Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali a.a. 2012/2013 Laboratorio di Fisica a (1 unità) - Schede di presentazione delle esperienze - Docenti: Galimberti Gianluca Maianti Marco Indice: Esperienza 1: Conservazione della quantità di moto Esperienza 2: Forza centripeta Esperienza 3: Attrito dinamico Esperienza 4: Moto armonico Esperienza 5: Calorimetria Calendario e suddivisione dei gruppi Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto Conservazione della quantità di moto. Urto elastico fra due carrelli in moto rettilineo. SCOPO Misurare la quantità di moto di due carrelli prima e dopo un urto elastico fra loro verificando che sono uguali. Sarà fatto in due fasi: prima con due sensori di posizione e dopo con due fototraguardi. TEORIA La teoria stabilisce che negli urti fra due corpi la quantità di moto si conserva. La quantità di moto di un corpo è definita come il prodotto della sua massa per la sua velocità ed è pertanto una grandezza vettoriale. In un sistema di corpi, la somma delle quantità di moto dopo un urto (o una qualsiasi altra interazione fra i corpi del sistema) è uguale alla somma delle quantità di moto prima dell’urto. Ossia, nell’interazione fra corpi di un sistema meccanico, la quantità di moto si conserva. In formule, m1 v 1 m2 v 2 m1 v 1' m2 v 2' Dove m1 ed m2 rappresentano le masse Se ignoriamo le forze esterne al sistema, come l’attrito, la somma delle quantità di moto di due carrelli dopo un urto uguaglia la somma delle quantità di moto dei carrelli prima dell’urto. Per determinare i valori delle quantità di moto dei carrelli prima e dopo l’urto, faremo uso di sensori di moto (Parte I) e di fototraguardi (Parte II) coi quali ne determineremo le velocità. PARTE I APPARATI RICHIESTI • • • • • Interfaccia per computer e software Science Workshop Rotaia da 2.2 metri con carrelli Due sensori di moto a ultrasuoni Una bilancia per misurare le masse dei carrelli Due carrelli per urto elastico PREPARAZIONE ED ESECUZIONE DELL'ESPERIMENTO 1. Collegate l’interfaccia al computer e accendetela. Accendete quindi il computer. 2. Livellate perfettamente la rotaia. E’ sufficiente metterci sopra un carrello. Se esso tende a spostarsi in un senso o nell’altro, agite sulle viti di livellamento in modo che il carrello rimanga fermo. 3. Misurate le masse di entrambi i carrelli. 4. Montate i sensori di moto sulla rotaia, come illustrato in figura. Ponete i carrelli agli estremi della rotaia. Regolate i sensori di moto in modo che ciascuno di essi misuri la distanza del carrello più vicino quando questo si muove verso il centro della rotaia e quindi torna indietro. 1 Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto Ricordatevi che la distanza minima fra carrello e sensore non può essere inferiore ai 42 cm. Collegate ora i cavi del primo sensore di moto ai canali digitali 1 e 2 dell’interfaccia (connettore con banda colorata nel canale 1). Collegate quindi i cavi del secondo sensore di moto ai canali 3 e 4 (connettore con banda colorata nel canale 3). 5. Preparate ora il computer per la raccolta dei dati. Raccolta dei dati Ricordate: per dare inizio alla raccolta, potete, a vostra scelta: fare click sul tasto “REC”, selezionare “Record” dal menù Experiment, premere “ALT R”. Per terminare la raccolta: fare click sul tasto “STOP”, selezionare “Stop” dal menù Experiment, premere “ALT .” . Prima di iniziare la raccolta dati per l’esperimento, è bene che vi esercitiate nell’uso dei sensori di posizione, che non sempre è immediato. Occorre che essi siano correttamente allineati, in modo che ciascuno di essi “veda” il proprio carrello, sia quando si allontana, prima dell’urto, che quando si riavvicina al sensore stesso, dopo l’urto. Se necessario, disponete su ciascun carrello un cartoncino, di circa 5x10 cm., allo scopo di meglio riflettere gli ultra suoni emessi dai sensori.. 1. Preparatevi ora a raccogliere i dati relativi al moto dei carrelli. Ponete i carrelli in prossimità dei due estremi della rotaia e assicuratevi che l’urto avvenga fra i due frontali muniti di magneti, in modo da realizzare un urto elastico “ideale”. 2. Per dare inizio alla raccolta dati, cliccate sul tasto “REC” Quindi spingete entrambi i carrelli, l’uno contro l’altro, quel tanto che occorre per farli urtare e farli quindi tornare verso le loro posizioni iniziali dopo l’urto elastico. Fate in modo che il movimento delle vostre mani non venga “sentito” dai sensori di moto come un disturbo. Quando i carrelli, dopo l’urto, sono tornati all’incirca nelle loro posizioni iniziali, cliccate sul tasto “STOP” per terminare la raccolta dati. Sul monitor appariranno i grafici temporali degli spostamenti di entrambi i carrelli. Nella lista “Data Sets” apparirà la scritta “Run #1”. Se il tentativo fallisce, controllate il corretto allineamento dei sensori coi carrelli e ripetete la raccolta dati. ANALISI DEI DATI RACCOLTI Fate il grafico della posizione dei carrelli in funzione del tempo per entrambi i carrelli. Usate la opzione “Statistics” per fare una “Regressione Lineare” e determinate le pendenze delle curve di posizione in funzione del tempo di ciascun carrello prima dell’urto e quindi le pendenze delle 2 Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto relative curve dopo l’urto elastico. I valori di queste pendenze corrispondono alle velocità medie dei carrelli nelle diverse fasi dell’urto. La pendenza della regione selezionata della curva fornisce il valore della velocità media ciascun carrello prima dell’urto. Annotate questo valore e usatelo, conoscendo la massa ciascun carrello, per calcolarne la quantità di moto prima dell’urto. Ricordate che la quantità moto è una grandezza vettoriale e che quindi il suo valore potrà essere negativo secondo direzione del moto di ciascun carrello. di di di la In modo del tutto analogo, scegliete ora la porzione di grafico “spostamento/tempo” del carrello #1 DOPO l’urto. Fate lo stesso per il carrello #2. Il valore della pendenza del grafico nella regione selezionata rappresenta il valore della velocità media di ciascun carrello DOPO l’urto. Annotate questi valori e calcolate la quantità di moto di ciascun carrello DOPO l’urto elastico. Tenete ancora presente la natura vettoriale della quantità di moto per attribuirvi il segno corretto. Confrontate il valore della quantità di moto dei due carrelli prima dell’urto con quello della quantità di moto dei due carrelli dopo l’urto elastico. Analizzate la legge di conservazione della quantità di moto prima e dopo la collisione. Calcolate l’energia cinetica prima e dopo la collisione e commentate. Valutare almeno i casi seguenti: uno dei carrelli fermo inizialmente; carrelli con velocità concordi; carrelli con velocità discordi. Variare poi le masse. PARTE II (facoltativa) Per questo esperimento il moto dei due carrelli sarà misurato usando due fototraguardi. Il programma Science Workshop calcolerà la velocità di entrambi i carrelli. APPARATI RICHIESTI (oltre a quelli già usati nella Parte I) • • • Due fototraguardi Due barriere ottiche Due sostegni per i fototraguardi PREPARAZIONE ED ESECUZIONE DELL'ESPERIMENTO Cliccare “Nuovo Esperimento” sul pannello del computer. Connettere uno dei plug di uno dei fototraguardi nel canale digitale 1 dell’interfaccia. Connettere il secondo fototraguardo il canale digitale 2 dell’interfaccia. Mettere uno schermo su ognuno dei carrelli. Usare la bilancia e misurare la massa totale di ogni carrello. 5. Montare i fototraguardi sui i rispettivi supporti e poi sulla rotaia e posizionare i carrelli come nella figura. 6. Aggiustare l’altezza di ogni fototraguardo di modo che quando il carrello “attraversa” il fototraguardo “veda” la striscia scura di 10 cm. 7. Muovere i carrelli verso gli estremi della rotaia. 1. 2. 3. 4. 3 Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto Photogates 10 cm opaque band Gate 1 Cart 1 10 cm opaque band Gate 2 Track Cart 2 Conservation of Linear Momentum in Elastic Collisions Registrazione dei Dati 1. Preparate per misurare il moto di ogni carrello mentre si muove verso l’altro e collide elasticamente. 2. Cliccate sul tasto “REC” per iniziare la registrazione dei dati. 3. Spingete un carrello verso l’altro simultaneamente in modo tale che la collisione avvenga in mezzo ai fototraguardi. • Lasciare che i dati vengono registrati fino che i carrelli si sono urtati e ritornati alla posizione iniziale. 4. Cliccare sul tasto “STOP” per finire la registrazione dati. 5. RIPETERE LA PROCEDURE AL MENO PER 5 VOLTE. ANALiSI dei DATi Il programma Science Workshop può calcolare la velocità dei carrelli prima e dopo il passaggio attraverso il fototraguardo. Potete usare il calcolatore per calcolare il momento di ogni carrello prima e dopo la collisione, così come il momento totale prima e dopo. Calcolare il momento totale e la differenza percentuale tra il momento totale prima e dopo la collisione. Calcolare l’energia cinetica prima e dopo la collisione. Commentare. OPZIONALE Ripetete l’esperimento variando i valori delle masse dei carrelli. Ripetete l’esperimento iniziando con i carrelli vicini e provocando una “esplosione” (usate la parte non magnetizzata e il respingente per separare i carrelli). 4 Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto Collisioni – Impulso & Quantità di Moto (Sensore di Forza, Sensore di Moto) SCOPO Lo scopo di questo esperimento è quello di studiare una collisione elastica e di misurare lo scambio di quantità di moto durante la collisione e l’impulso ovvero l’integrale della forza nel tempo t della collisione, verificando il teorema dell’impulso. TEORIA Quando un corpo in movimento ne urta un altro, la forza totale ad esso applicata varia durante la fase dell’urto. La conseguente variazione della sua quantità di moto p può essere calcolata in due modi: • Conoscendo le velocità del corpo prima e dopo l’urto: p mv f m(vi ) m(v f vi ) • Conoscendo il valore della forza durante gli istanti dell’urto: p t 0 t t0 Fdt Un urto secco dura un tempo minore di un urto morbido, ma la forza cui si trova soggetto il corpo è maggiore nel caso dell’urto secco che non nel caso dell’urto morbido. Pertanto, un corpo potrà subire la stessa variazione di quantità di moto, indipendentemente dal tipo di urto. APPARATI RICHIESTI • • • • • • Interfaccia per computer e software Science Workshop Rotaia da 2.2 metri con carrelli Un sensore di moto a ultrasuoni Un sensore di forza Una bilancia per misurare le masse dei carrelli Un carrello per urto elastico PREPARAZIONE ED ESECUZIONE DELL'ESPERIMENTO In questo esperimento il sensore di moto misura la posizione del carrello prima e dopo la collisione con l’ostacolo fisso che è montato di fronte al sensore di forza. Il sensore di forza misura la forza durante la collisione. Il programma Science Workshop può calcolare la velocità del carrello prima e dopo la collisione e l’integrale della forza nel tempo della collisione. 1. Collegate l’interfaccia al computer e accendetela. Accendete quindi il computer. 2. Livellate perfettamente la rotaia. E’ sufficiente metterci sopra un carrello. Se esso tende a spostarsi in un senso o nell’altro, agite sulle viti di livellamento in modo che il carrello rimanga fermo. 3. Misurate la massa del carrello. 4. Montate il sensore di moto e disponetelo all’estremo della rotaia, come illustrato in figura. Regolate il sensore di moto in modo che misuri la distanza del carrello quando questo si muove verso il supporto col sensore di forza e quindi torna indietro. Ricordatevi che la distanza minima fra carrello e sensore non può essere inferiore ai 42 cm. 5 Esperienza 1 – Conservazione della quantità di moto 5. Collegate ora i cavi del sensore di moto ai canali digitali 1 e 2 dell’interfaccia (connettore con banda colorata nel canale 1). Collegate quindi il cavo del sensore di forza al canale analogico 6. Alzare la estremità opposta della rotaia in modo che il carrello avrà sempre la stessa velocità iniziale. 7. Appoggiate la parte della rotaia contro il muro in modo da tenerla ferma durante la collisione. 8. Sostituire la parte staccabile del sensore di forza con il magnete. To Interface Collision Cart Magnetic bumper Motion Sensor Force Sensor Mounting bracket Raccolta dei dati 1. Premere il pulsante TARE sul lato del sensore di forza per azzerare il sensore. 2. Posizionare il carrello almeno a 40 cm dal sensore di posizione. ANALISI DEI DATI RACCOLTI Fare il grafico della posizione del carrello prima e dopo la collisione. Usare la opzione “Statistics” per fare una “Regressione Lineare” per trovare il coefficiente delle rette e quindi la velocità e la variazione della quantità di moto. Fare il grafico della forza misurata sul sensore di forza e con la opzione “Statistics” trovare l’integrale della forza nel tempo. Confrontare il valori e concludere. (• NOTA: Potete usare Science Workshop per calcolare la quantità di moto.) Estensioni: • Ripetete con masse diverse sul carrello. • Togliete il magnete davanti al sensore di forza e cambiare con una delle molle oppure con un degli altri attrezzi sul supporto del sensore di forza. • Provate una collisione inelastica. Mettete un poco di plastilina davanti al sensore di forza in modo che il carrello si fermerà dopo la collisione. • Togliete il sensore di forza del suo supporto e montatelo sul carrello e ripetere le collisioni precedenti. 6 Esperienza 2 – Forza Centripeta FORZA CENTRIPETA SCOPO Lo scopo di questo esperimento è studiare gli effetti della variazione di massa, il raggio della circonferenza e la forza centripeta di un corpo in moto rotatorio su una traiettoria circolare. MATERIALE RICHIESTO Piattaforma rotante con accessori (ME-8951) consistente in una base ad “A”, sostegno, vite di bloccaggio, masse quadrate con viti di bloccaggio; Motore per rotazioni (ME-8955); Accessori per la forza centripeta (ME-8952): - postazione centrale con: molla e braccio di sostegno, indicatore arancione e braccio indicatore, carrucola, vite di bloccaggio; - postazione laterale con: braccio di sospensione, massa (disco con ganci) e masse addizionali (2 dischi con foro centrale), vite di bloccaggio; Cronometro – Filo – Bilancia - Set di masse e sistema di sospensione. Alimentatore DC da 10 V. CENNI TEORICI Se un corpo di massa m, fissato ad un filo di lunghezza r, ruota su una circonferenza posta su un piano orizzontale, la forza centripeta F agente sulla massa è data da: mv 2 F mr 2 r dove v è la velocità tangenziale e la velocità angolare ( v r ). Per misurare la velocità viene misurato il tempo necessario per una singola rotazione completa (il periodo T). La velocità è quindi data dalla relazione: 2r v T e la forza centripeta da: 4 2 mr F T2 1 Esperienza 2 – Forza Centripeta ALLESTIMENTO a) Livellamento della piattaforma rotante Prima di installare gli accessori per la forza centripeta, livellare la piattaforma rotante mediante l’uso di una delle masse quadrate, come indicato qui di seguito: 1. Rendere sbilanciato il sistema ponendo la massa quadrata ad una delle due estremità della piattaforma (dallo stesso lato dove poi verrà posto l’accessorio per la forza centripeta). 2. Fissare la massa con la relativa vite di bloccaggio così che non possa scivolare. 3. Regolare la vite di livello di una delle due gambe della base ad “A” fino a quando l’estremità della piattaforma con la massa quadrata risulta allineata con l’altra gamba della base [figura 2 (a)]. 4. Ruotare la piattaforma di 90° in modo che sia parallela ad uno dei due lati della “A” e regolare l’altra vite di livello fino a che la piattaforma non resta in questa posizione [figura 2 (b)]. La piattaforma è ora a livello e dovrebbe restare in quiete indipendentemente dal suo orientamento. Fissare quindi alla piattaforma gli accessori per la forza centripeta, cioè le postazioni centrale e laterale, con relative parti. b) Allestimento della postazione centrale 1. Fissare un’estremità della molla al braccio e connettere il disco indicatore arancione all’altra estremità; inserire il braccio della molla entro la fessura verticale della postazione e fissare con la vite. 2. Legare un filo (lungo circa 20 cm) al punto più basso del disco indicatore e fare un’asola dall’altra parte del filo. 3. Inserire il braccio indicatore entro la fessura verticale della postazione, posizionandolo sotto il braccio della molla e fissandolo con una vite. 4. Fissare la puleggia al più alto dei fori sul braccio centrale. 5. Inserire la vite alla base della postazione centrale e avvitare il dado quadrato. 2 Esperienza 2 – Forza Centripeta c) Allestimento della postazione laterale 1. Inserire la vite alla base della postazione laterale e avvitare il dado quadrato. 2. Legare un filo di nylon (lungo circa 30 cm) intorno al capo della vite che si trova al punto più alto della postazione laterale; infilare quindi l’altra estremità del filo attraverso uno dei due fori verso in basso, e quindi riportarla in alto attraverso l’altro foro; non stringere troppo la vite. 3. Allentare la vite, avvolgere l’estremità libera del filo intorno alla filettatura e avvitare la vite una volta che la lunghezza del filo sia adeguata per appendervi il dischetto (con i 3 ganci) utilizzato come corpo su cui agisce la forza centripeta. 4. Utilizzare la scanalatura sulla postazione per verificare l’allineamento verticale del filo durante l’esperimento. d) Montaggio degli accessori per la forza centripeta 1. Montare la postazione centrale nella fessura a T della piattaforma dalla parte della scala graduata. Allineare la linea centrale con il segno dello “zero” sulla scala e avvitare per fissare. Infine montare la postazione laterale dallo stesso lato della piattaforma. 2. Appendere il corpo (il disco con i 3 ganci) al filo della postazione laterale e regolarne l’altezza in modo che il filo proveniente dalla puleggia della postazione centrale sia parallelo alla piattaforma. e) Limite di corrente per l’alimentatore Per determinare il valore massimo della corrente per il sistema che deve essere alimentato: 1. Azzerare i livelli delle manopole di regolazione di CURRENT e VOLTAGE. 2. Collegare temporaneamente i poli (+) e (--) dell’alimentatore (in corto circuito) con un cavetto. 3. Agire sulla manopola di controllo CURRENT COARSE e poi sulla VOLTAGE COARSE fino a che si accende l’indicatore CC. 4. Variare la manopola di controllo CURRENT COARSE fino al limite definito per la corrente (leggerne il valore sull’amperometro) 5. NON VARIARE PIU’ IN SEGUITO IL CONTROLLO “CURRENT”; in questo modo è presente un valore limite per la corrente (corrente di sovraccarico). 6. Togliere i cavetti del corto circuito tra i poli (+) e (--) e collegare con il sistema che deve essere alimentato. 3 Esperienza 2 – Forza Centripeta PROCEDURA Una volta eseguite le operazioni preliminari, fissare il motore per rotazione alla base ad “A” e collegarlo alla puleggia del sostegno centrale mediante l’elastico di trasmissione. Parte I: raggi diversi (forza e massa costanti) In questa parte dell’esperimento vengono mantenuti costanti la forza centripeta F e la massa m del corpo. 1. Determinare la massa m del corpo, quindi sospendere il corpo in corrispondenza della postazione laterale (in modo da essere fuori dall’asse di rotazione del sistema) e collegare il filo dalla molla della postazione centrale (sull’asse del sistema) al corpo. Il filo deve passare sotto la carrucola fissata alla postazione stessa (v. figura sopra). 2. Fissare una carrucola all’estremità della piattaforma rotante, dalla parte del corpo sospeso; fissare un filo al corpo, passarlo sulla carrucola e sospendervi all’altra estremità tramite un portateso una massa nota M: ciò determina la forza centripeta F nota agente sul corpo sospeso (risulterà F = Mg). 3. Scegliere un raggio r, allineando la linea della postazione laterale con una qualsiasi posizione letta sulla scala graduata della piattaforma rotante. 4. Il corpo sulla postazione laterale deve pendere verticalmente; spostare quindi verticalmente, sulla postazione centrale, il sostegno della molla fino a quando il filo che sostiene il corpo sulla postazione laterale risulta allineato con la linea verticale/scanalatura del supporto. 5. Allineare poi il braccio-indicatore della postazione centrale con l’indicatore arancione. 6. Togliere quindi la massa M , il suo sistema di sospensione e la carrucola. 7. FISSARE SULL’ALIMENTATORE IL LIMITE MASSIMO PER LA CORRENTE CORRISPONDENTE AL VALORE DI 1,5 A secondo le istruzioni precedentemente fornite e collegare al motore per la rotazione. 8. Mettere in rotazione il sistema e, mediante la manopola FINE VOLTAGE, aumentare la velocità finché l’indicatore arancione non risulti riallineato con il braccio indicatore della postazione centrale; in tale situazione anche il filo che sostiene il corpo appeso è di nuovo verticale e quindi il corpo appeso si trova al raggio prefissato con la medesima F. 9. Mantenere la velocità così determinata e misurare la durata di dieci rotazioni complete e determinare (dividendo per dieci) il periodo T di rotazione del sistema. Registrare i dati. 10. Portare quindi la postazione laterale ad un nuovo raggio e ripetere l’intero procedimento. Considerare in totale almeno cinque raggi diversi. Analisi 1. Il peso della massa M appesa inizialmente al sistema quando è in quiete corrisponde in modulo alla forza centripeta F applicata dalla molla durante la rotazione; calcolare perciò Fmis = Mg, dove g è l’accelerazione di gravità terrestre. 2. Calcolare il quadrato del periodo T misurato in corrispondenza ad ogni prefissato raggio r. 4 Esperienza 2 – Forza Centripeta 3. Rappresentare graficamente il raggio in funzione del quadrato del periodo; ciò dovrebbe corrispondere a una linea retta poiché: F r 2 T 2 4 m 4. Tracciare la retta che meglio si adatta ai dati misurati e determinarne il coefficiente angolare. 5. Calcolare quindi, tramite il coefficiente angolare, il valore della forza centripeta Fcalc. 6. Determinare la confidenza dei dati e la differenza percentuale tra i due valori trovati della forza centripeta F. Parte II: forze diverse (raggio e massa costanti) In questa parte dell’esperimento vengono tenuti costanti il raggio r di rotazione e la massa m del corpo. Seguire la procedura della parte I (punti da 2 a 9) per determinare il periodo T di rotazione del sistema, mantenendo fisso r. Per variare il valore della forza centripeta, basta cambiare la massa M appesa quando il sistema è in quiete. Perciò al termine di ogni raccolta, fissare nuovamente la carrucola all’estremità della piattaforma rotante, dalla parte del corpo sospeso e appendere al corpo una massa M diversa, mantenendo lo stesso raggio scelto: ciò determina una nuova forza F nota agente sul corpo sospeso. Ripetere l’intero procedimento considerando cinque diversi valori della forza. Analisi 1. Determinare il peso della massa M appesa al sistema di sospensione che corrisponde alla forza centripeta F applicata dalla molla: F = Mg. 2. Calcolare il reciproco del quadrato del periodo T misurato in corrispondenza ad ogni prefissato valore della forza F. 3. Rappresentare graficamente la forza centripeta in funzione del reciproco del quadrato del periodo; ciò dovrebbe corrispondere a una linea retta poiché: F 4 2 mr 1 T2 4. Tracciare la retta che meglio si adatta ai dati misurati e determinarne il coefficiente angolare. 5. Calcolare quindi, tramite il coefficiente angolare, il valore della massa m del corpo e confrontarlo con quello misurato precedentemente. Parte III : masse diverse (raggio e forza costanti) In questa parte dell’esperimento vengono tenuti costanti il raggio r e la forza F. 1. Determinare la massa m del corpo con entrambe le masse addizionali e con una sola di esse; seguire quindi la procedura della parte I (punti da 2 a 9) per determinare il periodo T di rotazione del sistema. 2. Per variare il valore della massa, togliere una o entrambe le masse addizionali. 3. Ripetere l’intero procedimento, mantenendo però costante il raggio di rotazione e la massa sospesa oltre la carrucola, considerando i tre (o più) possibili valori della massa del corpo. Analisi 1. Determinare il peso della massa M appesa al sistema di sospensione che corrisponde alla forza centripeta F applicata dalla molla: Fmis = Mg. 2. Rappresentare graficamente m in funzione del reciproco del quadrato del periodo: m F 4 r 2 T2 3. Ricavare dal coefficiente angolare il valore della forza centripeta Fcalc e confrontarlo con quello misurato seguendo la teoria esposta a lezione. 5 Esperienza 2 – Forza Centripeta Appendice: Le misure potrebbero anche essere svolte con il photogate per la rilevazione del periodo di rotazione. Installazione del Photogate Utilizzazione del solo Photogate 1. Montare il sostegno nero sulla base ad “A” inserendolo in uno dei due fori adiacenti al sostegno centrale 2. Montare orizzontalmente il photogate con il cavetto in basso ; fissare al sostegno mediante la vite 3. rilasciare la vite alla base del sostegno per permetterne la rotazione e orientare il sostegno e il photogate in modo che il fascio di infrarossi attraversi i fori della puleggia ; se il photogate è collegato al computer è possibile controllare con l’indicatore a led ; quando il photogate è nella posizione corretta non deve ovviamente strisciare contro la puleggia ; stringere quindi la vite del sostegno per fissare Utilizzo del sistema completo di carrucola con photogate 1. Inserire il sostegno della carrucola nel foro del sostegno fissato alla base ad “A” e stringere la vite ; avvitare sul sostegno della carrucola sia il photogate che la carrucola (nell’ordine) 2. Ruotare il sostegno in modo che il filo dalla puleggia del sostegno centrale sia allineato con la scanalatura della carrucola 3. Regolare la posizione della base in modo che il filo oltre la carrucola possa scendere fino in terra 6 Esperienza 3 – Attrito dinamico Attrito dinamico SCOPO Lo scopo di questo esperimento è quello di studiare come varia il coefficiente di attrito di un corpo in funzione della sua velocità, della sua accelerazione, del tipo di superficie di contatto, della sua massa. APPARATI RICHIESTI • Interfaccia per computer e software Science Workshop / Data Studio • Set di masse calibrate con porta masse • Blocco di legno di 3 x 6 x 12 cm con occhiello • Puleggia SMART / Carrucola + Fotocellula • Circa un metro di filo TEORIA Consideriamo un sistema costituito di un blocco di legno di massa M appoggiato su un piano orizzontale. A questo blocco sia attaccato un filo all’altro estremo del quale sia attaccata una massa m. Questo filo passi nella gola di una puleggia senza attrito posta al termine del piano su cui poggia l’oggetto. La massa m, lasciata libera di cadere, trascinerà il blocco di legno lungo il piano. Se consideriamo le due masse come facenti parti di uno stesso sistema in caduta, questo sarà soggetto a due forze: i) la forza di gravità, che agisce sulla massa m e ii) la forza di attrito dinamico che agisce sulla massa M opponendosi al movimento del blocco di legno. In accordo con la seconda Legge di Newton, dunque, la somma vettoriale delle forze applicate al sistema deve eguagliare il prodotto della massa totale del sistema per l’accelerazione cui è sottoposto il blocco di legno. Pertanto: F = mg - Fk = M + m a dove Fk è la forza dovuta all’attrito dinamico, che è data da: k N Fk = essendo µk il coefficiente di attrito dinamico ed N la componente verticale della forza che agisce sul blocco, ossia: N = Mg Da queste relazioni si ricava il valore del coefficiente di attrito dinamico: k = mg - M + m a Mg In generale, il coefficiente di attrito dinamico del blocco dipende solo dal tipo di materiali di cui sono fatti il blocco e il piano sul quale esso scorre. 1 Esperienza 3 – Attrito dinamico PROCEDIMENTO Preparazione ed esecuzione dell’esperimento: 1. Collegate l’interfaccia al computer e accendetela. Accendete quindi il computer. Preparate il computer per la raccolta dei dati. 2. Disponete il blocco di legno, la puleggia SMART (o il sistema carrucola+fotocellula) e la massa sospesa, m, come illustrato in figura. M To I nterface m 3. Collegate la puleggia SMART al canale digitale 1 dell’interfaccia. Parte A: VELOCITA’ ED ACCELERAZIONE 1. Aumentate gradatamente il valore della massa sospesa, m, fino a provocare il movimento del blocco di legno, senza dovergli dare una spinta iniziale. 2. Tirate indietro il blocco di legno fino a portare la massa sospesa vicino alla puleggia SMART. Trattenete il blocco finché avete attivato il programma, come spiegato al passo successivo. Raccolta dei dati Ricordate: per dare inizio alla raccolta, potete, a vostra scelta: fare click sul tasto “REC”, selezionare “Record” dal menù Experiment, premere “ALT R”. Per terminare la raccolta: fare click sul tasto “STOP”, selezionare “Stop” dal menù Experiment, premere “ALT .” . 3. Iniziate la raccolta dati e quindi rilasciate il blocco. Un istante prima che il blocco raggiunga la puleggia, arrestate la raccolta dati. Fermate il blocco prima che vada a colpire la puleggia. 4. Fate ora il grafico della velocità del blocco mentre scende in funzione del tempo. Usate la opzione “Statistics” e fate una “Regressione Lineare” per trovare il coefficiente della retta e quindi l’accelerazione del blocco. 2 Esperienza 3 – Attrito dinamico 5. Se nel grafico appaiono punti raccolti dopo l’arresto del blocco, selezionate col mouse la sola parte lineare del grafico. Il software ricalcolerà i dati eliminando questi punti e apparirà la retta di regressione corretta, che ci darà la pendenza del grafico corretto. 6. Annotate il valore della pendenza e della relativa incertezza. Poiché questa rappresenta la pendenza della velocità rispetto al tempo, ossia gli incrementi di velocità, il suo valore corrisponde a quello dell’accelerazione del blocco. Annotate anche il valore del coefficiente di correlazione, R. Quanto più questo valore è vicino a 1, tanto più il grafico ottenuto si avvicina ad una retta. 7. Mediante la bilancia, misurate la massa del blocco di legno e, utilizzando il valore dell’accelerazione ricavato dal grafico, calcolate il coefficiente di attrito dinamico tra il blocco e la superficie su cui scorre. 8. Ripetete il procedimento per almeno tre volte con diversi valori di massa sospesa per produrre diversi valori di accelerazione. Annotate i risultati. Parte B: SUPERFICIE DELL’AREA DI CONTATTO Ripetete l’intero procedimento, usando il blocco di legno su un altro lato, in modo che la sua superficie di contatto col piano di scorrimento sia diversa da prima. Applicate al sistema una massa sospesa di valore uguale a quello di uno dei cicli di misura precedenti, in modo che sia possibile un confronto fra due cicli, di uguale massa, ma di diversa area di contatto. Ripetete almeno tre volte la raccolta dati per lo stesso valore di massa sospesa per vedere come cambia la pendenza del grafico da una prova all’altra. Annotate i risultati. Parte C: MASSA DEL BLOCCO Disponendo il blocco nella sua posizione primitiva, raddoppiatene la massa ponendovi sopra dei pesi di uguale valore. Raddoppiate quindi il valore della massa sospesa e ripetete l’esperimento al fine di constatare quanto ne risente il valore del coefficiente di attrito dinamico. Annotate i risultati ottenuti. Quali sono i fattori da cui dipende il valore del coefficiente di attrito dinamico? Velocità, accelerazione, area di contatto, massa del blocco? Commentate. 3 Esperienza 4 – Moto armonico Moto Armonico Semplice Materiale richiesto Rotaia con carrello, massa addizionale e stop 2 molle Set di masse e sistema di sospensione Filo Carta millimetrata Carrucola Cronometro Bilancia Scopo Lo scopo di questo esperimento è quello di misurare il periodo di oscillazione di un sistema composto da una molla e una massa e confrontarlo con il valore teorico. Teoria Il periodo di oscillazione di un sistema composto da una massa fissata ad una molla è dato dall’espressione : m T 2 k dove T è il periodo di un’oscillazione completa, m la massa del sistema oscillante e k la costante elastica della molla. In accordo con la legge di Hooke, la forza F (di richiamo) esercitata dalla molla è proporzionale alla deformazione della molla stessa (allungamento o compressione) : F kx essendo k la costante di proporzionalità (il segno ( – ) è dovuto al fatto che la forza esercitata dalla molla ha sempre verso opposto rispetto alla deformazione). La costante elastica k della molla può quindi essere determinata applicando alla molla forze di diversa intensità così da produrre diverse deformazioni (allungamenti). Se si rappresenta graficamente la forza F in funzione dell’allungamento x il coefficiente angolare della retta corrisponde al valore della costante k. 1 Esperienza 4 – Moto armonico Procedura (Moto Armonico Semplice) Misure per determinare il valore teorico del periodo 1. Misurare mediante la bilancia la massa m del carrello. 2. Livellare la rotaia: è sufficiente poggiarvi il carrello per rilevare se esso si muove in un senso o nell’altro ; si deve quindi agire sulle viti di livella mento in modo che il carrello resti fermo. Fissare quindi la carrucola con la morsa ad un’estremità della rotaia. 3. Disporre il carrello sulla rotaia e agganciare una molla a ciascuna delle due estremità del carrello; fissare quindi le estremità libere delle molle ai due stop della rotaia. 4. Fissare un filo all’estremità del carrello, appendere il sistema di sospensione all’altra estremità oltre la carrucola. 5. Rilevare la posizione di equilibrio. 6. Aggiungere delle masse al sistema di sospensione e rilevare le nuove posizioni di equilibrio. Ripetere il procedimento per un totale di 5 diverse masse, facendo attenzione di non sovraccaricare la molla. Poiché entrambe le molle agiscono sul sistema, questo procedimento fornisce il valore della costante elastica dell’intero sistema composto dalle due molle agenti. Calcolo del valore teorico del periodo 1. Rappresentare graficamente la forza F in funzione dell’allungamento x, tracciare la retta dei minimi quadrati e determinarne il coefficiente angolare che corrisponde al valore della costante k della molla. 2. Calcolare il periodo T mediante la formula teorica, utilizzando la costante k della molla determinata e il valore della massa m del carrello. 3. Analogamente per il caso del carrello con la massa addizionale. Misura sperimentale del periodo 1. DOPO AVER TOLTO IL SISTEMA DI SOSPENSIONE OLTRE LA CARRUCOLA, portare il carrello ad una certa distanza dalla posizione di equilibrio e lasciare quindi che si muova. Determinare il periodo di 5 oscillazioni complete. 2. Ripetere questa misura almeno 5 volte, partendo sempre dalla stessa posizione iniziale (ampiezza). 3. Aggiungere al carrello la massa addizionale di 500 g, misurare il nuovo periodo di oscillazione secondo la procedura dei punti 1 e 2. Calcolo del valore sperimentale del periodo 1. Utilizzando i valori misurati del periodo, calcolare il valore medio del periodo di 5 oscillazioni complete sia per il carrello solo che per il carrello con la massa addizionale. 2. Determinare il valore del periodo di una singola oscillazione completa. Analisi dei dati Calcolare la confidenza e la differenza percentuale tra il valore teorico e il valore sperimentale. 2 Esperienza 4 – Moto armonico Moto Armonico Forzato Materiale richiesto Generatore di moto armonico Rotaia con carrello, massa addizionale e stop 2 molle [Set di masse e sistema di sospensione Filo Carta millimetrata Carrucola] Cronometro Bilancia Photogate Scopo Lo scopo di questa esperienza è quello di rilevare il moto prodotto su un sistema oscillante da una forza esterna di tipo sinusoidale e di analizzare le variazioni di ampiezza di tale moto in funzione della frequenza angolare della forza applicata, e di mettere in evidenza il fenomeno della risonanza. Teoria Se un oscillatore con frequenza angolare propria o 2 / T , (con T periodo dell’oscillazione completa) e soggetto ad una forza di smorzamento Fa β m v , è sollecitato da una forza esterna oscillante di tipo F Fo cos( t ) , esso, dopo una fase transitoria, si mette ad oscillare secondo la legge oraria x A cos( t ) , con frequenza angolare uguale a quello della forza applicata e con una ampiezza A (massimo valore dell’oscillazione) ed una fase (ritardo angolare rispetto alla forza agente) che dipendono dal valore di secondo le relazioni: ( ) ; √( ) , essendo la costante della forza di smorzamento. La funzione A() raggiunge il suo massimo (condizione di risonanza) in corrispondenza della pulsazione: ⁄ , √ approssimativamente uguale (per smorzamenti piccoli) a quella di un oscillatore libero smorzato: ⁄ . √ Procedura (Moto Armonico Forzato) Andamento della funzione A = A (). Misura del periodo di oscillazione del sistema Come nell’esperienza “Moto Armonico Semplice” : 1. Disporre il carrello sulla rotaia e agganciare una molla a ciascuna delle due estremità del carrello ; fissare quindi le estremità libere delle molle ai due stop della rotaia; portare il carrello ad una certa distanza dalla posizione di equilibrio e lasciare quindi che si muova. Determinare il periodo di oscillazione. 2. Ripetere questa misura almeno 5 volte, partendo sempre dalla stessa posizione iniziale (ampiezza). 3 Esperienza 4 – Moto armonico Calcolo della frequenza propria di oscillazione del sistema 1. Utilizzando i valori misurati del periodo, calcolare il valore medio del periodo proprio To di oscillazione. 2. Calcolare la frequenza angolare mediante la relazione Oscillazioni forzate 1. Montare sulla rotaia il generatore di moto oscillatorio; legare un filo al pezzetto di plastica bianca del braccio rotante e far passare quindi il filo attraverso il foro della guida nera (la posizione della guida nera deve essere regolata in modo che il foro sia alla stessa altezza del corpo da mettere in oscillazione, cioè del carrello sulla rotaia); legare l'altra estremità del filo all’estremità di una molla; la rotazione del braccio rotante viene trasformata in moto oscillatorio (armonico) dell'estremo del filo. 2. L'ampiezza F0 di tale moto oscillatorio può essere regolata fissando il braccio rotante in posizioni diverse rispetto all'asse di rotazione del sistema. 3. FISSARE SULL'ALIMENTATORE IL LIMITE MASSIMO PER LA TENSIONE CORRISPONDENTE AL VALORE DI 12 V, seguendo le istruzioni relative all'alimentatore e collegare al generatore di moto oscillatorio. 4. Per determinare la frequenza angolare di oscillazione, misurare il periodo T di rotazione del braccio mediante cronometro o mediante un photogate montato sotto il motore. 5. Calcolare la frequenza angolare, mediante la relazione : . 6. Per determinare l'ampiezza A dell'oscillazione, misurare sulla rotaia lo spostamento del carrello. Si può procedere anche tramite un sensore di moto che registra x = x(t). 7. Ripetere il procedimento in corrispondenza di diversi valori della frequenza angolare della forza applicata, variando il voltaggio dall'alimentatore. Analisi dei dati Riportare in un grafico i dati rilevati per rappresentare l'andamento dell'ampiezza A in funzione della frequenza angolare della forza applicata e verificare il fenomeno della risonanza. 4 Esperienza 4 – Moto armonico Oscillatori Accoppiati - Modi Normali di Oscillazione Materiale richiesto Rotaia con 2 carrelli, massa addizionale e stop 3 molle (Set di masse e sistema di sospensione Filo Carrucola Cronometro) Bilancia Sensore di moto Interfaccia per Science Workshop/DataStudio Scopo Lo scopo dell'esperienza è quello di considerare un sistema di due oscillatori accoppiati mediante una molla e di rilevare i modi normali di vibrazione e le relative frequenze. Teoria Il sistema costituito da due carrelli di uguale massa m ciascuno collegato ad una molla di costante elastica ko, interagenti con una molla di costante elastica k e in moto su una rotaia rettilinea orizzontale è un sistema a due gradi di libertà (che possono essere identificati dalle coordinate x1 e x2 delle posizioni dei due carrelli rispetto alle relative posizioni di equilibrio). Il moto generale di tali oscillatori accoppiati può essere descritto come sovrapposizione di due modi normali di vibrazione definiti dalla somma e dalla differenza delle coordinate dei due carrelli, secondo le equazioni : k x1 x 2 S cos( s t s ) , essendo : s o m 2k k o x1 x 2 D cos( d t d ) , essendo : d m dalle quali è possibile esprimere le leggi orarie dei due carrelli in movimento : 1 x1 S cos( s t s ) D cos( d t d ) 2 1 x 2 S cos( s t s ) D cos( d t d ) 2 I valori delle costanti S, D, e dipendono dalle condizioni iniziali ; in particolare, nel caso in cui si abbia D = 0, si ha x1 - x2 = 0 cioè x1 = x2 e quindi i due carrelli si muovono in concordanza di fase secondo il modo normale “somma” ; nel caso in cui sia invece S = 0, si ha x1 + x2 = 0 cioè si ha x1 = - x2 e i carrelli si muovono in verso opposto secondo il modo normale “differenza”. 5 Esperienza 4 – Moto armonico Procedura (Oscillatori Accoppiati) Misura delle frequenze angolari normali di oscillazione del sistema 1. Per suscitare il solo modo normale “somma” di oscillazione, spostare i due carrelli dalla posizione di equilibrio di uno stesso tratto e dalla stessa parte e lasciarli quindi liberi nello stesso istante; i carrelli si muoveranno quindi concordemente dalla stessa parte; misurare quindi il periodo di oscillazione. 2. Ripetere questa misura almeno 5 volte, partendo sempre dalla stessa posizione iniziale (ampiezza). 3. Utilizzando i valori misurati del periodo, calcolare il valore medio del periodo di oscillazione del modo normale “somma”. 4. Calcolare il valore della frequenza angolare mediante la relazione . 5. Per attivare invece il solo modo normale “differenza”, spostare il carrelli dalla posizione di equilibrio di uno stesso tratto ma da parti opposte e lasciarli liberi nello stesso istante e misurare il periodo. 6. Ripetere questa misura almeno 5 volte, partendo sempre dalla stessa posizione iniziale (ampiezza). 7. Utilizzando i valori misurati del periodo, calcolare il valore medio del periodo di oscillazione del modo normale “differenza”. 8. Calcolare la frequenza angolare mediante la relazione . Analisi del moto di un singolo carrello 1. Collegare il sensore di moto all’interfaccia assicurandosi che lo spinotto con il nastro (che trasmette il segnale al sensore) sia inserito nel canale digitale #1 dell’interfaccia e lo spinotto senza nastro (che trasmette il segnale di ritorno, dal sensore al computer) sia inserito nel canale digitale #2. 2. Fare partire il programma Science Workshop : Nella finestra “Set-up Experiment” selezionare l’icona del jack e trasportarla sulla prima delle due porte digitali consecutive a cui il sensore di moto è connesso. 6 Esperienza 4 – Moto armonico 3. 4. 5. 6. Selezionare “Motion Sensor” nel menù dei sensori digitali. Nella finestra delle caratteristiche del sensore è possibile calibrare il sensore e stabilire il numero di dati da registrare al secondo : per calibrare : puntare il sensore su un oggetto fermo alla distanza di 1 metro (la distanza di calibrazione predisposta) e selezionare “calibrate”, il programma calcolerà la velocità del suono e il tempo di viaggio dell’impulso emesso e riflesso. per cambiare il numero di dati al secondo selezionare “Trigger Rate” e scegliere il numero stabilito ; notare che il numero di dati determina anche i valori delle disytanze massima e minima che il sensore è in grado di rilevare. Mettere in movimento in modo del tutto arbitrario i carrelli e iniziare la registrazione dei dati (comando ALT-R). Continuare la registrazione per qualche oscillazione completa e quindi terminarla (comando ALT- .). Dalla finestra dell’analisi statistica dei dati (icona ) scegliere lo sviluppo in somma di seni per identificare le due componenti dell’oscillazione e rilevarne i valori delle frequenze angolari. Analisi dei dati Confrontare i valori misurati delle frequenze angolari dei due modi normali di oscillazione con quelli determinati dall’analisi del moto del singolo carrello e calcolarne la differenza percentuale. 7 Esperienza 4 – Moto armonico Molle in Serie e in Parallelo (Oscillazioni su un Piano Inclinato) Materiale richiesto Rotaia con carrello, massa addizionale e stop 2 molle Cronometro Bilancia Base di supporto e asta Scopo Lo scopo di questo esperimento è quello di misurare il periodo di oscillazione di un sistema composto da una massa e da un sistema di molle in serie e in parallelo e di confrontarlo con il valore del periodo di oscillazione del sistema composto da una massa e da una singola molla. Teoria Come nell’esperimento “Moto armonico semplice”, il periodo di oscillazione di un sistema composto da una massa fissata ad una molla è dato dall’espressione : m T 2 k dove T è il periodo di un’oscillazione completa, m la massa del sistema oscillante e k la costante elastica del sistema ; se si misura il periodo di oscillazione T è possibile determinare la costante elastica del sistema : 4 2 m k T2 Per un sistema composto da una massa e da due molle in serie o in parallelo è possibile determinare una costante elastica equivalente keq mediante le combinazioni seguenti : keq k 1 k2 (molle in parallelo e molle collegate alle estremità opposte del carrello); 1 1 1 (molle in serie). k eq k1 k 2 8 Esperienza 4 – Moto armonico Procedura (Molle in serie e in Parallelo) Misura della costante k per la singola molla 1. Misurare la massa m del carrello, mediante la bilancia. 2. Disporre il carrello sulla rotaia, fissare una molla ad un’estremità del carrello e fissare l’altra estremità della molla ad uno stop della rotaia. 3. DOPO AVER TOLTO I PIEDINI DI LIVELLAMENTO DELLA ROTAIA, inclinare la rotaia alzandola dalla parte a cui è fissata la molla ; alzando la rotaia la molla si estende. Mantenere l’angolo di inclinazione della rotaia in modo che la molla non venga allungata per più di metà della lunghezza della rotaia. 4. Portare il carrello ad una certa distanza dalla posizione di equilibrio e lasciare quindi che si muova. Determinare il periodo di 5 oscillazioni complete. 5. Ripetere questa misura almeno 5 volte, partendo sempre dalla stessa posizione iniziale (ampiezza). Misura della costante keq per sistemi di molle in serie e in parallelo 1. Aggiungere una seconda molla in serie alla prima come nella figura 2 e ripetere il punto 4. 2. Porre le due molle in parallelo come nella figura 3 e ripetere il punto 4. 3. Sistemare le molle come in figura 4 e ripetere il punto 4. Calcoli 1. Utilizzando i valori misurati del periodo, calcolare il valore medio del periodo di 5 oscillazionio complete. 2. Determinare il valore del periodo di una singola oscillazione completa. 3. Utilizzando i valori del periodo e della massa del carrello, calcolare il valore della costante elastica del sistema massa e molla singola e i valori delle costanti elastiche efficaci dei sistemi di molle in serie e in parallelo. Confronto Confrontare il valore della costante elastica efficace misurato sperimentalmente e il valore teorico calcolato mediante le combinazioni seguenti : keq k 1 k2 (molle in parallelo e molle collegate alle estremità opposte del carrello); 1 1 1 (molle in serie). keq k1 k2 9 Esperienza 5 – Calorimetria Calorimetria INTRODUZIONE Quando due sistemi o oggetti a differenti temperatura sono messi in contatto, energia in forma di calore viene trasferita dal sistema “più caldo” a quello “più freddo”. I due sistemi, dopo un certo tempo, si porteranno alla stessa temperatura (intermedia) e il trasferimento di calore finisce. L’unità standard per misurare il calore trasferito è la caloria. Una caloria è definita come la quantità di energia necessaria per aumentare la temperatura di un grammo di acqua da 14.5C a 15.5C. Per i nostri propositi possiamo generalizzare questa definizione semplicemente dicendo che una caloria è la quantità di energia necessaria per aumentare la temperatura di un grammo di acqua di un grado Centigrado. Nel SI, l’unità di misura è il Joule e vale la seguente equivalenza: 1 cal = 4.186 J. In questo esperimento si combinano acqua calda e fredda di temperatura e massa note. Usando la definizione di caloria potete determinare la quantità di energia termica che viene trasferita per portare il sistema alla sua temperatura finale, e quindi determinare se l’energia si conserva nel processo. APPARATI RICHIESTI Calorimetri (2) Fornello elettrico (attenzione alla superficie calda!!) Acqua calda e fredda Termometri / sonda termometrica1 PROCEDIMENTO Determinare la massa del calorimetro vuoto, Mcal. Riempire il calorimetro fino a circa 1/3 con acqua fredda. Pesare il calorimetro con l’acqua per determinare la massa del calorimetro più acqua, Mcal+acfred. Riempire un secondo calorimetro fino a circa 1/3 di acqua calda (almeno 20 gradi al di sopra della temperatura ambiente). Pesare il calorimetro con l’acqua calda per determinare la massa del calorimetro più acqua calda, Mcal+accal. Misurate la temperatura Tfred e Tcal in gradi Centigradi dell’acqua fredda e calda. Subito dopo aver fatto la misura delle temperature, travasare l’acqua calda nell’acqua fredda e mischiare col termometro fino a che la temperatura si stabilizzi. Segnare la temperatura finale del sistema, Tfinale. Ripetere l’esperimento con due masse di acqua diverse e con temperature diverse. Potete provare a versare acqua fredda su calda. CALCOLI E ANALISI DATI Determinare le masse dell’acqua calda e fredda mescolate e le relative variazioni di temperatura T. Usando l’equazione seguente, calcolare Qfred e Qcal, il calore scambiato dall’acqua fredda e calda rispettivamente e verificare che esse sono uguali in valore assoluto. Qfred M acfred Tfred 1 cal/g C ; Qcal M acald Tcal 1 cal/g C 1 Può essere necessario effettuare prima una “calibrazione” degli strumenti (ad es. costruendo una curva di taratura) in modo da avere misure simili da parte degli strumenti usati per la rilevazione delle temperature. 1 Esperienza 5 – Calorimetria Calore Specifico INTRODUZIONE Il Calore Specifico di una sostanza, normalmente indicato con c, è la quantità di calore richiesto per aumentare di un grado centigrado la temperatura di un grammo della sostanza considerata. Dalla definizione di caloria data precedentemente si può vedere che il calore specifico dell’acqua è 1.0 cal/gC. Se un corpo omogeneo di massa m è costituito da una sostanza di calore specifico csub, il calore Q, richiesto per aumentare la sua temperatura di un valore T è: Q = m csub T. In questo esperimento si misura il calore specifico di vari metalli, come alluminio (0.214 cal/g °C), rame (0.092 cal/g °C) e piombo (0.031 cal/g °C). APPARATI RICHIESTI Calorimetri (3) Fornello elettrico (attenzione alla superficie calda!!) Acqua calda e fredda Termometri/sonde termometriche Masse - alluminio, rame, piombo PROCEDIMENTO Misurare la massa Mcal dei 3 calorimetri che userete (devono essere vuoti e asciutti). Misurare le masse dei corpi (alluminio, rame, piombo). Fissare un filo a ogni corpo e sospendere in acqua bollente. Lasciateli immersi per qualche minuto perché si scaldino completamente. Riempire i calorimetri a metà di acqua fredda - usate acqua sufficiente per coprire gli oggetti metallici. Misurate la temperatura dell’acqua fredda, Tfred. Subito dopo aver misurato la temperatura dell’acqua togliere l’oggetto metallico dell’acqua bollente e immergerlo completamente nell’acqua fredda (attenzione: il metallo non deve toccare il fondo del calorimetro). Agitare l’acqua col termometro e misurare la temperatura finale Tfinale, che può essere determinata come il valore più alto raggiunto dalla temperatura dell’acqua nella fase in cui si porta all’equilibrio termico con i corpo metallico. Misurare la massa totale, Mtot, del sistema calorimetro + acqua + metallo. CALCOLI E ANALISI DATI Per ogni metallo utilizzato calcolare la massa dell’acqua usata, Macqua, la variazione di temperatura dell’acqua Tacqua e la variazione di temperatura del corpo metallico Tmetallo. Dalla legge di conservazione dell’energia, il calore ceduto dal corpo metallico deve essere uguale al calore fornito all’acqua. Calore ceduto dal metallo = (Mmetallo) (cmetallo) (Tmetallo) = (Macqua) (cacqua) (Tacqua) = Calore fornito all’acqua Utilizzando questa equazione determinare il calore specifico dei vari metalli. Come si confrontano i calori specifici dei metalli con quello dell’acqua? Quali sono le perdite o guadagni di calore che possono aver influenzato le vostre misure? 2 Esperienza 5 – Calorimetria Calore Latente di Fusione INTRODUZIONE Quando una sostanza subisce un cambio di fase, la disposizione delle sue molecole cambia. Se la nuova situazione è caratterizzata da una energia interna superiore, la sostanza deve assorbire calore per compiere la transizione di fase. Se invece il nuovo stato di aggregazione ha una energia interna minore, la sostanza rilascia calore mentre compie la transizione di fase. L’acqua ha maggiore energia termica rispetto al ghiaccio, quindi è necessaria una certa quantità di calore perché avvenga il passaggio di stato da ghiaccio ad acqua; la stessa quantità di energia viene liberata quando l’acqua diventa ghiaccio. In questo esperimento si deve determinare il Calore Latente di Fusione dell’acqua. APPARATI RICHIESTI Calorimetri (2) Fornello elettrico (attenzione alla superficie calda!!) Acqua calda e fredda Ghiaccio Termometri/sonde termometriche PROCEDURA Misurare la temperatura ambiente, Tamb. Pesare il calorimetro per determinare la massa del calorimetro vuoto e secco, Mcal. Riempire il calorimetro fino a circa la metà con acqua calda (circa 15°C al di sopra la temperatura ambiente). Misurare Mcal+acqua e Tiniziale, temperatura dell’acqua calda. Aggiungere cubetti di ghiaccio all’acqua calda, asciugando ogni pezzo prima di immergerli. Aggiungere i cubetti lentamente, agitando continuamente con il termometro fino a che il ghiaccio si scioglie nell’acqua. Quando [la temperatura della miscela è tale che Tamb-T = Tiniziale-Tamb e] tutto il ghiaccio si è sciolto, misurare la temperatura finale dell’acqua, Tfinale. Subito dopo aver fatto la misura Tfinale, pesate il calorimetro per determinare la massa finale dell’acqua, Mfinale. CALCOLI Secondo la conservazione dell’energia, la quantità di calore assorbita dal ghiaccio mentre si scioglie e si scalda fino ad arrivare alla temperatura finale di equilibrio deve essere uguale alla quantità di calore rilasciato dall’acqua calda mentre si raffredda fino alla temperatura finale di equilibrio. (Mghiaccio)(Qf)+(Mghiaccio)(1cal/g°C)(Tfinale-0°C)=(Macqua)(1cal/g°C)(Tiniziale-Tfinale), dove la massa del ghiaccio, Mghiaccio e la massa dell’acqua, Macqua, possono essere calcolate dalle vostre misure e Qf è il calore latente di fusione per un grammo di acqua. Calcolate Qf usando la espressione di sopra. 3 Esperienza 5 – Calorimetria Calore Latente di Vaporizzazione INTRODUZIONE Quando una sostanza subisce un cambio di fase, la disposizione delle sue molecole cambia. Se la nuova situazione è caratterizzata da una energia interna superiore, la sostanza deve assorbire calore per compiere la transizione di fase. Se invece il nuovo stato di aggregazione ha una energia interna minore, la sostanza rilascia calore mentre compie la transizione di fase. In questo esperimento si deve determinare il Calore Latente di Vaporizzazione dell’acqua. APPARATI RICHIESTI Calorimetri (2) Fornello elettrico (attenzione alla superficie calda!!) Acqua calda e fredda Termometro Recipiente per formazione di vapore PROCEDURA Attenzione: questo esperimento usa vapore caldo. Lavorate con attenzione. Misu rate la temperatura ambiente, Tamb. Sistemare il fornello con acqua in modo da generare vapore, come in figura. Le misure dei tubi dovrebbero essere circa quelli indicati nella figura. Pesare il calorimetro per determinare la massa del calorimetro vuoto e secco, Mcal. Riempire il calorimetro per circa la metà di acqua fredda (circa 10°C sotto la temperatura ambiente). Accendere il fornello e aspettare che si formi del vapore. Misurate la Tiniziale e la massa Mcal+acqua, la temperatura iniziale e la massa del calorimetro più l’acqua. Subito dopo immergere la parte libera del tubo nell’acqua fredda del calorimetro. Mescolare l’acqua continuamente con il termometro. Importante: Il contenitore dell’acqua calda deve essere tenuto più alto del livello dell’acqua del calorimetro per evitare che ci sia risucchio di acqua dal calorimetro al contenitore Quando la temperatura dell’acqua, T è tale che Tamb-Tiniziale = T-Tiniziale rimuovere il tubo del vapore. Continuate a mescolare l’acqua e segnare la temperatura stabile più alta raggiunta dall’acqua (Tfinale). Importante: Togliere il tubo dall’acqua sempre prima di spegnere il vaporizzatore. Potete spiegare il perché? Pesare subito dopo l’insieme calorimetro, acqua e vapore d’acqua per determinare Mfinale. 4 Esperienza 5 – Calorimetria CALCOLI E DISCUSSIONI Quando il vapore condensa in acqua fredda, dell’energia termica viene trasferita all’acqua in due modi. La prima in forma di calore latente di vaporizzazione. Con il rilascio di questo calore, il vapore viene convertito in acqua, ma questa acqua è ancora a temperatura di ebollizione, 100°C. La seconda, quando l’acqua “condensata” rilascia calore mentre si porta all’equilibrio termico con l’acqua fredda, fino alla temperatura di equilibrio finale, Tfinale. Secondo il principio di conservazione dell’energia, il calore totale rilasciato dal vapore equivale al calore totale assorbito dall’acqua fredda. (Mvapore)(Qv)+(Mvapore)(1cal/g°C)(Tvapore-Tfinale)=(Macqua)(1cal/g°C)(Tfinale-Tiniziale), dove la massa del vapore Mvapore e la massa dell’acqua, Macqua, possono essere calcolate dalle vostre misure precedenti, Tvapore = 100°C, e Qv è il calore latente di vaporizzazione per grammo d’acqua. Usare questa espressione e i vostri dati per determinare il calore latente di vaporizzazione per grammo d’acqua. Nota bene: Il termometro assorbe una certa quantità di calore durante l’esperimento. Con buona approssimazione si può assumere che la capacità termica del termometro è equivalente a quello di un grammo di acqua (i.e., aggiungere un grammo alla massa dell’acqua nella espressione di sopra). 5 Esperienza 5 – Calorimetria LABORATORIO DI FISICA GENERALE (PRIMO MODULO) A. A. 2012/2013 - Calendario esperienze in laboratorio Gruppo 1 (mat) 2 (fis) 3 (fis) 4 (fis) 5 (fis) 6 (fis) 7 (fis) 8 (fis) Componenti Colosini Guerini Bandera Devescovi Fiorentino Polvara Angeli Cademartori Stornati Paris Silini Sormani Averoldi Bignotti Gosetti Balzano Freddi Girardi Bianchetti Campagnoni Garuffo Peli Franceschini Longhi Tognazzi Esp. 1 (date:4, 5 apr.) Esp. 2 (date: 11, 12 apr.) Esp. 3 (date: 18, 19 apr.) Moti oscillatori Calorimetria Leggi dinamica Calorimetria Forza attrito Moti oscillatori Forza attrito Calorimetria Forza centripeta Forza centripeta Quantità di moto Calorimetria Calorimetria Forza centripeta Moti oscillatori Quantità di moto Moti oscillatori Forza attrito Moti oscillatori Forza attrito Calorimetria Forza attrito Moti oscillatori Quantità di moto Il 26 aprile si discuteranno i risultati ottenuti/relazioni compilate o in fase di sviluppo, si svolgeranno approfondimenti sulla parte di teoria e si presenterà software di analisi dati. N.B.: Questo elenco di esperienze (come le date) è indicativo e può subire modifiche per motivi organizzativi 6