Il grano e le stagioni - Terranostra Lombardia

Fattorie didattiche
il Frumento
La storia
Il grano o frumento è una pianta che può crescere un po’ dappertutto, anche allo stato selvatico.
L’uomo ha scoperto molto presto che dai chicchi della spiga poteva ottenere la farina bianca, un
alimento gustoso che lo saziava e gli dava forza.
Il frumento è stato coltivato fin dalla preistoria come ci dimostrano gli strumenti usati dagli uomini
per raccogliere le piante, ricavarne i chicchi e ottenere la farina.
Il grano diventò il più importante cereale per i popoli antichi che vissero avanti Cristo; gli Egizi, per
esempio, lo ammassavano in granai come scorta per i momenti di carestia.
Anche nel Medio Evo la produzione del grano aveva un grande valore.
Allora si rappresentava ciascun mese con un lavoro e ben quattro mesi riguardavano i lavori del
grano: aprile, luglio, agosto e ottobre.
Anche oggi il grano è una coltivazione molto diffusa.
I prodotti ottenuti con la farina bianca non mancano mai sulla nostra tavola e, purtroppo, non è
sempre stato così.
Osserva una pianta di grano e incolla le parti: radice, fusto, foglia, spiga.
Il grano e le stagioni
Autunno
La terra che accoglierà
i semi del grano viene
arata, concimata e
sbriciolata.
Nel campo prima le
zolle grigie mandano
dei riflessi più chiari e
più scuri e poi tutto
diventa di un colore
bruno uniforme.
I chicchi di grano, ben interrati per non seccarsi
al sole o essere mangiati dagli uccelli, sono in
attesa della germinazione: il rivestimento si
romperà per lasciare uscire la radichetta e la
piumetta.
Inverno
Il campo è
coperto da
piantine di un
verde tenue
ben allineate.
Sono nate da
poco,
sembrano
deboli e
indifese ma
resistono alle
piogge, al
gelo e anche
alla neve.
Primavera
Le piante si innalzano e alla sommità
compaiono le spighe ancora verdi piene di
chicchi.
Il vento a volte soffia e muove le spighe
ancora acerbe: il campo sembra un grande
mare verde con riflessi argentei.
In qualche campo la grande
distesa verde è arricchita
dal prepotente rosso
dei papaveri e dai
delicati fiori
della
camomilla.
Estate
Siamo all’inizio
della più calda
stagione
dell’anno e il
sole domina
sul campo
con tutta la
sua luce e il
suo calore.
Le spighe
diventano
sempre
più gialle,
colore dell’oro; il sole ha regalato a queste
piante un po’ del suo splendore e della sua
energia.
Molti artisti hanno rappresentato o descritto il campo di grano.
Disegna anche tu il campo che hai visto.
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Dalla pianta ai chicchi
Mietitura:
Alla fine di giugno, quando il chicco è
abbastanza secco, le piante vengono tagliate.
Un tempo si usava la falce, una specie di coltello
lungo e ricurvo molto affilato.
Si legavano più spighe insieme per formare i
covoni.
Trebbiatura:
I covoni, fino a non molto anni fa, venivano portati
nell’aia della fattoria e, battendo, scuotendo,
setacciando, i chicchi venivano separati dal resto
della pianta.
Dopo la trebbiatura il contadino raccoglieva i
grani giallo-bruni in un cumulo, costruiva con la
paglia il pagliaio e ammucchiava con fatica la
pula leggera.
Mietitrebbiatura:
Oggi macchine moderne molto imponenti avanzano
lentamente nel campo falciando le spighe.
Le piante entrano nella macchina che continua a procedere
mandando fuori da una apertura i grani e da un’altra la paglia.
La “famiglia” della parola falce:
-e
falc-
-etto
-iata
falc-
-iatura
Quanti chicchi in una spiga di grano?
Confronta il tuo risultato con quello dei tuoi compagni.
-iatrice
-iare
Dai chicchi di grano
Sono rimaste molte testimonianze del modo in cui, un tempo, si trasformavano i chicchi di grano in farina.
Bastava una pietra su cui appoggiare i grani e una seconda pietra, più maneggevole, per
schiacciare, triturare, frantumare fino ad ottenere una polvere soffice e leggera.
Per arrivare a una farina molto simile alla nostra farina bianca era necessario separare con un
setaccio la polvere più bianca e fine dalla crusca.
Nei nostri mulini avvengono le stesse operazioni ma molto più velocemente e per grandi quantità.
La crusca è ottima per gli animali e può essere utilizzata dall’uomo ma la farina bianca è preziosa
per il pane, la pasta, i biscotti…
Una ricetta
sicura per
preparare il pane.
Racconta i
disegni in
sequenza.
Un consiglio:
su ogni pagnottina
stendi, con le dita,
un velo di olio per
favorire la
lievitazione.
1
4
2
3
5
6
Il pane accompagna la colazione, la merenda, il pranzo, la cena, uno spuntino.
I nostri fornai ci presentano forme diverse di pane (rosette, filoncini,...), preparano impasti più o
meno consistenti o aggiungono all’impasto altri ingredienti (olio, strutto, uvetta, semi di finocchio...).
In ogni paese o città è molto interessante scoprire un diverso tipo di pane.
Come puoi utilizzare il pane “vecchio”?
Con la paglia
La paglia, ottenuta dal fusto e dalle foglie, è ottima come lettiera per gli animali e qualche manciata
può essere data come alimento a bovini e cavalli.
La paglia viene utilizzata per fare la carta attraverso particolari procedimenti.
Non tutta la paglia prodotta è impiegata e allora viene o bruciata o tagliuzzata e interrata.
Un tempo la paglia serviva per costruire i tetti.
Hai visto tetti di paglia? Dove?
Testi di Bruna Bertoni - Illustrazioni di Elena Baboni
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