Tablet, sfida low cost di Russia e India

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L’ERA DELLA CONVERGENZA
L’ERA DELLA CONVERGENZA
Prodotti. Nuovi terminali ritagliati su target specifici
SENTIERIdelVIDEO
Tablet, sfida low cost
di Russia e India
Il lancio di Kindle Fire di Amazon inaugura la stagione di tavolette «cheap»
Tablet, il mercato si movimenta
con l’arrivo di modelli super-economici e, in alcuni casi, modellati per
un pubblico locale. Mentre Amazon
lancia il Kindle Fire, arriva dalla
Russia il prototipo di un anti-iPad
low cost interamente dedicato al
mondo della scuola. E dall’India una
tavoletta pubblicizzata come “la più
economica del mondo”.
Costituito da un sottile foglio di
plastica piegabile, munito di chip e
memoria, il tablet russo avrà prein-
delle Telecomunicazioni, Kapil Sibal. L’ondata di tavolette low cost è
partita da Kindle Fire, il nuovo tablet
targato Amazon.com, che rischia però di rivelarsi un salasso per le casse
del sito di e-commerce fondato da Jeff Bezos: è questa la
previsione di Ihs, società
di analisi, che fa i conti in
tasca all’e-tailer, che con
Kindle Fire entra sul terre-
sostenuto da Amazon per produrla,
pari a 209,63 dollari. Vero è che
Amazon punta a guadagnare 10
dollari su ogni Kindle Fire venduto,
un margine risicato che dipenderà
dalla vendita di content dal suo
marketplace. La strategia di
Amazon, dunque, è chiara: nonostante i margini
bassi, se non addirittura
in perdita, derivanti dalle
à
L’azienda statale
Rusnano punta
al 10% del mercato
stallati i programmi e i corsi scolastici ed è destinato a sostituire in
prospettiva i libri di testo. Pare che
fra gli artefici dell’iniziativa ci sia
in prima fila Dimitry Medvedev,
grande fan dell’iPad. Il tablet sarà
realizzato da Plastic Logic, azienda
britannica specializzata in plastica
e microelettronica insediata nella
Silicon Valley, in partnership con
Rusnano, gigante russo della nanotecnologia controllato dallo Stato. Il
Cio di Rusnano, Anatoly Chubais,
ha fatto sapere che l’azienda intende
testare il nuovo tablet per un anno
nelle scuole prima di lanciarlo sul
mercato. Il target sono i 13,6 milioni di studenti russi. L’obiettivo di
Rusnano è conquistare una quota del
10% sul mercato globale dei tablet
grazie anche a un prezzo basso (circa
200 euro).
Costerà invece circa 60 dollari
la versione commerciale di Aakash
(“cielo” in hindi) tablet made in India dotato di sistema per la videoconferenza, due porte Usb e batteria
con due ore di durata. Aakashi rappresenta un goal per il programma di
abbattimento di digital divide indiano: nonostante il numero di utenti di
Internet sia cresciuto di 15 volte tra il
2000 e il 2010 appena l’8% di indiani ha accesso al Web contro il 40%
di cinesi. “I ricchi hanno accesso al
mondo digitale, i poveri e le persone normali ne sono esclusi: Aakash
potrebbe aiutare il gap digitale” ha
detto il ministro dell’Educazione e
à
no dei tablet a un prezzo
super-aggressivo: 199
dollari. Amazon punta
in realtà a far leva sul
terminale per spingere
la diffusione di contenuti digitali allargando
il bacino di clienti. Il
rischio però è grande,
prevede Ihs, visto che il
prezzo di vendita della
nuova tavoletta è di 10
dollari inferiore al costo
flessibile
e a basso costo
Nel bersaglio
del tablet russo
i 13,6 milioni
di studenti
e conquista
di una quota
del 10%
sul mercato
globale
vendite, Amazon punta a
fidelizzare nuovi clienti
all’acquisto di beni sul suo
marketplace.
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Musica, è tsunami pirateria
> Il 95% dei file musicali scaricati in Italia è illegale mentre l’Europa prevede,
da oggi al 2015, una perdita di un milione e 200mila posti di lavoro a causa della
pirateria. “La normativa italiana è buona, ma applicata poco e male - dice Enzo
Mazza, presidente della Federazione industria musicale italiana -. Va resa più
efficace con misure che, oltre a colpire la pirateria, contribuiscano alla crescita
delle piattaforme legali. L’offerta del digitale cresce del 10% ogni sei mesi e ad
oggi le vendite legali attraverso la Rete rappresentano il 23% del totale del mercato italiano, ma purtroppo l’Italia soffre anche di un generale ritardo tecnologico,
rispetto a tanti altri Paesi”. Il settore digitale è comunque in crescita: in un anno il
digital download ha fatto registrare un incremento del 13%, con una percentuale
di album che cresce del 37% (+6% per i singoli).
DELLE
Le tesi
QUINDICINALE
DIRETTORE RESPONSABILE
Gildo Campesato
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CAPOREDATTORE
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CAPOSERVIZIO
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ART DIRECTOR:
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COLLABORATORI
Paolo Anastasio, Dario Banfi
Elisabetta Bevilacqua, Matteo Buffolo
Antonio Dini, Ariel F. Dumont
Roberto Giovannini, Gian Carlo Lanzetti
Claudia Lavia, Patrizia Licata, Alessandro Longo
Alessandra Ritondo, Giampiero Rossi
Mario Sette
n°16. 17 ottobre 2011
La crescita di Facebook e Twitter
spingerà le revenue da pubblicità sui
social network a 5,54 miliardi
di dollari quest’anno
e a circa 10 miliardi nel 2013
Multimedia
paoloanastasio
DELLE
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Quei tag (e altro)
che le Asl ignorano
Non fanno i conti con le caratteristiche
di Internet i siti delle aziende sanitarie
I
ncontro un amico che - i casi della vita - adesso è un
pezzo grosso di una Asl e scopre - altri casi della vita
- che io faccio il professore di comunicazione anzi,
dice lui, il “comunicatore”. Mi parla infervorato dell’Urp
(Ufficio relazioni pubbliche) della sua Azienda sanitaria
e del sito Internet che si è fatto fare a caro prezzo da una
ditta specializzata. Andrò poi a vederlo, a casa, il sito web:
gelido, istituzionale, interattività niente, elenchi di primari,
orari di reparti. Cerco di spiegargli che i problemi della
comunicazione in sanità sono ben altri: il consenso informato, la privacy del paziente, i rapporti medico-paziente
e paramedici-paziente (spesso contraddittori fra loro),
la redazione della cartella clinica che sembra un segreto
di stato (il paziente la vedrà solo un mese dopo l’uscita
dall’ospedale), le comunicazioni con i parenti anche nei
casi di relazioni di fatto diverse da quelle registrate all’anagrafe (una coppia gay, ad esempio). Il mio amico non sa
che basta digitare su Google “polmonite” o “stitichezza”
per ritrovarsi in decine di forum di self help in cui persone
non titolate danno consigli su come curarsi con le erbe,
ma anche con gli antibiotici; in cui intervengono anche
medici alla ricerca di clienti. Dopo aver scritto che la loro
diagnosi non può sostituire quella effettuata di persona
presso una struttura medica (tanto per tutelarsi legalmente)
si diffondono in vaghe indicazioni che si concludono con
l’invito ad una visita medica presso lo studio. A pagamento,
presumo. Altri medici mettono online interi siti dedicati alle
patologie che curano, invitando poi gli utenti a contattarli. I più avanzati mettono anche i loro video su YouTube.
Insomma, iniziative di nessun valore scientifico e/o apertamente pubblicitarie. Invece di pensare a difficili iniziative
repressive, il mio amico potrebbe riflettere sul fatto che,
digitando “stitichezza” su Google (511.00 risultati) nei
primi 100 da me pazientemente consultati non c’è nemmeno
un sito informativo, correttamente impostato, del ministero
della Salute, di una Asl, di un ospedale pubblico, di una
Regione. Non c’è nessun contrasto dell’informazione buona
che cerca di scacciare quella cattiva. O meglio, le ditte che
fanno i siti della Asl non hanno usato correttamente i tag
per far figurare le pagine nei motori di ricerca. Forse nessuno glielo ha chiesto. Il mio amico non sa nemmeno che
potenziare l’ufficio stampa o l’Urp serve a poco, quando
un paziente o visitatore qualunque, con la videocamera di
un telefonino, può mettere su YouTube le magagne della
sua Asl, e quando il personale sanitario (non solo l’ufficio
stampa con i suoi funzionari zelanti) si trova davanti le
telecamere di “Striscia la notizia” o di “Presa diretta” e
nessuno gli ha insegnato come ci si comporta davanti a
un giornalista d’assalto. E non sa nemmeno che i serial
televisivi americani da “General Hospital” in poi sono una
grande (ma imprecisa) scuola popolare di come potrebbe
essere, e non è, la medicina. Ma l’amico mi abbraccia,
mi saluta, si fa dare un mio numero di cellulare che non
userà, e scompare.
di Enrico Menduni
Professore di Media e Comunicazione
all’Università Roma Tre
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