Tecniche di
produzione dell’olivo
Dott. Agronomo Ercole Aloe
Albero
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FORMA
IN NATURA – CESPUGLIOSO
 COLTIVATO – UNICO TRONCO
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ALTEZZA
CONDIZIONI CLIMATICHE
 TECNICHE COLTURALI
 VARIETA’

Albero
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IMPIANTI INTENSIVI
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VANTAGGI
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PRODUZIONI PIU’ ELEVATE
SEMPLIFICAZIONI DELLE OPERAZIONI COLTURALI
DIMINUZIONI DEI COSTI DI PRODUZIONE
POTENZIALE DI SOPRAVVIVENZA
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ANATOMIA FOGLIARE
APPARATO RADICALE
CAPACITA’ DI RINGIOVANIMENTO
EMISSIONE DI GERMOGLI
O
l
i
o
PER LE SUE ESIGENZE FISIOLOGICHE L’OLIVO PREDILIGE IL CLIMA
TEMPERATO CARATTERISTICO DEL MEDITERRANEO
QUESTE CONDIZIONI SI POSSONO RISCONTRARE ANCHE AL DI FUORI DEL
BACINO DEL MEDITERRANEO, IN PARTICOLARI ZONE MICROCLIMATICHE
(A NORD INTORNO AI LAGHI, A SUD IN ALTURA)
TEMPERATURE MINIME TOLLERATE
mignolatura-fioritura
10° C
fioritura-allegagione
15° C
accrescimento dei frutti
20° C
invaiatura-maturazione
15° C
maturazione completa-stasi vegetativa
-5° C
PIU’ CHE IL FREDDO IN SE’
L’OLIVO TEME LE BRUSCHE E FORTI ESCURSIONI TERMICHE
Caratteristiche generali della pianta
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Pianta sempreverde
Altezza variabile in relazione alle condizioni
Forma generalmente arrotondata
Fruttificazione tende a spostarsi all’esterno
Portamento delle ramificazioni
Assurgente o eretto
 Pendulo
 intermedio

Tipo di crescita
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Caratteristiche importanti
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Ricchi complessi gemmari e allungamento dei rami
per questo motivo si ha una progressiva espansione
della pianta verso l’esterno
Tipo di crescita
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Presenza di numerose gemme latenti e gemme
avventizie
Tipo di crescita
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Crescita contorta
Apparato aereo
I Rami
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Rami a legno
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Rami a frutto
Gemme

Gemme
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Apicali o terminali
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Laterali o ascellari
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Gemme a legno
Gemme a legno
Gemme a fiore
Gemma mista
Sottogemme
Gemme avventizie
Gemme latenti
Foglie
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Tipo semplice e persistente (30 mesi)
Apparato radicale
Gemme a fiore
Fiore e frutto
Ciclo di sviluppo
La propagazione dell’olivo
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Due sono le tecniche utilizzate:
 Propagazione gamica
Per innesto, su piantine ottenute da
seme
Notevole etorogeneità – fase giovanile
lunga
 Propagazione agamica
Per autoradicazione
Il circuito produttivo delle piante
innestate
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Prelevamento di noccioli
Selezione e conservazione
Semina agosto – settembre dell’anno successivo
Semina su letto freddo
Quantità: 3Kg/m2
Nella primavera trasferimento in nestaio
Nel mese di marzo successivo innestate
Tradizionali operazioni di innesto a marza
Inserimento della marza
opportunamente sagomata
Copertura con mastice del taglio
superiore della marza
Le tecniche di autoradicazione
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Si utilizzano ovoli, polloni radicati, talee di
branca, talee semilegnose.
Le talee semilegnose di un anno di età
Poste a radicare in strutture specifiche
La base del letto di autoradicazione viene
scaldato a 20 – 25° C
Inoltre nella serra deve essere predispoto un
impianto di nebulizzazione
Serra di radicazione: le talee di olivo posizionate nella perlite, contenuta nei
bancali, ricevono l'acqua finemente nebulizzata da apposita autoclave ad alta
pressione
Barbatelle di olivo a diverso livello di radicazione
L'impianto dell'oliveto
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Considerazioni climatiche
Considerazione sulla natura e giacitura dei
terreni
Operazioni preliminari all’impianto
Decespugliamento e spietramento
 Dicioccamento
 Livellamento del terreno
 Lavorazione del terreno
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Tracciamento e piantumazione
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Scelta del sesto e della distanza tra le piante
Orientamento dei filari
Messa a dimora delle piante
La potatura
Olivo siciliano
Olivo gestito con criterio ormai obsoleti
Particolare di succhioni cresciuti su una branca di olivo
A sinistra rametto selvatico che per produrre dovrà prima “
ingentilirsi”, a destra rametto domestico in grado di produrre olive
“ La strage degli innocenti”: potature
esagerata su olivi produttivi
Olivo con chioma cresciuto eccessivamente in altezza
INTERVENTI SULLE BRANCHE
Olivo allevato con branche principali
che hanno assunto la struttura
tipica del candelabro per errori di
potatura effettuati nei primi anni
dopo la piantagione
Olivo con chioma sviluppatasi in altezza a
causa di branche principali con
portamento troppo chiuso
Porzione di branca
stretta con taglio
effettuato eccessivamente
alto
Nuova vegetazione
(indicata con colore
verde più intenso)
sviluppatasi prevalentemente
vicino all’area
del taglio
Sequenza di operazioni per l’abbassamento
di una chioma cresciuta
troppo stretta. La nuova vegetazione è
riferita rispettivamente al mese
di settembre di ciascun anno - fase A
Sequenza di operazioni per l’abbassamento
di una chioma cresciuta
troppo stretta. La nuova vegetazione è
riferita rispettivamente al mese
di settembre di ciascun anno - fase B
Sequenza di operazioni per l’abbassamento
di una chioma cresciuta
troppo stretta. La nuova vegetazione è
riferita rispettivamente al mese
di settembre di ciascun anno - fase C
Attribuendo un’inclinazione al taglio su una
branca o su un tronco, si favorisce uno
sviluppo maggiore della nuova vegetazione
inserita sulla parte più alta del taglio
Interventi sul tronco
Crescita stentata
della nuova vegetazione
su un tronco di
olivo non sano
Crescita della
nuova vegetazione
su un tronco di olivo
sano
Olivo rigenerato
dopo un taglio sul
tronco
Crescita iniziale di
nuova vegetazione su
tronco ancora giovane
Olivo da ristrutturare
per scelta iniziale
di una forma di allevamento
non idonea
per l’ambiente
di coltivazione
Taglio sul tronco a circa 0,8-1 metro di
altezza effettuato alla fine di
marzo
Crescita della vegetazione nel mese di
settembre dopo il taglio
La nuova chioma
dopo un anno esatto
dal taglio
Alla fine del
secondo inverno si
effettua il primo taglio
di diradamento
Olivi recuperati
e riformati dopo
l’eliminazione dei rovi
infestanti
Crescita delle
nuove chiome nel
marzo dell’anno
successivo
Intervento su chiome produttive
A sinistra olivo in buone condizioni
vegetative e produttive
e a destra intervento eccessivo di potatura
Rinnovo di branchetta produttiva
Branca principale
erroneamente
impostata per la
presenza di numerose
biforcazioni
Porzione terminale
di branche di olivo
nell’olivicoltura
tradizionale
Errore nella potatura
delle cime
Cima equilibrata
Branche potate
in modo che ciascuna
assuma fin dalla sua
testa la forma di un
cono
Particolare di una
cima corretta
Potatura errata di una cima che
era già stata potata male nel
corso del precedente intervento.
Si noti che a destra c’è la punta
sistemata mentre a sinistra si
osserva come è cresciuta
(e come crescerà dopo il taglio!)
la parte terminale della branca
Particolare di succhioni cresciuti su un
ramo, dopo un’operazione di
potatura e possibile differenza nella loro
gestione futura
Crescita della nuova vegetazione dopo un
taglio apicale su un ramo,
in relazione all’inclinazione dello stesso
Correzione di una cima cresciuta eccessivamente, distaccandosi
dal resto della chioma per un errore di taglio sulle punte effettuato
nel corso dell’anno precedente
Pianta allevata a vaso cespugliato (in alto) e pianta ad unico tronco
Crescita di eccessivi polloni basali e di succhioni, per potatura eccessiva
La potatura dei nuovi oliveti
Olivi al secondo
anno dall’impianto:
sopra, pianta lasciata
crescere liberamente
con l’unica accortezza
di tenere la cima legata
al palo tutore;
a sinistra, pianta
impostata e potata fin
dall’inizio
Giovane pianta di
olivo con palo tutore
sbagliato perché troppo
basso
Allevamento di un olivo nuovo fino al quinto anno
Sviluppo di un
olivo al sesto anno
con una gestione
basata sulla riduzione
degli interventi di
potatura
Un olivo è come un bimbo che deve essere ben guidato
e non costretto … nella sua crescita!