Conferenza internazionale GREGORIANA l a forza di un pensiero rigoroso Sull’antropologia di Ber nard Lonergan B ernard J. F. Lonergan (19041984): un gesuita canadese, rigoroso filosofo, teologo, metodologo e studioso di macroeconomia. Alla riflessione sul suo pensiero sono dediti numerosi studiosi in Italia e all’estero e varie istituzioni nel mondo. L’edizione critica della sua opera omnia è in corso di stampa presso la Toronto University Press, mentre viene tradotta in varie lingue, e per l’italiano nella collana di Città Nuova «Opere di Bernard J.F. Lonergan» in 22 volumi, della quale recentemente è uscito Studi di economia. Non si può qui non citare almeno Conoscenza e interiorità: il Verbum nel pensiero di s. Tommaso, scritto dopo undici anni di studio su Tommaso d’Aquino, e il capolavoro filosofico, Insight: Uno studio del comprendere umano, che dopo diciotto anni di approfondimento del pensiero filosofico contemporaneo è sfociato in Il metodo in teologia, pietra miliare nell’elaborazione di un metodo adeguato alla ricerca teologica, ma anche, in quanto metodo trascendentale, utilizzabile in qualsiasi impresa conoscitiva. Tre tappe di un’antropologia Lonergan ha tenuto corsi e conferenze in varie Università ed istituzioni accademiche di Canada, Stati Uniti ed Europa, esponendo i punti nodali delle sue ricerche. Dal 1953 al 1965 ha insegnato alla Pontificia Università Gregoriana di Roma (dove aveva studiato dal 1933 al 1940) e frutto di tale insegnamento sono le sue opere dogmatiche su cristologia e Trinità. Proprio la Grego- 50 Il Regno - 50-52_art_taddei.indd 50 attualItà riana ha voluto recentemente dedicare a questo suo insigne docente una Conferenza Internazionale, «Revisiting Lonergan’s Anthropology», che si è tenuta dal 27 al 30 novembre 2013, dopo poco più di 50 anni dall’apertura del concilio Vaticano II, di cui Lonergan fu perito per i vescovi canadesi. La conferenza, centrata sul pensiero antropologico di Lonergan e organizzata da Gerard Whelan, gesuita docente della Gregoriana, ha visto la partecipazione di studiosi provenienti da 17 nazioni dell’area europea, 3 asiatiche, 2 del Medio Oriente, 6 africane, 3 dell’America del Nord, 4 dell’America del Sud e infine dall’Australia. Il comitato scientifico includeva Rosanna Finamore, docente della Gregoriana, e sette gesuiti docenti di varie istituzioni accademiche. Il saluto ai convenuti e l’introduzione sono stati tenuti dal rettore della Gregoriana, François-Xavier Dumortier, che ha ricordato come secondo Lonergan la teologia deve essere rigorosa per essere vigorosa. Nella prolusione, «La ricerca di Lonergan per un’ermeneutica dell’autenticità», Fred Lawrence (Boston College, Massachusetts), che con la moglie Sue ha organizzato il Lonergan Workshop per 40 anni e 4 volte un International Lonergan Workshop, ha sottolineato che le tappe dell’antropologia di Lonergan sono state Verbum in quanto ermeneutica tommasiana dell’interiorità conoscitiva, Insight come moderna ermeneutica filosofica dell’interiorità conoscitiva e Method in Theology come ermeneutica integrale, analizzando i temi del signi- ficato, del mondo mediato e costituito dal significato, dei sentimenti e nozione trascendentale di valore, della triplice conversione e dell’amore di Dio donatoci. Le quattro relazioni La relazione «Gli anni di Lonergan alla Gregoriana: approfondimento della sua antropologia» è stata tenuta da Matthew Lamb (Ave Maria University, Florida), già studente di Lonergan alla Gregoriana, che ha delineato il legame tra Lonergan e la tradizione teologica cattolica ancorata ad Agostino e Tommaso d’Aquino, sviluppando i temi del modo di vita teoretico-contemplativo, di eternità e tempo, del metodo come trasposizione e dell’antropologia trinitaria. La respondent Rosanna Finamore (Gregoriana) ha presentato l’approccio filosofico all’antropologia di Lonergan anche in relazione alla filosofia trascendentale tommasiana, chiarendo il significato di essere «soggetto», la necessità di un corretto esame critico delle eredità filosofiche incluso Descartes e il richiamo lonerganiano all’interiorità non come ripiegamento intimistico. Nella relazione «Studiando i primi concili: insieme ai cristiani orientali», Massimo Pampaloni (Pontificio Istituto orientale, Roma) ha invitato ad accostarsi alla cristologia di Teodoro di Mopsuestia, centrale nelle controversie tra Chiese di Oriente e Occidente dopo il concilio di Calcedonia, partendo dalla posizione di quella conversione intellettuale che ha recentemente fruttato l’accordo ecumenico tra la Chiesa cattolica e quelle orientali mo- 2/2014 22/01/14 19.10 nofisite e nestoriane. Jeremy Wilkins (Lonergan Research Institute, Toronto), esperto di cristologia tommasiana e lonerganiana, come respondent ha giudicato l’approccio di Pampaloni un passo avanti in cristologia e nello studio dei concili e, considerando l’attuale ermeneutica sull’ecumenismo, ha distinto la comunicazione fra comunità e quella fra esperti. Neil Ormerod (Australian Catholic University) nella relazione «Lonergan e il dialogo interreligioso» ha esteso il tema ecumenico a quello del dialogo interreligioso, ricordando i concetti di conversione religiosa e metodo teologico, la riflessione di Crowe sul ruolo dello Spirito Santo nella storia e l’idea di Doran che la teologia sistematica sia organizzabile intorno alle quattro relazioni della Trinità immanente. Philipp Renczes (Gregoriana), il respondent, che dirige il Centro Cardinale Bea per il dialogo con il giudaismo, ha affermato che la rivelazione di Dio continua ad essere esercitata attraverso il giudaismo talmudico e che Lonergan lega il dono della grazia all’orientamento al trascendente. «Lonergan come terapia per le culture smarrite» era la relazione di Michael Paul Gallagher (Gregoriana), che ha suggerito quattro percorsi terapeutici per la cultura: la conversione religiosa come premessa per quelle morale e intellettuale (sulle quali è basato il dialogo filosofico con la cultura), l’eliminazione del mito del conoscere come «gettare uno sguardo», l’impegno a rovesciare il declino nella cultura, la conversione intellettuale e il metodo per promuovere il progresso nella storia. Il respondent Joseph Ogbonnaya (Marquette University, Wisconsin), originario della Nigeria, ha applicato il problema del dialogo con la cultura a paesi del Sud del mondo, mostrando l’importanza, per la cultura africana, delle nozioni di «conversione psichica» da Doran e di «scala di valori» da Lonergan. Le tre tavole rotonde In «Il dialogo: cristianesimi e religioni a confronto», Ivo Coelho (Ratisbonne Monastery, Jerusalem) ha parlato di dialogo interreligioso a Gerusalemme e di dialogo cristiano con la filosofia indiana; Chae Young Kim (Sogang University, Korea) ha descritto la real- tà coreana, complessa religiosamente e culturalmente; Catherine Clifford (St. Paul University, Ottawa) ha chiarito che nel dialogo tra protestanti e cattolici ognuno deve convertirsi a Cristo per potersi avvicinare all’altra parte. In «La scienza sociale e “la guarigione della storia”», Timothy Healey (Gregoriana) ha chiarito che l’Istituto di Psicologia della Gregoriana ha sempre utilizzato la metodologia di Lonergan; William Sullivan (International Association of Catholic Bioethicists, Toronto) ha riferito che tale Associazione utilizza la metodologia lonerganiana; Paul van Geest (University of Tilburg, Netherlands) ha presentato un progetto di politica fondata sul valore. In «Lonergan e l’Università», Richard Liddy (Seton Hall University, New Jersey), già studente di Lonergan alla Gregoriana, ha riferito su un gruppo fondato sul metodo empirico generalizzato di Lonergan; Francisco Galán Vélez (Universidad Iberoamericana, Mexico) ha utilizzato Lonergan nel presentare corsi di pedagogia ed ethos universitario; anche Antony Kelly (Australian Catholic University) ha utilizzato Lonergan nella sua Università. I sette workshop In «L’educazione, la legge, fede e ragione», Pasquale Giustiniani (Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sez. S. Tommaso, Napoli) ha sviluppato la questione del metodo in età moderna da Descartes al metodo empirico generalizzato di Lonergan; Paolo Gherri (Pontificia Università lateranense, Roma) ha richiamato l’applicazione del Metodo in teologia in un nuovo approccio al Diritto canonico, fatta da L. Orsy, collega di Lonergan alla Gregoriana; Graziano Biraghi (Associazione italiana maestri cattolici) ha parlato di formazione per docenti secondo il metodo empirico generalizzato di Lonergan. In «Lonergan, misticismo e prassi cristiana», James Barlow Anderson (University of St. Thomas, Houston) ha ricordato che in Lonergan la coscienza mistica è l’esperienza interiore della recezione dell’amore di Dio, mentre la coscienza religiosa è l’essere innamorati di Dio; Hilary Mooney (University of Education, Weingarten) ha richiamato la congruenza tra temi antropologici di Gregorio di Nissa e i temi lonerganiani di livello deliberativo della coscienza e di responsabilità individuale e sociale; John Francis Collins (Australian Catholic University) ha discusso di conversione psichica secondo Lonergan e Doran, di antropologia vocazionale secondo Rulla, Ridick e Imoda e di teoria e pratica psicoanalitica secondo Bion. In «Lonergan, ecologia e salute pubblica», Cristina Vanin (St. Jerome’s University, Waterloo, Canada) ha riflettuto sulla conversione ecologica, fondata su quelle psichica, intellettuale, morale e religiosa; Tom McAuley (Ottawa) ha proposto di affrontare la crisi eco-climatica come sviluppo del lavoro di Lonergan; Jacquineau Azetsop (Inter-diocesan Major Seminar, N’Djamena, Chad) ha parlato di antropologia ed epistemologia di Lonergan per corretti assunti epidemiologici e per una giusta politica di salute pubblica. In «Lonergan in America latina», Francisco Galán Vélez (Universidad Iberoamericana, Mexico) ha riportato l’influenza di Lonergan in Colombia e Messico; Misael Enrique Meza Rueda (Pontificia Universidad Javeriana, Columbia) ha presentato un progetto relativo al Rio Magdalena in Colombia, ispirato all’economia lonerganiana. In «Lonergan e una teologia delle donne», Susan Gray (Lonergan Centre, St. Paul University, Ottawa) ha discusso di etica lonerganiana e assenza di leadership femminile nella Chiesa, del peccato strutturale di discriminazione nei confronti delle donne, di necessità di conversione psichica e del pensiero delle teologhe Cynthia Crisdale anglicana e Shawn Copeland cattolica che hanno applicato il pensiero di Lonergan; Cloe Taddei Ferretti (Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sez. S. Luigi, Napoli) partendo dalle nozioni lonerganiane di «differenziazione della coscienza» e «pluralismo nella comunicazione» ha messo in guardia dal fraintendere alcuni punti della teologia femminista come ricerca di potere invece che desiderio di rinnovamento ecclesiale; in absentia, Besem Oben Etchi (Dominican Institution, Ibadan, Nigeria) ha denunciato spazi della cultura africana cristiana in cui la donna è vista come immagine dell’uomo invece che di Dio. In «Lonergan e l’Università», Ro- Il Regno - 50-52_art_taddei.indd 51 attualità 2/2014 51 22/01/14 19.10 bert Deahl (Marquette University, Wisconsin) ha esposto l’aiuto dato dal pensiero di Lonergan per realizzare trasformazioni etiche alla sua Università delineando nuovi metodi di insegnamento e apprendimento in accordo coi quattro precetti trascendentali di Lonergan; Edward Gaffney (Valparaiso University, Indiana) ha riportato l’importanza, nel suo insegnamento della Legge internazionale che regola l’uso della forza, del metodo empirico generalizzato di Lonergan; Franco Imoda (Agenzia vaticana per la valutazione e promozione della qualità nelle università e facoltà ecclesiastiche) ha richiamato la differenza secondo Lonergan tra una visione classicista ed una storica dell’essere umano, e il modo in cui il metodo genetico di Lonergan fonda lo studio psicologico dello sviluppo umano. In «Lonergan e una etica sociale», Romeo Ciminello (Università Cattolica, Kinshasa) ha auspicato una scuola di economia che favorisca uno sviluppo sostenibile, equilibrato e durevole; Nicola Rotundo (Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sez. S. Tommaso, Napoli) ha esaminato i precedenti classici che hanno influito sulla nuova economia politica di Lonergan. Un lavoro da proseguire Nella riunione plenaria finale, «Come proseguire», Francesca Zaccaron (LUMSA, Roma) ha presentato la richiesta per un gruppo di collegamento fra dottorandi di varie sedi che svolgono tesi su argomenti lonerganiani, e Cristina Vanin (St. Jerome’s University, Waterloo, Canada) ha annunciato il progetto di una Conference of Women su Lonergan in Canada nel 2015. Il rettore della Gregoriana ha concluso mettendo in evidenza la rilevanza e attualità del pensiero di Lonergan per gli studiosi, le Università, la società di oggi e per una vita compiutamente umana. Una conferenza, questa, preziosa per riflessioni, che è risultata in veri arricchimenti per gli stessi specialisti intervenuti e per chiunque colga l’importanza, nella cultura attuale, di un’antropologia che tenga conto delle sollecitazioni provenienti da teologia, filosofia e scienze umane. La pubblicazione degli Atti è prevista per Pasqua 2014. Cloe Taddei Ferretti 52 Il Regno - 50-52_art_taddei.indd 52 attualità Emilia-Romagna Facoltà teologica N Tomismo creativo elle giornate del 3-4 dicembre 2013 si è tenuto presso il Convento patriarcale di San Domenico a Bologna l’ottavo Convegno annuale della Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna (FTER), dal titolo «Tomismo creativo. Letture contemporanee del Doctor Communis». Il Convegno, espressione del dipartimento di Teologia sistematica e organizzato dalla stessa FTER e dallo Studio filosofico domenicano, si poneva nell’orizzonte di un’ermeneutica attualizzante del maestro d’Aquino, con l’intento di restituire un’immagine vitale della sua opera e del suo pensiero, che oltrepassasse i limiti troppo spesso imposti da un’interpretazione rigidamente neotomista dell’opera tommasiana. Attraverso diverse letture prodotte negli ultimi anni nel contesto europeo ed extraeuropeo e a partire dalle sollecitazioni del mondo contemporaneo si è cercato di liberare Tommaso dalle incrostazioni più anacronistiche e di riproporre il nucleo quanto mai attuale della sua opera: la capacità di esprimere l’armonia esistente tra fede e ragione e la questione dell’inculturazione della fede. I diversi contributi che si sono susseguiti nelle due giornate di studio hanno presentato le numerose sollecitazioni e la fortunata posterità dell’opera del grande pensatore all’interno di diversi ambiti e discipline, partendo dagli influssi della sua teologia nella dottrina cattolica, con particolare riferimento al Catechismo; nell’ambito del pluralismo religioso presentando il rapporto tra fede implicita e fede esplicita; passando poi attraverso la relazione tra la Sacra Doctrina e la teoria letteraria post-moderna; senza trascurare, infine, gli aspetti propriamente filosofici soprattutto nel campo dell’epistemologia, della fenomenologia e dell’etica. Tra questi interventi va segnalata in particolare la relazione del prof. Adrian Pabst, del dipartimento di Politiche e relazioni internazionali dell’Università di Kent (UK), che ha sostituto l’atteso John Milbank – assente a causa di un problema di salute –, professore di Politica ed etica all’Università di Nottingham (UK) e uno degli esponenti di punta del movimento della Radical Orthodoxy. Prendendo in esame alcuni aspetti del Compendio – opera spesso messa in ombra dalla più conosciuta Summa teologica, ma per alcuni vera chiave interpretativa per comprendere l’intero pensiero di Tommaso – la relazione di Pabst ha mostrato con chiarezza l’attualità del pensiero dell’Aquinate e sopratutto le sue implicazioni in merito al rapporto tra metafisica e politica. Preziosa anche la relazione del prof. Z. Zhái, rettore della Facoltà di Scienze religiose dell’Università di Wǔhàn (una delle più popolose città della Cina), sullo stato della ricerca accademica sul pensiero filosofico di Tommaso nella Cina continentale, ambito in cui il suo pensiero ha cominciato a essere conosciuto perlopiù alla fine degli anni Settanta del XX secolo. Al di là dell’indubbio valore scientifico, l’intervento del prof. Zhái ha evidenziato la ricchezza data dall’incontro tra categorie e visioni del mondo spesso opposte e contrastanti, come la cultura filosofica europea e quella cinese, che ha saputo dare numerosi risultati sopratutto nello studio della legge naturale e dell’analogia. Il lavoro svolto dalla Facoltà di Scienze religiose di Wǔhàn – che oltre allo studio di Tommaso si occupa anche della traduzione delle sue opere in lingua cinese – rivela quali siano le sfide del pensiero filosofico-teologico contemporaneo e le inedite letture che di quest’ultimo si possono aprire in diversi contesti culturali. Questo convegno si è celebrato in un anno importante per la FTER: ricorre infatti il X anniversario della sua fondazione, avvenuta per decreto della Congregazione per l’educazione cattolica il 29 marzo 2004. Un’occasione quindi per ripensare il percorso sin qui tracciato e per sviluppare piste ulteriori sulle quali veicolare il pensiero teologico negli anni a venire. Un’occasione che il dipartimento di Teologia sistematica della FTER ha preso sul serio per confermare con forza la fedeltà a una precisa proposta teologica che, nello spirito del Doctor Communis, non vuole rinunciare alla possibilità di un’altra modernità. Andrea Franzoni 2/2014 22/01/14 19.10