LE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI SPECIFICI E GENERALI DELLA PALLAVOLO Corso allievo allenatore 2014 Prof. Roberto Romani La pallavolo …… Nella pallavolo svolge un ruolo importante lo sviluppo della capacità cognitive. Apprendere ad analizzare e risolvere situazioni. Inoltre avere la capacità di prendere decisioni sotto pressione temporale. La pallavolo è un gioco OPEN SKILL Caratterizzato da : - Assenza del POSSESSO di PALLA - Abilità motorie aperte o sistemi motori aperti ( Skills mentali : - Collaborazione - Comunicazione - Organizzazione in base ai ruoli - Controllo emotivo - Attenzione - Concentrazione - Capacità di anticipare mentalmente il gioco - Abilità strategica - Memoria di schemi Open Skills ) … i suoi movimenti … Aciclici : i movimenti sono risposte di accomodamento che non si ripetono nel tempo ( si compiono un gran numero di movimenti con durate e velocità diverse ) Non stereotipati : i movimenti costituiscono la risposta immediata agli stimoli che provengono dall’ambiente ( stereotipate : lanci, salti o i volteggi ) Tattici : richiedono una elaborazione volontaria del pensiero che coinvolga anche l’esperienza. Le capacità coordinative Le capacità coordinative hanno la base della loro funzionalità nell’organizzazione dei processi del sistema nervoso, in prima analisi del sistema senso-motorio. La loro origine, infatti, è insita nelle capacità senso-percettive, che sono i prerequisiti che permetteranno al bambino di apprendere, controllare e adattare, alle varie situazioni, i movimenti, determinando in un soggetto la coordinazione motoria. La coordinazione viene intesa come la capacità di assolvere un compito motorio in modo ottimale, in rapporto allo scopo da raggiungere. Il periodo migliore per sviluppare le capacità coordinative è fra gli 8 e gli 12 anni ( fase sensibile ) Le capacità coordinative ( sinonimo : destrezza ) Si basano su : Fattori Fisici Capacità degli analizzatori Patrimonio motorio Si esprimono nel/nella : Controllo di azioni motorie Maggiore capacità di apprendimento motorio Quindi le capacità coordinative rappresentano i presupposti consolidati, su cui si costruiscono le abilità motorie : - Generali : addestramento multilaterale - Speciali : relative alla disciplina Le abilità motorie ( sinonimo : tecnica ) Sono azioni concrete di movimento stabilizzate ed automatizzate ( gesto tecnico ), si FISSANO SULLE CAPACITA’ COORDINATIVE . Più la base è ampia più si avrà sviluppo tecnico con conseguente aumento della massima prestazione Le capacità coordinative GENERALI Capacità Coordinative GENERALI Apprendimento motorio Direzione e controllo motorio Adattamento motorio e di trasformazione Coordinazione grezza Coordinazione fine Coordinazione fine Assimilazione e acquisizione del movimento, e/o di parti di esso. Regolazione del movimento in rapporto alle scopo da raggiungere durante una situazione standard, prevista. Regolazione del movimento in rapporto allo scopo da raggiungere durante una situazione nuova, variabile e imprevista, con risultato motorio ottimale. Componenti delle Capacità Coordinative 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. La capacità di coordinazione segmentaria La capacità di differenziazione La capacità di equilibrio La capacità di orientamento La capacità di ritmo La capacità di reazione La capacità di trasformazione Componenti delle Capacità Coordinative 1. La capacità di coordinazione segmentaria ( Combinazione motoria ) : la capacità di coordinare i movimenti di diversi segmenti del corpo. 2. La capacità di differenziazione : la capacità di raggiungere una sintonia molto precisa tra singole fasi del movimento e spostamenti dei segmenti corporei. Inoltre è la capacità di distinguere con precisione le informazioni sul grado di tensione e di rilassamento muscolare durante le posture e le varie fasi motorie. 1. La capacità di equilibrio : la capacità di mantenere il corpo in uno stato di equilibrio, di mantenere tale stato o recuperarlo durante o dopo ampi o veloci spostamenti del corpo. 1. La capacità di orientamento : la capacità di determinare e cambiare, nello spazio e nel tempo, la posizione ed i movimenti del corpo, riferiti ad un corpo o ad un oggetto in movimento. 1. La capacità di ritmo : la capacità di comprendere un ritmo proveniente dall’esterno, di riuscire a riprodurlo dal punto di vista motorio. 1. La capacità di reazione : la capacità di iniziare ed eseguire rapidamente delle azioni motorie nel modo più opportuno e nel minor tempo possibile, dopo un segnale. 1. La capacità di adattamento e trasformazione : la capacità che permette, in base ai cambiamenti della situazione che sono stati percepiti o previsti, mentre si sta eseguendo un’azione, di adattarne il programma alle nuove circostanze, oppure di proseguirla in modo completamente diverso. La capacità di fantasia motoria : è la capacità, personale e individuale, di attivare una gamma di soluzioni motorie originali e creative, pertanto, anche di variarle in continuazione, al fine di risolvere un determinato problema motorio. 2. Dalla pluralità delle diverse capacità coordinative, si possono ricavare tre capacità generali fondamentali : - La capacità di controllo motorio - La capacità di adattamento e di trasformazione - La capacità di apprendimento motorio Le tre capacità fondamentali sono strettamente connesse tra loro ; però la capacità di apprendimento motorio è la più elevata delle capacità coordinative : senza la capacità di apprendere movimenti, di memorizzare quanto appreso e di richiamarlo a seconda della situazione, qualsiasi capacità di controllo o di adattamento e trasformazione non ha senso. La capacità di apprendimento motorio si basa soprattutto sui meccanismi di ricezione, elaborazione ed immagazzinamento delle informazioni. In primo piano, dunque, ci sono processi percettivi ( analizzatori ), cognitivi ( valutare/classificare ) e mnemonici ( processi dipendenti dalla memoria, che si basano su prestazioni neurofisiologiche di sintesi ) Non si può pensare che esistano capacità coordinative senza i fattori fisici della prestazione che sono : - La forza - La rapidità - La resistenza e la mobilità articolare L’efficacia delle capacità coordinative è possibile se esse sono collegate con queste capacità cosiddette condizionali. La forza Ogni miglioramento tecnico è possibile solo grazie ad un miglioramento fisico. Obiettivo primario dell’allenatore è migliorare la performance di squadra e dei singoli. Indispensabile lavorare sul FISICO degli atleti per poter raggiungere l’obiettivo . Il miglioramento delle capacità condizionali è un processo fisiologico normale, ma non sempre adeguato alle esigenze tecniche. E’ un processo importante per migliorare le performances nei giovani. Inoltre interagiscono altre qualità : Tecnica, motivazione, volontà, concentrazione. La forza La forza può essere definita come la capacità di opporsi ad una resistenza attraverso un impegno tensivo dei muscoli. L’aspetto qualitativo impone la forza come unica capacità organico-muscolare a cui possono essere ricondotte tutte le altre “ manifestazioni di essa “. La forza può essere considerata la capacità principale che caratterizza tutta la motricità, in quanto le altre forme di manifestazione dinamica altro non sono che frutto di espressioni di essa. La forza ha una dipendenza diretta dal meccanismo fisiologico della contrazione muscolare e rappresenta la conseguenza di esso. La forza La letteratura sportiva suddivide la forza nelle seguenti modalità espressive : Forza massima. La forza più elevata possibile che il sistema neuromuscolare riesce ad esprimere con una contrazione massima volontaria. Forza rapida. Identifica e definisce la capacità di generare forza a velocità ottimale. Il concetto di forza rapida si associa alla capacità di produrre grandi valori di forza nell’unità di tempo ( forza esplosiva ). Forza reattiva. Definisce quella prestazione muscolare che, nell’ambito di un ciclo stiramento-accorciamento ( sequenza rapida di contrazione eccentrica e concentrica che nel movimento sportivo si identifica con la sequenza di caricamento e spinta ), produce un più elevato impegno di forza. Resistenza alla forza. Definisce la capacità di mantenere quanto minore possibile la diminuzione del livello degli impegni di forza in un determinato numero di ripetizioni. La resistenza La resistenza, in senso generale, si può definire come la capacità di mantenere una determinata prestazione per un periodo di tempo il più lungo possibile. Quindi : Aumenta la capacità di prestazione fisica Migliora la capacità di recupero Riduzione dei traumi Aumento capacità di carico psichico Rapidità di reazione e d’azione costantemente elevate Diminuzione di errori tecnici Limitazione di comportamenti errati tatticamente dovuti alla stanchezza Salute stabile La resistenza La resistenza viene classificata in resistenza generale e speciale. La prima è riferita alla capacità espressa in prestazioni di tipo aerobico, mentre la seconda è la capacità complessa di realizzare prestazioni ottimali di resistenza specifica di gara. Nella pallavolo, sport in cui non si possono riconoscere fattori limitanti lo sviluppo prestativo nell’ambito delle capacità organico-muscolari, in cui la componente tecnica determina grossi carichi di lavoro complessivo, in cui le intensità di allenamento possono facilmente oltrepassare i livelli di intensità di gara, il concetto di resistenza generale assume un ruolo decisamente marginale rispetto all’importanza metodologica della resistenza speciale. La rapidità In letteratura il termine più utilizzato è rapidità piuttosto che velocità proprio per distinguere un concetto di base, come l’impegno massimale in movimenti segmentari o di tutto il corpo senza significative implicazioni della forza, da una forma espressiva di forza tipica degli sport caratterizzati da movimenti ciclici. La rapidità nel movimento sportivo è la capacità di reagire ad uno stimolo o ad un segnale con la massima velocità possibile e/o la capacità di eseguire con la massima velocità movimenti contro opposizioni scarse. Le prestazioni di rapidità sono le velocità di contrazione del muscolo e le velocità di movimento realizzate dal sistema neuromuscolare contro resistenze minime. La rapidità La rapidità si esprime in forma reattiva, in forma aciclica e in forma ciclica : nella pallavolo sono determinanti le prime due forme di rapidità. La rapidità si collega maggiormente con gli aspetti qualitativi del movimento ( sfera coordinativa ). La rapidità situazionale che caratterizza la motricità del pallavolista si identifica con il concetto di tempo tecnico entro cui un’azione resta funzionale allo scopo tattico. Quindi il pallavolista è essenzialmente a tempo più che veloce in senso assoluto e, nell’accezione teorica del termine di rapidità, l’allenamento della suddetta capacità nel giocatore di pallavolo acquista significato nella misura in cui viene sviluppato, attraverso delle situazioni di gioco o delle sequenze tecniche specifiche che il giocatore deve rapidamente riconoscere. L’allenamento delle tecniche situazionali è indicativo del concetto. La rapidità La rapidità è una delle forme principali di sollecitazione motoria che, come avviene per la mobilità articolare, può essere attribuita sia alle capacità organico-muscolari, forza e resistenza, sia a quelle coordinative, oppure “ (… ) nello sport, s’intende la capacità di raggiungere, in determinate condizioni, la massima velocità di reazione e di movimento possibili, sulla base di processi cognitivi, di sforzi massimi di volontà e della funzionalità del sistema neuro-muscolare “ ( Grosser ). La rapidità In sintesi, nei giochi sportivi, la rapidità si esprime attraverso un complesso di capacità psicofisiche : - la rapidità percettiva, - la rapidità di anticipazione, - la rapidità di decisione, - la rapidità di reazione, - la velocità di movimento ciclica e aciclica, - la rapidità di azione semplice, - la rapidità generale di azione. La flessibilità ( mobilità articolare ed estendibilità muscolare ) La mobilità articolare, spesso indicata anche come articolarità e come flessibilità, rappresenta la capacità e la qualità che permette a un atleta di eseguire movimenti di grande ampiezza di una o più articolazioni, sia volontariamente sia in presenza di forze esterne. La mobilità articolare è strettamente connessa con la funzione coordinativa, ma di fatto viene spesso classificata come capacità motoria a sé. In letteratura viene spesso classificata in mobilità attiva, ottenuta attraverso esclusivamente un individuale controllo propriocettivo e tensocettivo dell’estendibilità del tessuto muscolare e tendineo-legamentoso, e mobilità passiva, ottenuta attraverso l’applicazione di una forza esterna che agisce determinando, in modo indotto, l’allungamento del muscolo e della struttura tendineo-legamentosa dell’articolazione interessata. La flessibilità ( mobilità articolare ed estendibilità muscolare ) La mobilità articolare attiva è sicuramente la più importante sul piano sportivo ed è la capacità correlata effettivamente con il concetto di ampiezza di movimento estremamente funzionale nella finalizzazione del movimento alle situazioni di gara o di allenamento. Essa ha dei fattori limitanti : L’escursione articolare : la capacità di controllo dinamico iniziale dell’ampiezza del movimento fisiologico delle articolazioni ( gradi di libertà delle articolazioni ); Il tono muscolare e la capacità di rilassamento; Il rapporto contrazione-decontrazione fra muscoli agonisti e antagonisti ; L’affaticamento muscolare ; La temperatura ambientale e il tasso di umidità dell’aria ; La flessibilità ( mobilità articolare ed estendibilità muscolare ) L’allenamento della mobilità articolare risponde a due regole generali che indicano da un lato l’opportunità di un allenamento volto a migliorare la mobilità effettiva delle articolazioni, dall’altro l’opportunità di un miglioramento della capacità di allungamento del muscolo. Per quanto riguarda le categorie di esercizio idonee è possibile citare : Esercitazioni di ginnastica generale attiva, con attenzione alla qualità esecutiva del movimento previsto dall’esercizio ; Esercitazioni di allungamento muscolare, su cui oggi esistono pareri controversi. A tal proposito, nell’ambito pallavolistico c’è una tendenza a riconoscere benefici nell’utilizzo al termine dell’impegno fisico di allenamento o partita, rispetto a profonde perplessità nell’utilizzo nelle procedure di riscaldamento preallenamento e gara. Le caratteristiche del movimento nella pallavolo Accelerazione e Decelerazione. A-D Il sistema accelerazione-decelerazione e il controllo della verticale del capo ( CVC ) risultano essere componenti fondamentali per il successo in qualsiasi programma di apprendimento e di produzione di abilità motorie. Di solito viene data molta importanza al concetto di accelerazione. Una minore attenzione è stata rivolta al concetto di decelerazione, risulta importante quando vi è un arresto, sia negli spostamenti del baricentro che negli spostamenti di singoli segmenti del corpo umano. ( fondamentale del muro ; fondamentale dell’attacco ) Studi internazionali sull’accelerazione evidenziano che in ogni individuo, a prescindere dall’età, il tempo necessario per raggiungere la massima velocità nello spostamento frontale del baricentro dopo una partenza da fermo varia dai 5 ai 6 secondi. E’ una regola che non conosce eccezioni denominata “ legge del tratto di accelerazione “. …… nel volley Le caratteristiche del movimento nella pallavolo Nel modello di prestazione della pallavolo le singole azioni di gioco hanno durata media di 4/6 secondi. Da ciò si evince che la caratteristica del singolo intervento individuale non supera mai il lasso di tempo 1,5-4 secondi. Per cui il concetto di velocità assume un significato diverso nel quale la fase di decelerazione acquista rilevanza notevole. In questo contesto la velocità diviene uno dei componenti neurofisiologici della rapidità ( osservazione-risposta ), non l’elemento fondamentale come è stato a volte considerato in passato. Complessità dei sistemi Rapidità La rapidità è un complesso sistema che caratterizza la motricità negli sport di situazione con e senza palla e coinvolge una pluralità di altri sistemi, quali : - l’attività relativa all’area pre-SMA ( Supplementary Motor Area ) ; coinvolta nell’acquisizione di nuove sequenze - Il controllo delle posture in situazioni sia statiche che dinamiche ; - I processi mnestici ed anticipatori deputati alla comprensione degli stimoli ambientali ; - I processi di lateralizzazione ; - La capacità di modulazione della frequenza e del ritmo dei movimenti ; A tutto ciò devono corrispondere percorsi didattici basati : - Sia su un’attività motoria generale di base dove l’esercitazioni sulla frequenza e sul ritmo dei vari segmenti del corpo possa migliorare il sistema A-D ; - Sia sulla variazione dei programmi spazio-temporali ambientali ( traiettorie della palla, comportamenti motori di compagni ed avversari ) ed al continuo rapporto adattivo tra evento previsto ed anticipato e quello che si verifica effettivamente ( spostamenti laterali a passi accostati e incrociati ; salti da fermo a muro ; stacco nella fase d’attacco ). Complessità dei sistemi Intercettazione e cambio di direzione dell’attrezzo rappresentano un caposaldo importante per strutturare i processi metodologici. La metodologia e la didattica considera importante che intercettazione e cambio di direzione siano spesso programmate in maniera separata : alcune gestualità della pallavolo è necessario iniziarle con l’intercettazione, altre gestualità si possono strutturare tenendo presente sin dall’inizio il cambio di direzione dell’attrezzo. Test di valutazione dell’accelerazione e decelerazione del baricentro nel contesto pallavolistico internazionale 1.Test 2.Test 3.Test 4.Test 5.Test di velocità frontale navetta di velocità “ delle linee “ accelerazione e decelerazione laterale del quadrato Nei test viene rilevato il tempo cronometrico impiegato nel percorso tra un punto di partenza ed uno di arrivo. Test di velocità frontale In queste valutazioni lo spostamento degli allievi ( corsa ) prosegue oltre il punto di arrivo per poi decelerare. Nei test sulla velocità su distanze di 20-30 metri l’allievo deve programmare di partire il più presto possibile e superare il traguardo alla massima velocità che riesce a mantenere. Le distanze usate consentono in realtà la rilevazione della fase di accelerazione e stabilizzazione della velocità. Sotto i 10 metri, nella fascia di età tra i 6 e i 10 anni, si valuta soprattutto la fase di accelerazione. In questa fasi l’altezza del baricentro non subisce variazioni apprezzabili. Test navetta L’allievo deve coprire la distanza di 20 metri ( 10 di andata + 10 di ritorno ) compresi fra due segnali ( righe o birilli ) segnati sul pavimento. Partenza e arrivo Test di velocità “ delle linee “ Gli allievi partono dalla linea di fondocampo, vanno a toccare le linee del campo e ritornano alla linea di partenza ripetutamente. Test del quadrato Il test si esegue su un quadrato di 2 metri e mezzo di lato tracciato a terra. Ai quattro angoli sono posti dei coni. Il bambino è posto all’angolo in basso a destra ( a ) ad un segnale parte e correndo avanti raggiunge l’angolo in alto a destra ( b ), da cui correndo lateralmente a passi liberi verso sinistra si dirige verso l’angolo in alto a sinistra ( c ), da cui correndo lateralmente verso destra si dirige verso l’angolo di partenza ( a ). C B Si registra il tempo ottenuto e si ripete dall’altra parte partendo dall’angolo D. Non bisogna toccare i coni e passare esternamente, pena annullamento del test. D A Complessità dei sistemi I percorsi didattici dell’intercettazione e del cambio di direzione dell’attrezzo, anche se dal punto di vista metodologico possono nascere separatamente devono avere comunque come obiettivo la fusione delle due programmazioni. Nella gestualità generale e specifica della pallavolo, gli interventi neuromuscolari vengono programmati in parallelo. In definitiva la fase di decelerazione è responsabile della qualità di abilità motoria generali ed in particolare delle tecniche fondamentali della pallavolo. In particolare la necessità di risolvere la fase di intercettazione e del cambio di direzione dell’attrezzo sono un’esaltazione del sistema A/D. Le caratteristiche del movimento nella pallavolo Lateralità Uno degli aspetti fondamentali che riguarda i processi di apprendimento motorio è costituito dalla lateralità nell’individuo. E’ noto che l’emisfero sinistro è in connessione motoria e sensitiva con la parte destra del corpo, e viceversa. Gli emisferi cerebrali si distinguono uno dall’altro dal punto di vista funzionale. Quello di destra sarebbe responsabile della rilevazione ed analisi degli aspetti spaziali e delle attività creative, artistiche e intuitive, mentre quello di sinistra risulterebbe meglio adatto a elaborare contenuti linguistici, logici e analitici. Nuove teorie Il neuroscienziato Goldberg sostiene che l’emisfero destro sia più abile nel fronteggiare situazioni inizialmente inesplorate, mentre quello sinistro attuerebbe processi cognitivi consolidati dall’esperienza. Abbiamo insomma un confronto tra novità e routine, non più tra razionalità e fantasia. Dominanza Uno degli aspetti della specializzazione cerebrale è la dominanza, ossia la prevalenza di un emisfero rispetto all’altro che porta ad usare in via preferenziale un emicorpo rispetto all’altro. La manifestazione più evidente della dominanza riguarda l’uso asimmetrico delle mani, con dominanza, nella maggioranza della popolazione, della mano destra. Arti superiori Arti inferiori Dominanza Occhio Altre dominanze Dominanza nella pallavolo Asimmetrici dominanti Asimmetrici bilaterali Movimenti Simmetrici assiali Simmetrici Non assiali Movimenti asimmetrici dominanti Asimmetrici dominanti Necessitano della massima espressione di rapidità e/o precisione Nella pallavolo il servizio, l’attacco e alcune tecniche difensive Movimenti asimmetrici bilaterali Asimmetrici bilaterali Si realizzano in risposta a stimoli ambientali Nella pallavolo Difesa e muro Movimenti simmetrici assiali Simmetrici assiali Si realizzano utilizzando contemporaneamente gli arti da una parte e dall’altra dell’asse mediano Nella pallavolo ricezione, difesa e muro in situazione di frontalità Movimenti asimmetrici non assiali Asimmetrici Non assiali Tutte e due gli arti sono dalla stessa parte rispetto alla linea che delimita i due emicorpi Richiedono adattamento delle tecniche in risposta a stimoli non gestibili frontalmente Dominanza e allenamento Alcuni autori hanno condotto approfondite ricerche sull’argomento, giungendo alla conclusione che l’allenamento simmetrico portava al miglioramento dell’estremità dominante verificando il miglioramento degli interventi motori anche con la parte non dominante. Dominanza e allenamento Studi e riscontri empirici effettuati suggeriscono di evitare esercitazioni che coinvolgono l’arto non dominante ( lateralizzazione compensativa ) in bambini nella fascia di età tra i cinque e i dieci anni, quando è in evoluzione il processo di lateralizzazione. E’ importante, invece, proporre esercitazioni che prevedono movimenti simmetrico bilaterali, soprattutto per gli arti inferiori. Traiettoria e intercettazione Nella pallavolo l’utilizzazione di sistemi accelerazionedecelerazione avviene sempre in correlazione con le traiettorie prodotte dall’attrezzo di gioco. Il punto di contatto con la palla è infatti il punto dove si congiungono due traiettorie : quella della palla e quella dell’atleta. Questa capacità di far coincidere due traiettorie è in realtà un problema di non semplice soluzione motoria che implica : - La capacità di lettura della traiettoria della palla - L’adeguamento spazio-temporale dei movimenti dell’atleta ( bambino-adulto ) … Traiettorie Il gioco della pallavolo è basato sulla proprietà della palla di produrre traiettorie aeree. E’ pertanto fondamentale ai fini del successo imparare a leggerle, attribuirgli un significato ed essere in grado di produrle dopo l’intercettazione e il cambio di direzione della palla. Nella pallavolo la lettura della traiettoria è strettamente legata alle fasi di intercettazione e cambio di direzione dell’attrezzo. Nella fase di intercettazione è prevalente la lettura della traiettoria, la fase di cambio di direzione dell’attrezzo è invece caratterizzata dalla capacità di produrre traiettorie. … Traiettorie La forza di gravità determina una decelerazione della palla nella fase ascendente della traiettoria e un’accelerazione nella fase discendente della traiettoria. … Traiettorie La traiettoria del baricentro dell’atleta, invece, subisce un’accelerazione nella prima parte e una decelerazione nella seconda parte. … Traiettorie Esistono varie tipologie di traiettorie che l’attrezzo di gioco può produrre : verticali, orizzontali ( aeree e su di un piano ), paraboliche. In più esistono traiettorie tese, solitamente discendenti, che caratterizzano le tecniche di attacco e di servizio in salto. Il tipo di traiettoria è determinato dalla velocità iniziale della palla e l’angolo di uscita della stessa. Una volta in volo la traiettoria della palla, seguendo la legge dei proiettili, non è modificabile se non da interventi esterni. … Traiettorie Una traiettoria verticale è caratterizzata da una fase ascendente, una fase discendente ed un punto, in cui la palla è ferma, che divide la fase ascendente da quella discendente chiamato punto morto …Traiettorie La direzione di una traiettoria parabolica può essere scomposta in una componente verticale ( determinata dal rapporto con la forza di gravità, che può essere positiva o negativa ) ed una componente orizzontale. Nel momento in cui avviene il passaggio (apice della parabola ) tra la fase ascendente e la fase discendente è presente la sola componente orizzontale. … Traiettorie L ‘ altezza della parabola descritta dalla palla determina i tempi di descrizione della stessa, più è alta la parabola più lunghi sono i tempi che la palla impiega a percorrerla. Dal momento che, come abbiamo visto, i movimenti di intercettazione della palla sono direttamente correlati alle traiettorie che essa descrive, la capacità di lettura della traiettoria è di fondamentale importanza per lo sviluppo della pallavolo nel bambino e oltre… . Lettura delle traiettorie Quindi è importante che ci sia la capacità di riconoscere il punto morto, che divide la fase ascendente da quella discendente. Poi associare al riconoscimento del punto morto spostamenti del baricentro, in senso gravitario ( accosciate…. ) …..e antigravitario ( balzi ). Associazione della lettura della traiettoria ai sistemi A/D Successivamente è importante associare la lettura della traiettoria ai sistemi di accelerazione e decelerazione del baricentro. Per iniziare a sviluppare i processi neurofunzionali correlati alle traiettorie, si è scelta la traiettoria prodotta dal rotolamento della palla al suolo. Non esiste nella struttura di gioco della pallavolo, ma risulta fondamentale nel determinare la gradualità degli apprendimenti. Essa è caratterizzata da sola decelerazione e si svolge sullo stesso piano di riferimento inizialmente del bambino, il suolo. ( palla che rotola, intercettarla ; variando le posizioni di partenza, assumendo diverse posizioni e con frontalità diverse ). Produzione di traiettorie Dopo la lettura delle traiettorie, si comincia il lavoro di produzione delle stesse. Dapprima con lanci di precisione che impegnano attrezzi manipolabili ( ad esempio una pallina da tennis ) : - Con il rotolamento - La traiettoria aerea viene divisa in varie fasi : lancio dal basso con traiettoria prevalentemente ascendente ( preparatorio al servizio dal basso ) - Lancio dal basso con traiettoria ascendente e discendente ( preparatoria al servizio dal basso ) - Lancio dall’alto con traiettoria prevalentemente ascendente ( preparatorio al servizio dall’alto ) - Lancio dall’alto con traiettoria ascendente e discendente ( preparatorio al servizio dall’alto ) - Lancio dall’alto con traiettoria prevalentemente discendente ( con la rete : preparatorio al gesto d’attacco ) Buon lavoro….. [email protected] Cell. 3473806278 Bibliografia : Manuale allievo allenatore Calzetti Mariucci Capacità motorie Prof. Maresca Mario Teoria del movimento K. Meinel Società Stampa Sportiva