendo a quesiti che mirano a puntualizzare il concetto che la resistenza equivalente di più elementi in parallelo diminuisce all’aumentare del numero di elementi (Realizza un circuito formato da una batteria, una lampadina ed un corto filo di lana d'acciaio. Aggiungi delle lampadine in parallelo alla prima, a) cosa accade?; b) Perché il filo di lana d'acciaio brucia?). Sono inoltre presenti sulla scheda studente domande di ricapitolazione su alcuni degli argomenti fino ad ora affrontati (a)Alla luce di quanto hai appreso: Spiega il significato della seguente frase. "A casa si è verificato un corto circuito!"; b)Collega tra loro con una linea le caselle di testo contenenti definizioni secondo te correlate.; c)Commenta. Riporta sotto forma di appunti sintetici i concetti fino ad ora messi a fuoco.). 5. BATTERIE IN SERIE E IN PARALLELO Discussione collettiva Dal momento che gli studenti hanno sperimentato nel loro quotidiano l'abbassarsi graduale ma continuo del volume di una musica diffusa da un walkman fino al non sentirla più, sanno che le batterie si scaricano. Essi generalmente dicono che nei circuiti qualcosa si consuma e, per molti di loro, a consumarsi è la corrente stessa. Un'idea qualitativa di cosa si "consuma" all'interno di un circuito e delle prestazioni delle batterie può essere introdotta grazie ad esperimenti con combinazione di batterie in serie e in parallelo. Nelle esperienze finora eseguite i ragazzi hanno utilizzando sempre una sola pila per accendere una o più lampadine. Essi, però, hanno avuto certamente modo di notare che alcuni dispositivi torce elettriche, il walkman , ecc. utilizzano più batterie. Ma come queste sono collegate tra loro? Può essere istruttivo a questo punto aprire alcuni dispositivi, leggere i valori nominali indicati sul dispositivo e sulle batterie, analizzare nel dettaglio e non superficialmente i collegamenti (+, - ) tra le diverse batterie, ecc. Questo è un momento fondamentale per la formazione del concetto di differenza di potenziale, che verrà costruito gradualmente con un approccio di tipo fenomenologico; si forniscono perciò ad ogni gruppo una lampadina e due batterie5 con le quali realizzare semplici circuiti resistivi. 5 Nel trattare i generatori abbiamo finora fatto un'ipotesi semplificativa, abbiamo accettato che il valore dichiarato della ddp, il nominale, coincidesse con quello effettivo. Una batteria ha sempre una resistenza interna. Se chiamiamo VN il valore nominale, VE il valore effettivo, ed infine VRi la caduta di tensione sulla resistenza interna del generatore, se il generatore si comporta dal punto di vista della dissipazione come un conduttore ohmico, vale la seguente relazione: Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.10 PARALLELO Piccolo gruppo Distribuito ad ogni gruppo la lampadina, due fili e due pile si prova ad accendere la lampadina con ognuna di esse. Poi si realizza un primo circuito in cui le due batterie sono poste tra loro in parallelo, vedi figura seguente, in modo ciò che il polo positivo della prima sia collegato con il positivo della seconda e il negativo con il negativo. Discussione collettiva / Elaborazione scheda Dalla costanza dell'intensità luminosa della lampadina i ragazzi deducono che la tensione ai capi dell'utilizzatore è sempre la stessa sia se quest'ultimo è alimentato da una sola batteria sia se lo è da due (o più), a parità di tensione erogata singolarmente dalle due pile. Essi annotano nella scheda studente ciò che osservano, intensità della lampadina che non cambia, con le loro considerazioni (Collega due batterie alla lampadina nelle due configurazioni riportate in figura. Cosa accade?). D’altra parte però la presenza di una pila in più deve avere un qualche effetto. I ragazzi concordano sul fatto che le pile (di uguale tensione) poste in parallelo durano di più; esse fanno muovere un numero di cariche pari alla metà di quelle che farebbero muovere se fossero da sole, la corrente che passa nell'utilizzatore è la somma delle correnti provenienti dalle due pile. SERIE Piccolo gruppo Esistono però diversi modi di collegare tra loro due pile. Si realizza una seconda configurazione circuitale in cui la lampadina vede le due batterie poste in serie, l'intensità luminosa presentata è sempre la stessa? VE = VN - VRi = VN - I⋅Ri dove I è la corrente che passa nel circuito ed Ri la resistenza interna della pila. Per misurare la resistenza interna di un generatore si realizza un circuito formato dal generatore e da una resistenza R nota (confrontabile con quella interna). La differenza di potenziale presente ai capi del generatore è la stessa che si trova ai capi della resistenza, quindi: VE = V N − I ⋅ Ri V E = IR misurando la caduta di tensione ai capi della resistenza R e la corrente I che circola è possibile fornire una stima della resistenza interna del generatore: Ri = V N − VE I Quando la resistenza interna è molto piccola, che significa Ri trascurabile rispetto alla resistenza R del carico, il generatore si comporta come un generatore ideale di tensione, quindi: VE = VN ⋅ R ⇒ VE = V N R + Ri Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.11 batterie in serie Discussione collettiva / Elaborazione scheda Alla fine i ragazzi giungono alla conclusione che esistono due modi per collegare tra loro due batterie in serie. Se si pone a contatto il polo positivo di una pila con il negativo dell’altra, con la lampadina collegata agli altri due terminali rimasti liberi, si ottiene un’intensità luminosa maggiore rispetto a quella che la lampadina mostra quando è alimentata da una singola pila. Quando invece il collegamento tra le due pile avviene ponendo a contatto i poli omonimi delle pile non si ottiene alcuna illuminazione della lampadina, a parità di tensione erogata dalle due pile impiegate. (b)Collega due batterie alla lampadina nelle due configurazioni riportate in figura. Cosa accade? Riporta sinteticamente i concetti più importanti emersi dall'osservazione delle due configurazioni circuitali.). Se invece si collegano tra loro i due poli positivi (o quelli negativi) di due pile che erogano tensioni diverse, la lampadina si illumina ma con intensità minore come se fosse alimentata da una singola pila di tensione pari alla differenza tra le tensioni erogate dalle due pile utilizzate. Lavoro qualitativo con motorini elettrici per costruire l'idea di cariche in movimento Il lavoro con le lampadine e le batterie ha permesso di costruire prime idee relative ai concetti di corrente, resistenza, tensione, energia e potenza (luminosa, termica). L'idea di corrente legata ad un flusso unidirezionale di cariche (elettroni) che nel circuito esterno (fili di collegamento e filamento della lampadina) sono indirizzati dalla pila dal polo negativo a quello positivo e nella pila sono "estratti" dal polo positivo e "spinti" verso il negativo può essere ulteriormente rafforzata collegando le stesse batterie a dei motorini. Anche il motorino ha due terminali come la lampadina, così come per la lampadina anche il motorino gira solo se entrambi i terminali sono collegati alla batteria, ma a differenza della lampadina, l'inversione dei collegamenti produce un'inversione del senso di rotazione e il senso di rotazione può essere assunto come indicatore del verso di percorrenza degli elettroni nel circuito. Più in là queste idee potranno diventare più precise, (risolvendo reti, lavorando con diodi, ecc.) ma in questa fase si consiglia di proporre semplici esperienze dimostrative con motorini al fine di condividere la possibilità di determinare il verso della corrente in relazione alla polarità della batteria. 6. MISURE DI TENSIONE E DI CORRENTE Confrontando le opinioni dei vari gruppi sui diversi fenomeni osservati è opportuno, a questo punto dell’attività, far notare come la luminosità della lampadina sia stata usata per introdurre concetti che richiedono precisazioni (la luminosità non è la corrente …), definizioni operative e quindi valutazioni quantitative e misure, con strumenti, di effetti prodotti dalla corrente. Si ripetono quindi le esperienze qualitative svolte ai punti precedenti eseguendo stavolta delle misure quantitative, di tensione e corrente, con un tester che verrà posto ai capi o in serie alle lampadine nelle diverse configurazioni circuitali realizzate. Si analizzano poi i valori numerici dati dalle misure fornendone Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.12 un'interpretazione. Le ipotesi formulate, in base ai comportamenti misurati delle grandezze tensione e corrente, si confrontano poi con quelle fornite in precedenza in base alle osservazioni qualitative. Discussione collettiva Si introduce a questo punto dell'attività didattica il tester in modo però non del tutto esaustivo, ma con precisazioni che saranno date durante tutto il percorso su I Circuiti a risposta delle esigenze e delle maggiori conoscenze maturate dai ragazzi durante lo svolgimento di queste attività didattiche. IL TESTER ANALOGICO Tester analogico ICE 680R Tester digitale Puntali Nota Sull'opportunità di lavorare con tester analogici o digitali esistono punti di vista anche diversi. E' evidente che il tester analogico richiede un lavoro iniziale maggiore e un'abilità che può essere sviluppata solo dopo un po' di pratica. Nella nostra esperienza il lavoro che viene richiesto (scelta della scala, calcoli per le conversioni e quindi con le proporzioni, valutazione dell'errore, riflessioni sul principio di funzionamento, ecc.) aiuta nel comprendere il significato della misura e a trattare aspetti più generali che riguardano gli strumenti di misura. In generale uno strumento di misura può essere schematizzato come costituito da una parte sensibile alla grandezza da misurare, una parte che traduce l'informazione ottenuta dal rivelatore in una grandezza di più facile utilizzazione ed infine un display o una scala graduata che fornisce visivamente il valore della misura. Il galvanometro a bobina mobile, il nostro tester analogico, è uno strumento che in modo proporzionale all'intensità della corrente che lo percorre, sposta un ago su di una scala graduata. "Il galvanometro è costituito da un filo conduttore avvolto in varie spire rigide (bobina). La bobina, immersa in un campo magnetico generato da un piccolo magnete permanente, può ruotare intorno ad un asse ed è richiamata verso la posizione di equilibrio da una molletta a spirale. In assenza di corrente circolante nella bobina, la posizione di equilibrio corrisponde alla posizione di riposo della molla, in corrispondenza è segnato lo zero sulla scala graduata. Quando nella bobina passa la corrente si stabilisce una nuova posizione di equilibrio"6 tra la forza magnetica e quella di richiamo della molla che fornisce il valore della corrente direttamente su una delle scala graduate indicate da "V-mA". 6 "Fisica II" Silvestrini - Mencuccini, Liguori Editore Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.13 Attirare l'attenzione sui possibili errori di parallasse. Errori commessi nel tentativo di individuare la tacca vicino alla quale si ferma l'ago ma che possono essere evitati utilizzando lo specchio presente sulle scale graduate e tenendo chiuso un occhio. Al di sotto delle scale graduate sono presenti alcuni fori, detti boccole, che servono ad introdurre i due conduttori cavi che posti alle estremità di due fili servono per effettuare le misure. Le misure di corrente si eseguono ponendo l'amperometro in serie al ramo in cui si vuole misurarla, interrompendolo cioè in un punto e richiudendolo mediante lo strumento. amperometro R Rg r V generatore La corrente misurata in questo modo è affetta da un errore sistematico dovuta alla resistenza interna dell'amperometro. Se consideriamo un semplice circuito resistivo formato da una resistenza R, un generatore che fornisce una tensione V con resistenza interna r, ed infine un amperometro con resistenza interna Rg; la corrente misurata Im= V / (R + r + Rg) è sistematicamente minore di quella I in assenza di strumento. I - Im = ( Rg /( R + r)) ⋅ Im Se fosse Rg = 0 (strumento ideale) non si verificherebbe tale errore sistematico, la cui entità non dipende soltanto dalla grandezza caratteristica dello strumento, ma anche dal circuito in misura: R + r. "Negli amperometri commerciali è possibile aumentare la portata dello strumento, cioè inserire resistenze, dette di shunt, diverse infilando i puntali di connessione in fori diversi. Nell'eseguire misure di corrente, di cui non si conosce nemmeno approssimativamente il valore è necessario iniziare ad usare lo strumento nella situazione di massima portata per evitare di danneggiarlo, solo successivamente se la deflessione dell'indice corrisponde ad un valore minore della portata della scala inferiore si inserirà lo shunt in tale scala. In questo modo si riesce ad impiegare lo strumento con la sensibilità massima e quindi con errore relativo di sensibilità minimo."5 La resistenza di shunt è una resistenza nota che in parallelo all'amperometro fa in modo che solo una frazione della corrente da misurare passi nell'amperometro. La scelta iniziale di una portata elevata consente anche di verificare senza rischio di danno per l'equipaggio dello strumento, la corretta polarità. L'eventuale correzione di polarità si ottiene semplicemente scambiando tra loro i puntali oppure la posizione delle spine nelle rispettive boccole."7 Per misure di corrente continua lo spinotto nero va inserito nella boccola contrassegnata dal simbolo "=", mentre quello rosso in una delle boccole contrassegnata con "A" o con dei suoi sottomultipli. Il valore della corrente massima non deve mai superare quello indicato sulla boccola, e la scala sulla quale leggere il valore della misura va scelta a seconda della boccola scelta. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.14 "Un amperometro dà automaticamente anche una misura della differenza di potenziale ai suoi capi una volta che si conosca la sua resistenza interna Rg (legge di Ohm). Quindi se si tara la scala dello strumento direttamente in unità di misura di tensione si ottiene uno strumento per la misura di questa grandezza detto voltmetro. Se è necessaria una scala maggiore per la tensione è possibile porre in serie alla resistenza interna dello strumento delle resistenze, anche in questo caso la resistenza totale del voltmetro è detta Rg. All'aumentare della portata aumenta quindi proporzionalmente Rg, il ché è molto importante per quanto riguarda gli errori sistematici introdotti dall'uso dello strumento."7 voltmetro Rg R r generatore V Se si vuole calcolare la differenza di potenziale ai capi di una resistenza, il valore della tensione misurata è Vmis = R eq ⋅ I dove con R eq si indica la resistenza equivalente data dal parallelo tra le due resistenze R g e R Vmis = (Rg / (Rg + R)) V Lo strumento fornisce una misura della tensione, Vmis , sottostimata, affetta quindi da un errore sistematico pari a V - Vmis = V ⋅ (Rg / (R + Rg)) che tende a zero quando (Rg/R)→∞, il che è esattamente l'opposto di quanto accade per l'amperometro; in altre parole il voltmetro deve quindi essere caratterizzato da una resistenza interna molto elevata al contrario di quello che deve accadere per un amperometro. Per misure di tensione lo spinotto nero va inserito nella boccola contrassegnata dal simbolo "=", mentre quello rosso va inserito nella boccola contrassegnata con "V" o con dei suoi sottomultipli. Con una pila al suo interno un amperometro può essere utilizzato anche come ohmetro se posto ai capi della resistenza da misurare. 7 "Introduzione all'esperimentazione fisica" M. Severi, Editore C.I.S.U. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.15 Il galvanometro di resistenza interna Rg è alimentato da una pila V con resistenza interna r. Con una opportuna taratura il galvanometro che, anche quando è utilizzato come ohmetro, misura sempre e solo la corrente che circola nella maglia: I = V / (r + Rg + R) fornisce una lettura diretta del valore della resistenza incognita R, se R >> Rg la corrente misurata è proporzionale a 1/R e quindi la scala non è lineare. In accordo con la legge di Ohm lo zero, inoltre, per il tester utilizzato come ohmetro, si trova sulla destra della scala graduata, dove invece per la tensione e la corrente si trovano i valori di fondo scala: a tensione costante fornita dalla batteria interna dell'ohmetro a correnti alte corrispondono resistenze basse. Per effettuare misure di resistenza elettrica si inserisce uno spinotto nella boccola contrassegnata da "Ω" e l'altro in una delle boccole con i simboli "Ωx1" .. "Ωx1000". La scala graduata da utilizzare per questa misura è quella in alto contrassegnata dal simbolo "Ω"; è però necessario tarare inizialmente lo strumento ponendo a contatto i due puntali e girando la ruota dentata fino a spostare l'ago all'estrema sinistra della scala. (resistenza nulla) Ogni tester è caratterizzato da una classe di precisione che indica l'errore percentuale di una misura in relazione al fondo-scala scelto. In altre parole l'errore massimo di ogni misura è pari al prodotto della classe di precisione per il valore numerico del fondo scala scelto. Poiché l'errore massimo cresce al crescere del fondo-scala dopo aver utilizzato, per non danneggiare lo strumento, valori alti del fondo-scala conviene utilizzare quello in cui la lancetta sia il più vicino possibile al valore massimo8. "Esistono inoltre strumenti digitali, la cui risposta è un numero formato da un finito numero di cifre, il quale esprime direttamente il valore numerico della misura, cioè il rapporto tra la grandezza misurata e l'unità di misura adottata. Con un multimetro digitale si eseguono misure di corrente e di ddp, sia in c.c. sia in c.a., e misure di resistenza. Il multimetro digitale non comprende parti meccaniche mobili, ma solo circuiti elettronici che devono essere alimentati da una forza elettromotrice interna o esterna. Con questo strumento l'errore di sensibilità è sempre lo stesso ed è sull'ultima cifra presente dal display numerico."6 Quindi il tester, sia quando viene utilizzato come amperometro, sia come voltmetro che come ohmetro, è a sua volta uno dei conduttori che si trovano a far parte di un circuito chiuso che, quindi, finisce per influenzare i valori della corrente e della differenza di potenziale che va a misurare. Se il voltmetro è posto ai capi dell'amperometro e della lampadina la sua misura sarà influenzata dalla presenza dell'amperometro, se invece il voltmetro è ai capi della lampadina e l'amperometro segue, sarà quest'ultimo ad essere influenzato dalla presenza del voltmetro, in entrambi i casi dando vita a delle incertezze sistematiche. La configurazione che influenza meno i valori misurati di corrente e tensione dipende dal valore assunto dalla resistenza R. Se R < Rg è da preferire la configurazione che vede il voltmetro posto ai capi della lampadina e l'amperometro che segue; se R > Rg invece si deve scegliere la configurazione che vede il voltmetro posto ai capi della lampadina e dell'amperometro9. Discussione collettiva Fornito ad ogni gruppo un tester si intavola una discussione che porti alla definizione dell'intervallo di funzionamento di uno strumento (il valore minimo detto soglia, e il valore massimo detto portata), della sensibilità di uno strumento e quindi dell'errore di sensibilità che ne consegue ed anche della sua prontezza e precisione (6.1)Osserva però prima con attenzione il tester, saresti in 8 9 "Fisica per temi" U. Amaldi, Zanichelli Editore. "Misure elettriche e fondamenti di Elettronica" E. Burattini - C. Sciacca, Liguori Editore. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.16 grado di definirne: a) l'intervallo di funzionamento ……… .b) la prontezza ……… .c) la sensibilità……… .d) la precisione……… .). TABELLE DI MISURE Piccolo gruppo Introdotto il tester si realizza il circuito, pila che alimenta una sola lampadina, utilizzando alternativamente le due a disposizione. Si effettuano misure di tensione e corrente utilizzando, a seconda delle esigenze, le diverse scale disponibili sul tester e discutendo su cosa cambia, se si cambia scala. La discussione porta alla scelta ottimale della scala che è quella con la quale si ottengono errori di sensibilità più piccoli Lampadina 1 Lampadina 2 Tensione [V] 6,0 ± 0,2 6,0 ± 0,2 Corrente [mA] Potenza10 [W] 130 ± 10 0,78 ± 0,09 480 ± 10 2,9 ± 0,1 Discussione collettiva / Elaborazione Scheda Si riportano sulla scheda studente i valori misurati di tensione e corrente. A parità di tensione la Lampadina 2, che è quella che mostra l'intensità luminosa maggiore, risulta essere quella percorsa dalla corrente più intensa presentando quindi la resistenza più bassa. Sulla scheda studente è presente una semplice domanda-verifica a risposta multipla sulla posizione del tester in misure di tensione e corrente, con la richiesta puntuale di motivare la scelta operata (a)I seguenti circuiti sono stati realizzati per misurare l'intensità di corrente che circola nella lampadina e la tensione ai suoi capi. Uno solo è stato realizzato in modo corretto, indica quale e spiega il motivo della scelta.). LAMPADINE IN SERIE O IN PARALLELO Queste misure, realizzate con un circuito che vede i due utilizzatori una volta in serie ed una in parallelo, permettono di porre in evidenza che la corrente che circola in un circuito dipende sì dalla tensione erogata dalla pila che alimenta il circuito, ma anche dalle caratteristiche di quest’ultimo. Infatti gli utilizzatori possono essere collegati in modo da facilitare o da ostacolare il passaggio di corrente all’interno del circuito. La disposizione utilizzatori in parallelo offre due percorsi indipendenti al passaggio di corrente elettrica che, a parità di resistenza offerta dagli utilizzatori, risulta avere una intensità doppia (nella pila). La disposizione utilizzatori in serie offre invece un solo percorso alla corrente elettrica che ha un valore più basso rispetto a quello che si avrebbe se ci fosse una sola lampadina. Con lampadine uguali (stessa resistenza) la tensione ai capi di ogni lampadina è pari alla metà di quella erogata dalla pila. 10 La potenza dissipata, i valori sono riportati nell'ultima colonna, è stata calcolata con la formula P = V⋅I , mentre l'errore è stato valutato con la seguente formula di propagazione degli errori ∆P = (∂P/∂I) ⋅ ∆I + (∂P/∂V) ⋅ ∆V, dove ∆I e ∆V sono gli errori di sensibilità dello strumento (tester), della scala scelta, utilizzato per eseguire le misure. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.17 LAMPADINE IN SERIE Piccolo gruppo Realizzato il circuito formato da una pila e da due lampadine poste in serie si effettuano misure di tensione e corrente ai capi dei due utilizzatori riportando i valori ottenuti nella relativa tabella sulla scheda studente. Tensione (V) Pila 6,0 ± 0,2 Lampadina 1 5,8 ± 0,2 Lampadina 2 0,2 4± 0,04 Corrente (mA) Resistenza (Ω) Potenza (W) 130 ± 10 130 ± 10 44,61 ± 4,0011 0,75 ± 0,08 1,85 ± 0,45 0,031 ± 0,008 Discussione collettiva / Elaborazione scheda Il valore misurato della corrente nei vari elementi circuitali è sempre lo stesso, il circuito è infatti formato da una sola maglia; varia invece la caduta di tensione ai capi dei diversi resistori. La Lampadina 2, che mostra una luminosità meno intensa della Lampadina 1, ha una caduta di tensione ai suoi capi più bassa. Si stimolano i ragazzi affinché confrontino i risultati delle misure con le osservazioni qualitative precedentemente formulate (a) Commenta le misure ottenute riportando inoltre le concordanze e discordanze con le osservazioni qualitative precedentemente formulate). LAMPADINE IN PARALLELO Piccolo gruppo Realizzato il circuito formato da una pila e da due lampadine poste in parallelo tra loro, si effettuano misure di tensione e corrente ai capi dei due utilizzatori riportando i valori ottenuti nella relativa tabella sulla scheda studente. Pila Lampadina 1 Lampadina 2 Tensione (V) 5,8 ± 0,2 5,8 ± 0,2 5,8 ± 0,2 Corrente (A) 0,5 ± 0,1 (110 ± 10) ⋅ 10 -3 (450 ± 10) ⋅ 10 -3 Potenza (W) 0,64 ± 0,08 2,6 ± 0,1 La Lampadina 2, che nel semplice circuito pila-lampadina mostra una luminosità più intensa rispetto alla Lampadina 1, assume anche nella configurazione in parallelo l'intensità luminosa più elevata, in accordo con le misure che forniscono per le due lampadine un stessa tensione ai capi. Si stimolano i ragazzi affinché confrontino i risultati delle misure con le osservazioni qualitative precedentemente formulate (b) Commenta le misure ottenute riportando inoltre le concordanze e discordanze con le osservazioni qualitative precedentemente formulate). Sulla scheda studente sono presenti semplici esercizi - verifica a risposta multipla sulle relazioni esistenti tra correnti e tra 11 L'errore sulla resistenza è stato stimato con la seguente formula approssimata: δR/R =δV/V + δI/I; dove δV e δI sono gli errori di sensibilità di cui sono affette le misure voltamperometriche eseguite. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.18 tensioni (a) Quali relazioni esistono tra le correnti misurate dai quattro amperometri?; b)Quali relazioni esistono tra le tensioni rilevate dai quattro voltmetri?). BATTERIE IN SERIE E IN PARALLELO batterie in parallelo batterie in serie Piccolo gruppo Realizzato il circuito formato da una lampadina e da due pile poste una volta in serie ed una in parallelo, si effettuano misure di tensione e corrente ai capi dell'utilizzatore riportando i valori ottenuti nella relativa tabella sulla scheda studente. Batterie in serie Batterie in parallelo Tensione (V) 11,6 ± 0,2 6,0 ± 0,2 Corrente (mA) 170 ± 10 130 ± 10 Potenza (W) 2,0 ± 0,2 0,78 ± 0,09 Discussione collettiva / Elaborazione scheda Quando il circuito è realizzato con le due pile poste in serie aumenta sia la corrente sia la tensione ai capi delle singole lampadine, che mostrano infatti un'intensità luminosa più elevata rispetto a quella assunta quando sono alimentate da una singola pila. Si osserva che le batterie in commercio sono sempre un multiplo di 1,5V, aprendo una batteria da 4,5 V si osserva che all'interno si trovano tre batterie da 1,5 V messe in serie. Ai capi invece delle due pile in parallelo la tensione rimane sempre di 6V, ecco perché la lampadina mostra sempre la stessa intensità luminosa sia se alimentata con un sola pila sia quando è alimentata da due pile in parallelo. La differenza tra la configurazioni circuitale nella quale è presente un sola pila, da quella in cui le pile sono in parallelo non è nella tensione erogata, ma nel tempo che impiegano le pile a scaricarsi: P=VI=V(I1+I2)=P1+P2. Sulla scheda studente è presente una semplice domanda verifica sui valori di tensione erogati da pile collegate tra loro (a) Un apparecchio elettrico richiede 15 V per funzionare. Come useresti a tale scopo delle pile da 1,5 V? Quante pile ti servirebbero?; b)Collega allo stesso modo (serie o parallelo) le due pile di seguito riportate). Si chiude questa prima attività mostrando l'utilità e l'efficacia delle rappresentazioni simboliche convenzionalmente accettate per descrivere circuiti. Una volta introdotti poi i simboli convenzionali degli elementi circuitali fino ad ora utilizzati è consigliabile ripercorrere l'intera scheda schematizzando con i nuovi simboli adottati i circuiti già realizzati. Progetto LES Sceneggiatura Circuiti 1 ver. giugno 2001 pag.19 generatore in continua (o batteria) con il segno + che indica il polo positivo filo conduttore lampadina resistenza interruttore BIBLIOGRAFIA "Circuiti Elettrici", G. Bianchi, G. Bonera, L.Borghi, A.De Ambrosis, P.Mascheretti, C.I.Massara, GNDT Pavia, CNR Progetto Strategico TID "Fisica II" Silvestrini - Mencuccini, Liguori Editori. "Introduzione all'esperimentazione fisica" M. Severi, Editore C.I.S.U. "Misure elettriche e fondamenti di Elettronica" E. Burattini - C. Sciacca, Liguori Editore. Ricerca siti WEB Molti siti, in lingua inglese, contengono proposte didattiche su "batterie e lampadine", ecco alcuni suggerimenti per la ricerca: "batteries and bulbs common difficulties" "applets batteries bulbs"