05/05/08 Fabio Durastante – IV C 1 La Locandiera – Carlo Goldoni Riguardo la personalità dell'autore di quest'opera conosciamo molti aspetti. Egli 1 stesso, nella sua autobiografia , si descrive come un uomo interessato a ciò che accade nel mondo e che è sempre pronto a cogliere le occasioni e le situazioni che il mondo gli 2 pone davanti come spunto per le sue commedie. Carlo Goldoni può essere considerato a pieno titolo il padre della commedia italiana d'autore, egli, in un ampio progetto di riforma del genere teatrale da lui propugnato, compie una riuscita sintesi tra la commedia dell'arte, genere molto vicino al popolo, e gli orientamenti classici, portati avanti da quegli autori che si rifacevano ad una commedia di stampo aristotelico. In questa volontà di rinnovamento la poetica goldoniana si sposta dall'improvvisazione, legata alla scrittura dei brogliacci, alla scrittura integrale della commedia, questo farà diventare Goldoni anche un regista, uno sceneggiatore e un tecnico teatrale ante­litteram. In questa attenzione verso tutti gli aspetti del teatro può essere accostato, tenendo comunque presente la distanza di secoli, ad autori del teatro elisabettiano come William Shakespeare che, come Goldoni, pongono una particolare attenzione all'opera teatrale in tutte le sue parti. Le innovazioni apportate da Goldoni al genere si muovono anche sul piano dei personaggi, questi per la prima volta, nel teatro italiano, si liberano dalla costrizione in macchiette sempre uguali a se stesse e legate a delle maschere. I personaggi diventano dei caratteri a tutto tondo, presi a prestito dalla vita quotidiana e dagli strati sociali di cui è composta la poliedrica società veneziana. L'utilizzo di questi personaggi realistici permette a Goldoni di compiere una stratigrafia della società del '700, secolo che Goldoni attraverserà completamente, tra le commedie più riuscite vi è la Locandiera. La Locandiera, commedia in tre atti, risale all'anno 1750­3, fa parte del numero delle commedie scritte per il teatro Sant'Angelo di Venezia, il perno su cui ruota l'intera vicenda narrativa è Mirandolina. Costei è il perno su cui ruota tutto l'intreccio narrativo, fa parte di quei caratteri che Goldoni riprende in maniera diretta dal 3 popolo, è una donna di Firenze che gestisce una locanda, lasciatale dal padre, insieme ad un cameriere di nome Fabrizio. La commedia si apre nella sala principale della locanda in presenza di due personaggi emblematici: il Marchese di Forlipopoli ed il Conte d'Albafiorita. Questi sono altri due membri, di tipologie piuttosto frequenti 1 I mémoires, scritti negli ultimi anni della sua vita durante il soggiorno a Parigi. 2 Goldoni nasce a Venezia il 25 febbraio1707 e muore a Parigi il 6 febbraio 1793. 3 Spesso le opere di Goldoni sono ambientate in luoghi diversi da Venezia, questo perché, adoperando questo stratagemma, poteva compiere un'opera di critica ad alcune fasce sociali, nobiltà e borghesia, senza inimicarsele. 05/05/08 Fabio Durastante – IV C 2 all'intero della società veneziana, il nobile decaduto, il marchese, ed il borghese arricchito, il conte. Entrambi offrono due prospettive opposte sulla visione della vita. Il primo crede che il sangue primeggi su tutto, che ciò che un buon nome può fare nessun'altra cosa al mondo è in grado di uguagliare, rappresentativa di questa sua visione la battuta in cui dice: “Voi credete di soverchiarmi con i regali, ma non farete niente. Il mio grado val di più di tutte le vostre monete.4”. Il secondo è invece il modello del borghese che può essere considerato come la naturale evoluzione della maschera di Pantalone, infatti fa parte della borghesia il ceto emergente in ascesa sin dalla fine del secolo precedente e che dominerà la scena politica Europea come soggetto attivo. Tuttavia il Conte si distanzia anche dalla maschera di Pantalone, mentre quest'ultimo era noto per la sua avarizia e per il suo atteggiamento fortemente misantropico, il Conte si dimostra più generoso e propenso ad investire i suoi soldi, con i quali crede di poter comprare tutto, infatti tra le sue prime battute ci viene fatto sapere che egli ha acquistato il titolo nobiliare, tendenza piuttosto diffusa che serviva ai borghesi per ricevere un maggior consenso sul piano sociale, e che “Io spendo uno zecchino al giorno, signor Marchese, e la regalo continuamente5”. Questi sono i due personaggi, che dall'inizio della commedia, ci vengono presentati come gli spasimanti della Locandiera, entrambi vogliono conquistare le sue grazie facendo leva sulle proprie qualità, o su quelle che loro presumono essere le loro migliori qualità. Nel quadro aperto da questi due personaggi si innesta una delle donne più famose e note della scena teatrale italiana: Mirandolina. Questo personaggio è sempre in grado di dare una lettura delle situazioni che le permettono, immancabilmente, di volgerle a suo favore, ha un carattere di donna orgogliosa, ribelle e testarda, che non si lascia piegare e che conduce la sua vita indipendentemente dalla concezioni sociali. Attraverso questo prototipo di donna nuova, evoluzione della maschere di Colombina, Goldoni conduce l'intreccio narrativo della commedia. L'autore fa intervenire un nuovo personaggio che è il Cavaliere di Ripafratta, un misogino che di donne non vuole saperne, il cui unico scopo nella vita è mantenere la propria libertà da impegni amorosi e trascorrere la vita senza doversi preoccupare di donne e quanto a loro è collegato. Questo è un altro tipo umano che l'Autore ha prelevato dal libro del mondo per calarlo nella sua commedia, ha il ruolo di divenire la causa scatenante dell'evoluzione della commedia, infatti, Mirandolina deciderà che se “È nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi sa che non l'abbia trovata? Con questi per l'appunto mi ci metto di picca. 6”. Da questa decisione si evolverà la trama della storia, dipanandosi attraverso i tentativi della Locandiera di far innamorare di se il Cavaliere, tentativi motivati unicamente 4 La Locandiera, atto I scena III. 5 La Locandiera, atto I scena I. 6 La Locandiera atto I scena IX. 05/05/08 Fabio Durastante – IV C 3 dall'orgoglio e non da un reale interesse. L'ultimo personaggio da introdurre per lo svolgimento del filone principale della trama è Fabrizio, il cameriere della locanda, questo personaggio fa la parte di chi preferisce appoggiarsi sulle cose concrete, che propende per una visione borghese e che vuole simboleggiare alcuni dei valori illuministi cari a Goldoni, valori che sono invece pienamente incarnati da Mirandolina. Per questo alla fine della commedia, quando la Locandiera sarà finalmente riuscita a far cedere il cavaliere, sarà Fabrizio ad ottenere il successo su tutti e a sposarla. All'intero di quest'opera possiamo anche individuare un'operazione di meta­ teatro portata avanti da Goldoni, nella specie dai personaggi di Ortensia e Dejanira. Queste due donne sono due attrici che, fingendosi due nobildonne, decidono di dormire alla locanda e di “giocare” con i presenti, in particolare alle spalle del povero e innamorato Marchese. Il momento di meta­teatro più esplicito avviene quando il Conte, scoperta la vera identità delle due, afferma, riferendosi al Marchese: “Questo sarebbe un bel carattere per una delle vostre commedie7”. Attraverso questa considerazione Goldoni veicola uno dei messaggi fondamentali della sua visione del teatro: i personaggi delle sue opere provengono dal libro del mondo e dalle sue esperienze. La finzione è solo nel fatto, i personaggi sono dei tipi umani in carne e ossa, persone che un veneziano suo contemporaneo avrebbe potuto osservare per le vie di Venezia. Questa commedia può essere considerata una dei capolavori di Goldoni, in essa infatti l'ideale illuminista dell'aspirazione alla libertà e alla felicità è portato a compimento della vicenda personale della locandiera. Inoltre è reso principe il valore della concretezza borghese, attraverso la quale i personaggi di Mirandolina e Fabrizio agiscono portando sempre a compimento i loro obiettivi. La nobilitazione della figura della donna nuova di Goldoni creerà un modello di ispirazione e un interessante ruolo di teatro in cui molte delle più grandi attrici si sono cimentate. L'aspirazione di libertà proposta dall'autore può essere, ancora oggi, letta come una fase essenziale dello sviluppo dell'essere umano, che da una libertà simile a quella del Cavaliere, basata sull'eliminazione del problema “altro” in un atteggiamento misantropico, ad una libertà, da ricercare come bene superiore, di Mirandolina che coniuga la sua aspirazione ad un modo di vivere che non danneggia e tiene in considerazione l'altro. 7 La Locandiera, atto II scena X.