DI MANUEL GANDIN M ettete insieme la celebre favola di James Matthew Barrie, sì, proprio quella di Peter Pan, con le musiche di Edoardo Bennato, altrettanto famose, dedicate a questa storia, quelle di Sono solo canzonette, ricordate? Bene, consegnate l’impasto a un direttore artistico del calibro di Arturo Brachetti e poi, via, lasciatevi andare... Verso l’isola che non c’è: ecco a voi il Peter Pan in versione musical, pronto a girare, novità assoluta, tutt’Italia. Per grandi e piccini, un teatro fatto di magia scenica e rispetto per il mondo delle fiabe, come Maurizio Colombi, regista dello spettacolo che in modo definitivo si chiama proprio Peter Pan il musical, racconta durante le ultime, “elettriche” prove prima del via. «Peter Pan è uno degli spettacoli più rappresentati nel mondo, sia nella veste di commedia sia come musical. È l’unica opera su cui l’Unione europea ha rinnovato i diritti d’autore dopo i 50 anni fatidici. Per altri 20 anni, infatti, i diritti d’autore andranno all’orfanotrofio londinese Great Ormond Street Hospital il quale, a sua volta, ci ha concesso i diritti per la messa in scena italiana». [SPETTACOLO] UNA PROPOSTA SPECIALE PER NONNI E NIPOTI 씰 Milano, Teatro degli Arcimboldi Riduzione il giorno 6 gennaio ore 21.00 Platea bassa H 37,40 (invece di H 44,00) Platea Bassa H 32,73 (invece di H 38,50) Prima Galleria H 28,05 (invece di H 33,00) Tutti i prezzi si intendono con prevendita inclusa 씰 Questo coupon vale per 2 persone fino ad esaurimento disponibilità dei biglietti ed è fruibile esclusivamente presso il botteghino del Teatro degli Arcimboldi, Viale Dell’Innovazione 1, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 12 alle 18. sentata dal volo di Peter Pan. Ho girato in tutto il mondo per vedere come le altre compagnie mostrano questo personaggio mentre vola. Sono stato a vedere i Peter Pan più celebri, da Londra a Madrid, fino a Buenos Aires. A Las Vegas ho anche interpellato l’autore del volo di Peter Pan a Broadway, un ingegnere con un’azienda in Olanda che ci ha dato una mano. Insomma, la difficoltà del volo è enorme e aumenta se si aggiunge anche che in Italia il lavoro sarà itinerante. Faccio un esempio: fra il Teatro degli Arcimboldi a Milano (spettacolo in scena fino al 7 씮 PETER PAN ADESSO VOLA IN ITALIA Per la prima volta nel nostro Paese un musical tratto dalla fiaba di Barrie, col piccolo eroe contro Uncino È la prima volta che in Italia si fa un musical su Peter Pan... «E non è tutto», aggiunge Colombi. «Questo è il primo musical sul personaggio di Barrie che va in tournée. Seguiremo una strada diversa da tutti gli altri Peter Pan, che vengono recitati in un teatro stabile. Mai nessuno aveva osato così tanto ed è facile capirne le ragioni. Peter Pan, coi suoi trucchi e le sue scenografie difficili da trasferire da un luogo all’altro, ha bisogno di teatri stabili, è uno spettacolo che inevitabilmente resta fermo. Invece stavolta siamo riusciti nell’impresa di renderlo itinerante». Con quali problemi da risolvere? «La più grande difficoltà tecnica è rappre- 44 GENNAIO 2007 CLUB3 Manuel Frattini, Peter Pan e Alice Mistroni, Wendy CLUB3 45 GENNAIO 2007 [SPETTACOLO] Arturo Brachetti, direttore artistico: «Questa è un’avventura sul bisogno dell’eterna innocenza» Il regista Maurizio Colombi e Arturo Brachetti. A destra: Alice Mistroni, Manuel Frattini e Claudio Castrogiovanni, Capitan Uncino 씮 gennaio) e il Brancaccio a Roma (dal 23 gennaio al 18 febbraio) ci sono 15 metri di differenza e questo rappresenta un problema per le scenografie e le coreografie. E il volo sarà tutto senza motori, tutto a mano. È una grande sfida, insomma, ma sono sereno perché abbiamo lavorato bene e con entusiasmo per uno spettacolo che va soprattutto alle famiglie. Di certo c’è che sarà uno show a base di “tecnologia senza fili”. Basti pensare che Peter Pan vola davvero. Non si era mai visto un personaggio volante in Italia a teatro mentre Trilly sarà presente grazie a un laser verde. Lo spettacolo sarà suonato parzialmente dal vivo con due musicisti alle tastiere elettroniche». Cosa ha voluto sottolineare del Peter Pan di Barrie? «Questa è una fiaba, e basta. Rispetto a una favola come Pinocchio, per esempio, mentre quest’ultimo dà una morale diretta, immediata, Peter Pan consegna un’eventuale morale da ricercare sottotraccia. Io ho voluto un Peter Pan più fluido e più semplice rispetto al libro. Ho cercato di mettere in teatro un cartoon con personaggi tutti sopra le righe, dunque. Alla fine risultano essere delle caricature, dei caratteri. Non siamo rimasti totalmente fedeli alla favola ma abbiamo creato una versione particolare per inserire le splendide canzoni di Bennato». E allora andiamo a sentirlo, il minuscolo Peter Pan, cioè Manuel Frattini, danzatore, cantante e attore, protagonista dei musical in Italia e, due anni fa, in scena proprio con Pinocchio: «La cosa più emozionante è DOVE FINISCONO GLI INCASSI DI PETER PAN L’isola forse non c’è ma l’ospedale sì. E ringrazia P rima era uno spettacolo teatrale. Poi divenne un libro. Ma il nome di Peter Pan è anche sinonimo di filantropia da quasi 80 anni. All’alba del ventesimo secolo, la favola del ragazzo che vola e non cresce mai, della sua amica Wendy e della fatina Trilly, del terribile Capitan Uncino e del coccodrillo che fa tic tac ebbe un successo strepitoso tanto che il suo autore James Matthew Barrie diventò lo scrittore più famoso d’Inghilterra. Nel 1929, Barrie fece un regalo inestimabile alla sua 46 GENNAIO 2007 CLUB3 istituzione preferita: donò tutti i diritti di Peter Pan al Great Ormond Street Hospital for Sick Children (comunemente chiamato Gosh), ospedale pediatrico che accoglie e cura i bambini malati venuti dalla Gran Bretagna e da ogni parte del mondo. Negli anni, quel regalo si dimostrò più prezioso di quanto lo scrittore avesse potuto immaginare: ogni volta che qualcuno metteva in scena la commedia o la portava sullo schermo (magari sotto forma di cartoon, come il mitico film di Walt Disney), o anche solo acquistava una copia del libro, era l’ospedale (e non l’autore o i suoi eredi) che diventava un po’ più ricco. Prima di morire (1937), Barrie aveva confermato per testamento la donazione al Gosh. Nel 1987, 50 anni esatti dopo la scomparsa dello scrittore, scadde il copyright in Gran Bretagna e nella maggior parte dei Paesi europei. Ma che per la prima volta volo davvero. Sono felice per la mia carriera che giudico… “da favola” visto che passo da Pinocchio a Peter Pan. E io sono affetto, come un po’ tutti, ammettiamolo, dalla sindrome di Peter Pan». Al suo fianco, sorridente, Alice Mistroni ci parla di Wendy: «Il personaggio di Wendy è più giovane di me e quindi ho dovuto “tornare indietro nel tempo” con la recitazione. Venivo da Grease e passare da quel lavoro a Peter Pan è stato come passare dal diavolo all’acqua santa. Ma è il bello del teatro. Mi sono trovata di fronte a un personaggio di ragazzina semplice, una sempliciotta, e la sfida è stata quella di trovarle un carattere. Ho lavorato non sulla macchietta della bambina ma sulla verità delle emozioni del personaggio, un lavoro da dentro a fuori. Canto due canzoni da sola e tre con Manuel e alla fine mi accorgo che sto davvero tanto in scena, visto che comincio e chiudo lo spettacolo». 씮 caso più unico che raro, il Parlamento britannico, con un emendamento inserito nella nuova legge sui diritti d’autore, autorizzò l’ospedale, finché esisteva, a percepire una percentuale degli incassi di tutte le rappresentazioni teatrali di Peter Pan e di tutti gli spettacoli ispirati all’opera di Barrie (musical, balletti, circo, fantasie sul ghiaccio). Senza dimenticare, ovviamente, le royalties per gli adattamenti cinematografici. In parole povere, una concessione perpetua. Per di più, la nuova legislazione europea sui diritti d’autore, varata nel 1995, ha esteso da 50 a 70 anni il copyright, dimodoché l’ospedale pediatrico può continuare a incassare i diritti di Peter Pan e tutte le altre opere stampate di Barrie fino al 31 dicembre 2007. Adesso, però, il Great Ormond Street Hospital dispone (per quel che riguarda la carta stampata) di una nuova fonte di introiti fino al 2076. Due anni fa, in coincidenza con il centenario della prima dell’opera di Barrie (dicembre 1904 al teatro Duke of York di Londra), l’ospedale decise di autorizzare un seguito ufficiale di Nell’altra pagina, James Matthew Barrie e l’ingresso dell’ospedale. Qui sopra: un dipinto nelle stanze dell’ospedale e la statua di Peter Pan. Peter Pan. Venne così organizzato un concorso per trovare, fra più di cento scrittori di tutto il mondo, qualcuno che facesse rivivere le avventure del ragazzo volante nell’isola di Neverland, l’Isolachenoncè. A spuntarla, presentando una scaletta della trama e un capitolo campione (vero tour de force è la “resurrezione” del Capitan Uncino il quale, alla fine dell’opera di Barrie, scompariva divorato dal coccodrillo che fa tic tac) fu la scrittrice Geraldine McCaughrean. Pubblicato nel 2006, Peter Pan e la sfida al pirata rosso ha conosciuto un successo immediato ed è già stato tradotto in trenta lingue (anche in italiano). Come il suo eroe Peter Pan, 씰 CLUB3 47 GENNAIO 2007 [SPETTACOLO] Gianmario Longoni: «Uno spettacolo che amavo da bambino e che oggi dedico alle mie figlie» 씮 Peter Pan e Wendy avranno da fare parecchio contro Claudio Castrogiovanni, felice nel suo ruolo di Capitan Uncino: «Capitan Uncino è l’emblema del “povero solo”. Si ribella alla solitudine cercando di avere tanto da fare: molto rumore per nulla. Ma, attenzione, se uccidesse Peter Pan, morirebbe anch’egli. È un personaggio che dev’essere distaccato anche se non vorrebbe e che deve lavorare molto con la fisicità e nel rapporto con gli altri. Concede qualcosa solo al fedele Spugna». Ed eccolo Spugna, Riccardo Peroni, una vita a teatro e al suo primo musical: ...ma l’ospedale sì. E ringrazia 씰 neppure James Matthew Barrie aveva voglia di crescere: da adulto misurava appena 1 metro e 52. Forse proprio per questo, e perché il suo matrimonio poco felice non era stato allietato dalla nascita di figli, lo scrittore si interessò sempre ai bambini e volle aiutare quelli che soffrivano regalando i diritti d’autore al Gosh. A quei tempi la mortalità infantile era ancora alta, soprattutto la tubercolosi mieteva vittime. Di qui l’idea di dare all’ospedale i mezzi per curare il maggior numero possibile di piccoli pazienti. Il Great Ormond Street Hospital è vicinissimo a Russell Square, nel cuore di Londra e nel quartiere di Bloomsbury, dove si trovano 48 GENNAIO 2007 CLUB3 l’università e il British Museum. Fondato nel 1852 dal dottor Charles West, disponeva, all’inizio, di soli dieci letti. Il palazzo originale, oggi adibito a uffici, ha fatto posto a un complesso di edifici che «Spugna, il più vecchio del gruppo, è un po’, se vogliamo, la badante di Capitan Uncino. Si forma così una coppia che assomiglia a quella dei clown del circo, il clown bianco e l’augusto. Per me è il primo musical in assoluto ma mi diverto molto e il divertimento è la molla giusta per poter far bene». Arturo Brachetti, stavolta dietro le quinte, racconta come si è avvicinato allo spettacolo: «Alcuni mesi fa Gianmario Longoni, condirettore artistico del Teatro Sistina, mi ha parlato di Peter Pan il musical. Ho capito subito che mi sarebbe piaciuta questa avventura, perché mi ha permesso di fantasticare su un mondo magico, sul sogno di volare, sul bisogno dell’eterna innocenza. Abbiamo voluto un Peter Pan iconografico, uscito dall’immaginario dei libri delle favole del secolo scorso, con le pagine che si aprono e mostrano una scena tridimensionale». Per Gianmario Longoni, un’altra bella avventura: «Sono fiero di aver realizzato occupa un intero isolato (è appena stata messa in cantiere la costruzione di una nuova ala) e può ricoverare fino a 350 pazienti. Vengono dalle isole britanniche e da ogni parte del mondo: i bambini stranieri sono stati il 38% l’anno scorso. Nel 2005, Una delle sale dell’ospedale sono stati ricoverati 12.000 pazienti e altri 91.000 sono stati curati come esterni nelle strutture dell’ospedale di giorno. Il Gosh mette a disposizione dei genitori anche alloggi: un centinaio di camere singole e una cinquantina di appartamenti. Nell’ospedale lavorano a tempo pieno 459 medici tra generici e pediatri, 127 specialisti, 1.056 infermieri e infermiere, 128 amministrativi, oltre ai volontari (un centinaio) e agli studenti di pediatria (400). Ricovero e cure sono gratuiti ma le famiglie che hanno i mezzi non mancano mai di fare donazioni al Children’s Charity Fund, che nel 2006 ha raccolto più di 25 milioni di sterline (oltre 37 milioni di euro). La principessa Diana, che amava occuparsi dei con dei cari amici di una vita uno spettacolo che amavo da bambino e che oggi, da genitore, dedico alle mie figlie sperando che provino le stesse emozioni». Ma Longoni ci stupisce quando azzardiamo: è un bel momento per il musical, in Italia, vero? «Per niente. Troppe scelte sono legate a facili opportunità, troppe sono le produzioni. Siamo alla fine della curva d’espansione del genere e questo produce confusione. L’esplosione del musical è più per lucro che non per amore. Ma resta il fatto che può portare a teatro chi in genere non ci va». E, magari, invitarlo a riscoprire l’isola che non c’è. 왎 bambini, è stata presidente della fondazione che gestisce l’ospedale per 8 anni, dal 1989 fino alla tragica scomparsa nel 1997. Adesso la patronessa del Gosh è la regina Elisabetta. Oltre ai donatori privati ci sono anche gli istituzionali: enti, aziende, fondazioni. L’ammontare dei fondi che il Gosh ha raccolto negli ultimi 78 anni grazie a Peter Pan è uno dei segreti meglio custoditi di tutto il Regno Unito: così aveva voluto e ottenuto J.M. Barrie. Ma dalle (poche) indiscrezioni si desume che i proventi del copyright rappresentino più del 10% del totale delle donazioni. Peter Pan è stato e resta il principale benefattore del Gosh. E difatti il ragazzo volante è onnipresente nell’ospedale. Una statua di bronzo all’ingresso principale in Great Ormond Street, un’altra in un cortile interno. Sulle pareti del refettorio, una serie di affreschi mette in scena i personaggi della favola, compreso il coccodrillo. Nella bellissima cappella dell’ospedale si possono vedere decine di orsacchiotti, conigli e altri peluche (molti raffigurano i personaggi di Peter Pan ) lasciati dai pazienti o dai loro genitori. Manca, stranamente, una statua (o un busto) del filantropo J.M. Barrie, presente soltanto in fotografia. A Londra c’è una terza, più famosa statua di Peter Pan, a Kensington Gardens, dove Barrie amava passeggiare e raccontare storie ai bambini che giocavano nel parco: lì inventò la favola del ragazzo volante. I piccoli pazienti ricoverati al Gosh, specialmente gli stranieri, sono spesso affetti da malattie rare, o giudicate incurabili dai medici dei loro Paesi d’origine. Il numero dei bambini inviati a curarsi in Inghilterra è cresciuto moltissimo negli ultimi anni, tanto che il Gosh ha organizzato una stretta collaborazione con altri 14 ospedali in Gran Bretagna e in Irlanda. I medici del Great Ormond Street Hospital hanno la fama di “fare miracoli”, come dimostra l’album di fotografie dei piccini dati per spacciati e che invece sono stati salvati. La commovente galleria si può vedere anche sul sito dell’ospedale: www.gosh.org. Fra loro c’è un italiano, Mario Iannone: nel 1980, quando aveva 12 anni, gli avevano dato tre mesi di vita; 26 anni più tardi è vivo e vegeto. Thank you anzi, grazie, Peter Pan… Paolo Romani. Foto Liam White CLUB3 49 GENNAIO 2007