Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G.M. Bertin” CRESPI Centro di Ricerca Educativa Sulla Professionalità dell’Insegnante Allegato al documento istitutivo del Centro Filoni di studio attualmente presenti all’interno del CRESPI Attualmente, i membri del Centro individuano nei loro molteplici ambiti di ricerca dei possibili filoni dai quali far partire le future attività. MEMBRI DEL COLLEGIO SCIENTIFICO Gabriele Azzaro e Licia Masoni (Didattica della lingua inglese) I anno. Ricerca sull’identità dell’insegnante di L2 alla scuola primaria in merito ai seguenti parametri: 1. fiducia ottenuta e percepita nei co-costruttori di educazione (genitori, colleghi e dirigenti) e dalla gerarchia delle strutture educative (scuola/e, provincia, regione, Miur); 2. fiducia in sé (self-efficacy), resilienza, ottimismo; 3. valore academicism, aspettative culturali e intellettuali nei confronti degli alunni. II anno. Ricerca sull’effetto della narrazione del sé e della narrazione in generale sul senso di dignità, resilienza, ottimismo degli insegnanti in servizio III anno. Ricerca sulle motivazioni dei nostri studenti nei confronti del plurilinguismo in prospettiva di una maggiore sensibilizzazione ai temi dell’intercultura e dell’acculturazione; ricerca sulle motivazioni dell’insegnamento della lingua inglese alla scuola primaria negli insegnanti in servizio (specialisti e specializzati). Lucia Balduzzi (Didattica generale) Ricerche empiriche sulla professionalità di educatrici ed insegnanti di scuola dell’infanzia indirizzate ad analizzare, complessivamente, la relazione tra modelli gestionali, percezioni della propria professionalità (della cultura educativa), scelte didattiche dichiarate ed agite. L’attenzione è indirizzata da un lato all’interazione delle componenti costitutive dei contesti istituzionali e del modo in cui esse influiscono sull’identità pedagogica dei servizi; dall’altro alla individuazione di approcci formativi innovativi, nell’ottica della ricerca – formazione. I temi attualmente oggetto di ricerca e che vorrei sviluppare sono: - la relazione tra convinzioni e vissuti degli insegnanti, curricolo esplicito ed effettive prassi didattiche realizzate all’interno dei servizi e delle sezioni scolastiche, indagati tramite osservazioni di stampo etnografico, interviste e focus group. - la collegialità docente nella scuola dell’infanzia: partendo dagli esiti di precedenti ricerche, indagare come essa si realizza nelle differenti realtà gestionali (statale/comunale/privato paritario) indagata tramite studi di caso, interviste a testimoni privilegiati, focus group - la continuità educativa fra nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria attraverso l’individuazione e l’analisi di casi significativi (best practices). 1 Beatrice Borghi (Didattica della storia) Per un’educazione alla cittadinanza attiva Il progetto intende indagare, attraverso ricerche empiriche, la percezione dei futuri insegnanti di Scienze della Formazione Primaria sul tema dell’educazione alla cittadinanza attiva. Le categorie previste riguardano da un lato il concetto di cittadinanza (intesa come insieme di diritti, di responsabilità e valori/virtù/attitudini associate; cittadinanza come identità e partecipazione attiva); dall’altro il concetto di educazione alla cittadinanza (come dovrebbe esplicitarsi un’educazione alla cittadinanza, in termini generali, e che tipo di esperienza al riguardo è stata svolta dall’intervistato nel contesto scolastico, incluso l’ambito formativo universitario). Le finalità del progetto pertanto sono orientate ad analizzare: 1. Significati della partecipazione alla cittadinanza come contenuto educativo. 2. Metodologia per una partecipazione alla cittadinanza 3. Integrazione dei programmi educativi non scolastici nel curriculum scolastico. 4. Coinvolgimento dello studente nella risoluzione dei problemi sociali come parte integrante dell’identità professionale docente. Le attività di ricerca sono promosse dal Centro internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt) del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna in accordo con il Centro CRESPI. Emanuela Cocever - Angela Chiantera (Pedagogia generale e Didattica della lingua italiana) Ricerche empiriche sulla scrittura come opera (Ricoeur 1986) che costruisce conoscenza per chi scrive e per chi legge; ricerche sulle condizioni di una efficace rappresentazione e trasmissione dell’esperienza professionale attraverso l’attività laboratoriale di scrittura. Tali laboratori sono stati e verranno indagati come l’occasione in cui sperimentare diverse modalità di scrittura (Bing 1977) e realizzare una riflessione sull’uso della lingua che coinvolga chi produce un discorso e chi lo riceve. Attraverso l’osservazione degli usi individuali si costruisce un saper fare linguistico che sa affinare la propria efficacia e, attraverso il lavoro critico critico sui testi prodotti, ci si avvia alla comprensione delle caratteristiche di scritti professionali che funzionino come mediatori efficaci di una buona comprensione di sé e delle situazioni educative, alimentando, in chi li produce, la costruzione del ‘sé professionale’ e in chi li ascolta o legge la voglia di provare a fare, di andare avanti. Come la ricerca linguistica, negli ultimi decenni, ha sottolineato con sempre maggior insistenza (Prandi 2006), infatti, l’uso efficace della lingua si basa non solo sulla conoscenza delle regole, ma sulla adeguatezza dei testi prodotti ai contesti educativi e sulla consapevolezza metalinguistica che sta alla base delle scritture prodotte dall’insegnante. Oggetto di studio sarà quindi la scrittura in ambito professionale - qui facciamo riferimento alla professione insegnante - nelle due funzioni che essa può realizzare: - la scrittura come occasione di rielaborazione dell’esperienza - la scrittura come occasione di trasmissione dell’esperienza. Dal ‘fare esperienze’ all’’avere esperienza’ c’è una strada da percorrere che passa dalla familiarità, alla sedimentazione di ciò che ci è familiare, per arrivare al potersi fidare, con ragione, di se stessi nella pratica quotidiana (Chiantera, Cocever 1996, Jedlowski 2004, Cocever 2010). Ci interessa verificare a quali condizioni la scrittura (nei suoi diversi aspetti sia di forma che di contenuto) sia uno strumento di elaborazione di questo percorso (Cifali 2010). Mirella D’Ascenzo (Storia della scuola) - Ricerche sui molteplici aspetti della professione docente, anche ‘al femminile’, nella sua dimensione storico-evolutiva, nel quadro della storiografia italiana e straniera. - Proseguimento delle ricerche empiriche di tipo qualitativo dirette alla ricostruzione di biografie professionali di docenti, quali microstorie collocate nella grande Storia, tramite le quali ricostruire 2 la dialettica tra formazione pedagogica ‘ingenua’, modelli pedagogici appresi nella formazione iniziale, modalità concrete attuate nelle prassi didattiche, inserite all’interno della grande ‘Storia della legislazione scolastica (programmi didattici, stato giuridico ecc.) e delle forme di associazionismo docente (associazioni, periodici scolastici ecc.). - Ricerche sull’evoluzione degli strumenti della didattica nel corso della storia della scuola e dell’educazione (editoria pedagogica e scolastica, musei, biblioteche di classe, quaderni, arredi, strumenti didattici, outillage scolastico et al.) e sulla storia delle modalità di documentazione dell’attività scolastica (archivi scolastici, registri di classe, cronache della scuola ecc.). - Proseguimento delle ricerche sulla storia della didattica di alcune discipline scolastiche. Dina Guglielmi (Psicologia del lavoro) Ricerche empiriche sugli insegnanti e sui Dirigenti Scolastici con l’obiettivo di studiare lo stress lavorativo nella scuola (anche alla luce della valutazione prevista dal Decreto Legislativo 81 del 2008). Gli studi terranno però in considerazione che i risultati di ricerca, accanto ai dati relativi alle condizioni stressanti che caratterizzano il lavoro dell’insegnante sottolineano come la maggioranza degli insegnanti non siano in burnout bensì siano motivati e riconoscano al lavoro una fonte di gratificazione importante (Hakanen, Bakker e Schaufeli, 2006). In questa prospettiva utilizzando come modello di riferimento il Job demand-resources (Demerouti et al. 2001) verranno implementate ricerche cross-sectional e longitudinali per studiare sia il processo energetico (domande lavorative-burnout-esiti personali e lavorativi) sia il processo energetico (risorse lavorative, engagement, esiti personali e lavorativi). La finalità di queste ricerche potrà essere molteplice: a) ricaduta in azioni di prevenzione e intervento su uno dei rischi per la salute più riconosciuti nella scuola (il rischio stress lavoro correlato); b) ricaduta in azioni formative iniziale e in servizio degli insegnanti; c) ricaduta nel definire leve motivazionali e/o gestionali utilizzabili nella scuola. All’interno di questi ambiti sono state svolte diverse ricerche (in collaborazione con USR e Province) nei diversi ordini di scuola i cui risultati hanno permesso definire proposte di formazione e dispositivi di valutazione dello stress. Elena Luppi (Pedagogia Sperimentale) 1. Ricerche empiriche che hanno assunto le caratteristiche della ricerca formazione negli ambiti dell'istruzione primaria, secondaria e della formazione professionale (insieme a Ira Vannini) - Progetto “La Qualità nei percorsi N.O.F.” studio esplorativo sui corsi del Nuovo Obbligo Formativo di Bologna e finalizzato a costruire un disegno di monitoraggio sugli stessi. - Progetto “DIDO” (Diritto DOvere all'istruzione e formazione) Monitoraggio sui corsi dell'Obbligo Formativo Integrato per le Province di Forlì-Cesena e di Rimini. - Progetto pilota “Gli standard formativi minimi relativi alle competenze di base e i percorsi per l'assolvimento del diritto-dovere” progetto di ricerca formazione finalizzato alla rivisitazione della progettazione del curricolo per l'assolvimento al diritto-dovere nella Formazione Professionale - Progetto COMPRENDO: progetto di ricerca-formazione per la definizione di un curricolo verticale fondatosu nuove prassi di progettazione e realizzazione della didattica nella scuola primaria e secondaria di primo grado (Cervia). 2. Progetti europei all’interno della linea di progetto LLP (Lifelong Learning Project) - Progetto Europeo COMENUS 2 EPIDORGE che ha coinvolto otto scuole secondarie superiori di sei paesi europei (Belgio Francia, Italia, Olanda, Slovenia, Romania), le Università di Bologna, di Cluj Napoca (Romania), di Maribor (Slovenia) e i centri di ricerca e formazione ENESAD, CEMPAMA, Francia. Il progetto ha previsto un percorso di ricerca-formazione rivolto agli insegnanti degli istituti coinvolti e finalizzato a potenziare l'empowerment degli allievi e promuovere il loro coinvolgimento nella scuola come organizzazione che apprende. 3 - Progetto Europeo Net4voice “New technologies for Voice-converting in barrier-free learning environments”. Progetto che ha visti coinvolte le Università di Bologna, Southampton- UK e UlmGermania e due scuole secondarie superiori (Italia e UK). finalizzato a promuovere l'adozione di tecnologie di riconoscimento vocale come opportunità didattica. Elena Pacetti (Didattica e tecnologie) Ricerca (tramite questionari) sulle competenze digitali dei futuri insegnanti di scuola dell'infanzia e scuola primaria, sulle modalità di utilizzo personale dei media digitali nella quotidianità, sulle loro percezioni rispetto ai possibili usi delle tecnologie in ambito didattico; (a questa andrebbe aggiunta la ricerca e la formulazione di un percorso di formazione sulle competenze digitali per insegnanti pre e in-service che sta seguendo in particolare Stefania Lovece); ricerca-azione sull'innovazione didattica nella scuola e sulle trasformazioni che l'uso delle tecnologie apporta nelle metodologie didattiche, nel setting educativo, nella valutazione, nell'uso dei tempi, nel rapporto con le famiglie, nella valorizzazione dell'educazione non formale e informale degli alunni, nell'ambiente di apprendimento. Tale ricerca viene svolta nell'ambito di progetti del MIUR realizzati in Emilia Romagna e in collaborazione con l'USR ER quali Cl@ssi 2.0, Scuol@ 2.0, Scuola Digitale – Azione LIM, e del progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna ScuolAppennino. Sono state svolte azioni di sostegno alla revisione dei curricola universitari per la formazione insegnanti e sulla formazione docenti universitari su inclusione e sulla didattica attiva in Kosovo nell'ambito di un progetto in collaborazione con Save The Children Italia. Ipotesi di ricerche future: (sogni) -la didattica di Bruno Ciari nel nuovo millennio: quali competenze sono ancora attuali e in che modo portare avanti il suo pensiero? -il tirocinio nella formazione dell'insegnante dalla scuola dell'infanzia a quella secondaria Rossella Sacchetti (Igiene generale ed applicata) La crescente e preoccupante diffusione di patologie croniche legate, in buona parte, a comportamenti inadeguati acquisiti in età giovanile ha evidenziato da tempo la necessità di una alleanza specifica tra il mondo della sanità e quello della scuola per definire strategie di intervento comuni in materia di prevenzione e promozione della salute (Protocollo d'Intesa tra il Ministero della Salute e il Ministero della Pubblica Istruzione, 5 gennaio 2007). La Scuola può contribuire a promuovere stili di vita salutari agendo all'interno del curriculum formativo, e anche creando un ambiente (strutturale e culturale) favorevole alla salute. In questo ambito è fondamentale il ruolo dell'insegnante che, in sinergia con le famiglie, può attivare processi di consapevolezza e sviluppi di competenze che favoriscano nei giovani l'acquisizione di corretti stili di vita in grado di migliorarne il benessere. Da alcuni anni, ricercatori dell'Università di Bologna, in collaborazione con l'Azienda Usl e le scuole del territorio, partecipano a progetti finalizzati a migliorare le abitudini alimentari e motorie nei bambini della Scuola Primaria, incidendo pertanto sul cambiamento delle concezioni degli insegnanti e sul miglioramento della loro professionalità. Patrizia Sandri (Didattica e Pedagogia Speciale) La ricerca, qualitativa e sperimentale, è volta a: 1. rilevare i comportamenti, le convinzioni, le percezioni di competenza dei docenti in formazione iniziale e in servizio sull’integrazione scolastica, sull’inclusione e sulle differenze di apprendimento; 2. rilevare le modalità didattiche utilizzate dai docenti in servizio per promuovere l’apprendimento sociale, emotivo e delle materie di studio degli alunni in un’ottica inclusiva; 4 2a. . individuare “buone prassi inclusive” che sollecitino gli apprendimenti (relativi in particolare a conoscenze e abilità spazio temporali, linguistiche e matematiche) nella socializzazione; 3. rilevare le modalità di collaborazione tra docenti curricolare e specializzato nelle attività di sostegno, e tra i docenti e le altre figure di aiuto (educatori, assistenti, …) per attuare l’inclusione; 4. Individuare gli indicatori strutturali, di processo e di risultato atti a consentire una valutazione in itinere e finale di quanto approntato dall’istituzione scolastica e dai docenti per garantire l’inclusione di ogni allievo, “non uno di meno”. Michela Schenetti (Didattica generale) Ricerche empiriche sulla professionalità di educatrici ed insegnanti di servizi per l’infanzia indirizzate ad analizzare, complessivamente, la relazione tra modelli gestionali, percezioni della propria professionalità (della cultura educativa), scelte didattiche dichiarate ed agite. L’attenzione è indirizzata da un lato all’interazione delle componenti costitutive dei contesti istituzionali e del modo in cui esse influiscono sull’identità pedagogica dei servizi; dall’altro alla individuazione di approcci formativi innovativi, nell’ottica della ricerca – formazione. (con Lucia Balduzzi) I temi attualmente oggetto di ricerca sono: - Professionalità e educazione alla sostenibilità: percezioni, vissuti e pratiche agite di educatrici e insegnanti coinvolte in percorsi di educazione all’aria aperta. - Ricerca empirica nei servizi per l’infanzia volta ad indagare le modalità di fruizione degli spazi esterni, promuovere processi di riflessione sui ‘bisogni’, interessi e competenze dei bambini coinvolti. Ricerca intervento per ripensare il ruolo delle professionalità educative e introdurre nuove e possibili modalità di intervento in un’ottica sostenibile. Ira Vannini (Pedagogia sperimentale) Ricerche empiriche sugli insegnanti in-service e pre-service finalizzate ad indagare le loro convinzioni educative e le loro motivazioni all’insegnamento. In particolare, si evidenzia l’impegno nell’ambito delle ricerche sul cosiddetto teacher change (Floden, 2002), impegnate ad esplorare i processi di cambiamento (o di resistenza al cambiamento) che gli insegnanti attivano nelle scuole. In questo campo, si indagano nello specifico – attraverso indagini descrittive e correlazionali – le due macro-variabili (Richardson, Placier, 2002) considerate fondamentali per analizzare le convinzioni e gli atteggiamenti dei docenti e la loro rigidità o malleabilità verso pratiche educative e didattiche innovative: da un lato l’influenza di fattori individuali, quali le esperienze di vita negli specifici contesti socioculturali come figli, amici, genitori,..; dall’altro lato l’importanza dei fattori di tipo organizzativo connessi ai contesti scolastici di insegnamento. In secondo luogo, si evidenzia l’impegno in ricerche che mettono in correlazione le convinzioni degli insegnanti e le effettive prassi didattiche all’interno delle classi, attraverso indagini con osservazioni sistematiche. MEMBRI DEL CONSIGLIO SCIENTIFICO Ivana Bolognesi (Pedagogia interculturale) Ricerche empiriche rivolte all’individuazione di competenze pedagogico-didattiche necessarie all’insegnante per poter intervenire in contesti educativi e scolastici sempre più multiculturali. In particolare gli ambiti di ricerca in atto e da approfondire sono i seguenti: -individuare prassi e riflessività, attraverso il metodo del cooperative learning, da adottare in classi in cui sono presenti livelli diversi di competenze linguistiche da parte di alunni con appartenenze socio-cultrurali differenti (Goobo 2010, Cohen 1999); -sperimentare progetti interculturali nella scuola dell’infanzia volti al potenziamento della lingua italiana nei bambini di origine straniera di 3-6 anni (Favaro 2011); 5 -sperimentazione di nuovi modelli e strategie per la partecipazione delle famiglie alla vita della scuola, di ogni ordine e grado; tale sperimentazione dovrebbe avere lo scopo principale di individuare le competenze necessarie ad un insegnante per comprendere e gestire conflitti che si presentano all’interno di contesti multiculturali caratterizzati dalla presenza di pregiudizi e forme di discriminazione che l’attuale crisi economica e sociale ha fortemente accentuato. Maurizio Fabbri (Pedagogia generale e sociale) Il punto di partenza è costituito da ricerche empiriche e teoriche sui modelli pedagogici che concorrono alla formazione di base e in servizio degli insegnanti di ogni ordine e grado. Muovendo dagli studi a suo tempo effettuati da Kaes e Anzieu (1973), Postic (1978), Enriquez (1980), Mottana (1992), Fabbri (1996, 2012), ci si propone di far emergere le disposizioni relazionali e comunicative più frequentemente utilizzate nel rapporto con gli studenti, le famiglie, i colleghi, il più complessivo contesto istituzionale e di territorio. Attraverso il modello della Ridondanza (Watzlawick, 1976) sarà possibile compiere rilievi in merito ai modelli culturalmente dominanti nei singoli contesti della formazione, con particolare riferimento ai rischi di degenerazione in direzioni di ingiunzione paradossale e creazione di doppi legami. Dato il valore paradigmatico che l’innovazione nei servizi per l’infanzia ha spesso assunto nei successivi ordini di scuola e d’istruzione (Fabbri, 2008), si potrebbe verificare in che misura le tensioni e le difficoltà sperimentate nelle scuole primarie possano trovare un contributo interessante nelle soluzioni già sperimentate all'interno dei nidi e delle scuole dell’infanzia. I fase. Conduzione di focus e somministrazione di questionari e interviste tendenti a far emergere le rappresentazioni implicite che orientano la professione dell’insegnante. II fase. Restituzione dei dati rilevati attraverso letture di ampio respiro, capaci di prospettare percorsi di ricerca azione. III fase. Interventi di ricerca azione presso singoli consigli di classe e di istituto per verificarne effetti, ricadute e possibilità di ripensamento dell’agire professionale. Giovanna Guerzoni (Antropologia culturale) Ricerche nell’ambito dell’antropologia dell’educazione e della formazione in servizio per educatori e insegnanti sull’analisi dei processi socioculturali legati al tema della diversità culturale e dei processi migratori. Sperimentazione di forme innovatine della metodologia di ricerca dell’antropologia culturale: etnografia, interviste in profondità, focus group. Strettamente legato a questo ambito di ricerca, gli studi sul genere in ambito educativo, è responsabile scientifico del Csge Centro studi sul genere. Anche questo ambito evidenza l’importanza di un dialogo interdisciplinare, nel quale l’antropologia si pone come quadro teorico e ricerca empirica ed etnografica in grado di contribuire sul piano dell’analisi dei processi socioculturali del mondo contemporaneo. Ricerca sui processi migratori tra scuola e contesti urbani si veda la ricerca PRIN “Giovani migranti, processi migratori e contesti urbani” (2007-2009) riguardante l'analisi degli stili di vita e dei modi di vivere e interpretare la città delle “seconde generazioni”. Proseguendo una linea di ricerca che ha caratterizzato la Cattedra di Antropologia culturale fin dagli anni ’70, la ricerca antropologica sul drop out e la dispersione scolastica con attività di ricerca locali e progetti europei come il progetto LLP Comenius SAS "Success at the School" (2012-2013) attivato grazie a una rete di diverse istituzioni e associazioni europee di sei paesi. L’antropologia dei diritti umani e in particolare del diritto all’educazione, dallo studio delle rappresentazioni sociali e culturali dei diritti umani nella società contemporanea alla sperimentazion e di ricerca-azione con le scuole di ogni ordine e grado sulle modalità di intervento che affianca la formazione alla ricerca, il tema dei diritti dell'infanzia nei contesti educativi. Tiziana Pironi (Storia della pedagogia) 6 In continuità con precedenti ricerche, si intendono sviluppare due direzioni tra loro correlate: 1. Il primo obiettivo è quello di sottoporre a un’indagine accurata i percorsi umani e professionali di alcune personalità che si sono distinte per il loro anticonformismo, nell’aver promosso esperimenti pedagogici e didattici innovativi (Maria Montessori, Margherita Zoebeli, Mario Lodi, per citarne alcune tra le più rappresentative), rispetto alle pratiche consolidate e desuete della realtà scolastica del nostro Paese. In particolare, tramite l’utilizzo delle fonti autobiografiche (diari, epistolari, ecc.), si cercherà di far luce non solo sui punti di forza, ma anche sulle criticità, sulle difficoltà che emergono dal loro continuo ripensamento delle iniziative messe in campo, soprattutto nel fare i conti con i limiti e le carenze della scuola del tempo. 2. Il successivo momento dell’indagine intende affrontare le modalità attraverso cui le esperienze di questi protagonisti/e si siano trasformate in veri e propri modelli e punti di riferimento, che hanno ispirato l’attività didattica di diverse generazioni di docenti (sia sul piano dell’autoformazione personale, sia tramite l’aggiornamento all’interno di movimenti e associazioni). Sul piano metodologico, attraverso l’ausilio di fonti orali ( somministrazione di interviste) e scritte (diari, autobiografie, lettere, ecc.), si cercherà di far luce sulle motivazioni che sono state alla base delle scelte (scuola attiva, metodo Montessori, ecc.) di alcuni docenti. L’intento sarà, al tempo stesso, quello di capire come tali “scelte” abbiano inciso sul loro modo di essere insegnanti, individuando anche le “zone d’ombra”, le criticità, emerse nell’effettiva realizzazione di quel modello preso come punto di riferimento per orientare la pratica quotidiana. A conclusione dell’indagine ci si chiederà se la riflessione sulla portata di tali esperienze possa costituire ancor oggi un momento significativo nella formazione didattica degli insegnanti. Dario Tuorto (Sociologia generale) Filoni potenziali di ricerca: 1. Il cambiamento dei profili socio-demografici (età, generazione, provenienza geografica) e dei percorsi di carriera e socializzazione alla professione (formazione iniziale, tipo di reclutamento, concezioni educative) degli attuali insegnanti; gli effetti di tali cambiamenti sulle motivazioni rispetto alla didattica 2. La percezione sociale della professione insegnante: che significa fare scuola in presenza di processi che spingono verso una delegittimazione sociale della professione insegnante (squilibrio o perdita di status), quali differenze tra insegnanti di scuole pubbliche e private, che impatto hanno le politiche dell’istruzione sulla costruzione dell’immagine sociale dell’insegnante e sull’insegnamento. 3. Il profilo partecipativo degli insegnanti, i loro atteggiamenti e valori politici. Studi mirati a cogliere il livello di coinvolgimento in attività politico-sociali e il profilo ideologico. Per vedere se l’integrazione degli insegnanti nella vita collettiva della comunità si riproduce nell’attività didattica degli insegnanti, favorisce l’implementazione di progetti all’interno della scuola, viene riconosciuta dagli alunni e influenza la formazione del senso civico. Ricognizione di esperienze / buone pratiche di civismo a scuola (educazione civica, parlamento degli studenti ecc.) 5. Ruoli di genere e insegnamento: focus sulla fase pre-scolare e scuola primaria. Esaminare i processi attivati dalla forte connotazione di genere degli ambienti scolastici (presenza di un corpo docente prevalentemente femminile). Quali effetti sui processi di apprendimento degli studenti? Sulla capacità del docente di essere autorevole? Sulle modalità di interazione all’interno del corpo docente? In che modo la questione di genere si sovrappone a quella generazionale: la femminilizzazione della professione docente incide meno /diversamente tra le nuove generazioni? 7