UNIVERSITA’ DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI ENERGETICA S. STECCO SEZIONE DI MECCANICA APPLICATA DISPENSE DI MECCANICA APPLICATA: RICHIAMI DI DINAMICA E MACCHINE ALTERNATIVE Prof. Ing. P. Toni, Ing. R. Giusti, Ing. E. Meli, Ing. S. Papini, Ing. L. Pugi, Ing. A. Rindi 1 Indice INDICE ................................................................................................................... 2 1 INTRODUZIONE .......................................................................................... 4 2 RICHIAMI DI DINAMICA NEWTONIANA ..................................................... 5 2.1 SISTEMA COMPOSTO DA UN SINGOLO CORPO RIGIDO ......................................... 5 2.1.1 Punto fisso (precessione) ............................................................................... 7 2.1.2 Asse fisso (rotazione) ..................................................................................... 8 2.2 . SISTEMA COMPOSTO DA N CORPI RIGIDI .......................................................... 9 3 RICHIAMI DI DINAMICA LAGRANGIANA ................................................. 13 3.1 EQUAZIONI DI LAGRANGE (FORMULAZIONE RIDONDANTE) ............................. 13 3.2 EQUAZIONI DI MOTO (FORMULAZIONE RIDONDANTE) ..................................... 17 3.3 EQUAZIONI DI LAGRANGE (FORMULAZIONE NON RIDONDANTE) ..................... 18 3.4 EQUAZIONI DI MOTO (FORMULAZIONE NON RIDONDANTE) .............................. 20 3.5 SISTEMA CON UN GRADO DI LIBERTÀ (FORMULAZIONE NON RIDONDANTE) ..... 21 4 DETERMINAZIONE DELLE EQUAZIONI DI MOTO DI UN MECCANISMO .. 23 4.1 ESEMPIO DI CASO NON PIANO .......................................................................... 23 4.1.1 Soluzione newtoniana .................................................................................. 24 4.1.2 Soluzione lagrangiana (formulazione ridondante) ...................................... 26 4.1.3 Soluzione lagrangiana (formulazione non ridondante) ............................... 28 4.2 ESEMPIO DI CASO PIANO .................................................................................. 29 4.2.1 4.2.2 4.2.3 5 Soluzione newtoniana .................................................................................. 30 Soluzione lagrangiana (formulazione ridondante) ...................................... 33 Soluzione lagrangiana (formulazione non ridondante) ............................... 35 MACCHINE ALTERNATIVE MONOCILINDRICHE ..................................... 37 5.1 MASSE DI SOSTITUZIONE ................................................................................. 37 2 5.2 MANOVELLISMO DI SPINTA ............................................................................. 39 5.2.1 5.2.2 5.2.3 5.2.4 6 7 Manovellismo di spinta: cinematica ............................................................ 39 Manovellismo di spinta: masse di sostituzione per la biella ....................... 41 Manovellismo di spinta: dinamica ............................................................... 42 Manovellismo di spinta: bilanciamento ....................................................... 43 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE ......................................48 6.1 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: BILANCIAMENTO ..................... 48 6.2 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 2 CILINDRI (2 TEMPI)52 6.3 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 2 CILINDRI (4 TEMPI)53 6.4 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 3 CILINDRI (2 TEMPI)54 6.5 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 3 CILINDRI (4 TEMPI)55 6.6 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 4 CILINDRI (2 TEMPI)56 6.7 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 4 CILINDRI (4 TEMPI)57 6.8 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 6 CILINDRI (4 TEMPI)58 6.9 MACCHINE ALTERNATIVE PLURICILINDRICHE: MOTORE A 8 CILINDRI (4 TEMPI)59 BIBLIOGRAFIA ..........................................................................................60 3 1 Introduzione Nella presente trattazione verranno dapprima richiamati alcuni concetti fondamentali di dinamica sia nella sua formulazione newtoniana che in quella lagrangiana. In proposito saranno anche proposti, a titolo di esempio, alcuni semplici esercizi per illustrare l’applicazione dei concetti in questione. Successivamente verrà analizzata nel dettaglio la dinamica delle macchine alternative monocilindriche con particolare riguardo al bilanciamento di queste ultime. Infine i concetti validi per le macchine monocilindriche saranno estesi anche alle macchine alternative pluricilindriche, sempre focalizzando l’attenzione sul loro bilanciamento. 4 2 Richiami di dinamica newtoniana L’approccio newtoniano alla studio della dinamica dei sistemi meccanici è concettualmente più generale e più potente dell’analogo approccio lagrangiano soprattutto se si considerano le ipotesi fisiche alla basa della teoria in questione. Tuttavia esso risulta molto meno sistematico ed automatizzabile rispetto all’approccio lagrangiano; inoltre l’approccio newtoniano si rivela anche decisamente meno efficiente di quello lagrangiano per sistemi di grandi dimensioni. L’approccio lagrangiano risulta infine facilmente estendibile anche al di fuori dell’ambito della meccanica. Nel seguito sarà dapprima studiato il moto di un sistema composto da un singolo corpo rigido. Successivamente i concetti appena introdotti verranno estesi ad un sistema formato da un numero generico di corpi rigidi (sistema multibody). 2.1 Sistema composto da un singolo corpo rigido Come è noto, le equazioni cardinali della dinamica applicate al singolo corpo rigido (si veda la Fig. 2.1) assumono la forma ̇ ̇ ̈ ( ∑ ∑ ) ( ∑ ̇ ∑ ̇ ∑ (2.1) ∑ ) (2.2) (2.3) nelle quali sono state impiegate la seguenti convenzioni - la terna di centro è fissa mentre la terna di centro è solidale al corpo rigido 5 - [ e ] rappresentano la posizione del centro di massa e l’orientazione del corpo (descritta ad esempio mediante gli angoli di Eulero ̇ dove ZXY); si ricordi che [ - ] (2.4) ( ) è la matrice di rotazione che lega la terna fissa alla terna solidale al corpo ovvero ( ) [ - e ][ ][ ] (2.5) sono la quantità di moto ed il momento angolare del corpo in questione (come centro di riduzione è stato scelto per semplicità il centro di massa ; analogamente, senza alterare la forma delle equazioni, poteva essere scelto pure un generico punto fisso - e anche non appartenente al corpo) sono la massa ed il tensore di inerzia del corpo (calcolato rispetto alla terna di centro solidale al corpo; analogamente sarà il tensore di inerzia calcolato rispetto alla terna solidale al corpo avente centro nel punto fisso - ) sono i vincoli cinematici agenti sul corpo considerato ( grado di vincolo dove il rappresenta il numero di gradi di libertà tolti dal vincolo); l’approccio newtoniano non richiede a priori ipotesi particolari sulla struttura dei vincoli (nel caso in esame si suppone solamente che siano bilateri, sufficientemente regolari ed indipendenti) - le forze ed i corrispondenti momenti (rispetto a ) sono rispettivamente le azioni esterne e le azioni dovute ad elementi di forza (molle, smorzatori, ecc.) e sono funzioni note di , (rispetto a ̇ ̇ e del tempo ; al contrario ) rappresentano le reazioni vincolari e sono a priori incognite. 6 Figura 2.1 Singolo corpo rigido ∑ In questo caso il sistema (2.1)-(2.3) è costituito da ∑ equazioni in incognite mentre i gradi di libertà associati al corpo risultano essere ∑ . (2.6) Spesso inoltre, in accordo con il Principio di D’Alembert, si introducono nelle (2.1)-(2.2) le azioni di inerzia definite come ̇ ̇ ̈ ( (2.7) ); (2.8) di conseguenza si può dunque scrivere ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (2.9) ∑ . (2.10) E’ utile infine ricordare l’espressione dell’energia cinetica associata al corpo rigido considerato ovvero ̇ ̇ . (2.11) 2.1.1 Punto fisso (precessione) Nel caso in esame un punto del corpo è fisso. Se si assume il sistema (2.1)-(2.3) diventa 7 ̇ ̇ ̈ ∑ ∑ ( (2.12) ∑ ) ∑ (2.13) . Per quanto riguarda il moto di precessione ( (2.14) è costituito da equazioni in (2.14) , ) il sistema (2.12)- incognite mentre i gradi di libertà associati al corpo si riducono a ; Infatti, essendo (dove nel sistema solidale) e incognite ̇ (2.15) è la posizione del centro di massa , la (2.13) è di per sé sufficiente a determinare le e di conseguenza ; la (2.12) fornisce poi il valore della reazione . Si noti inoltre che, usando come incognita la velocità angolare espressa nel , ricordando che ̇ sistema solidale al corpo momenti e non considerando i , la (2.13) si riduce all’equazione di Eulero e ̇ . (2.16) 2.1.2 Asse fisso (rotazione) In questo caso il corpo ruota attorno ad un asse fisso individuato da un punto da un versore (da cui ). Se si assume (da cui ̇ ), e e il sistema (2.1)-(2.3) diventa ̇ ̇ ̈ ( ∑ ) ∑ (2.17) ∑ ∑ (2.18) (2.19) Per quanto concerne il moto di rotazione ( è costituito da equazioni in , ) il sistema (2.17)-(2.19) incognite mentre i gradi di libertà associati al corpo si riducono a . (2.20) Poiché, anche per quanto riguarda la rotazione attorno ad un asse fisso si ha (dove ̇ è la posizione del centro di massa nel sistema solidale) e , la terza componente della (2.18) è sufficiente a determinare l’incognita e di conseguenza ; la (2.17) e le prime due componenti della (2.18) forniscono poi il valore delle reazioni , . 8 In particolare le equazioni (2.17)-(2.18) scritte per esteso diventano ̇ ( ̇ (∑ ∑ ̇ ) ̈ ( e (∑ ( ) (2.21) ( ) (2.22) ) ∑ (∑ ∑ ̇ ) ̈ dove ∑ ) ∑ ̇ ̈ ∑ ∑ ̇ ∑ ) (∑ rappresenta la distanza di ) dall’asse di rotazione del corpo. 2.2 . Sistema composto da N corpi rigidi Se il sistema in questione è composto da corpi rigidi (si veda la Fig. 2.2), le equazioni cardinali della dinamica assumono la forma ̇ ̈ ∑ ∑ ̇ ∑ ∑ ( ) . (2.23) ∑ ∑ ̇ ( ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ . ∑ (2.24) ̇ ̇ ̇ ) (2.25) ̇ ( ̇ ̇ ̇ ) (2.26) nelle quali sono state impiegate la seguenti convenzioni - la terna di centro è fissa mentre la terna di centro è solidale al corpo rigido - e [ ] rappresentano la posizione del centro di massa e l’orientazione del corpo (descritta ad esempio mediante gli angoli di Eulero ZXY); si ricordi che ̇ (vedi paragrafo 2.1) 9 ( - ) è la matrice di rotazione che lega la terna fissa alla terna solidale al corpo - ̇ e (vedi paragrafo 2.1) ̇ sono la quantità di moto ed il momento angolare del corpo in questione (come centro di riduzione è stato scelto per semplicità il centro di massa ; analogamente, senza alterare la forma delle equazioni, poteva essere scelto pure un generico punto fisso anche non appartenente al corpo) - e sono la massa ed il tensore di inerzia del corpo (calcolato rispetto alla terna di centro solidale al corpo) è l’ - vincolo cinematico agente tra l’ambiente ed il corpo mentre è l’ ed il corpo vincolo cinematico agente tra il corpo vincolo , ( e dove i gradi di rappresentano il numero di gradi di libertà tolti dal vincolo); nel caso in esame si suppone sempre che i vincoli siano bilateri, sufficientemente regolari ed indipendenti) - l’ azione esterna agente sul azioni dovute ad elementi di forza corpo, le , (provocate rispettivamente dall’interazione con l’ambiente e con il corpo) agenti sul corpo ed i corrispondenti momenti sono funzioni note di al contrario le reazioni vincolari ̇ (rispetto a ̇ , ̇ , , ̇ ) e del tempo ; (rispetto a ) sono a priori incognite. 10 Figura 2.2 N corpi rigidi Nel caso di ∑ ∑ ∑ ∑ corpi rigidi il sistema costituito dalle (2.23)-(2.26) è costituito da ∑ ∑ ∑ ∑ equazioni ∑ in ∑ incognite mentre i gradi di libertà associati al sistema stesso risultano essere ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ . (2.27) Come per il singolo corpo rigido, in accordo con il Principio di D’Alembert, si introducono nelle (2.23)-(2.26) le azioni di inerzia definite come ̇ ̇ ̈ (2.28) ( ); (2.29) di conseguenza si può ancora scrivere ∑ ∑ ∑ ∑ . 11 ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (2.30) ∑ ∑ ∑ ∑ . ∑ (2.31) L’energia cinetica associata all’intero sistema di corpi rigidi considerato assume infine la forma ∑ ∑ ( ̇ ̇ ). (2.32) 12 3 Richiami di dinamica lagrangiana L’approccio lagrangiano alla studio della dinamica dei sistemi meccanici può risultare meno generale e meno potente dell’analogo approccio newtoniano soprattutto se si considerano le ipotesi fisiche alla basa della teoria in questione. Tuttavia esso risulta molto più sistematico ed automatizzabile rispetto all’approccio newtoniano; inoltre l’approccio newtoniano si rivela anche decisamente meno efficiente di quello lagrangiano per sistemi di grandi dimensioni. L’approccio lagrangiano risulta infine facilmente estendibile anche al di fuori dell’ambito della meccanica. Nel seguito sarà dapprima studiato il moto di un generico sistema composto da un numero qualsiasi di corpi rigidi (sistema multibody); a tale scopo sarà presentata una versione delle equazioni di Lagrange particolarmente adatta per trattare sistemi vincolati (basata cioè su un insieme ridondante di coordinate lagrangiane e su una funzione Lagrangiana generalizzata grazie all’introduzione dei moltiplicatori di Lagrange). Successivamente, come termine di confronto, verrà poi analizzato anche l’approccio lagrangiano classico basato su un insieme non ridondante di coordinate lagrangiane. 3.1 Equazioni di Lagrange (formulazione ridondante) Per descrivere lo stato del sistema si introduce il seguente insieme di coordinate lagrangiane ridondanti ( ) , ( ) . (3.1) 13 Per quanto riguarda invece i vincoli, si suppone sempre che essi siano bilateri, sufficientemente regolari ed indipendenti; si soppone inoltre che i vincoli del sistema siano anche fissi (scleronomi), lisci ed olonomi. Di conseguenza le equazioni (2.25)(2.26) diventano ( ) (3.2) ( ) (3.3) dove e ; analogamente in forma più compatta si ha (3.4) con ∑ e sono ∑ ∑ ∑ ∑ (i gradi di libertà del sistema ). Fatte queste premesse le equazioni di Lagrange per il sistema di corpi rigidi in questione possono essere scritte come segue ( ̇ ) ( ) (3.5) nella quale sono state impiegate la seguenti convenzioni: - è la funzione lagrangiana generalizzata valutabile come ̇ ̇ (3.6) è l’energia cinetica del sistema, dove l’energia potenziale e i moltiplicatori di Lagrange (incogniti). - sono le forze lagrangiane (indicheremo poi con lagrangiane associate al singolo corpo e di conseguenza L’energia cinetica le forze ( ) ). può essere calcolata considerando i contributi relativi a ciascun corpo ovvero ̇ ∑ dove la matrice ̇ ∑ ̇ ̇ ̇ ̇ ∑ ̇ [ ] ̇ (3.7) è diagonale a blocchi 14 . (3.8) Nel prosieguo della trattazione indicheremo per semplicità con (3.9) le azioni attive conservative agenti sul sistema (sia esterne che dovute ad elementi di forza e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi ) e con (3.10) le analoghe azioni attive non conservative. Analogamente chiamiamo (3.11) le generiche reazioni vincolari conservative agenti sul sistema (incognite e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi); si noti che, essendo i vincoli lisci, non si hanno reazioni vincolari non conservative. Le reazioni vincolari (3.11) contengono solamente parametri incogniti e, come vedremo, possono essere calcolate a partire dai moltiplicatori di Lagrange; la conoscenza di permette dunque di determinare le reazioni vincolari Definiamo con dell’ vettore la parte del vettore corpo (avente grado di vincolo . associata al vincolo ); in questo caso per semplicità il sarà riferito sia ai vincoli associati alle reazioni associati alle reazioni . Sia poi che a quelli il minore di relativo al vincolo in questione; le relative azioni lagrangiane possono essere calcolate come . Definiamo quindi una terna (solidale alla terna del corpo stesso ) ed orientazione associata al vincolo in questione ) avente origine in (sempre rispetto a vincolari agenti sul corpo in questione (3.12) (scritta in terna ). Il lavoro virtuale delle reazioni (espresse nel sistema di riferimento 15 inerziale e già ridotte al centro della terna del giunto ) può essere valutato come (3.13) dove [ ], , . (3.14) Allo stesso tempo si ha (3.15) nella quale (3.16) ( ) ( ) . (3.17) Dalle (3.13), (3.15) si deduce quindi (3.18) ( ) (3.19) da cui ( ) ( ) . (3.20) Se si è interessati alle reazioni vincolari scritte nei sistemi associati ai giunti, si avrà in fine , (3.21) . (3.22) La conoscenza delle azioni attive conservative (3.9) permette inoltre di calcolare l’energia potenziale del sistema sommando tra loro i contributi associati ai vari corpi: ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (3.23) La conoscenza delle azioni attive non conservative (3.10) consente infine di valutare le forze lagrangiane ; a tale scopo si sfrutta il Principio dei Lavori Virtuali ovvero ∑ 16 ∑ ∑ [(∑ ∑ ∑ (∑ ∑ ∑ [(∑ ∑ ∑ ∑ (∑ ∑ ) ∑ ) ∑ ] ∑ ∑ ) ) ]. (3.24) Essendo poi ∑ ( ), (3.25) si ottiene ∑ ∑ ∑ ∑ (3.26) ∑ (∑ ( ∑ ∑ ) ) 3.2 Equazioni di moto (formulazione ridondante) In base a quanto detto nel paragrafo 3.1 siamo adesso in grado di scrivere per esteso le equazioni di moto del sistema. Ricordando le (3.5)-(3.7) si ha [ ( [( ̇ ) ] [ ∑ ) ] ∑ ̈ ] ∑ ̇ ∑ ̇ ̇ [( ̇ ) ] (3.27) [( ) ] [ ] (3.28) ] . (3.29) e quindi [ ̈ ] ∑ ∑ ̇ ̇ [( ) ] [( ) dove . (3.30) Il secondo termine al primo membro della (3.29) può essere anche scritto come ∑ nella quale la matrice ∑ ̇ ̇ [ ̇ ̇ ] (3.31) è definita in modo non univoco come 17 ∑ ∑ ̇ ∑ ̇ ̇ . (3.32) Riscrivendo la (3.29) in termini vettoriali si ottiene infine ̈ dove ̇ ̇ ( ) ( ) (3.33) . La (3.4) e la (3.33) costituiscono un sistema di equazioni algebrico – differenziali di equazioni in incognite. Spesso nei sistemi meccanici si usa derivare due volte la (3.4) rispetto al tempo ottenendo ̇ [ ̇] (3.34) ̇ ̈ (3.35) da cui ̈ [ ̇] ̇ . (3.36) Raggruppando la (3.33) e la (3.36) in un’unica equazione si ha quindi ( ) [ ̈ ( ) ̇ ( ( ) ). (3.37) ] 3.3 Equazioni di Lagrange (formulazione non ridondante) Per lo studio di certi sistemi può essere utile riferirsi ad un sistema di coordinate lagrangiane non ridondante ( , ( In questo caso i vincoli ) ) . , (3.38) (per i quali valgono le stesse ipotesi del paragrafo 3.1) non compaiono esplicitamente nella formulazione del problema e si ha . (3.39) Fatte queste premesse le equazioni di Lagrange per il sistema di corpi rigidi in questione possono essere scritte come segue 18 ( ̇) ( ) (3.40) nella quale sono state impiegate la seguenti convenzioni: - è la funzione lagrangiana valutabile come ̇ dove - ̇ (3.41) è l’energia cinetica del sistema e l’energia potenziale sono le forze lagrangiane. L’energia cinetica può essere calcolata considerando i contributi relativi a ciascun corpo ovvero ̇ ∑ ̇ ( ∑ dove ̇ ̇ ( ̇ ̇ ) ̇ ∑ ( ̇ ) [ , ) ̇ ]( ( ̇ ̇ ) ̇ ̇ ) (3.42) e ̇ ̇, ̇ ̇. (3.43) Ricordando le definizioni stabilite nelle (3.9)-(3.11), si ha che la conoscenza delle azioni attive conservative (3.9) permette di calcolare l’energia potenziale del sistema sommando tra loro i contributi associati ai vari corpi: ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (3.44) mentre le reazioni vincolari (3.11) non compaiono esplicitamente nelle equazioni di Lagrange. La conoscenza delle azioni attive non conservative (3.10) consente infine di valutare nuovamente le forze lagrangiane ; a tale scopo si sfrutta sempre il Principio dei Lavori Virtuali ovvero ∑ 19 ∑ ∑ [(∑ ∑ (∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (∑ ) ) ∑ ∑ [(∑ ∑ ∑ ∑ [(∑ (∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ) ) ∑ ( ∑ ∑ ] ) ] ) ∑ ∑ ) ]. (3.45) Essendo poi ∑ (3.46) si ottiene ∑ ∑ [( ) [( ∑ ) (∑ ∑ ∑ (∑ ∑ ∑ ∑ )] )] . (3.47) Si noti infine come, per determinare le reazioni vincolari (3.11), sia necessario, dopo avere risolto le equazioni di Lagrange (3.40), impiegare le equazioni di Newton (2.30)-(2.31) o le equazioni di Lagrange generalizzate (3.37) nelle quali a questo punto la ̇ cinematica del problema ( ̇ e ) è del tutto nota. 3.4 Equazioni di moto (formulazione non ridondante) In base a quanto detto nel paragrafo 3.4 siamo adesso in grado di scrivere per esteso le equazioni di moto del sistema. Ricordando le (3.40)-(3.43) si ha [ ( [( ̇ ) ] ) ] [ ̈] ∑ ∑ ∑ ∑ ̇ ̇ ̇ ̇ [( ) ] (3.48) (3.49) e quindi 20 [ ∑ ̈] ∑ ̇ ̇ [( ) ] . (3.50) dove . (3.51) Il secondo termine al primo membro della (3.50) può essere anche scritto come ∑ nella quale la matrice ∑ ̇ ̇ [ ̇ ̇] (3.52) è definita in modo non univoco come ∑ ∑ ̇ ∑ ̇ ̇ . (3.53) Riscrivendo la (3.50) in termini vettoriali si ottiene infine ̈ ̇ ̇ dove la (3.54) rappresenta un sistema di ( ) . (3.54) equazioni differenziali in incognite. 3.5 Sistema con un grado di libertà (formulazione non ridondante) Se il sistema ammette un solo grado di libertà (supponiamo per semplicità ) le equazioni di moto (3.54) diventano ̈ ̇ ̇ (3.55) nella quale valgono le seguenti relazioni: - per l’energia cinetica ̇ ̇ ∑ dove ̇ ( ̇ ∑ ]( ̇ ̇ ) ) (3.56) e ̇ ̇, ̇ ̇ (3.57) per l’elemento ̇ - ̇ ) [ , - ̇ ( (3.58) per l’energia potenziale 21 ∑ - ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (3.59) per la forza lagrangiana ∑ ∑ [( [( ) ∑ ) (∑ ∑ (∑ ∑ ∑ ∑ ∑ )] )]. (3.60) In definitiva le equazioni di moto (3.54) diventano ̈ ̇ . (3.61) 22 4 Determinazione delle equazioni di moto di un meccanismo 4.1 Esempio di caso non piano Il sistema in questione è riportato schematicamente in Fig. 4.1. Un albero (corpo ) poggia su due cuscinetti e ; all’albero è applicata la coppia motrice mentre in è montata una ruota dentata cilindrica. Tale ruota ingrana con una ruota conica (corpo 2) mettendola in rotazione attorno al proprio asse. Il corpo 2 è poi collegato al corpo 3 mediante un elemento di forza ancorato ai corpi stessi nei punti ed . Si noti come il moto del sistema in questione non sia nel suo complesso piano (al contrario di quello dei singoli corpi che lo compongono). Figura 4.1 Meccanismo non piano 23 4.1.1 Soluzione newtoniana Il sistema meccanico riportato in Fig. 4.1 è composto da corpi distinti aventi le seguenti caratteristiche dinamiche [ ] [ ] [ ] (4.1) ed il cui stato può essere descritto dalle seguenti grandezze ( ) (4.2) I vincoli dei sistema possono essere riassunti come segue - vincolo dovuto ai cuscinetti e (equivalenti a una cerniera cilindrica) (4.3) ( - ) vincolo dovuto alle ruote dentate che ingranano in (4.4) - vincolo dovuto alla cerniera cilindrica in (4.5) - ( ) ( ) vincolo di planarità sul corpo 3 . (4.6) Il sistema ha dunque un numero complessivo di gradi di libertà pari a ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ . (4.7) Per quanto riguarda invece le azioni esterne si ha , ( ) (4.8) 24 ( ), (4.9) ( ), (4.10) ( ), (4.11) mentre per quanto concerne le azioni dovute ad elementi di forza si può scrivere ̇ , ( ) (4.12) , ( ) (4.13) , (4.14) , (4.15) dove . (4.16) Le reazioni vincolari agenti sul sistema sono inoltre ( ( ), ( ( ( per un totale di ), ), ) ) (4.17) ( ( ) ) ( (4.18) ) (4.19) ( ), ( ) (4.20) ( ), ( ) (4.21) grandezze incognite (pari al numero di vincoli; si veda la (4.7)). Ricordando infine che, nel caso in esame, si ha 25 [ ( ) ], [ [ ] ( ) ], [ ] [ [ ] (4.22) (4.23) ] le equazioni di moto (2.30)-(2.31) assumono la forma ̇ (4.24) ) (4.25) ̈ ̇ ( ̇ ̇ ( ) ( ) (4.26) ) (4.27) ( ̈ ̈ ̇ ̈ ) ( ̇ ( ̈ (4.28) ) . (4.29) 4.1.2 Soluzione lagrangiana (formulazione ridondante) Lo stato del sistema è descritto dalle solite grandezze del caso precedente ( ) (4.30) mentre le equazioni di vincolo (4.3)-(4.6) possono essere compattate come segue . ( ) In virtù delle (4.22)-(4.23) le matrici [ (4.31) e diventano ] 26 [ ] [ ] (4.32) (4.33) mentre le azioni attive conservative agenti sul sistema (sia esterne che dovute ad elementi di forza e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi ) sono ( ), (4.34) ( ), (4.35) ( ), (4.36) ( , ) (4.37) , (4.38) , ; (4.39) a tali azioni si associano le energie potenziali (4.40) (4.41) (4.42) (4.43) ‖ ‖ (4.44) dove . (4.45) Per quanto riguarda invece le azioni attive non conservative agenti sul sistema (sia esterne che dovute ad elementi di forza e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi) si ha , ( ) (4.46) ̇ , ( ) (4.47) 27 e quindi, in termini di forze lagrangiane, ( ( ) ) ( ( ( ) ) ). (4.48) Per quanto concerne inoltre i moltiplicatori di Lagrange , essi permettono ( ) di determinare la reazioni vincolari (contenenti a loro volta 14 parametri incogniti) come spiegato nel paragrafo 3.1. Per completezza riportiamo per esteso le reazioni vincolari associate al sistema studiato: ( ( ), ), ( ( ( ) ), Notando infine che ) (4.49) ( ( ) ) ( (4.50) ) (4.51) ( ), ( ) (4.52) ( ), ( ). (4.53) è costante (essendo [ ̇] lineare) e che di conseguenza ̇ , (4.54) le equazioni di moto (3.26) assumono la forma ( [ ) ̈ ( ) ( ( ) ). (4.55) ] 4.1.3 Soluzione lagrangiana (formulazione non ridondante) Supponiamo che lo stato del sistema sia descritto dalle seguenti variabili lagrangiane 28 ( ) . (4.56) Sfruttando le relazioni vincolari (4.3)-(4.6) si ottiene - per l’energia cinetica ( ̇ - ) ( ̇ ) ̇ ( ̇ ̇ ) ‖ ‖ ̇ (4.57) per l’energia potenziale (4.58) dove [ ( - ) ] [ ] (4.59) per le forze lagrangiane ( ) ̇ (4.60) . (4.61) Le equazioni di moto (3.58) diventano a questo punto ( ( ) ) ̈ (4.62) ̈ (4.63) ̈ (4.64) ̈ . (4.65) 4.2 Esempio di caso piano Il sistema in questione (macchina alternativa monocilindrica) è riportato schematicamente in Fig. 4.2. Un pistone (corpo ) sottoposto alla forza motrice di scorrere nelle sua sede. Il pistone è incernierato in è incernierato in è libero al corpo 2 (biella) che a sua volta al corpo 3 (manovella). Il corpo 3, sul quale agisce la coppia resistente 29 , è poi incernierato al telaio in . Come si può evincere immediatamente dalla Fig. 4.2 il sistema analizzato è piano ed ha come piano del moto . Figura 4.2 Meccanismo piano 4.2.1 Soluzione newtoniana Il sistema meccanico riportato in Fig. 4.2 è composto da corpi distinti aventi le seguenti caratteristiche dinamiche [ ] [ ] [ ](4.66) ed il cui stato può essere descritto dalle seguenti grandezze ( ) (4.67) I vincoli dei sistema possono essere riassunti come segue - - - vincolo di planarità del corpo 1 ( ) (4.68) ( ) (4.69) vincolo di traslazione sul corpo 1 vincolo dovuto alla cerniera cilindrica in ( ) (4.70) 30 dove (4.71) - vincolo di planarità del corpo 2 ( - ) (4.72) vincolo dovuto alla cerniera cilindrica in ( ) (4.73) dove (4.74) - vincolo di planarità del corpo 3 ( - ) (4.75) vincolo dovuto alla cerniera cilindrica in ( ) (4.76) dove . (4.77) Il sistema ha dunque un numero complessivo di gradi di libertà pari a ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ . (4.78) Per quanto riguarda invece le azioni esterne si ha ( ), (4.79) ( ), (4.80) ( ), (4.81) , ( ) (4.82) 31 ( ), (4.83) mentre per quanto concerne le reazioni vincolari agenti sul sistema si può scrivere (si noti che non sono presenti azioni dovute ad elementi di forza) ( ), ( ) (4.84) ( ), ( ) (4.85) ( ( ), (4.86) ), ( ( (4.87) ), ( ) ), ( ( (4.89) ), ( (4.88) (4.90) ), ( ) ), (4.91) (4.92) per un totale (eccettuati ovviamente i parametri legati ai vincoli di planarità) di grandezze incognite (pari al numero di vincoli; si veda la (4.68)). In definitiva le equazioni di moto (2.46)-(2.47) assumono dunque la forma ̇ ̈ ( ) ( ) (4.93) 32 ̇ ( ) ( ) (4.94) ̈ ̇ ̈ ) ( ̇ ( ̈ ( ) ( ) (4.95) ) (4.96) ̈ ̇ ̇ ( ̈ ) ( ̈ ( ) ) (4.97) ( ) . (4.98) 4.2.2 Soluzione lagrangiana (formulazione ridondante) Lo stato del sistema è descritto dalle solite grandezze del caso precedente dalle quali sono state estratte quelle relative ai gradi di libertà piani ( ) (4.99) mentre le equazioni di vincolo (4.68)-(4.77) possono essere compattate come segue . ( ) Per quanto riguarda invece le matrici , [ [ (4.100) e si ha ] ] [ ] (4.101) 33 , , . (4.102) Le azioni attive conservative agenti sul sistema (sia esterne che dovute ad elementi di forza e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi ) sono ( ), (4.103) ( ), (4.104) ( ), ; (4.105) a tali azioni si associano le energie potenziali (4.106) (4.107) . (4.108) Per quanto concerne poi le azioni attive non conservative agenti sul sistema (sia esterne che dovute ad elementi di forza e causate sia dall’interazione con l’ambiente che da quella con altri corpi) si ha ( ), (4.109) ( , ) (4.110) e quindi, in termini di forze lagrangiane, ( ) ( ) ( Per quanto concerne inoltre i moltiplicatori di Lagrange ). (4.111) , essi permettono di determinare la reazioni vincolari (contenenti a loro volta 17 parametri incogniti) come spiegato nel paragrafo 3.1. Per completezza riportiamo per esteso le reazioni vincolari associate al sistema studiato: ( ), ( ) (4.112) ( ), ( ) (4.113) 34 ( ), ( ), ( ( ) (4.115) ), ( (4.116) ), (4.117) ( ), ( ( (4.114) (4.118) ), ( ) (4.119) ), . (4.120) Le equazioni di moto (3.37) assumono dunque la forma ( [ ) ̈ ( ) ( ( ) ). (4.121) ] 4.2.3 Soluzione lagrangiana (formulazione non ridondante) Il sistema in questione oltre ad essere piano ammette un solo grado di libertà ed è completamente descritto dalla variabile lagrangiana . . (4.125) Dalle equazioni di vincolo (4.67)-(4.77) si deduce che ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅ (4.126) (4.127) (4.128) (4.129) (4.130) 35 ̅̅̅̅̅ (4.131) da cui si possono ricavare le relazioni , , , , , . Sfruttando tali relazioni si ottengono le seguenti espressioni - per l’energia cinetica ( ̇ ̇ ̅̅̅̅̅ ̇ ̇ ) ( ̇ ̇ ( ̇ ̇ (4.132) per l’energia potenziale ̅̅̅̅̅ - ̇ = ̇ ) ̇ ̇ - ̇ ) ̅̅̅̅̅ (4.133) per la forza lagrangiana (̅̅̅̅ ̅̅̅̅ ( ) ) . (4.134) L’equazione di moto (3.65) diventa dunque ̈ ̇ . (4.135) 36 5 Macchine alternative monocilindriche In questo capitolo sarà dapprima illustrato il concetto di massa di sostituzione, strumento particolarmente utile nello studio della dinamica dei sistemi multibody. Successivamente verrà analizzata nel dettaglio la dinamica delle macchine alternative monocilindriche con particolare riguardo al bilanciamento di queste ultime. 5.1 Masse di sostituzione Per masse di sostituzione si intende un sistema di punti materiali ( dinamicamente equivalente (avente cioè la stessa rigido (dove i punti massa [ e lo stesso ) ) ad un dato corpo ] sono espressi in una terna con origine nel centro di del corpo). Se si indicano con e [ ] le caratteristiche inerziali del corpo rigido in questione (riferite sempre ad una terna con origine in ), l’equivalenza dinamica equivale alle seguenti condizioni ∑ (5.1) ∑ (5.2) ∑ (5.3) ∑ (5.4) ∑ (5.5) ∑ (5.6) ∑ (5.7) ∑ (5.8) 37 ∑ ∑ (5.9) . (5.10) La prima equazione rappresenta l’equivalenza della massa, le equazioni (5.2)-(5.7) impongono l’equivalenza dei momenti di inerzia mentre le equazioni (5.8)-(5.10) e richiedono la coincidenza dei centri di massa dei due sistemi considerati. Come incognite nelle (5.1)-(5.10) possono essere scelte ad esempio le masse da posizionare in punti aventi coordinate prefissate. In questo caso il corpo rigido può essere sostituito da un sistema di masse. Se per entrambi i sistemi si sceglie una terna di riferimento principale con origine in (per il sistema di punti materiali è sufficiente ad esempio che le masse siano posizionate sugli assi stessi della terna), le (5.1)-(5.10) diventano ∑ (5.11) ∑ (5.12) ∑ (5.13) ∑ (5.14) ∑ (5.15) ∑ ∑ Se le coordinate dei punti (5.16) . sono prefissate, il corpo rigido può essere in questo caso sostituito da un sistema di masse. Se poi consideriamo un moto piano (con piano del moto masse sul piano (5.17) ) e disponiamo le , le equazioni (5.11)-(5.17) assumono la forma ∑ ∑ (5.18) (5.19) ∑ (5.20) ∑ (5.21) nelle quali le equazioni (5.13)-(5.14) non compaiono più poiché i momenti di inerzia e non influenzano più il moto. Il corpo rigido può essere ora sostituito da un sistema di masse (le coordinate dei punti sono sempre prefissate). Tale relazioni possono infine ulteriormente ridursi se le masse di sostituzione vengono posizionate lungo una qualunque retta passante per il centro di massa , ad esempio sull’asse . In questo caso si ha 38 ∑ (5.22) ∑ (5.23) ∑ . (5.24) Il corpo rigido è adesso equivalente ad un sistema di sole coordinate masse aventi prefissate. 5.2 Manovellismo di spinta Nel seguito verrà descritto il funzionamento di un generico manovellismo di spinta (macchina alternativa monocilindrica) sia da un punto di vista cinematico che da un punto di vista dinamico. Sarà inoltre studiato il possibile bilanciamento di tale meccanismo. 5.2.1 Manovellismo di spinta: cinematica Nel seguito faremo riferimento per semplicità alla situazione descritta in Fig. 5.1. Figura 5.1 Manovellismo di spinta Con dall’origine trova in mentre ). La variabile la direzione moto di si è indicato lo spostamento del punto mentre ovvero con è la posizione di punto morto interno (nella quale il punto rappresenta l’angolo che l’asse della manovella si forma con è l’angolo che l’asse della biella forma con la direzione del (in particolare si ha sia nel punto morto interno che in quello esterno). Indichiamo infine con con (piede di biella) a partire ̅̅̅̅̅ la lunghezza del raggio di manovella e ̅̅̅̅ la lunghezza della biella. Proiettando la spezzata sia lungo che in direzione ad esso normale si ottiene 39 (5.25) . Ponendo (5.26) dalla (5.26) si ha √ (5.27) dove il segno negativo prima della radice è necessario perché . La (5.25) diviene perciò [ √ ]. (5.28) Per usi correnti la (5.28) può essere semplificata. Infatti il rapporto sempre piccolo rispetto all’unità (solitamente dell’ordine di è quasi ). Di conseguenza è possibile sviluppare in serie di Taylor la radice presente all’interno della (5.28) fermandosi ai termini del secondo ordine: √ (5.29) da cui [ ]. (5.30) Derivando due volte rispetto al tempo la (5.30) si ottengono la velocità l’accelerazione e del punto : ̇[ ] ̇ (5.31) ̈[ La (5.32) si riduce poi per ̇ ]. (5.32) alla ̇ . In qualche caso può essere comodo limitarsi a considerare per (5.33) , , espressioni di prima approssimazione trascurando, nelle (5.30), (5.31) e (5.33), i termini contenenti rispetto ai termini che non lo contengono ovvero [ ] (5.34) ̇ (5.35) ̇ . Può essere infine interessante trovare un legame diretto tra le grandezze (5.36) , ̇, ̇ . Se consideriamo le relazioni (5.34)-(5.36) si ottiene ̇ ( ̇ ) (5.37) (5.38) 40 ovvero una circonferenza ed una retta. Se invece si considerano le (5.30), (5.31), (5.33) si ottengono equazioni più complicate. La relazione tra sua simmetria rispetto all’asse delle ̇ mantiene solamente la e mentre il legame tra e ̇ diventa di tipo ] (5.39) parabolico; le (5.30), (5.33) possono essere infatti scritte come ( ) [ [ ̇ ] (5.40) da cui ( ) ( (5.41) ̇ ) . ̇ Osservando che (5.42) , se ne deduce che tra ̇ e esiste una relazione di secondo grado parabolica. In corrispondenza dei punti morti interno ed esterno ( , ) si ha poi, sempre in base alle (5.30), (5.31), (5.33), , (5.43) , ̇ (5.44) ̇ , . (5.45) 5.2.2 Manovellismo di spinta: masse di sostituzione per la biella Una prima possibile scelta per quanto riguarda le masse di sostituzione della biella consiste nel posizionare tre masse indicheremo ̅̅̅̅̅̅, ̅̅̅̅̅̅, , e nei punti , e (nel seguito ). Di conseguenza le (5.22)-(5.24) diventano (5.46) (5.47) (5.48) dove e rappresentano le caratteristiche inerziali della biella; da tali relazioni si ottiene quindi (5.49) che, nel caso di asta snella ( ), danno . (5.50) 41 Una soluzione più comoda, che permette tra le altre cose di calcolare l’energia cinetica della biella una volta note le velocità di due suoi punti, si ottiene sostituendo la biella con un sistema equivalente di due masse ed un momento di inerzia puro (al quale cioè non corrisponde una distribuzione di massa reale e che quindi non ha significato fisico ma solamente algebrico). Indicando tali grandezze con , e si ha (5.51) (5.52) (5.53) da cui ; nel caso di asta snella ( (5.54) ) si ottiene . (5.55) 5.2.3 Manovellismo di spinta: dinamica Per scrivere l’equazione di moto della biella, analogamente a quanto fatto nel . L’energia cinetica paragrafo 4.2.3, è possibile partire dalla relazione (3.65) dove del sistema è la somma dei seguenti contributi ̅̅̅̅̅̅̅ ( ) ̇ ̃ ̇ - l’energia cinetica della manovella - l’energia cinetica del pistone ovvero - l’energia cinetica della biella pari all’energia cinetica delle sue masse di sostituzione (compreso il momento di inerzia fittizio) ̇ nei quali ̇ . Per quanto riguarda l’angolo è data dalla (5.35)) mentre , derivando la (5.26) si ottiene ̇ ̇ (5.56) da cui essendo ̇ ̇ ; (5.57) derivando nuovamente si ha poi ̈ ̈ ̇ . (5.58) 42 In definitiva dunque l’energia cinetica ̃ ̇ del sistema assume l’espressione ̇ ̇ ̇ ̇ [( ̃ ) [ dove il termine ̇ ( ) ] ̇ ] ̇ (5.59) rappresenta il contributo delle masse alterne e rotanti (si note come il momento d’inerzia fittizio quello delle masse generi un contributo in entrambi i termini). L’energia dovuta all’azione gravitazionale (solitamente trascurabile rispetto alle altre azioni che agiscono sul sistema) può essere calcolata come segue ̅̅̅̅̅̅ (̅̅̅̅̅̅ ̅̅̅̅̅̅̅ ) mentre per quanto concerne la forza lagrangiana ( ̅̅̅̅̅̅̅ (5.60) si ha ) . (5.61) In definitiva dunque l’equazione di moto (3.65) diventa ̈ ̇ . (5.62) 5.2.4 Manovellismo di spinta: bilanciamento Si consideri il manovellismo di spinta rappresentato in Fig. 5.2 e si supponga che la manovella ruoti con velocità angolare ̇ . I suoi membri in movimento sono soggetti alle seguenti forze esterne (si trascura l’effetto dell’azione gravitazionale): - la spinta - la reazione [ ] del fluido agente sulla testa del pistone [ ] esercitata dalle pareti del cilindro (che in assenza di attrito è normale all’asse del cilindro stesso) - la reazione esercitata sulla manovella attraverso la coppia rotoidale in (decomponibile nelle componenti longitudinali e laterali - e ). la coppia resistenza applicata alla manovella 43 Figura 5.2 Manovellismo di spinta: bilanciamento Per il principio di D’Alembert tale sistema di forze è equilibrato dalle forze d’inerzia associate alle masse del meccanismo ovvero - ) ̇ [ - ( la forza d’inerzia delle masse alterne ] dove )[ è ̇ ̈ dove ̈ può essere calcolato con la la coppia d’inerzia della biella pari a (5.58) ovvero ̈ ̅̅̅̅̅̅̅ ] data dalla (5.33) e cioè - ( la forza d’inerzia delle masse rotanti (forze centrifuga) ̈ ̇ ̇ . Imponendo l’equilibrio tra le forze suddette si ottiene dunque (5.63) (5.64) ̈ (5.65) dalle quali è possibile ricavare le azioni agenti sul telaio (5.66) ̈ ̈ . (5.67) (5.68) 44 La macchina alternativa monocilindrica si dice equilibrato o bilanciato quando la risultante delle azioni che sollecitano il telaio è nulla (ovvero quando si annullano e ). In generale è assai difficile ottenere un bilanciamento completo ma dal punto di vista tecnico è sufficiente annullare i termini alternativi di maggiore ampiezza che tendono a portare in vibrazione il complesso su sui il telaio è montato. Le azioni agenti sul telaio possono suddivise nel modo seguente: - l’insieme delle due forze verticali , agenti rispettivamente in costituisce una coppia di momento ed in pari a quella agente sulla manovella; essa è detta coppia di reazione del meccanismo ed è costante o comunque varia molto lentamente (per tale motivo non produce particolari inconvenienti) - [ la forza ] è detta forza rotante; essa ha la direzione dell’asse della manovella (ovvero ) e, ruotando con essa a velocità angolare ̇ , tende a portare in vibrazione il telaio nelle direzioni - la forza , detta forza alterna, è diretta lungo l’asse periodico essendo proporzionale ad e ed ha carattere ; essa rappresenta il termine più pericoloso essendo di difficile equilibratura - l’insieme delle due forze verticali ̈ ̈ , agenti rispettivamente in ed in ̈ pari alla coppia fittizia agente costituisce una coppia di momento sulla biella; essa è detta coppia d’inerzia della biella ed è anch’essa di tipo periodico ma in generale di intensità limitata. Vediamo ora quali possibilità tecniche sussistono per annullare (del tutto o in parte) la azioni suddette (forza rotante, forza alterna e coppia d’inerzia della biella). La forza rotante può essere facilmente annullata. Il termine ̅̅̅̅̅̅̅ rappresenta infatti il momento statico rispetto all’asse di rotazione della manovella della massa della manovella stessa e della massa di sostituzione della biella posizionata in esso è di conseguenza nullo se il centro di massa opposta a quella del punto ; della manovella si trova dalla parte rispetto al centro di rotazione ovvero nel punto definito come ( ). (5.69) 45 Tale soluzione si realizza molto semplicemente disponendo dei contrappesi nell’albero a gomiti del motore. Per quanto riguarda la forza alterna , essa può essere scomposta in forza alterna del I ordine e forza alterna del II ordine: ( ) ̇ [ ( ) ̇ [ ] (5.70) ] (5.71) In linea teorica entrambe le forze alterne possono essere eliminate se si annulla il termine (5.72) scegliendo ; ciò equivale a portare il centro di massa della biella all’esterno del segmento dalla parte di . Una soluzione di questo tipo incontra grosse difficoltà costruttive e non è mai stata realizzata. Ne segue che in una macchina alternativa monocilindrica le forza alterne non possono mai essere del tutto bilanciate. E’ possibile tuttavia una compensazione parziale di tali azioni. La forza alterna del I ordine può essere infatti immaginata come prodotta da due masse di valore poste rispettivamente nel punto velocità angolare ̇ (massa rotante) e e nel suo simmetrico rispetto ad e rotanti con ̇ (massa controrotante) ovvero ̇ [ ] ̇ [ ] (5.73) Analogamente le forza alterne del II ordine possono considerarsi dovute a due masse di valore rispetto ad poste rispettivamente nel punto e nel suo simmetrico ̇ (massa rotante) e e rotanti con velocità angolare ̇ (massa controrotante) ovvero ̇ ̇ [ [ ] ] . (5.74) Pertanto, poiché la componente rotante della forza alterna del I ordine ha la stessa struttura delle forze rotanti vere e proprie e si somma con esse, può essere annullata aumentando semplicemente il contrappeso della manovella di una quantità pari a . Rimangono tuttavia nono bilanciate la componente controrotante della forza alterna del I ordine e l’intera forza alterna del II ordine. Per quanto concerne infine la coppia d’inerzia della biella che essa può essere annullata con l’aggiunta di due ulteriori massa ̈ , si può verificare e nei punti 46 estremi della biella e ; tali masse, opportunamente dimensionate, annullano l’effetto del momento d’inerzia fittizio (si ricordi che è negativo). Ciò comporta tuttavia un incremento della massa della biella ed un conseguente aumento sia delle forze alterne che delle forze rotanti. 47 6 Macchine alternative pluricilindriche In questo verrà analizzato nel dettaglio il bilanciamento delle macchine alternative pluricilindriche. Gli strumenti di analisi sviluppati saranno poi applicati ad alcuni casi di particolare interesse pratico. 6.1 Macchine alternative pluricilindriche: bilanciamento Si consideri la macchina alternativa a cilindri in linea schematicamente rappresentata in Fig. 6.1. Figura 6.1 Macchina alternativa a N cilindri in linea 48 Nel seguito, durante l’analisi della macchina alternativa in questione, si supporrà come nel capitolo precedente che ̇ ; allo stesso tempo verranno trascurati sia l’effetto dell’azione gravitazionale (trascurabile rispetto alle altre azioni in gioco) sia l’effetto della coppia di reazione del meccanismo (costante o comunque variabile molto lentamente). Alla luce di quanto detto sul telaio della macchina alternativa a cilindri in linea agiscono le seguenti azioni: - la somma di tutte le forze alterne e rotanti (già espresse in componenti ∑ ∑ [ [ ] ∑ [ ) ] ̇ ] ̇ ̇ ∑ ̇ ∑ ∑ (5.75) ̇ ∑ nelle quali le grandezze (5.76) ̅̅̅̅̅̅̅ , , e (oltre ovviamente alla velocità angolare ̇ ) sono state ritenute per semplicità uguali per tutti i cilindri - la somma dei momenti (calcolati rispetto al punto ) associati a tutte le forze alterne e rotanti e di quelli associati alle coppie d’inerzia delle bielle (già espressi in componenti ) ∑ ∑ ∑ [ ̇ ∑ [ ] ∑ (5.77) [ ] ̇ ̇ ̇ ∑ ̇ ∑ ∑ nelle quali ∑ ̇ ∑ ̈ ] (5.78) (5.79) è uguale per tutti i cilindri. Per quanto visto in precedenza è possibile annullare le singole forze rotanti contrappesando le singole manovelle; più semplicemente si può annullare la loro somma contrappesando due sole manovelle, ad esempio quelle esterne. Un’alternativa assai più interessante consiste nel disporre i cilindri in modo che le varie azioni agenti sul telaio si annullino reciprocamente. Per studiare questo problema prendiamo in considerazione il contributo delle sole forze alterne ̇ ∑ ∑ (5.80) 49 ̇ Le quantità e ∑ ∑ . (5.81) si annullano se è zero sia il contributo delle forze alterne del I ordine ∑ (5.82) ∑ (5.83) che quello delle forze alterne del II ordine ∑ (5.84) ∑ Se indichiamo con . (5.85) lo sfasamento della manovella rispetto alla prima (5.86) le condizioni (5.82)-(5.85) diventano ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (5.88) ∑ ∑ poiché poi l’angolo (5.87) (5.89) ∑ ; (5.90) varia nel tempo, le (5.87)-(5.90) sono soddisfatte se e solo se ∑ (5.91) ∑ (5.92) ∑ (5.93) ∑ (5.94) ∑ (5.95) ∑ (5.96) ∑ (5.97) ∑ . (5.98) Se ora consideriamo i contributi delle forze rotanti e delle coppie d’inerzia delle bielle si ha ̇ ∑ (5.99) ̇ ∑ (5.100) ̇ ∑ (5.101) ̇ ∑ (5.102) ̇ ∑ . (5.103) Le (5.99)-(5.103) si annullano se 50 ∑ (5.104) ∑ (5.105) ∑ (5.106) ∑ (5.107) che, ricordando la (5.86), equivalgono alle ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ (5.108) ∑ (5.109) ∑ (5.110) ∑ (5.111) e quindi alle ∑ (5.112) ∑ (5.113) ∑ (5.114) ∑ . (5.115) Le (5.112)-(5.113) altro non sono che le (5.91)-(5.94). Se ne deduce quindi che, se sono soddisfatte le condizioni (5.91)-(5.98) (ovvero se sono equilibrate le forze alterne), allora è equilibrato l’intero sistema di forze d’inerzia. Si tratta adesso di verificare se le equazioni (5.91)-(5.98) possono essere soddisfatte nei casi che interessano le applicazioni tecniche. A questo proposito occorre innanzi tutto osservare che gli angoli sono soggetti all’ulteriore condizione di mantenere la massima uniformità possibile della coppia fornita dal motore, tenendo conto del fatto che la coppia si sviluppa soltanto in alcune fasi del ciclo (fase di scoppio espansione). Da questa condizione deriva che sull’albero vi devono essere manovelle sfasate ciascuna rispetto alla precedente di un angolo pari a (5.116) per motori a due tempi e pari a (5.117) per motori a quattro tempi ( è sempre il numero dei cilindri). Gli angoli , indipendentemente dall’ordine dei pistoni sull’albero, devono dunque prendere i seguenti valori: . (5.118) 51 6.2 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 2 cilindri (2 tempi) (5.119) (5.120) (5.121) (5.122) Figura 6.2 Albero a gomiti di un motore a 2 cilindri (2 tempi) ∑ (5.123) ∑ (5.124) ∑ (5.125) ∑ (5.126) Figura 6.3 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊 , 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 2 cilindri (2 tempi) 52 6.3 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 2 cilindri (4 tempi) (5.127) (5.128) (5.129) (5.130) Figura 6.4 Albero a gomiti di un motore a 2 cilindri (4 tempi) ∑ (5.131) ∑ (5.132) ∑ (5.133) ∑ (5.134) Figura 6.5 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊 , 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 2 cilindri (4 tempi) 53 6.4 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 3 cilindri (2 tempi) (5.135) (5.136) (5.137) (5.138) Figura 6.6 Albero a gomiti di un motore a 3 cilindri (2 tempi) ∑ (5.139) ∑ (5.140) ∑ (5.141) ∑ (5.142) Figura 6.7 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊 , 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 3 cilindri (2 tempi) 54 6.5 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 3 cilindri (4 tempi) (5.143) (5.144) (5.145) (5.146) Figura 6.8 Albero a gomiti di un motore a 3 cilindri (4 tempi) ∑ (5.147) ∑ (5.148) ∑ (5.149) ∑ (5.150) Figura 6.9 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊 , 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 3 cilindri (4 tempi) 55 6.6 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 4 cilindri (2 tempi) (5.151) (5.152) (5.153) (5.154) Figura 6.10 Albero a gomiti di un motore a 4 cilindri (2 tempi) ∑ (5.155) ∑ (5.156) ∑ (5.157) ∑ (5.158) Figura 6.11 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊, 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 4 cilindri (2 tempi) 56 6.7 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 4 cilindri (4 tempi) (5.159) (5.160) (5.161) (5.162) Figura 6.12 Albero a gomiti di un motore a 4 cilindri (4 tempi) ∑ (5.163) ∑ (5.164) ∑ (5.165) ∑ (5.166) Figura 6.13 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊, 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 4 cilindri (4 tempi) 57 6.8 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 6 cilindri (4 tempi) (5.167) (5.168) (5.169) (5.170) Figura 6.14 Albero a gomiti di un motore a 6 cilindri (4 tempi) ∑ (5.171) ∑ (5.172) ∑ (5.173) ∑ (5.174) Figura 6.15 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊, 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 6 cilindri (4 tempi) 58 6.9 Macchine alternative pluricilindriche: motore a 8 cilindri (4 tempi) (5.175) (5.176) (5.177) (5.178) Figura 6.16 Albero a gomiti di un motore a 8 cilindri (4 tempi) ∑ (5.179) ∑ (5.180) ∑ (5.181) ∑ (5.182) Figura 6.17 Forze alterne rotanti del I e del II ordine (𝑭𝒂𝑰𝒓𝒙𝒊, 𝑭𝒂𝑰𝑰𝒓𝒙𝒊 ) per un motore a 8 cilindri (4 tempi) 59 7 Bibliografia [B1] E. Funaioli, A. Maggiore, U. Meneghetti. Meccanica applicata alle macchine. Patron Editore. [B2] L. Sciavicco, B. Siciliano. Robotica industriale. McGraw-Hill Editore. [B3] F. Cheli, E. Pennestrì. Cinematica e dinamica dei sistemi multibody. Casa Editrice Ambrosiana. 60