1 Diabete & Dintorni IInostri nostri di di nostriI Medici MediciMedici diRiferimento Riferimento Riferimento I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento. impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento. E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM I Medici sottoindicati hanno stipulato una convenzione con l’ADM con cui si impegnano a erogare prestazioni con uno sconto di almeno il 20 per cento. E’ però necessario presentare la Tessera d’iscrizione all’ ADM. L’Oculista: :: Dott. Alessandro GASPARIN L’Oculista L’Oculista: Dott. Alessandro GASPARIN L’Oculista Poliambulatorio Privato Gulliver – Via Emilio Po 10 – 41126 Modena Poliambulatorio Privato Tel. Gulliver Via Emilio Po 10 – 41126 Modena 059 -–820204 Tel.€.059 - 820204 40,00 €. 40,00 Corso Canalchiaro 137 - 41121 MODENA Tel. 340 - 4609275 €. 100,00 (prima visita) €. 70,00 (visita di controllo) Via A. Grandi 216 41122 MODENA Via A. Grandi 216 41122 MODENA Tel. …………… Tel. …………… Dott. Matteo REBECCHI - Dietologo IlIlDietologo: Dietologo: Dott. Dott.Matteo MatteoREBECCHI REBECCHI Dott. Dott. Alessandro GASPARIN - Oculista Poliambulatorio Privato Gulliver – Via Emilio Po 10 – 41126 Modena Tel. 059 - 820204 €. 40,00 Dott. Dott. Luigi MAGNANO - Dentista Viale A. Gramsci 193 - 41122 MODENA Tel. 059 - 311138 Sconto del 10% sulle tariffe di Listino Dott. Dott. Ed. PESCATORI - Urologo/Andrologo Hesperia Hospital - Via Arquà 80/A - 41126 Modena Tel. 059 - 449191 €. 95,00 (prima visita) €. 70,00 (visita di controllo) Organo di informazione dell’Associazione Diabetici Modenesi Organo di informazione dell’Associazione Diabetici Modenesi Direttore Responsabile Conto Corrente Postale Grafica e Stampa DirettoreBoschini Responsabile Conto Corrente Postale Grafica e Stampa Cristina 10005411 Stampato in proprio Cristina Boschini 10005411 Stampato in proprio Redazione e Amministrazione Proprietà Redazione e Amministrazione Proprietà Piazza della Liberazione 13 Associazione Diabetici Modenesi Piazza dellaEst Liberazione 13 Associazione Modenesi Villaggio Modena 41122 MODENA Reg. Trib. di Modena Diabetici n° 1382 del 7.4.1997 Villaggio Modena Est 41122 MODENA Reg. Trib. di Modena n° 1382 del 7.4.1997 2 Diabete & Dintorni Nuovo assetto dell’ADM Informazione agli Associati Gentili Amici diabetici, L’ADM - Associazione Diabetici Modenesi - da un mese a questa parte, si è data un nuovo assetto interno con lo scopo di rispondere meglio alle esigenze di tutti i diabetici. Nel Consiglio Direttivo, eletto appena cinque mesi fa, si erano palesate divergenze di opinioni sul modo di pensare l’Associazione e la sua conduzione. Stante così le cose, a metà aprile 2012 l’Organo di governo dell’ADM si è riunito per discutere e trovare una soluzione che mettesse da parte le singole opinioni dei Consiglieri e determinare un nuovo assetto di guida dell’Associazione stessa. Il Presidente dell’Associazione, Salvatore BRUNO, ha proposto ai Consiglieri la formazione di una Terna al governo del nostro Sodalizio. Questa Terna è stata poi denominata UFFICIO DI PRESIDENZA. La proposta del Presidente Bruno ha trovato il consenso del Vice Presidente Dr. Luigi Magnano, il nostro Consulente Medico, della Segretaria – Tesoriera M.Cristina Gibertini (che tutti conosciamo perchè è stata Capo Sala Coordinatrice del Servizio di Diabetologia dell’Ospedale Estense di Modena), dei Consiglieri Giorgiucci Guido e della moglie, anche lei Consigliere, Stella Zanotti. Si è discusso a lungo sui poteri da conferire al nuovo Organo di Governo e alla fine è stato deciso - con l’accordo di tutti - di dare alla Terna che sarebbe scaturita dalla votazione i più ampi poteri di direzione e comando per dare continuità d’azione all’Associazione e completare il triennio di governo.. Sono risultati eletti il Dr. Magnano con cinque voti, M. Cristina Gibertini con tre voti, Salvatore Bruno con tre voti. I tre eletti, che hanno funzioni paritetiche e devono essere d’accordo in tre per prendere decisioni, hanno fatto solenne promessa di mettere il massimo impegno nella conduzione dell’Associazione allo scopo di tutelare i diritti di tutti i diabetici. Le Autorità Sanitarie, Politiche ed Amministrative modenesi sono state informate del cambiamento avvenuto all’apice dell’ADM. L’Ufficio di Presidenza desidera ringraziare quanti si sono impegnati nel dare il loro consenso in una scelta che è risultata non facile che, però, va a favore di tutte le Persone con diabete. Il nostro unico nemico è il diabete. NON ABBIAMO ALTRI NEMICI. L’Ufficio di Presidenza dell’ADM. Modena, Maggio 2012 3 Diabete & Dintorni Straess e Diabete Cos’è lo stress e quale correlazione ha con l’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue? In tutti i mammiferi lo stress è detto come “la risposta non specifica del corpo a qualunque domanda posta ad esso”. Le “domande”, o stimoli che producono stress, sono di vario tipo: • emorragie, • infezioni, • esposizioni a caldo e a freddo, • eccessivo esercizio fisico, • ipossia (scarsa quantità di ossigeno), • stati emozionali (ad esempio la rabbia). Le “risposte” del corpo sono di tre livelli: • Allarme (risposta immediata, reazione d’emergenza di Cannon: stress acuto), presenta al livelli di glucocorticoidi in circolo, dovuto alla produzione di ACTH (ormoni) dovuto alla stimolazione delle ghiandole surrenali da parte delle catecolamine (sono sostanze che raggiungono le sedi di azione non trasportate dal circolo sanguigno, bensì per diffusione attraverso i fluidi interstiziali). In questa prima fase a causa delle catecolamine si hanno i seguenti effetti: iperglicemia, dovuto a glicogenolisi epatica (glicogeno è la forma in cui viene conservato il glucosio, ed il fegato la maggiore riserva assieme ai muscoli; viene quindi “rotto” per riottenere glucosio) e gluconeogenesi epatica; incremento attività cardiaca; stimolo ventilazione polmonare dilatando i bronchi; riduzione produzione di urina; piloerezione (es. gatto col pelo arruffato). • Resistenza (se continua l’esposizione allo stimolo stressogeno), presenta livelli ancora maggiori di glucocorticoidi e adattamento dell’organismo allo stress; • Esaurimento (se l’esposizione allo stress diventa eccessivamente prolungata), debilitamento e può concludersi con la morte dell’organismo. si ha generale Le fasi di Resistenza e Esaurimento sono riconducibili a Stress cronico (Sindrome di Selye) e sono caratterizzate da alti livelli di glucocorticoidi (effetto immunosoppressivo, “bloccano il sistema immunitario”) la cui produzione è stimolata dalla morfina endogena attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi (effetto analgesico “bloccano il dolore”) prodotta dal sistema nervoso. In questo modo l’organismo è così in condizioni di tornare in uno stato di normalità, pronto per affrontare una nuova condizione di stress. Da notarsi che il filo che collega stress (stati emozionali) e livelli alti di glicemia nel diabetico è proprio la risposta di Allarme. Dott. Vittorio Melotti (biotecnologo 4 Diabete & Dintorni L’ASSOCIAZIONE DIABETICI MODENESI SI MANTIENE ESCLUSIVAMENTE CON LE QUOTE DEI SUOI ISCRITTI E CON I CONTRIBUTI NON DETERMINANTI DERIVANTI DALLA PUBBLICITA’ DI INSERZIONISTI NON LEGATI AL COMPARTO SANITARIO PUBBLICO E/O FARMACEUTICO - FAI IL TUO INTERESSE AIUTACI A STAMPARE QUESTO GIORNALE E AD ESSERE INDIPENDENTI DA CHIUNQUE DONACI IL 5 x 1000 A TE NON COSTA NULLA PER L’ADM E’ UN AIUTO INDISPENSABILE ! ASSOCIAZIONE DIABETICI MODENESI CODICE FISCALE: 9000 3520 369 PREVENZIONE DEL GLAUCOMA Data la gravità di questa patologia, è indispensabile eseguire almeno visita oculistica completa all’anno; perchè il FOO (fondo dell’occhio) prescritto dal medico diabetologo è soltanto una parte della visita oculistica, in quanto questo esame evidenzia soltanto lo stato della retina e null’altro! LEGGI L’ARTICOLO A PAGINA 9. 5 Diabete & Dintorni Curarsi oggi L’autocontrollo Strumento chiave nella cura del diabete Importanti studi clinici (primi fra tutti DCCT ed UKPDS) hanno dimostrato l’importanza dello stretto controllo metabolico nella prevenzione delle complicanze croniche del diabete. Esiste un ampio consenso sul fatto che il mantenimento di livelli glicemici ottimali ha un effetto benefico sullo stato di salute, sulla qualità e sulle aspettative di vita. Tutte le persone con diabete dovrebbero quindi cercare di raggiungere e mantenere gli obiettivi glicemici adatti. Certamente non si tratta solo di aumentare il numero di somministrazioni di insulina o di aumentare il numero di farmaci da somministrare. La terapia intensiva del diabete deve avere lo scopo di raggiungere dei valori quasi normali di glicemia e di poterli mantenere nel tempo. Perché questo possa avvenire è necessario che il paziente possa svolgere un ruolo attivo nelle decisioni cliniche quotidiane. È pertanto indispensabile un programma continuo di valutazione, istruzione e motivazione del paziente, con cui occorre definire e concordare gli obiettivi da raggiungere, sviluppando dei protocolli terapeutici individualizzati e concordati, facendo in modo che il paziente sia in grado di gestire la terapia in funzione dei valori glicemici, dell’attività fisica e dell’alimentazione. Per poter far questo è necessario che il paziente conosca come funziona l’insulina o come funzionano gli ipoglicemizzanti orali, come adeguare la terapia ai valori glicemici, come gestire correttamente l’alimentazione, come comportarsi in situazioni particolari. In questa ottica il monitoraggio domiciliare, oltre alla mera valutazione del valore glicemico, può assumere un ruolo educativo centrale. Sicuramente rimangono gli obiettivi clinici. L’autocontrollo domiciliare della glicemia permetterà sia al medico sia al paziente di poter valutare correttamente il grado di controllo metabolico, di impostare e personalizzare la terapia farmacologia, di migliorare l’esito clinico. Obiettivi Clinici ·raggiungere e mantenere determinati goals glicemici; ·operare variazioni mirate della terapia farmacologica (insulinica), della dieta e dell’esercizio fisico; ·rilevare episodi di ipoglicemia; ·rilevare eccessivi aumenti della glicemia. Obiettivi Educativi ·impostare una relazione terapeutica efficace; ·patteggiare tra i bisogni di cura e quelli del paziente; ·dimostrare le situazioni a rischio e operare per la risoluzione di problemi; ·identificare obiettivi semplici e accessibili. *** 6 Diabete & Dintorni L’Autocontrollo nel diabete tipo 1 e 2 Diabete tipo 1 L’auto monitoraggio della glicemia è associato ad un miglioramento del controllo metabolico nei pazienti con diabete di tipo 1, in quanto permette un accurato aggiustamento delle dosi di insulina Sono numerose le evidenze che dimostrano come l’auto monitoraggio della glicemia è associato ad un miglioramento del controllo metabolico nei pazienti con diabete di tipo 1, permettendo un accurato aggiustamento delle dosi di insulina, da parte del medico, ma soprattutto dando la possibilità al paziente di autocorreggere le dosi di insulina in base al valore rilevato. Per far questo il paziente dovrà conoscere il proprio fattore di correzione, il proprio rapporto insulina carboidrati, e saper gestire adeguatamente l’attività fisica. Questo è fondamentale, perché, solo nei pazienti in grado di aggiustare le dosi di insulina in base al valore della glicemia, un’elevata frequenza dell’autocontrollo si associa ad un miglioramento del controllo metabolico. In situazioni quali scompenso, variazioni della terapia, variazioni dello stile di vita, gravidanza, modifiche della terapia sarà necessario aumentare ulteriormente il numero dei controlli (prima e dopo il pasto, prima di coricarsi, durante la notte). Le raccomandazioni all’utilizzo dell’autocontrollo domiciliare della glicemia proposto dalla Associazione Medici Diabetologi e dalla Società Italiana di Diabetologia prevedono nei pazienti insulino-trattati un numero di controlli pari a 4 al dì nei pazienti in terapia intensiva ed un numero pari al numero di somministrazioni di insulina aumentato del 20% per quelli non in terapia intensiva. La frequenza dei controlli deve diventare illimitata in caso di scompenso metabolico o di malattie intercorrenti, per un numero limitato di tempo o comunque laddove il diabetologo lo ritenga necessario. Recenti studi evidenziano come la "variabilità" glicemica possa avere un ruolo nella genesi dei danni dell’iperglicemia: se questa ipotesi fosse confermata è evidente come solo attraverso la valutazione dei dati dell’autocontrollo si potranno calcolare degli indici di variabilità (deviazione standard, indice di variabilità iper/ ipoglicemica e altri più complessi). Diabete tipo 2 Le considerazioni fatte per il diabete di tipo 1 possono essere estese anche ai pazienti con diabete di tipo 2 insulino-trattati che siano in grado di gestire correttamente le variazioni della terapia insulinica in base ai valori glicemici rilevati. Nei pazienti non insulino-trattati, che non sono in grado di adeguare la terapia dietetica e farmacologia in base al valore glicemico rilevato, l’automonitoraggio della glicemia è in grado di migliorare il controllo metabolico? Esistono numerosi studi che evidenziano come, anche in questi pazienti, l’introduzione dell’automonitoraggio della glicemia è in grado di migliorare in modo significativo l’HbA1c, rispetto a gruppi di controllo. D’altra parte altri studi su pazienti in terapia dietetica e/o con farmaci orali non hanno registrato effetti positivi dell’autocontrollo. In sintesi si può affermare nei pazienti non insulino-trattati l’automonitoraggio della glicemia ha effetti più favorevoli se viene inserito in un programma educativo che permetta al paziente di utilizzare in prima persona i valori della glicemia (es. per verificare l’effetto della quantità e qualità di vari alimenti o dell’esercizio fisico sui valori di glicemia). In questo modo l’automonitoraggio può assumere un grande valore educativo. Le raccomandazioni delle Società Scientifiche suggeriscono che nei pazienti trattati con farmaci secretagoghi (che stimolano la secrezione di insulina e che quindi possono determinare un rischio di ipoglicemia) deve essere previsto un numero di controlli pari ad un profilo settimanale. Tale numero va aumentato ad almeno due al dì in presenza di rischio elevato ipoglicemia e sue gravi conseguenze (coronaropatia, vasculopatia cerebrale, retinopatia proliferante) ed un uso illimitato in caso di scompenso metabolico o di malattie intercorrenti. Il documento sottolinea come nei pazienti trattati con solo dieta o con farmaci insulino-sensibilizzanti (metformina, glitazonici) non esistano evidenze scientifiche, che dimostrino l’utilità dell’autocontrollo della glicemia per ottimizzare il controllo metabolico, con unica eccezione: le pazienti affette da diabete gestazionale, alle quali deve essere garantito l’automonitoraggio per poter valutare se e quando sia necessario iniziare una terapia 7 Diabete & Dintorni Quando il diabete è donna Le problematiche del diabete... al femminile Sei in menopausa? Cammina! Intorno ai 50-52 anni (ma l’età può variare anche di molto) l’attività delle ovaie si interrompe e la donna smette di essere fertile. La menopausa vera e propria è dichiarata dopo un anno di mancate mestruazioni; è quindi preceduta da una fase più o meno lunga di premenopausa, «e questa fase, dal punto di vista metabolico, ha effetti ancora più importanti della menopausa vera e propria», ricorda Emanuela Orsi. A differenza del diabete di tipo 1, che anticipa sia l’inizio che la fine dell’età fertile, il diabete di tipo 2 non incide sull’appuntamento con la menopausa. E in senso stretto non la rende nemmeno più veloce o più ‘destabilizzante’ per l’organismo: vampate di calore, secchezza, sbalzi di umore sono egualmente probabili nelle donne con e senza diabete. È possibile invece un peggioramento o un’instabilità del controllo glicemico. «Chi è in terapia insulinica o con secretagoghi potrebbe scambiare gli effetti della premenopausa per segni di ipo o iperglicemia e viceversa», sottolinea Emanuela Orsi, «ma il vero problema sono le conseguenze metaboliche: di questa fase la premenopausa e la menopausa rappresentano un colpo di acceleratore nell’invecchiamento metabolico». Francesca Novara, responsabile dell’ambulatorio di Diabetologia presso l’Azienda USL 9 Poliambulatorio 2 di Trapani. «La menopausa ha un effetto diabetogeno: aumenta la probabilità di sviluppare il diabete», ricorda Donatella Zavaroni; «il calo degli estrogeni modifica la distribuzione del tessuto adiposo». anche la sua composizione cambia: «si liberano acidi grassi e la quantità di insulina, di glucosio e di trigliceridi presenti nel sangue aumenta assai velocemente». «Col calo degli estrogeni», sottolinea Emanuela Orsi, «si modifica la di-stribuzione del tessuto adiposo, che tende ad accumularsi a livello addominale periviscerale. Questa è la zona più pericolosa perché predispone all’insulinoresistenza e agli eventi cardiovascolari». «Fino alla menopausa possiamo dire che le femmine godono di una ‘protezione’ dovuta agli estrogeni, che si traduce in un rischio di ictus e infarti significativamente inferiore a quello dei maschi», riassume Donatella Zavaroni; «nelle donne con diabete questa protezione non esiste. Il loro rischio è in tutte le età simile a quello dei maschi». «Le donne con diabete, presentano un aumentato rischio anche in età fertile, rispetto alle non diabetiche», ammette Emanuela Orsi. «Inoltre, con la menopausa la produzione di radicali liberi, responsabili degli effetti di invecchiamento dei vasi, aumenta nettamente con la riduzione degli estrogeni». Angela Napoli, ricercatrice presso la II facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma, lavora nella UOC di Diabetologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Intervenire è possibile. Per fortuna è possibile contrastare, se non la perdita della fertilità, tutte le altre conseguenze della premenopausa e della menopausa. la regola d’oro ancora una volta è: camminare. «Un esercizio fisico costante fa consumare calorie, migliora la sensibilità all’insulina, favorisce il mantenimento e lo sviluppo della massa muscolare, contrasta l’aumento di massa grassa e aiuta a riequilibrare il colesterolo: in menopausa infatti si riduce l’Hdl e aumentano sia l’Ldl sia le poco note e ‘cattivissime’ Lpa» elenca Emanuela Orsi che è segretario scientifico della Sid (Socieà italiana di diabetologia). *** 8 Diabete & Dintorni Occhio… all’occhio Il Glaucoma Che cos’è Il glaucoma rappresenta una delle complicanze acute più tardive in corso di diabete mellito e si caratterizza per un aumento della pressione all’interno dell’occhio con successivi difetti del campo visivo. Da che cosa dipende la pressione endoculare? La pressione endoculare dipende dal rapporto tra la quantità di umore acqueo che si forma e quello che viene riassorbito. L’umor acqueo è un liquido trasparente presente nell’occhio che ha funzioni refrattive, umettanti e nutritive soprattutto per cristallino e cornea. La forma più frequente di glaucoma in corso di diabete è il cosiddetto glaucoma neovascolare, che rappresenta di norma una complicanza tardiva della retinopatia diabetica proliferante: si instaura quando i vasi sanguigni di nuova formazione vanno a occludere i canali di deflusso dell’umor acqueo impedendone il normale riassorbimento e aumentando quindi la pressione a cui è soggetto l’occhio. Che cosa causa l’aumento di pressione? L’aumento della pressione all’interno dell’occhio danneggia progressivamente le fibre del nervo ottico che trasmette le nostre percezioni visive di un oggetto e il suo campo visivo dalla retina al cervello. Non è facile accorgersi subito del danno perché questo inizialmente colpisce le fibre che trasmettono le immagini più periferiche di quanto si percepisce, restringendo solo il campo visivo ma lasciando la piena visione dell’oggetto che si sta fissando. Successivamente se il danno continua verranno danneggiate anche le fibre ottiche che provengono dall’area della retina con cui si fissa l’oggetto e quindi si avrà una riduzione percepibile dell’acuità visiva. Il danno se viene trascurato progredisce e può portare alla cecità completa. Qual è la sintomatologia? I sintomi principali - in genere non percepibili nelle prime fasi - sono dolore all’occhio, riduzione e alterazioni del campo visivo. Come si fa la diagnosi? La diagnosi precoce del glaucoma deve essere fatta dall’oculista. Per questo è importate farsi visitare regolarmente. Durante la visita l’oculista controlla tre parametri principali per la diagnosi di glaucoma 1) la pressione intraoculare, 2) l’aspetto del nervo ottico (l’esame avviene utilizzando l’oftalmoscopio che è in grado di evidenziare anche danni iniziali) e infine 3) la perimetria computerizzata. Si tratta di una metodica recente che consente di valutare in modo accurato la sensibilità delle diverse zone della retina evidenziando quindi in modo precoce eventuali zone danneggiate. Esiste una cura? Più è precoce la diagnosi e più sarà efficace la cura. I controlli regolari sono una buona abitudine per monitorare la situazione e il buon controllo del tuo diabete e dei valori pressori rallentano la progressione del danno. La cura del glaucoma prevede in genere l’instillazione oculare di gocce alcune volte al giorno ed eventualmente un trattamento per via orale. Affinché la cura sia efficace è indispensabile aderirvi pienamente seguendo con scrupolo le indicazioni ricevute dal medico continuando a farlo nel tempo e con i dosaggi consigliati. Nei casi in cui la terapia orale ed endoculare non sia efficace si ricorre alla chirurgia. Quando non sia richiesta l’incisione dell’occhio per aprire un canale alternativo dell’umor acqueo viene utilizzata la terapia laser. In caso contrario si esegue un intervento di chirurgia classica. In entrambi i casi le complicanze sono rare. Se la diagnosi è precoce questi tipi di interventi consentono in genere di mantenere la pressione endoculare sotto controllo salvaguardando la vista del soggetto diabetico. *** 9 Diabete & Dintorni Il diabete in età pediatrica Dott.Riccardo Schiaffini Il Diabete è una malattia cronica caratterizzata da un aumento dello zucchero nel sangue. Che cosa è il diabete? Si definisce diabete mellito una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, aumento dello zucchero (glucosio) nel sangue. Nei bambini la forma piú frequente é costituita dal diabete mellito di tipo I, in cui vi é una carenza assoluta di insulina, ormone (prodotto da alcune cellule del pancreas) necessario per mantenere normale il livello di glicemia. Esistono altre forme di diabete che, in misura minore, possono interessare l’etá pediatrica: ·il diabete mellito di tipo II, che, tipico dell’età adulta, presenta un’incidenza in aumento anche nei bambini; ·il MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), forma genetica – familiare; ·il diabete secondario ad altre patologie (fibrosi cistica, malattie endocrinologiche, etc.) o legato all’assunzione di terapia cortisonica cronica. Quanto è frequente il diabete di tipo I? Sebbene sia la forma più frequente nei bambini, in generale il diabete mellito di tipo I non è molto frequente (incidenza annua media nell’Italia non insulare di 8.1/100.000/anno) e si presenta con maggior frequenza nelle femmine (rapporto 1.5). In Sardegna, però, l’incidenza annua di diabete di tipo I é circa 4-5 volte piú elevata. Quale è la causa del diabete di tipo I? La causa del diabete di tipo I non è ancora nota (si fanno solo ipotesi su cause genetiche e/o cause ambientali). È invece noto il meccanismo specifico che porta alla carenza di insulina: si tratta di un processo di “autodistruzione” delle cellule pancreatiche che producono insulina. In particolare, alcune cellule del sistema immunitario (i linfociti) iniziano ad aggredire (così come fanno normalmente contro i virus e i batteri che causano le comuni malattie infettive) alcune cellule del pancreas (solo quelle che producono insulina) fino a distruggerle completamente. Di conseguenza, vengono prodotti nel sangue alcuni autoanticorpi, anticorpi diretti contro particelle specifiche del proprio organismo, che sono importanti indicatori di malattia o “pre-malattia”. Per tali motivi il diabete mellito di tipo I viene classificato tra le patologie cosiddette “autoimmuni”. Quali problemi può determinare e quali sono i sintomi? La carenza assoluta di insulina è incompatibile con la vita: una diagnosi precoce ed un trattamento insulinico tempestivo sono di notevole importanza. I sintomi principali di allarme che necessitano di una consultazione medica sono: ·la poliuria (aumento della quantità di urine con aumento della frequenza delle minzioni); ·la polidipsia (sete eccessiva con aumento dell’assunzione di liquidi); ·la polifagia (fame eccessiva con aumento dell’assunzione di cibo); ·il dimagrimento; ·i dolori addominali non riconducibili ad altre patologie. Nei casi più gravi può essere presente uno stato confusionale, l’alterazione di alcune funzioni mentali, fino al coma (coma chetoacidosico). 10 Diabete & Dintorni Quali sono i rischi? Superata la fase critica ed acuta dell’inizio della malattia ed impostata una corretta terapia insulinica, il bambino affetto da diabete di tipo I puó continuare senza problemi tutte le attivitá tipiche della sua etá, senza alcuna particolare limitazione, fatta eccezione per l’assunzione smisurata di dolci. È necessario mantenere buoni livelli di glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) poiché una glicemia elevata per lunghi periodi (iperglicemia cronica), dovuta ad un diabete mal controllato, puó causare dei danni più o meno reversibili a carico dei piccoli vasi sanguigni, soprattutto in alcuni distretti dell’organismo (in particolare la retina, il rene, il sistema nervoso). Vengono così a determinarsi quelle che si chiamano “complicanze microvascolari del diabete di tipo I”, malattie importanti che danneggiano l’occhio (retinopatia diabetica), il rene (nefropatia diabetica) ed il sistema nervoso (neuropatia diabetica). Mantenendo un buon controllo delle glicemie ed aiutando i piccoli pazienti e le famiglie a gestire anche autonomamente la malattia, queste complicanze possono essere prevenute e/o rallentate. Cosa fare e quali accertamenti eseguire? Un genitore che individui nel proprio bambino i sintomi sopra citati (aumento della sete, aumento della quantità delle urine, aumento della fame, etc.) deve rivolgersi al proprio pediatra di famiglia oppure direttamente ad un centro specializzato di diabetologia o endocrinologia pediatrica. Nei casi piú seri è bene rivolgersi direttamente ad un DEA o Primo Soccorso. La diagnosi é semplice, essendo inizialmente sufficiente la valutazione della glicemia. Per confermare ed approfondire la diagnosi possono essere utili altri esami piú specialistici (Autoimmunitá pancreatica, Peptide C, Emogasanalisi, etc.). Esiste una terapia? È assolutamente necessario effettuare la terapia il piú tempestivamente e correttamente possibile. La terapia farmacologica del diabete di tipo I é l’insulina. Questa deve essere somministrata piú volte al giorno (in genere 3 o 4) mediante una iniezione sottocutanea (attualmente si usano dispositivi iniettori a “penna” molto pratici e semplici da utilizzare); esiste anche un’altra modalitá di somministrazione dell’insulina mediante una pompa di infusione continua (microinfusore) che infonde nel tessuto sottocutaneo insulina 24 ore su 24. La quantità di insulina che bisogna somministrare puó variare in base alle attivitá del bambino ed anche in relazione all’etá. Ad oggi non esistono per questo tipo di diabete altre terapie oltre a quella insulinica. Sono disponibili diversi tipi di insulina (ultrarapida, rapida, intermedia, lenta) da somministrare in diversi momenti della giornata. Altri cardini terapeutici si basano su: ·l’educazione alla gestione autonoma della malattia e all’autocontrollo delle glicemie a domicilio; ·la pratica di una attività fisica regolare; ·una regolare ed equilibrata alimentazione. Quali sono gli obiettivi della terapia? La terapia insulinica deve avere come obiettivo primario quello di ristabilire un soddisfacente equilibrio glicemico, vale a dire di riportare e mantenere le glicemie il piú possibile in un ambito di normalità. L’educazione alla gestione autonoma del diabete da parte delle famiglie dei bambini affetti si pone, invece, l’obiettivo principale di migliorare sensibilmente la qualità di vita. *** 11 Diabete & Dintorni PREVENZIONE attualità La Sessualità cura dei piedi i falsi miti sul diabete I piedi sono chiamati a reggere il nostro peso tutto il giorno e sono esposti a colpi e sofferenze di vario genere. Chi ha il diabete sa di doversene prendere cura con estrema Argomento vasto e misterioso, la sessualitàattenzione… resiste ad ogni tentativo di classificazione, per cui più se ne parla e meno se ne sa. Meglio parlarne con le persone giuste… Trascurare i piedi, per un diabetico, significa rischiare di avere problemi molto seri, nel corso degli anni.sessuale Le estremità di chi di questa infatti, sisono più facilmente soggette L’intimità appartiene alla soffre sfera privata ma è patologia, vero che, quando presentano dei problemi, avere alle infezioni per via dell’elevato livello di zucchero nel sangue che riduce l´efficacia della difesa informazioni serie e competenti è necessario per evitare inutili stati d’ansia. È il caso di chi è affetto da delle cellule contro i batteri. Inoltre la possibile progressiva riduzione del flusso di sangue verso diabete, quando riceve informazioni incomplete o generaliste che possono far nascere fantasmi e gli arti inferiori,talvolta dovuto al restringimento delle arterie, eproblemi il danneggiamento delle terminazioni preoccupazioni infondati o viceversa far sottovalutare risolvibili se affrontati in tempo. nervose, portano ad unaridotta sensibilità nei piedi, favorendo la comparsa di lesioni di cui, a Non si vuole assolutamente minimizzare il problema: il diabete annovera, tra le complicanze possibili, il tutta prima, non ci si accorge. Questi stessi fattori, legati alla circolazione, rendono più difficile danneggiamento dei nervi (neuropatie) e dei vasi sanguigni (angiopatie e disturbi cardiovascolari). Per e lungamotivo, la cicatrizzazione delle feritesulla e lafunzione cura delle infezioni. questo può avere conseguenze sessuale, sia maschile sia femminile. La più temuta Vediamo cosa faremeglio per garantire, a lungo, la salute dei nostri piedi:è quella erettile: l’uomo che ne è (ma non per questo conosciuta) disfunzione collegata al diabete ·affettoSottoponiti a controlli medici periodici: mostra al medico ogni piccola ferita, non riesce ad avere un rapporto completo e soddisfacente con la propria compagna. Se neanche parla insignificante, al piede fastidiosa o alle unghie; comunicagli senti dolore oppure polpacci, se meno ma è ugualmente la complicanza chese riguarda invece ailepiedi donne, ovveroaiuna riduzione percepisci formicolii o una diversa sensibilità tra un piede e l’altro. della lubrificazione vaginale che rende più difficili e dolorosi i rapporti, aumentando il rischio di ·infezioni. Ispeziona spesso i tuoi piedi, magari usando uno specchio per controllare le piante, e lavali acqua tiepidamedico, (mai troppo calda)qui e sapone, poi cura di asciugarli Senza ogni volergiorno, entrarecon nello specifico vogliamo portare avendo l’attenzione su tutto ciò che molto bene, soprattutto tra le dita. contribuisce a complicare il problema, negandolo oppure ingigantendolo, anziché aiutare a dargli le ·giusteMantienili asciutti, idratati e puliti: usa creme idratanti, per evitare che si formino dimensionisempre così da affrontarlo con i mezzi a disposizione. tagli e feritedinella pellesisecca. È meglio evitarecome pediluvi, disinfettanti, tintura di iodioe,enei alcool Le difficoltà erezione presentano inizialmente un problema saltuario e/o parziale casi perché aumentano la secchezza della pelle. destinati a complicarsi, possono passare anni prima che il problema richieda di essere affrontato ·farmacologicamente. Durante la pedicure, evita l´uso di forbici o di oggetti per esempio le unghie, i calli o i Una diagnosi precoce e un corretto stile taglienti di vita, per cominciando duroni. Usa la del lima di carta per accorciare unghie (non contrastare devono essere né troppo lunghe dall’abolizione fumo e dell’alcool, possonoleefficacemente l’insorgere di questo tipo né di troppo corte) e puliscile con una spazzolina morbida. Evita l´uso di medicazioni ingombranti, complicanza. Prima si riconosce il problema (e non solo il suo fantasma) e prima ci si può informare e di si callifughi e di cerotti che possono essere irritanti per la pelle. Non bisogna mai tagliare o possono prendere le misure necessarie. Ad esempio, è importante che soprattutto le persone in bucare eventuali bolle o vescicole. trattamento farmacologico (con farmaci orali o insulina) sappiano ben riconoscere i sintomi di un calo ·della glicemia In caso di piccole o ferite, lavale e utilizza un disinfettante non colorato, in modo da dovuto allolesioni sforzo fisico. non alterare il colore della pelle offre al medicodiindicazioni importanti della Altro elemento importantissimo è la(che difficoltà a parlare questi argomenti. Può sull’evolversi capitare che chi ne ferita), copri con una garza sterile e un cerotto di carta; appena ti è possibile, mostrala al tuo presenta i sintomi, o teme di poterli presentare in futuro, non ne parli al medico per timore di affrontare medico. la risposta e non ne parli al/alla partner per riserbo, mettendo in moto una macchina infernale di sospetti, ·supposizioni Usa sempre calze non che stringano cambiale e paure che nonche possono far male ealla coppia. ogni giorno. Presta attenzione alle cuciturealla interne delleesserci calze:una sescarsa sono accettazione spesse, indossa la calzaIna generale, rovescio.laUsa solo calzenon di Spesso base può della malattia. nostra cultura cotone o di lana, evitando le fibre sintetiche. contempla la difficoltà maschile in ambito sessuale: questa rimozione porta ad attribuire i casi di · Usa scarpe a pianta larga,epossibilmente e in (abuso pelle (meglio le disfunzione erettile acomode comportamenti sbagliati poco accettabilichiuse socialmente di alcoolevitare o droghe) scarpe aperte come sandali o zoccoli). Il tacco non deve superare i 4 centimetri e, se il tuo anziché pensare alla conseguenza di una malattia. Lo stesso si può dire di tutta una corrente di pensiero medico ne valuta la necessità, dei plantari morbidi. È bene cambiare scarpe ogni che, per anni, ha attribuito le cause utilizza dell’impotenza a fenomeni di natura psicologica (si le parlava dell’80giornoe, quando ti metti un paio di scarpe nuove, controlla il piede dopo pochi minuti di 90% dei casi). Fortunatamente, oggi, la scienza ha dimostrato che le cause organiche sono ben il 50% se cammino. non di più e che, in moltissimi casi, si possono curare. Questa consapevolezza libera chi ne soffre · Non camminare mai a di piedi neancheche, al mare, sulla inconscia, sabbia o sul bagnasciuga. quantomeno dall’attribuzione unascalzi, responsabilità per quanto diventava una specie di ·"colpa". Evita *** il contatto diretto con fonti di calore tipo borse d’acqua calda, stufette, calorifero, e c c . *** 12 Diabete & Dintorni IL CASO Il diabetico svizzero è discriminato? In seguito a numerose richieste formulate da parte dei suoi membri, l’Associazione svizzera del diabete ha incaricato uno specialista di allestire un parere giuridico, per accertare se e dove, nella legislazione svizzera, vi sono lacune nella protezione dei diabetici dalla discriminazione. L’esauriente parere allestito dal prof. Kurt Pärli (direttore del settore “ricerca e sviluppo“ dell’Istituto di diritto commerciale ZHAW, Zurigo), in collaborazione con altri esperti, ha evidenziato delle lacune nella tutela dei diabetici dalla discriminazione a livello di legislazione svizzera. In particolare dallo studio è emerso che nella legislazione federale manca un divieto generale di discriminazione. I disincantati risultati del parere giuridico indicano chiaramente che le persone affette da diabete subiscono, in Svizzera, diversi inconvenienti a causa delle lacune legislative. I campi, nei quali le persone affette da diabete sono esposte ad una possibilità di discriminazione, riguardano la vita quotidiana. Ecco alcuni esempi: i diabetici possono essere esclusi, senza specifiche spiegazioni, dalle assicurazioni per l’indennità giornaliera, dalle assicurazioni sulla vita e da importanti assicurazioni complementari. Le modifiche prospettate dall’Ufficio federale delle strade riguardanti l’idoneità alla guida di veicoli a motore (idoneità prevista nell’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione di persone e veicoli a motore), sono a loro volta discriminanti. Infatti, in determinati casi, i diabetici potrebbero essere esclusi dal traffico o da determinate categorie di professioni, senza interrogarsi sul tipo di diabete, né sul tipo di trattamento cui è sottoposto il diabetico. La strada per difendersi dalla discriminazione, spesso, risulta sbarrata. Il “caso Glor” mostra che può invece essere possibile tutelarsi, anche se il percorso è molto difficoltoso. Il signor Glor fu giudicato inabile al servizio militare a causa del diabete. Glor si era dichiarato pronto a svolgere il servizio civile sostitutivo. Malgrado ciò, gli venne imposto di pagare la tassa d’esenzione dall’obbligo militare (circa fr. 700.— l’anno). Glor volle opporsi alla richiesta di pagamento della tassa d’esenzione dall’obbligo militare e fece ricorso fino al Tribunale federale, il quale gli diede torto. Una tale prassi giudiziaria viola però l’art. 14 in rel. con l’art. 8 CEDU (Convenzione europea sui diritti dell’uomo) ed è stata considerata discriminatoria dalla Corte europea per i diritti dell’uomo. Di conseguenza, la Svizzera dovrà modificare la sua prassi riguardo alle tasse sostitutive del servizio militare: Glor, al termine di una lunga lotta, non dovrà più pagare il tributo, gli verrà rimborsata la tassa già pagata e la Confederazione gli dovrà rimborsare le spese processuali. Da questi casi dobbiamo trarre fiducia. Tuttavia, spesso, i casi discriminanti o lesivi della parità di trattamento, non vengono alla luce, poiché i diabetici o le diabetiche decidono di adeguarsi passivamente, rassegnati, alla situazione in cui si vengono a trovare. L’ASD ha informato il vasto pubblico sugli abusi esistenti e anche in futuro si metterà a disposizione, con tutti i suoi mezzi, per dare il colpo di grazia alla discriminazione delle persone affette da diabete. Articolo intitolato “Diagnose Diabetes: ungenügender Schutz vor Diskriminierung im Schweizer Recht”, pubblicato sul sito www.associazionedeldiabete.ch, parola di ricerca nella versione tedesca “Diskriminierung” e qui tradotto liberamente dall’avv. A. Jorio Colombo. 13 Diabete & Dintorni Diabetici Celebri Miguel Matos Chevere “Il mio stile è molto semplice ed essenziale e non passerà mai di moda” Ricerca di S. BRUNO Nato il 29 giugno del 1952 a Carolina nelle vicinanze della capitale di Porto Rico Miguel cominciò a ballare a tredici anni. Erano gli anni in cui il “Gran Combo” di Puerto Rico aveva portato in auge un nuovo ritmo: lo “jala jala”. Il giovanissimo Miguel Matos partecipò ad un programma televisivo per una gara di jala jala e sbaragliò tutti gli avversari: da allora fu per tutti “Papito Jala Jala”. Papito non era un ballerino accademico ma un danzatore da strada, una persona creativa con eccezionali e naturali doti artistiche di ballerino e coreografo; cominciò così a collaborare con molte orchestre famose di salsa e merengue sia a Puerto Rico che a all’estero. Verso la fine degli anni ’80 realizzò il suo grande progetto della creazione di un gruppo di ballo formato dai migliori ballerini di talento dell’isola che rappresentasse il suo particolarissimo stile e così nel 1989 fondò il gruppo “Los Jala Jala dancers” che sono rimasti un esempio per le future generazioni salsere. Così lo stesso Papito descrive il suo gruppo: “Gli Jala Jala dencers sono formati da giovani scelti personalmente da me nei vari club notturni o durante le feste patronali. Sono ballerini che hanno sviluppato le loro capacità non attraverso gli studi accademici ma che hanno imparato a ballare per la strada. In questo sta la differenza: io gli insegno il mio stile e loro lo esteriorizzano con quel sabor de la calle unico che è tipico della nostra isola”. Di questo gruppo hanno fatto parte molti bravi ballerini tra cui Jhesus Aponte, Felipe Polanco, Jorge Santana, Tito Ortos, Joe Rodriguez, Roxana Gonzales, Vivian Ayala, Tania Santiago, Janet Orta e Alicia “Chacha” Seguinot che è ancora oggi considerata una delle più brave ballerine ed insegnanti di Porto Rico. Il gruppo partecipò a numerose trasmissioni televisive e spettacoli teatrali assieme a cantanti famosi come Cheo Felìciano e Gilberto Santarosa; la loro apparizione più importante fu quella di New York al Madison Square Garden con l’orchestra Sonora Poncena. Gli Jala Jala dancers sono stati il primo gruppo portoricano a esibirsi in Italia in una turnèe in Europa e sono stati anche i primi ad esibirsi ufficialmente a Cuba in una manifestazione denominata “De aqui pa allà”: questa memorabile turnèe ha contribuito a riallacciare i legami tra i due popoli e nello stesso tempo ha influito sullo stile di Papito che ha incorporato nel proprio repertorio movimenti tipici della rumba e della timba cubana. allontanarsi troppo da quello più puro e tradizionalmente portoricano. Ce lo descrive così il suo stesso creatore: “Il mio stile è molto semplice ed essenziale e non passerà mai di moda perché è quello tradizionale. Quello che a me più interessa nel ballo è il sabor. Io non credo nelle figure vertiginose né nelle acrobazie. Le acrobazie lasciamole a Los Angeles o a New York! La nostra è una salsa che ha le sue radici nella strada e che dalla strada trae ancora oggi la sua ispirazione. Credo che la cosa più importante da ricordare è che la donna balla per l’uomo, l’uomo per la sua donna. (continua a pag. 15) 14 Diabete & Dintorni (continua da pag. 14) La donna di conseguenza deve essere sempre molto femminile e sensuale, mentre l’uomo deve essere sempre bien macho ed aggressivo. Questo secondo me è il segreto del ballo!” Papito si definiva un lavoratore portoricano appassionato di salsa tanto da considerarla parte di se stesso. Egli era molto orgoglioso del lavoro svolto nel campo del ballo perché, pur non avendo avuto una preparazione accademica, aveva dato un grande contributo alla cultura del suo paese; era soddisfatto di aver insegnato nella sua scuola “la salsa che si balla con il cuore” che fa parte di se stessi e che si balla solo per puro piacere. Egli diceva: “io amo ballare e godo quando ballo” e lo faceva non solo per se stesso ma anche per il suo partner e il pubblico che si divertiva con la “sua” salsa e il suo modo d’essere. Amava seguire personalmente e meticolosamente i suoi allievi per poterli correggere nei minimi particolari pur lasciandoli elaborare: lui voleva che le donne fossero femminili e sensuali ed i maschi virili ed eleganti; egli stesso curava l’abbigliamento dei suoi ballerini che venivano apprezzati dal pubblico per il loro stile e la grazia nei movimenti. Da anni sofferente di diabete, il carismatico ballerino e coreografo Papito si spense a soli 48 anni nella il 9 ottobre del 2000 a causa di in infarto cardiaco lasciando a tutti l’eredità di una salsa elegante e passionale. Dopo la sua scomparsa la scuola ed il suo gruppo sono stati guidati da Janet Orta, ballerina ed assistente prediletta di Papito che più conosceva ed interpretava il suo stile rimanendo fedele alla tradizione; ancora oggi dalla sua Accademia a Puerto Rico escono ballerini che tengono alta la tradizione della salsa portoricana e gli Jala Jala dancers collaborano con le orchestre più famose dell’isola. Papito Jaja Jala è stato menzionato in alcune canzoni di grandi artisti di salsa come “Sarabanda” di Josè Alberto el Canario, “En su lengua quedo”del Gran Combo de PuertoRico e “La conocì bailando” di Alex de Castro. *** Caffè decaffeinato: un aiuto per la nostra memoria Forse non tutti potevano immaginare che anche un caffè decaffeinato potesse avere delle proprietà benefiche sull’organismo, eppure secondo i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York sembra proprio di si. Il caffè decaffeinato può infatti migliorare il metabolismo energetico del cervello associato al diabete di tipo 2 e fattore di rischio per la demenza e altre patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nutritional Neuroscience, è stata guidata da Giulio Maria Pasinetti, docente di Neurologia e Psichiatria al Mount Sinai, che ha esplorato se l’aggiunta al regime dietetico di una soluzione standardizzata di caffè decaffeinato prima dell’insorgenza del diabete potesse migliorare la resistenza all’insulina nei topi con diabete di tipo 2. I ricercatori hanno somministrato il caffè decaffeinato per cinque mesi ai ratti e valutato la risposta genetica nel cervello degli animali. Il risultato è stato che il cervello era in grado di metabolizzare il glucosio in modo più efficace e utilizzarlo per produrre energia cellulare. Come spiegano anche i ricercatori, l’utilizzazione del glucosio si riduce infatti nelle persone con diabete di tipo 2, causando spesso problemi neurocognitivi. Per Pasinetti “Il nostro è il primo studio che mostra i potenziali benefici del caffè decaffeinato sia per prevenire e curare il declino cognitivo causato dal diabete di tipo 2 e dall’invecchiamento sia per contrastare l’insorgere delle malattie neurodegenerative”. Il caffè tradizionale è naturalmente ricco di caffeina, che viene associata a rischi per la salute cardiovascolare come il colesterolo nel sangue e la pressione sanguigna, con l’aumento dei rischi di malattie cardiache, ictus, e morte prematura. Queste nuove scoperte sono la prova che alcuni dei componenti nel caffè decaffeinato forniscono – a differenza del caffè tradizionale – veri benefici per la salute. Published by Staff Spesa. Febbraio 2012 15 Hotel TERME San Vincenzo*** FORIO D’ISCHIA Turno Promozione Dal 23.09 al 06.10.2012 €. 739,00 comprensivo di viaggio A/R Dal 23.09 al 30.09.2012 - 7 notti 8 giorni - Compr. viaggio A/R €.459,00 Dal 30.09. al 07.10.2012 - 7 notti 8 giorni - Compr. viaggio A/R €. 449,00 A RICHIESTA SONO DISPONIBILI ANCHE ALTRI TURNI Per prenotazioni 16 A.D.M. 059/364446 - 338.5842361