Metodi: strategie di costruzione dei modelli politici a richiamo

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Schematismi per la politica (per i modelli politici)
Strategie di costruzione dei modelli politici o schematismo e schemi per la razionalità politica
resi espliciti e messi a confronto. Il motivo, in metafora: «Una mappa utile non descrive soltanto
l’organizzazione del territorio, ma contiene anche un simbolo ben visibile “Voi siete qui”».
0. in premessa generale: logica: schematismo e modelli
Modelli e schemi servono a indicare la realtà nella varietà possibile delle sue forme di lettura e la
predispongono ad una definizione concettuale secondo categorie.
1. la teoria dei giochi e la strategia politica 1.1. la nozione di gioco e la logica dei giochi
1.1.1.ogni gioco è definito da una doppia imprescindibile componente: 1. la rigidità e la chiarezza
delle regole, 2. l’assoluta libertà e imprevedibilità delle combinazioni, la non previsionalità
dell’esito del gioco (sarebbe barare al gioco). Si tratta di una doppia apertura fonte di libertà.
1.1.2. gli aspetti logici perché vi sia un gioco (la logica del gioco): 1. le regole non contengono la
loro legittimazione (gratuità e sovranità del gioco e delle sue regole); 2. non esiste gioco senza
regole (modificare le regole è cambiare gioco o annullarlo); 3. ogni enunciato è una mossa
all’interno di un gioco: ha senso all’interno delle regole del gioco, non ha senso assoluto.
1.2. questi aspetti e definizioni del gioco possono essere applicati alla politica (come sistema)
allo scopo di comprenderne la natura, la funzione, il destino.
1.2.1. la chiarezza, la definizione e la conoscenza delle regole come primo dato, la non prevedibilità
delle combinazioni e degli esiti. E, come nel caso del gioco, le due caratteristiche non sono fonte di
arbitrio o sconcerto, ma condizione di esistenza e di valore della politica.
1.2.2. queste stesse mettono in chiaro la profonda differenza tra il fare scienza e il fare politica.
1.2.3. Le situazioni che definiscono l’essenza e la validità del gioco, applicate alla politica, attestano
la contingenza della politica, la sua appartenenza al campo delle possibilità
1.3. giochi e strategia: la teoria dei giochi e la sua specificazione a partire dalla strategia
Le due coordinate di metodo e di logica per comprendere i comportamenti degli attori, vedere e fare
(“altre”) previsioni, sostenere realtà e progetto sono dunque: 1. strategia (potere e contropotere;
mossa e contromossa); 2. livelli di gioco nella situazione politica: gioco e meta-gioco (politica
nazionale, politica transnazionale; esempio in metafora corrispondente come una proporzione: dama
e scacchi; cioè politica nazionale : politica internazionale = la dama : gli scacchi). Lo sviluppo è
però consegnato all’intreccio tra le due componenti: strategia e livelli di gioco. Beck Urlich 2002
Potere e contropotere nell’età globale, Laterza Roma-Bari 2010
2. centro, periferia, semiperiferia (Immanuel Wallerstein)
2.1. la tesi. Le condizioni di decollo, affermazione e profitto dell’economia moderna sono da
individuare nella sua natura di sistema integrato basato sulle gerarche interne, sulle diseguaglianze e
sulla capacità di mantenerle e riprodurle sia tra sistemi politici sia all’interno di un gruppo sociale
complesso. Immanuel Wallerstein, nell’opera Il sistema mondiale dell’economia moderna
2.2. le tre zone strutturali, centro, periferia, semiperiferia, hanno caratteristiche specifiche
2.2.1. il centro dell’economia-mondo è il luogo decisionale delle scelte dell’intera economia
2.2.2. la periferia: un’area di sfruttamento senza limiti.
2.2.3. la semiperiferia: una zona intermedia nella quale si sviluppano correttivi volti a salvare, non
escludere ma fare entrare nel sistema residui sociali e politici di modelli precedenti
2.3. Ambiti geografici e ampiezza sociale applicativa.
3. locale e globale (Bruno Latour in rilettura di ...) oltre la contrapposizione
3.1. il problema (in breve richiamo da precedenti spunti) La rilevanza della parola globalizzazione.
3.2. la visione dualistica (strabica e di difficile orientamento)
3.3. la visione bioculare o la prassi di riconoscimento (e riconoscenza?)
3.3.1. Coppie di opposti che dominano ancora il pensiero contemporaneo, per pigrizia o per paura:
naturale e sociale, globale e locale. In uscita il ruolo e il “gusto dei margini” con il pregio degli
intermediari o del “collettivo” (di ciò che collega ed è [perchè è] condiviso). Latour Bruno 1991
Non siamo mai stati moderni. Saggio di antropologia simmetrica, ed. Elèuthera, Milano 1995
3.4. la sensibilità percettiva attuale a livello politica culturale: su ogni cosa (da una tazzina al
tema della verità) uno sguardo locale – globale, naturale e sociale.
4. Dalla sfera al canale, dal nodo alla connessione
4.1. Il “feticismo della soggettività” attraverso la negazione della soggettività.
4.1.1. essere individui in rete: apparire / rappresentarsi / realizzarsi / farsi comunità. Demichelis L. o
2010 Società o comunità. L’individuo, la libertà, il conflitto, l’empatia, la rete, Carocci, Roma
4.2. la valutazione della professionalità (in forme di appetibilità svalutata): flessibilità.
4.3. il marketing politico o la politica come markheting e la sua logica. Cacciotto Marco 2011
Marketing politico. Come vincere le elezioni e governare, il Mulino, Bologna
5. Flussi – luoghi, territorio – comunità … nella globalizzazione
5.1. Le trasformazioni economiche e sociali e il cambio di paradigma della politica alla fine del
‘900. 5.1.1. «Dal fordismo al postfordismo. 5.1.2. «La crisi della politica» 5.1.3. «La nuova
composizione sociale» 5.5.4. «Le trasformazioni dello stato.»
5.2 Pensare il territorio: alcuni schematismi oltre ideologie identitarie
5.2.1. flussi e luoghi. «L’ipermodernità che avanza, a mio avviso, è composta da flussi e da
luoghi, da flussi che impattano sui luoghi, mutandoli nella loro antropologia, nelle loro dinamiche
di sviluppo, nelle loro dinamiche di relazione sociale. Nel mezzo di questi flussi appare la categoria
del territorio. Ma che cosa sono, nel concreto, questi flussi? La finanza è un flusso, la crisi …
5.2.2. territorio e comunità. «Parole che hanno una storia, una storia pericolosa e persino
“maledetta”, ma che oggi, nel cuore della crisi, siamo disposti e forse anche costretti a riutilizzare
con tutta la delicatezza del caso. Se parliamo di flussi e di luoghi, siamo costretti a ragionare su che
cosa ne è della comunità e che cosa ne è del territorio. […] Credo che il territorio vada pensato. Ci
sono tre modi di pensarlo: primo, come luogo del rinserramento e della chiusura, della selezione
dell’altro da sé; secondo, come un flusso che atterra in maniera indiscriminata sul territorio …;
terzo, come spazio di rappresentazione dove precipitano le tecnologie, le nuove forme dei lavori, la
nuova composizione sociale ma a cui stare ancorati, per andare nel mondo con una visione aperta e
tornare…Bonomi Aldo 2010 Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura, operosità, Feltrinelli, Milano
5.2.3. le tre ideologie del territorio. Il sorvolo. Il rinserramento. L’ancoraggio
5.3. Le tre comunità: cura, rancore, operosità e le alleanze possibili.
Luoghi
(partiti dei luoghi /
ipotesi di incontro =
Rancore
difendere dai flussi /
rinserramento
rinserramento)
contro i flussi
Territori
Comunità del
Operosità
Flussi
pensare
(partiti dei flussi / progettare
ipotesi di incontro =
irrilevanza dei luoghi i luoghi
ancoraggio
Cura
/ i sorvolatori)
gestione dei flussi
dell’abitare
6. Curve di livello – bulldozer di piano; miti - teoria.
Hillman James, nell’opera del 1995, Forme del potere. Capire il potere per usarlo in maniera
intelligente (Garzanti, Milano 1996) 6.1. Nella costruzione delle forme concrete della politica o
nella realizzazione del potere concorrono quindi due componenti di metodo o due indicatori:
l’indicatore del livello [miti], l’indicatore della razionalità del piano [idee]. La tesi generale
destinata a creare il legame tra i due elementi è consegnata e espressa dalla formula: “il potere dei
miti sulle idee”. 6.2. il ritorno dei miti.
7. vita e politica; bios e zoé; biopolitica
Giorgio Agamben, Homo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita, Einaudi, Torino 1995
7.1. Il principio in Aristotele: l’animalità politica, l’uomo come animale politico
7.2. Ma c’è vita e vita: ««sorge per rendere possibile la vita e sussiste per produrre le condizioni di
una buona esistenza»; la polis ha dunque per fine non tanto garantire la vita (zen) ma la vita buona,
felice (eu zen): l’eudaimonia, la felicità.
Appendice possibile. Mettere in evidenza gli schematismi è anche richiamare i debiti che la
politica deve a confine e all’intreccio con altri mondi, ambiti, saperi, metodi.
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