Percorso P - Zanichelli online per la scuola

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unità P1
la fase iniziale della guerra fredda
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Classe
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percorso
Sintesi dell’unità P1
1.1La nascita dell’ONU
Nel 1945 nacque l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che aveva il compito di risolvere pacificamente i futuri contrasti tra gli Stati che ne facevano parte. Questo compito era affidato al Consiglio di
sicurezza, inizialmente composto da 11 membri. Le cinque potenze che avevano vinto la guerra
(Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, URSS e Cina) erano membri permanenti del Consiglio e solo
queste godevano del diritto di veto su ogni decisione. Le nuove relazioni economiche mondiali furono regolate nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods, in seguito ai quali, nel 1945, vennero istituiti
la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e il Fondo monetario internazionale (FMI), con il compito di soccorrere i paesi che si fossero trovati in difficoltà finanziarie. L’Unione Sovietica non aveva approvato questi accordi, perché temeva che la subordinazione economica
che poteva scaturirne si trasformasse in dipendenza politica, dannosa per il campo socialista.
1.2, 1.3L’inizio della guerra fredda
Nell’Europa orientale i comunisti s’impadronirono dei governi anche dove erano in netta minoranza, come nel caso dell’Ungheria e della Bulgaria. Nel marzo del 1946, in un discorso a Fulton, Churchill affermò che sull’Europa orientale era scesa una «cortina di ferro». Stalin, dopo appena nove
giorni, in un’intervista concessa alla «Pravda», replicò con estrema durezza, accusando gli angloamericani di adottare una politica paragonabile a quella di Hitler. Era il riconoscimento dell’esistenza di una situazione di gravissime tensioni, che fu definita «guerra fredda». Nel marzo del 1947
il presidente degli Stati Uniti Truman enunciò la dottrina che prese il suo nome: gli Stati Uniti dovevano impegnarsi a fondo nella lotta per la libertà dei popoli europei che non facevano parte del
blocco sovietico. Ma la «dottrina Truman» non arrestò il processo di sovietizzazione dell’Europa
orientale. Infatti la Polonia, l’Ungheria, la Cecoslovacchia, la Jugoslavia, la Romania, la Bulgaria e
l’Albania rientrarono nella sfera d’influenza dell’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti organizzarono
nel 1947 un vasto programma di aiuti economici all’Europa, chiamato «Piano Marshall». Questo
programma contribuì ad accentuare la frattura fra i due blocchi, che fino a quel momento era apparsa evidente soprattutto sul piano politico e che allora si rivelò profonda anche su quello economico.
L’URSS rispose con il Cominform, un organo che riuniva tutti i partiti comunisti, in sostituzione
dell’Internazionale comunista sciolta nel 1943, e con il Comecon, un’organizzazione che avrebbe
dovuto promuovere lo sviluppo coordinato delle economie del campo socialista.
1.4La NATO e il patto di Varsavia
Il luogo di maggiore attrito tra i due blocchi era la Germania. Nel 1948 gli occidentali unificarono
economicamente le tre zone di occupazione e Stalin ordinò l’assedio di Berlino (blocco di Berlino).
Si delineò il pericolo di una guerra, ma gli americani organizzarono un ponte aereo per rifornire la
città e dopo quasi un anno il blocco fu tolto. Nel 1949 furono fondate la Repubblica federale tedesca
a ovest e la Repubblica democratica tedesca a est. Nello stesso anno venne firmato un accordo fra la
maggior parte delle nazioni europee, gli Stati Uniti e il Canada, che venne chiamato patto Atlantico.
Gli accordi erano rivolti formalmente contro un’eventuale rinascita del pericolo tedesco, ma in realtà erano diretti contro l’Unione Sovietica. Questo patto si trasformò subito dopo in un impegno
militare da parte delle nazioni che vi aderirono e prese il nome di North Atlantic Treaty Organiza‑
tion (NATO). La risposta sovietica fu, nel 1955, il patto di Varsavia, stipulato con Ungheria, Romania, Polonia, Cecoslovacchia, Bulgaria, Albania e Repubblica democratica tedesca.
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Sintesi
La guerra aveva diviso l’Europa in due campi. L’alleanza antifascista era finita e la divisione assunse rapidamente il carattere di una contrapposizione frontale. Nell’estate del 1945 l’Armata rossa era
superiore per le forze di terra, ma gli anglo-americani bilanciavano tale superiorità con l’aviazione
e, soprattutto, con il possesso della bomba atomica. Nessuna delle due parti aveva la possibilità di
rompere l’equilibrio militare, perciò la linea di demarcazione che aveva diviso l’esercito sovietico
dalle truppe anglo-americane al momento dell’armistizio con la Germania diventò la linea di separazione tra il campo occidentale e quello dell’est comunista. Dal 1945 al 1948 i comunisti conquistarono il potere in tutti i paesi occupati dall’esercito sovietico.
didattica
su misura
1.2La fine dell’alleanza antifascista
percorso
P
unità P2
gli inizi della distensione e i problemi del medio oriente
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...................... Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.4L’equilibrio del terrore
La guerra tra i due blocchi fu evitata grazie all’«equilibrio del terrore». Nel 1949 gli scienziati sovietici sperimentarono la bomba atomica. Tre anni più tardi gli USA si riportarono nuovamente in
vantaggio costruendo la bomba all’idrogeno. Questa volta la rincorsa dei sovietici fu più breve: nel
1953 anch’essi possedevano la terribile arma. Ciascuno dei due blocchi poteva distruggere l’altro o
arrecargli danni gravissimi. Fu questa possibilità di reciproca distruzione a impedire lo scoppio di
una nuova guerra.
1.5Il consolidarsi della frattura tra est e ovest
Truman modificò le linee di politica estera di Roosevelt, rendendo più duro l’atteggiamento degli
USA verso l’URSS. Il suo successore, Dwight Eisenhower, portò gli Stati Uniti a un maggiore impegno in Europa, mentre contro l’Unione Sovietica tentò di adottare una nuova strategia, detta di roll
back («spingere indietro»). In realtà si continuò ad operare una politica di contenimento, come era
stato fatto fino ad allora, soprattutto cercando di impedire affermazioni elettorali dei partiti comunisti nei paesi sotto la sfera d’influenza degli Stati Uniti (soprattutto Italia e Francia).
1.5, 1.6, 1.7L’Europa
didattica
su misura
Sintesi
In Francia la guerra fredda portò alla fine dei governi di unità nazionale. In Inghilterra, invece, non
ebbe ripercussioni. I laburisti guidati da Clement Attlee, che erano succeduti ai conservatori di
Churchill, attuarono un programma inteso alla costruzione del welfare state (stato del benessere). I
conservatori e i laburisti, però, concordavano su due princìpi fondamentali della politica estera: la
solidarietà con gli Stati Uniti e l’Europa occidentale e la graduale indipendenza delle colonie. In
Germania la Repubblica federale tedesca, sotto la guida di Konrad Adenauer, procedette rapidamente alla ricostruzione. Intanto l’Europa cercava di raggiungere l’unità: del progetto europeistico
erano stati promotori, già nei primi anni del dopoguerra, tre dirigenti democristiani, il tedesco Adenauer, il francese Schuman e l’italiano De Gasperi, nell’ambito di una concezione che vedeva l’Europa cristiana come il più forte baluardo contro il comunismo. Non fu difficile avviare processi di
unificazione economica, come l’istituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) nel 1951 e la Comunità economica europea (CEE) nel 1957. Non fu possibile, invece, arrivare a
un comando unico militare (il tentativo di farlo nascere con la Comunità europea di difesa, nel 1952,
fallì) e anche a un governo politico unitario. Il cammino era ancora molto lungo.
1.8, 1.9 La nascita della Repubblica popolare cinese e la guerra di
Corea
In Asia l’avvenimento di maggior rilievo fu la nascita della Repubblica popolare cinese, fondata nel
1949 da Mao Zedong: il comunismo, per la prima volta, aveva raggiunto il potere grazie a una rivoluzione contadina, al difuori delle influenze dell’Unione Sovietica, da cui la RPC si sentiva diversa e
indipendente. Essa mutava gli equilibri politici in Asia e se ne videro gli effetti nel 1950, quando il
governo comunista della Corea del Nord invase la Corea del Sud. In suo appoggio intervennero
forze armate americane, che respinsero quelle comuniste, entrando a loro volta nel territorio della
Corea del Nord e provocando così l’intervento di truppe cinesi. La situazione si stabilizzò poi lungo
il 38° parallelo e nel 1953 fu firmato un armistizio.
Sintesi dell’unità P2
2.1Il «disgelo»
Nel 1953 due avvenimenti segnarono una svolta nella politica sovietica: la morte di Stalin e la sperimentazione della bomba all’idrogeno. Stalin non ebbe un unico successore: Malenkov ottenne la guida del governo e Chruščëv la direzione del partito, la carica che conferiva il potere reale. Altre forze
organizzate erano rappresentate dall’esercito e dalla polizia segreta, controllati dal Partito comunista
dell’Unione Sovietica. Ci fu così nell’URSS una direzione collegiale, che, eliminato Berija, capo dei
servizi segreti, diede inizio a una politica di disgelo nei rapporti internazionali e all’interno.
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unità P3
la crisi dei missili e la definitiva distensione
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...................... Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Chruščëv e la «destalinizzazione»
P
percorso
Nel 1956, al XX congresso del Partito comunista sovietico, Chruščëv, che aveva ormai preso il potere in URSS, denunciò, in un rapporto rimasto sul momento segreto nell’Unione Sovietica, i crimini
commessi da Stalin, avviando così il processo di «destalinizzazione». La sua denuncia, appena fu
resa pubblica, ebbe profonde ripercussioni nei paesi dell’est, e soprattutto in Polonia e in Ungheria.
In Polonia ritornò al potere Gomulka, un comunista che era stato perseguitato nel corso delle repressioni degli anni precedenti; in Ungheria invece il processo di rinnovamento, guidato da un altro
comunista che si era opposto a Stalin, Imre Nagy, assunse un carattere drammatico per l’intervento
delle truppe sovietiche. Nel 1956, infatti, le manifestazioni popolari diedero origine a una vera e
propria insurrezione, che fu soffocata con le armi, mentre Nagy veniva condannato a morte e giustiziato, mettendo l’URSS in una situazione difficile sul piano internazionale.
2.3Il Medio Oriente: la questione palestinese
In Palestina si era svolto, fin dagli inizi dell’Ottocento, un movimento d’immigrazione degli ebrei,
che diventò più intenso dopo la conquista del potere da parte di Hitler. Nel 1948 venne fondato lo
Stato d’Israele, con l’assenso degli Stati europei che si sentivano in debito verso gli ebrei, dopo le
persecuzioni che avevano subìto dal nazionalsocialismo. La nascita di questo Stato in Palestina provocò la reazione armata della Siria, del Libano, dell’Egitto e della Transgiordania, con l’appoggio
anche dell’Iraq, ma l’esercito israeliano riuscì ad avere la meglio.
Sintesi dell’unità P3
3.1La lotta per la conquista dello spazio
Nel 1957 l’Unione Sovietica lanciò nello spazio lo sputnik, il primo satellite artificiale. Si aprì così
«l’era spaziale»: la competizione fra USA e URSS si estese anche alla conquista dello spazio. Il prestigio dell’URSS salì a livelli molto alti nel 1961, quando i sovietici mandarono nello spazio il primo
uomo, Jurij Gagarin. Gli Stati Uniti furono costretti a compiere un lungo inseguimento, che si concluse con un successo: nel 1969 fu un americano, Neil Armstrong, a mettere per primo piede sulla
Luna. Le imprese spaziali avevano un grande significato politico-militare: il lancio dello sputnik
mostrò che i sovietici, se erano in grado di collocare satelliti nello spazio, potevano anche lanciare
armi nucleari su obiettivi posti in altri continenti.
3.2La destalinizzazione
Il processo di destalinizzazione in URSS si sviluppò con la riabilitazione degli uomini processati ai
tempi di Stalin ed ebbe nuovi sviluppi al XXII congresso, che si tenne nel 1961. In esso Chruščëv,
oltre a sferrare ulteriori e più duri attacchi allo stalinismo, delineò il progetto di trasformazione
della società socialista sovietica in società comunista, in cui ogni uomo avrebbe dovuto ricevere seIdee per insegnare la storia con
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Sintesi
Alcuni degli Stati mediorientali erano nati da tempo, altri erano diventati indipendenti dopo la seconda guerra mondiale. Il regno dell’Arabia Saudita, ricchissima di petrolio, era considerato il centro dell’Islam, perché comprendeva la città sacra della Mecca. Anche l’Iran, che non era un paese
arabo, perché i suoi abitanti, anch’essi islamici, discendevano dai persiani, formava un regno indipendente, guidato dallo scià Reza Pahlavi, che, con l’aiuto di Stati Uniti e Gran Bretagna, aveva
impedito al primo ministro Mossadeq di nazionalizzare il petrolio.
Iraq e Siria erano nati dalla dissoluzione dell’Impero ottomano. Nel 1956 l’Egitto di Nasser nazionalizzò il canale di Suez. Israele, sostenuta da Gran Bretagna e Francia, intervenne con le armi
contro Nasser, ma gli Stati Uniti rifiutarono il loro sostegno e le truppe israeliane, dopo un ultimatum dell’URSS, furono costrette a ritirarsi. L’Unione Sovietica riuscì così a riprendere parte del
prestigio che aveva perso dopo l’intervento miliare in Ungheria, presentandosi come difensore degli interessi delle ex colonie.
didattica
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2.4, 2.5 Gli altri paesi del Medio Oriente
percorso
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unità P3
la crisi dei missili e la definitiva distensione
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...................... Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . condo i suoi bisogni, non secondo il suo lavoro. Per poter attuare un progetto del genere, sarebbe
stato però necessario disporre di una grande quantità di beni materiali. L’economia sovietica invece
segnava il passo e i tentativi di Chruščëv di far crescere la produzione fallirono: particolarmente
grave fu il fallimento della messa a coltura delle terre vergini.
3.2La rottura tra URSS e RPC
Al XXII congresso apparvero evidenti le divergenze tra la Repubblica popolare cinese e l’URSS.
Queste erano dovute soprattutto a questioni geopolitiche e alla richiesta da parte della Cina di possedere armamenti nucleari. All’accusa mossagli da Mao di volere abbandonare il marxismo,
Chruščëv rispose interrompendo gli aiuti economici alla Cina. La RPC reagì inasprendo i rapporti
diplomatici con la Jugoslavia, accusata di revisionismo come i sovietici (dopo la morte di Stalin) e
iniziando una politica di apertura verso gli Stati Uniti. Il movimento comunista internazionale s’indebolì.
3.3L’America del sud
didattica
su misura
Sintesi
Nei paesi dell’America del sud si alternarono regimi liberali e dittature militari. I maggiori paesi del
continente, Argentina e Brasile, conobbero nel dopoguerra alcuni progressi economici, ma non riuscirono a trovare uno stabile assetto politico. Il malcontento popolare in Argentina s’indirizzava
verso il giustizialismo, una corrente a carattere populista fondata da Juan Perón, presidente dal 1946,
che attuò una politica sociale favorevole agli strati meno agiati. Nel 1955, però, un colpo di stato dei
militari lo costrinse all’esilio. In Brasile nel 1956 venne eletto come presidente il socialdemocratico
Juscelino Kubitschek, che attuò alcune riforme per migliorare le condizioni di vita delle classi popolari. Ma nel 1964 i militari, forti delle precarie condizioni finanziarie in cui versava il paese, si impossessarono del potere. In Cile, invece, le riforme vennero avviate da un governo democristiano.
3.4Kennedy
Il processo di distensione fra USA e URSS continuava a svilupparsi. Vi contribuì il presidente americano John Fitzgerald Kennedy, che fu eletto nel 1960. Kennedy elaborò un progetto chiamato «la
nuova frontiera», che si fondava sulla lotta alla povertà e sull’affermazione dei diritti civili. In particolare fu per la prima volta intrapresa una politica per raggiungere l’eguaglianza tra bianchi e neri.
In molti Stati americani vigeva infatti la segregazione razziale. Martin Luther King, un pastore nero
di religione battista, divenne capo di un grande movimento pacifico per l’emancipazione dei neri e
nel 1963 riunì a Washington 250 000 manifestanti. Esistevano anche altri movimenti per i diritti dei
neri, come la Nation of Islam, in cui si distinse, per l’intransigenza verso i bianchi, Malcolm X, e il
Black Panter Party, che prevedeva anche l’uso della violenza.
3.4, 3.5La crisi dei missili a Cuba
Kennedy riteneva che gli Stati Uniti dovessero sostenere la democrazia anche nelle altre parti del
mondo. A Cuba Fidel Castro aveva abbattuto la dittatura di Fulgencio Batista e, nel 1960, aveva instaurato un regime di tipo comunista, stringendo rapporti economici e politici con l’URSS. Nel 1961
un gruppo di esuli cubani, con l’appoggio di Kennedy, tentò di sbarcare a Cuba per eliminare Castro
e il suo regime. L’operazione fallì e, sorpresi nella Baia dei Porci, gli esuli furono in parte respinti, in
parte catturati.
Castro, nel 1962, autorizzò i sovietici a installare missili nucleari sull’isola per evitare una nuova
eventuale minaccia americana. Chruščëv inviò alcune navi con a bordo dei missili, che avrebbero
potuto minacciare direttamente le città americane, ma Kennedy rispose subito in maniera estremamente energica, annunciando il blocco navale dell’isola. Chruščëv allora (il 28 ottobre 1962) diede
l’ordine alle navi sovietiche di invertire la rotta, prima di entrare in contatto con la flotta americana: si era rischiata la terza guerra mondiale. La questione cubana diede un colpo decisivo al prestigio di Chruščëv, che, nel 1964, fu costretto a dimettersi, cedendo il governo del paese a Leonid
Brežnev.
3.6La Chiesa e la distensione
Un importante contributo al processo di distensione fu offerto dalla Chiesa e un ruolo da protagonista fu svolto, in questo senso, dal pontefice Giovanni XXIII, che nelle sue encicliche si rivolse non
solo ai credenti, ma a tutti gli uomini. La sua opera, che trovò la massima espressione nella convocazione del concilio Vaticano II, fu in parte continuata dal successore, Paolo VI.
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unità P4
l’italia repubblicana e la guerra fredda
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percorso
Sintesi dell’unità P4
4.1, 4.2, 4.3La nascita della repubblica e la Costituzione
Nell’aprile del 1946 Vittorio Emanuele III, con l’intenzione di salvare la monarchia, abdicò a favore
del figlio Umberto. Il 2 giugno 1946 si svolse un referendum, con cui gli italiani avrebbero dovuto
scegliere la forma istituzionale dello Stato. Nel referendum la repubblica prevalse sulla monarchia
per due milioni di voti, ma ci furono anche molte schede annullate. In quello stesso giorno si votò
anche per un’Assemblea costituente, che avrebbe dovuto dare all’Italia una nuova Costituzione. Il 2
giugno, per la prima volta in Italia, votarono anche le donne.
Le elezioni per la Costituente videro un sostanziale equilibrio tra la DC e le sinistre (PSIUP e
PCI). Data l’equivalenza di forze tra centro e sinistra, la Costituzione fu il frutto di un compromesso
tra i princìpi del liberalismo e quelli di una maggiore giustizia sociale. La collaborazione tra la sinistra della DC da un lato e i socialisti e i comunisti dall’altro fece includere nel testo della Costituzione i diritti sociali, dal diritto al lavoro a quello all’istruzione. Nelle discussioni i costituenti affrontarono anche la questione della struttura unitaria o federale dello Stato italiano: per il federalismo si
schierarono soltanto i separatisti siciliani e alcuni gruppi autonomisti. La scelta a favore dell’unità
fu particolarmente decisa da parte delle sinistre. La stesura della Costituzione, nonostante innumerevoli tensioni politiche e sociali, fu portata a compimento nel 1947 e il testo costituzionale entrò in
vigore il 1° gennaio del 1948.
4.3, 4.4La fine dell’unità nazionale
Intanto anche in Italia si producevano le divisioni che stavano affiorando sul piano internazionale. I
partiti italiani dovevano scegliere tra est e ovest, tra due differenti modelli di società. Il PCI e il
PSIUP (in cui, però, stava emergendo la corrente riformista guidata da Saragat), guardavano al modello collettivistico sovietico; la DC a quello americano, ma riservando allo Stato un’importante
funzione nei settori dell’economia e dell’assistenza. Nel maggio del 1947, con l’esclusione di comunisti e socialisti dal governo, ebbe fine la politica di unità nazionale e in un’atmosfera di forte tensione si arrivò alle elezioni del 18 aprile 1948. Queste furono vinte dalla DC, che prevalse in maniera
molto netta sul Fronte democratico popolare, formato da comunisti e socialisti. Il PCI ottenne un
numero di voti nettamente superiore a quello del PSI, diventando così il maggiore partito della sinistra. Il 14 luglio del 1948 Palmiro Togliatti, segretario del PCI, venne ferito gravemente da un giovane di estrema destra. Le tensioni politiche crebbero e anche quelle sociali: in alcune città, come Genova, Milano e Torino, scoppiarono sommosse, ma nemmeno in questo caso si arrivò alla temuta
guerra civile. La tensione, però, rimase alta, a causa delle condizioni economiche, e le rivendicazioni
di contadini e operai portarono a scontri sanguinosi fra polizia e dimostranti.
4.5Il centrismo
I governi De Gasperi, fondati sul centrismo, cioè sull’alleanza tra la DC e i partiti socialdemocratico,
liberale e repubblicano, con l’esclusione della destra e della sinistra, ressero l’Italia negli anni 19481953. Il centrismo ebbe in De Gasperi la mente politica e in Einaudi, eletto presidente della repubblica l’11 maggio del 1948, quella economica. I governi di centro, col ministro dell’interno Scelba,
ebbero il sostegno di una forte polizia, ma anche di una vasta base sociale, rappresentata soprattutto
dai sindacati della CISL e della UIL, nati dalla separazione delle correnti che avevano formato la
CGIL. Per rafforzare il governo, De Gasperi ideò una riforma elettorale che consentisse al centro di
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Sintesi
Anche dopo la Liberazione l’Italia fu guidata da governi di unità nazionale, formati da tutti i partiti
antifascisti. Ferruccio Parri, simbolo della Resistenza, governò dal giugno al dicembre 1945. Gli succedette Alcide De Gasperi, uno dei fondatori, nel 1943, della Democrazia cristiana.
I problemi economici erano particolarmente gravi: una forte inflazione falcidiava stipendi e salari. La produzione stentava a riprendere in pieno, a causa delle distruzioni provocate dai bombardamenti. In questo difficile periodo i partiti assolsero una funzione importante, guidando la ricostruzione materiale e morale del paese. Dal punto di vista economico, però, la presenza nel governo di
tutte le forze politiche rappresentava un ostacolo, perché non permetteva l’adozione di una rigida
linea di politica economica, indispensabile per frenare l’inflazione.
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4.1I governi di unità nazionale
percorso
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unità P4
l’italia repubblicana e la guerra fredda
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...................... Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ottenere, con la sola maggioranza relativa dei voti, la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento.
Ma gli elettori respinsero questo progetto alle elezioni del 1953 e nel 1954, alla morte di De Gasperi,
il centrismo appariva finito. Nella DC emerse Fanfani, che rafforzò la rete clientelare nel Mezzogiorno. Ciò fu possibile anche grazie alla creazione della Cassa del Mezzogiorno, che regolava il
flusso d’investimenti governativi nel sud. Scarsi furono invece i risultati economici della riforma
agraria. I contadini, non avendo i capitali necessari per l’acquisto di macchine, non riuscirono a far
fruttare le terre loro assegnate e ripresero ben presto la strada dell’emigrazione.
4.6La crescita economica
didattica
su misura
Sintesi
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Nei primi anni Cinquanta l’emigrazione s’indirizzò verso l’Europa. L’Italia, però, cominciava a trasformarsi rapidamente, soprattutto a causa dello sviluppo industriale delle grandi città del nord,
dove fu perciò possibile trovare il lavoro che mancava nel sud. La motorizzazione di massa diede un
forte impulso all’industria automobilistica e Torino diventò una delle mete preferite dell’emigrazione, che apportò rilevanti benefici all’economia italiana, ma ebbe costi sociali molto elevati, per lo
spopolamento delle campagne meridionali e il sovraffollamento delle città settentrionali. Negli anni
1958-1963 la crescita dell’economia si accentuò al punto da determinare il cosiddetto «miracolo
economico», fondato soprattutto sullo sviluppo dell’industria automobilistica. L’automobile e la televisione modificarono le abitudini degli italiani. In quegli anni la crescita industriale aveva consentito alle donne l’ingresso nel mondo della produzione e, di conseguenza, anche un’intensa attività
sindacale e politica.
4.7Il centro-sinistra
La situazione politica cominciò a cambiare nel 1956: il XX congresso del PCUS, infatti, segnò l’inizio della rottura dell’alleanza fra PCI e PSI, preludio del futuro inserimento di quest’ultimo nella
maggioranza governativa. Soltanto nel 1962, dopo il fallimento, nel 1960, del tentativo di Tambroni
di un’alleanza tra DC e destra, nacque il centro-sinistra, con l’allargamento della maggioranza al
PSI. Ne fu artefice soprattutto Aldo Moro, segretario della DC, che indusse Tambroni a dimettersi e
favorì la formazione di un nuovo governo, guidato da Fanfani. Nel 1964 circolarono voci di un possibile colpo di stato e i socialisti, per evitarlo, rinunciarono ai punti più avanzati del loro programma.
Il centro-sinistra non attuò tutte le riforme che erano state promesse, ma, con l’inserimento dei socialisti nella maggioranza, garantì stabilità all’azione di governo.
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