DOTTOR EGIDIO BOVE Laurea in Psicologia – indirizzo clinico e di comunità Dottorato di Ricerca in Scienze Psicologiche Cultore della Materia di Psicologia Clinica e Psichiatria E-mail: [email protected] MODELLO MEDICO DELLA PSICOSI Etiologia genetica Alterazione biochimica Sintomi psicotici CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE Eziologico Basato su determinati tipi di cause conosciute Anatomo-patologico Sintomatologico Basato su reperti anatomici o alterazioni caratteristiche Basato su sintomi che si presentano in modo regolare La classificazione dei disturbi mentali si basa su convenzioni diagnostiche provvisorie. Diagnosi in Medicina Generale: riconoscere in un soggetto i sintomi di una probabile alterazione somatica. Diagnosi in Psichiatria: individuare una tipica costellazione di sintomi, costitutivi di una determinata sindrome di cui non conosciamo l’eziologia e i correlati anatomo-fisiologici. KRAEPELIN (1883) – Dementia Praecox. Sintomatologia: Allucinazioni Esperienze d’influenzamento Disturbi dell’attenzione Disturbi della comprensione Disturbi del flusso del pensiero Appiattimento affettivo Catatonia Categorie diagnostiche: Ebefrenica Catatonica Paranoide Elementi unificanti: Età d’esordio giovanile Decorso rapidamente regressivo Esito in un quadro demenziale Eziologia organica Impostazione medica Passività dell’individuo Visione pessimistica BLEULER (1911) – Schizofrenia. “Chiamo schizofrenia la dementia praecox perchè, come spero di dimostrare, una delle sue caratteristiche più importanti è la scissione delle diverse funzioni psichiche. Solo per comodità utilizzo la parola al singolare anche se è probabile che il gruppo comprenda diverse malattie.” Sintomatologia Sintomi fondamentali Disturbo delle associazioni Affettività inadeguata Autismo Ambivalenza Sintomi accessori Deliri e allucinazioni Variazioni dell’umore Alterazione della coscienza Manifestazioni catatoniche Categorie diagnostiche: Ebefrenica Catatonica Paranoide Simplex “Noi supponiamo l’esistenza di un processo che produce direttamente i sintomi primari. I sintomi secondari sono in parte il risultato di funzioni psichiche sottoposte ad alterate condizioni di funzionamento e, in parte, la conseguenza di tentativi di adattamento ai disturbi primari; tali tentativi possono essere più o meno fallimentari o più o meno riusciti.” SCHNEIDER (1950) – Psicopatologia clinica. DISTURBI PSICHICI VARIANTI ABNORMI • • • Personalità abnormi Reazioni abnormi all’avvenimento Disposizioni abnormi dell’intelligenza SEQUELE DI MALATTIA • • Psicosi fondabili su base somatica Psicosi endogene: Schizofrenia Ciclotimia Indici psicopatologici suggestivi dell’ipotesi di malattia della schizofrenia sono considerati da Schneider: 1) l’interruzione della continuità di senso dello sviluppo della vita; 2) il rilievo che le psicosi, nella grande maggioranza, non conseguono a particolari eventi, né sono da questi motivate; 3) il manifestarsi di sintomi qualitativamente abnormi (come i sintomi di primo rango) che non hanno analogia nella vita psichica non psicotica. SINTOMI DI PRIMO RANGO “…eco del pensiero (sonorizzazione del pensiero), udire voci sotto forma di discorsi e repliche, udire voci che accompagnano le proprie azioni sottolineandole con osservazioni, esperienze d’influenzamento somatico, furto del pensiero e altri influenzamenti del pensiero, diffusione del pensiero, percezione delirante, e così pure tutto ciò che viene “fatto”, suggerito e influenzato da altri nel campo del sentimento, delle tendenze (degli impulsi) e del volere.” (Schneider, 1950) SINTOMI DI SECONDO RANGO “…altri disturbi psicosensoriali, l’intuizione delirante, la perplessità, le alterazioni dell’umore gaie e depressive, il senso vissuto dell’impoverimento affettivo e alcuni altri ancora.” (Schneider, 1950) Perchè un sintomo venga considerato di primo rango, deve avere le seguenti caratteristiche: 1) deve verificarsi con una ragionevole frequenza nella schizofrenia; 2) in generale non deve verificarsi in condizioni diverse dalla schizofrenia; 3) non deve essere difficile decidere se il sintomo è presente o meno. LA SCHIZOFRENIA DI SCHNEIDER • Bisogna porre attenzione ai modi di darsi dell’esperienza. • Le psicosi endogene sono considerate delle malattie. • Schizofrenia e ciclotimia sono concetti convenzionali. • Le psicosi endogene non sono nettamente distinte. • La suddivisione tipologica ha solo un carattere didattico. • Sintomi psicotici possono apparire in malattie cerebrali. • La diagnosi nelle psicosi è a doppio binario: i concetti e i termini sono sia somatologici che psicopatologici. • La diagnosi si rivolge alla forma e non al contenuto. • La diagnosi si forma sul quadro di stato e non sul decorso. • La diagnosi non è “giusta” o “sbagliata”. Si può solo dire che una convenzione diagnostica è più utile o più valida dal punto di vista scientifico e pratico. • Dov’è vero delirio, la comprensione genetica si ferma e dove si può comprendere non c’è delirio. • Nelle psicosi è possibile identificare una componente psicogena comprensibile. • Ogni psicosi ha i suoi tratti psicologico-reattivi. DIAGNOSI DI SCHIZOFRENIA: DSM IV TR A. Sintomi caratteristici: due (o più) dei sintomi seguenti, ciascuno presente per un periodo di tempo significativo durante un periodo di un mese (o meno se trattati con successo): 1) Deliri 2) Allucinazioni 3) Eloquio disorganizzato (es., frequenti deragliamenti o incoerenza) 4) Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico 5) Sintomi negativi, cioè appiattimento dell’affettività, alogia, abulia Nota. È richiesto un solo sintomo del Criterio A se i deliri sono bizzarri, o se le allucinazioni consistono di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del soggetto, o di due o più voci che conversano tra loro. B. Disfunzione sociale/lavorativa: per un periodo significativo di tempo dall’esordio del disturbo, una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé si trovano notevolmente al di sotto del livello raggiunto prima della malattia (oppure, quando l’esordio è nell’infanzia o nell’adolescenza, si manifesta un’incapacità di raggiungere il livello di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo prevedibile). C. Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve includere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati con successo) che soddisfino il Criterio A (cioè, sintomi della fase attiva), e può includere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere manifestati soltanto da sintomi negativi o da due o più sintomi elencati nel Criterio A presenti in forma attenuata (es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). D. Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivo e dell’Umore: il disturbo Schizoaffettivo e il Disturbo dell’Umore con Manifestazioni Psicotiche sono stati esclusi poiché: (1) nessun Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto si è verificato in concomitanza con i sintomi della fase attiva; (2) oppure, se si sono verificati episodi di alterazioni dell’umore durante la fase di sintomi attivi, la loro durata totale risulta breve relativamente alla durata complessiva dei periodi attivo e residuo. E. Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale: il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale. F. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: se c’è una storia di Disturbo Autistico o di altro Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la diagnosi addizionale di Schizofrenia si fa soltanto se sono pure presenti deliri o allucinazioni rilevanti per almeno un mese (o meno se trattati con successo). TIPO CATATONICO: DSM IV TR Un tipo di Schizofrenia nel quale il quadro clinico è dominato da almeno due dei seguenti sintomi: 1) Arresto motorio come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor. 2) Eccessiva attività motoria (che è apparentemente senza scopo e non influenzata da stimoli esterni). 3) Negativismo estremo (resistenza apparentemente senza motivo a tutti i comandi, o mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione) o mutacismo. 4) Peculiarità del movimento volontario, come evidenziato dalla tendenza alla postura fissa (assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre), da movimenti stereotipati, da rilevanti manierismi o smorfie. 5) Ecolalia o ecoprassia. TIPO DISORGANIZZATO: DSM IV TR Un tipo di Schizofrenia in cui risultano soddisfatti i criteri seguenti: A. Sono in primo piano tutti i seguenti: 1) Eloquio disorganizzato 2) Comportamento disorganizzato 3) Affettività appiattita o inadeguata B. Non risultano soddisfatti i criteri per il Tipo Catatonico. TIPO PARANOIDE: DSM IV TR Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni uditive. B. Nessuno dei seguenti sintomi è rilevante: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata. TIPO INDIFFERENZIATO: DSM IV TR Un tipo di Schizofrenia nel quale sono presenti i sintomi che soddisfano il Criterio A, ma che non soddisfano i criteri per il Tipo Paranoide, Disorganizzato, o Catatonico. TIPO RESIDUO: DSM IV TR Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Assenza di rilevanti deliri e allucinazioni, eloquio disorganizzato, e comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico. B. Vi è manifestazione continua del disturbo, come indicato dalla presenza di sintomi negativi o di due o più sintomi elencati nel Criterio A per la Schizofrenia, presenti in forma attenuata (es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). SINTOMI POSITIVI E NEGATIVI Reynolds (1857) – Differenziazione dei disturbi neurologici. Sintomi negativi: sintomi costituiti da una negazione delle proprietà vitali (es. paralisi). Sintomi positivi: sintomi costituiti da un eccesso o una alterazione delle proprietà vitali (es. spasmi, convulsioni). Jackson (1889) – Modello gerarchico del Sistema Nervoso. Sintomi negativi: sintomi causati direttamente dal processo patologico. Sintomi positivi: sintomi causati da un assestamento delle strutture nervose sane di livello inferiore. De Clérambault (1942) – Psichiatria. Sintomi negativi: fenomeni inibitori (autismo, perplessità, disturbi dell’attenzione). Sintomi positivi: fenomeni intrusivi (allucinazioni, deliri). Crow (1980) – Differenziazione della schizofrenia. Schizofrenia tipo I Sintomi Positivi Anamnesi Non caratteristica Quadro Acuto Esordio Ben definito Decorso Remittente/intermittente Prognosi Spesso favorevole Deterioramento Assente Base biologica Danno funzionale Risposta terapeutica Buona Schizofrenia tipo II Negativi Caratteristica Cronico Insidioso Continuo Spesso sfavorevole Spesso presente Danno strutturale Scarsa SINTOMI POSITIVI Deliri Allucinazioni (soprattutto acustiche) Pensiero disorganizzato Comportamento disorganizzato o catatonico PS: I sintomi positivi sembrano riflettere un eccesso o una distorsione di funzioni normali. Sono equiparabili ai sintomi accessori di Bleuler e ai sintomi di primo rango di Schneider. SINTOMI NEGATIVI Appiattimento dell’affettività Alogia (impoverimento del pensiero) Abulia (incapacità a perseguire attività finalizzate) Anedonia (incapacità a provare piacere) Disturbi dell’attenzione PS: I sintomi negativi sembrano riflettere una diminuzione o una perdita di funzioni normali. Sono equiparabili ai sintomi fondamentali di Bleuler. DELIRI “Un delirio è un’idea falsa, non criticabile, o una convinzione che non è riferibile al retroterra educativo, culturale o sociale del paziente; essa viene sostenuta con straordinaria convinzione e certezza soggettiva.” (Sims, 1997) JASPERS (1913) – Psicopatologia Generale. Deliri primari (autoctoni): non si verificano in risposta ad un’altra forma psicopatologica. Sono riscontrabili nella schizofrenia e non in altre condizioni. La loro natura è incomprensibile. Deliri secondari (idee simil-deliranti): si verificano in molte altre condizioni diverse dalla schizofrenia e possono essere compresi alla luce del retroterra culturale o dello stato emotivo. Origine dei deliri: Percezione delirante Intuizione delirante Ricordo delirante Atmosfera delirante CONRAD – 5 stadi nello sviluppo della psicosi delirante. Trema: completo cambiamento nella percezione del mondo. Apofania: ricerca e scoperta di nuovi significati. Anastrofia: insorgenza della psicosi. Consolidamento: formazione di un nuovo mondo. Residuo: eventuale stato autistico.