Vulnerabilità sociale e salute: un contributo dei medici di medicina generale allo studio e all’intervento (Provincia di Torino, FIMMG, Servizio Regionale di Epidemiologia). Analisi descrittive. AGGIORNAMENTO SULLO STATO DI AVANZAMENTO DEL PROGETTO Ai primi di settembre 2008, 30 medici di famiglia hanno restituito 860 questionari individuali compilati, 32 medici di famiglia hanno restituito 1.018 questionari familiari compilati. QUESTIONARIO INDIVIDUALE. Si presentano di seguito i risultati delle analisi descrittive condotte sul campione di 860 pazienti identificati dai medici di famiglia quali a rischio di fragilità, secondo i criteri definiti nel protocollo dello studio sull’interruzione dei percorsi assistenziali. CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE E RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE. Si tratta di pazienti di cittadinanza italiana nella quasi totalità dei casi. età del paziente (%) 50 41 40 27 30 22 20 10 10 Il 68% del campione è costituito da donne. Come presumibile, si tratta per lo più di persone anziane (media: 75 anni). Solo il 4% ha un’età inferiore ai 50 anni, il 10% ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni, il 24% tra i 65 e i 74 anni, il 41% tra i 75 e gli 84 anni e il 21% supera gli 85 anni. Il 47% del campione è vedovo, il 36% coniugato, il 10% libero e il 7% separato. 4 0 25-49 50-64 65-74 75-84 >85 Per quanto riguarda la tipologia familiare, il 58% del campione vive solo, l’1% vive solo con almeno un figlio minorenne, il 23% dei soggetti vive in coppia soli, il 5% in coppia con uno o più figli maggiorenni e l’1% in coppia con almeno un figlio minorenne; nel 12% dei casi si tratta di altre forme di convivenza. Il 90% del campione ha un titolo di studio uguale o inferiore alla terza media, solo il 2% possiede la laurea. titolo di studio (%) 67,8 60 40 21,9 20 8,6 1,7 0 Nessun titolo/elem. Media Superiore Laurea L’informazione sull’occupazione del paziente indica che tra gli uomini, l’87% è pensionato, il 4% occupato e il 6% non occupato. Tra le donne il 52% è pensionata, il 38% casalinga, il 4% occupata e il 4% non occupata. posizione occupazionale (%) 56,3 60 40 20,1 17,2 20 3,9 2,5 di p. ua dr o/ di ri g en te Q co n di p. Au to no m o se nz a Im pi eg at o Au to no m o O pe ra io 0 Agli occupati e ai pensionati (517 soggetti) è stata chiesta quale fosse la posizione occupazionale ricoperta, attuale per gli occupati e quella relativa all’ultimo impiego per i pensionati. La categoria rappresentata da poco più della metà del campione (56%) è quella dell’operaio, seguita da quella dell’impiegato (20%) e dall’autonomo senza dipendenti (17%) (vedi grafico a fianco). Relativamente alla continuità del rapporto medico paziente, l’86% dei pazienti è in carico presso il proprio medico di famiglia da più di 3 anni e la maggioranza dei pazienti si reca all’ambulatorio del medico con una certa frequenza: il 46% più di una volta al mese, il 47% una volta ogni 1-3 mesi. VALUTAZIONE DELLA FRAGILITÀ CLINICA / FUNZIONALE E SOCIALE La seconda parte del questionario era dedicata alla valutazione della fragilità clinica e della vulnerabilità sociale, è stata utilizzata la scala di Edmonton modificata che prende in considerazione 5 diversi aspetti della salute del paziente, indagati attraverso l’effettuazione al paziente stesso di una o più domande per ciascun asse: lo stato cognitivo (effettuazione del clock test), lo stato di salute generale (“In genere come definirebbe la sua salute?” “Quante volte è stato ricoverato nell’ultimo anno?”), il supporto sociale/familiare (“Quando ha bisogno di aiuto può contare su qualcuno?”), l’indipendenza funzionale (“In quante delle seguenti attività ha bisogno di aiuto? -preparare da mangiare, trasporto, telefono, faccende domestiche, fare la spesa, gestire il denaro, prendere farmaci-”), l’uso di farmaci (“prende regolarmente più di 5 farmaci?”), l’umore (“Si sente spesso triste e depresso?”). Ciascuna domanda prevedeva, a seconda dei casi, 2 o 3 modalità di risposta a cui è stato attribuito un punteggio, la somma dei quali ha dato origine ad una scala da 0 (buona valutazione) a 12 (pessima valutazione). La metà del campione ha un punteggio uguale o inferiore a 3. Suddividendo la distribuzione dei punteggi in quartili, possiamo osservare che il 22% dei pazienti rientra nel primo quartile (punteggio 0-2), il 30% nel secondo (punteggio = 3), il 28% nel terzo (punteggio 4-5) e il 20% nell’ultimo quartile (punteggio uguale o superiore a 6). La valutazione della comorbosità è stata effettuata mediante l’utilizzo dell’indice di comorbidità di Charlson, compilato a cura del medico, che può variare da un valore uguale a zero (no comorbidità) a 36 (massimo grado di comorbidità). La metà del campione ha un indice uguale o inferiore a 3. I tre quarti hanno un indice non superiore a 4. Suddividendo la distribuzione dei punteggi in quartili, possiamo osservare che il 21% dei pazienti rientra nel primo quartile (punteggio 0-1), il 38% nel secondo (punteggio 2-3), il 16% nel terzo (punteggio = 4) e il 25% nell’ultimo quartile (punteggio uguale o superiore a 5). Secondo la classificazione Istat sulla definizione di gravità di malattia cronica, la quasi totalità del campione ha almeno una malattia cronica grave (91%), il 48% ha almeno due malattie croniche. INTERRUZIONE DEI PERCORSI SANITARI ED ASSISTENZIALI Nella terza parte del questionario il medico di famiglia ha indagato se e quali fossero negli ultimi 12 mesi le prestazioni sanitarie a cui il paziente avesse dovuto rinunciare per il/i suoi problemi di salute. Il 24% del campione ha dovuto rinunciare negli ultimi 12 mesi ai farmaci, il 23% alle cure specialistiche, il 26% alle cure dentistiche o oculistiche, il 18% alle cure riabilitative (vedi tabella 1). Tabella 1. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=860) che ha dovuto rinunciare ad almeno una tipologia di prestazione per qualsiasi motivo. Categorie assistenziali cure dentistiche e oculistiche farmaci cure specialistiche riabilitazione sì (%) 25,6 24,4 23,4 17,7 E’ stato indagato quali fossero i motivi di rinuncia alle prestazioni sanitarie: a causa dei costi da sostenere o per altri motivi (ad esempio per mancanza stessa del servizio, lista di attesa troppo lunga, scomodità a raggiungerlo a causa della lontananza o della mancanza dei trasporti, orari di apertura poco flessibili oppure per mancanza di tempo). Era possibile fornire più risposte. Il 45% dei pazienti intervistati ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria a causa dei costi. Le prestazioni che hanno visto le maggiori rinunce a causa dei costi sono quelle che effettivamente prevedono un costo a totale carico dell’utente: le cure dentistiche e oculistiche (23%), i farmaci a pagamento (22%), l’assistenza domestica (11%) e la riabilitazione a pagamento (9%) (vedi tabella 2). Il 31% dei pazienti intervistati ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria per altri motivi. In tabella 3 è riportata la percentuale di pazienti che ha avuto almeno una rinuncia per altro motivo che non sia economico, per categoria assistenziale. Tabella 2. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=860) che ha dovuto rinunciare a prestazioni a causa dei costi. Categorie assistenziali cure dentistiche e oculistiche farmaci a pagamento assistenza domestica riabilitazione a pagamento esami visite spec. a pagamento farmaci (SSN) riabilitazione (SSN) esami visite spec (SSN) protesi, presidi, ausilii casa di riposo sì (%) 23,3 22,2 10,7 8,9 6,2 3,0 3,0 2,8 2,1 2,1 Tabella 3. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=860) che ha dovuto rinunciare a prestazioni per almeno un altro motivo che non sia economico. Categorie assistenziali sì (%) esami visite specialistiche riabilitazione cure dentistiche e oculistiche assistenza domestica protesi, presidi, ausilii farmaci cure specialistiche o interventi chirurgici casa di riposo 18,6 10,5 4,4 2,8 2,6 2,3 1,4 1,2 IMPATTO DELLE SPESE SANITARIE SULLA VULNERABILITA’ SOCIALE Hanno fatto seguito una serie di domande per esplorare se l’impegno economico sostenuto per le attività di cura e assistenza per il paziente hanno avuto qualche tipo di ricaduta su diversi aspetti dell’economia familiare. Per quel che riguarda le modalità di sostenimento delle spese per la cura, poco meno di tre quarti del campione dichiara di aver avuto difficoltà (23% grande difficoltà, 47% qualche difficoltà), il 25% dichiara di averle sostenute abbastanza facilmente e il 5% facilmente. Il 43% del campione dichiara di esser stato costretto a limitare le spese per attività connesse al tempo libero, il 42% per la casa, il 18% ha contenuto le spese per i trasporti, il 19% per l’alimentazione. modifiche nel lavoro 8 6,76 6 4 2,56 1,75 2 1,49 0,95 0 ridurre orari cercare lavoro perso lavoro aumentare modificare orari mansione Per quanto riguarda le ricadute sull’attività lavorativa di qualche membro della famiglia, a causa del fatto che si siano affrontate spese sanitarie o si siano seguiti percorsi di cura per il paziente, il 7% del campione ha dichiarato che qualcuno dei familiari ha dovuto ridurre gli orari di lavoro (vedi grafico a fianco). CONDIZIONI ECONOMICHE DEL NUCLEO FAMILIARE Rispetto all’anno precedente, circa la metà del campione (48%) dichiara che la situazione economica della sua famiglia è rimasta la stessa, il 39% che è abbastanza peggiorata e l’11% che è decisamente peggiorata. m odalità di affronto delle spese m ensili (%) 60 40 48,2 28,8 20,6 Come mostra il grafico a lato, considerando il reddito mensile complessivo della famiglia, circa i tre quarti del campione (77%) ha difficoltà nell’affrontare le spese mensili (29% grande difficoltà e 48% qualche difficoltà). 20 2,4 0 Con grande difficoltà Con qualche difficoltà Abbastanza facilmente Facilmente I dati relativi all’abitazione del nucleo familiare indicano che il 63% del campione ha la casa di proprietà, con bagno interno nel 99% dei casi. La distribuzione del campione per tipologia abitativa è riportata sotto. Tipologia di abitazione (%) 60 55,89 40 23,42 20,69 casa mediopiccola,di proprietà casa mediopiccola,in affitto 20 0 casa grande QUESTIONARIO FAMILIARE. Si presentano di seguito i risultati delle analisi descrittive condotte su un campione casuale di 1.018 pazienti afferenti all’ambulatorio del medico di famiglia, nell’ambito dell’indagine sull’interruzione dei percorsi assistenziali. CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE E RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE. Si tratta di soggetti di cittadinanza italiana nella quasi totalità dei casi. Il 59% del campione è costituito da donne, con un’età media di 60 anni. La classe di età più rappresentata è quella tra i 50 e i 64 anni (30%). C’è un 15% tra i 75 e gli 84 anni e un 4% di ultraottantacinquenni. Il 66% del campione è coniugato, il 14% vedovo, il 14% libero e il 6% separato. età del paziente (%) 40 30,3 30 24,6 24,3 20 15,3 10 3,9 1,6 0 18-24 25-49 50-64 65-74 75-84 >85 Per quanto riguarda la tipologia familiare, il 28% del campione vive solo, il 2% vive solo con almeno un figlio minorenne, il 36% dei soggetti vivono in coppia soli, come coniugi o conviventi, il 15% in coppia con figli maggiorenni, l’8% con almeno un figlio minorenne; nell’11% dei casi si tratta di altre forme di convivenza. Il 65% del campione ha un titolo di studio uguale o inferiore alla terza media, solo l’8% possiede la laurea. titolo di studio (%) 40 32,3 33,1 26,9 30 20 7,7 10 0 Nessun titolo/elem. Media Superiore Laurea L’informazione sull’occupazione del paziente indica che tra gli uomini, il 61% è pensionato, il 34% occupato e il 2% non occupato (7 soggetti). Tra le donne il 34% è pensionata, il 31% occupata, il 28% casalinga e il 5% non occupata (28 soggetti). Agli occupati e ai pensionati (778 soggetti) è stata chiesta quale fosse la posizione occupazionale ricoperta, attuale per gli occupati e quella relativa all’ultimo impiego per i pensionati. Le categorie più rappresentate sono gli operai (40%) e gli impiegati (37%) (vedi grafico a fianco). posizione occupazionale (%) 60 40,4 40 36,9 20 11,3 7,7 3,7 Autonomo con dip. Quadro/dirigente Autonomo senza dip. Impiegato Operaio 0 Relativamente alla continuità del rapporto medico paziente, il 84% dei pazienti è in carico presso il proprio medico di famiglia da più di 3 anni, circa la metà dei soggetti (55%) si reca all’ambulatorio del medico una volta ogni 1-3 mesi, il 22% ci si reca più di una volta al mese. INTERRUZIONE DEI PERCORSI SANITARI ED ASSISTENZIALI Nella seconda parte del questionario il medico di famiglia ha indagato se e quali fossero negli ultimi 12 mesi le prestazioni sanitarie a cui il paziente o qualche membro della sua famiglia avesse dovuto rinunciare a causa dei costi da sostenere. Era possibile fornire più risposte. Il 22% del campione ha dichiarato di avere almeno un familiare con un problema di salute (di cui l’88% con un solo familiare malato, il 12% con due o più familiari). Il 24% del campione ha dovuto rinunciare negli ultimi 12 mesi alle cure specialistiche, il 20% ai farmaci, il 19% alle cure dentistiche o oculistiche, il 13% alle cure riabilitative (vedi tabella 1). Tabella 1. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=1.018) che ha dovuto rinunciare ad almeno una tipologia di prestazione per qualsiasi motivo. Categorie assistenziali cure specialistiche farmaci cure dentistiche e oculistiche riabilitazione sì (%) 24,1 19,6 18,6 13,4 E’ stato indagato quali fossero i motivi di rinuncia alle prestazioni sanitarie: a causa dei costi da sostenere o per altri motivi (ad esempio per mancanza stessa del servizio, lista di attesa troppo lunga, scomodità a raggiungerlo a causa della lontananza o della mancanza dei trasporti, orari di apertura poco flessibili oppure per mancanza di tempo). Era possibile fornire più risposte. Il 31% dei pazienti intervistati ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria a causa dei costi. Le prestazioni che hanno visto le maggiori rinunce a causa dei costi sono i farmaci a pagamento (19%) e le cure dentistiche e oculistiche (16%) (vedi tabella 2). Il 24% dei pazienti intervistati ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria per altri motivi. In tabella 3 è riportata la percentuale di pazienti che ha avuto almeno una rinuncia per altro motivo che non sia economico, per categoria assistenziale. Tabella 2. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=1.018) che ha dovuto rinunciare a prestazioni a causa dei costi. Categorie assistenziali farmaci a pagamento cure dentistiche e oculistiche esami visite spec. a pagamento riabilitazione a pagamento esami visite spec (SSN) assistenza domestica riabilitazione (SSN) farmaci (SSN) protesi, presidi, ausilii casa di riposo sì (%) 19,3 16,3 9,3 8,6 3,4 2,6 1,9 0,9 0,8 0,3 Tabella 3. Percentuale di pazienti sul totale del campione (n=1.018) che ha dovuto rinunciare a prestazioni per almeno un altro motivo che non sia economico. Categorie assistenziali esami visite specialistiche riabilitazione cure dentistiche e oculistiche cure specialistiche o interventi chirurgici farmaci a pagamento assistenza domestica protesi, presidi, ausilii casa di riposo sì (%) 17,9 7,1 3,8 2,9 2,1 0,4 0,4 0,1 Nella seconda parte del questionario il medico di famiglia ha indagato se e quali fossero negli ultimi 12 mesi le prestazioni sanitarie a cui il paziente o qualche membro della sua famiglia avesse dovuto rinunciare a causa dei costi da sostenere. Era possibile fornire più risposte. Come mostra la tabella 1, le categorie per le quali si sono verificate le maggiori rinunce sono quelle che prevedono un costo a totale carico dell’utente: farmaci, esami, visite specialistiche e riabilitazione a pagamento, cure dentistiche e oculistiche. IMPATTO DELLE SPESE SANITARIE SULLA VULNERABILITA’ SOCIALE Hanno fatto seguito una serie di domande per esplorare se l’impegno economico sostenuto per le attività di cura e assistenza di qualche membro della famiglia ha avuto qualche tipo di ricaduta su diversi aspetti dell’economia familiare. Per quel che riguarda le modalità di sostenimento delle spese per la cura, poco più della metà del campione dichiara di aver avuto difficoltà (11% grande difficoltà, 43% qualche difficoltà), il 35% dichiara di averle sostenute abbastanza facilmente e l’11% facilmente. Il 39% del campione dichiara di esser stato costretto a limitare le spese per attività connesse al tempo libero, il 30% le spese per la casa, il 12% ha contenuto le spese per i trasporti, il 10% quelle per l’alimentazione. ricadute sul lavoro (%) 5,6 6 5,0 4 2,5 2,3 2 1,2 Per quanto riguarda le ricadute sull’attività lavorativa di qualche membro della famiglia, a causa delle spese sanitarie o dei percorsi di cura seguiti, il 6% del campione ha dichiarato che qualcuno dei familiari ha dovuto ridurre gli orari di lavoro, il 5% aumentarli, l’1% (n=9) ha perso il lavoro (vedi grafico a fianco). 0 ridurre orari aumentare modificare orari mansione cercare lavoro perso lavoro CONDIZIONI ECONOMICHE DEL NUCLEO FAMILIARE Rispetto all’anno precedente, il 52% del campione dichiara che la situazione economica della sua famiglia è rimasta la stessa, il 36% che è abbastanza peggiorata e il 9% che è decisamente peggiorata. Come mostra il grafico a lato, considerando il modalità di affronto delle spese mensili (%) reddito mensile complessivo della famiglia, i 2/3 circa del campione ha difficoltà 60 nell’affrontare le spese mensili (14% grande 50,5 difficoltà e 50% qualche difficoltà). 40 28,2 20 14,1 7,1 0 Con grande difficoltà Con qualche difficoltà Abbastanza facilmente Facilmente I dati relativi all’abitazione del nucleo familiare indicano che i 3/4 quarti del campione ha la casa di proprietà (76%), con bagno interno nel 99% dei casi. La distribuzione del campione per tipologia abitativa è riportata sotto. tipologia di abitazione (%) 60 56,0 31,1 40 12,8 20 0 casa grande casa mediopiccola,di proprietà casa mediopiccola,in affitto