Diabete n° 56 - ADM Associazione Diabetici Modenesi

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Diabete & Dintorni
IInostri
nostri
di
di
nostriI Medici
MediciMedici
diRiferimento
Riferimento
Riferimento
I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si
I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si
impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento.
impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento.
E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM
E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM
I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si
impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento.
E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM.
L’Oculista:
:: Dott.
Alessandro
GASPARIN
L’Oculista
L’Oculista:
Dott.
Alessandro
GASPARIN
L’Oculista
Poliambulatorio Privato Gulliver – Via Emilio Po 10 – 41126 Modena
Poliambulatorio Privato Tel.
Gulliver
Via Emilio Po 10 – 41126 Modena
059 -–820204
Tel.€.059
- 820204
40,00
€. 40,00
Corso Canalchiaro 137 - 41121 MODENA
Tel. 340 - 4609275
€. 100,00 (prima visita) €. 70,00 (visita di controllo)
Via A. Grandi 216 41122 MODENA
Via A. Grandi
216 41122 MODENA
Tel. ……………
Tel. ……………
Dott. Matteo REBECCHI - Dietologo
IlIlDietologo:
Dietologo: Dott.
Dott.Matteo
MatteoREBECCHI
REBECCHI
Dott.
Dott. Alessandro GASPARIN - Oculista
Poliambulatorio Privato Gulliver – Via Emilio Po 10 – 41126 Modena
Tel. 059 - 820204
€. 40,00
Dott.
Dott. Luigi MAGNANO - Dentista
Viale A. Gramsci 193 - 41122 MODENA
Tel. 059 - 311138
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Dott.
Dott. Ed. PESCATORI - Urologo/Andrologo
Hesperia Hospital - Via Arquà 80/A - 41126 Modena
Tel. 059 - 449191
€. 95,00 (prima visita) €. 70,00 (visita di controllo)
Organo di informazione dell’Associazione Diabetici Modenesi
Organo di informazione dell’Associazione Diabetici Modenesi
Direttore Responsabile
Conto Corrente Postale
Grafica e Stampa
DirettoreBoschini
Responsabile
Conto
Corrente Postale
Grafica
e Stampa
Cristina
10005411
Stampato
in proprio
Cristina Boschini
10005411
Stampato in proprio
Redazione e Amministrazione
Proprietà
Redazione
e Amministrazione
Proprietà
Piazza
della Liberazione
13
Associazione Diabetici
Modenesi
Piazza
dellaEst
Liberazione
13
Associazione
Modenesi
Villaggio
Modena
41122 MODENA
Reg. Trib.
di Modena Diabetici
n° 1382 del
7.4.1997
Villaggio Modena Est 41122 MODENA
Reg. Trib. di Modena n° 1382 del 7.4.1997
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Diabete & Dintorni
Nuovo assetto dell’ADM
Informazione agli Associati
Gentili Amici diabetici,
L’ADM - Associazione Diabetici Modenesi - da un mese a questa parte, si è data un
nuovo assetto interno con lo scopo di rispondere meglio alle esigenze di tutti i diabetici.
Nel Consiglio Direttivo, eletto appena cinque mesi fa, si erano palesate divergenze di
opinioni sul modo di pensare l’Associazione e la sua conduzione.
Stante così le cose, a metà aprile 2012 l’Organo di governo dell’ADM si è riunito per
discutere e trovare una soluzione che mettesse da parte le singole opinioni dei Consiglieri e
determinare un nuovo assetto di guida dell’Associazione stessa.
Il Presidente dell’Associazione, Salvatore BRUNO, ha proposto ai Consiglieri la
formazione di una Terna al governo del nostro Sodalizio. Questa Terna è stata poi denominata
UFFICIO DI PRESIDENZA.
La proposta del Presidente Bruno ha trovato il consenso del Vice Presidente Dr. Luigi
Magnano, il nostro Consulente Medico, della Segretaria – Tesoriera M.Cristina Gibertini (che
tutti conosciamo perchè è stata Capo Sala Coordinatrice del Servizio di Diabetologia
dell’Ospedale Estense di Modena), dei Consiglieri Giorgiucci Guido e della moglie, anche lei
Consigliere, Stella Zanotti.
Si è discusso a lungo sui poteri da conferire al nuovo Organo di Governo e alla fine è
stato deciso - con l’accordo di tutti - di dare alla Terna che sarebbe scaturita dalla votazione i
più ampi poteri di direzione e comando per dare continuità d’azione all’Associazione e
completare il triennio di governo..
Sono risultati eletti il Dr. Magnano con cinque voti, M. Cristina Gibertini con tre voti,
Salvatore Bruno con tre voti.
I tre eletti, che hanno funzioni paritetiche e devono essere d’accordo in tre per prendere
decisioni, hanno fatto solenne promessa di mettere il massimo impegno nella conduzione
dell’Associazione allo scopo di tutelare i diritti di tutti i diabetici.
Le Autorità Sanitarie, Politiche ed Amministrative modenesi sono state informate del
cambiamento avvenuto all’apice dell’ADM.
L’Ufficio di Presidenza desidera ringraziare quanti si sono impegnati nel dare il
loro consenso in una scelta che è risultata non facile che, però, va a favore di tutte le
Persone con diabete.
Il nostro unico nemico è il diabete. NON ABBIAMO ALTRI NEMICI.
L’Ufficio di Presidenza dell’ADM.
Modena, Maggio 2012
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Diabete & Dintorni
Straess e Diabete
Cos’è lo stress e quale correlazione ha con l’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue?
In tutti i mammiferi lo stress è detto come “la risposta non specifica del corpo a qualunque domanda posta ad
esso”. Le “domande”, o stimoli che producono stress, sono di vario tipo:
•
emorragie,
•
infezioni,
•
esposizioni a caldo e a freddo,
•
eccessivo esercizio fisico,
•
ipossia (scarsa quantità di ossigeno),
•
stati emozionali (ad esempio la rabbia).
Le “risposte” del corpo sono di tre livelli:
•
Allarme (risposta immediata, reazione d’emergenza di Cannon: stress acuto), presenta al livelli di
glucocorticoidi in circolo, dovuto alla produzione di ACTH (ormoni) dovuto alla stimolazione delle
ghiandole surrenali da parte delle catecolamine (sono sostanze che raggiungono le sedi di azione non
trasportate dal circolo sanguigno, bensì per diffusione attraverso i fluidi interstiziali). In questa prima
fase a causa delle catecolamine si hanno i seguenti effetti:
iperglicemia, dovuto a glicogenolisi epatica (glicogeno è la forma in cui viene conservato il
glucosio, ed il fegato la maggiore riserva assieme ai muscoli; viene quindi “rotto” per riottenere
glucosio) e gluconeogenesi epatica;
incremento attività cardiaca;
stimolo ventilazione polmonare dilatando i bronchi;
riduzione produzione di urina;
piloerezione (es. gatto col pelo arruffato).
•
Resistenza (se continua l’esposizione allo stimolo stressogeno), presenta livelli ancora maggiori di
glucocorticoidi e adattamento dell’organismo allo stress;
•
Esaurimento (se l’esposizione allo stress diventa eccessivamente prolungata),
debilitamento e può concludersi con la morte dell’organismo.
si ha generale
Le fasi di Resistenza e Esaurimento sono riconducibili a Stress cronico (Sindrome di Selye) e sono
caratterizzate da alti livelli di glucocorticoidi (effetto immunosoppressivo, “bloccano il sistema immunitario”) la
cui produzione è stimolata dalla morfina endogena attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi (effetto analgesico
“bloccano il dolore”) prodotta dal sistema nervoso. In questo modo l’organismo è così in condizioni di tornare in
uno stato di normalità, pronto per affrontare una nuova condizione di stress.
Da notarsi che il filo che collega stress (stati emozionali) e livelli alti di glicemia nel diabetico è proprio la
risposta di Allarme.
Dott. Vittorio Melotti (biotecnologo
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Diabete & Dintorni
L’ASSOCIAZIONE DIABETICI MODENESI
SI MANTIENE ESCLUSIVAMENTE CON LE QUOTE
DEI SUOI ISCRITTI E CON I CONTRIBUTI NON
DETERMINANTI DERIVANTI DALLA PUBBLICITA’
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ASSOCIAZIONE
DIABETICI MODENESI
CODICE FISCALE: 9000 3520 369
PREVENZIONE DEL GLAUCOMA
Data la gravità di questa patologia, è indispensabile eseguire almeno visita oculistica
completa all’anno; perchè il FOO (fondo dell’occhio) prescritto dal medico
diabetologo è soltanto una parte della visita oculistica, in quanto questo esame
evidenzia soltanto lo stato della retina e null’altro!
LEGGI L’ARTICOLO A PAGINA 9.
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Diabete & Dintorni
Curarsi oggi
L’autocontrollo
Strumento chiave nella cura del diabete
Importanti studi clinici (primi fra tutti DCCT ed UKPDS) hanno dimostrato l’importanza
dello stretto controllo metabolico nella prevenzione delle complicanze croniche del
diabete.
Esiste un ampio consenso sul fatto che il mantenimento di livelli glicemici ottimali ha un
effetto benefico sullo stato di salute, sulla qualità e sulle aspettative di vita.
Tutte le persone con diabete dovrebbero quindi cercare di raggiungere e mantenere gli obiettivi
glicemici adatti.
Certamente non si tratta solo di aumentare il numero di somministrazioni di insulina o di
aumentare il numero di farmaci da somministrare. La terapia intensiva del diabete deve avere
lo scopo di raggiungere dei valori quasi normali di glicemia e di poterli mantenere nel tempo.
Perché questo possa avvenire è necessario che il paziente possa svolgere un ruolo attivo nelle
decisioni cliniche quotidiane. È pertanto indispensabile un programma continuo di valutazione,
istruzione e motivazione del paziente, con cui occorre definire e concordare gli obiettivi da
raggiungere, sviluppando dei protocolli terapeutici individualizzati e concordati, facendo in
modo che il paziente sia in grado di gestire la terapia in funzione dei valori glicemici, dell’attività
fisica e dell’alimentazione.
Per poter far questo è necessario che il paziente conosca come funziona l’insulina o
come funzionano gli ipoglicemizzanti orali, come adeguare la terapia ai valori glicemici, come
gestire correttamente l’alimentazione, come comportarsi in situazioni particolari.
In questa ottica il monitoraggio domiciliare, oltre alla mera valutazione del valore
glicemico, può assumere un ruolo educativo centrale. Sicuramente rimangono gli obiettivi
clinici. L’autocontrollo domiciliare della glicemia permetterà sia al medico sia al paziente di
poter valutare correttamente il grado di controllo metabolico, di impostare e personalizzare la
terapia farmacologia, di migliorare l’esito clinico.
Obiettivi Clinici
·raggiungere e mantenere determinati goals glicemici;
·operare variazioni mirate della terapia farmacologica (insulinica), della dieta e dell’esercizio
fisico;
·rilevare episodi di ipoglicemia;
·rilevare eccessivi aumenti della glicemia.
Obiettivi Educativi
·impostare una relazione terapeutica efficace;
·patteggiare tra i bisogni di cura e quelli del paziente;
·dimostrare le situazioni a rischio e operare per la risoluzione di problemi;
·identificare obiettivi semplici e accessibili.
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Diabete & Dintorni
L’Autocontrollo nel
diabete tipo 1 e 2
Diabete tipo 1
L’auto monitoraggio della glicemia è associato ad un miglioramento del controllo metabolico nei pazienti
con diabete di tipo 1, in quanto permette un accurato aggiustamento delle dosi di insulina
Sono numerose le evidenze che dimostrano come l’auto monitoraggio della glicemia è associato ad un
miglioramento del controllo metabolico nei pazienti con diabete di tipo 1, permettendo un accurato aggiustamento
delle dosi di insulina, da parte del medico, ma soprattutto dando la possibilità al paziente di autocorreggere le dosi
di insulina in base al valore rilevato. Per far questo il paziente dovrà conoscere il proprio fattore di correzione, il
proprio rapporto insulina carboidrati, e saper gestire adeguatamente l’attività fisica.
Questo è fondamentale, perché, solo nei pazienti in grado di aggiustare le dosi di insulina in base al
valore della glicemia, un’elevata frequenza dell’autocontrollo si associa ad un miglioramento del controllo
metabolico.
In situazioni quali scompenso, variazioni della terapia, variazioni dello stile di vita, gravidanza, modifiche
della terapia sarà necessario aumentare ulteriormente il numero dei controlli (prima e dopo il pasto, prima di
coricarsi, durante la notte).
Le raccomandazioni all’utilizzo dell’autocontrollo domiciliare della glicemia proposto dalla Associazione
Medici Diabetologi e dalla Società Italiana di Diabetologia prevedono nei pazienti insulino-trattati un numero di
controlli pari a 4 al dì nei pazienti in terapia intensiva ed un numero pari al numero di somministrazioni di insulina
aumentato del 20% per quelli non in terapia intensiva.
La frequenza dei controlli deve diventare illimitata in caso di scompenso metabolico o di malattie
intercorrenti, per un numero limitato di tempo o comunque laddove il diabetologo lo ritenga necessario.
Recenti studi evidenziano come la "variabilità" glicemica possa avere un ruolo nella genesi dei danni
dell’iperglicemia: se questa ipotesi fosse confermata è evidente come solo attraverso la valutazione dei dati
dell’autocontrollo si potranno calcolare degli indici di variabilità (deviazione standard, indice di variabilità iper/
ipoglicemica e altri più complessi).
Diabete tipo 2
Le considerazioni fatte per il diabete di tipo 1 possono essere estese anche ai pazienti con diabete di tipo
2 insulino-trattati che siano in grado di gestire correttamente le variazioni della terapia insulinica in base ai valori
glicemici rilevati.
Nei pazienti non insulino-trattati, che non sono in grado di adeguare la terapia dietetica e farmacologia in
base al valore glicemico rilevato, l’automonitoraggio della glicemia è in grado di migliorare il controllo metabolico?
Esistono numerosi studi che evidenziano come, anche in questi pazienti, l’introduzione
dell’automonitoraggio della glicemia è in grado di migliorare in modo significativo l’HbA1c, rispetto a gruppi di
controllo. D’altra parte altri studi su pazienti in terapia dietetica e/o con farmaci orali non hanno registrato effetti
positivi dell’autocontrollo. In sintesi si può affermare nei pazienti non insulino-trattati l’automonitoraggio della
glicemia ha effetti più favorevoli se viene inserito in un programma educativo che permetta al paziente di
utilizzare in prima persona i valori della glicemia (es. per verificare l’effetto della quantità e qualità di vari alimenti o
dell’esercizio fisico sui valori di glicemia). In questo modo l’automonitoraggio può assumere un grande valore
educativo.
Le raccomandazioni delle Società Scientifiche suggeriscono che nei pazienti trattati con farmaci
secretagoghi (che stimolano la secrezione di insulina e che quindi possono determinare un rischio di ipoglicemia)
deve essere previsto un numero di controlli pari ad un profilo settimanale. Tale numero va aumentato ad almeno
due al dì in presenza di rischio elevato ipoglicemia e sue gravi conseguenze (coronaropatia, vasculopatia
cerebrale, retinopatia proliferante) ed un uso illimitato in caso di scompenso metabolico o di malattie intercorrenti.
Il documento sottolinea come nei pazienti trattati con solo dieta o con farmaci insulino-sensibilizzanti
(metformina, glitazonici) non esistano evidenze scientifiche, che dimostrino l’utilità dell’autocontrollo della glicemia
per ottimizzare il controllo metabolico, con unica eccezione: le pazienti affette da diabete gestazionale, alle quali
deve essere garantito l’automonitoraggio per poter valutare se e quando sia necessario iniziare una terapia
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Diabete & Dintorni
Quando il diabete
è donna
Le problematiche del diabete... al femminile
Sei in menopausa? Cammina!
Intorno ai 50-52 anni (ma l’età può variare anche di molto) l’attività delle ovaie si interrompe e la donna
smette di essere fertile.
La menopausa vera e propria è dichiarata dopo un anno di mancate mestruazioni; è quindi preceduta
da una fase più o meno lunga di premenopausa, «e questa fase, dal punto di vista metabolico, ha effetti
ancora più importanti della menopausa vera e propria», ricorda Emanuela Orsi.
A differenza del diabete di tipo 1, che anticipa sia l’inizio che la fine dell’età fertile, il diabete di tipo 2
non incide sull’appuntamento con la menopausa. E in senso stretto non la rende nemmeno più veloce o
più ‘destabilizzante’ per l’organismo: vampate di calore, secchezza, sbalzi di umore sono egualmente
probabili nelle donne con e senza diabete. È possibile invece un peggioramento o un’instabilità del
controllo glicemico. «Chi è in terapia insulinica o con secretagoghi potrebbe scambiare gli effetti della
premenopausa per segni di ipo o iperglicemia e viceversa», sottolinea Emanuela Orsi, «ma il vero
problema sono le conseguenze metaboliche: di questa fase la premenopausa e la menopausa
rappresentano un colpo di acceleratore nell’invecchiamento metabolico».
Francesca Novara, responsabile dell’ambulatorio di Diabetologia presso l’Azienda USL 9
Poliambulatorio 2 di Trapani.
«La menopausa ha un effetto diabetogeno: aumenta la probabilità di sviluppare il diabete», ricorda
Donatella Zavaroni; «il calo degli estrogeni modifica la distribuzione del tessuto adiposo». anche la
sua composizione cambia: «si liberano acidi grassi e la quantità di insulina, di glucosio e di trigliceridi
presenti nel sangue aumenta assai velocemente». «Col calo degli estrogeni», sottolinea Emanuela
Orsi, «si modifica la di-stribuzione del tessuto adiposo, che tende ad accumularsi a livello addominale
periviscerale. Questa è la zona più pericolosa perché predispone all’insulinoresistenza e agli eventi
cardiovascolari». «Fino alla menopausa possiamo dire che le femmine godono di una ‘protezione’
dovuta agli estrogeni, che si traduce in un rischio di ictus e infarti significativamente inferiore a quello
dei maschi», riassume Donatella Zavaroni; «nelle donne con diabete questa protezione non esiste. Il
loro rischio è in tutte le età simile a quello dei maschi». «Le donne con diabete, presentano un
aumentato rischio anche in età fertile, rispetto alle non diabetiche», ammette Emanuela Orsi. «Inoltre,
con la menopausa la produzione di radicali liberi, responsabili degli effetti di invecchiamento dei vasi,
aumenta nettamente con la riduzione degli estrogeni».
Angela Napoli, ricercatrice presso la II facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma, lavora
nella UOC di Diabetologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma.
Intervenire è possibile.
Per fortuna è possibile contrastare, se non la perdita della fertilità, tutte le altre conseguenze della
premenopausa e della menopausa. la regola d’oro ancora una volta è: camminare. «Un esercizio fisico
costante fa consumare calorie, migliora la sensibilità all’insulina, favorisce il mantenimento e lo sviluppo
della massa muscolare, contrasta l’aumento di massa grassa e aiuta a riequilibrare il colesterolo: in
menopausa infatti si riduce l’Hdl e aumentano sia l’Ldl sia le poco note e ‘cattivissime’ Lpa» elenca
Emanuela Orsi che è segretario scientifico della Sid (Socieà italiana di diabetologia).
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Diabete & Dintorni
Occhio… all’occhio
Il Glaucoma
Che cos’è
Il glaucoma rappresenta una delle complicanze acute più tardive in corso di diabete mellito e si
caratterizza per un aumento della pressione all’interno dell’occhio con successivi difetti del campo visivo.
Da che cosa dipende la pressione endoculare?
La pressione endoculare dipende dal rapporto tra la quantità di umore acqueo che si forma e quello che viene
riassorbito. L’umor acqueo è un liquido trasparente presente nell’occhio che ha funzioni refrattive, umettanti e
nutritive soprattutto per cristallino e cornea. La forma più frequente di glaucoma in corso di diabete è il cosiddetto
glaucoma neovascolare, che rappresenta di norma una complicanza tardiva della retinopatia diabetica
proliferante: si instaura quando i vasi sanguigni di nuova formazione vanno a occludere i canali di deflusso
dell’umor acqueo impedendone il normale riassorbimento e aumentando quindi la pressione a cui è soggetto
l’occhio.
Che cosa causa l’aumento di pressione?
L’aumento della pressione all’interno dell’occhio danneggia progressivamente le fibre del nervo ottico che
trasmette le nostre percezioni visive di un oggetto e il suo campo visivo dalla retina al cervello. Non è facile
accorgersi subito del danno perché questo inizialmente colpisce le fibre che trasmettono le immagini più
periferiche di quanto si percepisce, restringendo solo il campo visivo ma lasciando la piena visione dell’oggetto
che si sta fissando. Successivamente se il danno continua verranno danneggiate anche le fibre ottiche che
provengono dall’area della retina con cui si fissa l’oggetto e quindi si avrà una riduzione percepibile dell’acuità
visiva. Il danno se viene trascurato progredisce e può portare alla cecità completa.
Qual è la sintomatologia?
I sintomi principali - in genere non percepibili nelle prime fasi - sono dolore all’occhio, riduzione e alterazioni del
campo visivo.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi precoce del glaucoma deve essere fatta dall’oculista. Per questo è importate farsi visitare
regolarmente. Durante la visita l’oculista controlla tre parametri principali per la diagnosi di glaucoma
1) la pressione intraoculare,
2) l’aspetto del nervo ottico (l’esame avviene utilizzando l’oftalmoscopio che è in grado di evidenziare anche danni
iniziali) e infine
3) la perimetria computerizzata. Si tratta di una metodica recente che consente di valutare in modo accurato la
sensibilità delle diverse zone della retina evidenziando quindi in modo precoce eventuali zone danneggiate.
Esiste una cura?
Più è precoce la diagnosi e più sarà efficace la cura. I controlli regolari sono una buona abitudine per monitorare
la situazione e il buon controllo del tuo diabete e dei valori pressori rallentano la progressione del danno.
La cura del glaucoma prevede in genere l’instillazione oculare di gocce alcune volte al giorno ed eventualmente
un trattamento per via orale. Affinché la cura sia efficace è indispensabile aderirvi pienamente seguendo con
scrupolo le indicazioni ricevute dal medico continuando a farlo nel tempo e con i dosaggi consigliati.
Nei casi in cui la terapia orale ed endoculare non sia efficace si ricorre alla chirurgia. Quando non sia richiesta
l’incisione dell’occhio per aprire un canale alternativo dell’umor acqueo viene utilizzata la terapia laser. In caso
contrario si esegue un intervento di chirurgia classica. In entrambi i casi le complicanze sono rare. Se la diagnosi
è precoce questi tipi di interventi consentono in genere di mantenere la pressione endoculare sotto controllo
salvaguardando la vista del soggetto diabetico.
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Diabete & Dintorni
Il diabete
in età pediatrica
Dott.Riccardo Schiaffini
Il Diabete è una malattia cronica caratterizzata da un aumento dello zucchero nel sangue.
Che cosa è il diabete?
Si definisce diabete mellito una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, aumento dello
zucchero (glucosio) nel sangue.
Nei bambini la forma piú frequente é costituita dal diabete mellito di tipo I, in cui vi é una carenza
assoluta di insulina, ormone (prodotto da alcune cellule del pancreas) necessario per mantenere
normale il livello di glicemia.
Esistono altre forme di diabete che, in misura minore, possono interessare l’etá pediatrica:
·il diabete mellito di tipo II, che, tipico dell’età adulta, presenta un’incidenza in aumento anche nei
bambini;
·il MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), forma genetica – familiare;
·il diabete secondario ad altre patologie (fibrosi cistica, malattie endocrinologiche, etc.) o legato
all’assunzione di terapia cortisonica cronica.
Quanto è frequente il diabete di tipo I?
Sebbene sia la forma più frequente nei bambini, in generale il diabete mellito di tipo I non è
molto frequente (incidenza annua media nell’Italia non insulare di 8.1/100.000/anno) e si presenta con
maggior frequenza nelle femmine (rapporto 1.5). In Sardegna, però, l’incidenza annua di diabete di tipo
I é circa 4-5 volte piú elevata.
Quale è la causa del diabete di tipo I?
La causa del diabete di tipo I non è ancora nota (si fanno solo ipotesi su cause genetiche e/o
cause ambientali).
È invece noto il meccanismo specifico che porta alla carenza di insulina: si tratta di un processo
di “autodistruzione” delle cellule pancreatiche che producono insulina.
In particolare, alcune cellule del sistema immunitario (i linfociti) iniziano ad aggredire (così come fanno
normalmente contro i virus e i batteri che causano le comuni malattie infettive) alcune cellule del
pancreas (solo quelle che producono insulina) fino a distruggerle completamente.
Di conseguenza, vengono prodotti nel sangue alcuni autoanticorpi, anticorpi diretti contro
particelle specifiche del proprio organismo, che sono importanti indicatori di malattia o “pre-malattia”.
Per tali motivi il diabete mellito di tipo I viene classificato tra le patologie cosiddette “autoimmuni”.
Quali problemi può determinare e quali sono i sintomi?
La carenza assoluta di insulina è incompatibile con la vita: una diagnosi precoce ed un
trattamento insulinico tempestivo sono di notevole importanza.
I sintomi principali di allarme che necessitano di una consultazione medica sono:
·la poliuria (aumento della quantità di urine con aumento della frequenza delle minzioni);
·la polidipsia (sete eccessiva con aumento dell’assunzione di liquidi);
·la polifagia (fame eccessiva con aumento dell’assunzione di cibo);
·il dimagrimento;
·i dolori addominali non riconducibili ad altre patologie.
Nei casi più gravi può essere presente uno stato confusionale, l’alterazione di alcune
funzioni mentali, fino al coma (coma chetoacidosico).
10
Diabete & Dintorni
Quali sono i rischi?
Superata la fase critica ed acuta dell’inizio della malattia ed impostata una corretta terapia
insulinica, il bambino affetto da diabete di tipo I puó continuare senza problemi tutte le attivitá tipiche
della sua etá, senza alcuna particolare limitazione, fatta eccezione per l’assunzione smisurata di dolci.
È necessario mantenere buoni livelli di glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) poiché
una glicemia elevata per lunghi periodi (iperglicemia cronica), dovuta ad un diabete mal controllato, puó
causare dei danni più o meno reversibili a carico dei piccoli vasi sanguigni, soprattutto in alcuni distretti
dell’organismo (in particolare la retina, il rene, il sistema nervoso).
Vengono così a determinarsi quelle che si chiamano “complicanze microvascolari del diabete di
tipo I”, malattie importanti che danneggiano l’occhio (retinopatia diabetica), il rene (nefropatia diabetica)
ed il sistema nervoso (neuropatia diabetica).
Mantenendo un buon controllo delle glicemie ed aiutando i piccoli pazienti e le famiglie a gestire
anche autonomamente la malattia, queste complicanze possono essere prevenute e/o rallentate.
Cosa fare e quali accertamenti eseguire?
Un genitore che individui nel proprio bambino i sintomi sopra citati (aumento della sete, aumento
della quantità delle urine, aumento della fame, etc.) deve rivolgersi al proprio pediatra di famiglia oppure
direttamente ad un centro specializzato di diabetologia o endocrinologia pediatrica. Nei casi piú seri è
bene rivolgersi direttamente ad un DEA o Primo Soccorso.
La diagnosi é semplice, essendo inizialmente sufficiente la valutazione della glicemia.
Per confermare ed approfondire la diagnosi possono essere utili altri esami piú specialistici
(Autoimmunitá pancreatica, Peptide C, Emogasanalisi, etc.).
Esiste una terapia?
È assolutamente necessario effettuare la terapia il piú tempestivamente e correttamente
possibile.
La terapia farmacologica del diabete di tipo I é l’insulina.
Questa deve essere somministrata piú volte al giorno (in genere 3 o 4) mediante una iniezione
sottocutanea (attualmente si usano dispositivi iniettori a “penna” molto pratici e semplici da utilizzare);
esiste anche un’altra modalitá di somministrazione dell’insulina mediante una pompa di infusione
continua (microinfusore) che infonde nel tessuto sottocutaneo insulina 24 ore su 24. La quantità di
insulina che bisogna somministrare puó variare in base alle attivitá del bambino ed anche in relazione
all’etá.
Ad oggi non esistono per questo tipo di diabete altre terapie oltre a quella insulinica.
Sono disponibili diversi tipi di insulina (ultrarapida, rapida, intermedia, lenta) da somministrare in diversi
momenti della giornata.
Altri cardini terapeutici si basano su:
·l’educazione alla gestione autonoma della malattia e all’autocontrollo delle glicemie a domicilio;
·la pratica di una attività fisica regolare;
·una regolare ed equilibrata alimentazione.
Quali sono gli obiettivi della terapia?
La terapia insulinica deve avere come obiettivo primario quello di ristabilire un soddisfacente
equilibrio glicemico, vale a dire di riportare e mantenere le glicemie il piú possibile in un ambito di
normalità.
L’educazione alla gestione autonoma del diabete da parte delle famiglie dei bambini
affetti si pone, invece, l’obiettivo principale di migliorare sensibilmente la qualità di vita. ***
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Diabete & Dintorni
PREVENZIONE
attualità
La Sessualità
cura dei piedi
i falsi miti sul diabete
I piedi sono chiamati a reggere il nostro peso tutto il giorno e sono esposti a colpi e
sofferenze di vario genere. Chi ha il diabete sa di doversene prendere cura con estrema
Argomento vasto e misterioso, la sessualitàattenzione…
resiste ad ogni tentativo di classificazione, per cui più se
ne parla e meno se ne sa. Meglio parlarne con le persone giuste…
Trascurare i piedi, per un diabetico, significa rischiare di avere problemi molto seri, nel corso
degli anni.sessuale
Le estremità
di chi
di questa
infatti, sisono
più facilmente
soggette
L’intimità
appartiene
alla soffre
sfera privata
ma è patologia,
vero che, quando
presentano
dei problemi,
avere
alle
infezioni
per
via
dell’elevato
livello
di
zucchero
nel
sangue
che
riduce
l´efficacia
della
difesa
informazioni serie e competenti è necessario per evitare inutili stati d’ansia. È il caso di chi è affetto
da
delle
cellule
contro
i
batteri.
Inoltre
la
possibile
progressiva
riduzione
del
flusso
di
sangue
verso
diabete, quando riceve informazioni incomplete o generaliste che possono far nascere fantasmi e
gli
arti inferiori,talvolta
dovuto
al restringimento
delle
arterie, eproblemi
il danneggiamento
delle terminazioni
preoccupazioni
infondati
o viceversa far
sottovalutare
risolvibili se affrontati
in tempo.
nervose,
portano
ad
unaridotta
sensibilità
nei
piedi,
favorendo
la
comparsa
di
lesioni
di cui, a
Non si vuole assolutamente minimizzare il problema: il diabete annovera, tra le complicanze possibili,
il
tutta
prima,
non
ci
si
accorge.
Questi
stessi
fattori,
legati
alla
circolazione,
rendono
più
difficile
danneggiamento dei nervi (neuropatie) e dei vasi sanguigni (angiopatie e disturbi cardiovascolari).
Per
e
lungamotivo,
la cicatrizzazione
delle feritesulla
e lafunzione
cura delle
infezioni.
questo
può avere conseguenze
sessuale,
sia maschile sia femminile. La più temuta
Vediamo
cosa
faremeglio
per garantire,
a lungo,
la salute
dei nostri
piedi:è quella erettile: l’uomo che ne è
(ma non per
questo
conosciuta)
disfunzione
collegata
al diabete
·affettoSottoponiti
a
controlli
medici
periodici:
mostra
al
medico
ogni piccola
ferita,
non riesce ad avere un rapporto completo e soddisfacente con la propria
compagna.
Se neanche
parla
insignificante,
al piede fastidiosa
o alle unghie;
comunicagli
senti dolore
oppure
polpacci,
se
meno ma è ugualmente
la complicanza
chese
riguarda
invece ailepiedi
donne,
ovveroaiuna
riduzione
percepisci
formicolii
o
una
diversa
sensibilità
tra
un
piede
e
l’altro.
della lubrificazione vaginale che rende più difficili e dolorosi i rapporti, aumentando il rischio di
·infezioni.
Ispeziona spesso i tuoi piedi, magari usando uno specchio per controllare le piante, e
lavali
acqua
tiepidamedico,
(mai troppo
calda)qui
e sapone,
poi cura
di asciugarli
Senza ogni
volergiorno,
entrarecon
nello
specifico
vogliamo
portare avendo
l’attenzione
su tutto
ciò che
molto
bene,
soprattutto
tra
le
dita.
contribuisce a complicare il problema, negandolo oppure ingigantendolo, anziché aiutare a dargli le
·giusteMantienili
asciutti, idratati
e puliti:
usa creme idratanti, per evitare che si formino
dimensionisempre
così da affrontarlo
con i mezzi
a disposizione.
tagli
e feritedinella
pellesisecca.
È meglio
evitarecome
pediluvi,
disinfettanti,
tintura
di iodioe,enei
alcool
Le difficoltà
erezione
presentano
inizialmente
un problema
saltuario
e/o parziale
casi
perché
aumentano
la
secchezza
della
pelle.
destinati a complicarsi, possono passare anni prima che il problema richieda di essere affrontato
·farmacologicamente.
Durante la pedicure,
evita l´uso
di forbici
o di oggetti
per esempio
le unghie,
i calli o i
Una diagnosi
precoce
e un corretto
stile taglienti
di vita, per
cominciando
duroni.
Usa la del
lima
di carta
per accorciare
unghie (non contrastare
devono essere
né troppo
lunghe
dall’abolizione
fumo
e dell’alcool,
possonoleefficacemente
l’insorgere
di questo
tipo né
di
troppo
corte)
e
puliscile
con
una
spazzolina
morbida.
Evita
l´uso
di
medicazioni
ingombranti,
complicanza. Prima si riconosce il problema (e non solo il suo fantasma) e prima ci si può informare e di
si
callifughi
e
di
cerotti
che
possono
essere
irritanti
per
la
pelle.
Non
bisogna
mai
tagliare
o
possono prendere le misure necessarie. Ad esempio, è importante che soprattutto le persone in
bucare
eventuali
bolle
o
vescicole.
trattamento farmacologico (con farmaci orali o insulina) sappiano ben riconoscere i sintomi di un calo
·della glicemia
In caso di
piccole
o ferite, lavale e utilizza un disinfettante non colorato, in modo da
dovuto
allolesioni
sforzo fisico.
non
alterare
il
colore
della
pelle
offre al
medicodiindicazioni
importanti
della
Altro elemento importantissimo è la(che
difficoltà
a parlare
questi argomenti.
Può sull’evolversi
capitare che chi
ne
ferita),
copri
con
una
garza
sterile
e
un
cerotto
di
carta;
appena
ti
è
possibile,
mostrala
al
tuo
presenta i sintomi, o teme di poterli presentare in futuro, non ne parli al medico per timore di affrontare
medico.
la
risposta e non ne parli al/alla partner per riserbo, mettendo in moto una macchina infernale di sospetti,
·supposizioni
Usa sempre
calze
non che
stringano
cambiale
e paure che
nonche
possono
far male ealla
coppia. ogni giorno. Presta attenzione alle
cuciturealla
interne
delleesserci
calze:una
sescarsa
sono accettazione
spesse, indossa
la calzaIna generale,
rovescio.laUsa
solo
calzenon
di
Spesso
base può
della malattia.
nostra
cultura
cotone
o
di
lana,
evitando
le
fibre
sintetiche.
contempla la difficoltà maschile in ambito sessuale: questa rimozione porta ad attribuire i casi di
·
Usa scarpe
a pianta
larga,epossibilmente
e in (abuso
pelle (meglio
le
disfunzione
erettile acomode
comportamenti
sbagliati
poco accettabilichiuse
socialmente
di alcoolevitare
o droghe)
scarpe
aperte
come
sandali
o
zoccoli).
Il
tacco
non
deve
superare
i
4
centimetri
e,
se
il
tuo
anziché pensare alla conseguenza di una malattia. Lo stesso si può dire di tutta una corrente di pensiero
medico
ne valuta
la necessità,
dei plantari
morbidi.
È bene
cambiare
scarpe
ogni
che,
per anni,
ha attribuito
le cause utilizza
dell’impotenza
a fenomeni
di natura
psicologica
(si le
parlava
dell’80giornoe,
quando
ti
metti
un
paio
di
scarpe
nuove,
controlla
il
piede
dopo
pochi
minuti
di
90% dei casi). Fortunatamente, oggi, la scienza ha dimostrato che le cause organiche sono ben il 50% se
cammino.
non
di più e che, in moltissimi casi, si possono curare. Questa consapevolezza libera chi ne soffre
·
Non camminare
mai a di
piedi
neancheche,
al mare,
sulla inconscia,
sabbia o sul
bagnasciuga.
quantomeno
dall’attribuzione
unascalzi,
responsabilità
per quanto
diventava
una specie di
·"colpa".
Evita ***
il contatto diretto con fonti di calore tipo borse d’acqua calda, stufette, calorifero,
e
c
c
.
***
12
Diabete & Dintorni
IL CASO
Il diabetico svizzero è
discriminato?
In seguito a numerose richieste formulate da parte dei suoi membri, l’Associazione svizzera del
diabete ha incaricato uno specialista di allestire un parere giuridico, per accertare se e dove, nella
legislazione svizzera, vi sono lacune nella protezione dei diabetici dalla discriminazione.
L’esauriente parere allestito dal prof. Kurt Pärli (direttore del settore “ricerca e sviluppo“
dell’Istituto di diritto commerciale ZHAW, Zurigo), in collaborazione con altri esperti, ha evidenziato
delle lacune nella tutela dei diabetici dalla discriminazione a livello di legislazione svizzera.
In particolare dallo studio è emerso che nella legislazione federale manca un divieto generale di
discriminazione.
I disincantati risultati del parere giuridico indicano chiaramente che le persone affette da diabete
subiscono, in Svizzera, diversi inconvenienti a causa delle lacune legislative. I campi, nei quali le
persone affette da diabete sono esposte ad una possibilità di discriminazione, riguardano la vita
quotidiana.
Ecco alcuni esempi: i diabetici possono essere esclusi, senza specifiche spiegazioni, dalle
assicurazioni per l’indennità giornaliera, dalle assicurazioni sulla vita e da importanti assicurazioni
complementari. Le modifiche prospettate dall’Ufficio federale delle strade riguardanti l’idoneità alla
guida di veicoli a motore (idoneità prevista nell’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione di persone e
veicoli a motore), sono a loro volta discriminanti. Infatti, in determinati casi, i diabetici potrebbero essere
esclusi dal traffico o da determinate categorie di professioni, senza interrogarsi sul tipo di diabete, né sul
tipo di trattamento cui è sottoposto il diabetico.
La strada per difendersi dalla discriminazione, spesso, risulta sbarrata. Il “caso Glor” mostra che
può invece essere possibile tutelarsi, anche se il percorso è molto difficoltoso. Il signor Glor fu giudicato
inabile al servizio militare a causa del diabete. Glor si era dichiarato pronto a svolgere il servizio civile
sostitutivo. Malgrado ciò, gli venne imposto di pagare la tassa d’esenzione dall’obbligo militare (circa fr.
700.— l’anno). Glor volle opporsi alla richiesta di pagamento della tassa d’esenzione dall’obbligo
militare e fece ricorso fino al Tribunale federale, il quale gli diede torto. Una tale prassi giudiziaria viola
però l’art. 14 in rel. con l’art. 8 CEDU (Convenzione europea sui diritti dell’uomo) ed è stata considerata
discriminatoria dalla Corte europea per i diritti dell’uomo. Di conseguenza, la Svizzera dovrà modificare
la sua prassi riguardo alle tasse sostitutive del servizio militare: Glor, al termine di una lunga lotta, non
dovrà più pagare il tributo, gli verrà rimborsata la tassa già pagata e la Confederazione gli dovrà
rimborsare le spese processuali.
Da questi casi dobbiamo trarre fiducia. Tuttavia, spesso, i casi discriminanti o lesivi della parità
di trattamento, non vengono alla luce, poiché i diabetici o le diabetiche decidono di adeguarsi
passivamente, rassegnati, alla situazione in cui si vengono a trovare.
L’ASD ha informato il vasto pubblico sugli abusi esistenti e anche in futuro si metterà a
disposizione, con tutti i suoi mezzi, per dare il colpo di grazia alla discriminazione delle persone affette
da diabete.
Articolo intitolato “Diagnose Diabetes: ungenügender Schutz vor Diskriminierung im
Schweizer Recht”, pubblicato sul sito www.associazionedeldiabete.ch, parola di ricerca nella versione
tedesca “Diskriminierung” e qui tradotto liberamente dall’avv. A. Jorio Colombo.
13
Diabete & Dintorni
Diabetici Celebri
Miguel Matos Chevere
“Il mio stile è molto semplice ed essenziale e non passerà mai di moda”
Ricerca di S. BRUNO
Nato il 29 giugno del 1952 a Carolina nelle vicinanze della capitale di Porto Rico Miguel
cominciò a ballare a tredici anni. Erano gli anni in cui il “Gran Combo” di Puerto Rico aveva
portato in auge un nuovo ritmo: lo “jala jala”. Il giovanissimo Miguel Matos partecipò ad un
programma televisivo per una gara di jala jala e sbaragliò tutti gli avversari: da allora fu per tutti
“Papito Jala Jala”.
Papito non era un ballerino accademico ma un danzatore da strada, una persona
creativa con eccezionali e naturali doti artistiche di ballerino e coreografo; cominciò così a
collaborare con molte orchestre famose di salsa e merengue sia a Puerto Rico che a all’estero.
Verso la fine degli anni ’80 realizzò il suo grande progetto della creazione di un gruppo di ballo
formato dai migliori ballerini di talento dell’isola che rappresentasse il suo particolarissimo stile
e così nel 1989 fondò il gruppo “Los Jala Jala dancers” che sono rimasti un esempio per le
future generazioni salsere.
Così lo stesso Papito descrive il suo gruppo: “Gli Jala Jala dencers sono formati da
giovani scelti personalmente da me nei vari club notturni o durante le feste patronali. Sono
ballerini che hanno sviluppato le loro capacità non attraverso gli studi accademici ma che
hanno imparato a ballare per la strada. In questo sta la differenza: io gli insegno il mio stile e
loro lo esteriorizzano con quel sabor de la calle unico che è tipico della nostra isola”. Di questo
gruppo hanno fatto parte molti bravi ballerini tra cui Jhesus Aponte, Felipe Polanco, Jorge
Santana, Tito Ortos, Joe Rodriguez, Roxana Gonzales, Vivian Ayala, Tania Santiago, Janet
Orta e Alicia “Chacha” Seguinot che è ancora oggi considerata una delle più brave ballerine ed
insegnanti di Porto Rico.
Il gruppo partecipò a numerose trasmissioni televisive e spettacoli teatrali assieme a
cantanti famosi come Cheo Felìciano e Gilberto Santarosa; la loro apparizione più importante
fu quella di New York al Madison Square Garden con l’orchestra Sonora Poncena. Gli Jala
Jala dancers sono stati il primo gruppo portoricano a esibirsi in Italia in una turnèe in Europa e
sono stati anche i primi ad esibirsi ufficialmente a Cuba in una manifestazione denominata “De
aqui pa allà”: questa memorabile turnèe ha contribuito a riallacciare i legami tra i due popoli e
nello stesso tempo ha influito sullo stile di Papito che ha incorporato nel proprio repertorio
movimenti tipici della rumba e della timba cubana.
allontanarsi troppo da quello più puro e tradizionalmente portoricano. Ce lo descrive così il suo
stesso creatore: “Il mio stile è molto semplice ed essenziale e non passerà mai di moda perché
è quello tradizionale. Quello che a me più interessa nel ballo è il sabor. Io non credo nelle
figure vertiginose né nelle acrobazie. Le acrobazie lasciamole a Los Angeles o a New York! La
nostra è una salsa che ha le sue radici nella strada e che dalla strada trae ancora oggi la sua
ispirazione. Credo che la cosa più importante da ricordare è che la donna balla per l’uomo,
l’uomo per la sua donna.
(continua a pag. 15)
14
Diabete & Dintorni
(continua da pag. 14)
La donna di conseguenza deve essere sempre molto femminile e sensuale, mentre
l’uomo deve essere sempre bien macho ed aggressivo. Questo secondo me è il segreto del
ballo!”
Papito si definiva un lavoratore portoricano appassionato di salsa tanto da considerarla
parte di se stesso.
Egli era molto orgoglioso del lavoro svolto nel campo del ballo perché, pur non avendo
avuto una preparazione accademica, aveva dato un grande contributo alla cultura del suo
paese; era soddisfatto di aver insegnato nella sua scuola “la salsa che si balla con il cuore” che
fa parte di se stessi e che si balla solo per puro piacere. Egli diceva: “io amo ballare e godo
quando ballo” e lo faceva non solo per se stesso ma anche per il suo partner e il pubblico che
si divertiva con la “sua” salsa e il suo modo d’essere. Amava seguire personalmente e
meticolosamente i suoi allievi per poterli correggere nei minimi particolari pur lasciandoli
elaborare: lui voleva che le donne fossero femminili e sensuali ed i maschi virili ed eleganti; egli
stesso curava l’abbigliamento dei suoi ballerini che venivano apprezzati dal pubblico per il loro
stile e la grazia nei movimenti.
Da anni sofferente di diabete, il carismatico ballerino e coreografo Papito si
spense a soli 48 anni nella il 9 ottobre del 2000 a causa di in infarto cardiaco lasciando a
tutti l’eredità di una salsa elegante e passionale.
Dopo la sua scomparsa la scuola ed il suo gruppo sono stati guidati da Janet Orta,
ballerina ed assistente prediletta di Papito che più conosceva ed interpretava il suo stile
rimanendo fedele alla tradizione; ancora oggi dalla sua Accademia a Puerto Rico escono
ballerini che tengono alta la tradizione della salsa portoricana e gli Jala Jala dancers
collaborano con le orchestre più famose dell’isola. Papito Jaja Jala è stato menzionato in
alcune canzoni di grandi artisti di salsa come “Sarabanda” di Josè Alberto el Canario, “En su
lengua quedo”del Gran Combo de PuertoRico e “La conocì bailando” di Alex de Castro.
***
Caffè decaffeinato: un aiuto per la nostra memoria
Forse non tutti potevano immaginare che anche un caffè decaffeinato potesse avere delle proprietà benefiche
sull’organismo, eppure secondo i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York sembra proprio
di si. Il caffè decaffeinato può infatti migliorare il metabolismo energetico del cervello associato al diabete di tipo
2 e fattore di rischio per la demenza e altre patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. La ricerca,
pubblicata sulla rivista Nutritional Neuroscience, è stata guidata da Giulio Maria Pasinetti, docente di Neurologia
e Psichiatria al Mount Sinai, che ha esplorato se l’aggiunta al regime dietetico di una soluzione standardizzata di
caffè decaffeinato prima dell’insorgenza del diabete potesse migliorare la resistenza all’insulina nei topi con
diabete di tipo 2. I ricercatori hanno somministrato il caffè decaffeinato per cinque mesi ai ratti e valutato la
risposta genetica nel cervello degli animali.
Il risultato è stato che il cervello era in grado di metabolizzare il glucosio in modo più efficace e utilizzarlo per
produrre energia cellulare. Come spiegano anche i ricercatori, l’utilizzazione del glucosio si riduce infatti nelle
persone con diabete di tipo 2, causando spesso problemi neurocognitivi. Per Pasinetti “Il nostro è il primo studio
che mostra i potenziali benefici del caffè decaffeinato sia per prevenire e curare il declino cognitivo causato dal
diabete di tipo 2 e dall’invecchiamento sia per contrastare l’insorgere delle malattie neurodegenerative”.
Il caffè tradizionale è naturalmente ricco di caffeina, che viene associata a rischi per la salute cardiovascolare
come il colesterolo nel sangue e la pressione sanguigna, con l’aumento dei rischi di malattie cardiache, ictus, e
morte prematura. Queste nuove scoperte sono la prova che alcuni dei componenti nel caffè decaffeinato
forniscono – a differenza del caffè tradizionale – veri benefici per la salute. Published by Staff Spesa.
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