SPECIALE dedicazione 10 marzo 2013 ·5 L’Arte La bellezza, strumento per comunicare la fede Come Sposa adorna per il suo Sposo di Sr Agar Loche - Felicia Fezzuoglio I l progetto iconografico della nuova Chiesa Parrocchiale “Madonna della Rosa”, edificata a impianto ottagonale, è frutto di una ricerca che rispecchia la contemporaneità sia nella tecnica che nella resa formale e cromatica. La realizzazione dei luoghi della celebrazione, nei loro aspetti architettonici e artistici, sono stati affidati alla Domus Dei, un’azienda che, da sempre, ha la mission di porre l’arte a servizio del popolo di Dio al fine di rendere accogliente, bella e liturgicamente adatta la Casa di Dio (Domus Dei, appunto). Entrando in questo edificio sacro il credente è condotto a fissare spontaneamente lo sguardo sul punto focale di tutto lo spazio liturgico: l’altare. È composto da quattro elementi marmorei che si ergono da una pianta a croce greca e si congiungono nella mensa monolitica. Come rivoli d’acqua gli inserimenti laterali in bronzo, simboleggiano i quattro fiumi che, nella Sacra Scrittura, indicano l’acqua viva portatrice di salvezza. Così l’altare acquista dinamismo ed esprime, nel simbolismo, la sua funzione: essere il luogo dal quale la salvezza si dirama raggiungendo i quattro punti cardinali, giacché la salvezza è dono di Dio per tutti i popoli di tutti i tempi. Il materiale utilizzato è il marmo diva beige, simile cromaticamente alla pietra locale. L’ambone, proiettato verso l’assemblea, è collocato alla sinistra dell’altare. È il luogo dal quale risuona la Parola di Dio e, in modo eccellente, riecheggia l’evento fondante la nostra fede: l’annuncio della Resurrezione di Gesù Cristo. Nell’antica simbologia cristiana infatti l’ambone è descritto come la tomba del sepolcro di Gesù, vuota, sulla cui pietra rivoltata siede l’angelo che dice alle donne venute per imbalsamare il cadavere del Maestro crocifisso: “Il Signore è risorto. È davvero risorto”. Il giardino della risurrezione è visivamente indicato da una fioriera apposita, posta a lato, che si compone armonicamente con l’ambone stesso. Il materiale usato è lo stesso dell’altare, il diva beige, proposto lucido, sia sul prospetto verso l’assemblea che nella parte retrostante. Nella parte superiore i due elementi in marmo e l’inserto in bronzo si fondono nella mensa della Parola, richiamando così lo stesso dinamismo dell’altare. La superficie in bronzo fende in verticale la superficie della tomba vuota, estendendosi simbolicamente verso l’assemblea nella parte inferiore. La custodia eucaristica, o tabernacolo, è posta nella cappella a destra dell’altare. Lo spazio del Tabernacolo, è inserito in una quinta, ad intonaco, con due fasce di mosaico oro: una verticale ed una orizzontale che si incrociano nel punto centrale della Custodia, realizzata in bronzo. La quinta, con le sue fasce di luce, ricorda la tenda sacra, che nell’Antico Testamento è il luogo della dimora di Jahvè (cf Es. 26-27). Il fonte battesimale è posizionato sul lato destro dello spazio liturgico, ma in luogo separato. Il recinto murario e la pavimentazione diversificata cromaticamente definiscono il battistero. Si compone di una vasca ottagonale contenuta all’interno di un monolite che si smaterializza simulando sui quattro lati dell’ottagono rivoli d’acqua. Il bronzo simboleggia l’acqua in assonanza con l’altare e l’ambone. La sede del Presidente della celebrazione, è della stessa pietra degli altri elementi liturgici, con motivo decorativo in bronzo. È il luogo destinato al Vescovo, al presbitero o al diacono che presiedono le differenti celebrazioni liturgiche. Dietro l’altare, sull’alta parete dell’abside, c’è un gruppo scultoreo in bronzo, modellato ad altorilievo, raffigurante la Crocifissione con la Madre di Dio e l’apostolo Giovanni. L’iconografia presenta il Cristo/Sposo dormiente sulla croce/talamo. Dal costato trafitto scaturiscono sangue e acqua (cfr Gv 19,34), i fiumi della salvezza operata dalla Chiesa attraverso i sacramenti. Questi fiumi si river- sano sulle mani della Madre/Chiesa trasformandosi in rose. Si ricupera così, con questa immagine, il titolo dell’edificio/ chiesa dedicato alla “Madonna della rosa”. Questa simbologia è altamente appropriata perché nell’iconografia della mistica cristiana la rosa, per la bellezza, il profumo, per il mistero della sua forma apprezzata da tempo immemorabile e per il colore prevalentemente rosso, esprime il simbolo antichissimo dell’amore. Qui diventa la coppa che raccoglie il sangue di Cristo. Nel Discepolo amato, che la tradizione cristiana identifica con l’apostolo Giovanni (cf Gv 19,26-27), l’assemblea che celebra si specchia, si identifica e si protende verso il mistero della salvezza, beneficiando dell’azione redentrice di Cristo. Le vetrate, distribuite lungo le pareti perimetrali, sono astratte, con cromatismi che si propongono di esprimere, con i colori, ciò che la teologia esprime attraverso le parole. Tutte le vetrate sono previste con vetri soffiati a bocca, tessuti con trafila di piombo, e protette esternamente con vetro stratificato. I vari colori sono scelti in relazione alla posizione delle finestre rispetto all’orientamento spaziale della chiesa per dare all’ambiente un’atmosfera contemplativa e introdurre l’assemblea nel dinamismo della lode a Dio celebrata nel tempo. A nord troviamo infatti diverse tonalità di blu e a sud il giallo e tonalità sul rosso che comunicano la pienezza della luce. Ora la chiesa parrocchiale, rivestita di nuovo, è bella, come una sposa, adorna per il suo sposo, (cfr Ap. 21,2). Questa dimora dove Dio incontra il suo popolo è lo spazio per eccellenza della comunione e della comunità dei credenti. Qui si seminano i semi che matureranno i frutti della carità e della fede di cui la società e il mondo intero sono affamati; qui il popolo di Dio è nutrito dal pane di vita eterna della Parola e dell’Eucarestia; qui trova accoglienza chiunque si accosta per invocare la misericordia di Dio. Davvero Dio è qui (cfr Gn 28,16-17) e l’Anno della fede è, per ogni parrocchiano e parrocchiana, l’occasione propizia per annunciarlo e testimoniarlo nella vita.