LA LOCANDIERA DI C. Goldoni, 1751

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LA LOCANDIERA DI C. Goldoni, 1751-"Fra tutte le Commedie da me sinora composte, starei per dire essere questa la
più morale, la più utile, la più istruttiva. Sembrerà ciò essere un paradosso a chi soltanto vorrà fermarsi a considerare il
carattere della Locandiera, e dirà anzi non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di questa. Ma
chi rifletterà al carattere e agli avvenimenti del Cavaliere, troverà un esempio vivissimo della presunzione avvilita, ed una
scuola che insegna a fuggire i pericoli, per non soccombere alle cadute."introduce in questo modo la commedia il
Goldoni/Personaggi (siamo a Firenze)Il Cavaliere di Ripafratta-Il Marchese di Forlipopoli-Il Conte d'Albafiorita-Mirandolina,
locandiera-Ortensia, comica-Dejanira, comica-Fabrizio, cameriere di locanda Servitore, del Conte-Mirandolina viene corteggiata da gran parte dei giovani che frequentano la locanda, e in modo particolare dal marchese di Forlipopoli, un aristocratico decaduto a cui non rimane nient'altro se non il prestigioso titolo nobiliare, e dal conte d'Albafiorita, un mercante che,al contrario arricchitosi, è entrato a far parte della nuova nobiltà.I due personaggi sembrano rappresentare gli estremi dell'alta società veneziana borghese del tempo. Il marchese, avvalendosi esclusivamente del suo onore (ormai effimero), è convinto che basti elargire la sua protezione per conquistare il cuore della bella ragazza. Al contrario, il conte, crede
che così come ha comperato il blasonato titolo, possa procurarsi l'amore di Mirandolina donandole numerosi regali.Due
caratterizzazioni quindi emblematiche e contrapposte.La furba locandiera, non cede però a nessuno dei due, lasciando
intatta l'illusione di una possibile conquista. Nel frattempo questi clienti, invaghiti, tardano a lasciare l'osteria, e così facendo contribuiscono alla crescita del profitto e del buon nome del locale.
A questo punto .....L'arrivo del Cavaliere di Ripafratta, un aristocratico pieno di sè ,un misogino incallito che disprezza
ogni donna, sconvolge la situazione di equilibrio e di attesa instauratosi nella locanda.Infatti.......Il Cavaliere, ancorato alle
sue origini di sangue blu, lamentandosi del servizio scadente della locanda, detta persino ordini qausi fosse una serva, a
Mirandolina, e rimprovera il conte ed il marchese di essersi abbassati a corteggiare addirittura una popolana.Mirandolina,
ferita nel suo orgoglio femminile e non essendo abituata ad essere trattata come una serva, si promette di far sì che il
cavaliere s'innamori di lei. In breve tempo, riesce nel suo intento: il Cavaliere cede, e in questo modo il sentimento d'odio
che provava si tramuta in un appassionato amore che finisce per tormentarlo. Anzi possiamo dire che proprio il suo
disprezzo verso il gentil sesso lo ha reso vulnerabile alle malizie della locandiera, poiché non “conoscendo le donne” non
ha potuto difendersi.Mirandolina, però, lo rifiuta appena vede che il suo gioco le stava sfuggendo di mano: il marchese ed
il conte, notando le speciali attenzioni della ragazza rivolte al cavaliere, bruciano di gelosia e vogliono vendicarsi del loro
comune rivale in amore. Il cavaliere dilaniato da sentimenti contrastanti, non vuole far sapere che è caduto vittima delle
strategiei di una donna, ma freme ansiosamente di avere la locandiera per sé, ed è disposto perfino a usare la violenza
per realizzare il suo fine......Alla fine...Mirandolina, con un abile stratagemma finale riappacifica i nobili e finisce per sposare il giovane cameriere Fabrizio, che l'aveva sempre amata e che mirava a lei anche, la cosa non guasta,per diventare il padrone della locanda. Mirandolina non è follemente innamorata di Fabrizio, ma ha promesso a suo padre, prima
della morte, che lo sposerà.La morale è semplice :l’uomo deve stare in guardia da malizie e tranelli escogitati dalle donne
furbe e dotate di armi pericolose. Il breve monologo finale di Mirandolina sembra inquadrarsi in questa lettura (Terzo atto,
scena ultima):.....e lor signori ancora profittino di quanto hanno veduto, in vantaggio e sicurezza del loro cuore; e quando
mai si trovassero in occasioni di dubitare, di dover cedere, di dover cadere, pensino alle malizie imparate, e si ricordino
della Locandiera.....Schematizzando:-Commedia famosissima tra le più rappresentate popolare e gustosamente intelligente,incentrata su di un personaggio femminile che rimane nel tempo,non sottovaluta neppure gli altri ruoli indicativi ed
esemplari del teatro Goldoniano..-La locandiera è uno dei testi più rappresentativi del nuovo teatro di Goldoni che soppianta gli schemi vecchi della Commedia dell'Arte. Le maschere che gli attori portavano per interpretare personaggi fissi,
vengono soppiantate dal volto stesso degli attori, che impersonano il ruolo di gente normale e reale.La Locandiera sembra però nello stesso tempo ,uscita proprio da quegli schemi di cui rappresenta una evoluzione.Questo personaggio, non
è altro probabilmente che uno sviluppo della maschera Colombina come la ritroviamo nella Commedia dell'arte; a differenza di Colombina, però, si tratta di un personaggio differenziato ed imprevedibile.
-Il taglio stilistico è chiaramente realistico non pochi gli elementi della cultura borghese illuministica di fine settecento, la
stessa Mirandolina ne rappresenta in parte il simbolo ,così come la ridicolaggine delle sagome dei nobili che vediamo sulla
scena ne è una conseguenza nel comlesso evidente.-Mirandolina, pianifica e calcola,progetta non vive e non sogna simboli nobiliari.-L'opera rispecchia il dibattito sulle classi sociali moltoì vivo nel Settecento. Notiamo infatti come Mirandolina
si preoccupa dei suoi interessi incarnando in un certo senso i nuovi ideali della borghesia emergente. I nobili, poi, sono
rappresentati nella varia articolazione che caratterizzava l'aristocrazia del XVIII secolo: nobili di antica stirpe ma decaduti
e privi di mezzi, nobili ricchi di appoggi e relazioni ma non di denari, borghesi da poco nobilitati e guardati con disprezzo
malcelato dai "veri" aristocratici. Nell'insieme,questa aristocrazia decaduta, rappresenta i parassiti della società che non
contribuiscono minimamente al suo sviluppo e pretendono privilegi e servigi, rendendosi così ridicoli ed irritanti agli occhi
degli spettatori (a differenza di Mirandolina, il Conte ed il Marchese non lavorano). -Emerge inoltre il concetto illuminista
di autodeterminazione dell'individuo, particolarmente significativo perché portato avanti da un personaggio
femminile.Questo rende molto attuale il testo per il pubblico di oggi.Carla Gravina nel ruolo della Locandiera per la regia
di G.Cobelli ,importante l'edizione televisiva degli anni ottanta- Carla Gravina, Bravissima attrice di teatro ,cinema e tv,
popolarissima negli anni 60/70 ,quando in televisione lavoravano personaggi di grande spessore e bravura .Nel linguaggio teatrale, il ruolo dei registi e delle attrici e attori che hanno fatto conoscere i testi dei grandi autori è importantissimo,nel
caso di Goldoni ricordiamo anche il grande regista G.Strelher
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