AGATHA CHRISTIE
ORGOGLIOSO FEMMINISMO E CONOSCENZA DELL’ANIMO UMANO.
Chi non ricorda la Dietrich di "Testimone d’accusa"? Altera e sicura di sé, tanto da
raggirare la legge per salvare l’uomo che ama ma capace anche (questo è stato aggiunto
nel film) di farsi giustizia con le proprie mani uccidendolo quando scopre di essere stata da
questi usata.
Nei suoi romanzi la Christie, difficilmente presenta stereotipi di personaggi femminili e le
sue donne raggiungono i loro scopi (proprio come la Dietrich-Romaine), là dove uomini
hanno mancato, con intelligenza, coraggio, autonomia, cultura e forza d’animo. Tutte
qualità, di solito, attribuite agli uomini.
Tutto ciò è molto importante se consideriamo che, attraverso i secoli, la letteratura è stata
avara nel regalarci caratteri femminili "eroici". Nello scenario femminile Christieano
potrebbe bastare, una per tutte, la detective Tuppence Cowley con le sue gonne corte e il
vizio del fumo, capace di guidare un furgone o un autocarro fra i militari durante la prima
guerra mondiale e che insiste per pagare la sua parte quando consuma al ristorante con il
suo futuro marito Tommy Beresford.
La celebre Miss Marple sembra quasi essere stata creata in contrapposizione
all’inossidabile Hercule Poirot. Questi è la logica maschile che ha bisogno di metodo e
delle piccole cellule grigie là dove basta la conoscenza della natura umana, "che è quella
che è e non cambia mai in qualsiasi posto", e l’intuito femminile della cinguettante
vecchietta.
Il femminismo della Christie appare soprattutto quando affronta i problemi, sempre attuali
purtroppo, delle donne che vivono in una società patriarcale.
Problemi economici di anziane nubili senza una famiglia che le mantenga, come Dora
Bunner ne "Un delitto avrà luogo" o di donne sposate dipendenti economicamente dal
marito e che perciò ne sopportano angherie non avendo il coraggio di affrontare l’ignoto
come Gerda Christow di "Poirot e la salma".
La Christie riconosce che in un matrimonio la maggior parte dei problemi è per le donne
ma non dimentica che una nubile, di contro, nella maggior parte dei casi, si sente
irrealizzata e fallita nella sua femminilità come del resto si sente menomata la moglie che
non può avere figli (Marina Gregg di "Assassinio allo specchio"). E la Christie, in questo
caso, condanna la società che condiziona la donna a sentirsi colpevole di non poter
assolvere il ruolo di madre che le viene imposto.
Però, è anche vero che una donna che si lascia prendere la mano dal potere perde la sua
femminilità come Charlotte von Waldsausen di "Passeggero per Francoforte, "una balena
umana: grande, lattiginosa, affogata nel grasso", un mostro insomma.
Quando nei "Dieci piccoli indiani" la Christie intrappola una piccola comunità in un luogo
senza scappatoie come può essere Nigger Island isolata dalla terraferma per una
tempesta (metafora della sporca coscienza) non si prova nessuna pietà per le figure
femminili che di questa comunità fanno parte. Alla stessa stregua dei maschi, esse sono
possibili vittime o carnefici, data la loro spietatezza nei crimini compiuti che la legge non
ha avuto il potere di punire.
Ma, al di là di tutto ciò che la Christie ha detto attraverso le sue opere, è la sua stessa vita
una dimostrazione di orgoglioso femminismo. Negli anni in cui le ragazza potevano uscire
solo con chaperon al seguito e le donne "dovevano stare in casa", lei, Agatha Mary
Clarissa Miller, divorziata da poco da Archibald Christie, partì da sola per il Medio Oriente
e si spinse fino ad Ur, cittadina sumerica della Mesopotamia, dove visitò gli scavi del prof.
Wolley e vi incontrò l’assistente di questi, l’archeologo Max Mallowan di quindici anni più
giovane di lei.
Quando Max le chiese di sposarlo si scusò di poterle offrire soltanto una vita disagiata tra
scavi disseppellendo cadaveri. "Ma che dici, io adoro i cadaveri!" fu la pronta risposta di
Dama Agatha.
La differenza d’età non turbò minimamente la scrittrice che, negli anni a venire, ebbe a
ripetere, scherzando, "fa l’archeologo, più invecchio e più mi ama".
Giovanna Nobile Paziente
Da "MEZZOCIELO" – bimestrale di politica, cultura e ambiente -