Workshop 1 parte “I problemi dell’apprendimento e la diagnosi" dr.ssa Luisa Zaccarelli [email protected] tel 393 8396029 skype: luisina74 FB : luisazaccarelli 2 DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO • Deficit del sistema cognitivo • Menomazione neurologica e/o sensoriale • Disturbi comportamentali-relazionali di tipo primario • Fattori ambientali (svantaggio socio-culturale) • Frequenza scolastica inadeguata (assenza per malattia…) 3 DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO Il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della esistenza di discrepanza tra abilità nel dominio specifico interessato (che risultano deficitarie in rapporto alle attese per età e/o classe frequentata) e intelligenza generale (che invece risulta adeguata all’età cronologica) (Consensus Conference 2006) Screening scuole secondarie di primo grado • 3% dei ragazzi ha difficoltà gravi di decodifica • 30% ha qualche difficoltà • 13% ha difficoltà di comprensione • 15% ha difficoltà di comprensione con gravi difficoltà di decodifica (Ricerca-azione anno 2004-2006. 576 alunni. Convegno Assisi 2006) 4 5 Ma… che cosa è l’apprendimento? Concezioni sull’apprendimento e rendimento scolastico Ricerche sugli studenti universitari hanno messo in evidenza che concezioni riproduttive : (imparare è memorizzare e acquisire conoscenza) sono sostenute da studenti con minore rendimento che hanno un approccio superficiale caratterizzato da strategie di evitamento del fallimento attraverso la memorizzazione, senza l’organizzazione dei dati . Concezioni trasformative (imparare è vedere le cose in modo diverso o cambiare come persona) invece sono espresse da studenti con migliori prestazioni accademiche, che utilizzano strategie per integrare le parti in una totalità. “Che cosa è l’apprendimento? Le concezioni degli studenti” Tello, Antonietti e altri- 6 Apprendimento e relazionalità Ruolo essenziale delle relazioni interpersonali nel processo di apprendimento. Risultati questionario somministrato ad alunni nel passaggio dalla classe V° alla I° media: stati d’animo di paura 36,5% - verso i nuovi insegnanti 27,2% - per le nuove relazioni con i compagni 9,7% paure legate ai nuovi impegni di lavoro: - più compiti: 23,1% - molte materie di studio 18,5% - paura di avere difficoltà nell’apprendimento:12,8% 7 8 Apprendimento È come un attaccapanni: se non si trova il gancio a cui appendere il cappotto, questo cade a terra… (J.Bruner) 9 La diagnosi ● Quando si hanno sospetti che possa esistere una ragione neurobiologica della difficoltà di apprendimento ● Quando il ragazzo è demotivato e stanco, con scarsa partecipazione ● Quando ci sono altri fratelli diagnosticati ● …e tutte le volte che qualcosa “non vi quadra” è possibile indicare ai genitori un percorso diagnostico per rilevare eventuali disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) 10 Durante la diagnosi vengono osservate 1.Livello cognitivo generale 2.Possibili discrepanze nel profilo cognitivo 3.Il linguaggio (Capacita’ espressive quali fluenza, lessico, morfosintassi e Recettive terminologia e a livello frasale) 4.Memoria verbale e visiva ( a breve termine, di lavoro, a lungo termine) 5.Gestione spazio sul foglio, la percezione/comprensione delle relazioni spaziali 6.Coordinazione fine manuale 7.Attenzione selettiva/sostenuta, in modalità uditiva/visiva e Funzioni Esecutive 8.Conoscenza dei processi cognitivi implicati in un compito (abilità metacognitive) 9.Assetto emotivo (ansia da prestazione, livello di autostima, demoralizzazione, demotivazione, apatia) 10.Stile relazionale 11.Faticabilità 11 Preliminare allo svolgimento dei test lessimetrici è la VALUTAZIONE COGNITIVA (Wisc-R, Wisc-III, PM 47) Prove MT (Cornoldi, 1985) Test Diretto di Lettura e Scrittura (TDLS) (Chiarenza e Cucci, 1989) Batteria per la Valutazione della Dislessia e della Disortografia Evolutiva (Sartori, Job, Tressoldi, 1995) Una scuola veramente inclusiva dovrebbe essere in grado di leggere tutti i bisogni educativi speciali (quelli con diagnosi e quelli senza diagnosi) e di individuare il fabbisogno reale di risorse aggiuntive per dare risposte necessarie e adeguate. L’ICF fornisce un modello utile a questa lettura: ● parla di salute, non di disabilità o di patologia; ● la situazione di salute di una persona è considerata come la risultante globale delle influenze reciproche di molteplici fattori; ● il termine disabilità è sostituito da attività, il termine handicap è sostituito da partecipazione. [Ianes, 2003] 12 13 Dal modello ICF è possibile ricavare una griglia (scheda per la definizione del fabbisogno di risorse per l’individualizzazione) che aiuta a leggere le diverse situazioni di difficoltà degli alunni. Alcune difficoltà saranno caratterizzate da problemi biologici, fisici e di capacità; altre da fattori contestuali, ambientali, oppure da limitazioni nella partecipazione sociale. [ibid.] 14 CLASSIFICAZIONE dei DISTURBI di APPRENDIMENTO secondo l’ICD-10 (OMS, 1992) F80 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DELL’ELOQUIO E DEL LINGUAGGIO F81 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE Disturbo specifico della Lettura (F81.0) Disturbo specifico della compitazione (F81.1) Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (F81.2) Disturbi misti delle abilità scolastiche (F81.3) Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (F81.8) Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati (F81.9) F82 DISTURBO EVOLUTIVO SPECIFICO DELLA FUNZIONE MOTORIA 15 il codice ci dice come è stato codificato il disturbo In questa parte vengono evidenziate le caratteristiche cognitive qui vengono forniti i risultati dei test logopedici, quelle che rigira dano in particolar modo l’apprendimento 16 IDENTIFICAZIONE e CLASSIFICAZIONE dei sottotipi Caratteristiche del profilo cognitivo nei bambini con DSA: ➢ QIT > o = 85 ➢ spesso discrepanza tra QIV e QIP (QIV > QIP) ➢ spesso presente il pattern ACID (indicativo di un problema di attenzione/concentrazione con cadute selettive e maggiormente accentuate nei subtest Aritmetica, Cifrario, Informazioni, Memoria di cifre) 17 18 19 SINDROME NON VERBALE Caratteristiche della sindrome ● problemi percettivi e tattili (specialmente riguardanti il lato sinistro del corpo) ● problemi di coordinazione psicomotoria ● problemi in compiti cognitivi e sociali di tipo non verbale ● deficit visuo-spaziali ● difficoltà nel disegno e nella copia di figure 20 ● ● ● ● ● ● buona memoria verbale meccanica difficoltà di adattamento a nuove situazioni difficoltà in aritmetica discrete capacità di lettura deficit di giudizio sociale QI verbale più alto rispetto a quello di performance 21 Le componenti carenti, nel disturbo non verbale dell'apprendimento, sono la memoria di lavoro visuospaziale e le immagini mentali: ●la memoria di lavoro è un “magazzino” di memoria che ci consente di tenere a mente temporaneamente delle informazioni e di manipolarle per svolgere un dato compito ●le immagini mentali sono componenti della memoria di lavoro che servono per elaborare un'informazione visuo-spaziale, ad esempio le utilizziamo quando esploriamo mentalmente un percorso. Workshop 2 parte “al di là della diagnosi: pensare inclusivo” dr.ssa Luisa Zaccarelli [email protected] 23 Alcune componenti trasversali per un buon percorso scolastico Autostima Autoefficacia Motivazione Comunicazione L’autostima Rappresenta un giudizio globale su se stessi e sulle proprie capacità, che si accompagna ad un senso generale di auto accettazione e ad un atteggiamento positivo verso se stessi L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci. L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a diversi tipi di sé: • Il sé reale: ciò che crediamo di essere … • Il sé ideale: ciò che desideriamo essere … • Il sé imperativo: ciò che sentiamo di dover essere … L’autoefficacia L’autoefficacia … ovvero, le convinzioni di una persona di essere in grado di superare gli ostacoli che di volta in volta si frapporranno alla messa in atto di un comportamento. L’autoefficacia Vi sono 4 meccanismi che contribuiscono a determinare il nostro senso di Autoefficacia: 1. Esperienze personali: “In passato ci sono riuscito? Quante volte?”; “Ci sono riuscito grazie alle mie capacità?” 2. Esperienze vicarie: “Altri ci sono riusciti?”; “Come hanno fatto?” ; “Se ci sono riusciti loro ci riuscirò anch’io?” 3. Persuasione e influenze sociali: “Secondo gli altri ci riuscirò?”; “Cosa dicono delle mie capacità pertinenti?” 4. Stati fisiologici e affettivi: “Mi sento in forma?”; “Il compito richiede molta efficienza?”; “In questo stato sono in grado di funzionare al livello richiesto?” 28 + convinzione di efficacia azione successo _ convinzione di efficacia azione fallimento 29 convinzione di non efficacia azione successo + BASS ACIA C I F F E O A AUT conside e h c à it iv ite da att id im t in o tanano n o • So n ll a e n ili e se rano diffic zioni a ir p s a e s bas • Hanno oprie r p le o n a consider n o n à lt o iffic • Nelle d stacoli o li g e e z caren imenti ll a f i o p o mente d a t n le o n a er • R e cu p roprie p e ll a i t n i fallime o fiducia n o o n d o r c e is p u e • Attrib ni e incapacità prestazio stress e ia s n a ffatte da a r p o s o n •So • ALTA AUTO EFFICACIA • Affrontano c ompiti difficil i con motivazione • Si p o n g o n o obiettivi am biziosi e si impegn ano a raggiu ngerli • Nelle difficolt à intensifica no il loro impegn o e la costa nza • Recuperano velocemente la propria auto efficacia do po i fallimenti • Attribuiscono l’insuccesso alla mancanza d i conoscenz ee impegno La vita tra destino e controllo: IL LOCUS OF CONTROL Il locus of control (Rotter, 1966) è una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e degli eventi. Rappresenta l’atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati, rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne. locus di controllo ESTERNO I risultati ottenuti NON dipendono da me, ma dal destino locus di controllo INTERNO I risultati ottenuti dipendono da me, dal mio impegno L’autoefficacia Di chi è la responsabilità? Gli alunni tendono frequentemente ad attribuire successo e insuccesso a fattori esterni che sfuggono al controllo soggettivo (fortuna, arbitro, compagni, avversari, ecc.), piuttosto che analizzare i meriti e le responsabilità personali Importanza dell’attribuzione interna!!! La motivazione Indica il complesso processo delle forze che attivano, dirigono e sostengono il comportamento nel tempo. Lo studio della motivazione consente di: • comprendere la natura del comportamento • predirne la manifestazione • poterlo influenzare Profili motivazionali ! Sheila, la studentessa di successo, ! è fortemente orientata al successo e teme molto poco il fallimento. È fortemente coinvolta in diverse attività curricolari e non prova alcuna ansia circa il suo rendimento. Autoregola il suo apprendimento usando molteplici strategie, stabilendo obiettivi, autoregolando le sue attività….. Profili motivazionali ! Dimitri, lo studente sulla difensiva ! Il suo desiderio maggiore è evitare di fallire nei diversi compiti. Ottenere buoni risultati è poco importante. Tutte le sue energie si focalizzano nel tentativo di evitare che gli altri interpretino eventuali sue performance negative come esempi di mancanza di abilità. Per fare ciò utilizza molteplici strategie: studia all’ultimo minuto, così se sbaglia ha la scusa pronta. Utilizza lo studio massivo e il ricorso ad euristiche e strategie fisse come soluzione per ottenere un risultato decente senza impiegare troppe energie; è completamente disinteressato al corso. Pur sembrando apatico, è costantemente concentrato nel mettere in atto manovre specifiche di prevenzione dai rischi del fallimento, il suo primo scopo è non sembrare un incapace ! Profili motivazionali ! Anna, la studentessa ansiosa ! Il suo profilo motivazionale evidenzia un alto livello di ricerca di successo ma anche una paura molto forte di fallire. Cerca di ridurre al minimo il rischio di insuccesso attraverso la riuscita. È molto ansiosa, si prepara anche all’eccesso, fino allo sfinimento. Cerca di ottenere crediti ovunque sia possibile. Apparentemente il suo percorso accademico sembra esemplare, ma alla lunga la sua preoccupazione eccessiva di fallire e i dubbi che manifesta riguardo alla sua adeguatezza possono portarla all’esaurimento e a problemi di salute. Profili motivazionali ! Henry, lo studente senza speranza ! Henry ha in generale bassa motivazione. Non ha speranza ne timore. sembra alla fine indifferente rispetto all’apprendimento,crede che uno sforzo maggiore e migliori strategie di apprendimento in definitiva non faranno la differenza rispetto alla sua storia di cattiva riuscita accademica. Alla perdita della speranza, questa indifferenza può associare una sorta di rabbia celata.non si preoccupa delle iomplicazioni del suo fallimento perché alla fine è giunto alla conclusione che le lezioni che può apprendere a scuola non avranno alcuna rilevanza per la sua vita futura.. 39 MOTIVAZIONE ESTRINSECA • • • • • INTRINSECA generata da stimoli esterni desiderio di esibirsi evitare rimproveri e punizioni compiacere agli altri bisogno di ricevere lode e approvazione sociale • smania di competere con gli altri MEZZO PER UNO SCOPO, OTTENERE UN PREMIO O EVITARE UN CASTIGO • valori e interessi personali • desiderio di migliorarsi • piacere di apprendere • curiosità di scoprire nuove soluzioni • entrare in sfida con se stessi al fine di autorealizzarsi APPRENDIMENTO = RISPOSTA AL DESIDERIO DELLA CONOSCENZA 40 La motivazione è intrinseca quando le condizioni permettono uno stato di “SFIDA OTTIMALE” (Harter, 1978, 1992): il compito deve essere difficile quel tanto che basta per spingere a migliorarsi, senza provocare un probabile fallimento. Desiderio di successo e possibilità di successo devono essere maggiori della paura e della probabilità di insuccesso nel compito. PROSPETTIVA EDUCATIVA L’ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE regola il passaggio dalla MOTIVAZIONE ESTRINSECA alla MOTIVAZIONE INTRINSECA attraverso la DIDATTICA attraverso l’EDUCAZIONE predisposizione di situazioni di “sfida cognitiva ottimale” attenzione alle attribuzioni individuali 41 Fattori che influenzano la motivazione socioculturali ! Attitudini, credenze, esperienze personali ! Famiglia d’origine e esperienza socioculturale della famiglia ! Livello socioeconomico, status d’educazione, aspettative della famiglia ! Status sociale nelle scuole superiori, gruppo di appartenenza nella scuola superiore ! Vulnerabilità agli stereotipi Fattori che influenzano la motivazione ambientali (classe) ! ! ! ! ! ! ! Compiti assegnati Atteggiamento dei docenti Metodi di insegnamento Attività individuali/di gruppo Presenza di colleghi di diversa origine/ religione etc Gestione del tempo libero Numerosità delle classi Fattori che influenzano la motivazione interni ! ! ! ! ! ! ! Obiettivi, credenze, sensazioni e percezioni Attribuzione di valore Interesse per la disciplina Livello di coinvolgimento individuale Orientamenti valoriali Speranze, aspettative, preoccupazioni Sé possibili orientamenti sul futuri Motivazione alla riuscita ✓ Tendenza al successo (speranza di riuscita) ✓ Tendenza ad evitare il fallimento (paura dell’insuccesso) La comunicazione La comunicazione Esistono due modi di comunicare: - Attraverso la parola (o altri codici, ad es. la segnaletica stradale) - Attraverso i messaggi involontari del corpo LINGUAGGIO DEL CORPO COME COMUNICO MESSAGGIO VERBALE COSA COMUNICO 60% 10% 30% TONO DI VOCE COME COMUNICO La comunicazione non verbale La postura E’ un segnale involontario che partecipa al processo di comunicazione. Può indicare: la specifica emozione che la persona sta provando l’intensità dell’emozione specifica provata la fiducia che una persona ha in se stessa, o l’immagine di sé. il proprio atteggiamento (per es. il modo di camminare, stare in piedi o sedersi rivela stili di comportamento espressivi di ruoli vissuti) la postura è meno controllabile del volto e del tono di voce, perciò nel legame tra stato d’animo e postura questa può svelare un’ansia segreta che il volto non fa trapelare. POSTURA 49 motivazione autostima successo scolastico comunicazione autoefficacia L’obiettivo Per il successo scolastico è fondamentale 1 ) Sapere ciò che si vuole (obiettivo) 2) Sapere perché lo si vuole (motivazione) 3) Sapere che cosa occorre per averlo (azione) Stabilire un piano obiettivo se cominci dalla fine (obiettivo) non sali, ma scendi (minor fatica) ragione finale (motivazione) ruoli strutture sinergiche risorse azioni L’obiettivo… caratteristiche Gli obiettivi, per essere efficaci, devono avere le seguenti caratteristiche: Specifici Misurabili Orientati all’azione Realistici Definiti nel tempo L’obiettivo obiettivo l u n g o termine Obiettivi intermedi Obiettivi a breve termine obiettivi giornalieri Strutture sinergiche: me stesso Io come struttura sinergica Io come struttura sinergica visivi ❖ VOGLIO VEDERE COME FINISCE ❖ A ME SEMBRA CHE VADA BENE ❖ NON MI E’ CHIARO ❖ FARSI UN QUADRO DELLA SITUAZIONE Io come struttura sinergica ❖ QUESTA COSA SUONA GIUSTA ❖ C’ E’ QUALCOSA CHE MI DICE CHE… ❖ E’ FUORI TONO auditivi Io come struttura sinergica cinestisici ❖ SENTO CHE ANDRA’ BENE ❖ MI PUZZA DI BRUCIATO ❖ E’ UNA PERSONA ACIDA ❖ HO UN PRESENTIMENTO ❖ E’ UN COLORE CALDO Io come struttura sinergica VADO VERSO LE PERSONE CHE OPERANO DA UNA LEVA MOTIVAZIONALE VERSO SI MUOVONO VERSO CIO’ CHE DESIDERANO O VOGLIONO. SPESSO MINIMIZZANO LE DIFFICOLTA’ E LE POSSIBILI CONSEGUENZE. RISPONDONO AGLI INCENTIVI. MEGLIO LA CAROTA CHE IL BASTONE io come struttura sinergica VADO VERSO DICONO CIO’ CHE VOGLIONO. PARLANO DI QUELLO CHE FARANNO, GUADAGNERANNO, OTTERRANNO. SI CONSIGLIA IL RICALCO ENFATIZZARE COSA OTTERRANNO TENER CONTO CHE POTREBBERO IGNORARE LE CONSEGUENZE E/O DIFFICOLTA’ SOTTOLINEARE CHE LE VOSTRE AZIONI O RICHIESTE VANNO VERSO LA STESSA DIREZIONE io come struttura sinergica VIA DA SI ALLONTANANO E CERCANO DI EVITARE CIO’ CHE NON VOGLIONO O DESIDERANO. SPESSO HANNO DIFFICOLTA’ A DEFINIRE OBIETTIVI E SONO SPESSO DISTRATTI DALLE CONSEGUENZE “NEGATIVE” io come struttura sinergica VIA DA PARLANO DI CIO’ CHE VOGLIONO EVITARE E DI CIO’ CHE NON VOGLIONO DETERMINATE COSA VOGLIONO EVITARE ENFATIZZARE CHE IL VOSTRO AIUTO/AZIONI/ RICHIESTE PERMETTERA’ LORO DI EVITARE CIO’ CHE NON VOGLIONO. TENER CONTO CHE POTREBBERO AVERE DIFFICOLTA’ A STABILIRE CIO’ CHE VOGLIONO (OBIETTIVI) 66 strutture sinergiche : l’insegnante STILI DI INSEGNAMENTO INCONTRO successo STILI DI APPRENDIMENTO SCONTRO insuccesso Risorse Risorse : strumenti calendari per smartphone o ipad Risorse : strumenti taccuini virtuali, app organizzative Risorse : strumenti smartpen Risorse…strumenti mappe cognitive e app per la loro produzione Le azioni Le azioni OBIETTIVO A LUNGO TERMINE obiettivo a medio termine obiettivo a medio termine ob.a breve termine ob.a breve termine ob.a breve termine AZIONI E TEMPI ob.a breve termine Centrale o periferico? periferico non urgente e non determinante urgente e non determinante centrale urgente e determinante Come distinguere Area della dispersione : NON DETERMINANTE E NON URGENTE Es. : accendere la TV senza poi seguirla, mangiare quando non si ha fame, scorrere continuamente le notizie di Fb o Twitter ecc Area dell’immaginazione: URGENTE MA NON DETERMINANTE Es: L’amica ci chiama perché ha l’annoso problema del cosa mettersi domani, è necessario che io risponda a un messaggio su wa, ecc Come distinguere Area dell’identificazione : URGENTE E DETERMINANTE Es. : mi ammalo proprio in occasione di un compito in classe, ho un appuntamento dal medico proprio quando dovevo studiare ecc l’inevitabile va previsto :) Area della realizzazione : CENTRALE LA ZONA DETERMINANTE Es. : tutte le attività che si reputano importanti e che permettono di raggiungere l’obiettivo Cosa faccio? 24 ore azione Tempo c/p Cosa dovrei fare? 24 ore azione Tempo c/p strutture risorse grazie !!!!