Riconoscere e comprendere i bambini con mutismo selettivo e disturbi d’ansia Dott.ssa Cristiana Risso Psicologa-Psicoterapeuta [email protected] 12 Novembre 2013, Torino Come un bambino affronta la scuola, i compagni, le insegnanti? …. Caratteristiche diagnostiche • La caratteristica fondamentale del Mutismo Selettivo è la persistente incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche (per es. a scuola), mentre in altre situazioni parlare risulta possibile. • L’anomalia interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale. • L’anomalia deve durare per almeno 1 mese e non è limitata al primo mese di scuola (durante il quale molti bambini possono essere timidi o riluttanti a parlare). American Psychiatric Association, DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Masson, ristampa 2005 Caratteristiche diagnostiche • Il Mutismo Selettivo non dovrebbe essere diagnosticato se l’incapacità di parlare del soggetto è dovuta soltanto al fatto che non conosce o non è a proprio agio col modo di parlare richiesto nella situazione sociale. • l’anomalia non è meglio attribuibile ad un Disturbo della Comunicazione (per es. Balbuzie) e non si manifesta esclusivamente durante il decorso di un Disturbo generalizzato dello Sviluppo, di Schizofrenia, o un altro Disturbo Psicotico. Invece di comunicare con una normale verbalizzazione, i bambini affetti da questo disturbo possono comunicare con gesti, annuendo o scuotendo il capo in segno di diniego, o spingendo o tirando l’interlocutore o, in alcuni casi, con emissioni di suoni monosillabici, corti, o monotoni, o con una voce alterata. La selezione degli interlocutori può essere più o meno ampia, da una limitazione solo in alcuni ambienti fino a giungere ad un solo genitore. Caratteristiche del mutismo selettivo Fattori biologici-temperamentali Indicatori della prima infanzia (0-3 anni): • • • • • • • • Difficoltà di addormentamento Disturbi del sonno Difficoltà nell’alimentazione Disturbi di evitamento Irrequietezza Ansia da separazione Timidezza eccessiva Episodi di enuresi e/o encopresi Caratteristiche del mutismo selettivo Fattori cognitivi e affettivi • Vulnerabilità: il bambino nelle situazioni sociali esterne alla famiglia vive un’attivazione costante di disagio, sentendosi minacciato. • Inadeguatezza: il bambino si vive come incompetente. • Paura del giudizio altrui. • Vergogna e metavergogna: timore di mostrare la propria vergogna. n.b. • Caratteristica di “Inibizione comportamentale” Quando un bambino deve affrontare situazioni sociali nuove o insolite, può sperimentare un arousal neurovegetativo, un’attivazione molto intensa. Questa situazione innesca un processo emotivo-cognitivo che lo porta a sentire un intenso disagio. Reazione comportamentale = ritiro fisico e verbale. L’inibizione aiuta il bambino a difendersi dalle sue paure. Non parlare in specifiche situazioni non è un comportamento manipolatorio e controllante, dunque NON un disturbo oppositivo. Il ms può essere considerato una forma di inibizione del comportamento ( Black e Uhde, 1995; Dummit ed al., 1997; Ford et al., 1998). “Congelamento” della produzione verbale come comportamento istintivo di reazione di fronte ad un pericolo percepito (Lesser e Katz, 1988). Ridefinizione eziologica: “INCAPACITA’ DI PARLARE” Nella definizione precedente era “PERSISTENTE RIFIUTO DI PARLARE” Si è abbandonata l’idea che il sintomo abbia una valenza CONSAPEVOLE e DETERMINATA LA PAURA DI PARLARE PUO’ ESSERE PARAGONATA AD UNA FOBIA. Quando il bambino prova a parlare è colto da reazioni simili ad un attacco di panico. I primi lavori sul MS enfatizzavano il legame con i comportamenti oppositivo provocatori; questi bambini venivano descritti come: MANIPOLATORI, DOMINANTI, CAPARBI. GLI STUDI PIU’ RECENTI TENDONO A SOTTOLINEARE IL LEGAME TRA MS E DISTURBI D’ANSIA (ANSIA SOCIALE). Attribuire intenzionalità nel mantenere il silenzio non fa altro che creare un clima di pressione e colpevolizzazione che ostacola la costruzione di un ambiente emotivamente favorevole all’emergere della comunicazione verbale. Eziopatogenesi • Ipotesi degli anni ’60-’70: mutismo selettivo come risposta di difesa ad un trauma. In realtà il mutismo reattivo ad un evento traumatico deve essere diagnosticato con un’altra etichetta ( Disturbo Post Traumatico Da Stress) • Studi recenti: focalizzano l’attenzione sul temperamento del bambino, insieme alle dinamiche intrafamiliari. I bambini con MS desiderano comunicare. In questo caso Marta mi racconta come vuole organizzare il suo pigiama party I bambini con MS raccontano le barzellette e giocano a “Indovina chi?” “Com’è andata la gita Noemi?” Epidemiologia • l’esordio del MS avviene solitamente all’inserimento della scuola dell’infanzia o nel primo periodo della scolarizzazione; • Prevalenza di circa 0,7 per 1000 bambini in età scolare (Schwartz, et al., 2006). Mutismo selettivo e comorbilità: • Disturbo d’ansia da separazione; • Disturbo d’ansia generalizzato; • Fobia semplice; • Tricotillomania; • L’ansia sociale e l’evitamento sociale della Fobia Sociale possono essere associati col Mutismo Selettivo. In tali casi, possono essere fatte entrambe le diagnosi. Assessment e intervento • In ambito familiare • In ambito scolastico • Con il bambino Intervento a scuola • Atteggiamento neutrale rispetto al non parlare; non fare pressioni, punire, costringere, corrompere, non creare aspettative: «Oggi riuscirai a parlarmi?»; • Utilizzare materiale alternativo (disegni, foto, scrittura); • Valutare elaborati scritti in mancanza di interrogazioni orali; • Facilitare la relazione tra pari in piccoli gruppi. • Dare una spiegazione alla classe del motivo per cui quel bambino/a non parla. A scuola… • Accettare che il bambino indichi (per es. i cibi in • • • mensa); Nella attività di circle-time evitare di fare domande a tutti ma chiedere piuttosto chi vuole intervenire; Se il bambino non comunica durante le attività in cerchio, è bene fargli fare qualcosa: distribuire fogli/materiale, mostra ciò che lui ha portato da casa…) per aumentare l’autostima; Accettare durante l’appello l’alzata di mano o lo sguardo del bambino che non parla. L’obiettivo… Non deve mai essere quello di FAR PARLARE IL BAMBINO, Ma CONSENTIRGLI DI ESSERE RILASSATO E A PROPRIO AGIO (sorridergli, passargli vicino, cercarlo con uno sguardo complice…) …Se inizia a parlare… • è più facile che il bambino inizi a parlare • coi pari, poi con le insegnanti; Non mostrare eccessivo entusiasmo o sottolineare l’evento: «Oh, finalmente sentiamo anche la voce di…» Ansia e paura… Ansia e paura non costituiscono di per sé una patologia, sono meccanismi naturali, fisiologici, che si attivano nell’organismo in risposta a sollecitazioni ambientali di PERICOLO. L’attivazione delle risposte fisiologiche di ansia e paura (dilatazione delle pupille, incremento frequenza cardiaca e respiratoria…) è la risposta normale di un organismo che si prepara a mettere in atto comportamenti di difesa e protezione. La paura può essere così intensa da impedire ogni reazione e lasciare tracce significative, influendo sui processi di pensiero. Dunque… • Sotto un profilo evolutivo-biologico la paura ha una funzione positiva indispensabile alla sopravvivenza (aumenta lo stato di vigilanza, spinge ad agire con prudenza). • Molte paure infantili sono “fisiologiche” ed universali e sono indipendenti da “reali” esperienze di pericolo (es. paura dell’estraneo, terrori notturni, animali domestici…). • Paure di pietro • Si distingue l’ansia patologica dalle normali paure basandosi su: criteri CRONOLOGICO-STATISTICI (il persistere di una normale paura oltre la sua età “fisiologica”) + Criteri di tipo COMPORTAMENTALE, considerando disfunzionale un’attivazione emotiva eccessiva nella frequenza con cui si verifica, nell’intensità con cui si manifesta e nella sua durata. Aspetti somatici… • • • • • Fatica a respirare Senso di debolezza/svenimento Bocca secca Sintomi cardiaci … per i bambini “farfalle nello stomaco”, “il cuore batte forte”, mani sudate, mal di testa. N.B. Tutti i bambini sono in grado di descrivere sintomi fisici legati alla paura, ma i bambini ansiosi sono molto più attenti al loro stato fisico e alle modificazioni che avvertono nel corpo, descrivendoli in modo preciso e dettagliato (Beidel, Christ, Long, 1991). Aspetti comportamentali • Comportamento di EVITAMENTO: tendenza a non esporsi alle situazioni temute • Rituali di rassicurazione. Aspetti cognitivi… • Nel modello cognitivo dell’ansia viene considerata centrale: L’ESAGERATA PERCEZIONE DEL PERICOLO e/o della MINACCIA + SOTTOSTIMA DELLE PROPRIE ABILITA’ DI COPING nei confronti della minaccia (Beck, 1976) • Le manifestazioni patologiche dell’ansia dipendono da: IPERATTIVAZIONE DI SCHEMI ORGANIZZATI INTORNO A TEMI DI VULNERABILITA’ E PERICOLO accompagnate da distorsioni cognitive (attenzione selettiva, catastrofizzazione, autosvalutazione) I DISTURBI D’ANSIA SECONDO IL DSM IV TR • Disturbo di panico senza agorafobia • Agorafobia senza anamnesi di disturbo di panico • Fobia specifica • Fobia sociale • Disturbo ossessivo-compulsivo • Disturbo post traumatico da stress • Disturbo acuto da stress • Disturbo d’ansia generalizzato • Disturbo d’ansia dovuto a una condizione medica generale • Disturbo d’ansia indotto da sostanze • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato Sindrome ansiosa da separazione – persistente paura di rimanere solo, riluttanza o Presenza di ansia eccessiva (inadeguata rispetto all’età e al livello di sviluppo) e specifica che concerne la separazione dai familiari cui il bambino è maggiormente legato e che non è semplicemente parte di un’ansia generalizzata estesa a più situazioni. – Esordio prima dei 18 anni, “precoce” se prima dei 6 anni. – Preoccupazioni irrealistiche circa incidenti o eventi sfavorevoli (smarrimenti, ricoveri) che allontanerebbero il bambino dai familiari stessi; rifiuto ad andare a scuola. Come si manifesta… Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone cui il soggetto è legato Paura che esse vadano via e non ritornino Preoccupazione che qualche evento possa separare il b. dal genitore Riluttanza ad andare a scuola per la paura della separazione Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino un genitore Paura a stare solo durante il giorno senza un genitore Incubi ripetuti relativi alla separazione Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di separazione Sofferenza intensa prima, durante e dopo la separazione Sintomi somatici più comuni Nausea, mal di stomaco, vomito, cefalea N.B per una diagnosi differenziale…. Il rifiuto di andare a scuola • Nella sindrome ansiosa da separazione è legata alla paura della separazione • Nella fobia scolare specifica è legata a ciò che potrebbe accadere a scuola. L’ansia di livelli anormali è focalizzata su situazioni o oggetti specifici. Fattori biologici: Non rilevanti Fattori Ambientali precipitanti: • Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico • Malattia del b. o di un genitore • Divorzio, separazione • Cambiamento di residenza • Ingresso a scuola o cambio di scuola • Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione) Fattori ambientali predisponenti: • Situazioni familiari conflittuali , fantasie di perdita • Minacce di un genitore di lasciare la famiglia • Espressione di un genitore della paura di ammalarsi o morire • Separazioni precoci vissute in modo traumatico • I genitori non sanno aiutare il b. a gestire la separazione (fattore di mantenimento), mondo esterno descritto come molto pericoloso, il bambino si vive come fragile • genitore che non riesce a stare da solo e tiene il b. per rassicurazione vicino a sé • genitore con disturbo d’ansia da separazione o problemi di panico. Prevalenza, epidemiologia e comorbilità • Prevalenza nella popolazione: 3-5 % con un picco tra i 7 e i 9 anni. • Le ricerche che studiano la prevalenza rispetto al genere non evidenziano differenze, altre affermano che esiste un rapporto di 2 a 1 tra maschi e femmine ( Levi e Sogos, 1999). • Il 78,6% dei bambini con diagnosi di disturbo d’ansia da separazione ha un disturbo tra i 19 e i 30 anni, soprattutto attacchi di panico/depressione (Lewinson, Smal et al., 2008). • Circa il 92% dei bambini con disturbo d’ansia da separazione ha anche una diagnosi di disturbo d’ansia (fobia scolare). Decorso… Pare essere correlato a: •Età di esordio •Durata dei sintomi •Comorbilità con altri disturbi ansiosi o depressivi Intervento psicologico: quali obiettivi? • Aiutare il bambino a identificare le emozioni di ansia e preoccupazione • Dare un nome e discriminare le varie tonalità • Riconoscere le attivazioni emotive di paura come uno stato corporeo discreto (prima/durante/fine) • Gestire l’ansia con strategie comportamentali efficaci. Obiettivi… • Aiutare bambino (e genitori) a rifocalizzare l’attenzione dall’esterno all’interno della relazione; • Ripristinare la comunicazione e la condivisione empatica tra madre e bambino su quest’area specifica. Strumenti…procedure cognitivo-comportamentali • Diari e schede di osservazione per analisi funzionale del sintomo (Dove? Quando? Con chi?) ; • Colloqui congiunti M/b: in famiglia chi ha più paura? E di che cosa? Chi si preoccupa di più? Per cosa o per chi? • Personaggio eroico e invenzione di un racconto; • Ricostruzione delle sequenze sintomatiche con lo schema ABC (evento attivante-convinzioni, pensieri, immagini-reazioni emotive e comportamentali). Schema ABC ed elenco delle paure DARE UN NOME ALLE EMOZIONI E RICONOSCERNE LE DIVERSE TONALITA ’ HO PAURA… I SEGNALI DEL CORPO… Strumenti… • Rilassamento muscolare e tecniche di respirazione; • Episodio in moviola…sequenza di disegni per evidenziare pensieri anticipatori, preoccupazioni, conseguenze immaginate, come il bambino si vede mentre prova ansia; • Ristrutturazione cognitiva: graduale trasformazione dei pensieri più drammatici e disfunzionali, renderli meno assolutistici, creando più possibilità di scenari; • Graduale esposizione allo stimolo temuto (immaginativa/in vivo). Intervento con i genitori… • Creare un clima accogliente, contenitivo, gettare le basi per una buona alleanza terapeutica; • Analisi storica del sintomo: esordio, durata, intensità, frequenza; DSM alla mano… • Analisi funzionale del sintomo (significato affettivo- relazionale del sintomo); • Valutazione delle dinamiche intrafamiliari e stili educativi; • Identificare i tentativi attuati fino al momento della consultazione. Caso clinico… dati anamnestici • Marco, 9 anni, frequenta la IV elementare; • Figlio unico, affetto da fibrosi cistica; • Madre con disturbo d’ansia e attacchi di panico. • Motivo della consultazione: da circa un mese il bambino presenta importanti problemi per andare a scuola: piange al risveglio, lamenta mal di pancia, vomita, chiede insistentemente di poter rimanere a casa. I sintomi permangono fino all’arrivo a scuola e a volte anche durante le prime ore di lezione. Dati anamnestici • In auto ha bisogno di continue rassicurazioni, chiede spesso alla madre: «Vieni tu a prendermi oggi?» «A che ora vieni?» «Cosa fai tu adesso?» Una volta in classe le insegnanti lo descrivono come: distratto, «assente», guarda fuori dalla finestra; presenta delle regressioni: «Sembra essere tornato indietro, alla prima elementare, ha perso le autonomie acquisite, non si toglie nemmeno la giacca…». Definizione del problema dalla prospettiva genitoriale… • Iniziale ipotesi «esterna»: scuola (compiti, insegnante); • Dall’ANALISI STORICA DEL SINTOMO emergono due episodi significativi: 1)Da circa 40 giorni la madre non lavora più, la fabbrica l’ha messa in cassaintegrazione; 2)Lite con i vicini di casa che ha molto spaventato la madre di A. tanto da mettere in vendita la casa. La prospettiva del bambino… • ABC cognitivo Episodio: «E’ MATTINO, DEVO ANDARE A SCUOLA» emozioni, pensieri, comportamenti? T. «Quali sono i tuoi pensieri quando lasci mamma ed entri in classe?» B. «… Che vengono gli uomini cattivi a casa e fanno male a mamma… oppure che mamma non viene più a prendermi» T. «Cosa faresti se potessi stare a casa?» B. «Starei sul divano seduto con mamma… un po’ piangiamo e un po’ ci coccoliamo». Elementi utili per la diagnosi: • Madre con disturbi d’ansia • La malattia cronica di Antonio • Sintomatologia e pensieri del bambino al momento della • separazione Sorta di «accudimento invertito». Grazie per l’attenzione e Buon lavoro!