Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 INTERAZIONE RADIAZIONE - MATERIA Newton effettua una dimostrazione sperimentale della dispersione della luce solare con un prisma Interazione radiazione materia 1 PROGRAMMA Riflessione speculare e diffusa: la legge della riflessione; la formazione dell'immagine riflessa; costruzione del raggio riflesso (principio di Huygens). Rifrazione: la legge di Snell; definizione dell'indice di rifrazione; costruzione del raggio rifratto (principio di Huygens); effetti di rifrazione atmosferica; l'effetto miraggio. Riflessione totale. Il principio di Fermat. Pigmenti e "medium" in pittura. La dispersione della luce: lo spettro elettromagnetico; dipendenza dell'indice di rifrazione dalla lunghezza d'onda. Riflettività nel visibile, nell'infrarosso e nell'ultravioletto. Analisi non distruttive per le arti figurative: riflettografia UV e IR; spettrofotometria e sorgenti luminose. L'analisi del colore: colore RGB, CMYK, HSB, CIE 1931. Spettri di assorbimento e di emissione. L'assorbimento ottico: caratteristiche degli spettri di assorbimento di metalli, semiconduttori e isolanti; interpretazione legata alla struttura a bande. Gli eccitoni. La riflettività eccezionalmente elevata dei metalli. Altri fenomeni di interazione radiazione-materia: luminescenza, fotoconducibilità, diffusione anelastica (effetto Raman), emissione stimolata. Il laser (a rubino e HeNe). Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 2 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Riflessione Assorbimento Trasmissione Interazione radiazione materia 3 LA RIFLESSIONE L’esperienza mostra che quando la luce incide su un oggetto, essa viene in parte rimandata indietro ed è proprio grazie a questo fatto che noi possiamo vedere ciò che ci circonda. L’immagine riflessa da una superficie molto irregolare è in generale assai debole e confusa, dato che i vari raggi luminosi provenienti dall’oggetto vengono rimandati indietro secondo angoli diversi e pertanto giungono al nostro occhio lungo direzioni casuali. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 4 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 In questo caso si parla più propriamente di diffusione della luce. (Esempio: a volte si usa vetro smerigliato per incorniciare un quadro, per ottenere una riflessione diffusa, eliminando così il bagliore dovuto alla lampada che illumina il quadro). Riflessione diffusa. Riflessione speculare. Se invece la superficie riflettente è abbastanza liscia, l’immagine riflessa riprodurrà l’oggetto anche nei minimi particolari. In questo caso infatti due raggi inizialmente paralleli saranno paralleli anche dopo la riflessione e, pertanto i vari raggi provenienti dall’oggetto giungeranno al nostro occhio nello stesso ordine con cui giungerebbero se essi provenissero direttamente dall’oggetto. Interazione radiazione materia 5 La legge della riflessione. Il raggio incidente ed il raggio riflesso formano con la normale alla superficie passante per il punto di incidenza angoli uguali, che vengono detti angolo di incidenza (θ1) e angolo di riflessione (θ2); i due raggi e la normale giacciono nello stesso piano. Mezzo 1 θ1 θ2 θ1 = θ2 Mezzo 2 La legge della riflessione. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 6 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 La formazione dell’immagine riflessa. La legge della riflessione ci permette di capire come avviene la formazione dell’immagine riflessa. Consideriamo infatti un oggetto posto nelle vicinanze di una superficie riflettente: poiché per ogni raggio riflesso l’angolo di incidenza è uguale a quello di riflessione, i raggi riflessi giungono all’occhio come se provenissero da un oggetto immaginario posto dietro la superficie riflettente e simmetrico, rispetto a questa dell’oggetto reale. Tale oggetto immaginario è detto immagine virtuale. Raggi provenienti da una sorgente P’ riflessi da uno specchio nell’occhio sembrano provenire dal punto immagine P* posto dietro lo specchio. * Interazione radiazione materia 7 Costruzione del raggio riflesso (principio di Huygens). La legge della riflessione può essere dedotta dal principio di Huygens, secondo cui ciascun punto su un fronte d’onda può essere considerato come una sorgente puntiforme di onde sferiche secondarie. φ1 = θ1 φr = θ r ⇒ θ1 = θ r cioè la legge della riflessione φ1 = φ r Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 8 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 LA RIFRAZIONE Un raggio di luce incidente sulla superficie di un corpo trasparente si divide in due raggi, uno riflesso e uno trasmesso. L’esperienza mostra che, a parte il caso in cui l’angolo di incidenza è nullo, la direzione del raggio trasmesso è diversa da quella del raggio incidente. Il fenomeno, che prende il nome di rifrazione, dà origine ad alcuni effetti ben noti. Mezzo 1 θ1 θ1 Mezzo 2 θ2 θ1 = angolo di incidenza θ2 = angolo di rifrazione Lo stelo del fiore appare spezzato in corrispondenza della superficie libera dell’acqua. Interazione radiazione materia 9 Ogni raggio proveniente dalla moneta segue una traiettoria spezzata e giunge all’osservatore secondo una direzione tale da dare l’illusione che l’oggetto immerso si trovi più vicino alla superficie dell’acqua di quanto non sia in realtà. θ 2 θ1 La moneta, invisibile se la scodella è vuota, diventa visibile quando essa è piena d’acqua. Tali effetti si spiegano facilmente ammettendo che un raggio di luce venga deviato in corrispondenza della superficie di separazione dei due mezzi in modo tale che l’angolo formato con la normale sia maggiore in aria che in acqua (θ1 > θ2). Se invece disponiamo la sorgente luminosa in modo che la luce passi dall’acqua all’aria, si verifica che θ1 < θ2; il raggio tende cioè ad allontanarsi dalla normale. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 10 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 ARIA ARIA ACQUA ARIA VETRO FLINT DIAMANTE La rifrazione per varie coppie di mezzi. Esperimenti analoghi si possono compiere sostituendo all’acqua un altro materiale trasparente, come il vetro. Si osserva che, a parità di angolo di incidenza, il raggio viene deviato maggiormente nel passaggio aria-vetro che nel passaggio aria-acqua; si dice quindi che il vetro è più rifrangente dell’acqua. Inoltre, se ripetiamo la prova usando la coppia acqua-vetro, possiamo vedere che il raggio si avvicina alla normale passando dall’acqua al vetro, ossia dal mezzo meno rifrangente a quello più rifrangente. Questa regola vale in generale e permette di ordinare i vari mezzi trasparenti secondo il loro potere rifrangente. Interazione radiazione materia 11 Detta c la velocità della luce nel vuoto e v la sua velocità in un mezzo trasparente, si ha sempre: v<c Il rapporto tra c e v, indicato con n, è detto indice di rifrazione del mezzo: n= c v Dalla definizione segue che per il vuoto si ha n = 1, mentre per un mezzo trasparente si ha sempre n > 1. La legge della rifrazione. L’angolo di rifrazione θ2 dipende dal rapporto tra le velocità delle onde nei due mezzi e dall’angolo di incidenza. La relazione tra θ2, l’indice di rifrazione n1 del primo mezzo e quello n2 del secondo mezzo può essere così espressa: n1 sen θ1 = n2 sen θ2 cioè v2 sen θ1 = v1 sen θ2 Questo risultato fu scoperto sperimentalmente nel 1621 dal matematico olandese Snell e fu formulato più rigorosamente dal matematico e filosofo francese Descartes (Cartesio); esso è noto come legge della rifrazione. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 12 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Costruzione del raggio rifratto (principio di Huygens). Anche la legge della rifrazione può essere dedotta dal principio di Huygens. n1 < n2 Mezzo 1 v1t > v2t Mezzo 2 sinΦ1 = sinΦ 2 = v1t vt vt ⇒ AB = 1 = 1 AB sinΦ 1 sinθ 1 v2 t vt vt ⇒ AB = 2 = 2 AB sinΦ 2 sinθ 2 ⇒ sinθ 1 sinθ 2 sinθ 1 sinθ 2 = ⇒ = v1 v2 n2 n1 cioè la legge di Snell Interazione radiazione materia 13 Effetti di rifrazione atmosferica. Negli esempi finora considerati, l’indice di rifrazione subisce una brusca variazione all’interfaccia tra due mezzi e il cammino della luce risulta costituito da una linea spezzata. In certi casi invece la variazione dell’indice di rifrazione avviene con continuità; la direzione del raggio luminoso viene allora modificata in modo graduale e il cammino della luce risulta costituito da una curva. Questo effetto è tipico dei fenomeni di rifrazione atmosferica. Apparente At mo s fe ra Vera Per effetto della rifrazione atmosferica, una stella appare un po’ più vicina allo zenit di quanto non sia in realtà. L’effetto è tanto maggiore quanto più la stella è vicina all’orizzonte. Infatti la luce proveniente da una stella segue un percorso rettilineo fin quando non incontra l’atmosfera terrestre. Da qui in poi incontra strati di atmosfera sempre più densi (più rifrangenti) e pertanto la sua direzione si avvicina sempre più alla normale. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 14 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Un altro fenomeno abbastanza comune di rifrazione atmosferica è il miraggio, per effetto del quale la superficie del suolo, vista in lontananza, sembra ricoperta di acqua. Se l’aria in prossimità del suolo è più calda (cioè meno densa e meno rifrangente), la luce proveniente dall’albero si allontana dalla normale viene rifratta continuamente lungo un percorso curvo. Poiché si vede un’immagine capovolta dell’albero, l’osservatore pensa che davanti all’albero ci sia acqua. Anche il tipico tremolio che si osserva nell’aria al di sopra di un corpo molto caldo è un effetto della rifrazione atmosferica; l’aria calda, meno rifrangente, sale con moto turbolento all’interno di aria più fredda. Interazione radiazione materia 15 Riflessione totale. Dalla legge della rifrazione si vede che se n1 < n2, si ha sen θ1 ≥ sen θ2 : l’angolo di incidenza risulta in questo caso maggiore dell’angolo di rifrazione. In particolare se θ1 = 90°, si ha sen θ1 = 1 (valore massimo) e quindi sinθ 2 = n1 n2 Questo valore corrisponde al massimo θ2 per la coppia di mezzi considerata. Se invece n1 > n2, si ha sen θ1 ≤ sen θ2: l’angolo di rifrazione è maggiore di quello di incidenza. In particolare, se θ2 = 90°, si ha sen θ2 = 1 e quindi: sinθ 1 = n2 n1 Questo valore, detto angolo limite, corrisponde al massimo angolo di incidenza per il quale, nel passaggio da un mezzo più rifrangente ad uno meno, si ha la formazione del raggio rifratto. Per angoli di incidenza più grandi dell’angolo limite, il raggio incidente viene totalmente riflesso all’interno del mezzo più rifrangente. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 16 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 n1 (vetro)> n2 (aria) θ2 θ1 Per angoli di incidenza superiori all’angolo limite, che per la coppia vetro-aria è di circa 42°, il raggio viene totalmente riflesso. Le fibre ottiche sono costituite da un nucleo con alto indice di rifrazione, rivestito da un mantello con n minore. Il fenomeno della riflessione totale spiega per es. la caratteristica “luminosità interna” dei diamanti sfaccettati. Il diamante ha un indice di rifrazione molto alto e quindi un angolo limite piccolo (24°); pertanto un raggio di luce che penetra in un brillante subirà in genere parecchie riflessioni prima di uscire di nuovo nell’aria. Interazione radiazione materia 17 Il principio di Fermat. Tutti i fenomeni di rifrazione e di riflessione possono essere descritti attraverso un unico principio, noto come il principio di Fermat (1650). Tale principio può venire così enunciato: un raggio di luce, propagandosi da un punto A a un punto B qualsiasi, segue un cammino tale che il tempo impiegato a percorrerlo, confrontato con quello di qualunque altro cammino congiungente A con B, risulta minimo. Nel caso della riflessione, il cammino per cui è minimo il tempo di percorrenza è anche il cammino più breve. AC = z A2 + x 2 ; CB = z B2 + (L − x ) 2 dl d ( AC ) d (CB ) = + = dx dx dx l=AC+CB x x−L + 2 2 2 zA + x z B + (L − x ) 2 x L−x = sinθ A ; 2 = sinθ B 2 2 zA + x z B + (L − x ) 2 ⇒ sinθ A = sinθ B cioè la legge della riflessione Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 18 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Nel caso della rifrazione, il cammino di tempo minimo non è, geometricamente, il più corto. Questo perché bisogna tenere conto della differente velocità della luce nei due mezzi. T = t A + tB = AC CB AC CB + = ⋅ nA + ⋅ nB vA vB c c AC = z A2 + x 2 ; CB = z B2 + (L − x ) 2 c dT d ( AC ) d (CB ) = ⋅ nA + ⋅ nB = dx dx dx x−L x ⋅ nB = 0 ⋅ nA + 2 2 2 zA + x z B + (L − x ) 2 L−x x = sinθ A ; 2 = sinθ B 2 2 zA + x z B + (L − x ) 2 ⇒ n A sinθ A − nB sinθ B = 0 ⇒ n A sinθ A = nB sinθ B Interazione radiazione materia cioè la legge di Snell 19 Riflessione e riflettività. La riflessione (o l’intensità della luce riflessa) su di una superficie di un mezzo dipende dal suo indice di rifrazione n. La riflettività R, ossia la percentuale di luce riflessa rispetto a quella incidente, segue la seguente relazione approssimata, che vale in assenza di assorbimento e per incidenza normale (cioè θ1 = 0): R = ( n – 1 )2/( n + 1 )2 T= 1- R = 4n/( n + 1 )2 T (trasmittanza) esprime invece la percentuale di luce trasmessa. Se non ci sono perdite, la somma di T e di R vale 1. Nel caso di passaggio tra due mezzi, n va sostituito con il rapporto dell’indice di rifrazione del secondo mezzo rispetto al primo (cioè n2/n1). I colori che vediamo, nel caso di riflettività semplice, ossia non alterata dalla presenza di altri fenomeni (diffusione, ecc.) sono dati dalla riflettività “pesata” sulla risposta “fotopica” dell’occhio umano che è più sensibile al colore rosso, in ogni caso. Su strati sufficientemente sottili, i vari materiali trasparenti presentano un colore complementare rispetto a quello visto in riflessione: infatti proprio quei colori che sono fortemente riflessi saranno ovviamente assenti nella composizione cromatica della luce trasmessa. Le iridescenze spesso presenti in riflettività o trasmissione su strati sottili sono invece dovute a fenomeni di interferenza. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 20 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 PIGMENTI E “MEDIUM” IN PITTURA Come abbiamo visto, la quantità di luce riflessa e di luce assorbita da un corpo dipende dall’indice di rifrazione del mezzo in cui il corpo è immerso; tale fenomeno è di grande rilevanza in pittura. I colori usati in pittura, infatti, sono costituiti da pigmenti ottenuti polverizzando finemente sostanze colorate solide, uniti ad un “medium” liquido trasparente, il quale, essiccando, assicura l’adesione del pigmento al supporto (carta, tela, legno, ecc.). Il medium può essere, per es., una soluzione di acqua e gomma vegetale, come nel caso della pittura ad acquerello, oppure una emulsione di acqua e tuorlo d’uovo, come nella pittura a tempera del nostro Rinascimento, oppure un olio siccativo (di lino, papavero, noce, ecc.), con l’eventuale aggiunta di sostanze resinose, come nel caso della pittura ad olio. Le proprietà della materia colorante che così si ottiene dipendono non soltanto dalle caratteristiche del pigmento, ma anche da quelle del medium e, più precisamente, dalla differenza tra gli indici di rifrazione delle due sostanze: se tale differenza è piccola, la luce penetrerà di più nelle particelle del pigmento e il colore risulterà scuro, ma ricco di trasparenza e di profondità; se, viceversa, il valore di tale differenza è elevato, il colore risulterà più chiaro e fresco, ma meno profondo. Interazione radiazione materia 21 Si comprende così la ragione dell’aspetto assai differente di una pittura ad acqua non verniciata (es. una tempera) e di una pittura ad olio. Nelle pitture ad acqua, infatti, l’essiccazione avviene per evaporazione, processo che elimina gran parte del medium, riportando le particelle di pigmento pressoché a contatto con l’aria; durante questo processo tutti i colori schiariscono, assumendo, al tempo stesso, un aspetto delicatamente opaco (questo cambiamento è difficile da prevedere esattamente). Nella pittura ad olio, invece, il medium non evapora se non in minima parte e tende invece a combinarsi lentamente con l’ossigeno dell’aria, dando origine ad una sostanza solida di aspetto gommoso che imprigiona le particelle di pigmento, le quali restano isolate dall’aria; pertanto non si verificano sensibili variazioni nel valore dei toni e, a patto che il fondo non sia troppo assorbente e che non si commettano errori tecnici, non è difficile che il pittore preveda il risultato finale del suo lavoro. Con l’invecchiamento del quadro tali effetti aumentano di intensità; infatti, durante la combinazione con l’ossigeno, processo lentissimo che può durare centinaia di anni, l’indice di rifrazione dell’olio aumenta, rendendo i colori ancora più scuri e trasparenti. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 22 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 A questo fatto e all’impiego di particolari resine trasparenti ad elevato indice di rifrazione unite all’olio è dovuta in gran parte la luminosità profonda e suggestiva dei quadri a olio dipinti nei secoli passati. Non di rado, per effetto del progressivo aumento di trasparenza della materia pittorica possono anche affiorare “ pentimenti” dell’artista, ossia correzioni eseguite applicando nuovi strati di colore su parti già dipinte. BACKHUYSEN, Ludolf Navi in pericolo a largo di una costa rocciosa. 1667 Olio su tela, 64,5 x 49 cm National Gallery of Art, Washington Interazione radiazione materia 23 LA DISPERSIONE DELLA LUCE Il fenomeno che ha aperto la strada verso una definizione oggettiva del colore è la cosiddetta dispersione della luce bianca nei mezzi trasparenti. Per effetto della dispersione, un raggio di luce bianca, per es. luce solare, che incide su una goccia d’acqua, un brillante o un pezzo di vetro, ne esce vivamente colorato e, raccolto su uno schermo bianco, forma una macchia luminosa nella quale i colori si susseguono nello stesso ordine in cui li vediamo nell’arcobaleno. La dispersione della luce attraverso il prisma. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) Sir Isaac Newton (1642-1727) 24 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 • I colori si producono all’interno del prisma o sono già presenti nella luce bianca incidente? • Ogni singolo raggio colorato è ulteriormente scomponibile? Newton: La luce che al nostro occhio dà la sensazione del bianco è data dalla sovrapposizione di un grandissimo numero di componenti elementari, dette componenti monocromatiche, ad ognuna delle quali corrisponde un colore ben preciso. L’insieme delle componenti monocromatiche è lo spettro della luce bianca. Dai suoi esperimenti Newton dedusse che la legge di Snell della rifrazione era incompleta. Infatti, se le componenti monocromatiche presenti nel raggio di luce bianca venissero rifratte tutte secondo lo stesso angolo, l’immagine uscente dal prisma dovrebbe essere circolare e bianca e non oblunga e colorata. A parità di angolo di incidenza e di sostanza rifrangente, raggi di colore diverso vengono deviati secondo angoli diversi; questo perché il valore dell’indice di rifrazione risulta diverso per i vari colori. Interazione radiazione materia 25 Variazione dell’indice di rifrazione per alcuni vetri in funzione della lunghezza d’onda. Poiché, per come è definito, l’indice di rifrazione è legato alla velocità della luce nel mezzo trasparente, concludiamo che componenti monocromatiche differenti si propagano in un mezzo materiale con velocità differenti. Ciò che distingue le varie componenti monocromatiche è la frequenza o, equivalentemente, la lunghezza d’onda. velocità di propagazio ne lunghezza d'onda = frequenza Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 26 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Lo spettro elettromagnetico. E = hν = 2πhν 2π=cν 2π=c = = 2π c λ λ= 1240 E con E in [eV] e λ in [nm] Interazione radiazione materia 27 Riflettività nel visibile, nell’ IR e nell’ UV. L’indice di rifrazione varia anche nella regione infrarossa (IR, InfraRed) e nella regione ultravioletta (UV, UltraViolet), mentre è praticamente costante e uguale ad 1 nella regione dei raggi X. • Nella regione infrarossa sono gli atomi o le molecole a rispondere al campo elettromagnetico, mentre nella regione ultravioletta sono gli elettroni: gli atomi, più massicci, possono rispondere alle basse frequenze (IR) mentre gli elettroni, più leggeri, rispondono alle alte frequenze (UV). In realtà sono gli ioni, e non gli atomi neutri, a rispondere ai raggi IR, e soltanto in alcuni modi ed in base alla loro carica effettiva, mentre gli elettroni sono sempre in grado di rispondere. • Questo comporta che i raggi IR sono meno assorbiti in un materiale rispetto ai raggi UV, che vengono assorbiti in genere nei primi micron di superficie. Questa è la ragione per cui la riflettività o la riflettometria IR rispecchia gli strati più profondi di un dipinto, in quanto i raggi IR possono penetrare più in profondità prima di essere riflessi, mentre la riflettometria UV è rappresentativa dei primissimi strati superficiali. Elettroni Ioni UV IR Strati più superficiali Strati più profondi Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 28 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Analisi non distruttive per le arti figurative. La riflettografia IR e UV applicata alle arti figurative riguarda una delle numerose possibilità di analisi offerte dalle metodologie fisiche applicate allo studio dei beni culturali. Sfruttando le differenti proprietà ottiche dei pigmenti colorati, non comporta alcun tipo di prelievo di campioni dal supporto da analizzare, permette di ottenere rapidamente informazioni di carattere scientifico ed artisticostoriografico e può essere utilizzato, elaborando i dati al computer, come strumento di documentazione e presentazione dello stato di conservazione dell'opera. Nel campo dello studio e della conservazione dei beni culturali è quindi sempre più sentito il bisogno di avvalersi di strumenti scientifici specialistici; in particolare nel campo dell'arte figurativa sussistono svariati problemi in merito alle autenticazioni, alle attribuzioni ed alla documentazione dello stato di conservazione e degli interventi eseguiti Vista nel visibile con finestra nell'infrarosso sull'opera d'arte. Interazione radiazione materia 29 Riflettografia in Infrarosso e Ultravioletto. Il principio su cui si basa la riflettografia IR e UV è facilmente comprensibile: in molti casi i pigmenti utilizzati in campo pittorico sono trasparenti alla radiazione infrarossa (IR); illuminando in tal modo gli strati di colore e registrando con opportuni sistemi di rivelazione la parte che ne viene riflessa, è possibile ottenere una nuova immagine dell'opera d'arte che mette in luce particolari altrimenti celati all'occhio nudo. Banda visibile Banda IR Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 30 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Anche l'utilizzo di radiazione ultravioletta (UV) in taluni casi permette un tipo di analisi del tutto simile a quella sopra descritta per i raggi infrarossi. In generale i raggi ultravioletti risultano particolarmente efficaci in quanto generano negli strati di colore fenomeni di fluorescenza e/o fosforescenza in grado di fornire preziose informazioni sul supporto analizzato. Banda visibile Banda IR Banda UV Interazione radiazione materia 31 La riflettografia IR e UV è largamente impiegata su tutte le superfici dipinte indipendentemente dal supporto su cui è stata eseguita l'opera, ovvero su tela, legno, affresco, ceramica, carta o altro; esistono in particolare anche altri campi di utilizzo quali, per esempio, l'autentica dei marmi antichi. Visibile (Verde, 530 nm) IR Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) UV 32 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 La riflettografia consente la visione e l'esame del disegno preparatorio di un'opera pittorica. Il disegno preparatorio non è un puro espediente tecnico per la realizzazione del dipinto ma è parte integrante della creazione artistica, e testimonianza di questo processo, ed è destinato ad essere coperto nella stesura definitiva. Inoltre può essere utilizzata nell'analisi di affreschi per rivelare la stesura originale sotto possibili rifacimenti posteriori eseguiti a secco. La superficie di un dipinto ha in generale proprietà intermedie tra quelle di uno specchio perfetto (cioè senza diffusione) e quella di una superficie perfettamente diffondente (cioè senza riflessione). La radiazione luminosa si propaga parzialmente nello strato sottostante in dipendenza dal tipo di pigmento, dalla sua aggregazione, dalla direzione delle pennellate e, in alcuni casi, dalla copertura superficiale di vernici protettive. Interazione radiazione materia 33 "Cristo con i sapienti" del Bellini Nel particolare riportato risultano evidenti i tratteggi eseguiti dall'autore. L'attenuazione dell'intensità luminosa che ha luogo all'interno dello strato di dipinto, tuttavia, nel caso dell'infrarosso è di solito debole poiché l'assorbimento dei composti chimici costituenti i pigmenti tradizionali è molto basso e la diffusione da parte delle particelle di pigmento distribuite nel legante (per es. olio di lino) non è molto efficace per lunghezze d'onda relativamente elevate. La possibilità di ottenere in modo chiaro l'immagine del disegno preparatorio dipende dalle proprietà diffondenti e dalla concentrazione dei pigmenti nonché dallo spessore dello strato di colore. Come conseguenza, una parte della radiazione nell'infrarosso vicino emessa da una lampada attraversa lo strato di colore, raggiunge il fondo, viene retrodiffusa verso l'esterno ed è rivelata dalla telecamera. L'immagine viene poi acquisita e digitalizzata tramite una scheda video su Personal Computer. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 34 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Schema di un apparato per riflettografia IR Interazione radiazione materia 35 La riflettografia: • mette in rilievo la struttura e la distribuzione dei pigmenti costituenti lo strato pittorico ed il suo sottostrato; • individua disegni, contorni, profili; •fornisce informazioni analitiche sulla distribuzione dei diversi colori, soprattutto nei casi di ritocchi o falsificazioni. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 36 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Spettrofotometria. Gli spettrofotometri sono degli strumenti per la misura dell’andamento della trasmittanza e, più raramente, della riflettanza di strati sottili di solidi o di liquidi in funzione della lunghezza d’onda. A seconda del campo di applicazione, si suddividono in spettrofotometri per UV (ultravioletto), VIS (visibile) e IR (infrarosso). Gli intervalli spettrali sono grosso modo: 200 – 400 nm per l’UV, 400 – 800 nm per il visibile e al di sopra di 800 nm per l’IR. In quest’ultimo caso, si preferisce utilizzare una particolare scala non in lunghezza d’onda, ma nel reciproco della lunghezza d’onda, espresso in cm-1. In linea di principio l’intervallo può andare da 10.000 fino a qualche centinaio di cm-1. Si tratta di una scala proporzionale all’energia invece che alla lunghezza d’onda della luce. Possiamo trovare spesso comunque spettrofotometri UV-VIS, che coprono i due campi o anche strumentazione più complessa e completa. In uno spettrofotometro dobbiamo distinguere una sorgente, un monocromatore, un rivelatore ed un sistema di acquisizione dati. Interazione radiazione materia 37 Sorgenti luminose. Il tipo di sorgenti dipende dall’intervallo spettrale scelto: nell’UV troviamo sorgenti a scarica in un gas (argon, mercurio, deuterio), nel visibile e nell’ IR sorgenti ad incandescenza al tungsteno. La sorgente deve essere particolarmente intensa, in quanto il monocromatore utilizzerà soltanto un intervallo molto piccolo di lunghezze d’onda, dipendentemente dalla sua cosiddetta “banda passante” o anche dal suo potere risolutivo. Si possono anche usare sorgenti laser ad ampio spettro in lunghezza d’onda (dye lasers, lasers a stato solido accordabili in un certo intervallo di lunghezze d’onda). I lasers, per effetto della loro coerenza spaziale ossia della loro elevatissima direzionalità, sono maggiormente sfruttabili in intensità. Le altre sorgenti luminose, con emissione spontanea, devono essere focalizzate mediante l’uso di una grossa lente, detta condensatore, che focalizza il fascio luminoso sulla apertura di ingresso o fenditura del monocromatore. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 38 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 LA TEORIA DEL COLORE Il colore non è “contenuto” negli oggetti e “reso visibile” dalla luce, ma è contenuto nella luce stessa. Allora come mai, se la luce bianca contiene tutti i colori, un limone ci appare giallo e l’erba verde? La spiegazione si ottiene inviando su un prisma la luce che rimanda a noi un limone illuminato con luce bianca. Si può allora osservare che lo spettro di tale luce non è completo, ma manca di ampie regioni comprese nella zona del rosso, del blu e del violetto; ciò dimostra che la buccia del limone assorbe quasi interamente queste componenti. Essa rimanda invece le componenti gialle e parte di quelle verdi. Il colore con cui ci appare un dato oggetto è il risultato dell’assorbimento di una zona più o meno ampia dello spettro della luce bianca che incide su di esso. Un oggetto ci appare del colore che non viene da esso assorbito. Un oggetto che rimandi verso di noi tutte le componenti dello spettro ci appare bianco; uno invece che le assorba tutte ci appare nero. Vediamo come la nozione di sottrazione cromatica si applica ad un interessante fenomeno, già studiato da Leonardo: la mescolanza dei colori in pittura. Interazione radiazione materia 39 Mescoliamo i colori... L’esperienza mostra, per esempio, che unendo un giallo e un blu si può ottenere un verde; il pigmento giallo infatti assorbe le componenti blu e violette, mentre il pigmento blu assorbe quelle rosse, arancio e gialle: dalla fitta mescolanza di particelle dei due pigmenti si ottiene quindi una materia che assorbe tutte le componenti della luce bianca ad eccezione di quelle verdi; pertanto l’impasto dei due colori appare verde. Da quanto detto segue che se mescoliamo due colori, ognuno dei quali assorbe interamente la parte dello spettro che l’altro non assorbe, otteniamo come risultato il nero. Tali colori sono detti complementari rispetto alla sottrazione cromatica (rosso e verde, arancio e blu, giallo e violetto). Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 40 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Saturazione e splendore. Molto usate in pittura sono le mescolanze con il bianco o con il nero, che danno origine a colori che non sembrano far parte dello spettro della luce bianca, come il rosa, il bruno, il grigio. In realtà, il rosa, che si ottiene aggiungendo al bianco un po' di rosso, non è che un bianco impoverito delle sue componenti non rosse, le quali vengono assorbite dalle particelle di pigmento rosso mescolate alle particelle di pigmento bianco. Il bruno, che si ottiene dalla mescolanza dell'arancio col nero, non è invece che un arancio poco luminoso, per effetto delle particelle di pigmento nero, che assorbono indistintamente tutte le componenti dello spettro ed impediscono ad una parte più o meno grande della luce incidente di giungere sulle particelle del pigmento arancio. Analogamente il grigio, ottenuto mescolando bianco e nero, non è che un bianco poco luminoso. Per descrivere gli effetti di queste mescolanze si introducono i concetti di SATURAZIONE e di SPLENDORE: un rosso mescolato con quantità via via maggiori di bianco dà origine a rossi sempre meno saturi, fino a raggiungere idealmente il bianco, a cui corrisponde saturazione nulla; un arancio mescolato con quantità via via maggiori di nero dà origine ad aranci di splendore sempre minore, fino a raggiungere idealmente il nero, a cui corrisponde splendore nullo. Interazione radiazione materia 41 La sintesi additiva: colore RGB. Una vasta percentuale dello spettro visibile può essere rappresentata miscelando le tre componenti della luce colorata rosso, verde e blu in diverse proporzioni e intensità. Quando questi colori si sovrappongono, vengono creati il cyan,il magenta e il giallo. Poiché i colori RGB si combinano per creare il bianco, vengono anche detti colori additivi. I colori additivi vengono utilizzati per l'illuminazione, i video e i monitor. Il monitor, ad esempio, crea il colore emettendo la luce attraverso i fosfori rossi, verdi e blu. Colori additivi (RGB) R + G + B = W (bianco) R + G = Y (giallo) R + B = M (magenta) B + G = C (cyan) Con il modello RGB, viene assegnato un valore di intensità ad ogni pixel compreso fra 0 (nero) e 255 (bianco) per ognuna delle componenti RGB di un'immagine a colori. Ad esempio, un colore rosso luminoso può avere un valore R di 246, un valore G di 20 e un valore B di 50. Quando i valori di tutte le tre componenti sono uguali, si ottiene una sfumatura di grigio. Quando il valore di tutte le componenti è 255, si ottiene il bianco puro, mentre quando il valore di tutte le componenti è 0, si ottiene il nero puro Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 42 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 La composizione sottrattiva: colore CMYK. Il modello CMYK si basa sulla capacità di un pigmento o di un inchiostro di assorbire la luce. Idealmente, i pigmenti puri di cyan (C, azzurro brillante), magenta (M, rosso porpora) e giallo (Y) dovrebbero combinarsi per assorbire tutto il colore e produrre il nero; per tale motivo sono chiamati anche colori sottrattivi. Per la presenza di impurità, in realtà questi tre inchiostri producono un marrone scuro, mentre per dare luogo a un vero nero devono essere combinati con un inchiostro nero (K). I colori sottrattivi (CMYK) e additivi (RGB) sono colori complementari. Ogni coppia di colori sottrattivi crea un colore additivo, e viceversa. Colori sottrattivi (CMYK) C & M = B (blu) C & Y = G (verde) M & Y = R (rosso) C & M & Y = K (nero) Ai colori più chiari (luci) vengono assegnate piccole percentuali di colori di quadricromia, mentre ai colori più scuri (ombre) vengono assegnate percentuali più alte. Ad esempio, un rosso brillante può contenere 2% di cyan, 93% di magenta, 90% di giallo e 0% di nero. Nelle immagini CMYK, il bianco puro si ottiene quando tutte le quattro componenti hanno valore 0%. Interazione radiazione materia 43 La combinazione dei colori CMYK per riprodurre ogni altro colore viene chiamata stampa in quadricromia. Sul foglio bianco vengono depositati tre strati sovrapposti di inchiostro colorato, corrispondenti ai colori magenta, giallo e ciano, ognuno dei quali assorbe circa un terzo dell'intero spettro della luce bianca incidente. Pertanto, nelle zone dell'immagine in cui i tre strati sono presenti tutti con la massima intensità si ottiene il nero (tutta la luce viene assorbita); nelle zone in cui si riduce la presenza del magenta, del giallo o del ciano si ottengono i rispettivi colori complementari, ossia il verde, il blu-violetto e il rosso. Dosando in modo opportuno le tre inchiostrazioni si ottiene l'intera gamma dei colori. Inoltre, per aumentare il contrasto fra le parti scure dell'immagine e quelle chiare si aggiunge di solito un quarto strato di inchiostro nero, che rinforza i colori e le ombre. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 44 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Colore HSB. Il modello HSB è basato sulla percezione umana del colore e descrive tre caratteristiche principali del colore: • (H=Hue) Tonalità: è il colore riflesso o trasmesso attraverso un oggetto. Viene calcolata come una posizione sulla ruota dei colori standard ed è espressa in gradi da 0 a 360. In generale, la tonalità è identificata dal nome del colore, come ad esempio rosso, arancione o verde. • (S=Saturation) Saturazione: è la potenza o la purezza del colore. La saturazione rappresenta la quantità di grigio rispetto alla tonalità ed è calcolata come percentuale da 0% (grigio) a 100% (saturazione completa). Sulla ruota dei colori standard, la saturazione aumenta dal centro verso l'esterno. A. Saturazione (S=Saturation) B. Tonalità (H=Hue) C. Luminosità (B=Brightness) D. Tutte le tonalità (H=Hue) • (B=Brightness) Luminosità: è la chiarezza o la scurezza relativa del colore ed è generalmente misurata come percentuale da 0% (nero) a 100% (bianco). Interazione radiazione materia 45 Colore CIE 1931 Yxy. Un sistema che simula bene il processo visivo e che risulta di grande utilità nei campi scientifici e industriale per definire un colore è il triangolo CIE, proposto nel 1931 dalla CIE (Commission Internationale d'Eclairage). Colori indipendenti (Yxy) Questo triangolo descrive lo spazio colore tramite due variabili cromatiche x e y riportate sui rispettivi assi cartesiani. Sul piano cartesiano giace una curva a ferro di cavallo sul cui bordo sono disposti i colori puri (al massimo della saturazione) identificati dalle rispettive lunghezze d'onda. Man mano che ci si sposta verso il centro del grafico la saturazione si riduce e il colore diventa sempre più neutro. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 46 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Il valore x indica l'importanza relativa della componente rossa del colore nei confronti delle componenti verde e blu ed è inferiore ad 1. Il valore y indica l'importanza relativa della componente verde del colore nei confronti delle componenti rossa e blu ed è inferiore ad 1. Il valore Y indica la luminosità e varia fra 0 e 100. Quindi: • valori alti di x contemporaneamente a valori bassi di y indicano un colore tendenzialmente rosso; • valori alti di y contemporaneamente a valori bassi di x indicano un colore tendenzialmente verde; • valori bassi di x contemporaneamente a valori bassi di y indicano un colore tendenzialmente blu. Il valore Y non è rappresentato sul piano ma lo si può immaginare come la terza dimensione di un prisma con la base uguale al triangolo CIE: valori bassi di Y indicano colori scuri mentre valori alti di Y indicano colori chiari. Interazione radiazione materia 47 Spettri di emissione e di assorbimento. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 48 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Gli spettri di emissione dei gas non sono continui, ma composti da una serie ben definita di componenti monocromatiche, tipiche di ciascun elemento. Gli spettri di assorbimento mancano invece di particolari frequenze tipiche degli elementi che che la luce bianca ha attraversato. Se si irradiano atomi o molecole con una radiazione con spettro continuo, la radiazione trasmessa mostra righe scure in corrispondenza dell’assorbimento della luce a lunghezze d’onda discrete. Tali lunghezze d’onda rispecchiano il salto energetico tra livelli diversi dell’atomo considerato. Gli spettri di assorbimento degli atomi furono i primi spettri a righe osservati. L’interpretazione delle righe di assorbimento e di emissione è strettamente legata alla struttura dell’atomo. Interazione radiazione materia 49 L’ASSORBIMENTO OTTICO S = sorgente di luce M = monocromatore R = rivelatore per misurare l’intensità della luce trasmessa dal campione Nell’attraversare uno strato di spessore infinitesimo dx, la diminuzione dI dell’intensità è proporzionale all’intensità I (trascuriamo l’effetto della riflessione) e allo spessore dx: dI = −α (ν )dxI (ν ) Il coefficiente di proporzionalità α(ν) si chiama coefficiente di assorbimento; esso dipende dalla frequenza ed è caratteristico della sostanza studiata. Quando α(ν)= 0, la sostanza è trasparente alla radiazione di frequenza ν; un materiale è tanto più assorbente quanto maggiore è α(ν). Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 50 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Dalla relazione valida per uno spessore dx si ottiene la relazione per uno spessore finito x (sempre trascurando le riflessioni): I (ν ) = I 0 exp[− α (ν ) x ] = I 0 exp[− D(ν )] Il prodotto α(ν)x è la densità ottica D. Sono facilmente misurabili le densità ottiche nell’intervallo 0.01÷4; di conseguenza misure di trasmissione su materiali fortemente assorbenti (α ≈ 104÷106 cm-1) possono essere fatte solo su campioni molto sottili (10-4÷10-6 cm). Il grafico di α in funzione di ν (o della lunghezza d’onda o dell’energia) rappresenta lo spettro di assorbimento, che è caratteristico di ogni composto. Nella figura seguente vengono illustrati gli spettri di assorbimento tipici di un film sottile di un cristallo ionico (A), di un semiconduttore (B) e di un metallo. La frequenza intorno alla quale α cresce da zero con forte pendenza si chiama spigolo di assorbimento. Si osservano marcate differenze a seconda della natura del materiale. Questo suggerisce l’esistenza di un legame profondo tra le proprietà ottiche e la struttura a bande degli stati elettronici. Interazione radiazione materia Isolanti: sono trasparenti nella zona spettrale del visibile e presentano invece un forte assorbimento nell’ultravioletto. Nell’infrarosso i cristalli ionici sono invece caratterizzati da alti coefficienti di riflessione. 51 α Semiconduttori: lo spigolo di assorbimento cade in genere nell’infrarosso o nel visibile Metalli: riflettono bene e assorbono in tutto il range spettrale, ossia il loro spettro di assorbimento non presenta uno spigolo. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 52 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Interpretazione (struttura a bande). Le proprietà ottiche dei solidi sono connesse principalmente con la loro struttura elettronica, quindi con la struttura a bande di energia. Negli isolanti e nei semiconduttori esiste un gap di energia EG che separa la banda di valenza da quella di conduzione. Un fotone di energia hv > EG ha energia sufficiente per provocare la transizione di un elettrone dalla banda di valenza a quella di conduzione e viene pertanto assorbito. Al contrario, un fotone di energia hv < EG non può dare luogo a transizioni né essere assorbito; il solido è pertanto trasparente a quella frequenza. Lo spigolo di assorbimento corrisponde a una frequenza vsp pari a EG/h. Nei metalli, in assenza di gap, ogni fotone può essere assorbito e cedere la sua energia agli elettroni di conduzione. Interazione radiazione materia 53 Un esempio. Tra i materiali elencati in tabella quali non trasmettono la radiazione di frequenza v = 2.4 x 1014 Hz? (Ricordiamo che la costante di Planck vale 4.136 x 10-15 eV s.) Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 54 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Gli eccitoni. La transizione di un elettrone alla banda di conduzione in seguito all’assorbimento di radiazione lascia nella banda di valenza un “buco”, che viene chiamato lacuna. Una lacuna si comporta come una particella di carica uguale a quella dell’elettrone, ma di segno opposto (quindi positiva). L’elettrone e la lacuna prodotti in questo modo sono liberi e possono muoversi indipendentemente nel cristallo. Dal momento però che lacuna ed elettrone sono particelle di carica opposta, tra loro si esercita un’interazione coulombiana attrattiva; è possibile quindi che si formino degli stati legati a due particelle. Tali complessi, elettricamente neutri, sono chiamati eccitoni. Per creare un eccitone è necessario un fotone di energia inferiore a quella del gap; per questo, in presenza di eccitoni, nello spettro di assorbimento del cristallo compaiono dei picchi stretti, al di sotto dello spigolo caratteristico delle GaAs transizioni dirette, che creano invece stati non legati elettrone-lacuna. Interazione radiazione materia 55 La riflettività eccezionalmente elevata dei metalli. Un’eccezione viene presentata dai metalli, i quali possiedono elettroni liberi (che danno luogo alla conducibilità elettrica) e sono in grado di assorbire energia dalla luce o dall’onda elettromagnetica incidente a qualsiasi lunghezza d’onda, fino al lontano UV. Il forte assorbimento da parte dei metalli (che come è noto si riscaldano, dato che il moto degli elettroni significa calore) implica che la luce in essi non si può propagare (ed in effetti la profondità di penetrazione è nettamente inferiore al micron). Se non si può propagare nel metallo, significa che verrà completamente riflessa. Infatti, per il principio di conservazione dell’energia, la somma delle percentuali di luce (o meglio di intensità di luce) riflessa e trasmessa all’interfaccia tra due mezzi deve essere uguale ad 1: R+T=1 dove R è la riflettività e T la trasmittanza, definita, in analogia alla riflettività, come la percentuale (o frazione rispetto a 1) di luce trasmessa. Una riflettività quasi uguale ad 1 (o al 100 %) è la caratteristica ottica principale di tutti i metalli (riflettività metallica comune a tutti i metalli e non molto dipendente dalla lunghezza d’onda): infatti quasi tutti i metalli non hanno particolari colori, ma un bianco-argento che rappresenta la miscela dei colori (solari o della luce ambiente) “mediata” sulla risposta dell’occhio umano. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 56 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Altri fenomeni di interazione radiazione-materia Effetto fotoelettrico Effetto Compton Diffrazione dei raggi X Luminescenza Fotoconducibilità Diffusione anelastica Emissione stimolata Interazione radiazione materia 57 Luminescenza. Con il termine luminescenza si indica l’assorbimento di energia nella materia e la sua riemissione come radiazione visibile o vicina al visibile. Se si ha riemissione durante l’eccitazione o entro 10-8 s da essa (tempo di vita medio di un livello atomico), il processo è comunemente chiamato fosforescenza ed è indipendente dalla temperatura. Se invece l’emissione avviene dopo che l’eccitazione è finita, il processo è chiamato fluorescenza e dipende fortemente dalla temperatura. L’eccitazione iniziale può essere ottenuta con luce (si parla allora di fotoluminescenza), bombardamento con elettroni (catodoluminescenza), particelle (radioluminescenza), sforzi meccanici (triboluminescenza), reazioni chimiche (chemiluminescenza), calore (termoluminescenza) e altre ancora. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 58 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 I solidi cristallini luminescenti sono noti come fosfori. La capacità di un dato materiale di luminescere con alta efficienza è spesso connessa ad attivatori, che sono speciali atomi di impurezze presenti in piccole porzioni (es. ZnS attivato con Cu). Le applicazioni sono molteplici. La termoluminescenza viene per es. sfruttata nel campo della dosimetria per stimare la dose assorbita dal corpo umano. Il fosforo con le migliori caratteristiche per questo scopo è il fluoruro di litio (LiF), in cui vengono inseriti magnesio e titanio. Interazione radiazione materia 59 Fotoconducibilità. La fotoconducibilità è l’aumento della conducibilità elettrica di solidi non metallici in seguito all’assorbimento di radiazione elettromagnetica. Il fenomeno è associato alla transizione di un elettrone da una banda di valenza piena ad una banda di valenza vuota. Se la frequenza della radiazione è tale che l’energia dei fotoni ad essa associati è maggiore del gap di energia EG, allora il fotone assorbito produce una coppia- elettrone lacuna. In un campo elettrico esterno ambedue i portatori danno origine aduna corrente elettrica (fotocorrente). In semiconduttori e isolanti contenenti impurità ed imperfezioni, si possono avere anche transizioni da e su livelli presenti all’interno del gap proibito di energia; queste transizioni diminuiscono la conducibilità. L’esistenza di una frequenza di soglia v0 = EG/h è una conferma sperimentale diretta della teoria delle bande. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 60 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Diffusione anelastica (effetto Raman). ν1 ν Campione Fotoni incidenti ν1 Nella diffusione ordinaria (elastica o Rayleigh) la radiazione incidente viene parzialmente diffusa a frequenza invariata; l’intensità dipende dall’angolo. Nella diffusione anelastica la radiazione diffusa, di debole intensità (da 3 a 10 ordini di grandezza inferiore), consiste in una parte di frequenza invariata ν e in parte di frequenza ν1= ν + δ. La quantità δ non dipende da ν, ma dalla sostanza studiata. Se δ è negativo, il fotone incidente ha ceduto energia al materiale (shift Stokes), se è positivo il fotone ha sottratto energia (shift anti-Stokes). Poiché è relativamente piccolo, è opportuno disporre di sorgenti intense e monocromatiche; per questo motivo lo studio dell’effetto Raman si è sviluppato soprattutto con l’avvento del laser. Interazione radiazione materia 61 Emissione stimolata. Questo processo si verifica se l’atomo o la molecola è inizialmente in uno stato eccitato (E2) ed è stimolato a compiere una transizione in uno stato più basso (E1) da un fotone incidente che ha esattamente energia pari a E2 - E1. Viene emesso un fotone della stessa energia di quello incidente ed in fase con esso. Atomo diseccitato Atomo nello stato eccitato E1 E2 E1 Fotone (luce) di energia E2 - E1 Due fotoni uscenti di energia E2 - E1 L’emissione stimolata è importante perché la luce che ne risulta è coerente, cioè la fase della luce emessa da un atomo è legata a quella di ogni altro atomo. Nel caso più comune, quello dell’emissione spontanea, la fase della luce emessa da un atomo non ha alcuna relazione con quella della luce emessa da ogni altro atomo e la radiazione risultante è pertanto incoerente. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 62 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Consideriamo un sistema di atomi che abbiano un’energia dello stato fondamentale E1 e un’energia dello stato eccitato E2. Se questi atomi vengono irradiati con fotoni di energia E2 - E1, possono verificarsi due processi: gli atomi nello stato fondamentale possono assorbire un fotone e compiere una transizione allo stato eccitato, mentre gli atomi che si trovano già nello stato E2 possono essere stimolati e quindi ritornare nello stato fondamentale. Le probabilità relative dell’emissione stimolata e dell’assorbimento furono calcolate per la prima volta da Einstein, che dimostrò che sono uguali. A temperature normali, quasi tutti gli atomi saranno inizialmente nello stato fondamentale e quindi l’effetto principale sarà l’assorbimento. Per produrre più transizioni da emissione stimolata che da assorbimento occorre fare in modo che ci siano più atomi nello stato eccitato che in quello fondamentale. Questa situazione è chiamata inversione di popolazione. Essa può essere ottenuta se lo stato eccitato è relativamente stabile, cioè se dura abbastanza a lungo prima che si verifichino transizioni spontanee: un tale stato è chiamato metastabile. L’inversione di popolazione si ottiene di solito mediante un processo detto pompaggio ottico. Interazione radiazione materia 63 Laser (light amplification by stimulated emission of radiation). Livelli energetici del cromo Ad esempio consideriamo il caso di un laser a rubino. Il rubino è un cristallo trasparente di Al2O3 che contiene una piccola quantità (0.05%) di cromo. Gli atomi che passano dal livello E1 al livello E3 per effetto della radiazione di pompaggio decadono rapidamente per emissione spontanea al livello metastabile E2. Se la radiazione incidente è abbastanza intensa, nello stato E2 saranno trasferiti molti più atomi di quanti ne rimangano nello stato fondamentale, col risultato che le popolazione di E1 ed E2 saranno invertite. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 64 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Quando qualche atomo nello stato E2 decade allo stato fondamentale per emissione spontanea, esso emette fotoni con energia 1.79 eV (694.3 nm, rosso). Alcuni di questi fotoni stimolano altri atomi eccitati ad emettere fotoni della stessa energia e lunghezza d’onda (emissione stimolata). Nel laser a rubino entrambe le estremità del cristallo sono argentate, una in modo da riflettere totalmente e l’altra in modo da riflettere parzialmente (99%), così che una parte del fascio venga trasmessa. Se le estremità sono parallele, dalla faccia parzialmente riflettente emerge un fascio più intenso di luce coerente. I fotoni che si muovono parallelamente all’asse del cristallo colpiscono le estremità argentate; vengono riflessi totalmente dalla faccia posteriore e in gran parte da quella anteriore, da cui sfuggono pochi fotoni. Durante ogni passaggio, i fotoni stimolano un numero sempre più grande di atomi facendo così crescere il fascio di fotoni; in tal modo viene emesso un fascio molto intenso. Interazione radiazione materia 65 L’inversione di popolazione si ottiene in modo alquanto diverso in un laser a elio-neon (He-Ne), costituito all’incirca dal 15% di gas elio e dallo 85% di gas neon. In questo caso è l’inversione è tra gli stati EN3 ed EN2 del neon e si può avere emissione stimolata tra questi due livelli. Dopo l’emissione stimolata gli atomi di EN2 decadono spontaneamente allo stato fondamentale con l’emissione di fotoni da 1.96 eV (632.6 nm) che stimolano gli atomi nello stato più alto ad emettere altri fotoni della stessa energia. (eccitazione con scarica elettrica) Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 66 Fisica dei Materiali - Prof. C.Manfredotti A.A. 2003-2004 Alcune osservazioni: • Nel laser He-Ne vi sono quattro livelli energetici interessati, mentre il laser a rubino coinvolge solo tre livelli. • In un laser a tre livelli, l’inversione della popolazione si ottiene con difficoltà, perché bisogna eccitare più di metà degli atomi che sono nello stato fondamentale. • Nel laser a quattro livelli l’inversione di popolazione si ottiene facilmente perché lo stato finale, dopo l’emissione stimolata, non è lo stato fondamentale, ma uno stato eccitato che normalmente non è popolato. • Il fascio laser è coerente ed emerge sotto forma di un fascio molto sottile ed intenso. La larghezza angolare del fascio è limitata sostanzialmente da effetti di diffrazione. Le applicazioni sono molteplici. Interazione radiazione materia Interazione radiazione materia (dr. M.Truccato) 67